Capitolo
1
Le
lettere misteriose
PRIMA
PARTE
Era una splendida giornata di inizio agosto; la città
era immersa in un caldo soffocante, le strade semi
deserte davano l'impressione di trovarsi in una città
fantasma.
Kaori era seduta al bancone del Cat's Eye a sorseggiare
un tè freddo al limone.
L'impianto dell'aria condizionata produceva un ronzio
sommesso , mentre dalla televisione accesa in fondo alla
sala si sentiva il parlottare di un giornalista.
" Devo proprio decidermi a fare un po' d'ordine qua
sotto"
Miki era riemersa dalla cantina e aveva sottratto Kaori
dalla sua solitudine.
La ragazza la guardò e abbozzò un sorriso: "Credo
che Halloween sia ancora lontano, ma potresti lanciare
una nuova moda stile Mortisia Addams!"
Miki rispose un "cosa?" con un'espressione
stupita sul viso.
"Hai una ragnatela tra i capelli! Aspetta"
Kaori allungò il braccio e gliela tolse.
"Uff, domani chiudiamo per ferie, che ne diresti di
darmi una mano con la cantina?
C'è un sacco di roba da buttare, ma Umi non ne vuole
sapere: dice che il soffitto è troppo basso e prende una
zuccata ogni volta che si muove!"
Entrambe scoppiarono a ridere immaginando Umibozu con un
grosso bernoccolo rosso in testa.
"Ma certo, conta pure su di me.
In questo periodo il lavoro di certo non abbonda e sono
felice di darti una mano!"
" Se cominciassimo domani mattina ,per le 7 andrebbe
bene? O è troppo presto?"
"no è perfetto! E poi a quell'ora non fa molto
caldo.
Sarà meglio che vada o Ryo mi darà per dispersa!
A domani!"
Kaori uscì dal locale e si immerse nel caldo afoso delle
vie della città.
Il cielo era tinto di rosso ed erano già visibili le
prime stelle della sera.
La ragazza si sentiva stranamente tranquilla, camminava
lentamente verso casa, dando una sbirciata alle vetrine
dei negozi con la saracinesca abbassata. Due turisti la
fermarono per chiederle un'informazione e poi
proseguirono equipaggiati con l'inseparabile macchina
fotografica.
Forse erano due sposini in luna di miele.
La mattina dopo si svegliò piena di energie.
Dopo una doccia veloce indossò un top rosso che lasciava
scoperta la pancia lievemente abbronzata e una salopette
di jeans corta .Scrisse un biglietto a Ryo in cui diceva
che il pranzo era già pronto e che gli serviva qualcosa
la trovava da Miki.
Stava per uscire di casa quando tornò indietro e
aggiunse al biglietto una minaccia di morte se fosse
corso dietro alle donne! Poi si diresse verso il Cat's
Eye. Miki l'accolse con un sorriso e con una tazza di
caffè fumante in mano.
Umi era seduto a un tavolo a pulire un fucile e senza
distogliere lo sguardo dall'arma disse un buongiorno a
Kaori.
Le due ragazze scesero in cantina con un fazzoletto
legato davanti alla bocca per tentare di non inalare
troppa polvere.
La cantina era buia e ingombra di scatole e scatoloni.
Miki aveva detto che gran parte appartenevano agli
antichi proprietari , che erano morti in un incidente
d'auto quasi vent'anni prima. Anche la loro figlia
maggiore era morta, mentre l'altra aveva gestito per un
po' di tempo il locale, ma si sposò con un americano e
si trasferì a Los Angeles . Aveva affidato a un'agenzia
immobiliare la vendita del palazzo, finché Miki non
decise di comprarlo.
Vi erano ricevute di pagamenti, piatti scheggiati o
completamente rotti, vecchi giornali con le pagine
ingiallite, qualche giocattolo, bottiglie e vasetti
vuoti, vecchi dischi, che Miki decise di conservare, un
tavolo , lampade, perfino due vasi da notte: insomma
tutti oggetti che si potevano trovare in una cantina.
