Capitolo
2
America,
arriviamo
Quando Kaori si svegliò la luce solare stava già
invadendo tutta la stanza e nelle orecchie della sweeper
rimbombava il suono fastidioso del telefono. Con la voce
assonnata disse un "pronto" portandosi la
cornetta all'orecchio.
"Kaori? Sono Miki. Ero preoccupata, sono quasi le 9
e non ti sei ancora fatta vedere."
"hai ragione, Miki, il fatto è che mi sono
addormentata, ma ora
."
Miki dall'altro capo del telefono cominciò a ridere
"Non dirmi che stanotte tu e Ryo avete fatto gli
straordinari
"
"Miki, ma cosa dici? Sei pazza? Io e
"
sbraitò la ragazza sentendo il viso avvampare.
"Ma dai Kaori, stavo scherzando.
Comunque fai con calma, intanto il grosso del lavoro è
fatto" disse Miki.
"Dammi il tempo di farmi una doccia e arrivo. A tra
poco." Rispose e agganciò.
Michael e Nabiki.
Al loro ricordo la sweeper si sentì incredibilmente
triste.
Erano davvero morti senza aver vissuto appieno il loro
amore?
Decise che avrebbe saputo quanto più poteva su di loro.
Erano da poco passate le 10 quando Kaori entrò nel
locale.
Miki era già al lavoro e questo la fece sentire in colpa
per essersi addormentata.
Scese le scale della cantina e cominciò a spiegare a
Miki il contenuto delle lettere.
"Aspetta un momento, a me sembra che la persona a
cui fosse intestato il Cat's Eye , sebbene non l'abbia
mai incontrata personalmente, si chiamasse proprio
Nabiki, quindi non può essere morta!"
"Miki, ma ne sei sicura?"
"Beh ci metteremo poco a controllare" e dicendo
questo si precipitò su dalle scale, inseguita da Kaori.
Miki si era messa a cercare il certificato di passaggio
di proprietà per verificare che fosse proprio Nabiki e
non sua sorella la precedente proprietaria.
Alla fine Miki aveva ragione: Nabiki le aveva venduto il
locale dopo la data apposta sull'ultima lettera e questo
poteva significare soltanto che era viva.
Ryo e Umibozu stavano sorseggiando un bicchiere di
limonata quando le due ragazze entrarono nel locale
sorridenti.
Dopo aver lanciato un'occhiata significativa a Kaori,
Miki cominciò a parlare "Senti Umi, ti
dispiacerebbe se io andassi fuori città per qualche
tempo?" "No, perché?" "Beh vedi,
questa mattina, quando eri fuori, mi ha telefonato una
mia cugina e mi ha invitato al suo matrimonio
ed è
da un po' di tempo che vive con il suo fidanzato in
America dove hanno un allevamento di gatti!" a
quelle parole Umi spalancò gli occhi, anche se nascosti
dietro agli occhiali scuri non furono visibili, e due
grosse gocce di sudore gli colarono dalla fronte"
Miki pensò che il suo piano fosse perfetto e continuò
"Dato che so quanto detesti i gatti ho chiesto a
Kaori di venire con me!"
"Ottima scelta Miki, di certo Kaori sarà un
accompagnatore perfetto, potrai spacciarla per tuo marit
"
Ryo non riuscì a terminare la frase perché si ritrovò
spiattellato contro al muro.
" partiremo domani e non staremo via più di una
settimana"
"Una settimana? Solo? Di certo mi mancherai piccola
Miki, ma senza Kaori
" anche questa volta Ryo ,
che con la faccia da maniaco stava già immaginando di
dare la caccia a tutte le donne della città appena la
sua partner fosse stata su quell'aereo, fu interrotto a
metà dal martellone di Kaori "te la faccio passare
io la voglia, brutto Dongiovannidastrapazzo!".
La ragazza passò il resto della serata a preparare le
valigie , chiedendosi cosa avrebbe fatto quel pervertito
senza di lei.
Probabilmente avrebbe stappato una bottiglia di spumante
appena l'aereo fosse decollato e si sarebbe dato alla
pazza gioia finché lei non fosse tornata.
