2° Parte
Cap. 11 Un'amara sorpresa
"Maledizione, che male!"
impreco', distesa sul pavimento "Questa e' tutta
colpa della guardia: se non mi avesse stritolato a quel
modo! Ma perche' gli uomini sono cosi' stupidi?".
Rassegnandosi all'idea di aspettare che il dolore si
affievolisse prima di provare ad alzarsi, Kaori rimase
immobile, tornando col pensiero al suo 'stupido uomo'.
" Quattro anni" si disse " quattro lunghi
anni in cui non ha mai fatto niente, mai un'attenzione
particolare, una frase, un gesto: niente di niente. E
ora, invece..".
Si stava gia' lasciando andare al flusso di quei dolci
pensieri, quando all'improvviso dal corridoio le giunsero
delle voci: erano quelle di Ueda ed Inoue. Sentendo Inoue
lamentarsi di 'queste stupide guardie che non sanno fare
il loro lavoro' il cuore le si fermo': erano davanti alla
porta e stavano per entrare.
Kaori si alzo' di scatto in cerca di una via di fuga, ma
immediatemente realizzo' di essere in trappola: il
dolore, reso di nuovo acuto da quel movimento brusco, le
impediva di camminare e l'unica porta che dava sul
corridoio era proprio quella che i due uomini stavano
varcando. Pochi istanti prima che Ueda ed Inoue
entrassero nel saloncino Kaori si getto' sulla porta
segreta, chiudendosi dentro, e si rannicchio' in un
angolo con il cuore in gola. I due uomini entrarono nello
studio, lei li udi' chiaramente e con un gesto cauto e
lentissimo, sfilo' la pistola dalla fondina preparandosi
a difendersi qualora fosse stato necessario. Invece
senti' un rumore di sedie e la risata chiara e forte di
Masanori Ueda.
-E cosi' vorresti punire la tua guardia perche' ha bevuto
in servizio?- esclamo' divertito - E quando pensi
d'infliggergliela questa punizione, eh, Kenji?-.
Inoue non capiva il motivo di tanta ilarita': - Come
quando?- mormoro', poi si rammento' - Ah! Che scemo....per
un attimo mi ero scordato che domani.... non ci sara'
piu' nessuno da punire....- e a quella frase, il tono di
voce dell'uomo si fece terribilmente cupo.
Anche Ueda divenne serio ad un tratto: -Hai pensato a
tutto, vero? Ti sei gia' messo d'accordo per
l'elicottero?-.
-Ma certo! - rispose l'altro un po' urtato - Fra un'ora
sara' qui ed e' esattamente come volevi tu: di notte
risulta invisibile e silenzioso; nessuno si accorgera' di
nulla, ne' a Tokyo ne' sulla nave...-.
-Bene- mormoro' l'altro accendendo un sigaro- domani a
quest'ora saremo gli uomini piu' ricchi del paese. ....Pero',
mi sembri un po' teso: cosa c'e', all'improvviso hai
paura?-.
Inoue ammise la preoccupazione: - E se quella poliziotta
scoprisse tutto? Dicono che sia uno dei migliori elementi
della questura di Tokyo: tu non temi che seguendoti possa
capire come stanno le cose?-.
Ueda sorrise: -Nessuno potrebbe sospettare mai la
verita', Kenji. Probabilmente se andassi a raccontarle
che fra due ore il panfilo saltera' in aria con il fior
fiore dell'alta societa' a bordo, mi riderebbe in faccia.
E' un piano troppo ardito, per sembrare credibile, e
proprio per questo funzionera', vedrai. Eliminati i
nostri avversari, potremo impadronirci anche delle loro
aziende: nessun erede sara' mai abbastanza competente ed
esperto da tenerci testa; ce li mangeremo in un sol
boccone e il mercato sara' nostro-.
Inoue sembrava essere quasi convinto e l'amico prosegui':
- Saeko Nogami e' la nostra assicurazione: come unici
superstiti ad un 'evidente atto di terrorismo
industriale', la polizia c'interroghera' e allora io
diro' che il vicebrigadiere Nogami, intuendo la verita',
ci ha fatto saltare dalla nave appena in tempo e con un
atto di eroismo ha tentato, purtroppo invano, di
disinnescare la bomba -.
Poi si alzo' e apri' il frigo-bar, prendendo una
bottiglia di champagne e due bicchieri, mentre Inoue,
ancora pensieroso, rifletteva sulle parole dell'amico.
-Allora - chiese Inoue, dopo un po' - che dici, lo faccio
servire adesso quel vino?-.
-Certo - rispose l'industriale - e subito anche! Non
appena torniamo di sotto, fai portare il vino ed io mi
assicurero' che Nogami ne beva un bel po': quando la
droga fara' effetto, nessun invitato riuscira' a reggersi
in piedi, percio' se anche scoprissero la bomba, non
potrebbero scappare -.
Inoue prese il bicchiere che gli veniva offerto e i due
uomini brindarono al loro futuro, poi Ueda risprese il
discorso:
- Ancora una cosa. C'e' un'altra persona che deve
assolutamente bere quel vino, ed e' Mayuko Akitawa -.
Inoue lo guardo' stupito: - La nipote d'Izumi? E per
quale motivo?..gia' e' un vero peccato farla morire cosi'...-.
- Non credo sia veramente la nipote di Izumi - rispose
l'altro seriamente
- Ed e' armata: Saeko Nogami aveva creduto che fosse il
killer pagato per uccidermi, ma poi stranamente l'ha
lasciata andare. E' per questo che non sono tranquillo:
potrebbe appartenere a qualche corpo speciale di polizia.
Stanotte deve filare tutto liscio, percio' assicurati che
beva quella droga -. Inoue assenti' con un cenno della
testa, poi guardo' l'orologio:
-Sono sceso nel settore A7, subito prima d'incontrarti ed
e' tutto apposto, anche i miei uomini sono all'oscuro di
tutto - disse - Ora e' meglio se scendiamo, Masanori. Non
vorrei che la poliziotta s'insospettisse per la tua
assenza... -.
Neanche il tempo di finire la frase che qualcuno busso'
alla porta facendo trasalire i due.
- Chi e'?- domando' Inoue.
- Sono Ryo Saeba e sto cercando Masanori Ueda, e' li' con
lei? -.
Inoue e Ueda si guardarono, e trovandosi d'accordo sul da
farsi, raggiunsero subito Ryo in corridoio scusandosi per
aver fatto perdere le loro tracce.
Kaori li senti' uscire dalla camera e rimase immobile,
stretta nel suo angolino, ad aspettare che si
allontanassero.
Dal punto in cui si trovava non era stata in grado di
percepire la voce di Ryo, aveva pero' capito che qualcuno
era arrivato all'improvviso e che i due uomini se n'erano
andati di gran fretta.
"Ma quale meeting!" penso' sconvolta guardando
l'inutile tavolo al centro della stanza "Qui
saltiamo tutti per aria! Devo fare qualcosa, devo
avvertire subito Ryo, altrimenti siamo persi.....e il
vino drogato...Saeko...Accidenti!".
Cap. 12 Due ore
L'urgenza della situazione aiuto'
Kaori a superare la sorpresa della scoperta e dopo
essersi alzata in piedi appoggiandosi alla parete, fece
pressione sulla porta segreta.
Attraverso' correndo la suite di Inoue, decisa a far
fallire quell'assurdo piano, e come prima cosa penso' di
scendere al salone: doveva immediatamente avvertire Saeko
di non bere il vino.
Quando giunse al livello del salone e si guardo' in giro,
rimase spiazzata: il corridoio era talmente pieno di
gente che rideva e scherzava, e la musica dell'orchestra
rendeva tanto bene l'atmosfera della festa, che per un
attimo Kaori si senti' in un altro mondo: davvero una
bomba avrebbe messo fine a tutto, di li' ad un paio
d'ore?
Entro' nel salone spaesata e si guardo' in giro con aria
tetra: il vino e lo champagne scorrevano ormai a fiumi,
non c'era piu' modo di capire se quello drogato era gia'
stato servito. Pochi attimi dopo, l'urlo di una donna
colpi' la sua attenzione e voltandosi, vide tra la gente
Ryo che importunava una bella ragazza: per la prima volta
in tutta la sua vita, quella scena non la infastidi'
affatto, al contrario la rincuoro'.
Comincio' a camminare incerta se avvertire per primo Ryo
di quel che stava accadendo o cercare Saeko e assicurarsi
che non bevesse piu' una goccia di vino; poi decise per
la seconda possibilita': era piu' urgente avvertire lei
del pericolo che correva stando al fianco di Ueda.
In mezzo a quella confusione, non era affatto facile
trovare una persona che certamente faceva di tutto per
passare inosservata, e in effetti, malgrado cercasse di
raggiungere con lo sguardo i punti piu' reconditi della
sala, Kaori non riusciva proprio a trovarla.
Mentre era cosi', intenta nella sua ricerca, Inoue le si
paro' davanti omaggiandola di un sorriso smagliante.
- Mayuko! - esclamo' - Si sta divertendo, stanotte?-.
Kaori sbianco' suo malgrado: la gentilezza di quell'uomo
strideva talmente con le parole che poco prima gli aveva
sentito pronuciare, che per la prima volta, da quando era
salita sullo Yacht, capi' di essere veramente in pericolo.
- Si' certo - mormoro' cercando di mascherare
l'insicurezza che la stava assalendo - E' una bellissima
festa, complimenti!-.
-Sono contento che la pensi cosi': non l'ho vista in giro
per un po' e pensavo che fosse in camera sua ad annoiarsi...-
le rispose lui fingendosi sollevato. Kaori fece un
sorriso di circostanza: sapeva benissimo che Inoue stava
cercando un pretesto qualsiasi per offrirle da bere, e
guardandosi attorno, comincio a fremere per defilarsi.
All'improvviso vide tra la folla Saeko: la donna era in
un angolo, vicino al muro e teneva d'occhio la sala senza
mai perdere di vista Ueda che chiaccherava con degli
amici poco distante da li'; stringeva tra le dita un
bicchiere di vino che vuoto' distrattamente proprio in
quel momento.
Kaori assistette alla scena senza poter far nulla e
rimase sgomenta: era arrivata troppo tardi.
Davanti a lei, Inoue si accorse di quell'improvviso
mutamento d'espressione e le chiese cosa avesse visto;
domanda che costrinse Kaori a riprendersi, malgrado un
tumulto di emozioni le stesse facendo perdere il sangue
freddo.
-No..nulla. E' che io, a dir la verita', non sto tanto
bene: non sono abituata a queste feste cosi' lunghe e
sono un po' stanca...- mormoro' pallidissima. Quella
frase cadde proprio al momento giusto ed Inoue, fermando
con un gesto un cameriere, prese dal vassoio un bicchiere
di vino e lo offri' premurosamente alla ragazza.
- Se le cose stanno cosi', vedra' che un bicchiere di
vino la fara' subito stare meglio -.
Kaori lo guardo' con un sorriso tirato e con gentile
fermezza, rifiuto' l'offerta: -Temo, purtroppo, che sia
stato il troppo vino a farmi questo effetto, signor
Inoue, la ringrazio, ma proprio non sono in grado di
reggerne un altro - si schermi' educatamente.
Ovviamente l'industriale insistette: -Questo e' un vino
speciale, sai? Non ha una gradazione molto elevata e il
sapore e' veramente unico. Lo sto facendo servire solo
adesso, perche'...come dire..'dulcis in fundo'. E poi,
non per vantarmi, ma lo produco io: ci terrei molto a
sapere cosa ne pensa una donna di classe come te -.
Inoue aveva preso a darle del tu, forse per rendere piu'
incisive le sue parole, fatto sta che di fronte a quelle
pressioni, Kaori non sapeva piu' come comportarsi:
rifiutare ancora dopo un discorso di quel genere sarebbe
risultato un atteggiamento a dir poco sospetto. Cosi',
mentre cercava disperatamente un escamotage per uscire da
quella situazione spinosa, prese il bicchiere dalle mani
di Inoue, biascicando qualche frase di circostanza.
Per fortuna, Ryo giunse in suo soccorso e si frappose tra
i due:
- Mayuko cara! - esclamo' con l'atteggiamento tipico di
chi e' un po' brillo
- Meno male che sei tornata in sala: non posso
assolutamente permettere che questo ricevimento finisca
senza aver fatto almeno un ballo con te!- e senza darle
il tempo di dire alcunche', le tolse il bicchiere dalle
mani e la trascino' verso la pista al centro del salone.
Kaori lancio' un'occhiata di scuse ad Inoue, come per
giustificarsi che lo stava lasciando in tredici, ma in
cuor suo si senti' molto sollevata di essere uscita da
quella situazione pericolosa. Si volto' subito verso Ryo,
intento a farsi strada tra la gente, per ringraziarlo e
per spiegargli ogni cosa. Ma non appena lo vide, si
accorse che anche distanti dallo sguardo di Inoue, lui
continuava a sghignazzare e a barcollare come un pazzo,
ed ebbe un tremendo sospetto: " Vuoi vedere che
questo cretino si e' ubbriacato per davvero?!"
penso' terrorizzata.
Immediatamente lo costrinse a fermarsi e lo guardo'
ansiosamente negli
occhi : - Ryo, va tutto bene.....sei in te?- gli chiese
in un sussurro.
- Che cosa? - fece lui urlando - Ma certo amore mio, non
dubitare! Vieni: stanotte ci divertiamo -.
Ryo l'afferro' per un braccio, ridendo e parlando da solo
a voce alta, e ricomincio' a tirarla, mentre Kaori ormai
certa della verita', lo seguiva atterrita.
"Mio Dio! Come e' potuto essere cosi' stupido? Saeko
e' stata drogata, lui e' ubbriaco, e io che ci faccio da
sola con la bomba?".
Ryo la tiro' fin sulla pista:
- E poi dopo questo ballo.. subito in camera mia!-.
A quella affermazione e alla risatona stupida che ne
segui', lei ebbe un moto di ribellione, e la paura e lo
sgomento che aveva provato fino a quel minuto si
trasformarono in ira e determinazione. Afferro' Ryo con
violenza e lo trascino' di nuovo giu' dalla pista,
chiedendogli con uno sguardo da fare paura di
accompagnarlo alla toilette. Lui accetto' tutto allegro e
contento:
- Come sei focosa, Mayuko, non vuoi neanche ballare
prima?-.
Kaori non rispose nemmeno e, aperta la porta del bagno,
ce lo scaravento' dentro chiudendosi a chiave con lui.
Si guardo' attorno per assicurarsi che non ci fosse
nessuno, mentre Ryo alle sue spalle la seguiva con uno
sguardo da ebete; poi assenti' tra se' e se': erano soli.
Ryo le sfioro' una spalla con la mano e lei, girandosi di
scatto, lo spinse a terra con violenza.
- Sei davvero un cretino, lo sai?!- invei' furiosamente -
Ora ci penso io a te, cosa credi? Te la faccio passare in
un attimo la sbornia!-.
Ryo la vide avvicinarsi tremendamente minacciosa e
determinata e tento' di fermarla:
- Aspetta.....calmati, che vuoi fare?- chiese,
indietreggiando.
Lei apri' un rubinetto e guardandolo torva, lo afferro'
per i vestiti e lo costrinse ad alzarsi. Poi lo spinse
dalle spalle contro il lavandino e tento' in tutti i modi
di ficcargli la testa sotto il getto dell'acqua, mentre
Ryo aggrappato al lavabo, opponeva un'eroica resistenza.
- Kaori fermati, smettila! - prese ad urlare - Io non
sono ubbriaco, non sono ubbriaco!-
- Certo, dicono tutti cosi' - replico' lei fuori di se'
- Ma e' la verita'!- continuo' Ryo disperato; poi vedendo
che non otteneva
alcun risultato, l'afferro' di scatto per i polsi e
ribadi' ancora una volta di essere sobrio: Kaori lo
guardo' confusa.
Ryo, perfettamente in se', la lascio' e rivolgendole uno
sguardo risentito, chiuse il rubinetto alle sue spalle.
-Accidenti, come sei! Ma che ti piglia?!- esclamo'
seccato - C'era bisogno di fare cosi'? Che esagerata....-.
Lei lo vedeva cosi' lucido e serio ed era incredula.
-Dai, non fare quella faccia - continuo' Ryo - possibile
che non hai capito che stavo solo fingendo? -.
Kaori lo allontano' con una spinta e gli volto' le spalle
portandosi le mani in viso:
-Che stupido che sei....Proprio ora che ho piu' bisogno
di te, mi tratti in questo modo?.....Credevo di essere
rimasta sola contro tutti, lo capisci? -. Ryo le si
avvicino' dispiaciuto:
- Kaori, io non l'ho fatto per ingannare te - disse
gentilmente - ma le persone la' fuori. Quando sei entrata
nel salone avevi una tale faccia che ho capito subito che
qualcosa non andava, se ne sarebbe accorto chiunque.
Qualsiasi cosa ti abbia sconvolta cosi' tanto non e' il
caso di farlo sapere anche agli altri, non credi?-.
Kaori si volto' e lo guardo' ancora un po' risentita.
Ryo si fece serio: -Il vino che Inoue sta facendo servire
e' stato drogato, lo sapevi gia'?-
-Si'. Tu come l'hai capito?-.
-Certe cose le 'sento'; lo sai...-.
Kaori trasse un sospiro e gli racconto' ogni cosa: la
conversazione tra Ueda ed Inoue, la bomba sul panfilo che
doveva esplodere due ore dopo e il vino drogato che i due
stavano facendo servire e che Saeko con ogni probabilita'
aveva gia' bevuto. Ryo ascolto' in silenzio tutta la
storia facendosi sempre piu' serio, poi quando Kaori ebbe
finito, si mise in contatto con Saeko tramite gli
auricolari e le ripete' tutto quanto. -Vai in camera
nostra - concluse - e prendi l'antidoto che ci siamo
portati, inventati una scusa con Ueda e digli pure che
mentre sei via ci penso io a sorvegliarlo dalla pista da
ballo; fai piu' in fretta che puoi: quando torni io e
Kaori andiamo a disinnescare la bomba - e cosi' dicendo,
guardo' Kaori con fare rassicurante. Kaori si passo' una
mano sul viso, ancora un po' scossa.
-Stai bene?- chiese lui vedendola turbata - Te la senti
di dare inizio al nostro piano?-
-Si', sto benissimo- rispose lei,
- ma....quale sarebbe il nostro piano?-.
