Vetri Infranti

L'aereo proseguiva il suo viaggio tra le nuvole, mentre nello scompartimento aleggiava un silenzio assopito rotto soltanto dal sommesso russare di qualche passeggero.

Benji si svegliò di soprassalto e si guardò nervosamente intorno. Era arrabbiato con sé stesso per essersi lasciato vincere dal sonno, con quel viaggio interminabile che lo costringeva a pensare a cose spiacevoli, e con quello stupido aereo dai sedili troppo scomodi, probabilmente ideati per dei pigmei.

Il pensiero corse ancora al giorno prima. No, si era ripromesso di non pensarci più. Aveva preso la decisione migliore, ne era sicuro. E allora perché non riusciva a smettere di sentire quelle parole? Perché lo facevano ancora ribollire di rabbia?

Ma come aveva potuto?! Come?? Possibile che per suo padre fosse tutto semplice, scontato, senza mai l'ombra di un dubbio? Loro due non avevano mai avuto un vero rapporto. Non nel senso di un reale legame padre e figlio. Il ragazzo aveva sofferto per questo nell'infanzia, ma aveva imparato ad accettarlo come un dato di fatto. Ma non si sarebbe mai aspettato che quel padre austero e perennemente assente sarebbe potuto ripiombare all'improvviso nella sua vita con l'intenzione di travolgerne il corso. E senza preoccuparsi minimamente di chiedere un suo parere per giunta! No, quella telefonata era stata proprio come un fulmine a ciel sereno. Mai Benji avrebbe potuto, anche lontanamente, pensare di sentirgli dire quelle parole. Era semplicemente assurdo. Assurdo e crudele.

Il ragazzo fu distolto dai suoi pensieri dall'arrivo di una hostess che, sorridendo, gli chiese se voleva qualcosa da bere. Il ragazzo rifiutò con un cenno della mano e si rimise a guardare fuori dal finestrino. Adesso basta! Pensare a suo padre non faceva bene al suo autocontrollo. Tra poche ore avrebbe raggiunto il ritiro della nazionale&& ecco la nazionale. Questa era una cosa veramente importante su cui concentrare gli sforzi. Tutto il resto non aveva importanza. Doveva stringere i denti ancora per un po' e poi i suoi sogni si sarebbero realizzati. Campione del mondo e giocatore professionista. Benji non voleva altro. E non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno a suo padre con i suoi soldi e la sua multinazionale, di distoglierlo dai suoi obiettivi.



L'allenamento della Nazionale Giovanile Juniores era iniziato da pochi minuti e, mentre gli atleti cominciavano a provare i primi schemi di gioco, due figure li osservavano dalle tribune.

Erano l'allenatore ufficiale della nazionale, Freddy Marshall, ed il suo assistente. Freddy era molto preoccupato dalle evidenti tensioni che percepiva fra i giocatori, tensioni che l'arrivo dall'estero di Holly, Benji e Tom avrebbe contribuito senz'altro a far esplodere.

E' una bella gatta da pelare, accidenti! - mormorò soffermandosi con lo sguardo su due giocatori, il cui nervosismo non poteva passare inosservato. Mark correva per il campo tentando di occupare tutti i ruoli possibili da solo. A Freddy venne in mente l'immagine di una tigre offesa che si sforza disperatamente di difendere il suo territorio di caccia da nemici ed assalitori. Ed, d'altro canto, sembrava aver perso completamente il suo proverbiale sangue freddo, e non faceva che coprire di insulti i poveri difensori che giocavano con lui.

Freddy scosse la testa sconsolato. Lo scontro era inevitabile. Forse quei due avrebbero lasciato perdere Tom e Holly. Sapevano anche loro che colpire Holly era come sparare sulla Croce Rossa, vista la scarsa reattività del soggetto. Ma con Benji avrebbero fatto sicuramente faville. Forse avrebbe dovuto prenderlo da parte prima del suo arrivo e dargli una regolata&&&.. in fondo un minimo lo stava a sentire&&

L'assistente si avvicinò a Freddy e sorridendo gli battè una pacca su una spalla.