In realtà non voleva assolutamente lasciarlo, ma doveva
sapere cos'era successo a Nabiki e a Michael, sentiva che
il loro destino era simile a quello suo e di Ryo.
Senza contare che non era mai uscita dal Giappone in vita
sua e questa era un'ottima occasione per visitare un
paese straniero..
Era assorta in questi pensieri quando vide Ryo appoggiato
allo stipite della porta.
"Lo so , lo so che sei impaziente che io me ne vada,
così potrai fare i tuoi porci comodi in questa casa, è
inutile che tenti di nasconderlo!"
Ryo abbozzò un sorriso e sospirò un "già"
mentre se ne andava in camera sua.
Kaori diede un'occhiata nostalgica alla sua casa mentre
usciva dalla porta con un borsone in mano; Ryo la stava
aspettando in macchina. La sweeper emise un lungo sospiro
e chiuse la porta.
Quando arrivarono all'aeroporto videro Miki e Umi che li
stavano aspettando davanti all'entrata.
Subito Ryo si lanciò sulla ragazza gridando un "No
Miki non mi lasciare" quando fu fermato da una
manata di Umi e da un martello di Kaori.
Qualche tempo dopo il dopo il loro volo fu annunciato e
Miki abbracciò Umi dicendogli che le sarebbe mancato
molto, mentre la testa del gigante andava a fuoco. Kaori,
evidentemente imbarazzata, disse "Stai attento
mentre sono via."
"Non preoccuparti, ci saranno tante belle ragazze a
occuparsi di me" rispose Ryo con l'acquolina in
bocca.
"Maniacooooo" e il fedele martello di Kaori
colpì ancora.
Ryo ne fu profondamente sollevato, anche per lui era
estremamente difficile separarsi da lei e quello era un
modo per non far trapelare i suoi sentimenti.
Prima di salire a bordo Kaori si voltò indietro ancora
una volta per guardare Ryo in piedi in mezzo
all'aeroporto.
In quel momento di fianco a lui stava passando un
gruppetto di hostess, ma proprio non se ne accorse.
Quando Kaori e Miki atterrarono a Los Angeles un bel sole
caldo le accolse.
Ritirate le valigie presero un taxi e si fecero portare
al Victoria Hotel.
Il proprietario, il signor Green , era un tipo cordiale e
ben vestito che poteva avere una sessantina d'anni..
Le accolse con un caloroso sorriso e augurò alle due
ragazze un felice soggiorno.
Ormai era quasi sera, così decisero di rimandare le loro
ricerche all'indomani, anche perché sentivano il
cambiamento di fuso orario.
Dopo una lunga doccia rilassante Kaori decise di
telefonare a Ryo.
Ascoltò i tu tu che si susseguivano senza che nessuno
rispondesse. Riattaccò.
Vedendola preoccupata Miki, si sedette accanto a lei e le
disse "Vedrai che è con Umi non devi preoccuparti".
"Forse hai ragione" rispose, ma dal tono della
sua voce Miki capì che non ne era affatto convinta.
In effetti Ryo era con Umibozu ed esattamente nella
stanza 109 del Victoria Hotel di Los Angeles.
Per salire sull'aereo Ryo aveva dovuto raccogliere tutto
il suo coraggio, ma per Kaori
Aveva capito subito che la storia del matrimonio era
tutta una sceneggiata (che genio!) , perciò avevano
deciso di seguirle fin lì per sapere "cosa bolliva
in pentola".
Kaori e Miki si recarono in centro per cenare, entrambe
erano molto belle e molti uomini si voltavano per
ammirarle, suscitando la gelosia di altrettante fidanzate
e anche di due uomini, che le seguivano da lontano.
Cenarono in un bel ristorantino italiano con le candele e
le tovaglie a quadratini bianchi e rossi sui tavoli.
Quando stavano per rientrare in albergo Kaori fu assalita
dalla sensazione di essere seguita.
"Miki" disse a bassa voce "qualcuno ci sta
seguendo. Ne sono certa."
" Me ne sono accorta anch'io.
E non abbiamo neppure una pistola!"