-Andare a ballare - replico' lui impenetrabile, e aprendo
la porta della toilette, la porto' fuori sorridendo
contento.
Quando furono al centro pista e la musica comincio' a
suonare, Ryo la strinse a se' con un sorriso beato
stampato sulla faccia e prese a sussurrarle all'orecchio.
-Rilassati e sorridi, Mayuko; siamo sotto gli occhi di
tutti e dobbiamo sembrare molto contenti: anche Ueda ed
Inoue ci osservano -.
Kaori fece un grosso sospiro e si appoggio' a lui sempre
un po' rigida, poi gli rivolse un dolcissimo sorriso ad
uso e consumo di chi li stava guardando.
- Ora va gia' meglio- mormoro' Ryo lasciando trapelare un
certo piacere che provava per davvero -Dobbiamo pensare a
tutto noi - continuo'
- l'antidoto che Saeko si sta iniettando ha un effetto
collaterale: rallenta i riflessi e mette una grossa
sonnolenza. Se quei due tenteranno di scappare, lei non
potra' fermarli comunque -.
Un lampo di preoccupazione passo' negli occhi di lei che
si sforzo' di continuare a sorridere: - E allora
fermiamoli adesso: cosi' ci facciamo dire la posizione
della bomba e la disinneschiamo!-.
Ryo fece fare una giravolta alla sua partner, poi le
rispose:
- Non possiamo: sicuramente Inoue avra' anche un comando
a distanza per far saltare la bomba. Se li bloccassimo
ora, potrebbero darci le informazioni e farla esplodere
dopo con calma: siamo solo in due e se ci mettessero
contro le loro guardie e gli Yakuza, la situazione
precipiterebbe -.
Kaori non riusci' piu' a sorridere:
-Ma scusa, che dobbiamo fare allora?- chiese preoccupata.
- La bomba esplodera' tra due ore- rispose lui,
tranquillamente - l'elicottero verra' a prelevare quei
due tra un'ora, percio' prima disinneschiamo la bomba,
poi impediamo a Inoue e Ueda di fuggire.....in un'ora
dovremmo farcela. Mentre pensiamo alla bomba, Seako li
terra' d'occhio per noi, cosi' se usciranno dal salone ce
lo fara' sapere-.
Kaori continuo' a ballare in silenzio, valutando se
l'idea di Ryo fosse davvero l'unica realizzabile, poi si
ricordo' di aver sentito Inoue parlare del settore A7 e
dire a Ueda che l'aveva controllato e capi' che la bomba
doveva essere stata piazzata proprio la'.
-So dov'e' - mormoro' all'orecchio del suo socio - So
dove hanno messo la bomba!-.
Ryo le lancio' uno sguardo appassionato ma con un tono di
voce molto diverso le chiese se glielo aveva sentito dire
durante quella conversazione. Kaori annui' appena: Ueda,
che aveva invitato a ballare una signora, era proprio
dietro di loro e sembrava intenzionato a non allontanarsi.
Vedendo che non c'era piu' modo di terminare il discorso,
Kaori si strinse a Ryo seguendo la musica e si lascio'
trasportare da lui, ben disposto a sua volta a
dimenticare per un po' ogni urgenza.
Quando la musica fini', Ryo e Kaori restarono per qualche
secondo immobili al centro della pista, poi si sciolsero
controvoglia dall'abbraccio e diedero un'occhiata in giro:
Saeko era ritornata in sala.
- Bene. Scendiamo, da qui!- mormoro' Ryo prendendola per
mano e si mescolarono agli altri. Sulla strada verso
l'uscita del salone, incrociarono Saeko; Ryo le lancio'
un'occhiata eloquente e la donna rispose subito nello
stesso modo. Poi lui e Kaori si diressero con passo
veloce verso le camere degli ospiti.
- Cosa facciamo?- chiese Kaori salendo le scale - Andiamo
in camera? -.
- Si', dobbiamo consultare la piantina - rispose lui in
fretta, e non ritenendo di dover dire altro, accelero'
ulteriormente l'andatura.
Cap. 13 Il settore A7
Ryo e Kaori lasciarono la
duecentotrentasei dopo appena dieci minuti, nel corso dei
quali lui aveva ascoltato la registrazione del dialogo
tra i due uomini, e lei, in preda ad una crisi di
stanchezza, si era buttata sul letto lamentandosi.
Il settore A7, in cui effettivamente era stata piazzata
la bomba, era raggiungibile solo da una botola situata
dall'altra parte del panfilo, sul pavimento del secondo
livello.
-Perche' non avvertiamo la Polizia via radio?- chiese
Kaori, poco incline all'idea di attraversare l'intero
Yacht.
Ryo le lancio' un'occhiataccia e afferrandola per un
braccio comincio' a percorrere velocemente il corridoio.
- Ma vuoi scherzare? Ti pare che City Hunter abbia
bisogno di chiedere aiuto agli artificieri?! E poi non ne
avremmo neanche il tempo...-.
-E se poi ti accorgi che non sei in grado di
disinnescarla?-.
Ryo si volto' meravigliato: -Accidenti, ma cos'e' tutta
'sta mancanza di fiducia nei miei confronti, adesso?!-.
Kaori abbasso' lo sguardo: - No...non e' questo, io mi
fido di te- gli disse
- e che...- e s'interruppe, guardandosi istintivamente i
piedi.
Ryo capi' tutto ma decise di essere inclemente:
- Lo so che sei stanca morta e che non ce la fai piu'. Ma
la colpa e' tua: peggio per te che sei venuta sull'Alba
malgrado le tue condizioni; avresti dovuto pensare anche
agli imprevisti, prima di accettare la richiesta di Yoko.
E comunque, ho bisogno del tuo aiuto, Kaori, e'
importante...Inoue avra' dato delle disposizioni precise
alle sue guardie: certamente il lato a prua del primo e
del secondo piano non saranno accessibili agli ospiti -.
- E allora? -.
- Le guardie ci verranno addosso....dobbiamo tenerle
lontano -.
Kaori rimase perplessa: Ryo poteva mettere tutti fuori
gioco da solo, percio' sotto questo punto di vista la sua
presenza era del tutto irrilevante.
Lui si accorse della sua titubanza e sorrise enigmatico:
-Hanno visto tutti quanto la 'dolce Mayuko' abbia fatto
colpo sullo 'sposatissimo Takahada' - disse - E comunque,
mentre disinnesco la bomba avro' bisogno di qualcuno che
faccia da palo -.
Malgrado non avesse ben capito le intenzioni di Ryo,
Kaori decise di lasciarlo fare e si rimisero in cammino;
giunsero alle scale dove molti invitati s'intrattenevano
a chiaccherare, e cominciarono a scendere.
Man mano che andavano gił, le voci degli invitati si
andavano perdendo e un nuovo silenzio sottolineava il
fatto che stavano entrando nella zona riservata al
personale di bordo.
Quando giunsero di fronte ad una porta bianca di metallo
che recava la scritta "secondo" in numeri
romani, s'intesero reciprocamente con uno sguardo, ed
entrarono.
Ryo sapeva esattamente qual'era il percorso da fare,
cosi', pur vedendo che il corridoio in cui erano entrati,
era spoglio e privo di qualsiasi punto di riferimento,
non ebbe alcuna esitazione e si diresse con sicurezza
verso sinistra.
Camminarono per un'abbondante decina di minuti senza
parlare: Ryo era intento nella sua ricerca e Kaori lo
seguiva in silenzio per non distrarlo da cio' che stava
facendo.
Poi Ryo si fermo' all'improvviso, tanto che Kaori si
guardo' attorno per cercare l'ingresso del settore A7; ma
non scorse niente di particolare: dietro di loro c'era il
lungo corridoio bianco che avevano percorso, e davanti a
loro, il lungo corridoio bianco che dovevano ancora
percorrere.
- Cosa c'e'? - chiese stranizzata - Perche' ti sei
fermato?-
A quella domanda, Ryo si volto' e la guardo' con un
sorrisetto ingenuo:
- Mi sono perso!-.
Kaori spero' di aver capito male: -....Ti sei perso??!
Come sarebbe? Tu...-
- Gia'- ridacchio' lui imbarazzato - Questa non e' la
strada giusta.......forse avrei dovuto girare a destra
poco fa... o magari, prendere l'altro passaggio...- e
mentre diceva cosi', si guardava ottusamente in giro
cercando di capire dove avesse sbagliato.
Alla fine, lei sbotto' in un moto di protesta:
- Accidenti! E' mai possibile che tu non sappia far altro
che correre dietro alle donne? Che razza di persona sei,
professionista dei miei stivali!-.
Ryo fece finta di non sentire la valanga d'improperi che
segui', e le chiese timidamente di prendere la piantina
dello Yacht che fortunatamente aveva messo nella sua
borsa. Kaori gliela porse meccanicamente e quando lo vide
inginocchiarsi a terra e aprirla sul pavimento, non ebbe
neanche piu' la forza di arrabbiarsi.
Sospirando, si appoggio' alla parete e diede uno sguardo
all'orologio: sarebbero riusciti a trovare la bomba prima
di saltare per aria?
Ryo rimase chino sulla piantina per cinque minuti
abbondanti, alzando di tanto in tanto la testa per
identificare il posto in cui erano finiti. Kaori, in
piedi davanti a lui, lo guardava in ansia: "Se
arriva qualcuno siamo fritti " pensava
preoccupatissima "Come potremmo fare a giustificare
la nostra presenza? Quello capirebbe subito che siamo
intrusi e Ryo sarebbe costretto a metterlo fuori gioco.
Ma in questo modo ci attireremmo addosso l'attenzione di
tutte le altre guardie!".
Lui alzo' lo sguardo dalla mappa e le rivolse un sorriso:
- Che faccia tetra che hai, Kaori. Su con la vita! Ho
risolto tutto: dobbiamo tornare indietro e prendere
l'altro corridoio, quello sulla destra -.
Neanche il tempo di finire quella frase e Ryo cambio'
espressione, afferro' in fretta e furia la cartina e se
la nascose sotto la giacca.
Poi, con un rapido scatto, si alzo' in piedi e abbraccio'
Kaori spingendola contro la parete.
Lei lo guardo' sconcertata: - Aspetta...che fai?!-
protesto' vivacemente, e mentre lui le si stringeva
addosso con il chiaro intento di baciarla, lei con le
mani piantate contro il suo petto, cercava in tutti i
modi di respingerlo.
- No! Smettila...non mi sembra il caso...Ryo...avanti,
falla finita: non c'e' tempo, dobbiamo..- Kaori
s'interruppe: un chiaro rumore di passi proveniva sempre
piu' forte dall'altro corridoio.
Immediatamente tutta la sua attenzione si concentro' su
di esso e senza neanche accorgersene allento' la
pressione sulle braccia; Ryo ne approfitto' subito e la
bacio'.
Le due guardie percorrevano lentamente il corridoio:
tutti gli argomenti che avevano discusso per vincere la
noia, si erano ormai esauriti ed il resto della serata si
profilava come un lungo ed interminabile silenzio.
Invece quand'ebbero girato l'angolo, si fermarono
interdetti: nel bel mezzo del corridoio, avvinghiati in
un abbraccio di passione, una giovane coppia in abito da
sera sembrava intenzionata a sfruttare il silenzio e la
discrezione di quel luogo solitario per dare libero sfogo
ad ogni ardore.
- Ma tu guarda che roba! - esclamo', uno dei due.
- Non possono stare qua...andiamo a dirglielo! - replico'
l'altro.
- Il capo ci ha detto di non dare fastidio agli ospiti,
te ne sei dimenticato?!-.
- Non ho alcuna intenzione di dare fastidio. Gli dico che
questo e' un luogo riservato e basta -.
La guardia si avvicino' a Ryo e Kaori, che sembravano
essere troppo presi l'uno dall'altra per accorgersi della
sua presenza, e con il tono piu' garbato di cui fosse
capace, mormoro' un timido:
- Scusate.....signori?-.
Loro non lo degnarono di un minimo di attenzione ne'
tanto meno di una risposta e prima che quello potesse
ripetere la domanda, il suo collega lo trascino' via,
costringendolo a riprendere la ronda: - Se quel tipo se
la prende e va a lamentarsi con il capo, addio stipendio!-
borbotto' seccato, a spiegazione del suo gesto.
Ryo continuo' a baciare Kaori fino a che i due uomini non
ebbero girato l'angolo, e fino a che non cesso' anche il
rumore dei loro passi.
Poi la lascio' e la guardo' trionfante:
- Hai visto come li abbiamo fregati?-.
Kaori si allontano' immediatamente dal muro, livida in
volto:
- E dunque.... ti servivo a questo? - chiese lanciandogli
un'occhiataccia
- Era questa la tua grande idea?!-.
L'alterazione della sua voce fece intuire a Ryo di essere
seriamente in pericolo e vedendola cosi', sul punto di
scoppiare, comincio' a perdere tutta la baldanza.
- Si', perche'...non trovi che abbia funzionato?-.
lei fece qualche passo in sua direzione: -Mi hai
trascinata qui..per questo motivo...- mormoro' con uno
sguardo vuoto negli occhi - Sai che sono molto stanca, e
mi hai convinto a venire...'perche' e' importante', cosi'
hai detto, ricordi? .........Maledetto! -.
Ryo tento' la fuga, ma un fortissimo colpo di Kompeito lo
investi' in pieno, schiacciandolo alla parete.
-E la prossima volta che mi usi come un oggetto, ti
faccio a pezzi,
chiaro?! - urlo' infine Kaori, e gli volto' le spalle.
"Perche', cosa pensi di aver fatto adesso?"
penso' lui, liberandosi dal kompeito, tutto dolorante.
Kaori guardo' il corridoio ed emise un sospiro di
sollievo: una volta sfogatasi della rabbia si sentiva
lucida e pronta ad affrontare la bomba.
-Avanti, andiamo!- disse mettendosi subito in cammino -
Abbiamo perso fin troppo tempo...-.
Ryo si alzo' a stento chiedendosi da dove tirasse fuori,
cosi'
all' improvviso, tutta quell'energia, e prese a seguirla
meditabondo.
Poi, tornarono velocemente sui loro passi, cercando di
recuperare il ritardo sulla tabella di marcia: avevano
meno di un'ora se volevano disinnescare la bomba prima
dell'arrivo dell'elicottero.
Non appena videro la porta di metallo da cui erano
entrati alla loro destra, Ryo supero' Kaori e comincio' a
farsi strada in quel dedalo di corridoi, passaggi e
scorciatoie. Imboccarono un corridoio sulla destra e
attraversando una grande sala, uscirono in un altro
corridoio; con fare sicuro, Ryo prosegui' verso la porta
che lo chiudeva e l'apri'.
Kaori si accorse con sgomento di essere all'inizio di un
altro lungo corridoio per giunta privo di oblo' e di
porte laterali; guardo' Ryo cosi' sicuro di se' e prese a
seguirlo un po' forzatamente: cominciava seriamente a
credere che non avrebbero mai trovato il settore A7,
quella notte.
Al contrario di lei, Ryo sembrava sapere perfettamente
quel che faceva e sorridendo con sicurezza la spinse a
continuare a camminare.
Percorsero cosi' un corridoio dopo l'altro finche' Ryo
non si fermo' e si volto' soddisfatto a guardarla.
- Be', cos'hai da ridere tanto? E' quello il settore A7?-
chiese lei, indicando l'unica porta di fronte a se'.
Ryo le sorrise e diede un piccolo calcio a terra: -No
Kaori, guarda ai tuoi piedi -.
Kaori abbasso' lo sguardo, e si accorse d'essere ferma
proprio su di una botola.
- Vedi? Il settore A7 e' giusto sotto di noi e ci
arriveremo proprio da li'!-.
Lei fece istintivamente un passo indietro e Ryo dopo
essersi inginocchiato a terra, comincio' a studiarne il
coperchio.
- E' chiuso a chiave...- mormoro' facendo una leggera
pressione con la mano - ed ecco la serratura - e indico'
un piccolo forellino, che sarebbe sfuggito ad un
osservatore meno attento.
Poi prese da una tasca interna della giacca, una sottile
sbarretta di metallo leggermente appuntita ad
un'estremita' e la infilo' nella serratura.
Kaori lo guardo' insospettita:
- Ryo?! Come mai ti sei portato a bordo una cosa come
quella? Non mi sembra molto utile per proteggere Ueda...-.
- Ueda? No, lui non c'entra niente. Questa l'ho portata
pensando di...-.
Ryo si fermo' appena in tempo: la frase che
distrattamente stava per pronunciare sarebbe potuto
costargli la vita.
- ..'pensando di' ?- insistette lei nervosamente,
immaginandolo gia' mentre s'introduceva nelle stanze
delle ospiti.
-Kaori, ma cosa vorresti insinuare!? Sono un
professionista, io! Non si sa mai cosa puo' succedere
durante questo tipo d'incarichi; sono stato previdente, e
infatti, come vedi, adesso ci sta servendo....impara,
impara dal maestro.....-.
Kaori era gia' pronta a rispondergli a tono e a
martellarlo a dovere, quando con un ultimo scatto, la
botola si apri' e distolse la sua attenzione, con gran
sollievo di Ryo che si affretto' a far sparire la
sbarretta di metallo nella tasca della giacca.
Guardando all'interno, non si riusciva a vedere quasi
nulla: solo la luce che proveniva dal loro corridoio
illuminava il pavimento sottostante lasciando intravedere
l'esistenza di un passaggio lungo e stretto.
Di lato, una scaletta di metallo attaccata alla parete,
permetteva di scendere giu'.
Ryo fece un cenno a Kaori:
- Vado prima io- le disse, e appoggiandosi alla scaletta,
scese di sotto con un balzo.
Lei lo guardo' seccata: - Che cavaliere! Non capisco
proprio perche' sei voluto scendere per primo..- si
lamento', e appoggiandosi a sua volta alla scala
comincio' a scenderne i pioli, lottando con il vestito
che le si andava impigliando da tutte le parti.
- Proprio per questo motivo - rispose lui guardando le
strane acrobazie della sua socia - Era ovvio che avresti
avuto delle difficolta' con quella gonna; scendendo per
primo, ti posso controllare, cosi' se cadi ti
prendo...-.
Kaori lo guardo' sospettosa: - Non e' vero, ti approfitti
della situazione. Smettila di guardarmi!- urlo'
istericamente - Voltati dall'altro lato!-.
