OH, Yeah...

CAPITOLO 3:
Non farti cadere le braccia


Mark rimase fuori dall'albergo cui erano alloggiati per godersi il cielo stellato. Cielo stellato inesistente, date le fastidiose luci della città e le intollerabili nuvole di smog che aleggiavano nell'aria come nubi demoniache.
Il venticello fresco della sera scompigliava la sua folta chioma castana e i brividi non tardarono ad arrivare sulle braccia, ostentatamente rilasciate nude per essere vedute dalle dolci fanciulle in gonnella che passeggiavano sulla strada.
Il cellulare che portava in vita improvvisamente cominciò a suonare, e una voce a lui nota irruppe all'altro capo dell'apparecchio non appena ebbe detto: "Pronto".
"Mark allora che mi racconti?"
"Ah, allenatore Jeff Turner che si dice?"
"Mah, che si dice… Whuzzzaapp?"
"Whuzzaaappp?" rispose Mark prima di riagganciare soddisfatto.

Benji era sdraiato in camera sua a leggere i fumetti e non si accorse nemmeno che un ragazzo seduto sul letto a fianco al suo, lo stava osservando piuttosto concentrato.
L'attenzione del portiere era totalmente rivolta ad una vignetta particolarmente coinvolgente, quando si senti chiamare sommessamente.
Con stizza si voltò verso il noioso richiamo e diede al disturbatore uno sguardo raggelante.
"Che c'è Bruce?" chiese con un grugnito. (*1)
Il ragazzo rimase ancora qualche attimo in silenzio prima di rispondere.
"Dimmi solo che domenica non ti farai fare nemmeno un gol!"
"Ma sei impazzito?" esclamò Benji, mettendosi a sedere "Tu credi davvero che quelle schiappe saranno in grado di farmi gol?"
"Ma io…"
"Bruce, fidati di me!" disse Benji piuttosto risentito.
"Io mi fido però… ecco come fai ad essere così sicuro di te stesso? Perché io… ecco non lo sono molto!"
"Bruce…" disse il portiere sorridendo calorosamente "… usa la forza!"
"La forza?" chiese Bruce spalancando gli occhi stupefatto dalla rivelazione.
"Si Bruce… che la forza sia con te!" e con questo si sdraiò di nuovo sul letto, riprendendo la sua lettura, nel punto in cui era stata interrotta.
Bruce inarcò un sopracciglio istupidito, e solo quando Benji voltò la pagina del giornalino che stava leggendo, si accorse che era una trasposizione a fumetti di un famoso film di Gorge Lucas e capì che il suo amico non aveva bevuto qualcosa che lo aveva fatto straparlare, ma semplicemente era stato suggestionato dalle acculturate letture.

"Ragazzi, ragazzi!" esclamò a bassa voce Philip Callaghan, facendo capolino dalla porta della camera da letto di Holly e Tom.
"Ehi Phil… che fai qui?" chiese Tom, posando il primo peluche che la sua prima fan gli aveva lanciato sul campo, in occasione della prima partita che aveva disputato con la nazionale. Il ragazzo ci era particolarmente affezionato e ogni volta che doveva affrontare un nuovo viaggio, se lo portava appresso, sebbene questo fosse piuttosto ingombrante: venticinque chili di orso polare, con annesso papillon rosso fuoco (Miooooo…).
"Ragazzi, fatemi entrare… c'è il boss che fa la ronda per le camere!"
"Vieni!" disse Holly alzandosi dal letto e correndo incontro all'amico "Perché fa la ronda?"
"Perché…" cominciò Philip, guardandosi attorno un paio di volte, come per assicurarsi che nessuno lo stesse ascoltando "… ha scoperto che c'è in atto un complotto!"
"Un complotto?" esclamarono Holly e Tom all'unisono.
"Si… e governativo per giunta!"
"Nooooo!" disse Holly, portandosi una mano sulla bocca.
"Ma va scemo!" lo canzonò Philip, ridendo "E' ovvio che si tratta di un complotto nei suoi confronti!"
Tom e Holly si guardarono in faccia senza capire, così Philip, sospirando, cominciò la sua spiegazione.
"Il boss… allenatore, ha scoperto che stasera qualcuno ha intenzione di uscire di nascosto dall'albergo per andare in qualche locale!"
"E tu come fai a saperlo!" chiese ingenuamente Holly, sconvolto da quella rivelazione.
"Ovvio… l'ho proposto io!"
"Grande!" disse Tom alzando le braccia al cielo.
"Ma siete matti?" protestò Holly, stringendo i pugni "Domani mattina ci dobbiamo alzare presto per fare gli allenamenti e…!"
"Ma quali allenamenti!" lo interruppe Philip, facendo poi schioccare la lingua alla siciliana (N.d.L Tzè…) "Mark mi ha confidato che se tutto va bene, domani mattina non ci saranno allenamenti!"
"Come può dirlo?" questa volta a parlare era stato Tom.
"Ancora non so di preciso, ma mi ha detto che questo pomeriggio ha messo in atto uno stratagemma eccezionale!"
"Uno stratagemma… quello ha sempre idee farlocche!" esclamò Tom scotendo il capo.
"No, questa volta sono convinto che abbia fatto un bel lavoretto… lui lo ha definito un lavoretto alla Mc Guyver!" e detto questo Philip cominciò ad intonare la canzone del mitico telefilm, accompagnando alla melodia, a mo di mimo, la riparazione del suo orologio.
"Ehm Philip, credo che la tele non ti faccia troppo bene…" disse Tom osservandolo scettico "… piuttosto smettila di fare il cretino, e dicci a che ora avete deciso di uscire!"
Philip concluse la sua canzone con un tadaan finale e si ricompose.
"Se l'allenatore va a dormire presto ci ritroviamo tutti nella hall alle 11 e 30!"
"Ma voi siete tutti matti!" sbottò Holly alzandosi dal letto dove si era precedentemente seduto "Io alle 11 e mezza devo dormire altrimenti…"
"Holly!" lo fulminò con gli occhi Philip, portandosi di fronte alla porta "Ora vado… devo ancora avvertire qualcuno, ci vediamo tra un'ora ok?"
Tom fece segno di si con la testa, mentre Holly si rimise a sedere sul letto con faccia imbronciata.
Philip aprì lentamente la porta e, quando fu sicuro che l'allenatore avesse voltato l'angolo, uscì, spostandosi rasente al muro.

