LA NOTTE DELL'ALBA
di Daniela 'Kaori' Gambino
Tutti i personaggi sono proprieta' di
T.Hojo, Sunrise, Shueisha e degli aventi diritto.
I personaggi di M.Ueda, K.Inoue, Y.Takahashi,T.Izumi
nonche' a storia narrata appartengono alla sottoscritta.
Nel caso desideriate utilizzare questa fanfic in qualche
modo, per favore scrivetemi una gentile ed educata e-mail
a questo indirizzo:
fagam@tin.it
PREFAZIONE
Malgrado sia stata completata solo adesso, questa Fanfic
e' nata tra l'Aprile e il Maggio del 1998, di conseguenza
i riferimenti al manga che troverete nel corso della
lettura, vanno inquadrati tutti in questo lasso di tempo
(Ryo e Kaori, ad es. lavorano assieme da soli quattro
anni e cosi' via..)
Di contro, la Fanfic, si sviluppa in maniera alternativa
e assolutamente inconsapevole degli eventi che hanno
caratterizzato gli ultimi numeri del manga.
L'autrice
15/11/98
Cap. 1 Preparativi
Apri' gli occhi lentamente e si
accorse di essere in camera sua, distesa sul letto. Il
telefono, sul comodino, squillava chissa' da quanto tempo.
Nella penombra della stanza, Kaori si volto' tra le
lenzuola, prese a colpo sicuro la cornetta e l'avvicino'
all'orecchio:
-Chi e' ?- domando', con la voce impastata dal sonno.
Dall'altra parte, una voce ben nota rispose sorpresa:
- Kaori, stavi ancora dormendo?! Ti ho detto di riposare,
e' vero, ma saranno almeno tre ore che dormi... cosa
c'e', ti senti male? -.
Kaori si mise a sedere sul letto e guardandosi attorno
cerco' di fare mente locale: - No Ryo, e' tutto ok -
disse - Ma la casa e' immersa nel silenzio e si dorme
davvero bene. E tu che stai facendo ? sei ancora con
Saeko ?-.
A quell'idea la voce di Kaori si altero' leggermente.
Ryo, dall'altra parte, cerco' di accomodare:
- Kaori dai, te l'ho detto: ho accettato questo lavoro
con Saeko solo per dare a te la possibilita' di
riprenderti....... Io ci tengo alla tua salute !-.
Sapendo quale fosse la verita', Kaori si spazienti':-
Razza di porco! Maniaco! Depravato! - urlo'- pensi che
sia cosi' stupida ?! Ti approfitti di questa storia
dell'incidente solo per tenermi alla larga, e fare cio'
che ti pare con Saeko. Ma ricorda che domani mattina
tornerai a casa, e se verro' a sapere di agguati notturni
e simili, non te la faro' passare liscia! -.
Ryo sentendola urlare, aveva prontamente allontanato la
cornetta dall'orecchio ma non appena avverti' silenzio
dall'altra parte, con un certo gusto sadico, si
riavvicino' e disse:
- Kaori, ma tu...non sarai mica gelosa di me ?! -.
- Gelosa un corno !- sbotto' lei - E' solo colpa tua e
delle tue manie da porco, se abbiamo cosi' poco da fare:
le clienti hanno paura a rivolgersi ad un tipo come te.
Almeno per questa volta, comportati bene e riacquista un
po' di credibilita', pezzo di cretino! -.
Poi gli chiuse il telefono in faccia e si lascio' cadere
sul letto, in preda ad un attacco di mal di testa; Ryo
invece, riattacco' divertito e si volto' verso Saeko che
aveva appena finito di fare la valigia.
- Sono riuscita a sentire la voce di Kaori persino
dall'altra stanza!- esclamo' stupefatta la donna -
Perche' non l' hai fatta venire con noi ? potevamo
benissimo farla passare per tua sorella....- " e
poi, io sarei stata piu' tranquilla" aggiunse tra
se' e se'.
Ryo la guardo' pensieroso e si accese una sigaretta:
- Ha avuto un incidente di macchina durante un
inseguimento, cinque giorni fa - rispose - Per fortuna
non si e' fatta nulla di grave, ma una delle ferite si
stava infettando, cosi' adesso e' in cura con degli
antibiotici molto forti che le hanno procurato qualche
svenimento. Non e' assolutamente in grado di venire con
noi.-
- E tu fai sempre alterare in questo modo le persone che
dovrebbero stare a riposo ?!- esclamo' Saeko con aria di
disappunto.
Ryo spense la sigaretta: - Gia'. Forse l'ho stuzzicata un
po' troppo- ammise, e richiamo' casa.
Kaori sobbalzo' di nuovo, afferro' il telefono con impeto
ed esclamo' un rabbioso: -'Saeba', chi parla ?!?-.
Per un attimo Ryo rimase in silenzio per lo shock, poi si
riprese:
-.....Kaori...se rispondi cosi', sfido che i clienti si
spaventino...-.
- Ah! Sei di nuovo tu ? cos'altro vuoi, non ci siamo gia'
detti tutto?-
- Ascolta, volevo dirti che...che tra un' ora passo a
prendere la valigia. -.
- ah... ok -.
- e....comunque....lo sai che questo lavoro non mi
entusiasma per niente. Se non fosse un testimone tanto
importante, non avrei mai accettato di proteggere un
criminale come quello...-
- Gia'! ...e se non fosse che Saeko ti ha promesso un
mokkori...- continuo' lei, sarcastica.
- Infatti! - le fece eco con entusiasmo Ryo, e subito si
morse la lingua:
- cioe'...no....che c'entra...non e' cosi'- balbetto'
impacciato.
Kaori sospiro' rassegnata: - Vabbe', non importa, cerca
di fare un buon lavoro. E ad ogni modo ricorda che al tuo
ritorno, io agiro' di conseguenza! - aggiunse con tono
minaccioso.
- Ma certo signora -.
- Si', ciao... - taglio' corto lei, e chiuse il telefono.
" Non perde mai occasione per fare lo scemo con
Saeko......Accidenti, mi sono riposata inutilmente:
adesso sono piu' nervosa di prima!"
Kaori si alzo' in piedi lentamente, entro' nel bagno e
guardo' con rassegnazione l'aria sfatta dipinta sul viso.
Sulla spalla sinistra e sul fianco, le bende che
coprivano le ferite non ancora rimarginate, erano
piuttosto evidenti, poi aveva solo un paio di lividi
sulle gambe, niente di piu'. "Io sto benissimo"
si disse, ripensando alle parole di Ryo " lui ha il
suo bel dire che devo stare a riposo, ma in realta' non
gli importa niente di me, e' solo una scusa la sua, una
banalissima scusa per liberarsi di me! ".
Kaori si penti' immediatamente di quel pensiero: in
effetti, la notte dell'inseguimento, quando la sua
macchina era finita fuori strada, lui si era precipitato
ad aiutarla; e nonostante in quel momento fosse confusa e
dolorante, il timbro della sua voce che la chiamava
disperatamente era rimasto impresso nella sua mente. Si
era sentita prendere in braccio e portare di peso lontano
dall'auto prima che prendesse fuoco e nei giorni
successivi piu' di una volta lo aveva sorpreso a
guardarla preoccupato. Malgrado fossero gia' passati
quattro anni dal loro primo incontro, Ryo era ancora un
mistero per lei: questa era la verita'. La maggior parte
delle volte era cosi' freddo e distaccato da sembrare di
ghiaccio e non riusciva proprio a spiegarsi perche',
nonostante tutto, continuasse ostinatamente ad amarlo.
Non capiva perche' quella notte, mentre la pioggia cadeva
con violenza su di loro, guardando la macchina in fiamme,
si era sentita cosi' felice di essere tra le sue braccia.
Sospirando, Kaori si tolse i vestiti e lascio' che
l'acqua fresca della doccia lavasse via la stanchezza e
quel pensiero cosi' insistente. In effetti, quella sera
c'era ben altro cui pensare.
Cap. 2 Per amicizia
Tre giorni prima, un pomeriggio che
Ryo era uscito e lei era rimasta sola, Kaori aveva
ricevuto la visita quanto mai inaspettata di Yoko
Takahashi, una carissima amica di liceo. Yoko, che in
linea di massima sapeva quale fosse il lavoro di Kaori,
era andata a trovarla quel giorno, per chiederle un
grosso favore. Prima pero', le aveva voluto raccontare la
storia di suo fratello Takeo: giornalista di punta di una
testata straniera, ucciso tre anni prima, durante
un'indagine a Tokyo. Stando a quello che l'uomo, aveva
confidato alla sorella pochi giorni prima di morire;
dietro un giro di droga miliardario che coinvolgeva
alcuni paesi dell'est, si nascondeva uno degli
industriali piu' potenti di tutto il Giappone. Takeo le
aveva anche fatto il nome di quell'industriale, poi,
appena due giorni dopo, era morto in circostanze
misteriose.
Yoko aveva accennato a Kaori del dolore che aveva
provato; e come lentamente a questo, si era affiancato un
invincibile desiderio di giustizia e la determinazione ad
inchiodare i colpevoli di quel delitto.
Aveva trascorso gli ultimi tre anni della sua vita
conducendo delle accurate ricerche sull'uomo che aveva
causato la morte del fratello, esponendosi in prima
persona a rischi non indifferenti; infine, tutti i suoi
sforzi erano stati premiati e finalmente si era
presentata una splendida occasione per ottenere le prove
che cercava.
Da fonte assolutamente sicura, Yoko aveva saputo che
quello stesso uomo, tre giorni dopo, avrebbe dovuto
partecipare ad un party sull' 'Alba', uno splendido yacth
costruito a tempo di record proprio per quell'occasione.
Il proprietario del natante, Kenji Inoue, aveva invitato
molti degli uomini piu' influenti del paese: industriali
e politici, quindi, ma anche facoltosi capi Yakuza. Era
evidente che tanti uomini cosi' potenti messi insieme,
non avevano cone unico scopo quello di divertirsi ad una
festa. Ed infatti, sempre in base ai suoi informatori, il
party sarebbe durato fino al mattino quando,
approfittando del luogo favorevole, gli uomini coinvolti
nel traffico di droga si sarebbero riuniti segretamente
in una sala della nave per fare il punto della situazione.
Yoko era giunta quella sera da Kaori per chiederle
proprio d'infiltrarsi come invitata al party e piazzare
delle microspie che potessero registrare gli accordi tra
il suo uomo e gli esponenti della Yakuza; una volta in
possesso dei nastri, Yoko li avrebbe portati alla
polizia, facendo cosi' giustizia e vendicando la morte
del fratello. Ovviamente, data l'eccezionalita' della
situazione, voleva che fosse una professionista ad
occuparsi di quel lavoro e lei era la migliore.
Kaori aveva ascoltato tutto il discorso in silenzio: come
avrebbe potuto rifiutarsi di aiutarla, sapendo benissimo
quello che Yoko aveva provato? Senza neanche pensarci, le
aveva offerto di cuore tutto il suo aiuto.
Ancora assorta in quei pensieri, Kaori infilo'
l'accappatoio e si diresse verso la sua camera: aveva
solo due ore di tempo per prepararsi e raggiungere il
molo n. 18 e non poteva certo arrivare tardi.
- Ah ! ma allora ci sei ! credevo che fossi uscita...-
Al suono di quella voce, Kaori sobbalzo':
- Ryo ?!- esclamo', girandosi di scatto.
Lui attraverso' indaffarato il corridoio:- Ti ho
chiamata, ma non hai risposto...- .
- Mi dispiace...ero distratta- balbetto' lei, e abbasso'
lo sguardo: sapendo di non poter avere la sua
approvazione, aveva preferito non dire nulla a Ryo di
quella storia, e cosi', per un attimo, si era sentita
trasparente davanti ai suoi occhi.
Subito, corse nella sua camera con la scusa di sentire
freddo e di doversi rivestire: " Ci mancherebbe solo
che scoprisse tutto..." penso', chiudendo la porta
dietro di se' "...dovrei pure stare ad ascoltare le
sue storie. Dopotutto non e' mio padre, ne' mio fratello:
non devo rendergli conto di nulla! " si disse; e
decise d'ignorare quello strano senso di colpa che
provava.
Ryo fece in fretta e furia le valigie, infilo' un
cappotto elegante comprato per l'occasione e usci' dalla
sua camera.
In corridoio, trovo' Kaori che si era vestita velocemente
e lo stava aspettando:
- Ricordati che vai li' solo per lavorare... - esclamo'
lei, squadrandolo da capo a piedi.
-Kaori, ti ho gia' spiegato che quel tipo stasera
incontrera' alcuni suoi amici: io e Saeko dobbiamo solo
mescolarci agli altri senza farci notare. Tu, piuttosto -
replico' poi - vedi di non cacciarti nei guai, mentre
sono via !-.
Kaori impallidi': - Che...che vuoi dire ?-.
A quella domanda, Ryo ghigno' sarcasticamente:
- Vedi, ora che hai la casa tutta per te, potresti
pensare di approfittarne...- fece con tono allusivo - non
e' che ti metterai ad importunare gli uomini per strada
invitandoli a casa ??-.
Kaori lo guardo' male ma non rispose, sollevata dal fatto
che lui non avesse capito nulla. Ryo allora rincaro' la
dose:
- ...data la tua condizione disperata, potresti farlo
senza neanche rendertene conto...come dire...d'istinto...-.
- Ryo, la vuoi finire ?! L'unico istinto che sento e'
quello di spedirti al creatore!!! - e senza aggiungere
altro, Kaori lo colpi' col martellone da 100 T e lo
schiaccio' al muro.
- Prendi quelle valigie e sparisci !!- urlo' ancora, ed
entro' nella sua stanza sbattendo la porta.
Ryo si alzo' tutto indolenzito e si volto' verso la
stanza di Kaori: si era pentito di quella frase,
dopotutto lei non stava ancora bene. Rimase per qualche
minuto in corridoio, la mano sulla maniglia della porta,
senza riuscire a decidere se entrare o meno; poi,
ripensando a Saeko che lo aspettava per l'incarico,
raccolse i bagagli da terra e se ne ando'.
"Grandissimo str**o che non e' altro! Ma cosa crede
?! Se io volessi, potrei avere uno stuolo di uomini ai
miei piedi...'situazione disperata' ?!?
la sua, e' una situazione disperata: ci prova con tutte
ma non conclude mai nulla, altro che mokkori !... Come si
permette di trattarmi cosi' ?!? ...con le altre e' sempre
gentile e carino, con me, mai!...... D'accordo: non mi
vede come donna, pero' un minimo di gentilezza in piu',
da parte sua, cosa gli costerebbe? ".
Kaori sbuffo' seccata e guardo' l'orologio: era tardi,
non aveva piu' tempo per quelle sciocchezze, doveva
cominciare a prepararsi per il party.
Aprì l'armadio e tiro' fuori i vestiti che lei e Yoko
avevano comprato per l'occasione: li aveva nascosti sotto
altri per evitare che Ryo, frugando tra le sue cose,
potesse scoprirli.
Dato che la festa sarebbe durata fino al mattino
seguente, Yoko l'aveva convinta a comprare tre abiti: due
da sera e uno da giorno; se lo potevano permettere, dato
che i soldi per una volta non mancavano. Infatti, durante
quei tre anni di ricerche e tentativi falliti, Yoko aveva
trovato un ricco finanziatore: Toshio Izumi, il
proprietario della Izumi Corporation; una fra le piu'
importanti societa' finanziarie del Giappone orientale.