- Kaori, ma che hai capito!? Non ti guardavo 'in quel
senso', voglio solo assicurarmi che tu non cada..-
- E speri che io ti creda?! Togliti di la': maniaco!- e
vedendolo a testa all'insu' proprio sotto di lei, gli
lancio' una scarpa in mezzo agli occhi.
- Va bene, va bene - borbotto' Ryo spostandosi - fa come
vuoi..-.
Kaori scese a terra, riprese la scarpa e si guardo'
attorno: la luce che filtrava da sopra riusciva appena ad
illuminare loro due, per il resto erano immersi
nell'oscurita'.
Lui fece alcuni passi poi si volto' e, la prese per mano:
- Siamo in un corridoio, no? - disse - Percorriamolo e
vediamo dove ci porta..- e cosi' dicendo prese ad
avanzare con cautela finche' non riuscirono piu' a
vedersi.
- Ryo...-.
- si'? -.
- Non e' che andiamo a sbattere, cosi'? Io non vedo
niente..-.
- Non ti preoccupare e stai un po' dietro di me: ho un
braccio in avanti, se c'e' un ostacolo, lo sentiro'...-.
- Ok-.
Kaori gli ando' dietro finche' Ryo non si fermo' e le
disse di aver trovato la porta,
- Oh, Meno male! Avanti aprila - fece lei con evidente
impazienza.
- Eh..un attimo....E' un po' dura. Ecco, si sta aprendo....Ok,
e'
spalancata! -.
Lei rimase interdetta: -Ma..allora, anche questa stanza
e' al buio?! - .
-Be', si', ma che t'aspettavi? Che ci facessero trovare
la luce accesa? Dai, entriamo! -.
Ryo si spinse in avanti con sicurezza, poi Kaori senti'
un rumore metallico e un flebile lamento e senza capire
come, si ritrovo' a terra, trascinata da una forza
invincibile.
- Ryo, che c'e'? che sta succedendo...Ryo?!-.
Kaori sentiva la mano di lui ancora stretta alla sua, per
cui doveva essere disteso a terra accanto a lei.
Poi lo senti' mettersi a sedere e lamentarsi: - Mamma,
che dolore!......ahi.....ohi -.
- Ryo? Che hai fatto? Stai bene? -.
Protendendo le mani nella direzione da cui provenivano i
lamenti, Kaori tocco' la stoffa della sua camicia.
- Rispondimi, Ryo!-.
- Queste ca**o di porte!- sbotto' lui, infuriato -
Perche' si ostinano a farle piu' basse dei corridoi, eh?!-.
Nel buio piu' nero, lei senti' le braccia di Ryo cingerla
per la vita e una forza gentile e vigorosa la aiuto' ad
alzarsi in piedi.
- Ti sei fatta male?-.
-No, sto bene. Semmai....Devo abbassare la testa per
entrare?-.
Ryo sorrise: - No, non ce n'e' bisogno, tu ci passi
tranquillamente-.
- Ho come l'impressione che tu mi stia prendendo in giro...guarda
che non sono poi cosi' bassa come pensi - esclamo' punta
sul vivo - Sei tu che sei un gigante!-.
Lui ridacchio' un pochino, la prese per mano e abbasso'
la testa per entrare; poi, una volta varcata la porta, si
fermarono accanto alla parete.
- Senti, dobbiamo fare qualcosa per accendere la luce -
disse Ryo - Ci sara' un interruttore da qualche parte. Tu
rimani qui ferma, mentre io lo cerco, ok? -.
- Ok, ma fa attenzione! - rispose lei.
Prima ancora che potesse allontanarsi, Kaori lo fermo': -
Ryo, cos'e' stato? Ho....ho visto una lucetta rossa....-
esclamo' preoccupata - e adesso non la vedo piu'!-.
- Sei sicura? Io non ho visto niente...-.
- Si'. E' stato solo un attimo, ma l'ho vista chiaramente-.
- Mah..non so che dirti, io non ho visto niente - ribadi'
lui.
Kaori sussulto'.
-Kaori, che c'e'?-.
Al buio, lei si assicuro' che Ryo non si fosse mosso da
li',
-Era il tuo piede, vero? - chiese agitata -Mi hai
sfiorato la gamba...-
Ryo non rispose.
- Ryo?-.
- Kaori, fai silenzio......non siamo soli- mormoro' lui
con voce atona.
Kaori si senti' gelare il sangue nelle vene e senza
riuscire a parlare, si aggrappo' spasmodicamente al suo
braccio.
Ryo cerco' di calmarla:
-A scolta, ho trovato l'interruttore - disse- ora accendo
la luce.Tu, pero', non fare nessun movimento. Qualsiasi
cosa vedrai, nessuna reazione: mi raccomando!-.
Kaori fece un cenno con la testa, poi, ricordandosi che
lui non poteva vederla, cerco' la propria voce, persa da
qualche parte e gli rispose con un tiratissimo 'si''.
Cap. 14 Un impedimento non
previsto
Ryo accese la luce ed ebbe la conferma
di cio' che aveva intuito: cinque grossi cani da
combattimento erano ai loro piedi, in silenzio,
fissandoli immobili.
Al centro della sala altri tre cani, fino ad allora
rimasti accucciati, si alzarono lentamente e Kaori vide,
non piu' nascosto dalla loro mole, il timer rosso della
bomba.
Rimasero entrambi immobili cercando di fare poco rumore
persino con il respiro. Poi Ryo, con un gesto lentissimo
diede un'occhiata alle sue spalle ed i cani presero a
ringhiare.
- Kaori..- sussurro'.
- Che c'e'?-.
- Dobbiamo scappare via!-
- Cos.. ?!-.
Approfittando della sorpresa di lei, Ryo la prese in
braccio e corse verso la porta, subito inseguito dai cani
inferociti.
- Ryo attento alla testa!- urlo' Kaori, ripensando
al'incidente di prima.
- Si'!...Kaori, appena siamo sotto la botola, lasciami.Capito?!-
urlo'.
- Cosa? -.
- Adesso!!-.
Kaori gli tolse istintivamente le braccia dal collo e Ryo
con tutta la forza che aveva la lancio' fuori dalla
botola. Poi, sentendo i cani arrivargli alle spalle,
salto' verso l'alto, e aggrappandosi al bordo
dell'apertura, si tiro' fuori di li' con un colpo di
reni, prima che quelli gli azzannassero una gamba.
Kaori si era ritrovata con la faccia a terra e con la
sgradevolissima sensazione di essere stata lanciata da
una catapulta; alzandosi tutta indolenzita, vide Ryo
accanto a se':
- Ma che razza di modi hai?!- proruppe- Mi hai fatto male!-.
- Volevi il tappeto rosso?- replico' lui seccato -
Ingrata....Se avessi esitato un solo istante, ora avrei
una gamba di meno...- e cosi' dicendo, guardo' i cani
che, sotto la botola, continuavano ad abbaiare al suono
delle loro voci.
- Pero' potevi dirmelo che avevi intenzione di fare una
cosa del genere - insistette Kaori e riprese un vecchio
discorso - tu fai sempre tutto senza consultarmi -.
A quella frase, Ryo insorse: -Che cosa?! Sarei io quello
che 'fa tutto senza consultare'? E tu allora ?! Credi che
mi abbia fatto piacere scoprire che eri qua? Proprio tu,
che mi avevi promesso che te ne stavi a casa a riposare?
-.
Kaori lo guardo' male: - E' inutile che fingi di esserti
preoccupato per me, lo so che in realta' sei arrabbiato
perche' ti ho rovinato i piani per
questa ...-.
Kaori si zitti': per un attimo aveva visto il muso di un
cane affacciarsi dalla botola.
-...Secondo te, possono uscire?- chiese poi con
esitazione.
Ryo si volto' a guardare l'apertura alle sue spalle:
- Ma no, e come potrebbero? ..Senti come abbaiano? Se
fossero in grado di uscire, l'avrebbero gia' fatto.
Piuttosto, dobbiamo trovare un modo per zittirli: se li
lasciamo fare, finiranno per attirare l'attenzione delle
guardie -.
Kaori annui' pensierosa, poi vide nuovamente la testa di
un cane fare capolino dalla botola, ma questa volta alla
prima ne segui' una seconda e alla seconda una terza;
neanche il tempo di dirlo a Ryo, che uno dei cani zompo'
fuori, atterrandole a qualche metro di distanza.
Kaori si aggrappo' a Ryo muta dal terrore e la stretta
gelida della sua mano lo richiamo' all'attenzione.
- Kaori che c'e'?-.
Kaori non rispose.
Ryo si volto' e vide il motivo del suo sgomento: i cani
stavano saltando fuori uno dopo l'altro.
- Oh, mer%a! -.
Non potendosi permettere neanche un attimo di esitazione,
Ryo afferro' Kaori, pietrificata dallo shock, e se la
carico' su di una spalla correndo precipitosamente lungo
il corridoio. I cani iniziarono ad inseguirli.
- Dove vai?- urlo' lei, riavendosi dallo spavento - C'era
una porta dopo la botola, perche' non siamo entrati di
la'? -.
- Cosa vuoi, non ci ho pensato! Tanto non possiamo
tornare indietro..-.
Bruciata quella possibilita', dovevano trovare un altro
modo per seminare i cani; nel frattempo Kaori, dalla sua
insolita postazione, li vedeva sempre piu' vicini e con
foga maggiore implorava Ryo d'inventarsi qualcosa.
All'improvviso, come un aiuto inaspettato, lui vide
davanti a se' una porta: era quella che metteva in
comunicazione gli ultimi due tratti del corridoio e che
avevano lasciato aperta passando poco tempo prima.
Con un ultimo sforzo si fiondo' su di essa, la varco' e
afferrando il portello con entrambe le mani, la chiuse in
faccia ai cani producendo un grossissimo strepito di
lamiera. Poi, per assicurarsi che i cani non riuscissero
ad aprirla, divelse il tubo del riscaldamento dal tetto e
lo mise a bloccare la maniglia: tutto questo
dimenticandosi di tenere Kaori che, sulla sua spalla,
piu' di una volta aveva creduto di finire a terra.
I cani, chiusi dall'altra parte, continuarono ad abbaiare
e a ringhiare contro la porta, senza poter fare altro.
Ryo fece scendere Kaori e si fermo' a prendere fiato.
- Maledizione!- impreco'- Questa non ci voleva: se non ci
liberiamo dei cani, non possiamo disinnescare la bomba...-.
- Come facciamo? Non vorrai certo sparagli..sono solo
cani.-
- No, figurati...ma in qualche modo dovremo pur
liberarcene..-.
- Ryo, hai in mente qualcosa di particolare? -.
- Non so.... Kaori tu hai ancora gli orecchini col
sonnifero, no?-.
- Si', non pretenderai che mi avvicini a quei mostri con
un ago; sarebbe un suicidio! -.
- No, con un ago no..- ribatte' a mezza voce- Ma in
qualche altro modo quel sonnifero potrebbe servirci...-.
Qualsiasi fosse l'idea che Ryo stava elaborando, non
ebbero modo di approfondire l'argomento poiche' appena
qualche istante dopo le due guardie di prima,
insospettite dal latrare furioso dei cani e dalle loro
voci, giunsero a sbarrargli la strada.
Kaori si aggrappo' al braccio di Ryo, sperando che
fingersi ancora la sua amante, potesse servire ad
ingannarli di nuovo, ma nessuno dei due fece caso a quel
gesto e li squadrarono minacciosi.
-Signori, cosa state facendo?- chiese gravemente uno dei
due - Questa zona e' riservata al personale
dell'equipaggio -.
Ryo sostenne il suo sguardo impassibile: - Sono Ryo Saeba:
la guardia del corpo di Masanori Ueda, e come tale ho
l'autorozzazione a controllare ogni centimetro quadrato
di questa nave -.
L'altra guardia, rimasta in disparte fino a quel momento,
non riusci' a trattenersi dal fare una battutina
sarcastica:
- Eppure poco fa, non erano i centimetri della nave ad
interessarla tanto..- esclamo' ghignando.
Kaori arrossi' suo malgrado e abbasso' istintivamente gli
occhi.
Ryo non fece una piega: - Ho l'ordine di controllare che
tutto sia regolare- insistette- se non mi credete,
chiedete pure a Ueda -.
Di fronte alla sua ostentata tranquillita', la sicurezza
dei due scagnozzi comicio' a vacillare e voltandosi uno
verso l'altro, si scambiarono uno sguardo per decidere
mentalmente cosa fare.
Kaori ancora stretta al braccio di Ryo sbircio' il suo
viso, e lui le sussurro' in un soffio di lasciarlo. Con
un gesto impercettebile, la ragazza si trasse indietro
domandandosi cosa gli passasse per la mente.
I due uomini versavano ancora nell'indecisione totale,
quando lo strepito di un cane che si lanciava contro la
porta riacui' i loro sospetti.
-Come avete fatto a liberare i cani?- esclamo' uno dei
due estraendo la pistola - Il padrone in persona li ha
portati nell'A7 raccomandandoci di non fare entrare
nessuno; neppure noi abbiamo avuto il permesso...-
continuo'.
Ryo esplose in una grossa risata che lascio' la guardia
sbalestrata, poi con un gesto fulmineo estrasse la python
e lo disarmo' con un colpo.
L'altra guardia, senz'altro dotata di maggior sangue
freddo, estrasse la propria pistola e la punto' contro
Kaori:
-Le sparo!- urlo'- se ti avvicini le sparo, molla subito
la pistola! -. Malgrado fosse gia' sul punto di
assalirlo, Ryo si fermo' immediatamente, sotto lo sguardo
attonito di Kaori.
- Che fai?!- urlo' lei - Ryo non lo ascoltare, avanti
sparagli!-.
Kaori lo guardo' frustrata ed impotente: perche' doveva
sempre andare a finire cosi'? Possibile che fosse
soltanto un peso per Ryo?
Lui si volto' un istante e le sorrise, poi guardo'
rassegnatamente l'uomo davanti a se' e con un gesto lento
poso' a terra la pistola, suscitando ulteriori proteste
da parte della sua socia.
La guardia la zitti' in malo modo e guardo' l'amico che
nel frattempo si era rialzato:
- Stai bene?-.
L'altro annui' e lancio' uno sguardo di fuoco a Ryo:
adesso erano loro ad avere il coltello dalla parte del
manico.
- Ho un conto in sospedo con te- gli disse, pregustando
gia' la rivincita
- Alza bene le mani e avvicinati a me lentamente -.
Ryo guardo' l'uomo che teneva sotto tiro Kaori, poi fece
quanto gli era stato ordinato.
Non appena fu a pochi metri da lui, quello gli intimo' di
fermarsi e sogghignando sadicamente, lo colpi' con un
pugno in pieno volto e lo getto' a terra; Kaori strinse i
pugni.
Poi la guardia ordino' a Ryo di rialzarsi e quando lui lo
fece, lo colpi' ancora con tutta la sua forza facendolo
crollare in ginocchio.
Ryo si prese i pugni e si asciugo' il sangue che scolava
dal labbro senza dire niente, poi un pensiero terribile
gli baleno' nella mente e si volto' a guardare Kaori: la
donna, pallida ed immobile contro la parete, aveva una
grave determinazione negli occhi e la mano
strategicamente sulla gonna.
- Non ti muovere!- bisbiglio' fulminadola con lo sguardo.
Kaori non disse nulla, ma il fremito del suo corpo, mal
celava il dissenso da quell'ordine.
La guardia che aveva colpito Ryo non era ancora
soddisfatta: - Be', che fai? Non riesci piu' ad alzarti?!
O vuoi chiedermi scusa in ginocchio? -.
Ryo vide Kaori ancora molto pallida, e temendo che per un
colpo di testa estraesse la pistola e finisse con il
farsi sparare dall'altra guardia, decise di risolvere
immediatamente la questione.
Estrasse un pugnale legato alla caviglia e alzandosi di
scatto, lo lancio' contro l'uomo che la teneva sotto
tiro, disarmandolo; poi lo colpi' con un pugno e
girandosi all'indietro diede un pugno anche all'altra
guardia, che inebetita dalla sorpresa, aveva assistito
alla scena senza intervenire.
Ryo guardo' Kaori: - Pungili con il sonnifero -
sentenzio' - Cosi' non ci daranno piu' fastidio -.
Kaori annui' e sfilandosi un orecchino, sfioro'
leggermente la pelle di entrambi; poi si volto' verso di
lui, tiro' fuori un fazzoletto dalla borsa e comincio' a
tamponargli la ferita sul labbro, senza dire nulla.
Ryo la lascio' fare ma non pote' tenersi dal muoverle un
rimprovero:
- Ma cosa pensavi di fare?! Sai benissimo che con una
pistola puntata contro e a quella distanza, non ci si
deve muovere, no?-.
Kaori non cerco' neppure di giustificarsi: si limito' a
chiedergli scusa e rinuncio' a spiegargli che vederlo
soffrire per causa sua era un tormento che non era stata
in grado di sopportare.
Con quel pensiero nella testa, sollevo' lo sguado e
incrocio' quello ancora severo di Ryo; poso' il
fazzoletto ormai macchiato e gli diede un lievissimo
bacio sulle labbra, in un gesto il cui significato
risultava oscuro a lei per prima.
Poi, lasciandolo attonito e sorpreso, si avvicino' alla
porta che avevano sprangata:
- Ryo, senti che silenzio? Dove sono finiti i cani?-.
In effetti, i latrati e i colpi alla porta che fino a
poco prima erano stati forti ed insistenti, adesso erano
stati sostituiti da un silenzio fin troppo profondo per
essere naturale.
Ryo si avvicino' stranizzato e vide la maniglia della
porta abbassarsi velocemente due, tre volte: qualcuno
cercava di entrare.
Cap. 15 Il killer di Ueda
- Mio Dio! - esclamo' Kaori spaventata
- ....Non possono essere i cani...-.
In quell'istante Ryo ebbe un presentimento di pericolo ed
urlandole di scansarsi, l'afferro' per le spalle e la
trascino' a terra, facendole scudo col proprio corpo.
Pochi istanti dopo, con un boato, la porta salto' via
divelta dai cardini e si schianto' al pavimento.
Ryo alzo' la testa e sfioro' l'impugnatura della pistola,
pronto ad accogliere l'intruso nel modo migliore.
Dalla porta, seppur a difficolta', sbuco' fuori Umibozu.
Ryo e Kaori lo guardarono sorpresi:
- Umibozu, che ci fai tu qui?!- esclamarono all'unisono.