Ti stai preoccupando troppo. Non dimenticare che tu sei solo un allenatore. Non è tuo compito far sì che si amino alla follia. Continua a prendere le tue decisioni in modo obiettivo e lascia che si scannino fra di loro. Troveranno da soli un equilibrio quando meno te lo aspetti.

Spero che tu abbia ragione, e tu non sai quanto! - rispose l'allenatore avviandosi lentamente verso gli spogliatoi.



Benji scese dal pullman e si guardò in giro, incerto sulla direzione da prendere. Sulle spalle portava una leggera borsa di cotone, unico bagaglio che si era portato dalla Germania. Non era certo un gran chè, ma il ragazzo aveva voluto evitare il più possibile di usare oggetti di provenienza paterna. La cosa si era rivelata più difficile del previsto e Benji aveva dovuto amaramente riconoscere di non possedere niente di veramente suo, a parte i guanti da portiere che gli aveva regalato Freddy e la divisa dell'Amburgo. Già, i soldi di suo padre gli erano stati molto utili nel corso degli anni, permettendogli una libertà certamente non usuale per un ragazzo della sua età. Ma ne era valsa la pena? E soprattutto, sarebbe riuscito a farne a meno? A cavarsela da solo?

Benji scosse la testa e, calcandosi bene il berretto in testa, si avviò verso l'entrata degli spogliatoi.

I ragazzi stavano tornando in quel momento dalle docce, e un gruppo molto folto stava circondando festosamente due figure che, come lui, portavano sulle spalle delle borse da viaggio. Non ci mise molto a riconoscerli, non erano per niente cambiati nel corso degli anni, ma preferì non unirsi subito a loro nei festeggiamenti. Si appoggiò ad una parete in disparte e rimase ad osservarli per qualche momento con occhi critici.

Una figura si staccò dal gruppo e si girò nella sua direzione. Poi, un urlo.

Benjiii! Finalmente!! - in un attimo un piccoletto con un buffo ciuffo di capelli scuri si gettò contro di lui, stringendolo in una morsa asfissiante.

Ciao ragazzi. Holly... - ringhiò il portiere, tentando disperatamente di toglierselo di dosso. Quante volte gli aveva detto che detestava quel genere di smancerie inutili, soprattutto in pubblico!!

I compagni li circondarono ancora, subissandoli con una marea di domande. Benji cominciò a innervosirsi ancora di più di quanto lo era già. Non aveva voglia di perdere tempo in chiacchiere. L'unica cosa che desiderava in quel momento era entrare in campo e dare libero sfogo a tutta la rabbia accumulata negli ultimi giorni.

Con la coda dell'occhio sbirciò due figure che si erano tenute in disparte dall'inizio. I vecchi rivali non demordevano. Ed e Mark avevano uno sguardo incandescente. Sembrava quasi che volessero incenerirlo sul posto.

Benji sorrise. Forse aveva trovato il modo di sfogarsi. In fondo si era sempre divertito un mondo a punzecchiarli, quindi perché non rinnovare subito questa piacevole abitudine?

Stava infatti per dare inizio alle rappresaglie, quando fu interrotto dall'arrivo di Freddy che era venuto per annunciare le selezioni per le maglie, programmate per l'indomani. L'allenatore si fermò poco e, dopo aver diviso i giocatori nelle camere, li congedò.

Benji si incamminò con Holly e Tom verso la propria camera, intercettando per caso una discussione tra Ed e Mark. I due erano eccitatissimi per le selezioni e si stavano accordando per un allenamento notturno.

Complimenti per la volontà - si disse il portiere sogghignando - ma purtroppo non vi servirà a nulla&&



Mentre sistemava distrattamente i suoi vestiti nell'armadio che divideva con Holly e Tom, il telefono squillò nella camera accanto.

Benji&&Telefono!! - urlò Holly a squarciagola, mentre tentava per l'ennesima volta di fare 500 palleggi di testa.