Kaori era assorta dai suoi pensieri e non sentì quando
Miki le disse di aiutarla a spostare un armadietto.
"Kaori, ma cos'hai?"
"Come?"
"Beh mi sembri strana, non vuoi dirmi cosa c'è che
non va? "
"In effetti
"
"Se quel mascalzone ne ha combinata un'altra delle
sue io giuro che lo strozzo con le mie mani" disse e
un'espressione da killer le apparve sul viso.
Era così ridicola che Kaori non poté trattenersi dal
ridere.
"No, non è come pensi, calmati Miki.
Ma ieri sera
"
"Avanti non farti pregare, racconta!" esclamò
una Miki alquanto spazientita facendo segno a Kaori di
sedersi sulle scale di fianco a lei.
"Beh, Ryo stava dormendo sul divano, mentre io
leggevo; improvvisamente ho sentito il suo sguardo e
allora ho alzato la testa e
" "e?"
"Nei suoi occhi ho visto
non so come spiegarti
tanta dolcezza
oh ma che sto dicendo? Conosciamo
entrambe Ryo e io so che questo è impossibile!" E
dicendo questo si alzò per tornare al lavoro
"Se vuoi la mia opinione spassionata dovresti dirgli
tutto quello che provi.
Buttati Kaori, non puoi continuare a reprimere i tuoi
sentimenti!
E io sono sicura che anche Ryo ti ama.."
"Io non lo so Miki," rispose, ma vedendo
l'espressione corrucciata dell'amica aggiunse "ma se
insisti ci rifletterò!"
Era quasi ora di pranzo quando Kaori trovò una scatola
di metallo.
Sul coperchio era raffigurata una giovane donna dai
capelli biondi che si stava specchiando in un laghetto.
A suoi piedi era accucciato un grazioso cagnolino bianco
e in lontananza si potevano vedere campi fioriti.
Kaori l'aprì con un po' di difficoltà.
Il tesoro custodito era un plico di lettere.
La sweeper chiamò l'amica , che era alle prese con un
lampadario mezzo rotto, per mostrarle cosa aveva trovato.
"Guarda , sulla busta non c'è l'indirizzo, proviamo
ad aprirle:
Dicembre,3 , 1963
Cara Nabiki,
ho poco tempo per scriverti.
il vento freddo dell'inverno mi penetra nelle ossa e il
sole sembra essere scomparso per sempre da questo cielo
plumbeo. I miei uomini sono stanchi e demoralizzati.
Sentono la nostalgia delle loro famiglie e del loro
paese, quanto a me spero soltanto che la morte giunga
presto a liberare il mio cuore dalle sofferenze
Ma è terribile" mormorò Kaori.
"Perché non ti porti a casa le lettere e le leggi
con calma?" suggerì Miki.
"Mmm , sì forse hai ragione.
Porto la scatola di sopra prima che vada persa."
Kaori aveva gli occhi gonfi e arrossati a causa della
polvere ed era molto stanca; per fortuna Miki aveva
insistito affinché restassero a cena da lei e Kaori si
era sentita sollevata all'idea di dover solo dare una
mano e non preparare tutto da sola come al solito.
Ryo era di sopra a prepararsi per uscire come ogni sera
anche se da un po' di tempo aveva anticipato il suo
orario di rientro. Kaori ripensò alle parole di Miki
"
dovresti dirglielo", ma si sentiva
davvero esausta quella sera per affrontare i suoi dubbi.
Si ricordò delle lettere che aveva trovato nella cantina
del Cat's eye e decise che sarebbero state una lettura
perfetta.
I fogli erano ingialliti ed emanavano un leggero odore di
muffa.
Le lettere erano circa una decina ed erano ordinate dalla
più vecchia alla più recente.