Lui, vedendoli distesi a terra, rimase ancora piu'
stupito: - Voi due piuttosto!- .
- Di certo non siamo qui in gita di piacere - rispose
stizzito Ryo, alzandosi e aiutando Kaori a fare
altrettanto -Noi qui stiamo lavorando....Come hai fatto a
riconscere Kaori? -.
- Anch'io sono qua per lavorare - replico' freddamente
lui -...si vede benissimo che e' Kaori..ha solo una
parrucca sulla testa!-.
Kaori sorrise divertita e lancio' una occhiatata di
scherno a Ryo, mentre lui intuendo i suoi pensieri, le
rispondeva sbuffando seccato. Poi torno' ad Umibozu:
- Ma da dove salti fuori? Noi veniamo proprio da quella
parte, ma non ti abbiamo incontrato -.
Umibozu indico' la fine del corridoio: l'unica porta che
non avevano aperto, al di la' della botola.
- Dalle cucine - rispose laconicamente.
Kaori guardo' il corridoio e con sua grande sorpresa si
accorse che i cani, accucciati in un angolo, sembravano
aver perso ogni bellicosita' e con le orecchie piegate in
segno di sottomissione, seguivano Umibozu con lo sguardo.
- Ma che gli hai fatto?- chiese stupefatta - Sono
diventati cosi' docili...-.
- Io?! Nulla. Perche', a voi hanno dato fastidio?-.
- Ma figurati!- esclamo' Ryo intromettendosi nel discorso
- Come puoi vedere ci stavamo occupando delle guardie...se
non ci avessi gia' pensato tu, adesso mi occuperei io di
loro..-.
Kaori lo fermo' cercando di salvaguardare quel minimo di
dignita' che le era rimasta: - Lascia stare...e' meglio.
Piuttosto, di cosa ti stai occupando Umibozu? -.
Lui rispose senza mezzi termini: - Sono stato ingaggiato
per far fuori uno-.
Ryo si fece serio: - Ueda, immagino...-.
- Come fai a saperlo? -.
- Be', questo tizio gode di un'insolita popolarita' .
Kaori e' qui per mandarlo in prigione, mentre io invece
ho il compito di proteggerlo -.
Ryo lo guardo' dritto negli occhi sottolineando
quell'ultima frase e Umibozu ricambio' lo sguardo;
entrambi studiarono tacitamente negli occhi dell'altro
quali fossero le rispettive intenzioni e Kaori, intuendo
quale brutta piega stesse prendendo la situazione,
comincio' ad avere paura.
- Un momento, che vi prende?- chiese mettendosi in mezzo
tra i due
- Perche' queste facce scure? Non fate cosi'..per favore...-.
Ne' Ryo ne' Umibozu diedero segno di averla sentita.
- Ryo, ascoltami!- imploro' , afferrandolo per la camicia
- C'e' una bomba da disinnescare, te ne sei scordato?! Mi
devi aiutare.......ti prego, non pensare a questa storia....-.
Vedendo che Ryo continuva a guardare Umibozu senza
muovere un muscolo, Kaori si volto' verso l'altro e,
terrorizzata dall'idea che i due potessero affrontarsi in
un duello, batte' i pugni contro il suo petto:
- Anche tu! - invei' esasperata - Anche tu, come hai
potuto accettare di uccidere un testimone cosi'
importante?! Senza quell'uomo molti criminali resteranno
in liberta': non te ne importa proprio niente? -.
Falco la guardo' senza capire:
- Ma di che stai parlando? Quale testimone?-.
Kaori rimase piu' stupita di lui e alle sue spalle, Ryo
sorrise sarcastico:
- Come sarebbe?! Non sai che Ueda domani testimoniera' al
processo sull'omicidio di Yamaka? Complimenti, sei
davvero un ottimo sweeper...-.
Umibozu rimase interdetto: - ..e tu lo devi proteggere in
previsione di questo processo?- .
- Certo! Non avrei mai accettato di proteggere un
criminale e trafficante di droga, se cosi' non fosse-
rispose Ryo leggermente seccato.
- Dunque mi hanno mentito...- mormoro' Umibozu - Mi hanno
ingaggiato per sbarazzarsi di un testimone...-.
A quella frase, Kaori s'illumino' speranzosa:
- Ma...allora il contratto non vale piu'!...Ti hanno
ingannato, sei sciolto da ogni obligo, non e' vero?-.
Umibozu la guardo' meditabondo: in effetti se chi l'aveva
ingaggiato l'aveva fatto per liberarsi di uno scomodo
testimone, lui era stato preso in giro e il suo onore
offeso.
Kaori s' appiglio' a quell'idea insistendo tenacemente: -
E' cosi'! Ti hanno ingannato, si sono presi gioco di te e..-.
- Kaori smettila! - Ryo dietro di lei, la zitti'
bruscamente - Smettila con questa storia: se Falco vuole
vedersela con me, io non ho certo paura...Possiamo
batterci anche qui se vuole. E poi non ti preoccupare -
continuo' - mi basteranno pochi minuti per sistemarlo,
poi avro' tutto il tempo di occuparmi della bomba e di
quei due che se la vogliono
svignare -.
Kaori lo guardo' sbigottita; Umibozu gli lancio' un
sorrisino di sfida: - Ti sei stancato di vivere a quanto
vedo....- .
Ryo ricambio' il sorriso: - Mah! Tu credi? Non c'e'
nessuno in grado di battermi...-.
- Kaori, togliti - esclamo' poi con fare perentorio - Sei
in mezzo -.
Kaori era sgomenta ma non si mosse: non capiva perche'
insistessero tanto nel volersi sfidare, ma lei non glielo
avrebbe permesso.
La tensione era ai massimi livelli, poi all'improvviso la
vicenda prese un'altra piega e Umibozu rise in faccia a
Ryo:
- Guarda mio caro Saeba, che non sei affatto imbattibile
come pensi, anzi: contro di me non hai nessuna
possibilita' di vittoria -.
- Ah, si'?- esclamo' lui, gonfiando il petto come un
tacchino - Vediamo razza di gorilla, io sono qui, che
aspetti? Dimostrami che sai fare...-.
- Tse', io non devo dimostrare niente a nessuno: credi
che quella ridicola pistola basti a renderti piu' forte
di me? -.
- 'Ridicola pist..' Ehi! non ti permettere, sai?! -.
Ryo e Umibozu cominciarono ad insultarsi sporgendosi
l'uno verso l'altro, incuranti della povera Kaori che,
immobile tra i due, cominciava a chiedersi cosa avesse
fatto di male per meritare 'tutto questo'.
Quando infine, presi dalla foga del litigio, i due si
afferrarono reciprocamente facendo di lei un tramezzino,
con un potentissimo 'basta' esplose tutta la sua ira e
gli ricordo' della bomba che dovevano disinnescare.
Ryo e Umibozu si lasciarono continuando a guardarsi male
per un po'; poi Umibozu si rivolse a lei e chiedendole
scusa per lo spettacolo pietoso a cui aveva assistito, le
disse che il suo contratto non aveva piu' valore e che si
sarebbe fatto perdonare disinnescando la bomba al posto
di Ryo.
- E' giu' nella botola, vero?-.
Kaori gli rispose annuendo.
- Un momento!- esclamo' Ryo - Che storia e' questa?! E'
compito mio pensare alla bomba e non ho bisogno del tuo
aiuto. Vatti a godere la festa, se non hai niente da fare-.
Senza neanche ascoltarlo, Umibozu si volto' e
s'incammino' verso la botola; Ryo lo guardo' stupito:
- Accidenti! Ehi bestione, ma non mi hai sentito?!-
sbraito' irritato
- Vattene, ci penso io, ho detto!-.
- Mi dispiace - replico' l'altro giunto quasi al fondo
del corridoio - Se lascio fare a te, saltiamo tutti per
aria, percio' levati dai piedi e non rompere! -.
- Ma chi ti credi di essere?!- .
Ryo stava gia' per andargli appresso quando si fermo' e
si volto' indietro:
- Dai, Kaori andiamo - disse.
Kaori non si mosse e rimase con le braccia conserte e il
volto corrucciato a fissare a terra.
- Cosa c'e'?- chiese lui stranizzato - Cos'hai?-.
- Niente..- fece lei continuando a tenere gli occhi bassi
- Non c'e' niente-.
Ryo la guardo' perplesso finche per una felice intuizione
comprese il motivo di quel comportamento.
- Sei arrabbiata per quella storia della sfida? - chiese,
cercando d'incrociare il suo sguardo.
Lei continuava a guardarsi ostinatamente la punta delle
scarpe senza parlare.
Interpretando quell'atteggiamento per un si', Ryo
scoppio' a riderle in faccia:
- Ma Kaori, stavamo solo scherzando! Non l'hai capito?!
quando Umi ha saputo del processo, si e' subito capito
che il suo contratto non poteva piu' essere considerato
valido. Lo sapevamo entrambi, era scontato. Possibile che
tu non te ne fossi resa conto?!-.
Se gia' Kaori era molto scossa per lo spavento appena
passato, la reazione di Ryo e il tono decisamente
canzonatorio delle sue parole ebbero il potere di
spiazzarla.
- Scontato un accidente!- urlo' fremendo di sdegno - Io
mi sono preoccupata per davvero, stupido!-.
Vedendola cosi' turbata e nervosa Ryo, comprese la sua
preoccupazione e si penti' di quelle parole dette con
leggerezza.
Cerco' subito di rimediare all'errore, ma non appena
provo' a dire qualche parola di scusa, lei lo aggredi'
dicendogli di fare la persona serie e andare ad aiutare
Umibozu giu' nella botola.
Cosi', rendendosi conto che fosse troppo presto per
scusarsi, Ryo decise di fare quello che voleva e le
chiese di andare con lui.
In silenzio, Kaori comincio' a fare strada come risposta.
Cap. 16 La bomba
Quando scesero nella botola, si
accorsero che Umibozu , seduto al centro della stanza,
aveva gia' svitato il pannello di controllo e lo aveva
appoggiato accanto a se'. Attaccati al pannello, vi erano
numerosi fili che giungevano fino al nucleo della bomba
stessa; Umibozu aveva tra le mani un filo verde.
- Aspetta, cosa pensi di fare?!- esclamo' Ryo correndo a
fermarlo.
- Voglio disinnescarla. Cosa c'e', non ti fidi?-.
- Certo che non mi fido. Chi ti dice che il filo da
staccare sia quello verde, eh?-.
Umibozu lo fulmino' con lo sguardo: - Ma come ti
permetti?! Io sono il migliore: trappole e bombe non
hanno alcun segreto per me e so perfettamente cio' che
faccio; adesso fammi staccare questo filo..-.
- Assolutamente no!- insistette Ryo istericamente -
Prima, voglio esaminarla anch'io la bomba!-.
Ryo sembrava un bambino che non voleva rinunciare al
proprio giocattolo preferito e afferro' Umibozu dalle
spalle, impedendogli i movimenti. L'altro perse le staffe:
- Togliti dai piedi, razza di pivello! Vuoi proprio
saltare per aria con questa nave?! -.
Allo stesso modo di poco prima, Ryo e Umibozu si misero a
litigare furiosamente; Kaori sospiro' rassegnata e si
sedette a terra in un angolino, decisa a non prestare
piu' attenzione ai vaneggiamenti di quei due che si
contendevano una bomba. Non appena appoggio' la testa
contro la parete senti' tutt'a un tratto, la stanchezza
che aveva accumulato nel corso della serata. Erano quasi
le tre del mattino e ripercorrendo con il pensiero tutto
quello che aveva visto e fatto in quelle ore, le sembrava
che fosse trascorsa una vita intera da quando era salita,
tutta tremante, sullo yacht.
Le tornava in mente la musica dell'orchestra, il
banchetto, la luna tonda che si specchiava sul mare, le
microspie, lo champagne, ma soprattutto pensava a quel
bacio, nel silenzio complice della duecentotrentasei,
cosi' sincero e appassionato quanto inaspettato.
Kaori senti' piano piano la testa farsi sempre piu'
pesante e per un attimo cedette all'impulso di chiudere
gli occhi. Poi, le voci all'unisono di Ryo e Umibozu che
si accordavano su 'quello nero' la richiamarono alla
realta': "Vuoi vedere che la fanno esplodere per
davvero?" si chiese preoccupata.
Umibozu prese il filo nero, sotto lo sguardo di Ryo che
faceva da supervisore, e lo tiro' con forza staccandolo
dal resto della bomba; il display si fermo' ad un'ora
dalla detonazione.
- Piu' precisi di un orologio svizzero!- esclamo' Ryo
tutto soddisfatto - Hai visto, Kaori? Abbiamo tutto il
tempo per rovinare la fuga in elicottero di quei due!-.
Kaori accenno' ad un sorriso e lui chiamo' Saeko con
l'auricolare.
Ci vollero cinque minuti abbondanti prima che la donna,
ormai sotto l'effetto dell'antidoto, gli rispondesse.
Poi, con una voce impastata e malferma, gli disse che
Ueda e Inoue avevano lasciato la sala da cinque minuti.
- Tu stai bene?- chiese Ryo preoccupato.
- Si'....tu, pensa a fermarli -.
Ryo si volto' verso Umibozu:
- Quei bastardi stanno gia' scappando!-.
- A loro ci penso io!- replico' Umibozu - Tu, occupati di
Kaori -.
Ryo abbasso' lo sguardo e si accorse che la sua socia
stava per crollare dalla stanchezza; non appena furono
soli, le s'inginocchio' accanto e la chiamo'.
- Kaori? -.
Kaori lo guardo' appena:- Cosa c'e'?- mormoro' piano
piano - ....che vuoi?-.
Ryo sorrise ironico: - Ma come?! La grande professionista
ha sonno?-.
- Ryo, lasciami in pace...io non ce la faccio piu'!-
sbuffo' lei e gli volto' le spalle senza tanti
complimenti.
- Ehi, aspetta! Che ne dici se ce ne andiamo, ti va? eh?-.
Al suono di quella frase, Kaori si riebbe e guardandolo
come se fosse il suo salvatore, si aggrappo' con
trasporto ai suoi vestiti: - Si', ti prego- imploro' - Ti
prego, ti supplico portami a casa!-.
Ryo rimase interdetto: come al solito Kaori aveva
equivocato. Non le aveva proposto di tornare a casa,
fatto impossibile date le circostanze, ma solo di andare
via da quella stanza.
" Vabbe' " penso' rassegnato, alzandola da
terra.
" Pazienza.....tanto sta gia' dormendo, non se ne
accorgera' nemmeno quando la lascero' nella
duecentotrentasei ".
Invece, non appena giunse sotto la botola, Ryo si rese
conto che era assolutamente impensabile salire la
scaletta a parete ed uscire dal passaggio, sostenendo
contemporaneamente con le braccia una donna del tutto
abbandonata a se' stessa.
Cosi', dopo un paio di inutili e goffi tentativi, si
risolse a svegliarla.
La strattono' e chiamo' con insistenza un bel po', ma
alla fine, Kaori riusci' ad aprire gli occhi e tornare
alla realta'. Avverti' subito un forte istinto omicida
nei confronti dell'umanita' intera, rappresentata in quel
momento da Ryo, e si ritrovo' a salire i gradini solo
perche', dietro di lei, le mani di Ryo la sostenevano e
la spingevano ad andare avanti.
Quando giunse di sopra, si lascio' cadere a terra,
sperando di riprendere il sonno da dove lo aveva
interrotto; invece, benche' la stanchezza fosse davvero
tanta, non riusci' a chiudere gli occhi e rimase a
guardare il suo socio uscire dalla botola.
- Ecco, vedi?!- esclamo' in tono lamentevole - Ora che mi
hai svegliata, non riesco piu' ad addormentarmi. E' colpa
tua! -.
Ryo la guardo' indulgente:
- Te la senti di camminare?-.
- Altro che camminare...mi staccherei i piedi, se potessi!-
esclamo', e quasi ad evidenziare quanto fossero terribili
quelle odiose scarpe col tacco, le mosse un poco.
Ryo sorrise bonario, risparmiandosi per una volta il
suggerimento di lasciare le scarpe col tacco alle donne,
e le offri' la schiena:
- Avanti, sali- disse - Ti porto io!-.
Kaori, ovviamente, non se lo fece dire due volte.
Cominciarono a camminare senza alcuna fretta: a giudicare
dalle detonazioni che si erano sentite in lontananza,
Umibozu aveva gia' trovato i due industriali e fatto
allontanare l'elicottero; la bomba era stata disinnescata
percio' bisognava soltanto avvertire la polizia e
rientrare in porto.
Poi, man mano che attraversavano i lunghi corridoi vuoti,
Ryo senti' la mente sempre piu' sgombra e la sua
attenzione si ando' focalizzando su altre cose: su Kaori
mollemente abbandonata sulle sue spalle;e sul suo
respiro, che nel silenzio assoluto di quei luoghi,
suonava ritmicamente come un'antica nenia. Rimase a lungo
assorto su quelle sensazioni, e ripensando al litigio di
prima e all'angoscia che aveva vista sul suo volto,
mormoro' un sentitissimo 'scusa' a cui Kaori rispose
stringendosi a lui piu' forte.
Cap. 17 Ancora problemi
Quando gia' cominciavano a salire le
scale per tornare al salone centrale, Ryo s'incupi'
d'improvviso.
- Che ti succede?- chiese Kaori - A cosa pensi?-.
Immediatamente Ryo cambio' espressione:
- Cosa?! Niente..non c'e' niente -.
Kaori accetto' la sua risposta poco convinta e dopo
qualche istante di silenzio, torno' alla carica:
- Una volta tanto, perche' non sei sincero con me, e mi
dici tutto?-.
- Io sono sempre sincero - replico' lui freddamente.
- No, non e' vero!- insistette Kaori.
- Non c'e' niente..solo che....non sono tranquillo: non
so perche'...-.
Lei lo guardo' in apprensione: sapeva benissimo che Ryo
era in grado di sentire il pericolo e se lui non era
tranquillo, allora c'era davvero di che preoccuparsi.
L'intuizione di Ryo dovette rivelarsi esatta poiche'
alcuni minuti dopo, Umibozu gli parlo' attraverso
l'auricolare, e lui corrugando la fronte accelero'
ulteriormente il passo.
In un attimo, l'idea che qualcosa non stesse andando per
il verso giusto, disperse tutto il sonno e la stanchezza,
che Kaori che aveva provato.