Benji si avvicinò all'apparecchio con calma, senza poter evitare di fissare il compagno di squadra con un'espressione disgustata. Ma questo non pensa proprio ad altro allora?!!

Poi tutti i suoi pensieri furono spazzati via dalla fredda voce metallica proveniente dall'altro capo del filo&..

Così hai preso la tua decisione. Bravo Benji! Ma se pensavi che stessi scherzando, hai sbagliato di grosso&&io mantengo sempre quello che prometto. Dovresti saperlo ormai. Non farti più vedere né sentire. Per me sei morto! E riattaccò.

L'aveva fatto&. Non ci poteva credere& Ma l'aveva fatto sul serio. Gliel'aveva detto, è vero&& Avrebbe dovuto aspettarselo. Non c'era niente di strano in quelle poche frasi&&. E allora perché stava così male? Perché le gambe avevano cominciato a tremargli come fuscelli? Perché aveva una gran voglia di urlare quella rabbia che sembrava stesse per scoppiargli nello stomaco??

Tutto bene Benji? - Tom si avvicinò al portiere, preoccupato dello strano pallore di cui si era dipinto il suo volto. Benji lo guardò, come in trans, mentre dentro di lui cresceva, impellente, il bisogno di allontanarsi da lì il più velocemente possibile.

No, soltanto un capogiro Tom. - Benji rivolse al compagno un sorriso tirato - Sarà il fuso orario. Faccio due passi, sicuramente starò meglio. Ok?

Tom non disse nulla ma rivolse all'amico uno sguardo di tacito consenso&&. Anche se la bugia era fin troppo scontata&.

Il portiere posò la cornetta che ancora stringeva e si diresse, a passo spedito, verso la porta. Ma fu fermato da Holly, che aveva abbandonato finalmente il suo migliore amico, e ora lo stava osservando sfoggiando una delle sue espressioni più idiote.

Vuoi che venga con te? Magari ti senti male&&.

No Holly! - ringhiò l'altro, sbattendo la porta dietro di sé.

Ma quello, recidivo, tentò comunque di seguirlo. E già stava per combinare il danno, quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, trattenendolo con forza. Tom si avvicinò al compagno di stanza e cercò di parlargli come se fosse un bimbetto di 4 anni&&

No, Holly, non mi sembra proprio il caso. Sai, credo sia un po' arrabbiato. Forse è meglio lasciarlo solo, vedrai se la caverà benone&&.. Andiamo, ti mancavano ancora 200 palleggi.

Holly, ancora non completamente convinto, decise di ascoltare i consigli dell'amico e tornò ai suoi palleggi borbottando.

L'aereo proseguiva il suo viaggio tra le nuvole, mentre nello scompartimento aleggiava un silenzio assopito rotto soltanto dal sommesso russare di qualche passeggero.

Benji si svegliò di soprassalto e si guardò nervosamente intorno. Era arrabbiato con sé stesso per essersi lasciato vincere dal sonno, con quel viaggio interminabile che lo costringeva a pensare a cose spiacevoli, e con quello stupido aereo dai sedili troppo scomodi, probabilmente ideati per dei pigmei.

Il pensiero corse ancora al giorno prima. No, si era ripromesso di non pensarci più. Aveva preso la decisione migliore, ne era sicuro. E allora perché non riusciva a smettere di sentire quelle parole? Perché lo facevano ancora ribollire di rabbia?

Ma come aveva potuto?! Come?? Possibile che per suo padre fosse tutto semplice, scontato, senza mai l'ombra di un dubbio? Loro due non avevano mai avuto un vero rapporto. Non nel senso di un reale legame padre e figlio. Il ragazzo aveva sofferto per questo nell'infanzia, ma aveva imparato ad accettarlo come un dato di fatto. Ma non si sarebbe mai aspettato che quel padre austero e perennemente assente sarebbe potuto ripiombare all'improvviso nella sua vita con l'intenzione di travolgerne il corso. E senza preoccuparsi minimamente di chiedere un suo parere per giunta! No, quella telefonata era stata proprio come un fulmine a ciel sereno. Mai Benji avrebbe potuto, anche lontanamente, pensare di sentirgli dire quelle parole. Era semplicemente assurdo. Assurdo e crudele.