Kaori riprese a leggere quella che aveva già cominciato
:
Dicembre,3, 1963
Cara Nabiki,
ho poco tempo per scriverti.
Il vento freddo dell'inverno mi penetra nelle ossa e il
sole sembra essere scomparso per sempre da questo cielo
plumbeo. I miei uomini sono stanchi e demoralizzati.
Sentono la nostalgia delle loro famiglie e del loro
paese, quanto a me spero soltanto che la morte giunga
presto a liberare il mio cuore dalle sofferenze.
siamo riusciti ad avere un passaggio da una nave di
contrabbandieri in cambio di armi.
Tra poco dovremo sbarcare per intraprendere la parte più
pericolosa e più importante della nostra missione.
Spero che tu stia bene.
Sei tornata in Giappone?
Vivi, mia cara Nabiki, vivi la vita che io non ho potuto
e non potrò mai darti.
Michael
Dicembre,19, 1963
Mia cara Nabiki,
Il cibo scarseggia e oggi siamo stati costretti a
mangiare alcune radici rinsecchite, strappate con la
forza della disperazione al suolo ghiacciato.
Avvistiamo molti animali , ma non possiamo correre il
rischio di farci scoprire sparando.
Una nota positiva: abbiamo avvistato di nuovo il mare,
non il nostro mare chiaro, ma un mare estremamente scuro,
che sembra fare a gara con il cielo per sembrare più
arrabbiato.
Oggi il nostro vecchio furgone si è rotto, John sta
facendo sforzi sovrumani per ripararlo, ma sembra tutto
inutile.
Forse è il nostro destino morire qui, senza aver portato
a termine la nostra missione.
Dio non voglia questo
Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se non
riuscissimo a fermare quel pazzo.
La pace mondiale è affidata ai noi, a cinque uomini,
scelti tra i migliori d'America, a cinque esseri umani
che non conosco altro che il dolore.
Oh amore mio, quale terribile sofferenza se ripenso a
tutto quello che ti ho fatto ,a tutto quello che ti ho
detto, ma come potevo legare al mio destino la persona
che mi è più cara su questa terra?
Le fredde notti di veglia sono lunghe, abbiamo paura di
un'imboscata e uno di noi deve stare sempre di guardia.
Io trascorro il mio turno come sentinella scrivendoti
alla luce di una pila, accovacciato sul furgone in modo
che non sia possibile vedermi dall'esterno.
Ripenso spesso al tuo viso, a come mi sgridavi , a come
ti arrabbiavi quando tornavo tardi alla sera, a come ti
si riempivano gli occhi di gioia per ogni mio piccolo
gesto gentile.
Se solo tu avessi saputo.
Dietro a ogni tua martellata si nascondeva il tuo amore,
così a ogni mio insulto si nascondeva il mio.
Il cuore di Kaori ebbe un sussulto e una sensazione di
deja -vu la pervase.
Come potevo rivelarti tutti i miei sentimenti e
condannarti a una vita infelice al mio fianco?
Ora, egoisticamente, mi pento di non essere al sicuro, a
casa, con te al mio fianco.
Spero che un giorno tu mi possa perdonare e capire.
Tuo per sempre
Michael.
Kaori aveva le lacrime agli occhi.
Chi era questo Michael? E Nabiki?
La pace nel mondo era stata davvero in pericolo?
La ragazza aprì un'altra lettera e riprese a leggere.
Dicembre,
cara Nabiki,
purtroppo non so che giorno sia oggi; presumo il 23 o il
24, non credo che sia già il giorno di Natale.
Quanto ami le festività natalizie.
Dicevi sempre che il Natale rende tutti più buoni, sarà
mai vero?
Ricordi l'anno in cui hai voluto comprare quel grande
abete?
Con la punta sfiorava il soffitto del nostro appartamento
e, naturalmente, lo avevi fatto portare a me su da tutte
quelle scale. Era la vigilia, tu avevi invitato tutti i
nostri amici più cari: Nick e Sarah, Mary, John, che ora
sta dormendo nel sacco a pelo vicino a me, Sharon, James,
Richard,... dimentico qualcuno?