Cio' non di meno, per nulla dispiaciuta dal gesto del suo
collega, rimase sulle spalle di Ryo finche' non giunsero
davanti alla porta del salone, quando con un cenno gli
chiese di farla scendere.
Lo spettacolo che si presento' ai loro occhi una volta
entrati, fu a dir poco sconcertante.
La sala era un disastro: dappertutto, seduti sulle
poltrone e a terra, distesi sulla pista da ballo e sui
tavoli, gli invitati, in preda agli effetti della droga,
erano inebetiti e quasi incapaci di muoversi; attorno a
loro, c'erano vassoi interi di piatti e bicchieri
rovesciati a terra.
Kaori mando' un gemito di orrore, poi Umibozu li chiamo'
e voltandosi, lo videro in un angolo a sorvegliare Ueda
ed Inoue legati come salami. Accanto a lui c'era Saeko
che, seduta su una poltroncina, sembrava quasi nel pieno
possesso delle proprie facolta'.
Ryo si avvicino' al gruppetto e guardo' con aria
interrogativa prima Umibozu e poi Saeko:
- Che succede?!- chiese, senza neanche rivolgere uno
sguardo ai due uomini a terra.
Saeko si alzo', un po' malferma sulle gambe:
- Falco li ha fatti parlare: pare che sulla nave ci sia
un'altra bomba..-.
- Come sarebbe?!- esclamo' Kaori trasecolando, e guardo'
con aria incredula Ueda ai suoi piedi.
L'uomo le rivolse un sorrisetto amaro:
- Era davvero un piano perfetto - mormoro' tra se' e se'.
Saeko riprese il discorso: - Per assicurarsi che la nave
saltasse in aria, hanno collegato un'altra bomba alla
prima. Disinnescando quella, avete azionato il timer
della seconda -.
- Sapete piu' o meno quanto tempo abbiamo?- chiese Ryo,
senza fare una piega.
- All'incirca un'ora - intervenne Umibozu - Ma non e'
questo il problema; il vero guaio e' che non e' facile
raggiungere l'ordigno. Anzi, e' praticamente impossibile.....-.
Salto' cosi' fuori che, in base alle parole dei due, lo
yacht era stato progettato e costruito fin dall'inizio
con l'unico scopo di saltare per aria quella notte. Inoue
lo aveva considerato un semplice investimento: i soldi
perduti in quel modo, sarebbero ritornati con gli
interessi, una volta realizzato il piano. Era per questo
che la nave presentava in se' degli elementi atipici come
il settore A7, raggiungibile solo da una botola sul
pavimento e la camera blindata, situata al terzo livello
e chiusa da una porta a tempo.
In quella stanza era stato piazzato il carico di
esplosivo di 'sicurezza' e la porta a tempo, corazzata
anch'essa, era stata programmata per riaprirsi solo
dodici ore piu' tardi, anche se in realta' non si sarebbe
riaperta mai
piu' .
- Se la porta e' corazzata, e all'esterno non c'e' nessun
dispositivo di apertura, dovremo trovare un altro modo
per entrare in quella stanza... - mormoro' Ryo-...Saeko,
chi c'e', oltre a noi, in possesso di tutte le facolta'
su questa nave?-.
Lei lo guardo' confusa: - Non saprei dirti......io non
sono mai uscita da questa stanza.....-.
- Non credo che troverete nessun'altro! - esclamo' Ueda
in tono di sfida
- Mi sono assicurato personalmente che tutte le persone a
bordo, ufficiali e marinai compresi, bevessero il vino
adulterato -.
Kaori lo aggredi':
- Ma cosa c'e' da ridere, cretino! Se non troviamo un
modo per fermare la bomba, moriremo tutti. Non lo
capisci?! Ci serve qualcuno che conosca bene questa nave,
e ci serve adesso!-.
L'industriale la guardo' e sorrise:
- Non so chi lei sia in realta' - disse- Ma ammiro molto
questa sua grande energia!-.
In un moto di repulsa, Kaori lascio' la giacca dell'uomo
che nella foga aveva afferrato e si allontano' disgustata.
Ryo approfitto' del silenzio per riprendere a parlare:
- Questo piano e' stato ideato da lei, vero?- chiese,
rivolgendosi a Ueda - E sono pronto a scommettere che
anche l'idea e la progettazione dello yacht siano state
opera sua -.
Un lampo di soddisfazione attraverso' gli occhi grigi
dell'industriale:
- Si'- ammise - Kenji e' stato solo l'esecutore materiale
del progetto; tutto e' stato ideato interamente da me...-.
- Lei e' un uomo molto intelligente, signor Ueda -
continuo' Ryo, deciso a sfruttare l'evidente
autocompiacimento di quello - Ma una bomba che si attiva
automaticamente puo' ritorcersi contro chi l'ha ideata, e
sono piu' che certo che lei avesse calcolato questo
rischio in fase di progettazione; c'e' un altro modo per
aprire quella porta, vero?-.
Esattamente come Ryo voleva, Ueda s'inorgogli' e
sorridendo sicuro di se', gli rispose prontamente che non
c'era modo di aprire quella porta ma che un sistema
alternativo per entrare nella stanza, era stato
progettato.
- Di che si tratta? - incalzo' Kaori.
L'industriale rimase in silenzio, valutando quale potesse
essere la conseguenza di una tale rivelazione. Da un lato
infatti, mai e poi mai avrebbe voluto aiutarli a
disinnescare la bomba: dire tutto sarebbe equivalso ad
una resa incondizionata; d'altra parte, malgrado gli si
prospettasse comunque un futuro dietro le sbarre, non
voleva morire in quel modo; con le amicizie influenti che
aveva, sperava di trovare un sistema per essere sciolto
dalle accuse senza troppe difficolta'.
Alla fine, quindi, si risolse a parlare e guardando di
tratto in tratto il suo amico Inoue, spiego' che come
misura di sicurezza, aveva progettato un condotto interno
che mettesse in comunicazione la sala corazzata con
un'altra stanza del quinto livello.
- Un condotto che collega il terzo e il quinto livello?!
- ripete' Ryo poco convinto.
- Esattamente. E' come uno scivolo!-spiego' Ueda.
A quest'ultima frase Ryo diede segni d'insofferenza:
- Ma non diciamo stron%%te! In uno scivolo dal quinto al
terzo livello, la velocita' d'arresto alla fine sarebbe
troppo forte! Senza contare l'attrito contro le pareti
del canale... -.
Umibozu gli fece eco: - Gia'! Tu ti prendi gioco di noi.....-.
L'uomo rimase impassibile: - E se al momento dell'impatto
ci fosse una cisterna piena d'acqua?-.
Beandosi ormai di se' stesso, Ueda spiego' che
nell'ipotesi di dover fermare in fretta il timer della
bomba, aveva pensato a qualcosa che potesse essere
estremamente veloce.
Gli era venuta cosi' in mente l'idea dello scivolo, che
in pochi istanti avrebbe reso possibile il collegamento.
Per rendere dolce il momento dell'arrivo, aveva pensato
di piazzare una cisterna piena d'acqua all'estremita' di
esso; la persona giunta nella vasca, sarebbe poi scesa a
terra tramite una normalissima scaletta.
- Qual'e' la stanza del quinto piano in cui sbocca il
condotto?- chiese Saeko tagliando corto.
Ueda sorrise: - E' la stanza della piscina -.
Ci fu un attimo di sorpresa, poi Kaori prese la parola:
- So dov'e'; ci sono passata davanti un paio di ore fa,
andiamoci subito! -
Ueda sogghigno' commiserandoli:
- Da soli non potrete fare nient e- esclamo'- E'
necessario l'aiuto di qualcuno che sappia guidarvi al
pannello dei comandi -.
- E per quale motivo?- replico' Umibozu, stufo di
dovergli tirare fuori le parole di bocca ad una ad una.
Ueda divento' serio e spiego' che, per camuffare piu'
facilmente l'esistenza del condotto, aveva ideato un
sistema analogo a quello dei vasi comunicanti, per cui
l'apertura di questo, al quinto livello, era stata
piazzata su una parete della piscina: una volta svuotata
la vasca, l'acqua avrebbe riempito la cisterna al terzo
livello; era quindi necessario trovare qualcuno che
potesse far svuotare la piscina.
- Lei non e' in grado di farlo? - chiese Ryo
interrompendolo.
L'altro replico' stizzito: - Io sono la mente, non un
manovale , signor Saeba...... ma gli ufficiali ne
conoscono l'esatta ubicazione: dovrete solo trovarne uno
capace di reggersi in piedi!-.
Umibozu si fece immediatamente avanti: - Vado io -
esclamo' rivolgendosi a Ryo - Usero' la radio di bordo
per cercare qualcuno che possa aiutarmi. Voi intanto
salite sopra, io vi raggiungo - e senza perdersi in
chiacchere inutili, se ne ando'.
Ryo scruto' attentamente il salone in cui si trovavano:
nessuna tra le persone presenti, dava segno di aver
capito cosa stesse succedendo; l'effetto della droga
aveva intorpidito a tal punto le loro menti che nulla,
che provenisse dall'esterno, sembrava essere in grado di
catturare la loro attenzione.
Poi guardo' Saeko, che sopportava eroicamente il torpore
causato dall'antidoto, e i due uomini sotto il tiro della
sua pistola: mentre Ueda aveva dimostrato una notevole
sicurezza di se' e un gran sangue freddo, Inoue,
inginocchiato a terra, non aveva smesso un attimo di
piangere e lamentarsi.
- Avanti- esclamo', rivolto a Kaori - E' meglio muoversi
-.
Kaori annui'.
- Dobbiamo venire anche noi? - Saeko aveva parlato anche
a nome dei suoi prigionieri.
- Si'.....ma ce la fai a camminare da sola? -.
- Certo - replico' lei; e per dimostrarlo fece qualche
passo in avanti, oscillando tuttavia pericolosamente.
Ryo si volto' verso Kaori: - Tu riesci a camminare, vero?-.
- Si', sono a posto - rispose lei - Ormai il sonno mi e'
passato -.
- Va bene - esclamo' allora - Questi due camminano
davanti, tu al centro per tenerli d'occhio, ed io e Saeko
dietro. Saeko, tu non ce la fai a camminare da sola, ti
portero' in braccio io -.
Saeko protesto' flebilmente ma di fronte alla
determinazione di Ryo e alla rassegnazione di Kaori, che
aveva accettato la decisione senza fiatare, dovette
cedere alla maggioranza e accetto' l'idea.
Kaori si trovo' costretta a tenere la pistola in una mano
e il martellone nell'altra, affinche' Ryo dietro di lei
non si dimenticasse di tenere a posto le manine mentre
portava in braccio Saeko.
Lasciarono cosi' il salone, e diretti al quinto livello
della nave, salirono per l'ennesima volta le scale.
Quando, alla fine, giunsero in cima, Inoue ebbe un
tremito e comincio' a piangere piu' forte suscitando la
reazione infastidita del suo amico:
- Ma insomma, Kenji! La vuoi piantare con questa solfa?
Sii uomo, per la miseria!-.
- E' la fine - mormoro' l'altro, tra le lacrime - Siamo
perduti Masanori, perduti-.
Ueda gli lancio' uno sguardo misto di commiserazione e
biasimo ma non gli rispose.
Poi, grazie alle indicazioni, sue e di Kaori aprirono una
porta e videro la piscina al centro della sala: era
ancora piena d'acqua.
Kaori costrinse Ueda ed Inoue a sedersi a terra, mentre
Ryo aiuto' Saeko a sedersi su una sdraio.
- Maledizione!- mormoro' poi - Che sta facendo Umibozu?!
L'acqua e' ancora tutta qui-.
Kaori guardo' la grande piscina di fronte a lei e per un
desiderio irresistibile si sedette sul bordo e sfioro'
l'acqua tiepida con una mano. Mancava meno di un'ora
all'esplosione e probabilmente loro erano le uniche
persone a bordo, consapevoli di quale destino li stesse
attendendo. Guardo' la propria figura riflettersi
sull'acqua e poco dopo, un altro riflesso si aggiunse al
suo; Ryo dietro di lei, le sorrise rassicurante:
- Accidenti! Di questo passo ci fara' diventare tutti
sordi- esclamo' riferendosi ad Inoue che dietro di loro
continuava a piangere disperatamente.
Kaori gli rispose con un gesto, ma non disse nulla.
- Le ferite ti hanno piu' fatto male?- continuo' lui
facendosi serio.
- No, sto abbastanza bene-.
Con un improvviso rumore metallico, il livello dell'acqua
della piscina comincio' a scendere visibilmente; un
sospiro di sollievo usci' spontaneo da tutti i presenti,
solo Inoue, del tutto preso da se' stesso, sembro' non
dare molta importanza a quanto stava accadendo.
Cap. 18 Una leggerezza fatale
Kaori si alzo' in piedi e aspetto' con
ansia febbrile accanto Ryo, di scorgere su di una delle
pareti l'apertura del condotto. Quando pochi minuti dopo,
la vasca fu completamente vuota, effettivamente sulla
parete alla loro sinistra, videro l'apertura che
cercavano.
Saeko, dalla sdraio su cui era adagiata, guardo' e
sorrise; Kaori mando' in esclamazioni di gioia e Ueda,
inginocchiato accanto ad Inoue, si affaccio' al bordo
della piscina per vedere meglio il frutto della sua mente.
Ryo studio' il condotto per pochi minuti e impallidi'
mortalmente; alle sue spalle Inoue gemette piu' forte.
- Maledetto, tu lo sapevi gia'! - sibilo' stravolto,
voltandosi a guardarlo.
Kaori, Saeko e Ueda si guardarono senza capire.
- Ryo, ma che ti prende?!- chiese Kaori sgomenta.
All'improvviso Ryo si ricordo' della loro presenza e
riacquistando il controllo,la guardo'; non disse nulla,
ma lo sguardo tetro che aveva negli occhi le attanaglio'
lo stomaco.
Saeko si alzo' dalla sdraio preoccupata, mentre Ueda a
terra, interrogava con lo sguardo Inoue senza ottenere
alcuna risposta.
Ryo diede un'occhiata all'orologio e da quel momento non
fece piu' trasparire nessun tipo di emozione; con un
balzo salto' sul fondo della piscina e si avvicino' al
condotto per esaminarlo piu' da vicino.
- Ryo, che sta succedendo? - chiese Saeko avvicinandosi
al bordo.
Ryo, che nel frattempo si era inginocchiato di fronte al
condotto, a quella domanda si alzo' in piedi:
- E' molto semplice - disse con voce apparentemente calma
- io di qui non ci passo.......e' troppo stretto -.
Immediatamente un profondo silenzio attonito riempi' la
sala, come se gli astanti facessero fatica a capire il
significato di quelle parole.
Poi si scateno' la reazione: Kaori esclamo' uno
smarritissimo - Eh?- e lo guardo' atterrita, Saeko
accanto a lei vacillo' sulle gambe ma rimase in silenzio;
Ueda invece s'inalbero' incredulo.
- Com'e' possibile?! - urlo' - Ho calcolato io stesso la
grandezza del condotto! Da quel buco persino Kenji ci
passerebbe senza problemi, non puo' essere troppo stretto!-.
- Perche' non chiede al suo amico che cosa e' successo?!-
replico' Ryo con una punta sarcasmo.
Sentendosi chiamato in causa, Inoue biascico' qualcosa
senza senso, sotto lo sguardo sconvolto di Ueda che non
riusciva a capire cosa stesse succedendo.
- Di che parla?! Tu lo sai? Che significa? Che significa?!
-.
Inoue ad occhi bassi, trattenne a fatica il pianto, e
cerco' di rispondergli:
- Io...io...il tuo progetto era sbagliato, Masanori! Tre
mesi fa, e' venuto da me l'armatore...mi ha detto che non
si poteva fare un tunnel di quelle dimensioni...non c'era
abbastanza spazio...io gli ho detto che lo volevo e lui
mi ha risposto che se davvero ci tenevo, poteva
costruirlo piu' piccolo. Io ho accettato...non.....non
credevo che ci sarebbe servito veramente....-.
Ueda perse il controllo: ogni parola che quello aveva
mormorato in tono lamentevole, era stata in grado di
produrgli un tale senso di fastidio e d'ira che, malgrado
avesse le mani legate dietro la schiena, si avvento' su
di lui cercando di aggredirlo.
Kaori lo afferro' per le spalle e, pur facendo fatica a
contrastare un uomo grande e grosso come quello, riusci'
alla fine a gettarlo a terra urlandogli di calmarsi e di
starsenene buono.
In quel momento, la porta della stanza si apri' e
Umibozu, seguito da un uomo che Inuoe riconobbe come il
capitano dello Yacht, entrarono dentro e si fermarono
sorpresi.
- Ryo?!?- esclamo' Umibozu- che ci fai ancora qua?! La
bomba sta per esplodere, abbiamo poco tempo!-.
Ryo lo guardo' impassibile: - Il condotto e' troppo
piccolo, non ci passo - rispose asciutto.
Il capitano impallidi': quando quello strano tizio aveva
chiesto il suo aiuto, spiegandogli la gravita' della
situazione, erano corsi attraverso passaggi e cunicoli
fino al pannello di controllo per svuotare subito la
piscina; adesso, anche quella speranza aveva perso di
significato.
Guardando gli artefici di quell'assurdo piano giacere a
terra sconvolti, non ebbe neanche voglia di aggredirli,
per cui si allontano' disgustato da loro e scese al
seguito di Umibozu nella vasca, sperando di poter essere
d'aiuto. Umibozu si avvicino' a Ryo e infilo' la testa
nel condotto per vedere se, nel buio, si riuscisse a
scorgere qualcosa.
- Be', di certo, io non ci passo - mormoro' poi, e si
allontano'.
Ueda si rialzo' da terra e si sedette su di una
poltroncina lugubremente rassegnato; poi si volse verso
Kaori che, in silenzio, seguiva ogni parola che i tre
uomini si scambiavano.
- Non c'e' proprio niente da fare! - le disse con
distacco - Fra mezz'ora moriremo.....Che dire? Almeno
avro' l'onore di morire accanto ad una donna bellissima
come lei -.
Ryo si volto' di scatto: - E stai zitto, uccellaccio del
malaugurio! - sbraito'
- Qui non morira' proprio nessuno. Taci e lascia stare
Kaori! -.
Kaori lo guardo' meravigliata: non era certo tipico di
Ryo avere simili attenzioni; vista poi la situazione
critica che stavano vivendo.