Izumi aveva perso un figlio a causa
della droga e conosceva benissimo gli accordi illeciti
che legavano industriali e malavita organizzata e i
traffici che attraversavano il Giappone, tuttavia non ne
aveva mai avuto alcuna prova. Era stato lui a procurare
l'invito per il party e la piantina dello yacth, lui
aveva finanziato l'acquisto delle apparecchiature
elettroniche necessarie e, cosa piu' importante, aveva
fornito la copertura necessaria per Kaori che avrebbe
impersonato Mayuko Akitawa: fantomatica nipote del
finanziere, tornata da pochi giorni da un lunghissimo
viaggio. Con la scusa del viaggio, Kaori avrebbe
giustificato il fatto di essere sconosciuta e, a sua
volta, di non conoscere gli esponenti dell'alta societa'.
Indosso' uno dei due abiti da sera, con un po' d'emozione:
solo sui giornali ne aveva visto di simili e mai avrebbe
creduto, un giorno, di poterne indossare uno. Il vestito,
era un lungo abito color panna con uno spacco laterale e
una scollatura piuttosto pronunciata che lasciava
intravedere il seno. Quando l'aveva provato in negozio,
era rimasta piuttosto perplessa da quegli spacchi forse
eccessivi, ma Yoko l'aveva subito convinta dicendo che,
se lo avesse indossato, il proprietario dello Yacht,
famoso per essere un gran donnaiolo, non avrebbe avuto la
forza di lasciarla a terra soltanto perche' non la
conosceva. Cosi', anche se un po' preoccupata, aveva
deciso per quello. Dopo essersi vestita, Kaori rimase ad
ammirarsi allo specchio per un po', impugno' la pistola,
controllo' d'averla caricata e la mise nella fondina,
attaccandola alla coscia.
Muovendosi, si assicuro' che lo spacco non facesse
intravedere nulla; poi si mise a camminare avanti e
indietro fino a riacquistare un'andatura normale, che non
facesse intuire la presenza di un'arma. Quando guardo' di
nuovo l'orologio, vide che era decisamente tardi, corse
subito a truccarsi e indosso' una parrucca di lunghi
capelli neri: dopo il suo lungo viaggio, Mayuko era
pronta a rientrare nell'alta societa'.
Cap. 3 L'Alba
Quando Il taxi si fermo', sul molo
diciotto c'era gia' un nugolo di persone in abito da sera
che aspettava chiaccherando di salire sull'imponente
panfilo. Kaori scese dalla vettura e attese che l'autista
le porgesse il suo bagaglio, poi si avvio' per mescolarsi
agli altri. Non appena la videro, molti tra i presenti
rimasero colpiti dalla sua presenza e di colpo
ammutolirono, in maniera cosi' evidente che lei,
comincio' impercettibilmente a tremare. Per sua fortuna,
pochi istanti dopo, un uomo in smoking avverti' che si
poteva salire a bordo e l'attenzione di tutti si sposto'
verso la serata che stava cominciando.
Con passo fermo, Kaori si avvicino' alla guardia davanti
alla scaletta di accesso e, mascherando la tensione
sempre maggiore, mostro' con noncuranza l'invito.
Malgrado il cuore le battesse cosi' forte da farle
pensare che anche gli altri potessero sentirlo, la
guardia le restitui' l'invito col migliore dei suoi
sorrisi e le fece cenno di salire.
Una volta a bordo, tutti gli invitati ebbero assegnata
una camera; quella di Kaori\Mayuko era la
duecentotrentasei.
Piuttosto sollevata dal fatto di essere riuscita a salire
senza problemi, Kaori prese la tessera magnetica che le
veniva porta e comincio' a percorrere il corridoio che un
inserviente le aveva indicato.
" duecentotrentatre'...duecentotrentraquattro...duecentotrentacinque....ah,
ecco, duecentotrentasei! Vediamo un po' 'sta camera......a
che ci serviranno, poi, le camere !? Il party dura tutta
la notte, domattina scendiamo...mah! ..sara' che tutti
questi soldi danno un po' alla testa...". Kaori
apri' la porta e rimase colpita: la camera da letto era
molto grande e arredata davvero con gusto; per non
parlare del bagno che, interamente in marmo, risultava
essere decisamente enorme; l'interno del panfilo, dunque,
si preannunciava ancora piu' grandioso del suo esterno.
Leggermente intimidita da tutto quello sfarzo, poso' la
valigia in un angolo dell'armadio e assaggio' uno dei
cioccolattini che un vassoio d'argento, al centro del
tavolo, offriva invitante. Poi si distese sul letto: era
cosi' morbido e soffice che Kaori comincio' seriamente a
meditare sulla possibilita' di rimanere in quella stanza
per tutta la serata.
All'improvviso, nel silenzio della notte interrotto
soltanto dallo sciaquìo delle onde, senti' una donna
inveire furiosamente contro un uomo che, a sua volta,
mormorava qualcosa: erano gli ospiti della stanza accanto.
Non riusci' a cogliere nient'altro che il tono delle due
voci, ma capi' che, mentre lei sembrava essere molto
arrabbiata, lui al contrario si schermiva divertito.
" Cominciamo bene" penso' Kaori, girandosi
dall'altro lato " il ricevimento non e' neanche
cominciato e gia' c'e' gente che da' di testa...cosa
succedera' quando lo champagne comincera' a fare effetto
e saranno tutti ubbriachi?! ".
Un po' sbuffando, si alzo' dal letto, diede una sistemata
al vestito e si assicuro' ancora una volta di aver
nascosto bene la pistola: era entrata nella tana del lupo
e c'erano tante di quelle guardie sulla nave, che un solo
errore sarebbe potuto costarle molto caro.Usci' quindi,
in corridoio e si diresse subito verso il salone
principale, ripassando nella mente la storiella che
avrebbe dovuto raccontare.
Grazie a Yoko e alla piantina del signor Izumi, sapeva
perfettamente in quale sala la mattina dopo si sarebbe
svolto l'incontro: una stanza segreta, che secondo gli
informatori, era ampia come un salone e accessibile
soltanto dalla camera da letto del proprietario: era li'
che doveva arrivare.
Mentre salutava con un cenno della testa le persone che
man mano incontrava in corridoio, Kaori rifletteva sulla
strategia che alla fine avevano scelto: aspettare almeno
fino a meta' serata, cercando di non dare nell'occhio e
poi, sgattaiolare via senza farsi notare, nel momento in
cui lo champagne avesse cominciato a fare effetto sugli
invitati. Tuttavia quello non era affatto un buon piano,
e solo allora cominciava veramente a rendersene conto.
Chi poteva assicurarle, infatti, che nel pieno della
festa e con l'alcool nel cervello, il proprietario del
natante non si sarebbe appartato nella sua stanza con
qualche bella ragazza? Era evidente che non poteva
permettersi di rischiare tutto solo per aspettare il
momento migliore; doveva piazzare le microspie prima,
molto prima.
Il salone centrale del terzo livello dello yacht, un
bellissimo ambiente in stile vittoriano, era illuminato a
giorno da splendidi lampadari di cristallo; al centro, un
lungo tavolo imbandito con ogni leccornia, dava il
benvenuto agli ospiti mentre attorno ad esso, erano stati
apparecchiati dei piccoli tavolini per chi al Buffet
volesse preferire una cena tradizionale. Guardando in
giro, Kaori noto' subito le guardie ad ogni porta, gli
ospiti gia' nel pieno della conversazione e proprio
davanti all'ingresso, un uomo basso e tarchiato che dai
modo e dai sorrisi che elargiva a destra e manca doveva
essere il padrone di casa. L'uomo la vide e le ando'
incontro, gettandola subito in una profonda crisi
d'angoscia: " Oh ! mamma e ora come me la cavo?
" si chiese terrorizzata.
- Benvenuta !- esclamo' lui, sorridendole, e le bacio'
una mano, facendola cosi' arrossire per la sorpresa di un
simile gesto.
-Ah, grazie....- balbetto' lei, imbarazzatissima.
- La prego, mi dica che ci vediamo stasera per la prima
volta: sarebbe imperdonabile da parte mia aver
dimenticato una cosi' rara bellezza - . Sentendo quei
complimenti, Kaori riacquisto' sicurezza " Se solo
tu potessi vedermi adesso, Ryo" penso' "dovresti
rimangiarti tutte le parole cattive che mi dici sempre".
Fece un sorriso a quell'uomo e con dei modi perfetti
rispose: - In effetti, e' la prima volta che ho l'onore
d'incontrarla, signor Inoue, mi chiamo Mayuko Akitawa, e
sono la nipote di Toshio Izumi-. Inoue sussulto': - Ma
certo, Izumi... come no!- esclamo' prontamente, cercando
di mascherare un lieve disappunto. Lei se ne rese conto e
corse ai ripari:
- Sono stata molti anni lontana dal Giappone, Signore, e
non so con precisione che genere di rapporti la legano a
mio zio. Tuttavia conosco lui piuttosto bene e so che che
ha un carattere difficile. Spero che la mia presenza qui,
non sia sgradita....-.
Kaori lo guardo' dolcemente sperando che i rapporti tra
quei due non fossero davvero troppo tesi per ottenere
cio' che voleva, ma Inoue quasi non la fece finire di
parlare:
- Signorina, non lo dica neanche per scherzo! Certo,
forse tra me e suo zio non corre, come si dice, 'buon
sangue' ma io considero la sua presenza qui come un primo
passo verso un futuro di riconciliazione; e mi creda,
guardando i suoi bellissimi occhi, non potrei desiderare
un futuro diverso-. Kaori fece appena un cenno di
ringraziamento, ma dentro di se' gongolava per quei
complimenti che, seppur manierosi, testimoniavano il suo
successo.
Poco dopo, la festa ebbe inizio: l'orchestra comincio' a
suonare, i camerieri iniziarono ad offrire antipasti e
vino agli ospiti e Kaori, che non sapeva che fare, prese
a girare per la sala, in preda all' inquietudine.
Si era accorta che non solo Inoue, ma anche molti altri
invitati l'avevano notata e non le staccavano gli occhi
di dosso. "Questa proprio non ci voleva" penso'
" e adesso che faccio? Se andiamo avanti cosi', non
riusciro' certo a passare inosservata! Lo sapevo, questo
vestito e' troppo provocante...oddio, che sguardi, ma
cos'e' ci stanno provando? ".
Tiro' dritto facendo finta di non accorgersi di nulla,
finche' un ragazzo vestito elegantemente in smoking, non
le si avvicino' :- Mi scusi signorina, desidera ballare?
- chiese. Lei gli sorrise gentilmente ma rifiuto': era
gia' il quarto che in meno di mezz'ora aveva cercato di
attaccare bottone con una scusa o con un'altra. "
Peccato " penso' mentre il giovane si allontanava
"questo era anche carino." Se non fosse stato
che doveva lavorare, sarebbe stato bello passare la
serata a ballare, in barba a Ryo che la giudicava una
donna senza fascino. Senza che quasi se ne accorgesse, si
fecero le nove e Kaori comincio' ad aver fame: sentiva lo
stomaco brontolare e l'odore stuzzicante di tutti quei
piatti non l'aiutava di certo. Ma al contrario di lei,
gli altri invitati sembravano non averne, e si
comportavano anzi con indifferenza: nessuno di loro dava
segno di mangiare con gusto, e quando i camerieri si
avvicinavano porgendo i piatti, loro accettavano come se
lo facessero soltanto per educazione. Nessuno, a ben
guardare, chiamava a se' i camerieri o si serviva da solo
al tavolo del Buffet.
"Io non posso certo comportarmi diversamente....mi
farei subito scoprire" penso' afflitta Kaori "Sono
condannata a morir di fame....chissa' quanto tempo ci
vorra' prima che quegli stupidi camerieri si accorgano di
me! Ci sono cosi' tante persone qua dentro... ".
Cercando di non pensarci, distolse lo sguardo voltandosi
verso l'altro lato della sala e rimase sorpresa:
" Oh, ma guarda! Quello sta mangiando seduto a
tavola...allora non e' tutta uguale, 'sta gente...... eh
eh.... 'L'omino che mangia' ...mamma, quanto lo invidio!
Pero'...certo che fa quasi ribrezzo...con quella testa
abbassata sul piatto." Kaori si ritrovo' a sorridere
di quello spettacolo, e per un attimo penso' di non
essere l'unico essere umano dentro quel salone.
Certo,quel tipo era piu' vicino agli animali che
all'uomo, ma se non altro era indubbiamente piu' vivo di
tutti quei ricconi freddi e distaccati che la
circondavano. Mentre era intenta a guardare quell'uomo,
Inoue le arrivo' alle spalle: - Signorina Mayuko,
gradisce un po' d'aragosta ?-. A Kaori vennero le lacrime
agli occhi, avrebbe voluto urlare :- Si' grazie, certo
che gradisco !- ma si limito' ad un: - Be', si', perche'
no ?- e prese con noncuranza il piatto che le veniva
offerto. Inoue le offri' anche il suo braccio: - E'
davvero un peccato che una cosi' bella ragazza debba
rimanere qui a guardarsi attorno, tutta da sola- esordi'
- Le presentero' un po' di persone della Tokyo che conta,
cosi' potra' compensare tanti anni di assenza e
divertirsi come tutti gli altri-.
- La ringrazio - farfuglio' Kaori con la bocca piena, e
seppur a malincuore, si ritrovo' costretta a posare quasi
subito il piatto sopra un tavolo, non riuscendo in alcun
modo a mangiare e contemporaneamente camminare a
braccetto con quell'uomo. Tutte le attenzioni del
proprietario non erano certo un caso o un semplice atto
di gentilezza, Kaori lo sapeva bene, ma d'altronde se lo
avesse allontanato con freddezza, come avrebbe potuto
districarsi in mezzo a cosi' tanta gente? Penso' che con
un po' di fortuna, Inoue le avrebbe presentato anche
l'uomo che cercava e forse, ma solo forse, avrebbe potuto
realizzare la parte piu' ardita del piano: collocare una
cimice sui vestiti dell'industriale stesso.
Trascorse circa un'ora alle prese con presentazioni,
frasi di circostanza, e sorrisi. Senza contare la noia
mortale dei discorsi che Inoue, tra una presentazione e
l'altra, sentiva il dovere di fare, e quindi giu' a
parlare di finanza, affari internazionali, occasioni
perdute e cosi' via. Piu' il tempo passava, piu'
quell'uomo diventava appiccicoso: certi sguardi terribili
che le lanciava e le sue maniere, cominciavano a farla
sentire piuttosto a disagio. " Se andiamo avanti
cosi', stanotte dovro' sbarrare la porta della mia camera
con l'armadio, per tenerlo lontano" penso'
preoccupata.
Poi, all'improvviso, l'uomo si fermo' e le sorrise
soddisfatto:
- Bene, credo che possiamo fermarci qui - esclamo' tutto
contento- Gia' fara' un po' di fatica a ricordarsi tutti
i nomi, no ?-.
- Eeeh ?! - Kaori ci rimase male: nessuno degli uomini
con cui aveva parlato era quello che stava cercando.
- Mayuko, ma come, vorrebbe continuare ?!- esclamo'
sorpreso l'altro, - e io che credevo che si stesse
annoiando!-.
- Scherza ?!- replico' lei - e' tutto molto interessante
per me...-.
- Vede mia cara - riprese lui, passandole con nonchalance
un braccio attorno alla vita - riunite qui stasera, ci
sono piu' di cinquecento persone. Sarebbe difficile per
me presentargliele tutte. Se pero', qualcuna di loro la
incuriosisce in modo particolare, non esiti a chiedermi.
Non c'e' nulla che potrei rifiutarle...- e cosi' dicendo,
Inoue, la strinse piu' a se'. Kaori si libero' da quella
stretta lentamente, reprimendo il desiderio sempre piu'
forte di mollargli un pugno in faccia e decise di
allontanarsi da lui prima che fosse troppo tardi.