Il ragazzo fu distolto dai suoi pensieri dall'arrivo di una hostess che, sorridendo, gli chiese se voleva qualcosa da bere. Il ragazzo rifiutò con un cenno della mano e si rimise a guardare fuori dal finestrino. Adesso basta! Pensare a suo padre non faceva bene al suo autocontrollo. Tra poche ore avrebbe raggiunto il ritiro della nazionale&& ecco la nazionale. Questa era una cosa veramente importante su cui concentrare gli sforzi. Tutto il resto non aveva importanza. Doveva stringere i denti ancora per un po' e poi i suoi sogni si sarebbero realizzati. Campione del mondo e giocatore professionista. Benji non voleva altro. E non avrebbe permesso a nessuno, nemmeno a suo padre con i suoi soldi e la sua multinazionale, di distoglierlo dai suoi obiettivi.



L'allenamento della Nazionale Giovanile Juniores era iniziato da pochi minuti e, mentre gli atleti cominciavano a provare i primi schemi di gioco, due figure li osservavano dalle tribune.

Erano l'allenatore ufficiale della nazionale, Freddy Marshall, ed il suo assistente. Freddy era molto preoccupato dalle evidenti tensioni che percepiva fra i giocatori, tensioni che l'arrivo dall'estero di Holly, Benji e Tom avrebbe contribuito senz'altro a far esplodere.

E' una bella gatta da pelare, accidenti! - mormorò soffermandosi con lo sguardo su due giocatori, il cui nervosismo non poteva passare inosservato. Mark correva per il campo tentando di occupare tutti i ruoli possibili da solo. A Freddy venne in mente l'immagine di una tigre offesa che si sforza disperatamente di difendere il suo territorio di caccia da nemici ed assalitori. Ed, d'altro canto, sembrava aver perso completamente il suo proverbiale sangue freddo, e non faceva che coprire di insulti i poveri difensori che giocavano con lui.

Freddy scosse la testa sconsolato. Lo scontro era inevitabile. Forse quei due avrebbero lasciato perdere Tom e Holly. Sapevano anche loro che colpire Holly era come sparare sulla Croce Rossa, vista la scarsa reattività del soggetto. Ma con Benji avrebbero fatto sicuramente faville. Forse avrebbe dovuto prenderlo da parte prima del suo arrivo e dargli una regolata&&&.. in fondo un minimo lo stava a sentire&&

L'assistente si avvicinò a Freddy e sorridendo gli battè una pacca su una spalla.

Ti stai preoccupando troppo. Non dimenticare che tu sei solo un allenatore. Non è tuo compito far sì che si amino alla follia. Continua a prendere le tue decisioni in modo obiettivo e lascia che si scannino fra di loro. Troveranno da soli un equilibrio quando meno te lo aspetti.

Spero che tu abbia ragione, e tu non sai quanto! - rispose l'allenatore avviandosi lentamente verso gli spogliatoi.



Benji scese dal pullman e si guardò in giro, incerto sulla direzione da prendere. Sulle spalle portava una leggera borsa di cotone, unico bagaglio che si era portato dalla Germania. Non era certo un gran chè, ma il ragazzo aveva voluto evitare il più possibile di usare oggetti di provenienza paterna. La cosa si era rivelata più difficile del previsto e Benji aveva dovuto amaramente riconoscere di non possedere niente di veramente suo, a parte i guanti da portiere che gli aveva regalato Freddy e la divisa dell'Amburgo. Già, i soldi di suo padre gli erano stati molto utili nel corso degli anni, permettendogli una libertà certamente non usuale per un ragazzo della sua età. Ma ne era valsa la pena? E soprattutto, sarebbe riuscito a farne a meno? A cavarsela da solo?