Con un gesto, si levo' la parrucca e la lancio' lontano,
sotto lo sguardo sorpreso dell'industriale che sembrava
ammirarla sempre di piu' per il modo in cui continuava a
stupirlo.
Il capitano si chino' sull'apertura del tunnel e con fare
pensieroso, disse che forse lui ce la poteva fare a
passare di li': dopotutto era piu' magro di loro.
Umibozu e Ryo si guardarono per un istante:
- Ma lei sa come disinnescare la bomba?-.
L'uomo si morse un labbro e la delusione traspari'
evidente sul suo viso.
Saeko, che aveva ascoltato con attenzione, s'intromise
nel discorso:
- Non c'e' problema - esclamo'- Sarete voi a dire al
capitano come fermare il timer della bomba. Abbiamo gli
auricolari: gli bastera' descriverla ed il gioco sara'
fatto -.
- E con l'acqua come facciamo? - domando' Ryo poco
convinto - Quando si ritrovera' nella cisterna, questi
apparecchi andranno in tilt -.
- Me l'aspettavo, questa domanda - replico' lei con un
sorriso - Non succedera' nulla di tutto cio', Ryo. Queste
trasmittenti sono state impermeabilizzate: potranno
venire immerse tranquillamente!-.
- Allora e' fatta! - concluse entusiasta Kaori.
Saeko annui' e si tolse dalla testa i suoi auricolari,
passandoli ad Umibozu che, dall'interno della vasca, le
porgeva una mano. Ryo guardo' l'orologio: quaranta minuti.
Cap. 19 Delusione e Speranza
In un attimo prepararono tutto: il
capitano si tolse giacca e scarpe, mise gli auricolari,
si assicuro' che funzionassero e infilo' le gambe nel
condotto. Poi, cerco' di lasciarsi scivolare di sotto ma
con sommo rammarico, si rese subito conto di non riuscire
a scendere: all'altezza della vita il suo corpo si
bloccava e, per quanti sforzi facesse, non riusciva
proprio a muoversi di un solo centimetro in piu'.
Piuttosto che farlo indugiare in tentativi inutili,
Umibozu lo afferro' per le braccia e lo tiro' fuori senza
dire nulla. All'uomo, non resto' altro che togliersi gli
auricolari con un gesto disperato, e porgerli a Ryo,
mentre un silenzio di profonda frustrazione scendeva a
spegnere ogni entusiasmo.
Il primo a reagire fu proprio Ryo che incito' gli altri a
cercare una soluzione alternativa.
Ueda sbuffo' di commiserazione, Kaori annui' tra se' e
se' e scese all'interno della piscina avvicinandosi
all'apertura. Non appena le fu davanti, si mise ad
esaminarla attentamente.
- C'e' poco da vedere! - esclamo' Ryo guardandola fare -
Piuttosto, perche' non cerchi di farti venire qualche
buona idea? -.
Kaori si volto' verso di lui e lo fisso' con uno strano
sguardo negli occhi; Ryo inconsapevolmente fremette.
- Io ci passo!- esclamo' lei con convinzione - Ci vado io
a disinnescare la bomba. Mettero' gli auricolari e ti
diro' cosa vedo cosi' tu mi guiderai per fermare il timer!
-.
Contrariamente a quanto si aspettasse, Ryo non diede
segno di apprezzare quell'idea, al contrario, cambio'
repentinamente d'umore.
Dal canto suo, Umibozu si appoggio' alla parete con
indifferenza, come se non l'avesse neanche sentita; e gli
altri, di fronte alle loro reazioni, non ebbero il
coraggio di esprimere il proprio parere.
Kaori guardo' Ryo senza riuscire a capire il motivo del
suo improvviso malumore:
- E' perfetto - insistette - Io ci passo davvero....Ryo,
una donna ha una corporatura piu' minuta rispetto a
quella di un uomo; si vede anche ad occhio nudo che ci
passo. Perche' fai cosi'? Cosa c'e'? -.
- Kaori, tu non lo farai -.
Lei rimase incredula: - Cosa stai dicendo? Perche'?! -.
Ryo si volto' dall'altra parte, cercando di fare cadere
il discorso, ma lei non volle desistere:
- Perche' non vuoi? Sono l'unica che puo' andarci, non
vedi?
Certo, Saeko sarebbe piu' brava di me, ma ora come ora
non potrebbe farlo neanche se volesse: sta male..-.
- Guarda che anche tu stai male!- replico' lui
d'improvviso - Si tratta di scivolare in un tunnel buio
per chissa' quanti metri e chissa' a quale velocita'; per
poi finire, nel momento piu' inatteso, in una cisterna
piena d'acqua senza avere neanche la possibilita' di
prendere fiato. E tu credi che una donna ferita e stanca
come te, che fa fatica persino a camminare, possa
affrontare una cosa simile?! Come minimo moriresti
affogata nella
cisterna! - e cosi' dicendo le volto' le spalle,
ritenendo definitamente chiuso il discorso.
Kaori abbasso' la testa, ferita nell'orgoglio da
quell'ultima frase:
- Allora e' questo che pensi di me...- mormoro' - Gia',
me lo dovevo aspettare........ Tu pensi che io non sia
capace! Che sia solo una stupida, un'inetta!- urlo' fuori
di se' dall'ira.
A quelle parole, Ryo non capi' piu' nulla; l'afferro' per
le spalle e la tiro' a se':
- Maledizione Kaori, possibile che non capisci?! Io non
voglio che tu muoia! - grido' disperato.
Stretta dalle sue mani, Kaori sbianco' per la sorpresa,
mentre Ryo cercava gia' d'imbrigliare l'emozione che,
come un fiume in piena, aveva travolto in un attimo tutta
la sua razionalita' e la sua proverbiale freddezza.
Poi lascio' lentamente le sue spalle, trasformando quella
che era stata una presa energica in una lieve carezza e
abbasso' lo sguardo, imbarazzato.
Kaori rimase in silenzio e si volto' a guardare gli
altri, che per quanto possibile, cercavano di dissimulare
la loro presenza.
- Ma scusa..- mormoro' poi, con un tono di voce molto
piu' dolce del solito - se non lo faccio, moriro'
comunque...-.
Lui alzo' la testa e la guardo' gravemente:
- No, non e' cosi-.
- Che vuoi dire?-.
Ryo fece un passo verso di lei e con voce calma ma
alterata, cerco' di spiegarle:
- Ci sono quaranta minuti: c'e' ancora tempo. Se salti in
acqua adesso, potrai allontanarti abbastanza dalla nave
per non venire coinvolta dall'esplosione..-.
Quelle parole caddero come macigni sulla povera Kaori:
dunque anche lui pensava che non ci fosse piu' via di
scampo; anche Ryo era convinto che fosse la fine!
Lei lo vide immobile e pallidissimo, con dentro gli occhi
la speranza cieca e l'urgenza di farle accettare quella
proposta, e si senti' morire.
- Puoi scendere in acqua dal secondo livello - continuo'
Ryo - C'e' un portello nella zona ovest; sarai abbastanza
in basso: l'impatto non ti fara' male-.
Le labbra violacee, il cuore in tumulto, Kaori cerco'
dentro di se' la voce per dire qualcosa; fece una grande
fatica, degluti' piu' volte, poi flebilmente riusci' a
chiedergli:
- Tu...vieni con me?-.
Era una domanda inutile, perche' ne conosceva gia' la
risposta, tuttavia la fece lo stesso.
Ryo la guardo' assorto, come se stesse cercando
d'imprimere a fondo nella memoria ogni particolare del
suo viso, e non riusci' a pronunciare quelle parole gia'
abbastanza evidenti nei suoi occhi.
Kaori comprese e abbasso' lo sguardo.
Quando poi torno' a guardarlo, una rassegnata
determinazione e un po' di colore sulle guance, avevano
trasformato il suo viso:
- Non posso andarmene da qui!- gli disse con sicurezza -
Ne' voglio farlo -.
Questa volta fu Ryo a spaventarsi:
- Kaori, cosa dici?! Avanti, vattene: questo e' il
momento migliore - esclamo'.
- Smettila! - replico' lei con dolce fermezza - Ho gia'
deciso e non cambiero' idea: io rimango qui accanto a te
-.
Ryo cerco' di opporsi: le disse che era una stupida, che
non poteva permetterle di fare una cosa del genere, che
l'avrebbe fatta andare via con la forza, se necessario. E
a quel punto Kaori lo colpi' in viso:
- Non c'e' tempo per litigare!- esclamo' duramente - Io
mettero' quegli auricolari ed entrero' nel tunnel: se tu
non vuoi farmi da guida, lo fara' Umibozu al posto tuo.
Anche se... vorrei che lo facessi tu..-.
Nel pronunciare quell'ultima frase, la voce di Kaori si
addolci' improvvisamente, come se quella piccola
richiesta avesse invece una grandissima importanza per
lei.
Ryo vide la luce nei suoi occhi, la fermezza della voce,
l'ansia tradita soltanto dal tremito delle sue mani e
capi' che non poteva fermarla.
- Va bene, Kaori - disse lentamente - Se tu sei convinta,
io saro'con te! -.
Kaori sorrise sollevata e Ryo, in qualche modo fece
altrettanto: se Kaori avesse scoperto l'angoscia ed il
terrore che gia' lo attanagliavano, avrebbe perso tutta
la fiducia in se' stessa; era compito suo infonderle
coraggio.
Kaori prese dalle mani di Ryo gli auricolari e li mise
alle orecchie assicurandosi, per la seconda volta, che
funzionassero.
Nel frattempo Umibozu prese dalla tasca un giravite e una
piccola forbice, sottratti ad una cassetta di attrezzi
trovata accanto al pannello di controllo, e li porse a
Kaori dicendo di metterli nella borsetta per poter avere
le mani libere.
Lei accetto' il consiglio e mentre li metteva in borsa,
si avvicino' al condotto; Ryo la seguiva a pochi passi di
distanza.
Guardando per un attimo il tunnel scuro in cui stava per
entrare, il cuore le sobbalzo' nel petto e istintivamente
si volto' verso di lui per cercare conforto; poi si
riebbe e con una straordinaria lucidita', vide
chiaramente la situazione in tutti i suoi aspetti e capi'
cosa doveva fare.
Senza dire nulla si tolse le scarpe, prese la borsa che
aveva messa a tracolla e la diede a Ryo.
- Credo..di dovermi spogliare..- mormoro' un po'
impacciata.
Lui cerco'di trarla d'imbarazzo: - Si', infatti..... il
vestito ti si potrebbe impigliare da qualche parte -
mormoro' e prese la borsetta incoraggiante.
Il capitano distolse con discrezione lo sguardo, Umibozu
usci' dalla piscina voltandole di scatto le spalle e
prese dallo spogliatoio due grandi teli di spugna che
getto' sulle teste di Ueda ed Inoue per coprirgli
totalmente la visuale. I due uomini ebbero un moto di
protesta che si spense naturalmente non appena lo
sentirono armare una pistola, dando sempre le spalle alla
piscina, Umibozu si sedette accanto a loro con quell'arma
tra le mani.
Kaori assistette alla scena riconoscente, poi si sfilo'
con un gesto il vestito, ed un brivido di freddo le corse
giu' per la schiena. Tese subito il braccio verso Ryo per
riprendersi la borsetta ma lui non si mosse: guardava le
bende che fasciavano il suo corpo, ed una profonda ruga
di preoccupazione gli solcava la fronte.
Fu solo per una attimo, poi Ryo si accorse di essere
osservato e mitigo' l'espressione del suo viso per
nascondere l'ansia. Vedendo la mano ancora tesa di Kaori,
le restitui' la borsa che lei subito mise a tracolla.
- Te la senti? - le chiese per l'ultima volta.
- Si', sono pronta- replico' lei con sicurezza e si
sedette a terra infilando le gambe nella botola; il
freddo che senti', le ricordo' che il tunnel era bagnato.
Saeko la chiamo' un attimo dal bordo della piscina e
sorridendole rassicurante, le disse che tutto sarebbe
andato bene;Kaori annui', poi si volto' a guardare Ryo in
ginocchio dietro di lei: era pronta.
Facendo grossi sforzi per mantenersi lucido, Ryo la prese
per i polsi e disse:
- Adesso devi stenderti la' dentro; non avere paura: io
ti tengo per i polsi, non ti lascio se tu non me lo dici-.
-Va bene..-.
- Probabilmente scenderai molto velocemente e non avrai
il tempo di renderti conto di cio' che succede attorno a
te. Percio' concentrati sulle tue sensazioni e non appena
senti l'acqua, prendi fiato e trattieni il respiro.....
fai aerare i polmoni, all'inizio, cosi' potrai trattenere
piu' ossigeno -.
Kaori annui' una seconda volta concentratissima su ogni
parola.
Ryo continuo':
- Qualsiasi cosa accada, non perdere mai la calma, ok?...Non
appena sei in acqua, guarda verso l'alto e nuota subito
verso il punto in cui vedi filtrare la luce da fuori -.
- Ok - ripete' lei- Andiamo -.
Kaori piego' il busto all'indietro quasi a distendersi a
terra e in un attimo il suo corpo, tirato dalla forza di
gravita', scivolo' sull'acqua del tunnel trascinandola
all'interno di esso.
Ritrovandosi improvvisamente avvolta nell'oscurita' di
quel luogo gelido, trattenuta soltanto dalle mani di Ryo,
Kaori ebbe un moto di orrore e non riusci' a trattenere
un gemito.
- Kaori, sono qua!- grido' lui, intuendo le sue emozioni
- Stai tranquilla, ti tengo, non ti lascero' andare....
non avere paura: vuoi uscire? Ti faccio uscire subito se
vuoi..-.
Il suono di quella voce alle sue spalle ed il contatto
cosi' forte delle sue mani ebbero l'effetto di un
calmante per lei e, confortata dalla sua presenza, si
vergogno' terribilmente per il modo in cui aveva reagito.
- No - mormoro' riacquistando la calma - E' tutto ok, sto
bene. Possiamo continuare..-.
Ryo comincio' a sudare freddo:
- Ok, allora quando dici tu, io ti lascio...-.
Kaori fece dei respiri profondi per aerare i polmoni :
- ...Quando ti dico 'vai', tu mi lasci, ok?-.
- Ok - biascico' lui.
- Devi lasciarmi immediatamente, va bene? -.
- Va bene-.
Kaori chiuse gli occhi cercando di concentrarsi.
Penso' alle mani di Ryo, che la stringevano forte; quelle
mani....quell'uomo che forse non avrebbe piu' rivisto.
Trasse un sospiro, poi esclamo' -Vai!-.
Ryo lascio' le sue mani, piu' per un riflesso
condizionato che per altro, e sentendola scivolare
velocemente al buio, verso il basso, si senti' lacerare
il petto e rimase in ginocchio, vinto dall'angoscia.
Cap.20 Separazione
Umibozu tolse i teli dalla testa dei
due malviventi e torno' a sedersi, questa volta guardando
la piscina.
Nessuno ebbe il coraggio di parlare: sarebbero bastati
pochi minuti a Kaori per giungere alla cisterna; percio'
bisognava aspettare un suo segnale.
Il mancato arrivo della sua voce, il silenzio, avrebbe
indicato che qualcosa era andato storto e che lei non ce
l'aveva fatta.
In quel tormento senza fine, Ryo senti' i secondi
diventare ore e i minuti giorni; ogni istante che passava
in silenzio, acuiva la stretta che sentiva al cuore e,
concentrato com'era sul suo udito, non avrebbe potuto
percepire nient'altro di quanto fosse accaduto attorno a
se'.
Kaori aveva cominciato a scivolare verso il basso non
appena le mani di Ryo l'avevano lasciata. Le gocce
d'acqua che ricoprivano il tunnel, diminuivano l'attrito
del suo corpo sul metallo, evitando cosi' che la pelle si
surriscaldasse e si ustionasse.
Malgrado non potesse vedere nulla in quell'oscurita',
Kaori apri' gli occhi quasi subito e immediatamente le
sembro' che il buio del tunnel fosse un po' meno buio di
prima, tanto da permetterle d'intravedere le pareti di
metallo che la circondavano. In pochi attimi realizzo'
che in basso doveva esserci la fine del tunnel e che la
luce quasi impercettibile che le arrivava, doveva
provenire dal neon della stanza in cui era stata posta la
cisterna. Ebbe appena il tempo di formulare quel pensiero
che senti' qualcosa di strano.
Non fu una sensazione chiara e definita, ma soltanto
l'intuizione di essa; qualcosa che aveva superato appena
la soglia di percezione.
Era la sensazione dell'acqua che Kaori aveva percepito ai
suoi piedi e che l'aveva spinta a prendere fiato e
trattenere il respiro.
Subito dopo senti' chiaramente l'acqua entrarle nelle
orecchie e avvolgerla completamente, mentre una forza
invincibile rallentava la sua caduta.
Agito' impulsivamente le braccia e avverti' il suo corpo
muoversi lentamente. Allora riapri' gli occhi e,
ricordando le raccomandazioni di Ryo, alzo' la testa
verso l'alto guardando i raggi di luce che penetravano
nella cisterna.
Si rese, cosi', conto di essere sul fondo per cui si
diede una spinta coi piedi e comincio' subito a nuotare
verso l'alto.
Purtroppo, la cisterna si rivelo' essere molto piu'
grande di quel che lei aveva creduto, e presto si senti'
mancare l'aria. Cerco' quindi di nuotare il piu'
velocemente possibile finche' non vide la superficie
dell'acqua sempre piu' vicina; in quello stesso momento
senti' che i polmoni le stavano scoppiando nel petto.
" Non ce la faccio" penso' " Non ce la
faccio .....e' la fine...".
Fece un ultimo sforzo e, ormai al limite di
sopportazione, con una spinta disperata, riusci' ad
emergere la testa fuori dall'acqua.
Immediatamente un dolore sordo le strinse il petto e la
cassa toracica comincio' a sollevarsi convulsamente per
far entrare quanta piu' aria possibile.
Dall'altra parte, Ryo senti' il gorgoglio dell'acqua
seguito da un respiro corto e veloce, e capi' con
sollievo che lei ce l'aveva fatta.
Sentendola respirare a quel modo, rimase in silenzio,
consapevole del fatto che, seppure lei lo avesse sentito,
in quello stato non avrebbe potuto rispondergli.
E cosi', dopo qualche minuto, quando capi' di poter
trattenere un po' di fiato per parlare, fu lei a
chiamarlo e gli disse che era tutto a posto.