Tu eri così bella. Avevi uno splendido vestito rosso
bordato di bianco e i capelli ti ricadevano sulle spalle.
La cena fu un successone.
Poi, si cominciò a ballare.
Sapevo che non avrei dovuto, tuttavia ti invitai a
ballare, sopraffatto dalla tua bellezza e forse dai miei
sentimenti o forse, come diresti tu, dalla magia del
Natale.
Ti strinsi tra le mie braccia e quando la musica terminò
non ebbi la forza di separami da te.
Ti amavo già da molto tempo; quella sera lo strano gioco
dei nostri sentimenti s'inceppò e io non riuscì a
reprimerli per quel lungo istante in cui ci guardammo
negli occhi.
Oh Nabiki, i tuoi occhi
Quando tutti se ne andarono non seppi sopportare l'idea
di stare in quella casa da solo con te e me ne andai
anch'io.
Mi rendevo conto di ferirti, di spezzarti il cuore,
nonostante ciò oltrepassai la porta e la richiusi alle
mie spalle.
Che sbronza mi presi quella sera!
Avevo sempre disprezzato gli uomini deboli, che si
facevano ridurre a uno straccio da una donna, finché non
mi guardai nello specchio appeso dietro al bancone del
bar quella sera.
Anch'io ero uno di loro.
Anzi ero peggio di loro, perché io, mostro, facevo
soffrire la persona più dolce e amabile della terra: te!
Non potevo allontanarti da me, ti amavo troppo,
contemporaneamente non potevo rivelarti tutto il mio
amore, non potevo metterti in pericolo.
Sento delle voci.
Forse sono i guerriglieri.
Forse è la fine.
Michael.
Kaori aveva il cuore in gola. Michael stava per morire?
Non era possibile!
Le altre lettere?
SECONDA
PARTE
Kaori aprì precipitosamente un'altra lettera.
Cara Nabiki,
miracolosamente sono vivo.
Kaori emise un sospiro di sollievo e continuò.
Ralph è morto e Tony è ferito ,un proiettile gli ha
trapassato il braccio sinistro, per fortuna non è grave.
Lo scontro finale si sta avvicinando; il nemico, ormai,
sa della nostra presenza.
Sono in molti, sono bene armati e soprattutto non
patiscono la fame e il freddo.
L'attacco è avvenuto cinque giorni fa, ci siamo mossi
rapidamente per far perdere le nostre tracce ai loro
compagni.
Tutti i nostri piani sono andati un fumo.
Non possiamo accendere un fuoco per paura che ci scoprano.
Natale è passato.
Siamo già nel 1964?
Quale sarà il tuo proposito per l'anno nuovo?
Hai già fatto progetti per il cenone di Capodanno?
Nabiki, mi manchi.
Mi manca il tuo sorriso, mi manca la tua voce, mi manca
il tuo corpo morbido, che soltanto per una notte ho
tenuto stretto tra le mie braccia.
Ricordi? Ti avevano sparato durante una delle nostre
indagini: contrabbandieri di droga, gran brutto affare.
I medici ti davano per spacciata, io, seduto nell'oscurità
della tua camera d'ospedale, tenevo con me la mia pistola
con un solo colpo: quando avresti smesso di lottare io ti
avrei raggiunta.
Mia piccola valorosa guerriera, non mi hai abbandonato e
sei tornata da me.
Come potevo ancora fingere?
Kaori era immersa nella lettura e non si accorse
dell'ombra che la raggiunse da dietro.
"Cosa fai ancora alzata a quest'ora?"
Kaori sobbalzò dalla paura emettendo un gridolino.
Ryo scoppiò a ridere.
"Un altro dei tuoi soliti romanzi d'amore?"
"Ryo sei proprio insopportabile!" urlò Kaori
mentre si alzava dalla poltrona voltandosi verso il
collega.