Benji scosse la testa e, calcandosi bene il berretto in testa, si avviò verso l'entrata degli spogliatoi.

I ragazzi stavano tornando in quel momento dalle docce, e un gruppo molto folto stava circondando festosamente due figure che, come lui, portavano sulle spalle delle borse da viaggio. Non ci mise molto a riconoscerli, non erano per niente cambiati nel corso degli anni, ma preferì non unirsi subito a loro nei festeggiamenti. Si appoggiò ad una parete in disparte e rimase ad osservarli per qualche momento con occhi critici.

Una figura si staccò dal gruppo e si girò nella sua direzione. Poi, un urlo.

Benjiii! Finalmente!! - in un attimo un piccoletto con un buffo ciuffo di capelli scuri si gettò contro di lui, stringendolo in una morsa asfissiante.

Ciao ragazzi. Holly... - ringhiò il portiere, tentando disperatamente di toglierselo di dosso. Quante volte gli aveva detto che detestava quel genere di smancerie inutili, soprattutto in pubblico!!

I compagni li circondarono ancora, subissandoli con una marea di domande. Benji cominciò a innervosirsi ancora di più di quanto lo era già. Non aveva voglia di perdere tempo in chiacchiere. L'unica cosa che desiderava in quel momento era entrare in campo e dare libero sfogo a tutta la rabbia accumulata negli ultimi giorni.

Con la coda dell'occhio sbirciò due figure che si erano tenute in disparte dall'inizio. I vecchi rivali non demordevano. Ed e Mark avevano uno sguardo incandescente. Sembrava quasi che volessero incenerirlo sul posto.

Benji sorrise. Forse aveva trovato il modo di sfogarsi. In fondo si era sempre divertito un mondo a punzecchiarli, quindi perché non rinnovare subito questa piacevole abitudine?

Stava infatti per dare inizio alle rappresaglie, quando fu interrotto dall'arrivo di Freddy che era venuto per annunciare le selezioni per le maglie, programmate per l'indomani. L'allenatore si fermò poco e, dopo aver diviso i giocatori nelle camere, li congedò.

Benji si incamminò con Holly e Tom verso la propria camera, intercettando per caso una discussione tra Ed e Mark. I due erano eccitatissimi per le selezioni e si stavano accordando per un allenamento notturno.

Complimenti per la volontà - si disse il portiere sogghignando - ma purtroppo non vi servirà a nulla&&



Mentre sistemava distrattamente i suoi vestiti nell'armadio che divideva con Holly e Tom, il telefono squillò nella camera accanto.

Benji&&Telefono!! - urlò Holly a squarciagola, mentre tentava per l'ennesima volta di fare 500 palleggi di testa.

Benji si avvicinò all'apparecchio con calma, senza poter evitare di fissare il compagno di squadra con un'espressione disgustata. Ma questo non pensa proprio ad altro allora?!!

Poi tutti i suoi pensieri furono spazzati via dalla fredda voce metallica proveniente dall'altro capo del filo&..

Così hai preso la tua decisione. Bravo Benji! Ma se pensavi che stessi scherzando, hai sbagliato di grosso&&io mantengo sempre quello che prometto. Dovresti saperlo ormai. Non farti più vedere né sentire. Per me sei morto! E riattaccò.

L'aveva fatto&. Non ci poteva credere& Ma l'aveva fatto sul serio. Gliel'aveva detto, è vero&& Avrebbe dovuto aspettarselo. Non c'era niente di strano in quelle poche frasi&&. E allora perché stava così male? Perché le gambe avevano cominciato a tremargli come fuscelli? Perché aveva una gran voglia di urlare quella rabbia che sembrava stesse per scoppiargli nello stomaco??

Tutto bene Benji? - Tom si avvicinò al portiere, preoccupato dello strano pallore di cui si era dipinto il suo volto. Benji lo guardò, come in trans, mentre dentro di lui cresceva, impellente, il bisogno di allontanarsi da lì il più velocemente possibile.