Ryo guardo' Umibozu e Saeko che aspettavano sul bordo
della piscina e comunico' a tutti che lei era viva.
La cisterna in cui si trovava era circolare e, come aveva
potuto constatare personalmente, molto profonda; l'acqua
della piscina l'aveva riempita quasi completamente tanto
che da sopra, Kaori poteva vedere il pavimento
sottostante.
Cerco' la scala che avrebbe dovuto permetterle di uscire
e subito vide, poco distante da lei, i passamani in
metallo che correvano giu' per tutto il fianco della
cisterna.
Ryo la chiamo':
- Kaori, hai trovato la scaletta?-.
- Si' , pero' e' solo dalla parte esterna..- mormoro' lei
con disappunto.
- Che significa?- .
Kaori guardo' davanti a se': per uscire dalla cisterna
avrebbe dovuto tirarsi fuori dall'acqua tenendosi a
quelle specie di maniglie, scavalcare il bordo della
stessa e mettere i piedi sui pioli della scala con una
specie di acrobazia.
- Niente, niente - rispose a lui - Come non detto: e'
tutto a posto; ora esco..- non c'era bisogno di farlo
preoccupare; tanto in qualsiasi modo, Ryo non avrebbe
potuto aiutarla.
Kaori prese il piu' saldamente possibile i manici della
scala e cerco' di sollevarsi fuori dall'acqua facendo
presa sulle braccia e dando un colpo di reni.
Tuttavia, nel momento in cui il suo corpo emerse, anche
il suo peso aumento' di colpo e le mani scivolarono sui
braccioli facendola ricadere in acqua.
Kaori invei' stizzita, chiedendosi in che modo Inoue
avrebbe potuto fare una cosa del genere, e si avvicino'
per provarci di nuovo. Questa volta, fece il movimento
piu' dolcemente, dando un colpo di reni meno brusco e
appoggiando un ginocchio sul bordo della cisterna.
Riusci' a trovare una posizione di equilibrio e in quello
stesso istante, Ryo si fece sentire:
- Kaori, che stai facendo? sei uscita? -.
- Non ora, Ryo.......in questo momento sono impegnata...-
disse lentamente, mentre cercava, a cavallo della
cisterna, di poggiare un piede su un piolo della scaletta.
- Sei uscita? - insistette lui, che non riusciva a capire
cosa stesse facendo.
- Quasi..-.
Kaori riusci' a mettere un piede sulla scala poi fece
passare anche l'altra gamba dalla parte esterna, ma
strisciandola sul bordo sottile della cisterna, si
procuro' un taglio non indifferente sul polpaccio che la
fece gemere di dolore.
Ryo immediatamente si allarmo':
- Kaori, cosa c'e'? Cosa sta succedendo?-.
Lei comincio' a scendere la scaletta incurante del sangue
che scolava giu' per la gamba:
- Non ti preoccupare... - gli rispose - Mi sono tagliata
con il bordo della cisterna, ma non e' nulla di grave......Ora
sto scendendo: fra pochi minuto saro' a terra -.
- Cerca di stare attenta -.
A quel punto Ryo, fino a quel momento rimasto in
ginocchio davanti all'apertura del canale, si sedette a
terra appoggiandosi alla parete della piscina e guardo'
Umibozu.
- Sta scendendo- mormoro'- fra pochi minuti sara'di
fronte alla bomba-.
L'altro annui' e guardo' l'orologio: mancavano quindici
minuti alla detonazione.
Ueda, che fino a quel momento aveva seguito in silenzio
il procedere della situazione, a quel punto si volto'
verso Umibozu:
- Vorrei essere slegato - disse pacatamente- Non voglio
morire con le mani dietro la schiena...-.
Umibozu lo guardo' e guardo' gli altri: in quel momento
tutti avevano la consapevolezza che le possibilita' di
sopravvivere erano quasi nulle; per cui senza fare
obiezioni, estrasse da una tasca un coltellino a
serramanico e con un gesto taglio' le corde che legavano
Ueda ed Inoue.
- Pero' non provate a muovervi!- intimo' con fare
minaccioso.
Non appena fu scesa dalla scala, Kaori comincio' a
guardarsi in giro: era giunta in una stanza vuota e
fredda, perche' evidentemente il riscaldamento della nave
non la raggiungeva.
Tremando, fece il giro della cisterna, vide la porta
blindata nella parete di fronte a lei, e a terra sulla
destra, scorse la bomba ad orologeria.
- L'ho trovata, Ryo!-.
- L'hai trovata? bene!- esclamo' lui - Allora, avvicinati
e guardala con attenzione: per prima cosa devi cercare il
display...-.
Kaori le si inginocchio' davanti:
- E' qui - mormoro'- mancano quattordici minuti e trenta
secondi.. - e nell'indicare il tempo a loro rimasto, la
voce tradi' una certa ansieta'.
Ryo cerco'di tranquillizzarla:
- Ok, non ci pensare, e' un tempo piu' che sufficiente.....semmai
dimmi: il display e' posto sul pannello di controllo ?-.
- Ryo, ma che mi chiedi?!- sbotto' lei - Sai benissimo
che non ne capisco niente!-.
- Ok, Ok, scusa, non farci caso. Rispondi solo a questo:ci
sono delle viti?
Il pannello del dislay puo' essere staccato dal nucleo
della bomba?- .
Kaori si chino' sull'ordigno e gli rispose tutta contenta:
- Ci sono, le posso togliere! -.
- Bene, allora fallo: usa il cacciavite che ti ha dato
Umibozu -.
Kaori non se lo fece dire due volte: apri' la borsa,
prese il giravite con le mani che tremavano sia per il
freddo che per la tensione, e tolse una dopo l'altra le
quattro viti.
- L'hai fatto? -.
- Si'....e ora?-.
Ryo rimase un attimo in silenzio, poi le disse di tirare
il pannello verso di se', con cautela e delicatezza.
Kaori prese la piastra per i bordi e facendo pressione
sui polpastrelli, la tiro' verso di se' cercando di
conciliare la forza con la cautela.
Con un colpo secco il pannello si stacco' cadendole in
grembo, e Kaori vide un groviglio di fili che si
dipanavano da esso e raggiungevano il nucleo della bomba;
a quella vista, tremo' e con voce cupa, descrisse a Ryo
tutto cio' che vedeva.
Ryo sapeva gia', all'incirca, cosa poteva trovare e
quella minuziosa descrizione, servi' semplicemente a
confermare le sue aspettative.
Con voce mortalmente calma, le disse di prendere le
forbici:
- Riesci a capire quali siano i fili collegati al timer?
- le chiese poi.
Kaori rispose cercando di nascondere l'emozione della
voce:
- Ce ne sono tre di colori diversi -.
Ryo ripete' a Umibozu quelle parole e i colori dei fili
che Kaori via via gli aveva indicato.
- Senti, e come sono disposti? - le chiese ancora.
Kaori scrupolosamente, indico' uno per uno le posizioni
dei vari fili e rimase in ascolto mentre lui li ridiceva
ad Umibozu.
I due sweeper si scambiarono uno sguardo d'intesa, poi
Ryo chiamo' Kaori e con tono grave le disse che, con ogni
probabilita' , il filo da tagliare era quello verde.
- Come, 'Con ogni probabilita'' ? - balbetto' lei
preoccupata - Non e' sicuro? -.
- No, non possiamo averne la certezza....Comunque e'
quasi sicuro - replico' lui, non potendo rassicurarla
piu' di cosi'.
Lei tacque un istante: - Allora...lo taglio?- chiese in
un sussurro.
- Si' -.
Kaori guardo' le forbici che stringeva convulsamente
nella mano destra e diede un'ultima occhiata al timer che
indicava sette minuti all'esplosione, poi le avvicino' al
filo verde.
Senti' il gelo penetrarle dentro e credette che il cuore
le si fosse fermato; il silenzio attorno a se' e nella
stanza in cui erano gli altri, che sentiva per mezzo
degli auricolari, era un silenzio carico di tensione.
Avverti' chiaramente la presenza di Ryo accanto a se', e
sapeva che lui, legato a lei da qualcosa di piu' forte di
un semplice apparecchio elettrico, adesso era li' al suo
fianco a condividere gli stessi pensieri e le stesse
paure: morire cosi'...distanti l'uno dall'altra.
Con voce rotta, Kaori chiamo' Ryo per un'ultima volta;
lui subito rispose con il medesimo tono di voce:
- Si' ? -.
- Ryo, io ti amo - mormoro' lei sommessamente, e prese il
filo verde tra due dita, preparandosi a tagliarlo.
Pochi istanti dopo, la voce limpida e calda di Ryo, le
giunse all'orecchio:
- Anch'io ti amo, Kaori -.
Una gioia immensa si mescolo' all'angoscia e alla paura
che provava in qualcosa d' indescrivibile e guardando il
timer che indicava pochi minuti alla detonazione, Kaori
si morse il labbro: non sarebbe finita cosi'.
-Io vado..- sussurro' piena di coraggio.
- Si' - rispose lui con fermezza.
Allora Kaori si piego' con forza sulle forbici e taglio'
il filo verde.
Cap.21 Luce d'Alba
Nella stanza della piscina, tutti
avevano intuito la conversazione tra Ryo e Kaori, e
sapevano di essere arrivati al momento decisivo, l'attimo
in cui si giocava il tutto per tutto.
Non potevano conoscere il momento preciso in cui Kaori
avrebbe tagliato il filo, percio' rimasero in attesa,
ognuno immerso profondamente nei propri pensieri.
Ryo, appoggiato alla parete della piscina, guardava
distrattamente la luce al neon che, dal soffitto,
illuminava senza pieta' le loro paure, e mentre ascoltava
il nuovo rinnovato silenzio che avvolgeva tutto attorno a
se', ritorno' con la mente indietro nel tempo,
percorrendo a ritroso anno dopo anno.
Passarono pochi istanti, poi un singhiozzio convulso
riecheggio' nelle sue orecchie e lo riscosse da quei
pensieri; subito si strinse all'auricolare e chiamo'
Kaori che dall'altro lato piangeva disperata.
- Che c'e'? ...Kaori, che c'e'? -.
Kaori non rispose: singhiozzava cosi' forte da non
riuscire quasi a prendere fiato.
Nel frattempo, Saeko e gli altri erano tornati
bruscamente alla realta' e vedendo Ryo agitarsi, si
guardavano con fare interrogativo.
- Kaori,che c'e'? Perche' piangi?- incalzo' lui.
Kaori fece uno sforzo terribile, tento' di fermare il
pianto che la scuoteva come il vento scuote un albero, e
tra le lacrime disse che il timer era fermo, che erano
salvi; poi scoppio' a piangere piu' forte.
Comprendendo finalmente che il pianto di Kaori era un
pianto liberatorio, Ryo sospiro' sollevato e per tutta
risposta ebbe una mezza risatina, sotto lo sguardo
incerto degli altri che non sapevano se considerare buon
segno quella sua reazione.
Umibozu fu il primo a scuotersi dall'incertezza e si
alzo' da terra:
- Ce l'ha fatta, vero? - chiese a Ryo.
- Si', ce l'ha fatta - replico' lui, uscendo dalla
piscina - Io vado a raggiungerla! -.
E senza dare a nessuno il tempo di replicare, infilo' la
porta e ando' via, mentre Umibozu tornava a legare Ueda
ed Inoue, e si metteva d'accordo con Saeko su come agire
per il rientro in porto.
Ryo corse lungo il corridoio ascoltando Kaori che
cominciava a rallentare i sighiozzii.
- Sto arrivando - le disse - Sono davanti alle scale.
Avanti, tirati su', Kaori, smettila di fare cosi'...-.
Dall'altro lato ci fu un attimo di silenzio, poi Kaori
rispose:
- Mi....fai uscire da qui? - .
- Certo! - replico' pronto lui - Io sto arrivando al
terzo livello, ma tu puoi gia' uscire dalla stanza: c'e'
un dispositivo d'apertura e un tastierino numerico
accanto alla porta; bastera' premerlo e la porta si
aprira'.....ho estorto la combinazioe a Ueda...-.
Kaori poso' delicatamente il pannello della bomba a
terra, e si alzo' in piedi barcollando.
Ora che l'urgenza e il pericolo erano stati eliminati, si
accorse, tra un brivido di freddo e l'altro, della pozza
di sangue che si era creata ai suoi piedi e senti'
nuovamente il dolore irradiarsi dal polpaccio a tutta la
gamba. Cammino' piano piano fino a raggiungere la porta e
guardo' con occhi stanchi la pulsantiera al suo lato.
Nel frattempo Ryo la chiamo' di nuovo:
- Sono qui, dietro la porta - disse.
- Che cosa devo fare?- chiese lei, confusa.
- Soltanto pressare i numeri che ora ti dico...-.
- Si'-.
Kaori schiaccio uno dopo l'altro tutti i pulsanti che lui
le indico', poi schiaccio' un tasto rosso che si trovava
in basso sulla tastierina numerica, inviando cosi' i dati
al sistema di apertura.
Immediatamente, un grosso scatto metallico sottolineo'
che la porta si stava per aprire e con un passo indietro
lei si ritrasse, per paura di farsi investire dalla porta
in movimento.
Ryo senti' lo scatto della serratura e pochi istanti
dopo, le ante blindate cominciarono ad aprirsi.
La prima cosa che intravide al di la' di esse, fu la
parete metallica della cisterna, al centro della stanza;
poi noto' Kaori che, bagnata e rossa in viso, guardava
fuori con occhi smarriti.
Immediatamente, le corse incontro e senza darle tempo di
dire niente la strinse a se', mormorando il suo nome come
se fosse ossigeno; Kaori a sua volta ricambio'
l'abbraccio e pianse ancora un po' con il volto nascosto
sulla sua spalla.
Poi, mentre lei si liberava di tutta l'angoscia che aveva
represso per troppo tempo, lui cerco' di asciugarla e
riscaldarla stringendola a se'.
Fu in quel momento che Ryo si accorse che la ferita sulla
gamba di Kaori non era cosi' superficiale come aveva
creduto.
- Tu continui a sanguinare..- mormoro' preoccupato.
Lei si asciugo' gli occhi con la mano e finalmente
sorrise:
- E' solo un taglietto da niente - rispose - Fa piu'
effetto a guardarsi che altro -.
Ryo la squadro' poco convinto e, vedendola tremare da
capo a piedi,si tolse la giacca e gliela fece indossare;
poi, senza dire niente, la prese in braccio e
s'incammino'.
- Sara' solo un taglietto come dici tu - mormoro' - ma e'
meglio fermare l'emorragia -.
Kaori lo lascio' fare e appoggio' dolcemente la testa
sulla sua spalla.
- Sei stata molto brava, sai?- affermo' Ryo un po' in
imbarazzo.
- Dici davvero? -.
- Altroche': se tu non avessi insistito, saremmo morti
tutti. Ti dobbiamo la vita, Kaori ...-.
- Tu non mi devi proprio niente: con tante volte che mi
hai salvato, abbiamo solo pareggiato i conti...-.
- Ah, si'? -.
- Si'..-.
- ....allora adesso si ricomincia a contare da zero..-
mormoro' lui ridacchiando.
- Oh, no! Speriamo proprio di no!- protesto' lei
vivacemente.
Non appena giunsero alle loro stanze, incontrarono Saeko
che usciva dalla duecentotrentasei con una cassetta tra
le mani; la donna li saluto' con un sorriso e si
avvicino' a Kaori:
- Ho preso le tue registrazioni di Ueda - esordi'
sventolando il nastro - Ryo mi ha detto che volevi
consegnarle alla polizia percio', se per te va bene, me
ne occupero' io stessa -.
Kaori annui' d'accordo: - Ueda andra' in prigione, vero?
- chiese con ansia.
- Be', penso proprio di si' - replico' Saeko - Con le
accuse che pendono su di loro, e le tue registrazioni,
non credo che ne verranno piu' fuori...- .
Poi cambio' tono ed argomento:
- Kaori, io ti devo ringraziare. Senza di te non ce
l'avremmo fatta ad uscire vivi da qui; ti devo la vita..-.
- L'avresti fatto anche tu, al posto mio - replico' lei
un po' in imbarazzo
- percio' non ringraziarmi, Saeko..-.
Neanche il tempo di finire la frase e Umibozu spunto' in
corridoio e si avvicino' al gruppetto.
- Eccone un altro- sbuffo' Ryo seccato.
Umibozu guardo' Kaori: - Tutto bene? - chiese, senza
tante cerimonie.
- Si', e' tutto OK, grazie -.
- No, grazie a te! - replico' lui, e senza soffermarsi
troppo su quel discorso, si volto' verso di Ryo:
- Vieni, ti devo parlare! -.
- Cosa c'e' ? Non vedi che ho da fare?! Kaori continua a
sanguinare...-.
- Me ne occupo io - si offri' Saeko - Ryo, tu fa cio' che
devi fare; ci penso io a Kaori -.
Ryo la guardo' insospettito da tale prontezza, e mise a
terra Kaori subito sostenuta dalla donna; Poi segui'
controvoglia Umibozu, dirigendosi con passo veloce verso
il salone.
- Dove stiamo andando? - chiese seccatissimo.
- Gli ospiti si stanno riprendendo..-.
- E allora? -.
- Non credi che dovremmo fare una chiacchierata con
alcuni di loro? -.
- Per quel famoso traffico, dici? ah.....allora capisco
perche' mi hai detto di venire: sai benissimo che senza
di me non riusciresti a farli parlare...-.
- Che cosa?! - urlo' Umibozu - Guarda, mio caro, che se
ti ho invitato a venire e' solo perche' alla tua socia
interessava questa storia! Certo ...- continuo' poi
seraficamente - se poi hai paura..-.
-Io, paura?! Andiamo, che ti faccio vedere io, chi ha
paura!-.
Cosi' litigando litigando, Ryo e Umibozu su avviarono.
Cap. 22 Rientro a Tokyo
Quando Ryo lascio' il salone, dentro
non c'era piu' nessuno: gli uomini coinvolti nel traffico
erano stati portati via gia' impacchettati da Umibozu per
essere consegnati a Saeko; gli altri ospiti e il
personale di bordo invece, avevano raggiunto barcollando,
i rispettivi alloggi.
Stranizzato dal fatto che lo yacht non avesse ancora
cominciato le manovre per il rientro in porto, Ryo si
diresse verso la cabina di comando; dove trovo' Saeko in
piena conversazione con il capitano.
- Che ci fai tu qui?! - esclamo' sorpreso - Non eri in
camera nostra? -.
