Aspettando Natale...
Mac si guardò attorno; da molto non veniva a trovarlo,
ma l'appartamento aveva ancora l'aspetto spartano che lei
ricordava: una casa da perfetto scapolo, ma ordinata come
quella di un militare! Rispecchiava esattamente la
coerenza e la precisione di Harm. La sola cosa diversa
dal solito era l'albero illuminato posto tra i due
divani, l'unico angolo libero della stanza.
"Non pensavo tu fossi così sensibile alle
tradizioni: non mi aspettavo di trovare un albero di
Natale qui dentro."
"Ad essere sincero, l'ho preparato appositamente per
te..."
Lei si voltò, fulminandolo con lo sguardo.
"D'accordo, Mac! Stavo scherzando! E' vero, di
solito trascuro questo aspetto romantico della festa - le
rispose avvicinandosi e guardando verso l'albero - ma
stavolta ho voluto fare un'eccezione."
"E come mai, se è lecito?"
"Mah...per una specie di regressione infantile se
vuoi, o semplicemente perché mi sentivo più solo del
solito e avevo bisogno di calore natalizio almeno in casa."
Lei lo comprendeva benissimo. "Allora, posso
aiutarti?" gli chiese per rompere il silenzio troppo
intimo che si era creato.
"E' sufficiente che tu accenda le due candele."
"Le candele? Harm, siamo in pieno giorno! Non sono
un po' troppo pretenziose?"
"E dai, Mac! E' Natale! Dovresti esserne lusingata!
A lume di candela i discorsi assumono un aspetto diverso..."
"Stai forse cercando di sedurmi?"
"Con due candele? Assolutamente no" rispose
dirigendosi verso lo stereo. Inserì un cd e regolò il
volume: era una raccolta di canzoni d'amore interpretate
da Michael Bolton. "Adesso sono pronto a sedurti..."
le disse sorridendo.
"Accidenti a quel sorriso - pensò lei - è così
disarmante..."
"Accomodati, Mac. Il pranzo è servito. Prima però
un brindisi..." le riempì il bicchiere.
"A che cosa?" gli chiese.
"Al Natale e a quello che l'anno nuovo ha in serbo
per noi."
Mangiarono chiacchierando e ridendo come due ragazzini,
in sintonia. Influenzati forse dai sentimenti che
provavano l'uno per l'altra? Probabilmente, ma cosa
importava, se tutto questo li faceva stare bene?
"Non scarti il mio regalo?"
"Ah, sì!" si alzò e lo prese dal tavolino di
fronte al divano. Era un pacco rettangolare, di medie
dimensioni e non molto pesante; lo aprì e vi trovò una
teca in vetro e sulla base in legno scuro c'era una
targhetta dorata con una scritta: "Sarah" vi
lesse.
"Ho pensato che avessi bisogno di riparare dalla
polvere il tuo modellino di aeroplano, perciò ho fatto
fare questa su misura."
"Mac, è stata un'idea fantastica! Le cose che
amiamo vanno protette..." la guardò intensamente
sperando che afferrasse il messaggio. E così fu, perché
lei abbassò gli occhi e abbozzò un sorriso imbarazzato...
Avrebbe voluto attirala a sé e stringerla fra le sue
braccia, ma c'era da fare un'altra cosa prima... "Anch'io
ho pensato a te." Si alzò dal divano; Mac, curiosa,
lo seguì con lo sguardo per tutto il tragitto. Si
diresse verso l'armadio vicino al letto e ne trasse fuori
un pacchetto con un carta rossa. Glielo porse e lei lo
scartò.
Si bloccò all'istante, sicura del contenuto di
quell'astuccio in velluto scuro. Fissò Harm ad occhi
sgranati e aprì la scatoletta.
"Oh, cielo! E questo cosa significa?" chiese
incredula.
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