"Ci siamo tutti?" chiese nervoso Philip, guardando i suoi compagni seduti sulle poltrone della hall, sotto gli sguardi divertiti dell'uomo alla reception, che era stato pagato per il suo silenzio.
"No!" rispose Ed seccamente "Manca quel deficiente di Price!"
"A chi deficiente?" si udì una voce chiedere da dietro l'angolo che conduceva alle scale dell'albergo.
"Ora ci siamo tutti!" esclamò Bruce, guardando preoccupato un irato Benji, cercando di distrarre i due portieri dai loro diverbi quotidiani.
"Allora andiamo!" annunciò Philip, portandosi davanti alla porta di vetro dell'albergo.
"La strada è libera…!" annunciò, uscendo finalmente all'aria aperta con tutta la squadra.
"Ehi Philip dove hai intenzione di portarci?" chiese Mark, facendosi di fianco al ragazzo.
Il giocatore si portò una mano sotto il mento e socchiuse gli occhi.
"Ma… sinceramente non ne ho idea… io non conosco questa città, pensavo di chiedere consigli a Bruce che è qui da più tempo di noi!"
"Ehi Ishizaki!" urlò Mark all'amico che stava cercando disperatamente di staccarsi dalla suola della sua scarpa, una cicca che aveva accidentalmente calpestato.
"S…si?" rispose raggiungendo i due in prima fila, trascinando il piede.
"Ma che fai?" chiese Mark, osservando disgustato il ragazzo.
"No niente, è che qualcuno ha lasciato cadere a terra una cicca e mi si è appiccicata sotto la suola!" e mentre pronunciava la sua lamentela, i gemelli Derrik cominciarono a ridere sommessamente.
"Fa vedere!" ordinò Mark, inginocchiandosi ai piedi di un confuso Bruce.
"Ma che fai?" chiese questo piuttosto imbarazzato.
"Lasciami guardare la cicca… muoviti!" ordinò Mark, e Bruce non poté fare altro che eseguire prontamente.
Cercando di mantenere l'equilibrio, alzò la gamba ed espose la suola della sfortunata scarpa, agli occhi della Tigre della Muppet (o del Mambo?).
"Uhm…" bofonchiò quest'ultimo, analizzando il disegno dei denti impresso indelebilmente sulla superficie gommosa della cicca.
"Non ci sono dubbi…" esplose infine alzandosi in piedi e puntando un dito ai gemelli Derrik che smisero improvvisamente di ridere "Ho analizzato tutto alla perfezione, sono stati loro a commettere quell'atto così incivile… vergogna!"
"Non è vero!" protestarono i due fratelli all'unisono "Non siamo stati noi!"
"Balle!" urlò minaccioso Mark "Ho visto il segno lasciato dai vostri denti, solo voi due possedete una dentatura tanto ridicola."
A quella constatazione nessuno ebbe più nulla da ridire: Mark Lenders era davvero un ottimo detective.
"Bè, adesso basta perdersi in inutili chiacchiere!" esclamò Benji, sistemandosi il cappello sulla testa "Andiamo a divertirci, dai Bruce facci da guida!"

*Nota: Magari qualcuno si chiederà come mai Bruce, che all'inizio aveva affittato una casa nel paesino di campagna, ora si trovi inspiegabilmente ad alloggiare in albergo come compagno di stanza di Benji. Ecco la spiegazione: BO? Purtroppo nemmeno io so come si accaduto, fatto sta che è successo… e a mia insaputa per giunta, perciò più tardi metterò in castigo Bruce per tale mancanza di rispetto nei miei, nei vostri confronti, ma soprattutto nei confronti di quelli che gli avevano affittato la casa, poiché il truffaldino è scappato, pagando solo la caparra e combinando un macello in bagno!