- Allora me ne ricordero', grazie. Questo giro e' stato
davvero 'illuminante' per stasera bastera'. E poi...-
continuo' con uno sguardo eloquente - l'ho sottratta
abbastanza all'attenzione degli altri ospiti.... molta
gente stara' chiedendo di lei... -.
Inoue incasso' il colpo senza darlo a vedere e sorrise: -
Allora...la lascio libera di girare un po' da sola -
disse - a piu' tardi -.
Kaori gli fece un cenno di saluto e lo guardo' sollevata
mentre si andava allontanando. " Finalmente!"
penso' " speriamo che si dimentichi della mia
esistenza e non venga piu' a rompere. Questi sono i tipi
peggiori: tante belle parole, ma in fondo vogliono solo
una cosa. Ahhhh, l'ora piu' noiosa di tutta la mia vita...e
per giunta non ho concluso niente...adesso, tra tutta
questa gente, come faro' a trovare Masanori Ueda? Forse
dovrei accontentarmi di mettere i microfoni nella sala
segreta...gia' quello sara' abbastanza complicato".
Riflettendo sul da farsi, Kaori si guardo' in giro:
lasciare il salone in quel momento sarebbe stato un po'
prematuro, ma nel frattempo che fare? Si avvicino'
distrattamente ad un oblo' e guardo' fuori, accorgendosi
con sgomento che la nave si stava muovendo ed era gia'
fuori del golfo: eppure Yoko le aveva detto che durante
questo genere di party, la nave restava sempre attraccata
al molo; perche' allora si stavano allontanando?!
Cap. 4 Imprevisti
Con aria perplessa si avvicino' ad un
invitato, e chiese delucidazioni. L'uomo le disse che per
motivi di sicurezza avevano deciso all'ultimo momento di
attraccare fuori del golfo di Tokyo: una nave piena di
uomini facoltosi come quella, poteva essere un bersaglio
invitante per molti malviventi.
Pallidissima, Kaori lo ringrazio', e mentre si
allontanava comincio' a sentirsi sperduta: per non
correre rischi inutili, aveva deciso di fuggire dalla
nave nel cuore della notte, subito dopo aver piazzato i
microfoni; ma vedendo il porto sempre piu' lontano, si
era resa conto di essere in trappola. Le gambe le
cominciarono a tremare: un solo errore in quella
situazione, e sarebbe morta.
Si sedette su una poltroncina cercando di mascherare
l'angoscia: come aveva potuto non accorgersi che la nave
era salpata? Possibile che la musica e le parole di Inoue
l'avessero distratta fino a quel punto? All'improvviso si
senti' osservata, alzo' la testa e incrocio' lo sguardo
del signore a cui aveva chiesto informazioni poco prima:
lui, guardandola proccupato, le porse una coppa di
champagne e si sedette sulla poltroncina accanto alla sua.
- Cosa le succede, signorina ? - chiese affabilmente - Mi
sembra che l'aver saputo che siamo salpati, l'abbia
sconvolta non poco...-.
Kaori si morse un labbro: era dunque cosi' facile leggere
nei suoi pensieri? - Vede - rispose poi assaggiando lo
champagne - il fatto e' che soffro un po' di mal di mare....Avrei
preferito che la nave non si fosse mossa dal porto -.
L'uomo le sorrise comprensivo e lancio' uno sguardo fuori
da un oblo' - Non ha nulla di cui preoccuparsi, allora.
Fra pochi minuti ci fermeremo comunque-.
Kaori lo guardo' con interesse - Sa molte cose... Ha
organizzato lei questo ricevimento ?-.
- Oh, no mia cara. Questo genere di cose le lascio al mio
amico Inoue, il proprietario di questo Yacht. A dire il
vero, ho chiesto io a Kenji di lasciare il porto; l'ho
fatto per tutelare la mia sicurezza...... per cui temo
proprio di essere io la causa del suo malessere......- .
- Oh !- esclamo' Kaori sorpresa - teme un attentato,
forse ?-.
Colpito a bruciapelo da quella domanda, l'uomo le rivolse
un sorriso enigmatico ma le rispose lo stesso: - Il
potere e' sempre un rischio - sentenzio' tranquillamente
- e io ne ho molto....Permetta che mi presenti: sono
Masanori Ueda, presidente della Ueda Elettronics-.
In cuor suo, Kaori esulto': aveva trovato l'uomo che
cercava.
- Piacere di conoscerla, signor Ueda. Sono Mayuko
Akitawa, la nipote di Toshio Izumi...-.
L'industriale la squadro' piuttosto sorpreso, poi sorrise
ironico:
- ...Pero'! E' passato molto tempo dall'ultima volta che
ho incontrato un membro della sua famiglia: suo zio non
ama molto questo genere di feste...- osservo'
provocatoriamente.
Kaori, del tutto immedesimata nella parte, si alzo'
sorridendo sicura e lo guardo' dall' alto in basso: - Io
non sono mio zio, signore...- esclamo' - ..per mia
fortuna - aggiunse poi.
Ueda si alzo' a sua volta:
- No, si sbaglia signorina: per, mia, fortuna - e cosi'
dicendo le prese una mano e gliela bacio' con trasporto.
Kaori arrossi' all'improvviso. Malgrado Ueda non fosse
piu' un ragazzo e avesse gia' i suoi cinquant'anni, lo
sguardo magnetico e i modi impeccabili ne facevano una
persona molto affascinante. Se non avesse saputo chi si
celava dietro quella facciata da gentiluomo, avrebbe
apprezzato molto di piu' quella galanteria. Invece, gli
rispose con un sorriso di cortesia, sperando che l'uomo
non si accorgesse del rossore sul suo viso, finche' un
tango non comincio' a risuonare nella sala e lui la
invito' a ballare. Kaori accetto' subito di buon grado
nella speranza di potergli attaccare addosso la cimice
senza che questi se ne accorgesse. Invece, saliti sulla
pista da ballo, si rese conto che prendere il microfono
dalla borsa e piazzarlo in modo che non fosse visibile,
ballando un tango, era decisamente impossibile. Senza
contare, poi, le centinaia di occhi che in un attimo si
era ritrovata puntata contro: non per nulla stava
ballando con uno degli uomini piu' potenti del Giappone.
Nessuna donna, su quella nave, sembrava essere
insensibile al carisma che emanava dalla sua persona. E
il fatto che Ueda fosse anche un provetto ballerino
contribuiva decisamente a fare di lui un uomo non comune.
Mentre volteggiava tra le sue braccia, Kaori ringrazio'
tutto il tempo trascorso a fare aerobica e danza jazz,
che ora le stava permettendo di fare una discreta figura
accanto a lui. Poi, quando la musica fini', gli altri
invitati espressero il loro entusiasmo sommergedoli di
applausi.
- Le faccio i miei complimenti: e' davvero un'ottima
ballerina-.
Kaori, rossa in viso, alzo' lo sguardo verso Masanori
Ueda, e si accorse solo in quel momento di quanto fosse
stretta a lui, - si sbaglia- replico'- il merito e' solo
suo. Lei e' cosi' bravo che guiderebbe alla perfezione
chiunque-.
E non volendo incoraggiare l'attrazione che chiaramente
l'uomo provava per lei, si sciolse da quell'abbraccio. Ma
l'industriale non la lascio' andare via e volle a tutti i
costi offrirle da bere. Si spostarono, quindi, verso il
tavolo del rinfresco, e mentre Masanori le versava un
coktail, Kaori si guardo' un po' intorno: all'improvviso
la festa si era animata, la pista da ballo era piena di
gente, e le risate di persone un po' brille avevano
sostituito i discorsi sottovoce di appena un'ora prima.
Vedendo la situazione, Kaori si prese di coraggio e
penso' che nell'arco di poco tempo avrebbe avuto modo di
lasciare il salone, passando inosservata. Si mise cosi',
tranquillamente in conversazione con l'industriale,
aspettando solo il momento giusto per piazzare la cimice,
finche' non si rese conto di avere commesso un errore
madornale: aveva nascosto i microfoni nella borsetta che
aveva con se'. Come poteva pensare di aprirla e
prenderli, senza che l'uomo di fronte a lei non si
accorgesse di niente? "Che stupida che sono"
penso' " se Ryo fosse qua non la smetterebbe piu' di
prendermi in giro; devo escogitare assolutamente qualcosa...".
Continuo' a fingere di ascoltare i discorsi di Ueda fino
a quando un cameriere non si avvicino' all'industriale
chiedendo rispettosamente la parola.
Piuttosto infastidito, Ueda gli chiese cosa volesse.
-La signora Takahada e il marito sono arrivati, Signore.
Volevano che lei ne fosse informato...-.
- Sapevo gia' che erano qui- replico' l'altro seccato -
Ho visto il signor Takahada un'ora fa, mangiare in
maniera indecente...senta, dica alla signora di
raggiungermi, se crede-.
Il cameriere assenti' e si allontano'. Kaori dentro di
se' penso' che Takahada doveva essere il nome dell'uomo
che aveva visto quando era entrata e che aveva presto
ribattezzato "L' omino che mangia". Ueda le
sorrise piuttosto imbarazzato:
- Temo, purtroppo, di aver sopravvalutato quella persona:
se avessi saputo che era un buzzurro, di certo non
l'avrei invitato a questo party, stasera...-. "Meglio
buzzurri che criminali" penso' Kaori annuendo. Poi,
decisa ad approfittare di quel momento d'imbarazzato
silenzio per allontanarsi da lui, prese la scusa di
doversi rifare il trucco e si congedo'.
Cap.5 Fatalita'
Non appena chiuse a chiave la porta
della toilette, Kaori frugo' nella borsetta, prese i
microfoni e girandoli tra le dita comincio' a pensare
dove nasconderli per averli piu' a portata di mano. Alla
fine, non trovo' nulla di meglio che infilarli in uno dei
guanti che aveva indosso, si assicuro' che muovendo le
braccia non cadessero a terra, e convenne con se' stessa
che avrebbe comunque dovuto evitare i movimenti piu'
bruschi. Quando usci' dalla toilette, vide che Ueda era
ancora al tavolo del rinfresco, ma non era piu' solo:
stava parlando molto animatamente con una donna.
"Sara' la signora Takahada" penso' Kaori
guardando la figura di spalle, e prese un bicchiere di
vino dal vassoio di un cameriere " Accidenti, doveva
arrivare proprio adesso che ho la cimice a portata di
mano ?! ".
Mentre osservava di sottecchi i due, una mano le si poso'
sulla spalla:
- Ho notato come mi guardava prima, signorina, le sue
attenzioni mi lusingano...-.
Kaori sussulto' sorpresa, ma chi era, di quali attenzioni
parlava ?! Guardo' appena quella mano sulla sua spalla, e
non pote' far a meno di notare un grosso anello d'oro
brillare all'anulare. Ma che razza di persona era ?! Non
solo ci provava, permettendosi una confidenza fuori
luogo, per giunta era pure sposato!
-Senta, lei! - esclamo' infastidita - Ma chi si crede di
essere?! -.
Si volto' di scatto a guardarlo, e per un moto di
sorpresa che non riusci' in alcun modo a controllare,
perse il bicchiere di mano. L'uomo di fronte a lei lo
afferro' al volo e sorridendo divertito glielo porse:
quell'uomo era Ryo. Lei arrossi' e impallidi'
violentemente, senza riuscire a credere a cio' che
vedeva, eppure era proprio lui: elegante e bellissimo.
Dal suo canto, Ryo penso' subito di aver fatto colpo, e
sfoderando il sorriso piu' accattivante che avesse, le
chiese: - Non lo vuole piu', il suo bicchiere ?-.
A quella domanda Kaori si riscosse e, malgrado fosse
preda della confusione piu' nera, balbetto' un - si', mi
scusi- mentre le guancie le si arroventavano sempre di
piu'. Prese il bicchiere che lui le porgeva, ma la mano
le tremava cosi' tanto che fu subito chiaro quale sarebbe
stata, di li' a poco, la fine del suo contenuto. Cosi'
Ryo ne fermo' il tremore con la propria, e con un braccio
strinse Kaori forte a se'. Lei non capi' piu' niente: non
riusciva neppure a pensare, vedeva solo i suoi occhi, il
suo viso; ed il calore di quella mano stretta alla sua
che le faceva battere il cuore come un tamburo. Furono
solo pochi attimi, poi la donna che parlava con Ueda li'
vicino, afferro' Ryo per un braccio e lo strattono' verso
di se': si trattava di Saeko.
- Ora basta,Tesoro, smettila di scherzare con gli ospiti,
dai...-.
-Ehm...scusa, amore...- replico' Ryo seccato, e sciolse
Kaori dall'abbraccio, lasciandola ancora attonita e
sorpresa.
- Spero che i modi di mio marito non l'abbiano
spaventata, signorina. Vede, e' un tipo che ama molto
scherzare, e purtroppo a volte esagera...ma non e'
pericoloso - esclamo' Saeko ridendo, e si strinse a Ryo
dolcemente. Kaori rimase in silenzio, limitandosi ad
annuire, mentre piano piano ritornava ad essere padrona
di se' stessa. Guardando Ryo, Saeko e Ueda davanti a lei,
si ricordo' all'improvviso dell'incarico che il suo socio
aveva accettato senza consultarla; e gli anelli che
brillavano ai loro anulari, erano la prova che Ryo e
Saeko si trovavano gia' nel pieno della missione, e
quindi, il criminale che dovevano proteggere era proprio
Masanori Ueda. Ryo le porse la mano sorridendo:- Mi scusi
per prima, signorina: non era mia intenzione spaventarla.
Sono Asashi Takahada e questa e' mia moglie Hitomi,
piacere di conoscerla -. A sua volta, Saeko le strinse la
mano.
Piuttosto infastidita dal suono di quella parola:
'moglie', Kaori si presento' come Mayuko Akitawa; poi,
senti' il bisogno di sfuggire ai loro sguardi e
inventando un pretesto, si allontano'. Facendosi spazio
tra gli invitati, si rifugio' in un angolino, nella
speranza di riuscire a dare un senso logico a cio' che
stava accadendo. Oltre alla sorpresa, che la faceva
ancora tremare, non si sentiva neanche tanto bene e
mettendosi in quel posto, un po' piu' lontano dalla
confusione, sperava di respirare aria piu' fresca.
Passarono solo pochi minuti e Ryo torno' all'attacco: -
Mayuko, che fa?! - esclamo' avvicinadosi - Se ne sta
tutta sola, quando ha la possibilita' di passare la
serata con uno splendido uomo come me?! -. Kaori gli
chiese in un sussurro di essere lasciata da sola e
voltandosi dall'altro lato abbasso' lo sguardo: temeva
infatti, che Ryo a forza di guardarla, potesse
riconoscerla.- Oh ! com'e' carina, e' timida? - fece
invece lui, avvicinandosi sempre di piu'. Kaori s'
innervosi': "Maledizione, con tante donne che ci
sono, deve venire appresso a me?!" e alzando lo
sguardo, ripete' esasperatamente di lasciarla in pace.
Ryo si fece serio: - Lei e' molto pallida - disse- E'
sicura di stare bene ?-.
- Sto benissimo - fece lei, e cerco' di allontanarsi. Ma
lui non la lascio' andare e con un sorriso da ebete
esclamo': -Forse, allora e' questo vestito che la
infastidisce!- e con un gesto repentino le sollevo' la
gonna. Kaori fece appena in tempo a bloccarla con le mani
prima che la pistola che nascondeva tra le gambe venisse
scoperta e lo colpi' con una manacciata.