"Beh io ho portato questo in caso di ogni evenienza
" e così dicendo tirò fuori un grosso martello
dalla borsetta.
"Ma come hai fatto a farlo passare alla dogana?"
"Segreto!" rispose la sweeper sorridendo.
Un maiaooo e un urlo maschile fecero sobbalzare le due
ragazze, che senza pensarci due volte si diressero nella
direzione del rumore.
Ryo fece appena in tempo a far entrare Umi e se stesso in
un cassonetto dell'immondizia prima di essere scoperti,
rimproverando Umibozu di essersi fatto spaventare da un
gattino indifeso.
Consultando una mappa si accorsero che Nabiki abitava
fuori dalla città, in una cittadina che rispondeva al
nome di Derry (citazione: ho rubato il nome della città
a Stephen King).
Finita la colazione Kaori e Miki noleggiarono una vecchia
Cadilac decappottabile (non mi intendo di macchine e
questa era l'unica marca americana che conoscevo,
probabilmente l'ho sentita in un film! Se non ne esistono
decappottabili, chiudete un occhio!) e cominciarono le
loro ricerche.
La strada correva veloce sotto la loro macchina e
dall'autoradio rimbombava la voce di Bon Jovi; Kaori si
era promessa di non pensare a Ryo, o per lo meno a non
pensarci troppo, e il sole e lo spirito d'avventura che
l'animava sembravano aiutarla parecchio nel suo intento.
Miki era al volante e batteva ritmicamente una mano sulla
portiera seguendo la musica.
Erano a dir poco elettrizzate.
Dopo tre ore di macchina si fermarono a una stazione di
servizio per prendere qualcosa da bere e per fare benzina.
Appena entrarono nel locale una jeep rallentò e si fermò
dietro a un furgone parcheggiato nel piazzale.
"Quelle due linci scatenate! Se continuano a
schiacciare a tavoletta fonderanno il motore!"
Umi non ottenne nessun commento dal suo compagno, assorto
nei propri pensieri.
"Ma non è Kaori quella abbracciata a quel tizio?"
a queste parole Ryo, pistola in pugnò, saltò giù dalla
jeep tra le risate poderose di Umibozu.
"Ah ah ah , hai davvero paura che la TUA cara Kaori
sia venuta fin qui per trovarsi un ragazzo!
Ti sei proprio rammollito. Dovresti cambiare nome, invece
di City Hunter, dovresti essere Kaori' s Hunter
"
e Umi continuò a ridere finché Ryo con una voce offesa
gli rispose "E tu allora, hai sposato Miki, ma hai
una paura folle che ti faccia le corna! Ti starebbero
proprio bene un paio di lunghe corna da cervo su quel
testone pelato" .
I due sweeper continuarono a litigare fino a quando non
videro Kaori e Miki uscire dal negozio e per non essere
scoperti decisero di seppellire l'ascia di guerra, almeno
per un po' di tempo.
Ci vollero altre due ore di macchina prima di arrivare a
Derry,
la cittadina sembrava sonnolenta, immersa nella calura
estiva.
Era da poco passata l'ora di pranzo e per strada si
vedevano pochissime persone.
Miki accostò la macchina al marciapiede e Kaori ,
ricordando il poco inglese che aveva imparato a scuola,
chiese a una donna che portava un cane al guinzaglio
informazioni per arrivare alla strada in cui doveva
abitare Nabiki.
Erano quasi arrivate quando Miki frenò all'improvviso.
Kaori si aggrappò al sedile per non essere catapultata
contro il parabrezza e si girò verso di lei.
"Qualcuno ci sta seguendo! Guarda dallo specchietto
retrovisore.
Si vede il muso di una macchina blu che spunta
dall'angolo da cui abbiamo appena svoltato.
Sono sicura di averne vista una uguale in autostrada. La
targa corrisponde."
"E io nel parcheggio della stazione di servizio in
cui ci siamo fermati" la interruppe Kaori.
"Sarà bene stare all'erta. Kaori" .
Anche Umibozu e Ryo erano preoccupati, chi stava seguendo
Kaori e Miki oltre a loro?
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