No, soltanto un capogiro Tom. - Benji rivolse al compagno un sorriso tirato - Sarà il fuso orario. Faccio due passi, sicuramente starò meglio. Ok?

Tom non disse nulla ma rivolse all'amico uno sguardo di tacito consenso&&. Anche se la bugia era fin troppo scontata&.

Il portiere posò la cornetta che ancora stringeva e si diresse, a passo spedito, verso la porta. Ma fu fermato da Holly, che aveva abbandonato finalmente il suo migliore amico, e ora lo stava osservando sfoggiando una delle sue espressioni più idiote.

Vuoi che venga con te? Magari ti senti male&&.

No Holly! - ringhiò l'altro, sbattendo la porta dietro di sé.

Ma quello, recidivo, tentò comunque di seguirlo. E già stava per combinare il danno, quando sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, trattenendolo con forza. Tom si avvicinò al compagno di stanza e cercò di parlargli come se fosse un bimbetto di 4 anni&&

No, Holly, non mi sembra proprio il caso. Sai, credo sia un po' arrabbiato. Forse è meglio lasciarlo solo, vedrai se la caverà benone&&.. Andiamo, ti mancavano ancora 200 palleggi.

Holly, ancora non completamente convinto, decise di ascoltare i consigli dell'amico e tornò ai suoi palleggi borbottando.

Benji girovagò per la città senza una meta per un paio d'ore. E quando finalmente si decise a sollevare lo sguardo, che fino ad allora era rimasto fisso al marciapiede, si accorse di essere arrivato al campo di allenamento.

"Ma allora è una mania!!! - pensò sospirando - Non starò diventando come Holly???"

Il ragazzo scosse la testa, rabbrividendo a quel pensiero, poi si diresse verso le tribune dello stadio, cercando un posto comodo dove sistemarsi.

Con la schiena appoggiata alla ruvida parete in granito e le lunghe gambe a penzoloni dalla ringhiera, il portiere estrasse un oggetto dalle tasche della felpa e rimase ad osservarlo per qualche istante, girandolo lentamente tra le mani. Il rosso del pacchetto risaltava anche nella debole luce al neon che illuminava gli spalti.

Da quanto tempo aveva cominciato a fumare? Tre, quattro anni? Non se lo ricordava. Non era molto logico per un atleta professionista, d'accordo, ma poche delle sue azioni, condotte sempre in momenti particolarmente neri della sua esistenza, avevano una logica.

"Oh! Al diavolo!" - Benji liberò il pacchetto dal suo involucro di plastica ed estrasse una sigaretta. Era stufo dei sensi di colpa. Se questo lo faceva sentire meglio, che c'era di male?

Aspirando a pieni polmoni il primo tiro, il ragazzo chiuse gli occhi e cercò di concentrare il pensiero sulla sua attuale situazione. Doveva sforzarsi di essere razionale e trovare una soluzione a quanto gli stava cadendo addosso.......

Cosa lo faceva soffrire in quel modo?

Il fatto di ritrovarsi completamente senza soldi? Di dover rinunciare agli agi cui era abituato?

Oppure era la presa di coscienza di quanto poco la sua felicità contasse per suo padre? Di quanto labile fosse il legame che li univa?

Non era certo una sorpresa.... Le volte in cui l'aveva visto, in 17 anni di esistenza, si potevano contare sulle dita di una mano. Benji non poteva dire di conoscere quell'uomo. Non poteva dirlo affatto. A stento ricordava i tratti del suo viso. Per lui non era altro che uno sconosciuto che portava il suo stesso cognome.......

E allora perchè quello sconosciuto aveva deciso, di punto in bianco, di intromettersi in modo così pressante nella sua vita?

C'era qualcosa che non quadrava. Che Benji non riusciva a capire.

Quelle pretese poi. Assurde. Perentorie. Senza possibilità di replica.