- Lei e' un porco!- urlo' spaventata piu' dal pericolo
corso che dal gesto in se', e senza aspettare un secondo,
lascio' il salone principale.
Quando vide il corridoio deserto
davanti a se', si senti' sollevata: aveva bisogno di
riflettere e di calmarsi."Razza di stupido! Per poco
non mi faceva scoprire... "penso' " Che
stupido, stupido stupido !" e cammino' un po' avanti
e indietro per scaricare i nervi.
Infine, poiche' era gia' fuori del salone, decise di
andare in camera sua per apprestare il ricevitore delle
microspie e per consultare la piantina. Se Ryo era
davvero la guardia del corpo di Ueda, lei aveva poche
possibilita' di piazzargli addosso una cimice senza che
lui se n'accorgesse. Meglio, quindi, concentrarsi
sull'altra parte del piano e cercare un modo per entrare
nella stanza segreta eludendo la sorveglianza. E poi,
sentiva di non essere piu' nel pieno delle forze: c'era
qualcosa che non andava.
" Sto svenendo" penso', mentre la vista le si
offuscava "... non posso sentirmi male proprio qui:
se qualcuno mi vedesse... no, non ora....se trovassero la
pistola... devo resistere...devo arrivare alla camera,
alla camera" e accelero' il passo.Quando raggiunse
la porta, con le ultime forze che le restavano, fece
scattare la serratura con la tessera magnetica e si
chiuse dentro. Al buio, raggiunse il letto al centro
della stanza e vi si getto' sopra sentendo ormai che
un'oscurita' e un silenzio innaturale la stavano
avvolgendo completamente.
Rimase in quello stato per una decina di minuti poi
lentamente, cominciarono a giungerle di nuovo il suono
delle voci lontane, della musica, del tintinnio dei
bicchieri; e aprendo gli occhi vide la sua camera
illuminata soltanto dalla luce della luna che entrava
dall'oblo'. Si alzo' a sedere sul letto, e senti'
distintamente due voci familiari, provenire dal corridoio.
- Sei sicuro di quello che dici? -.
- Certo, non ho alcun dubbio....-.
- Allora e' lei la persona che stiamo cercando: ha il
compito di uccidere Ueda...-.
- Ehi, un momento Saeko, non correre cosi'! Non ho detto
questo...ho solo detto che ha una pistola con se',
nascosta sotto il vestito -.
- Spiegami un po': come hai fatto a vedere che ha una
pistola, eh ?-.
- La tua ironia e' del tutto inutile, l'avevo intuito
all'inizio: quando l'ho abbracciata, l'ho sentita contro
la gamba. Poi...ho controllato -.
-Allora, non vedo perche' non dovrebbe essere lei , la
persona che stiamo cercando, Ryo, oltretutto nessuno la
conosce su questa nave...-.
- Mah, non lo so....qualcosa non mi e' chiaro...tra
l'altro, non sento provenire alcuna minaccia da lei...-.
- Tu ti fidi troppo del tuo istinto: Mayuko Akitawa e'
una donna molto bella...... non mi stupirei affatto se il
tuo proverbiale sesto senso facesse cilecca di fronte al
suo fascino ...-.
- Gia' hai ragione! Mayuko e' bellissima! E sai che ti
dico? Speriamo che sia proprio lei il killer; una killer
donna, magari! Ho sempre sognato di fare mokkori con una
killer !!!-
- Ryo, accidenti !! Possibile che tu abbia solo un
pensiero in quella testa ? e poi non credo che lei abbia
tanta voglia di fare mokkori con te pensa a lavorare,
piuttosto-.
- Scherzi ?! Certo che vuole fare mokkori con me: non hai
visto come ha reagito quando mi ha visto? Te lo dico io,
quella donna e' cotta di me; questa volta sara' uno
scherzo-.
Kaori si alzo' di scatto "Che cosa ?!?" penso'
" Io sarei cotta di te ?!? Io che voglio fare
mokkori con te ?! Ma neanche se fossi l'unico uomo sulla
Terra, razza di maniaco schifoso, neanche se da questo
dipendesse la salvezza del genere umano! Che porco che
sei, caro mio, porco e miope: ti basta una parrucca per
non riconoscere piu' la tua socia ??"
Ryo continuava - Comunque, cara "Hitomi" non
devi mica essere gelosa, sai? Saro' un buon marito, stai
tranquilla, assolvero' felicemente ai miei doveri coniuga...ehm...eh
eh, Saeko che fai ? metti via la pistola....stavo
scherzando...-
- Togli quella mano...-.
- Siii', certo...-.
Kaori, col martellone tra le mani, faceva ormai fatica a
trattenersi: " Cosi', pensi di poter fare i tuoi
porci comodi con me e con lei ?! Ma tu non sai che sono
qui......e domani, domani, te la faro' pagare !".
Saeko aveva ripreso il discorso: - Allora, diamoci da
fare: non e' molto prudente lasciare Ueda ancora da solo...-.
- Ok, ascolta: separiamoci e teniamoci in contatto con
gli auricolari; tu rimani insieme ad Ueda e io, nel
frattempo, mi metto alla ricerca di Mayuko Akitawa, cosi'
vediamo chi e' veramente. Andiamo !-.
- Ryo, un attimo, non cosi' in fretta: non mi fido troppo
a lasciarti andare a cercare la ragazza; perche' non
facciamo al contrario? Io cerco Mayuko e Tu fai la
guardia a Ueda...-.
- Che?! Assolutamente no! Ueda non mi sopporta e
neanch'io sopporto lui...-.
- Per l'amor del cielo, ma stai lavorando! Che importanza
ha, se non ti piace, devi soltanto proteggerlo! -.
- Per me ha importanza, e poi la Polizia lo ha affidato a
te: vorresti andartene in giro per la nave, lasciandolo
ad uno che poliziotto non e' ? Non mi sembra molto
professionale......-.
- Accidenti! ...e va bene, facciamo come dici tu -.
- Evviva! Mayuko, Tesoro, sto arrivando da te-.
Kaori lo senti' correre via, mentre Saeko sbuffando
chiudeva la porta della stanza accanto e se ne andava
dall'altra parte. Lei, invece, rimase immobile: aveva
fatto colpo su Ryo! Lui che tante volte l'aveva
bistrattata, e presa in giro; che
continuava a ripeterle di essere solo una mezza donna e
che l'aveva persino chiamata "scorfano"; adesso
se ne andava in giro
tutto contento, sperando di fare mokkori proprio con lei.
Kaori non
riusciva a crederci: allora, quando diceva che lei era
l'unica
donna al mondo che non lo eccitava, aveva sempre
mentito...ridacchio' soddisfatta tra se' e se' per la
rivincita
che si era presa su Ryo. Ma poi, lentamente, a questo
sentimento se ne sostitui' uno piu' profondo e sincero e
comincio' piano piano a
fantasticare.......loro due....insieme.
Presa com'era da se' stessa, ebbe bisogno
di una buona mezz'ora e di tutta la
determinazione che aveva, per mettere da parte quei
pensieri e
ritornare alla realta'.E non appena lo fece, si rese
conto che , in
effetti, c'era ben poco da stare allegri: era gia'
mezzanotte e
lei non aveva ancora combinato nulla. Per di piu' aveva
la
certezza che Ryo e Saeko la consideravano sospetta e che
l'avrebbero tenuta d'occhio.
"Mi sto mettendo contro City Hunter" penso'
perplessa mentre estraeva dalla valigia l'apparecchio di
ricezione "Cosa dovrei fare, dirgli tutto e
chiedergli di lasciarmi fare? ma come faccio ? quello
pensa che
io sia Mayuko....e poi non voglio che si metta a fare
storie, non
ho assolutamente tempo per queste sciocchezze. Bah! sono
una
stupida. Ryo sara' anche City Hunter ma io sono la sua
socia e
conosco benissimo tutti i suoi punti deboli....e poi e'
rimasto
cosi' affascinato da Mayuko....perche' non dovrei
farcela?
anzi...potrebbe essere interessante...una sfida tra di
noi..uhm..va
bene, proviamoci!".
Eccitata dall'idea di misurarsi col migliore sweeper in
circolazione, Kaori sistemo' il ricevitore, si assicuro'
che fosso predisposto sulle frequenze dei
microfoni, e apri' la mappa della nave per avere un
quadro
preciso sulla disposizione delle stanze e sapere come
muoversi.Quando usci' dalla duecentotrentasei, era
veramente
"carica" e decise di buttarsi allo sbaraglio e
cercare di entrare
nella camera di Inoue.
"Se incontrero' Ryo sulla mia strada...beh, mi faro'
venire in mente qualcosa! " penso', e comincio' a
salire le scale.
Cap. 6 Il piano ha inizio
La camera da letto del proprietario
era situata al piano
superiore. Kaori comincio' a camminare speditamente:sapeva
che in quel piano non c'erano altre
stanze, apparte quella di Inoue, soltanto dei saloni e
una piscina del tutto deserti. A ben guardare, sembrava
anche che non ci fosse nessuno oltre a lei, in quel
livello.
Ricordandosi la mappa, Kaori oltrepasso' due porte che
aveva sulla
destra e una dall'altro lato: erano la piscina, la sauna
e il
salone del gioco.Quando arrivo' in fondo, svolto'
l'angolo e vide alla
fine del corridoio la porta che cercava; accanto ad essa
, un tizio seduto
su di una sedia leggeva il giornale. Kaori si avvicino'
con passo
sicuro, per saggiare il terreno; e rivolgendo all'uomo lo
sguardo piu' candido di cui fosse capace, gli chiese
aiuto dicendo
di essersi persa. L'uomo si alzo' serio, e le ando'
incontro:
- Signorina, questo corridoio e' riservato -disse -
Neanche gli ospiti
possono accedervi, la prego, se ne vada.Comunque...siamo
al
5° livello - .
Kaori si appoggio' languidamente alla parete:
- Oh, Cavoli! al quinto ?!...Sono proprio una
stupida: sono salita troppo....e' che questa nave e'
cosi' grande!... .
Detesto queste feste!-.
Vedendola angustiata, l'uomo cerco' di venirle incontro:
- Se mi dicesse il numero della sua camera, forse potrei
aiutarla....-.
- Magari! sto cercando la duecentotrentasei- fece lei,
guardandolo con occhi languidi.
La guardia ci penso' un attimo, e le spiego' nei dettagli
quale strada
dovesse fare per ritornare alla sua camera. Kaori si
finse attenta ed annui' alle sue indicazioni, poi gli
rivolse un grande sorriso:
- La ringrazio per essere stato cosi' gentile, signore.
Le va di farmi compagnia alla festa? -.
L'uomo la guardo' visibilmente compiaciuto, ma con un
lieve imbarazzo nella voce, fu costretto a rifiutare:- Mi
dispiace molto, ma io non sono un
invitato...non posso lasciare questo posto. Inoltre...ecco...
devo chiederle nuovamente di allontanarsi. Sa com'e'...sono
ordini dall'alto..-.
-Oh, ma certo!- replico' subito lei - Stia tranquillo,
vado via immediatamente:non voglio certo che abbia grane
per causa mia - e cosi' dicendo fece per andarsene. Prima
di girare l'angolo, pero', Kaori si volto' un'ultima
volta:- Comunque...e' davvero un peccato che non possa
farmi compagnia!- disse, e gli lancio' un'occhiata
ammiccante che avrebbe steso anche un pachiderma.
" Io non mi arrendo per cosi' poco" penso'
mentre
ritornava sui suoi passi "Ora prendo un po' di vino,
torno qui, lo
seduco e lo stendo!".
Era appena giunta dinnanzi alla scala, quando senti' una
presenza
alle sue spalle, si volto' indietro e trovo' Ryo, che
appoggiato
alla parete, la guardava divertito
.-Mi ha fatto faticare un bel po', signorina ! Non
riuscivo a trovarla da nessuna parte...-.
Kaori decise di continuare a recitare, e guardandolo
dall'alto in basso gli rispose:- Non vedo proprio perche'
mi abbia cercato, signor Takahada, noi due non abbiamo
nulla da dirci. E poi non m'interessano gli uomini
sposati -.
- Si', l'ho notato - rispose prontamente Ryo - Sembra che
lei preferisca di gran lunga le guardie...-.
Kaori non raccolse la provocazione, e voltandogli le
spalle comincio' a scendere le scale, celando
l'agitazione dietro un muro
d'indifferenza.
In realta' si sentiva come una preda braccata da un
segugio, e sapeva che per proseguire con il suo piano,
doveva prima liberarsi di lui.
Ryo la prese per un braccio e la fermo':
- Le pistole sono arnesi molto pericolosi - sussurro' -
che se ne fa una bella
ragazza come lei ?-.
Contrariamente a quanto si aspettasse, Kaori rimase
impassibile e liberandosi dalla sua stretta, comincio' a
scendere le scale sempre piu'
velocemente. Giunsero' cosi' al corridoio del quarto
livello; Kaori
camminava speditamente, seguita a poca distanza da Ryo, e
fingeva
di non sentire le frasi che lui di tanto in tanto le
lanciava.
In effetti, non sapeva bene dove stesse andando ne'
perche',
invece di affrontarlo, stava fuggendo in quel modo.
Continuo' cosi' per un pezzo, finche' non vide un uomo in
corridoio ed ebbe un'idea. Accelerando il passo, Kaori
raggiunse
lo sconosciuto, e gli chiese di aiutarla: c'era un uomo,
dietro di lei, che la stava importunando e continuava a
seguirla.
Di fronte all'avvenenza di Kaori e agli occhioni
spaventati che lei gli rivolgeva, l'uomo si senti' forte
come un Superman e guardandola pieno di coraggio le disse
di non preoccuparsi, che' avrebbe risolto tutto lui.
Cosi', mentre quello andava incontro a Ryo deciso a
sistemare la questione, Kaori si volto' e se ne ando' via
di corsa. Si sentiva un po' in colpa per quel poveretto
che aveva mandato allo sbaraglio contro Ryo, ma se non
altro avrebbe guadagnato dei minuti preziosi e in una
situazione come quella, il fine giustificava i mezzi.
Kaori corse lungo il corridoio, scese le scale che trovo'
sulla sua destra e continuo' a correre verso la porta che
vedeva in fondo.
In quel momento, la cosa piu' importante da fare era
seminare Ryo; lei lo
conosceva fin troppo bene per non sapere quanto fosse
determinato e instancabile in certe situazioni, e
riuscire a liberarsi di lui non sarebbe stato affatto
facile.
Apri' trafelata la porta e si accorse con orrore di
essere tornata nel salone del ricevimento.
"Cavolo!" penso' seccata " Ora come me la
sbrigo ? se non mi sposto da qui, Ryo mi trovera' subito.Quanta
gente.....forse se mi mescolassi alle altre persone,
potrei anche farcela ad uscire dall'altro lato. Ryo e'
pur sempre un essere umano, non sara' infallibile....".
Comincio' a chiedere spazio e ad intrufolarsi tra le
persone, finche' voltandosi indietro, non vide Ryo
entrare dalla sua stessa porta:
ovviamente nulla in lui faceva supporre che le avesse
prese dal tizio che lei gli aveva mandato contro.
"Accidenti, non avrei dovuto farlo..." penso'
Kaori con rammarico
" poverino, speriamo che non si sia fatto troppo
male! Dovrei
almeno cercarlo e chiedergli scusa....ma come faccio? Con
tutto quello
che sta succedendo stasera, sara' gia' tanto se non mi
faro'
arrestare da Saeko come killer ".
Era quasi arrivata in fondo al salone, quando si senti'
chiamare e voltandosi, vide Masanori Ueda andarle
incontro sorridendo.