"Kaori, cosa è successo? Perché hai pianto?"
disse Ryo con faccia seria e preoccupata.
Kaori, imbarazzatissima chinò il viso, ormai rosso come
un peperone, bofonchiando un "no niente
".
Ryo la oltrepassò dicendole di andare a dormire,
altrimenti il giorno dopo sarebbe stata così stanca da
non riuscire ad aiutare Miki a ripulire la cantina.
Mentre lo sweeper saliva le scale Kaori sorrise: in fondo
non poteva fare a meno di preoccuparsi per lei.
Nonostante questo non poteva non continuare a leggere, la
curiosità o meglio l'angoscia per il triste destino di
Michael e Nabiki la tormentava.
Sprofondò nuovamente nella poltrona e riprese in mano la
lettera.
Piangendo e ridendo allo stesso tempo, come uno
stupido, mi sono abbandonato sul tuo petto e quel giorno
ci siamo giurati amore eterno. Mi ami ancora?
Dopo tutto quello che è accaduto mi ami ancora?
In cuor mio sento di sì.
L'alba è vicina.
Oggi ci avvicineremo alla base nemica.
Domani al sorgere del sole tutto sarà già finito.
Forse addio, mia adorata.
Michael.
La ragazza emise un sospiro e passò a un'altra lettera.
Cara Nabiki,
abbiamo fallito, soltanto un tenue barlume di speranza ci
spinge a proseguire.
Ieri, appena dopo il tramonto , abbiamo avvistato quella
che credevamo fosse la base nemica.
In realtà si è rivelato essere un edificio
completamente vuoto.
Ai cancelli non c'erano sentinelle, le porte erano tutte
aperte.
Nel sotterraneo abbiamo trovato le celle senza occupanti.
Abbiamo perquisito la "fortezza", così
l'abbiamo battezzata, da cima a fondo, senza aver trovato
niente di niente, soltanto stanze vuote.
Dal fatto che non vi era polvere possiamo dedurre che
siano partiti da poco, ciononostante siamo infinitamente
stanchi e demoralizzati.
Se soltanto ci fossi tu qui al mio fianco.
Cosa stai facendo in questo momento, Nabiki?
Hai comprato quel micino che volevi tanto?
Spero che almeno ci sia lui accanto a te.
Il sonno mi sta sopraffacendo.
Buonanotte amore mio.
Kaori richiuse la lettera e guardò nella scatola: ne
rimanevano soltanto due.
La ragazza si stiracchiò e si alzò per andare a
prendere qualcosa da bere.
L'orologio della cucina segnava le 3:49 , ma Kaori decise
che avrebbe finito di leggere.
Ritornò alla sua poltrona e prese la penultima.
Cara Nabiki,
credo che ormai lo scontro finale stia per arrivare.
Ieri abbiamo scovato la base nemica , quella vera ,e
appena caleranno le tenebre attaccheremo.
La nostra missione è chiara :trovare colui che i
guerriglieri chiamano Max e ucciderlo, se ancora vivi,
liberare tutti gli ostaggi.
Nel nostro contratto non c'è una clausola speciale che
ci impone di portare a casa la pelle.
Tenterò, Nabiki, tenterò di tornare a casa da te per
farmi perdonare.
La verità è che io ti ho sempre amata più della mia
vita e non mi sono mai pentito di ciò che è successo
tra noi, ma ero così spaventato, anzi ero terrorizzato
dall'idea di perderti; se tu fossi diventata la mia donna
saresti stata un bersaglio fin troppo facile per tutti i
miei nemici
La tua vita è più importante del mio amore per te e
tenendoti accanto a me avrei compiuto nient'altro che un
gesto egoistico: come potevo mettere in pericolo la donna
che amo?
Qui, al freddo, sotto la neve, l'immagine del tuo corpo
nudo, colpito lievemente dai raggi solari mi dà la forza
di andare avanti, ma il rimorso per averti abbandonata e
per averti causato tanto dolore non mi abbandona.