Lei lo guardo' seria: - Ho lasciato la camera pochi
minuti fa, devo avvertire la questura di quanto e'
accaduto e il capitano mi ha messo a disposizione la
radio di bordo -.
- E' per questo che siamo ancora qui? Ti serve
l'autorizzazione? -.
- Si', questa nave e' carica di esplosivo; non possiamo
tornare a Tokyo senza prima aver allertato le autorita'
-.
Ryo sbuffo' stanco: dovevano aspettare ancora prima di
poter tornare in porto; e per giunta avrebbero trovato
sul molo artificieri e giornalisti a dar fastidio.
- Dov'e' Kaori? - chiese poi, cambiando discorso - In
camera? -.
Saeko lo guardo' maliziosa: - Mi dispiace per te, ma non
e' piu' in camera - disse - Mi ha detto che andava al
salone..-.
Ryo le lancio' un'occhiataccia borbottando qualcosa come
replica alle sue insinuazioni e usci' dalla stanza
avvertendola che Umibozu la stava cercando per una
consegna urgente.
Contrariamente alle sue aspettative, Ryo trovo' nel
salone lo stesso deserto che aveva lasciato pochi minuti
prima.
" Chissa' dove si sara' cacciata!" penso'
contrariato e fece per andarsene; lanciando pero' con
disattenzione un'occhiata fuori da un oblo', intravide
una figura appena illuminata dalla luce del sole che
stava per sorgere: Kaori era sul pontile.
Attraverso' in un attimo la grande sala e usci' fuori a
vedere: la ragazza, adagiata su una grande sdraio, era
avvolta in una copertina e gli dava per tre quarti le
spalle.
Lui si avvicino' in punta di piedi temendo di svegliarla
ma quando fu abbastanza vicino, si accorse che lei era
sveglia e guardava afflitta l'acqua increspata dal vento
mattutino.
- Credevo che dormissi! - esclamo' Ryo sorpreso.
Kaori alzo' lo sguardo e gli accenno' un sorriso, poi
trasse un lungo doloroso sospiro: - Io non credo che
riusciro' piu' a farlo..- mormoro' tristemente e lascio'
Ryo perplesso.
- A cosa ti riferisci? - replico', chinandosi per
guardarla meglio.
Kaori sospiro' di nuovo: - Dormire... non credo che
riusciro' piu' a dormire...- e gli occhi le si riempirono
di mestizia.
A quell'uscita, Ryo cambio' d' espressione e sorrise
divertito:
- Perche' ne sei tanto convinta? - chiese ancora fingendo
un po' di serieta' per non ferire il suo amor proprio.
Lei lo guardo' sconsolata:
- Sono cosi' terribilmente stanca... - esclamo' - Cosi' a
pezzi! Ma non riesco a chiudere un occhio; ne ho tanto
bisogno, ma non ci riesco. Io non potro' dormire mai piu'...-
e il suo viso si fece piu' cupo - Ryo, io....credo che
moriro'- esclamo' infine con tono grave.
Ryo fece una fatica fatica pazzesca per non scoppiarle a
ridere in faccia e, pensando tra se' e se' che lei era
gia' addormentata, le chiese dolcemente di fargli un po'
di posto sulla sdraio.
Kaori si accuccio' in un angolino e Ryo le si sedette
accanto allungando le gambe affianco alle sue, e
passandole un braccio dietro le spalle con non-chalance.
- Si' Kaori - mormoro' poi riprendendo dalla sua
affermazione - Purtroppo credo anch'io che morirai; eh,
che vuoi farci, e' una legge di natura...capita a tutti
prima o poi -.
- Non prendermi in giro - mormoro' lei contrariata - io
dico sul serio! -.
Ryo le sorrise e la scherni' con affetto:
- Non risci a dormire proprio perche' sei tanto stanca -
le disse - Ma non ti preoccupare:vedrai che tra qualche
minuto ti addormenterai.....e mi tocchera' anche portarti
a casa di peso; che vita! -.
Kaori si avvicino' a Ryo facendo del suo braccio un
comodo cuscino e socchiuse gli occhi; mentre lui guardava
il mare avanti a se' ed il cielo che si andava
rischiarando visibilmente.
- Sta spuntando il sole..- mormoro'.
Kaori riapri' gli occhi e sorrise:
- Credevo che non l'avrei piu' rivisto. Sai una cosa?
Faccio fatica a credere che siamo salvi...davvero...-.
- Be', questo e' normale; dopotutto ci siamo salvati in
extremis....e tu gia' credevi che saresti morta - rispose
lui.
- Perche', tu no? - replico' lei ironicamente.
Ryo tossi' imbarazzato
- No, io sapevo che ce l'avresti fatta - azzardo'.
- Bugiardo, non e' affatto vero! Ti ho visto sai, com'eri
spaventato...-.
Lui rimase in silenzio mascherandosi dietro un sorriso,
poi riprese:
- ...Non ti avevo mai vista cosi' determinata..-.
Kaori trasse le gambe verso di se' e si sistemo' meglio
accanto a lui:
- Lo so. E' che io....non volevo che morissi; ero l'unica
possibilita' per voi. E poi continuavo a pensare a Miki,
da sola, al Cat's Eye...-.
- A Miki? -.
- Si'........se Umi fosse morto cosi', lontano da lei....non
volevo che accadesse. E ...non volevo che accadesse a noi
-.
Ryo la strinse forte a se' e rimase in silenzio.
Poi, il sole emerse dal mare e illumino' i loro volti
lasciando che Ryo vedesse l'espressione seria di Kaori.
- Ti preoccupa tanto quest'idea? - le chiese dolcemente.
Lei assenti'.
- Sciocca... Non accadra' mai questa cosa: noi due siamo
invincibili!- e quasi a rimarcare quanto aveva detto, le
sorrise spavaldo.
Malgrado sapesse perfettamente che Ryo non era in grado
di controllare gli eventi e non poteva sapere cosa li
attendesse in futuro, Kaori si lascio' contagiare dalla
sua sicurezza e decise di credergli.
Poi, tornata a rasserenarsi, senti' il corpo intorpidirsi
e una forza invincibile la costrinse a chiudere gli occhi
facendola crollare addormentata.
Quando la nave attracco', Ryo prese Kaori in braccio,
scese dalla nave e sgattaiolo' via prima che i
giornalisti potessero interessarsi a lui.
Dei bagagli di entrambi se ne occupo' Umibozu che, deciso
ad evitare la ressa, usci' da una porta di servizio che
nella fretta, Ryo non aveva neppure notato.
Cap. 23 Conclusione
Seduto al tavolo della cucina, con il
giornale accanto, Ryo sorseggiava lentamente una tazza di
caffe', maledicendo se' stesso per 'non essere stato
capace di prepararsi un caffe' decente'. Erano le dieci
del mattino e non si sarebbe mai alzato tanto presto se
una telefonata di Umibozu all'alba delle nove, non avesse
interrotto il migliore dei suoi sonni.
Miki desiderava ringraziare Kaori di persona per quanto
aveva fatto, e sperava che in mattinata potessero
entrambi recarsi al Cat's Eye.
" Ma quanto dormira' ancora?" si chiese,
sfogliando oziosamente le pagine del giornale.
La risposta gli giunse pochi attimi dopo, sotto forma di
un forte rumore di passi proveniente dal corridoio; la
porta della cucina si apri' e una assonnatissima e
stravolta Kaori entro' barcollando, farfugliando qualcosa
che probabilmente doveva essere un saluto.
Ryo l'accolse al suo solito modo: - Il ritorno dei morti
viventi! - commento' in tono beffardo.
- Quanto sei spiritoso! - replico' lei sedendosi di
fronte e appoggiando la testa sul tavolo.
- Lo vuoi un po' di caffe'? -.
Kaori guardo' desiderosa la tazza che lui le porgeva e la
prese tra le mani; stava gia' per tuffarci dentro il
naso, quando in uno sprazzo di lucidita' ebbe un
terribile sospetto:
- Lo hai fatto tu? - chiese preoccupata.
- Si', perche'? -.
A quella risposta, lei allontano' la tazza
sconsolatamente e gemette:
- Voglio un caffe' vero, non e' giusto! -.
Ryo la guardo' piccato: - Kaori, non e' per niente
gentile da parte tua. Ti ricordo che ho dovuto portarti a
casa di peso -.
Kaori alzo' la testa e lo guardo' riconoscente: - Scusa,
e' che sono sopravvissuta alla bomba ma non credo proprio
che riuscirei a sopravvivere anche a questo! E poi vedo
che pure tu lo hai lasciato...-.
Ryo si alzo' in piedi e si sgranchi': - Vabbe', dai -
fece accomodante - Se ti vesti, andiamo al Cat's Eye a
bere un caffe' decente.........tra l'altro Umi e Miki
volevano vederti...-.
-Come mai? -.
Ryo giro' verso di lei il giornale e le mostro' le foto
di Ueda e Inoue in prima pagina.
- Mah, forse perche'da ieri non si fa che parlare di una
donna misteriosa che ha disinnescato una bomba e salvato
la vita ad un centinaio di persone! - esclamo' -...sara'
che vorranno congratularsi con te...-.
Kaori guardo' il giornale perplessa: - Scusa, ma per
quanto tempo ho dormito? -.
- Ventiquattr'ore, piu' o meno -rispose lui seraficamente.
- Ventiquattr'ore? Un giorno intero?!- ripete' lei
sbigottita.
Ryo cambio' discorso: - Dovresti andare in salotto..-
mormoro'con un sorriso enigmatico.
Lei lo fisso' incuriosita: -Perche'?-.
- Avanti, vai! -insistette lui- E poi cambiati: vediamo
se riusciamo a rimediare una colazione vera per questa
mattina..-.
Kaori usci' dalla stanza piuttosto incerta e si diresse
in salotto.
Quando apri' la porta, la prima cosa che vide fu un
enorme cesto di fiori al centro della stanza: era
talmente grande che nascondeva completamente il tavolo su
cui era stato posto.
kaori rimase senza parole ed entro' nella stanza per
guardare i fiori piu' da vicino.
Ryo la raggiunse e si fermo' alle sue spalle.
- I fattorini ed io abbiamo fatto una fatica immane per
farlo passare dalla porta - rilevo' dopo un po' - C'e'
anche un biglietto... -.
Kaori scruto' attentamente tra i fiori e vide una piccola
busta bianca; sul retro lesse il proprio nome, scritto in
una calligrafia tanto elegante quanto sconosciuta.
Apri' con un gesto la busta ed estrasse il biglietto, che
diceva all'incirca cosi': 'Questi fiori sono solo un
modestissimo segno della mia eterna gratitudine. La prego
di accettarli, unitamente ai miei ringraziamenti piu'
sinceri' - Toshio Izumi.
- E' di Izumi!- esclamo' stupita
- E c'era un'altra cosa assieme ai fiori....- riprese Ryo
facendo il misterioso.
- Che cosa? - chiese lei attonita.
- Un simpatico assegno da una cifra astronomica che ho
messo sul tuo comodino - disse lui - Ti ha anche
telefonato: mi ha chiesto di riferirti che sa benissimo
che hai fatto cio' che hai fatto per amicizia e non per
denaro; ma desiderava comunque dimostrarti la sua
gratitudine in modo piu' tangibile e ti prega di
accettare il suo regalo -.
Kaori rimase ad ascoltarlo, mentre lui continuava: - Poi
sempre ieri, nel pomeriggio, ti ha chiamata Yoko: voleva
ringraziarti; le ho detto di richiamare stasera -.
Kaori annui', poi si ricordo' della colazione che ancora
aspettava:
- Andiamo da Miki? - chiese.
- Se ti decidi a vestirti, magari si'! - replico' lui
ironico.
Lei non se lo fece dire due volte, e sali' in camera sua.
Entro' a tentoni nella stanza che aveva lasciato al buio
e apri' le persiane, inondando l'ambiente di luce.
Immediatamente noto' sul comodino accanto al letto, un
vaso stracolmo di rose rosse.
"Altri fiori di Izumi" penso' li' per li', e si
chino' su di essi per sentirne il delicato profumo. Cosi'
facendo si accorse che tra gli steli dei fiori c'era un
altro biglietto: un cartoncino azzurrino che prese con
cautela, su cui era stata scritta solo un'iniziale. La
lettera R.
Come spesso accade per una curiosa coincidenza, Ryo si
trovo' a passare in corridoio proprio in quell'istante e
attraverso la porta semiaperta della stanza, la vide in
piedi davanti ai fiori con il biglietto tra le dita.
Kaori percepi' la sua presenza e voltandosi, gli sorrise
radiosa. Cosa che provoco' in lui un tale imbarazzo da
costringerlo a tirare dritto per il corridoio dicendole
ruvidamente di sbrigarsi.
Quando Kaori entro' al Cat's Eye, chiuso per motivi di
famiglia, vide subito una grande torta al cioccolato in
bella vista sul bancone.
Al suono del campanellino, Umibozu, Miki e Kasumi,
uscirono dalla porta del retro con dei piatti e delle
brocche piene di caffe' caldo.
- Buongiorno! - esclamo' Ryo allegramente - Ho portato la
'bella addormentata', contenti? -.
Miki corse incontro a Kaori e la guardo' commossa: -
Kaori, io....ti devo cosi' tanto..-. Non riusci' a dire
altro, ma non aveva importanza: Kaori comprendeva
benissimo il suo stato d 'animo, e per alcuni minuti
rimasero in silenzio, scambiandosi le stesse emozioni.
Poi, si abbracciarono con trasporto.
A quella scena, Ryo fu colto dal suo solito raptus e si
lancio' su Kasumi:
- Oh, Kasumi! Abbracciamoci anche noi! - urlo' tutto
pimpante;
ma prima che potesse raggiungere la ragazza, Kaori e Miki
lo presero al volo per le caviglie e lo scaraventarono
con forza contro la padella che prontamente Umibozu aveva
sollevato dal lavello; facendo della sua faccia una
schiacciata.
Ryo cadde a terra con grande strepito, accompagnato dalle
grosse risate di Umibozu, e alzandosi a sedere dolorante
li guardo' indispettito.
- Non e' giusto!- gemette -Miki, anche tu mi tradisci?!
Uffa, siete tutti contro di me! -.
- Peggio per te che fai sempre il cretino! - sentenzio'
Kaori.
Ryo si alzo' in piedi e le rivolse un'occhiata risentita:
- E poi anche Kasumi c'e' rimasta male, ti sembra giusto?
Eh?- continuo'.
Kasumi, dietro il bancone,lo guardo' glaciale: -
Veramente ti sbagli, Ryo. Visto come stanno le cose, so
gia' di non avere speranze....anzi, e' piuttosto
fastidioso che tu continui a comportarti cosi'! -.
Lui la guardo' senza capire:- Ma...ma di che stai
parlando? - chiese spaesato.
Miki gli si avvicino' sorridendo maliziosamente: - Be'
sai....le notizie volano...le cose si vengono a sapere -
.
Ryo trasecolo' ancor di piu' poi, sentendo Umibozu
tossire affettatamente alle sue spalle, capi' tutto e
istintivamente si volse verso Kaori che, terribilmente in
imbarazzo, sembrava interessatissima allo stipite della
porta.
- Non so proprio di che state parlando - esclamo' in
difficolta' - Be', allora? Qusta torta e' qui per figura
o la possiamo anche mangiare? - chiese, e con questa
frase simulo' una golosita' che non provava affatto.
- Questa torta l'ho fatta io per festeggiare Kaori!-
esclamo' Miki, tutta contenta - Percio', giu' le mani! La
prima fetta e' per lei - e brandendo in aria un grosso
coltello, si diresse minacciosa verso la torta.
- In effetti, ho una grandissima fame - ammise Kaori
ridendo - L'ultima volta che ho mangiato, e' stato sullo
yacht di Inoue, e ho potuto soltanto assaggiare qualcosa
frettolosamente -.
- Allora devi proprio rifarti! - replico' Miki
gentilmente, e le mise davanti un piatto con una grossa
fettona di torta, che per poco non la fece piangere dalla
commozione; poi taglio' altre fette piu' piccole e le
diede agli altri, suscitando vane proteste da parte di
Ryo. Nel frattempo Kasumi servi' il caffe' e la piccola
festa ebbe inizio.
Parlarono e scherzarono per gran parte della giornata,
fino a dare fondo a tutto il caffe' e all'ultima briciola
di torta.
Infine, vedendo che si stava facendo tardi, decisero di
dichiarare conclusa la festa, anche per venire incontro
alle necessita' di Kaori che, ancora frastornata dagli
eventi delle ultime ore e dalle ferite, aveva bisogno di
un po' di tranquillita'.
Cosi' Ryo e Kaori salutarono tutti e andarono via.
Quando si ritrovarono da soli per strada, diretti verso
la macchina, Kaori ripenso' alle rose rosse che
adornavano il suo comodino e guardando Ryo dolcemente,
prese il suo braccio e si appoggio' a lui in silenzio.
A quel contatto, lui la osservo' :
- Sei stanca? - le chiese impensierito.
- Assolutamente no - rispose lei con un sorriso e non
aggiunse altro.
- Ehi, socio.. -mormoro' poi - Sono i fiori piu' belli
che abbia mai ricevuto, sai?-.
- Gia'... - replico' lui impassibile - Izumi ha buon
gusto; non c'e' che dire -.
Kaori si fermo' di colpo e lo guardo' interdetta; Ryo
faceva fatica a mantenersi serio.
- Stupido, sai benissimo che parlo delle tue rose! -
esclamo' lei indispettita e lo spinse via ridendo.
Ryo scoppio' in una risata e sorridendole conciliante, le
apri' la portiera della macchina:
- Dai, monta in macchina, socia! - le disse divertito, e
fece il giro dall'altro lato per sedersi al posto di
guida.
Kaori si sistemo' sul sedile, allungo' le gambe e trasse
un sospiro di sollievo. Ryo mise in moto la macchina e
parti'.
- Sono davvero felice che ti siano piaciute - sussurro'
poi, dopo un poco; e guardandola dormire accanto a se',
sorrise e rallento', dirigendosi verso casa senza fretta.
F I N E
RINGRAZIAMENTI
Ringrazio i miei amici di 'rete' per
tutto il sostegno che mi hanno dato in questi mesi.
Un ringraziamento speciale, poi, va alla mia carissima
amica Tati per l'entusiasmo, gli incitamenti e per.......la
sua infinita pazienza. ^___-
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