Non potendo farne a meno, si fermo' ad aspettarlo
ricambiando il sorriso.
- Cara Mayuko- esclamo' l'uomo prendendole una mano tra
le sue
- cominciavo a temere che non l'avrei piu' rivista.Ci
tengo a scusarmi personalmente per il comportamento
assolutamente riprovevole del signor Takahada. Un
atteggiamento simile, soprattutto nei confronti di una
persona per bene come lei, e' stato assolutamente
imperdonabile.Capisco perfettamente che sia rimasta
disgustata e che abbia lasciato il
ricevimento.Spero, tuttavia, che voglia accettare le mie
scuse
piu' profonde ...-.
Kaori gli rispose che non aveva proprio nulla da farsi
perdonare e che purtroppo sapeva bene come ci si potesse
sentire in imbarazzo per il comportamento sconsiderato di
un amico.
Poi, intuendo che non si sarebbe sbarazzata di Ueda tanto
facilmente, capi' che doveva almeno togliersi dal centro
della sala se non voleva che Ryo la vedesse subito.
Inconsapevolmente l'industriale le venne incontro:
- Ha gia' visitato il pontile, signorina? Dovrebbe vedere
com'e' bella la citta' vista dal mare, con tutte le sue
luci. In una notte splendida come questa, la luna piena
si specchia sull'acqua.....e' uno spettacolo davvero
suggestivo...-.
Kaori non se lo fece ripetere due volte:
- Accetto con molto piacere il suo invito, Signor Ueda,
in effetti non ho ancora visitato il pontile...- e prese
il braccio che l'uomo le offriva.
Cosi', uscirono fuori e superando il tratto illuminato
dalla luce del
salone che filtrava dagli oblo', si ritrovarono presto
nella semioscurità di una notte di luna piena.
L'aria era piuttosto umida ed il freddo si faceva
sentire; ma Kaori non
sarebbe rientrata dentro per nessun motivo al mondo: da
qualche
parte Ryo la stava ancora cercando.
Dal pontile si accedeva invece a molti corridoi:quella
poteva essere un'ottima via di fuga per lei;doveva
soltanto trovare il modo per scrollarsi di dosso
l'ingombrante presenza del suo accompagnatore. Pochi
minuti dopo essere usciti, l'industriale, con un gesto
molto galante, si sfilo' la giacca e gliela poso' sulle
spalle.
- Sarei molto dispiaciuto se per soddisfare a questo mio
capriccio si prendesse una polmonite - disse.
Lei gli sorrise e lo ringrazio' sinceramente: c'era
freddo per davvero quella notte. Poi, mentre passo dopo
passo, percorreva il pontile ascoltando i discorsi di
Ueda, Kaori comincio' a realizzare che quella giacca
sulle sue spalle non era solo un riparo dal freddo, ma
anche una fortuna inaspettata. Adesso che erano avvolti
dall'oscurita', che lui parlava distrattamente, e lei
aveva su di se' la sua giacca, piazzare la cimice sarebbe
stato un gioco da ragazzi. Continuo', quindi, a camminare
accanto a lui, fingendo di ascoltarlo; in realta' prese a
cercare forsennatamente nel guanto la microspia che vi
aveva nascosto. Quasi non se ne accorse quando
l'industriale con grande nonchalance le appoggio' un
braccio sulle spalle: Kaori aveva testa solo per quella
benedetta cimice che non voleva saperne di farsi trovare;
che l'avesse persa durante la sua fuga da Ryo? Poi senti'
sotto la punta delle dita qualcosa di molto piccolo, come
una briciola, ed estrasse tutta trionfante la microspia.
Solo allora, tornando d'improvviso alla realta', capi'
cosa stava succedendo: Ueda era fermo davanti a lei; le
mani, poggiate sulle sue spalle, l'accarezzavano
lentamente mentre la voce, profonda e cupa, mormorava dei
complimenti. Kaori ebbe un brivido e lo guardo'
preoccupata poi, solo pochi istanti dopo, si ritrovo'
cosi' stretta a lui da non riuscire quasi a respirare.
L'uomo si chino' su di lei e vedendo il suo viso sempre
piu' vicino, Kaori s'irrigidi' e chiuse gli occhi, come
se, invece di un bacio, si preparasse a ricevere un
ceffone.
Rimase in attesa per alcuni secondi, poi si accorse che
non succedeva niente e comincio' a preoccuparsi: che Ueda
si fosse accorto della microspia ancora tra le sue dita?
Apri' gli occhi perplessa e vide che il volto di Ueda era
ancora li', a pochi centimetri dal suo, contratto in una
smorfia di dolore. Alle spalle dell'industriale, vide
un'ombra: era Ryo che, afferrato Ueda per una spalla, gli
aveva girato bruscamente un braccio dietro la schiena,
impedendogli qualsiasi movimento.
Cap. 7 Uno strano
comportamento
Malgrado nell'aspetto sembrasse
perfettamente calmo, gli occhi di Ryo mandavano una luce
torva e le labbra strette, serrate, tradivano il suo vero
stato d'animo. Kaori rimase sgomenta: "Ce l'ha con
me per quello scherzo di prima ?" si chiese
preoccupata, e abbasso' lo sguardo a terra.
Nel frattempo l'industriale si riprese dallo sconcerto e
dimenticandosi della copertura e di tutto il resto, si
volto' verso di lui che non accennava a lasciargli il
braccio, e lo aggredi':- Ma insomma, signor Saeba! si
puo' sapere che sta combinando ?! mi lasci!-.
Ryo lo guardo' male ma non fece in tempo a rispondere,
perche' Saeko, che aveva visto tutto, gli piombo' addosso
come un fulmine, e lo colpi'
scaraventandolo a terra. Kaori rimase ancora piu'
sconcertata mentre Ueda e Saeko guardavano Ryo con uno
sguardo rispettivamente di odio e d'indignazione.
Lui, invece si rialzo' perplesso, guardo' un attimo Kaori
di sottecchi, e poi si rivolse a Saeko chiedendole, con
uno sguardo innocente, perche' lo avesse picchiato. Saeko
perse le staffe:
- Come perche' ?! gli stavi rompendo un braccio!-.
- Io ho fatto soltanto il mio dovere- rispose lui senza
fare una piega, e disse che nella condizione
dell'industriale, non era stato affatto prudente,
isolarsi con una persona senza avvertire la propria
guardia del corpo; lascio' cosi' intendere ai due che
tramite quel bacio, la donna avrebbe potuto avvelenarlo.Ueda
non senti' ragioni e con voce tonante, pretese che Ryo e
Saeko lo seguissero in una stanzetta a parte per "mettere
in chiaro alcune cose". Cosi' facendo, rientrarono
nel salone, dimenticandosi completamente di Kaori che,
rimasta sola sul pontile, ne approfitto' per piazzare la
microspia dietro il colletto della giacca che aveva
ancora con se'.
Quando Ueda fini' di recriminare e usci' dalla stanza per
sbollire i nervi, Ryo e Saeko rimasero soli. Ryo era
subito tornato se' stesso: freddo e strafottente come al
suo solito, aveva ascoltato i discorsi dell'industriale
sbadigliandogli generosamente in faccia. Poi, non appena
l'uomo usci', si volto' verso Saeko ed esclamo':- Ora
tocca a te, avanti. Se devi rimproverarmi, fallo, cosi'
poi vado a farmi un giro...-.
Saeko lo scruto' dritto negli occhi:
-Che ti e' preso? - gli chiese con tono indagatore - ti
credevo un professionista...-.
Ryo sbuffo', insofferente: Saeko aveva ragione, City
Hunter non si comportava cosi', di solito.
-So che non lo sopporti- continuo' lei- e anche se non ho
idea di cosa ci sia stato tra te e lui, so che al
pontile, poco fa, eri completamente fuori di te. Non ti
avevo mai visto in questo stato -.
Ryo fece un sorrisetto amaro, poi trasse un sospiro: -
Hai ragione, ho fatto uno sbaglio- mormoro'- ti chiedo
scusa-.
Saeko lo guardo' mite, accettando mentalmente le sue
scuse.
-Comunque non e' come pensi tu- continuo' lui- Non ho
nulla di personale contro Ueda, altrimenti non avrei mai
accettato quest'incarico-.
- E allora perche' ti sei comportato cosi'? - .
Ryo volto' lo sguardo dall'altro lato:
-Non so perche'-disse dopo un po'- ma...non sopportavo
l'idea che baciasse quella donna. Credo che sia per
questo che ho perso le staffe - e, volendo evitare
ulteriori domande, usci' di corsa dalla stanza.
Saeko, se l'aspettava, una risposta del genere; in
effetti, aveva gia' notato che l'attenzione di Ryo per la
nipote di Izumi era maggiore di quella che solitamente,
rivolgeva alle altre donne. E poi, quella Mayuko, aveva
qualcosa di strano in se'....non sapeva cosa fosse, ma
subito, dal primo momento in cui l'aveva vista, qualcosa
l'aveva messa in allarme.
Senza perdere tempo, raggiunse Ryo in corridoio e lo
fermo':
- Comunque credo che dovremmo fermare quella donna...-
disse - ha una pistola con se' e ha cercato di rimanere
da sola con Ueda. Non credo che sia tanto innocentina
come sembra: e' meglio se la fermiamo ed interroghiamo -.
- Ci avevo gia' pensato..- le rispose Ryo -...poco fa era
sul pontile,
comincero' a cercarla da quelle parti. Tu rimani con Ueda
-
-Credo sia meglio!- fece lei ironica, e si separarono.
Cap. 8 Questione di orgoglio
Piazzata la cimice, Kaori aveva
riconsegnato la giacca ad un cameriere, pregandolo di
restituirla a Ueda insieme ad i suoi ringraziamenti. Poi
attraverso il pontile, era tornata in corridoio: doveva
ancora procurarsi una bottiglia di vino e due bicchieri e
sedurre la guardia, alla porta d'ingresso della camera di
Inoue.
" Se li prendo dal salone qualcuno se ne accorgera'
di certo" penso' " ed io che razza di figura ci
faccio?! no...devo prenderli da un'altra parte. Ma dove?......
Certo, in cucina! Nelle cucine di bordo ci saranno
senz'altro bicchieri e bottiglie. Accidenti! avrei dovuto
pensarci quando ho consultato la mappa. Ora chissa'
quanto tempo ci vorra' per trovarle...e' cosi' grande
questo posto...".
Kaori comincio' a scendere le scale con scarsa
convinzione, pensando che fosse piu' ovvio trovare le
cucine ai livelli inferiori, piuttosto che a quelli
superiori di una nave; raggiunse il livello sottostante,
ed armandosi di pazienza, comincio' a guardarsi attorno e
ad aprire le porte delle varie stanze. Trascorse cosi'
dieci minuti senza ottenere alcun risultato finche' non
s'innervosi' e prese a correre lungo i corridoi deserti,
riuscendo infine a perdere l'orientamento. Proprio quando
aveva deciso di lasciar perdere e provare al livello
successivo, non era piu' in grado di trovare le scale.
"Oh, mamma! E adesso che faccio ? " penso' in
preda al panico " Vuoi vedere che rimarro' qua come
una scema fino a domattina?!".
Spaventata da quella idea, Kaori comincio' a girare per i
corridoi alla ricerca di un punto di riferimento finche',
sentendosi tirare la ferita sul fianco, dovette fermarsi
e sedere a terra aspettando che le passasse.
Si stava agitando troppo: tutti quei livelli e le scale,
su', giu', su', tutto il tempo, il tango, i corridoi
lunghissimi; forse Ryo non aveva torto, quando le diceva
che era ancora in convalescenza.
Era tutta colpa di quella ferita, e degli antibiotici con
cui si stava curando, se era ridotta ad uno straccio!
"...e pensare che oggi sono stata quasi bene"
si disse, rammaricata "ma d'altronde con tutto
quello che sto facendo, una ricaduta e' il minimo che
debba aspettarmi".
Si rialzo' lentamente, decisa a non sfidare troppo la
sorte, e tenendosi il fianco con una mano, riprese a
percorrere il corridoio, appoggiandosi al muro.Girato
l'angolo, vide in fondo le scale e credette in un
miracolo.
"Meno male meno male meno male!" penso'
accelerando il passo " forse non tutto e' perduto".
Con rinnovato vigore attraverso' quel lunghissimo
corridoio, ma giunta alla scalinata, si ritrovo' faccia a
faccia con Ryo, che scendeva dal livello superiore. Dopo
alcuni attimi di sorpresa (neppure Ryo pensava che
l'avrebbe trovata li' sotto) Kaori tento' di fuggire
scappando di sotto, ma gli era gia' troppo vicina e lui
la blocco' senza problemi.
-Mi dispiace, Mayuko. Prima abbiamo scherzato, ma adesso
mi trovo costretto a fare sul serio: devi venire con me
-.
-Lasciami, non e' come pensi tu - esclamo' lei, cercando
di liberarsi dalla sua stretta - C'e' un errore, io non
voglio uccidere Ueda! -.
Ryo lascio' la presa: erano soli in quel corridoio e lui
le sbarrava ogni via di fuga. Tuttavia si fece piu' serio:
- Allora sei davvero tu..- mormoro'.
Kaori impallidi' senza rispondere.
Ryo prosegui':- Non ti ho mai accusata di voler uccidere
Ueda, ma se sei al corrente di questa storia, vuol dire
che sei davvero tu, il killer...-.
Kaori si senti' sollevata: Ryo non aveva ancora capito
chi fosse.Gli volto' le spalle e si sposto' al centro del
corridoio senza rispondere: la faccenda aveva preso una
brutta piega e non c'era piu' alcun modo per liberarsi di
lui, ora che si era trasformato nello sweeper freddo e
determinato che tutti temevano. Malgrado le pesasse,
comincio' seriamente a pensare che forse, l'unica cosa da
fare, fosse quella di dirgli la verita': dopotutto erano
soli in quel momento e soltanto lui avrebbe saputo.
Ryo le ando' dietro e la costrinse a girarsi, Kaori nel
frattempo si decise:
" adesso glielo dico!" penso'.
Ma lui non gliene diede il tempo:non appena la ebbe di
fronte, l'abbraccio' e la bacio' appassionatamente.
Per l'emozione violenta che l'assali', Kaori non riusci'
a fare altro che aggrapparsi a lui per sostenersi.
Poi, trascorsi alcuni minuti, Ryo la guardo' e le
sorrise; Kaori era ancora in stato di shock e guardandolo
fremendo, penso' che non poteva piu' dirgli la verita'.
Lui fece per baciarla di nuovo, ma prima le si accosto'
all'orecchio: - Non ho mai conosciuto un killer
affascinante quanto te - mormoro'.
A quella frase Kaori si riscosse, e in un misto di
rabbia, emozione e vergogna gli stampo' un enorme
schiaffo sul volto facendolo cadere all'indietro.
- Io ti odio, ti odio! - urlo' fuori di se', e corse
verso le scale.
La cosa che piu' l'aveva ferita e che non riusciva in
alcun modo ad accettare era che lui potesse essere cosi'
ardente e appassionato con una donna sconosciuta come
Mayuko e freddo ed insopportabile con lei.
- Ehi! un attimo- grido' Ryo spiazzato - Io..io ti devo
arrestare!-.
Kaori, senza ascoltarlo, raggiunse le scale e si fermo'
di colpo: sotto di lei c'era Saeko che stava salendo.
Subito fece dietro front e tornando sui suoi passi,
salto' a pie' pari Ryo ancora a terra, e giro' l'angolo
del corridoio, mentre calde lacrime di rabbia ed orgoglio
le scolavano sul viso.