Credo che sia per punire me stesso che ho accettato
questa missione suicida, ma ora che poche ore mi separano
dalla morte il mio cuore si rifiuta di staccarsi da
questa terra e da te.
Se Dio mi concederà di rimettere piede in America sano e
salvo, giuro che tornerò da te i ginocchio e non ci
separeremo più.
Anche i miei compagni sono assorti nei loro pensieri,
sebbene nessuno di noi abbia figli tutti abbiamo lasciato
qualche persona cara.
Il cielo si sta rannuvolando.
Manca poco ,ormai.
Se io dovessi morire, com'è molto probabile che succeda,
tu sarai il mio ultimo pensiero.
Ti amo Nabiki.
Tuo per sempre,
Michael.
Kaori stava di nuovo piangendo e si stava rimproverando
mentalmente di essere una stupida sentimentale, eppure la
storia di Nabiki e Michael le ricordava immensamente la
sua e di Ryo.
Anche lui un giorno l'avrebbe abbandonata?
Forse era meglio per entrambi soffocare i sentimenti che
provavano?
Rimaneva soltanto un'ultima lettera da aprire.
Con mano tremante Kaori prese l'ultima lettera e cominciò
a far scorrere gli occhi sulle righe scritte da una mano
femminile.
Gennaio, 27, 1964
Carissimo Michael,
credo che sia giusto che le mie ultime parole siano
rivolte a te.
Non sono più tornata in Giappone; la mia casa, i miei
amici più cari, i miei ricordi più belli e anche quelli
più dolorosi appartengono a questo luogo.
Sono nel nostro appartamento, coricata nello stesso letto
in cui ci siamo amati quella notte. Mouse, il gattino che
ho desiderato tanto comprare, è acciambellato accanto ai
miei piedi. Povera bestiola, mi dispiace infinitamente
lasciarla, ma il dolore è troppo grande per essere
vissuto.
Ho lasciato una lettera per Sarah in cui le spiego i
motivi del mio gesto, sebbene io credo che lei li
intuisca da sola, e in cui le affido Mouse.
Sta calando la sera o forse i barbiturici cominciano a
fare effetto.
Sto morendo, o meglio il mio corpo sta morendo poiché la
mia anima si è già spenta quando ho saputo che sei
morto.
Ieri mattina è venuto a casa nostra un uomo; non ha
voluto dirmi chi fosse, mi ha consegnato le lettere che
mi avevi scritto durante la tua missione.
Sono riuscita a sapere soltanto che un terrorista aveva
rubato alcune testate nucleari da una base americana con
l'aiuto di alcuni ufficiali corrotti.
Aveva minacciato il governo degli Stati Uniti di far
esplodere un ordigno a New York City, se un suo compagno
non fosse stato liberato dal carcere di massima sicurezza
in cui era stato rinchiuso. Naturalmente doveva tornare
dai suoi compagni con un gran mucchio di soldi.
Tu e altri quattro uomini siete stati inviati in una
regione a Nord, non mi è stato detto precisamente dove,
per fermarlo.
Ti sei battuto coraggiosamente e alla fine avete
trionfato.
Ferito gravemente, sei morto in un ospedale in una
piccola cittadina canadese.
Il tuo corpo non mi è stato restituito.
Nessuno dei tuoi compagni è ritornato.
Con le lettere mi hanno consegnato un fazzoletto, lo
riconosco perché è mio, ci sono le mie iniziali
ricamate.
In verità credevo di averlo perduto, non pensavo che lo
avessi tu.
Dio, se soltanto avessi immaginato!
Durante questi mesi ho cercato di odiarti con tutte le
mie forze perché mi avevi abbandonata e perché ti eri
preso gioco di me. La verità è che io non ho mai smesso
di amarti; la mia non era rabbia ma disperazione.