Ryo se ne accorse, si alzo' di scatto e le corse dietro:
non sapeva perche' ma il pensiero che stesse piangendo
gli aveva messo addosso una grande agitazione; ora voleva
fermarla, voleva capire.
Cap. 9 Rivelazioni
Tenendo sollevata la gonna del
vestito, Kaori correva velocemente senza quasi guardare
davanti a se'. Dietro di lei, Ryo guadagnava terreno:
- Fermati! Dove pensi di scappare? Le scale sono
dall'altra parte, qui non c'e' via d'uscita -.
Lei non lo ascolto' nemmeno: attraverso' correndo un
corridoio dopo l'altro senza neanche preoccuparsi delle
ferite che cominciavano di nuovo a farle male. Ryo
accelero' ulteriormente, e quando lei lo senti' ormai
vicinissimo, cerco' a sua volta di distanziarlo. Non
riusci' pero', ad evitare che lui, con una presa
d'acciaio, l'afferrasse per una spalla e la tirasse verso
di se'.
A quel gesto Kaori lancio' un urlo di dolore e crollo' a
terra in ginocchio, sotto lo sguardo sgomento di Ryo che
aveva immediatamente lasciato la presa; senza saperlo, le
aveva riaperto la ferita sulla spalla.
Lei rimase a terra; mentre si teneva la spalla con la
mano e vedeva nero per il dolore, grosse goccie di sangue
cominciarono lentamente a scivolare lungo il braccio,
macchiandole il vestito ed il pavimento.
Poco dopo Saeko, in compagnia di Ueda, li raggiunse e
rimase interdetta: Mayuko gemeva a terra e Ryo, in piedi
accanto a lei, la guardava sconvolto.
-Che cosa e' successo?- gli chiese, avvicinandosi.
Ryo si volto' di scatto e mostro' il viso pallidissimo e
stravolto. Poi, con voce alterata, le disse che c'era
stato un errore, che stavano inseguendo la persona
sbagliata.
Kaori, immobile ai suoi piedi, capi' di essere stata
scoperta.
- Ma scusa, come fai a sapere che non e' lei? Come fai ad
esserne tanto sicuro?-
-Non e' lei, fidati. Piuttosto, tornatevene alla festa
prima di fare insospettire qualcuno! -.
Saeko non si convinse per niente: - Voglio sapere cosa
sta succedendo- insistette, con tono autoritario.
Ryo perse la calma: - Saeko, maledizione, vattene!-
grido' e sbatte' un pugno contro la parete. Poi, di
fronte allo sguardo sconcertato della donna, riacquisto'
l'autocontrollo:
- Ti prego....fa come ti dico - mormoro'.
Anche Saeko si riebbe subito:
- Come vuoi- disse - ..ma se entro trenta minuti non sali
su' e mi spieghi tutto, ti faccio a pezzi!- minaccio', e
ando' via portando con se' l'industriale.
Ryo li segui' con lo sguardo fino alla fine del
corridoio, e anche dopo che ebbero girato l'angolo, non
si mosse, attendendo di sentirgli scendere le scale.
Kaori cominciava a sentirsi un po' meglio, e alzando
lievemente la testa, sbircio' l'espressione seria dipinta
sul volto di Ryo.
"E' proprio nero.." penso' preoccupata "
Questa e' la volta buona che mi licenzia ".
Lui si senti' osservato e abbassando lo sguardo,
incrocio' quello di Kaori; si guardarono cosi' per
qualche attimo, poi lei abbasso' gli occhi intimidita e
Ryo le si inginoccho' accanto: Kaori soffriva ancora per
quella terribile stretta.
Ryo la guardo' grave:
- Kaori...-.
- Ryo, ascolta, io..io....-.
Kaori s'interruppe: Ryo era cosi' serio...... .
- Ti fa ancora male?- le chiese lui, mitigando un po' lo
sguardo - Riesci ad alzarti in piedi?-.
- Mi sta passando - fece lei, cercando di essere
credibile - Si', penso di farcela -. Cosi' dicendo,
appuntello' i piedi per terra e comincio' ad alzarsi. Ryo
le porse premurosamente un braccio e lei vi si appoggio'
lentamente.
Cominciarono quindi a camminare; Kaori, sopportando il
dolore, Ryo sostenendola per la vita.
- Dove mi porti?- fece lei, guardando le scale sempre
piu' vicine.
- Nella tua stanza - replico' lui asciutto -...bisogna
medicare quella ferita -. Vedendolo cosi' visibilmente
seccato, Kaori non ebbe il coraggio di dire piu' nulla:
" Magari non e' proprio furioso" penso' "
Ma di certo ce l'ha a morte con me!".
Cosi' salirono in silenzio i gradini, finche', giunti di
sopra, Ryo le chiese il numero della camera.
- La duecentotrentasei - fece lei, mentre sentiva di non
riuscire piu' a camminare.
- Saeko ed Io abbiamo la stanza accanto....- osservo' lui
fra se' e se'.
Dopo un po' che camminavano, Ryo senti' Kaori appoggiarsi
pesantemente al suo braccio e sbirciandola, la vide
pallida e tutta tremante.
-Tu devi avere la febbre!- esclamo', mettendole una mano
sulla fronte - Ti fanno male le ferite ?-.
-Un po'..- fece lei, appoggiandosi al muro.
-Ryo, senti....mi dispiace, se sei offeso con me...davvero,
io..-.
Ryo la interruppe subito: - Kaori, di questo ne parliamo
in un altro momento, ok ? Tu non ti reggi in piedi ed io
voglio fermare l'emorragia - cosi' dicendo la sollevo' in
braccio e prese a camminare a passo spedito.
- Comunque..- riprese dopo un po', in tono sarcastico -
Non posso far a meno di pensare ad una certa persona che
diceva di essere guarita perfettamente -.
Subito Kaori ribatte':- Non mi sarebbe successo niente se
'qualcuno' non mi avesse 'strizzato' una spalla! -.
- Se quella persona avesse saputo chi eri in real..-
questa volta fu Ryo che s'interruppe: Kaori impallidiva
sempre di piu' e sudava freddo.
A quella vista, lui non senti' piu' ragioni e si mise a
correre in cerca della duecentotrentasei.
- Non fare cosi' - mormoro' lei ormai semi-svenuta - Io
non ho nulla....sto bene..-.
Lui non diede segno di averla ascoltata e in pochi minuti
la condusse alla camera; Kaori vide il numero 236 in
legno intarsiato e con mano tremante estrasse la tessera
magnetica dalla borsa.
Una volta entrati, Ryo l'aiuto' a sedersi e ad
appoggiarsi sul letto; ando' nel bagno e comincio' a
frugare nervosamente negli armadietti.
Kaori lo chiamo' debolmente:- Ryo, nella mia valigia...nella
mia valigia c'e' un kit medico, e' qui.... nell'armadio
-.
Ryo apri' la valigia, prese la scatola del pronto
soccorso e si sedette di fronte a lei; poi, passandole un
braccio dietro la schiena, la fece sporgere in avanti, e
mentre lei poggiava il viso sulla sua spalla, le apri' la
cerniera del vestito. Quella fu l'ultima cosa di cui
Kaori si rese conto prima di perdere definitivamente i
sensi.
Quando si risveglio' era distesa sul letto, sotto le
coperte, e qualcosa di fresco le bagnava la fronte.
Sollevo' lentamente un braccio e sfioro' il fazzoletto
bagnato. Poi, abbassando lo sguardo, vide la valigia
aperta a terra e un po' piu' distante, il suo vestito
sporco di sangue su di una sedia; vide anche degli
asciugamani dentro una bacinella e sul comodino garze e
alcool.
Ebbe come un lampo e ricordandosi di tutto si alzo'
improvvisamente a sedere tirando via la coperta.
Dall'altra parte della stanza, Ryo si volto' di scatto:
- Kaori! Rimettiti subito giu', altrimenti ricomincerai a
sanguinare! -.
Kaori lo guardo' confusa e fece meccanicamente quello che
aveva detto, mentre lui le si avvicinava preoccupato .
-Cosa hai fatto alla camicia?- gli chiese lei,
stranizzandosi di vederlo a petto nudo. Lui le fece un
cenno della testa e guardandosi, Kaori si accorse di
averla addosso: era l'unica cosa che aveva.
Immediatamente arrossi' fino al bianco degli occhi.
- Non volevo sporcarti il vestito ancora di piu', deve
esserti costato molto...- si giustifico' Ryo fingendo di
non vedere il suo imbarazzo.
- Ah!...grazie -.
Poi si chino' su di lei e le mise una mano sulla fronte:
- Sembra che la febbre ti sia scesa: evidentemente e'
stata solo una reazione del tuo organismo al dolore. Ti
ho medicato anche il fianco: ora che sei sveglia,
dovresti prendere subito gli antibiotici, ho visto che li
hai portati con te..-.
Kaori si sollevo' lentamente a sedere e prese dalle sue
mani il bicchiere d'acqua che aveva gia' preparato.
Guardandolo meglio, osservo' che Ryo aveva all'orecchio
un auricolare con un minuscolo microfono incorporato, uno
di quegli apparecchietti senza fili, probabilmente in
dotazione alla polizia.
"Gli servira' per mettersi in contatto con Saeko"
penso', e ingoio' le medicine.
Ryo la guardo' per un po' senza parlare, poi
appoggiandosi al muro, esordi':
- Ho dato un'occhiata qua in giro, mentre dormivi...-.
- E' vero!- lo interruppe lei desolata - io ti devo delle
spiegazioni..-.
- A dir la verita', Kaori, credo di aver capito da solo
cosa stai facendo - riprese Ryo in tono di biasimo -
Stavo studiando la mappa di questa nave e gli appunti che
hai preso su molti degli invitati; sei davvero bene
informata....Mi sembra di capire che tu sia qui per
spiare Ueda, e non solo lui; il tuo apparecchio ricevente
lo sta registrando anche adesso...-.
Kaori usci' le gambe fuori dalle coperte e comincio' ad
alzarsi.
- Bene - mormoro' tra se' e se'- allora l'apparecchio
funziona...-.
- Per chi stai lavorando ?- chiese lui facendosi serio -
Queste attrezzature elettroniche non sono mie, e poi la
piantina....e le informazioni che hai sugli invitati, non
le scrivono certo sui giornali...-.
Sostenendosi ad una sedia per assicurarsi che le gambe la
reggessero, Kaori lo guardo' e sospiro':
- Cos'e'? - chiese piuttosto offesa - Credi che stia
facendo qualcosa di poco lecito? Guarda che non sto
lavorando proprio per nessuno, sto solo facendo un favore
ad una amica..-.
Ryo sorrise sarcastico: - Pretenziosetta la tua amica, in
fatto di favori!-.
- Non sai di che parli!- replico' lei senza degnarlo di
uno sguardo, e con un'andatura un poco incerta raggiunse
il tavolo.
- Ueda e' implicato in un traffico di droga, solo che
nessuno ha mai trovato le prove; eccetto il fratello di
Yoko...che e' stato ucciso per questo -.
Ryo ebbe tutto chiaro: - Quindi, lei ha chiesto il tuo
aiuto per vendicare la morte del fratello, e tu non hai
saputo dirle di no...-.
- Non avrei potuto....-.
- E che prove stai raccogliendo?- riprese Ryo - Cosa
speri di registrare questa notte?-.
Kaori si sedette al tavolo, cercando di nascondere sotto
di esso, le gambe nude che la grande camicia di Ryo non
riusciva a coprire:
-Vedi..- rispose - Alle prime luci dell'alba su questa
nave si terra' un meeting e tutti gli uomini coinvolti
nel traffico si riuniranno per parlare di affari. Se io
riusciro' a registrare la voce di Ueda tra le altre,
avro' le prove della sua colpevolezza -.
- E l'attrezzatura chi te l'ha data, Yoko?-.
- No, non lei...non direttamente.Yoko e' finanziata da
Toshio Izumi. Sai, il finanziere...- .
- Certo, Izumi...suo figlio e' morto l'anno scorso... se
ricordo bene, per un overdose - .
-Infatti! Izumi vuole queste prove quanto Yoko.-.
Ryo si scosto' dal muro e sbadigliando si stiracchio':
-Bene - disse - allora, dato che il microfono l'hai
piazzato, non dovrai far altro che sperare nella
provvidenza...-.
- Io non ho ancora finito!- esclamo' Kaori - Devo
sistemare i microfoni nella stanza del meeting...hai
visto il segno che ho fatto sulla piantina?-.
-Ma certo, come avrei potuto non vederlo?! Hai fatto una
bella X sopra la
stanza da letto di Inoue!.... E' per questo che un paio
d'ore fa sei salita lassu'..-
-Si'- replico' lei - E devo tornarci immediatamente -.
Poi qualcosa le suono' male: - Ryo, come sarebbe... un....'paio
di ore fa' ?! Ma...che ore sono? -.
Ryo diede un'occhiatina all'orologio: - Le due meno un
quarto - disse freddamente.
A quella frase, Kaori scatto' in piedi: - Ma e'
tardissimo! - urlo', in preda al panico - Se Inoue si
chiude nella sua stanza, io che faccio?! - e si mise a
correre per la stanza cercando i vestiti.
Ryo se la vide passare davanti un paio di volte e tento'
di ricondurla alla ragione: - Kaori...Kaori calmati,
calmati !- esclamo', e l'afferro' per un braccio.
- Innanzi tutto, non sei a zero: hai gia' piazzato una
cimice e gia' da sola basterebbe....-.
-No, ma che dici ?!?- replico' lei fuori di se' e
liberandosi si rimise a cercare. Ryo la fermo' e la
costrinse a guardarlo:
- Kaori, ascoltami!....e per favore non interrompermi
piu'. Ti rendi conto che nelle tue condizioni dovresti
rimanere qui a riposare? Non e' tardi: sono solo le due....perche'
non dormi un poco, magari per un'oretta? Avresti comunque
tutto il tempo di finire la missione....e poi, come pensi
di liberarti della guardia che c'e' alla porta?-.
Kaori si sedette sul letto pensierosa: riflettendoci bene
la notte era ancora lunga e avrebbe avuto comunque modo
di piazzare quelle cimici.
Poi pero' scosse la testa desolatamente: - No, Ryo.Non
potrei chiudere occhio con questo pensiero - mormoro'-
Preferisco riposarmi dopo, quando tutto sara' finito.Cosa
credi ?! anch'io sono una professionista e ci tengo a
fare le cose per bene-.
- Fa come vuoi..- rispose lui, cedendo alla sua
determinazione - Ma non mi hai ancora risposto:...e la
guardia? -.
Mentre dalla valigia tirava fuori un lungo abito rosa
pallido, Kaori sorrise enigmaticamente, poi si avvicino'
a Ryo e togliendosi un orecchino a pendant, glielo
mostro'.
-Be'?- fece lui senza capire.
Ridacchiando, Kaori presso' il centro del pendant ed
immediatamente scatto' fuori un ago bagnato di una
sostanza scura.
-Ehi! Ma ....dove l'hai preso, e' sonnifero?- .
- Ti piace, ti piace ?- chiese lei, gongolando - Me li ha
fatti il professore! Certo che e' sonnifero, per chi mi
prendi? Mi bastera' pungerlo con uno di questi e avro'
campo libero!- concluse Kaori soddisfatta.
Ryo non disse nulla e rimase ad osservarla mentre, col
vestito sotto il braccio, cercava le altre scarpe.
- Allora...ci vai subito?- le chiese dopo un po'.
- Si', il tempo di cambiarmi d'abito e rifarmi il trucco
- gli rispose - E poi mi sento bene: riesco a camminare
senza problemi e quanto al braccio...cerchero' di tenerlo
un po' fermo-.
- Ah! senti...- fece poi, voltandosi a guardarlo - Ma
Saeko non ti aveva detto di raggiungerlo subito?! Adesso
sara' furibonda...-.
Ryo si lascio' cadere all'indietro sul letto: - Le ho
gia' parlato... - disse oziosamente - Non ti preoccupare,
sa che Mayuko sei tu e che ti stavo medicando; non ci
sono problemi -.
Kaori si stupi': - Ma quando glielo hai detto? - .
- Poco fa, mentre dormivi- rispose lui - attraverso
l'auricolare. Ho bisogno della camicia: sbrigati a
cambiarti, devo tornare al salone...-.
A quell'affermazione, Kaori sorrise incredula: - Ryo, ma
scusa, hai solo questa, di camicia ?-.
-No, ma questa e' quella che preferisco, e poi le altre
sono nella mia stanza: cosa pretendi, che giri per il
corridoio mezzo nudo? Rimango qua e aspetto che ti cambi...-.
Kaori trasecolo': da quando in qua si faceva certi
scrupoli? Non era la stessa persona che ballava nuda
davanti alla finestra di casa?
- Vabbe', come vuoi - rispose, entrando in bagno - ora te
la restituisco....-.
Dopo qualche minuto, Kaori ruppe il silenzio:
- ... Ryo ?-.
- Che vuoi? - .
-......Sei ancora arrabbiato con me?-.
Ryo si alzo' a sedere e lancio' un'occhiataccia alla
porta del bagno:
- Tu che dici, non dovrei ?!- esclamo' nervosamente.
- Mi dispiace, non volevo mentirti....- mormoro' lei,
- Balle!-.
- Gia'.... hai ragione - ammise Kaori dopo un po' - L'ho
fatto apposta a non dirti niente, perche' ci tenevo ad
aiutare Yoko e sapevo che tu avresti cercato
d'impedirmelo! -.
Ryo sospiro' e si butto' di nuovo all'indietro:
- Per questa storia, Saeko mi ha tenuto il muso per un
pezzo - disse poi a mezza voce.
-....E adesso ti ha perdonato?-.
- Si', ma lo sai quanto mi e' costato, il suo perdono?!
Le ho dovuto scalare tutti i debiti, capisci? Niente
mokkori, ed e' tutta colpa tua!-.
-Ma dai - fece Kaori cercando di minimizzare - tanto non
ti avrebbe mai pagato..-.
-Tu, fatti gli affari tuoi!-
-Ok, ok, scusa-.
Ryo si rimise a sedere sul letto tenendosi la testa tra
le mani: ma quanto ci metteva ad indossare un vestito?
Kaori dal bagno lancio' un " oh, no !" e lo
chiamo'.
- Che c'e'? Cos'hai da lamentarti, adesso?- .
Quando apri' la porta del bagno, Ryo vide Kaori di fronte
allo specchio: indossava un bellissimo vestito rosa
pallido che a differenza dell'altro, era a girocollo. Il
velo della gonna era fermato in alto da un gioco della
stoffa e si sovrapponeva sul davanti, scoprendo il
ginocchio che lei, appoggiata al ripiano della
specchiera, teneva piegato.
Colpito da quella visione, Ryo rimase in silenzio finche'
lei non lo vide e gli ando' incontro lamentandosi:
- Lo vedi ?! Accidenti, non va bene!-.
Ryo la squadro' senza riuscire a trovare nulla che non
fosse al posto giusto: - Ma....cosa ? di che stai
parlando?- balbetto' confuso.
- Come di cosa?? Guarda qua, si vede la medicazione! Come
faccio ad uscire cosi' ora, me lo spieghi? -.
- Ma dove, sulla spalla ? Ma via, se s'intravede appena....-.
-No, non e' vero, guarda come sporge....se ne
accorgeranno tutti, maledizione!- continuo' lei
esasperata.
Ryo tento' di convincerla del contrario: - Kaori, sporge
meno di un centimetro: ma chi vuoi che ci faccia caso?
Sei paranoica....-.
Kaori gli rispose con una provocazione: - Guarda mio
caro, che ci sono molti uomini la' fuori che da quando
sono salita a bordo non mi staccano gli occhi di dosso...se
ne accorgeranno, vedrai-.
Ryo fece un mezzo sorriso: - No, invece, non ci faranno
caso. So benissimo come vanno queste cose: quelli non
guardano il tuo vestito, credimi-.
Kaori lo guardo' allibita: era la prima volta che il suo
socio ammetteva, anche se indirettamente, che lei era
abbastanza bella da suscitare interesse negli uomini:-
Allora riconosci anche tu il mio fascino...- mormoro'
contenta.
-Qui non si tratta di fascino- fece lui, senza darle
soddisfazione - E' ovvio che se indossi un vestito
'saltami addosso' provochi reazioni di questo tipo..-.
- 'Saltami addosso' ??- ripete' lei, fingendo di non
capire.
- Sai di che parlo: quei vestiti tutti spacchi e
scollature....come quello di prima, per intenderci-.
D'improvviso Ryo ne parlava con disprezzo e superiorita',
come se quel genere di vestiti non gli andassero a genio;
e Kaori non resistette alla tentazione di stuzzicarlo un
po'.
- Allora quel vestito non ti piaceva? - gli chiese con
tono ingenuo.
A quell'uscita, Ryo si senti' inspiegabilmente in
imbarazzo: - Be', non e' che non mi piacesse...-.
- Allora non ti piaceva come stava a me..- insistette
lei, con uno sguardo ancor piu' da innocentina.
-No, cosa c'entra - disse lui, dimenticandosi stranamente
di farle qualche battutaccia - Ma era un po' troppo
scollato, preferisco quello che indossi ora.. -.
"Vuoi vedere che e' un po' geloso? " penso'
Kaori tutta soddisfatta, e sorridendo sadicamente, gli
chiese di avvicinarsi:
-Ma tu l'hai visto bene, questo vestito?-.
Ryo non capi':- Perche'? -.
Senza rispondergli, Kaori gli volto' le spalle e mostro'
cosi' l'ampia scollatura che lasciava nuda la schiena.
Ryo ebbe un sussulto:- Kaori, non puoi andartene in giro
cosi'!- esclamo' esterrefatto- Sei pazza!? -.
A quella reazione, lei rise divertita e Ryo, pentendosi
immediatamente per come si era lasciato trasportare, si
volto' dall'altro lato sbuffando seccato:
- Per quel che m'importa..-.
Sempre ridendo,Kaori prese la camicia che aveva
appoggiato su una sedia e gliela porse:
- Ecco a te: ora puoi rivestirti....grazie, comunque -.
Senza dir nulla, Ryo usci' dal bagno e comincio' a
vestirsi camminando su e giu' per la stanza da letto.
Poco dopo, voltandosi verso Kaori per dire qualcosa, la
trovo' ferma davanti allo specchio, piuttosto interdetta.
-Che cosa c'e' adesso?- le chiese irritato.
Kaori lo guardo' di sfuggita, come se la sua voce
l'avesse distolta da un pensiero, poi comincio' ad
arrossire:
- No....niente..- balbetto' imbarazzata; intanto cercava
con un movimento impercettibile, di piegare la spalla
all'indietro.
- Ci sono dei bottoncini, qua ....ed io non riesco ad
arrivarci....mi faccio male -.
Ryo le ando' vicino: - Lo faccio io?- chiese freddamente
- Dovresti evitare di muovere il braccio in quel modo: ti
puoi fare molto male -.
Rendendosi conto che non c'era altra soluzione, Kaori
accetto' il suo aiuto e gli volto' le spalle,
indicandogli con un dito la chiusura della scollatura.
Ryo si chino' fingendo di non vedere il suo imbarazzo e,
simulando a sua volta un'indifferenza molto distante dal
suo vero stato d'animo, comincio' a chiuderle i
bottoncini.
Kaori lo guardava attraverso lo specchio.
- E cosi' - fece dopo un po' - questa volta siamo l'uno
contro l'altra, io e te. Tu proteggi Ueda ed io cerco
d'incastrarlo...-.
Una volta finito, Ryo si alzo' in piedi e torno' ad
interessarsi alla propria camicia: - No, Kaori, non credo
- rispose - Io proteggo l' integrita' fisica di Ueda, ma
non m'importa nulla se finisce dentro. Anzi, spero
proprio che tu riesca ad incriminarlo: quell'uomo e'
sporco - .
-Pero'.. - disse, dopo un attimo di riflessione - Se tu
mi avessi detto subito come stavano le cose, invece di
giocare a Mata-Hari, mi avresti semplificato il lavoro:
per colpa tua ho sprecato meta' della serata seguendo un
falso sospetto!- .
Kaori aveva aperto il beauty-case ed era intenta a
rifarsi il trucco: - Io non c'entro - rispose
impassibilmente - Ti ho sempre detto di essere innocente,
non e' colpa mia se non mi hai voluto credere. La verita'
e' che tu avevi perso la testa per Mayuko, lo so bene. Ti
ho anche sentito prima, mentre parlavi con Saeko in
corridoio...sembravi ben contento di venirmi dietro...-.
Ryo si senti' in difficolta', cosi', glissando abilmente
l'argomento, osservo' l'abilita' della sua socia nel
truccarsi:
- Non credevo che ne fossi capace, sai? Non ti trucchi
mai. Te la cavi piuttosto bene, Kaori, davvero. Ora
potresti anche sembrare una donna vera...-.
Kaori non raccolse la provocazione:era troppo impegnata
col rossetto per prenderlo a martellate, cosi' fece finta
di niente e gli rispose.
- Ho imparato in questi tre giorni, grazie a Yoko.
Abbiamo pensato che in una notte cosi' lunga, sarebbe
stato necessario aggiustare il trucco. Era importante che
potessi farlo da sola...- .
- 'Importante'?!- ripete' Ryo - Pensi davvero che lo sia
cosi' tanto? Non mi sembra molto logico salire su una
nave carica di Yakuza con una pistola nascosta tra le
gambe, e preoccuparsi del trucco!- asseri' in tono di
rimprovero.
- Questo perche' tu non conosci le strategie femminili -
rispose prontamente Kaori senza distogliere lo sguardo
dello specchio - Il trucco, come pure il vestito, sono
elementi fondamentali, sai? A volte la seduzione puo'
essere la migliore arma...- e il primo pensiero ando'
subito a lui e a come la stava trattando.
- Tu, piuttosto - fece poi con tono indagatore - Che
aspetti ad andare da Saeko, non sei pronto?-.
Ryo, che la guardava assorto appoggiato alla parete, a
quella domanda si riscosse: - No...mi manca...mi manca la
cravatta - rispose - ecco, si', devo annodarmi la
cravatta e poi devo prendere la pistola; non sono ancora
pronto.....comunque non ho fretta: posso aspettarti..-.
Per rendere piu' convincente quell'affermazione, prese
nervosamente la cravatta che aveva lasciato sul tavolo, e
se la passo' intorno al collo.
Kaori doveva solo indossare la parrucca e lo guardo'
divertita mentre, piuttosto confuso, tentava di fare un
nodo degno di quel nome.
-Vuoi che ti aiuti? - gli chiese poi, in un misto di
scherno e tenerezza - Piu' di una volta ho aiutato Maki,
con le sue -.
Ryo la osservo' stranizzato: - Tanta gentilezza e'
sospetta: sei sicura di sentirti bene? -.
Kaori gli si avvicino' e prese tra le mani le due
estremita' della cravatta:
- E' che stasera mi fai un po' pena...- disse a bassavoce.
- Come sarebbe?!- protesto' lui - pena?!-.
Kaori comincio' ad annodarla e continuo':
- Mi dispiace tanto, sembravi cosi' contento prima...Dev'essere
stata una gran delusione scoprire che Mayuko Akitawa ero
io, una bella fregatura davvero. Per questo mi va di
essere gentile con te....-.
A quell'affermazione, Ryo rimase spiazzato. E guardando
la donna bellissima che con tanta semplicita' l'aveva
detta, senti' qualcosa cedere dentro di se'. Concentrata
com'era su cio' che stava facendo, lei non si accorse di
niente.
-No...non e' cosi'...- replico' lui con voce malferma.
Kaori non alzo' neppure gli occhi: - A che ti riferisci?-
chiese distrattamente, e fece un passo indietro per
vedere il risultato del suo lavoro. Ryo non riusci' a
rispondere nulla e abbracciandola, la trasse a se'. Kaori
senti' all'improvviso le calde mani di Ryo sulla schiena
nuda ed ebbe un brivido. Alzo' lo sguardo verso di lui e
lo vide, pallido e con i lineamenti del volto contratti
dall'emozione, guardarla intensamente.
Ryo avrebbe voluto dirle qualcosa ma la gola gli si
serro' all'improvviso e lo costrinse al silenzio. Cio'
non impedi' a Kaori di leggere chiaramente nei suoi
profondi occhi scuri quello che a parole non era riuscito
a dire e a sua volta, gli rispose con uno sguardo.
Poi, per la prima volta dopo quattro anni, l'amore che
entrambi conoscevano e che vuoti ragionamenti avevano a
lungo frenato, prese il sopravvento, e nel silenzio della
notte, si baciarono teneramente.
Presi l'uno dall'altra, rimasero a lungo abbracciati, e
quando un cameriere busso' alla porta chiedendo del
signor Takahada, patirono entrambi la frustrazione di
vedere interrotta tanto ruvidamente l'emozione intensa
che stavano ancora condividendo.
Si allontanarono bruscamente l'uno dall'altra e un muro
d'imbarazzo torno' a dividerli.
Ryo ando' alla porta e si senti' dire che la moglie
Hitomi desiderava essere raggiunta al piu' presto al
salone e che non voleva piu' aspettare; sbuffando
scocciato, rispose che sarebbe arrivato subito e chiuse
la porta in faccia al cameriere.
Quando si volto', vide Kaori intenta davanti allo
specchio: stava indossando la parrucca e cercava di
mascherare il disagio che provava. Ryo a sua volta, si
guardo' attorno per ricordare dove avesse lasciato la
pistola e vedendola posata su di una sedia, la prese e la
rimise nella fondina.
Poi, un poco impacciato, si rivolse a Kaori:
- Hai sentito? Devo andare...Saeko sara' furibonda....devo..
portare a termine il mio incarico...-.
Kaori gli rispose nel modo piu' naturale possibile, senza
riuscire pero' a guardarlo negli occhi: -Ma certo..vai...se
ci molla anche Saeko, possiamo dire addio a questo
mestiere; e poi anch'io sto uscendo, ho quella faccenda
da sistemare e si sta facendo tardi... -.
- Va bene - fece Ryo, riacquistando piano piano sicurezza
- allora vado. Tu semmai - riprese poi in tono sarcastico
- vedi di non costringermi a venirti a salvare come
sempre! -.
Quella provocazione disperse in un attimo l'imbarazzo di
Kaori che si senti' sollevata di avere accanto il solito
Ryo, e con foga gli urlo' contro:
- Tu, bada agli affari tuoi!!!-.
Ryo si mise a ridere e apri' la porta della stanza, prima
di uscire pero' si fermo' un attimo sulla soglia: -
Comunque sei davvero molto bella stasera - le disse -
....molto piu' bella di Mayuko - e con un gesto tiro' la
porta dietro di se'.
Ryo percorse il corridoio fischiettando, raggiunse il
salone del party e chiuse con rassegnazione la porta alle
sue spalle. Poi comincio' a farsi spazio tra gli
invitati, cercando con lo sguardo Saeko; quando infine la
trovo' dall'altra parte della stanza, si accorse che era
sola.