Credevo che tu non mi amassi, che non potessi rinunciare
a tutte le altre donne, infinitamente più belle e
seducenti di me. Ora so qual è la verità.
Sicuramente avresti voluto che io continuassi a vivere oh
ma come puoi chiedermi una cosa del genere?
Vivere senza di te equivarrebbe a una lunga agonia in
attesa della morte.
Meglio finirla subito.
Un gran senso di pace mi sta invadendo, la morte si sta
avvicinando e prego Dio che almeno nell'Aldilà potremo
stare insieme.
Le forze mi stanno abbandonando, la penna nella mia mano
sembra pesare una tonnellata e credo che anche la ragione
si stia spegnendo, mi sembra già di sentire la tua voce
chiamarmi.
Amore, vengo da te.
Kaori era soffocata dai singhiozzi.
L'amore, alla fine, era stato sconfitto.
La sweeper si coprì gli occhi con una mano, senza
riuscire a trattenere le lacrime.
Era sconvolta e non si accorse che qualcuno le aveva
tolto le lettere e la scatola da sopra le gambe e la
stava prendendo tra le braccia. Una mano calda e
rassicurante le passava tra i capelli e sulla schiena e
senza rendersene neppure conto Kaori si ritrovò tra le
braccia di Ryo.
La ragazza si aggrappò a lui con tutte le sue forze,
cercando il suo conforto.
Aveva paura che anche la loro storia potesse evolversi
come quella di Michael e Nabiki; aveva paura che
rivelandogli i suoi sentimenti, lui se ne fosse andato,
ma allo stesso tempo, aveva paura che se non gli avesse
detto tutto, se lo sarebbe rimproverato per sempre.
Ryo le sussurrava di calmarsi e guardandola negli occhi
la rimproverò di riempirsi la testa con un mucchio di
sciocchezze, che andavano bene soltanto per le
donnicciole troppo romantiche.
Il suo tono , però, era affettuoso.
La prese in braccio e la portò in camera sua.
Kaori aveva ripreso in parte il controllo di sé stessa,
ma voleva godersi ancora un po' il contatto con il suo
amato Ryo e si lasciò trasportare tra le sue braccia.
La sua guancia era appoggiata al petto nudo dello
sweeper, che indossava soltanto un paio di boxer e Kaori
sentiva il suo viso in fiamme per l'emozione.
Poteva sentire il calore e il dolce profumo della pelle
dello sweeper e desiderava che quel contato non finisse
mai
Quando Ryo la depose sul letto, nella semi oscurità, i
loro occhi s'incontrarono.
Kaori sussurrò "Ryo , io
" ma fu
interrotta da lui che le mise un dito sulle labbra, poi e
le disse :"Non piangere, socia, e cerca di dormire
un po'."
Lentamente le passò una mano tra i capelli per scendere
dolcemente sulla guancia.
I loro visi si avvicinarono impercettibilmente finché
Ryo non si alzò bruscamente dal letto e si precipitò
fuori dalla stanza.
Richiuse la porta della camera di Kaori alle sue spalle e
vi si appoggiò contro.
Si passò una mano tra i capelli ribelli che gli cadevano
sulla fronte: che cosa si era messo in mente di fare?
Era impazzito? E tutti i buoni propositi di non legarla a
sé, di toglierla da quel mondo pericoloso , che era la
sua vita, dov'erano andati a finire?
Vedendola con gli occhi gonfi e rossi per il pianto
,l'impulso di prenderla tra le sue braccia era stato così
forte che non era riuscito a opporsi.
Per (s)fortuna aveva riacquistato la "concentrazione"
ed era riuscito a staccarsi da lei prima che fosse troppo
tardi.
Mentre si dirigeva verso la sua camera Ryo abbassò lo
sguardo sui suoi boxer.
"E io che continuo a sostenere che sia un uomo!
Quella ragazza mi farà diventare completamente matto
" pensò e sorrise.
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