Mentre le si avvicinava, noto' su di se' lo sguardo
insistente di molti invitati.
Non appena lo vide, Saeko gli sorrise e gli lancio' uno
sguardo strano; Ryo prese un bicchiere di vino bianco dal
tavolo del Buffet e le chiese cosa stesse succedendo e
dove fosse Ueda.
-Non succede niente - rispose Saeko con fare guardingo -
e' proprio per questo che non sono tranquilla: mi aspetto
che accada qualcosa da un momento all'altro. Comunque
Ueda e' sul pontile con Inoue, lo vedi? ...dice che deve
parlargli in privato..-.
Ryo lancio' uno sguardo all'industriale poi si volto' di
nuovo verso l'amica: - Saeko, perche' mi hai fatto
chiamare dal cameriere se e' tutto a posto?! Abbiamo gli
auricolari, no?- osservo' in tono di rimprovero.
- Guarda mio caro, che ti ho chiamato per un sacco di
tempo con gli auricolari, prima di rivolgermi al
cameriere - fece lei con un piglio severo
- Sei tu che non mi hai risposto...e ora capisco anche il
perche'...-.
- Un momento, di che parli? l'ultima volta ti ho chiamata
io per dirti di Kaori...ehm..Mayuko. Poi non ti ho piu'
sentita: ne sono sicuro! -.
Saeko gli sorrise ironicamente: - Ma e' naturale! Eri
troppo preso da altre cose per accorgerti che ti stavo
chiamando, e' evidente..-.
E fissandolo ostentatamente in viso, continuo': - Il
rossetto di Kaori ha proprio un bel colore, devo
chiederle dove l'ha comprato.. -. Immediatamente, Ryo si
porto' una mano alla bocca e guardandosi la punta delle
dita trovo' le tracce del rossetto di cui parlava Saeko.
Subito avvampo' per l'imbarazzo e mentre si frugava
nervosamente addosso in cerca di un fazzoletto, balbetto'
che non era di Kaori ma di una donna sconosciuta che
aveva incrociato in corridoio e che era rimasta colpita
dal suo fascino.
Cap. 10 Strategie
Kaori usci' in corridoio e chiuse la
porta della sua camera.
Per parecchi minuti, dopo che Ryo se n'era andato, era
rimasta ferma al centro della stanza cercando di mettere
un po' d'ordine nella testa; era accaduto tutto talmente
in fretta che faceva fatica a credere che le fosse
successo per davvero. Il modo in cui Ryo l'aveva
abbracciata, l'emozione cosi' evidente sul suo viso,
l'ardore di quel bacio...ma era davvero la stessa persona
con cui aveva vissuto per quattro anni? Lo stesso uomo
che senza un minimo di pudore e ritegno rincorreva le
donne per strada invitandole in albergo? Kaori era felice
e confusa, e in quello stato di gioia ed agitazione fu un
miracolo se si ricordo' del suo incarico e cerco' sulla
mappa l'esatta ubicazione delle cucine.
Sapeva che doveva agire in fretta e che non doveva
lasciarsi distrarre da altri pensieri, ma mentre scendeva
a passo veloce le scale verso il secondo livello, gli
occhi le brillavano e non poteva fare a meno di
canticchiare una canzone.
Non appena arrivo' alle cucine, s'impossesso' facilmente
di due calici e di una bottiglia di champagne: c'era
tanta di quella confusione, tra il viavai dei camerieri
ed il lavoro agitato di cuochi e aiutanti, che non si
sarebbero accorti di lei neppure se si fosse messa ad
urlare a squarcia gola. Cosi', con il bottino tra le
mani, Kaori torno' sui suoi passi, decisa a far cadere ai
suoi piedi la guardia di Inoue.
Giunse al quinto livello che aveva messo da mettere da
parte tutti i pensieri che avrebbero potuto distrarla dal
suo compito, e con la sicurezza della bella e ricca
Mayuko, comincio' a percorere il lungo corridoio. Quando
giunse in fondo ed ebbe girato l'angolo, vide la camera
del proprietario e accanto alla porta, seduto su di una
sedia, la guardia di prima.
Aveva ormai finito di leggere il giornale, che giaceva in
un angolo, e con la testa appoggiata alla parete tentava
di resistere alla noia e al sonno.
Non appena la vide, l'uomo si riebbe e si alzo' in piedi
salutandola con molta piu' gentilezza della prima volta.
Kaori si finse leggermente brilla e con un'andatura
incerta lo raggiunse accanto alla porta.
-Buonasera, signore...ha visto?- esordi' entusiasta - Non
mi sono dimenticata di lei: eccomi di ritorno con due
bicchieri e una bottiglia -. L'uomo le sorrise un po' in
imbarazzo: -E' stata molto gentile signorina, grazie -
mormoro' - Ma purtroppo io non posso bere: sono in
servizio...Il capo non transige su certe cose..-.
Kaori si finse sbalordita: - Oh! Ma come? Non puo' bere
con me? Davvero?! Certo che Inoue e' uno schiavista, ecco
cos'e'! In una serata bella come questa, tutti hanno il
diritto di bere e divertirsi, anche tu - e cosi' dicendo
passo' dal lei al tu con gran disinvoltura, come se
l'ubbriachezza le avesse fatto scordare il suo ruolo di
signora del jet-set . -Comunque - prosegui' sorridendo
carina - siccome non voglio farti rimproverare; queste
cose le posiamo a terra...cosi'. Per farti compagnia non
bevo neanch'io, e ce ne stiamo un po' assieme a
chiaccherare -. L'uomo' si mostro' visibilmente
compiaciuto da tutte quelle attenzioni, ma malgrado cio'
, cerco' comunque di allontanarla:
- Non deve rinunciare a bere se vuole, faccia pure...pero'
..ecco..lei non potrebbe rimanere qui..-.
Kaori lo guardo' supplichevole:- Per favore - imploro'-
fammi rimanere: mi annoio tanto di sotto..c'e' gente
insopportabilmente noiosa. Tutti cosi' composti e
distaccati, non fanno altro che guardarti dall'alto in
basso: li detesto!-.
L'uomo tentennava.
- E poi..- continuo' lei in un sussurro di complicita' -
Chi vuoi che se ne accorga?....questo posto e' deserto..ci
siamo solo noi-.
Kaori pose l'accento su quell'ultima parte della frase e
si avvicino' impercettibilmente alla guardia, facendo gli
occhi dolci. L'uomo non riusci' a resistere e le accordo'
il permesso di restare la', se le faceva cosi' piacere;
lei lo ringrazio' contenta e con un innocuo gesto, si
tolse gli orecchini, comiciando a massaggiare i lobi
delle orecchie e lamentandosi della stanchezza. Parlarono
un poco del piu' e del meno, mentre Kaori fingeva di non
vedere le occhiate a raggi X che la guardia, sempre piu'
frequentemente le lanciava. Dal canto suo, mentre
decantava le persone genuine che non nascondevano le
proprie emozioni, non perdeva occasione per mettere in
mostra le curve e guardarlo con una sensualita' molto
eloquente. Quando alla fine penso' che l'uomo fosse cotto
a puntino, smise all'improvviso di parlare ed indicando
la camera di Inoue, gli chiese: - Non c'e' nessuno la'
dentro, vero?-.
-No, nessuno: il signor Inoue, di solito non si fa vedere
in queste occasioni ...- rispose l'uomo che non riusciva
piu' a toglierle gli occhi di dosso.
-Allora..- fece lei in tono allusivo - siamo davvero
completamente soli, io e te..-.
Kaori gli si fece piu' vicina: ormai solo pochi
centimetri li dividevano. L'uomo degluti' a difficolta'
combattendo con le ultime remore, e si guardo' intorno
per essere sicuro che non ci fosse proprio nessuno. Poi
senti' la mano di Mayuko sfiorare la sua, e perse il
controllo: afferro' la ragazza per le spalle e fece per
baciarla. Con un gesto fulmineo Kaori gli getto' le
braccia al collo e lo costrinse invece ad abbracciarla.
La guardia, presa dall'eccitazione del momento, la
strinse a se' con veemenza e abbasso' le difese; e in
quel momento Kaori, senza aver perso la calma, gli
inietto' il sonnifero alla base del collo. Pochi istanti
dopo, l'uomo stramazzo' al suolo.
Kaori fece qualche passo allontanandosi da lui; rossa in
viso e con le gambe che tremavano, non riusciva piu' a
nascondere tutta la tensione che aveva dissimulato fino a
quel momento.
" Mi ha anche fatto male, questo deficiente"
penso' riprendendo fiato
" Accidenti quanto ha stretto!".
Si guardo' attorno e credette di essere sola; se invece
avesse potuto guardare al di la' della parete del
corridoio, Kaori si sarebbe accorta che un'altra persona,
nascosta dietro l'angolo aveva assistito a tutta la scena.
Mentre lei si trovava alle cucine per prendere i
bicchieri, infatti,Ueda ed Inoue avevano lasciato il
salone principale e Ryo, seppur malvolentieri, si era
messo alla ricerca dei due uomini. Giunto per caso al
quinto livello, aveva sentito distintamente la voce di
Kaori ed era rimasto a guardare pronto ad intervenire in
caso di necessita'.
Cosi', man mano che la guardia lanciava alla sua socia
occhiate lascive e la spogliava con gli occhi, lui si era
sentito sempre piu' nervoso ed insofferente, e quando
infine l'uomo l'aveva abbracciata e stretta contro la
parete, Ryo aveva perso le staffe e con intento omicida
lo aveva preso sottotiro. Se Kaori avesse esitato qualche
istante nell'iniettare il veleno, le cose sarebbero
andate diversamente.
Dopo essersi assicurata che tutto era tranquillo, Kaori
afferro' come meglio pote' quell'uomo e lo mise a sedere
sulla sedia. Poi, si tolse i guanti e bagnandosi un po'
le dita con lo champagne, glielo schizzo' leggermente
addosso e in particolar modo sul viso. Apri' l'oblo' piu'
vicino e, assicurandosi che non ci fosse nulla sulla
traiettoria, lascio' cadere in mare i calici e il
contenuto della bottiglia che, una volta svuotata, pose
accanto ad egli. Chinandosi su di lui, gli mise in
disordine i vestiti,e a quel punto guardo' soddisfatta il
suo risultato: lo aveva trasformato nell'emblema
dell'ubbriachezza.
"Che donna tremenda!" penso' Ryo guardandola
fare " quando ci si mette e' davvero pericolosa,
meno male che siamo soci".
Kaori entro' tranquillamente nella camera di Inoue: anche
se qualcuno avesse notato che la guardia era svenuta,
avrebbe pensato che fosse stato a causa dell'alcool e non
si sarebbe allarmato. Ryo la vide entrare, e rendendosi
conto che Kaori se la cavava benissimo da sola, se ne
ando' via, ricordandosi di Ueda in giro per la nave. Lei
fece i primi passi dentro quella stanza con un po' di
cautela, poi ottenuta l'assoluta certezza che davvero non
ci fosse nessuno, comincio' a guardarsi intorno cercando
l'accesso per la stanza segreta.
Quella del proprietario del panfilo era una vera e
propria suite e non una semplice camera da letto; la
porta del corridoio dava subito su un saloncino arredato
con stile: poltrone damascate, un tavolo in legno
massiccio intarsiato al centro della stanza, quadri alle
pareti e soprammobili preziosi. Dal saloncino, poi, si
accedeva ad altri due ambienti: lo studio da un lato e la
camera da letto vera e propria dall'altro. Kaori decise
di cominciare a cercare dalla camera da letto: detestava
il pensiero di essere sorpresa in quella stanza da Inoue,
percio' preferiva sbrigarsi ed uscire.
"Se devo essere scoperta e ' meglio che accada nello
studio" penso' preoccupata " ....non perdiamo
tempo!".
Comincio' ad esaminare i mobili, spingere le pareti,
sollevare i quadri, ma sembrava che non ci fosse nulla di
strano in quella camera; prese dunque a rovistare nei
cassetti e tra i soprammobili senza sapere neppure lei
cosa stesse cercando.
"Mi sembra di essere Ryo" penso', frugando
dentro i cassetti di biancheria. Infine, dopo un quarto
d'ora di forsennate ricerche dovette arrendersi; non
c'era nulla in quella stanza: ne' un passaggio segreto
ne' una chiave, e comunque anche quando ci fosse stato,
lei non riusciva proprio a trovarlo. Decise cosi' di
passare nello studio: " Dopotutto " penso'
" sarebbe piu' logico che la stanza segreta fosse da
quel lato piuttosto che da questo" e ricomincio'
quindi da zero: sollevare quadri, esaminare mobili,
spingere pareti.
Fu proprio mentre premeva con tutta la sua forza su di
una parete che si accorse, all'incirca un metro piu'
avanti, di un taglio nella carta da parati: una
sottilissima fessura, quasi invisibile che correva in
verticale lungo la parete.
"Eccola!" penso' contenta " meno male
cominciavo a preoccuparmi...". Kaori si avvicino' ed
esamino' tutto con cura, era una porta ed era stata
bloccata: pur spingendo con tutta la sua forza, non
riusciva ad aprirla, e per di piu' non c'erano serrature.
Quella considerazione la fece passare dalla gioia alla
disperazione: come faceva a forzare la porta se non c'era
neanche la serratura? Doveva sicuramente esserci un modo
per aprirla, e probabilmente il meccanismo d'apertura era
stato nascosto li' da qualche parte; prese quindi a
guardarsi attorno.
Ricordandosi di certi film in cui tirando un libro si
apriva una porta segreta, Kaori si avvicino' alla
libreria e con grande pazienza comincio' ad esaminare
alcuni grossi volumi. Dopo dieci minuti, pero', si rese
conto di aver avuto un'idea assurda e ando' quindi alla
scrivania dove, aprendo i cassetti, comincio' a frugare
tra le scartoffie. Alla fine tocco' per caso con le dita,
l'interno di un cassetto, e senti' al tatto qualcosa di
piccole dimensioni sporgere dal legno.
" E' grande come un bottone.. e negli altri cassetti
non c'e': potrebbe essere questo il pulsante..".
Kaori premette il bottone sperando che non si trattasse
di un sistema di allarme, ma un 'clack' alle sue spalle
l'avverti' che la porta del muro si stava aprendo.
Voltandosi con la sedia girevole, si ritrovo' di fronte
alla stanza del meeting, con un tavolo a ferro di cavallo
al centro e le luci al neon che sopperivano alla mancanza
degli oblo'.
Entro' piano piano con una specie di timore e si
assicuro' che non ci fossero telecamere di controllo alle
pareti, poi fece un giro attorno al tavolo, guardando con
scarsa attenzione le sedie che erano state preparate e
qualche penna posata sopra.
Ovviamente non c'era nient'altro in quella stanza: ne'
documenti ne' qualche indizio che potesse aiutarla a
capire quale sarebbe stato il posto di Ueda. Cosi' tiro'
fuori dalla borsetta le microspie e le conto': erano tre,
mentre le sedie attorno al tavolo dovevano essere circa
una ventina. Decise di piazzare le cimici sotto il tavolo
piuttosto che sotto tre sedie a caso, e mettendosi
carponi, s'infilo' sotto di esso.
"In questo modo dovrei riuscire a captare tutte le
voci" si disse " poi, in ogni caso, Ueda ne ha
una addosso, se di qua a domattina non si cambia la
giacca, dovrebbe filare tutto liscio ".
Kaori piazzo' le microspie ed usci' da sotto il tavolo,
ma non appena cerco' di alzarsi, un dolore al fianco la
costrinse ad abbassarsi di nuovo, la testa le giro'
vorticosamente e cadde a terra.
CONTINUA...
|