Un ennesimo trasferimento a Londra.........nè più e nè meno come un pacco postale.......l'università già scelta per lui.....l'abbandono dell'attività agonistica....... Come poteva ordinargli tutto questo? Cosa pensava che fosse? Una marionetta priva di volontà pronta ad accorrere ad ogni suo cenno?

No, quell'uomo non lo conosceva affatto. Non sapeva di che pasta era fatto. E probabilmente non gli interessava nemmeno conoscerlo. Lui aveva solo bisogno di un bambolotto compiacente, che potesse chiamare figlio di fronte agli altri, e che fosse in grado di succedergli nella presidenza della società.

Ma si era sbagliato di grosso.

Poteva fare qualsiasi cosa. Tenersi i suoi soldi. Le sue proprietà. La sua maledettissima multinazionale. E anche andare al diavolo!

Poteva farcela.......ne era sicuro. Presto l'Amburgo gli avrebbe rinnovato il contratto come titolare di prima squadra. E con quei soldi tutto si sarebbe sistemato. Certo, non avrebbe navigato nell'oro, come era abituato a fare. Ma era qualcosa a cui poteva rinunciare.....

Mentre era ancora immerso nei suoi pensieri, due ombre sul campo di gioco attirarono la sua attenzione. Non ci mise molto a riconoscerle.

Mark, il corpo teso nella concentrazione, stava cercando di dare al suo tiro già potente un'angolazione particolare e, visti i numerosi palloni sparpagliati per il campo, quello non doveva essere il suo primo tentativo. Opposto a lui ed immobile al centro della porta, Ed stava facendo altrettanto tentando, con scarso successo, di parare i tiri dell'amico.

"Ecco il famoso allenamento notturno... - pensò Benji, ricordando la conversazione che aveva ascoltato quel pomeriggio - Però che voglia........peccato che comunque tutta questa fatica non servirà a niente....."

Il ragazzo si nascose dietro una fila di panchine. Non aveva voglia di incontrare i suoi rivali proprio quella sera. Nervoso com'era, gli ci voleva poco ad arrivare alle mani. E Mark aveva la singolare prerogativa di riuscire sempre a scatenare il lato peggiore del suo carattere.

Quando i due finalmente abbandonarono il terreno di gioco, era già notte fonda. Ma Benji non aveva nessuna voglia di tornare in albergo.......così uscendo dal suo nascondiglio, decise di lanciarsi in un altro vagabondaggio per quella città sconosciuta.



Quando riuscì ad approdare in camera, era ubriaco fradicio e maleodorante di fumo e di alcool. Entrò nella stanza senza accendere la luce. Non voleva svegliare i compagni, che dormivano da un bel pezzo. Sicuramente non avrebbero approvato la sua bravata. Non che gliene importasse molto di ciò che pensavano. Ma preferiva evitare prediche inutili.

A tentoni cercò di orientarsi. Più facile a dirsi che a farsi....... Era già un miracolo che fosse riuscito a trovare la strada dell'albergo.

Si appoggiò alla parete barcollando e, nell'oscurità, cercò di ricordare dove potesse essere il suo letto. Alla fine, esasperato, ne scelse uno a caso, sperando in un colpo di fortuna.

Ma la sorte non voleva essergli benigna quella sera......... E la voce petulante di Holly non tardò a farsi sentire.

"Benji..... Ma lo sai che ore sono??!"

"Mmmm.... No Holly. E non me ne frega niente."

"Ma tu sei ubriacoooooooo!"

"Mmmm....ti prego non urlare! Mi scoppia la testa!"

"E ti sta bene! Ma sei impazzito?! Non possiamo fare queste cose? Dovresti saperlo!"

"Mmmmmmm....."

"Guarda che mi devi una spiegazione! Non penserai di cavartela così?!"

"Grrr.... io non ti devo proprio niente, chiaro?! E adesso non rompere le palle e lasciami dormire!"

"Ma io......."

Holly cercò di ribattere, ma l'amico non poteva più sentirlo. Il miscuglio d'alcool che aveva in corpo ebbe la meglio, e Benji cadde in un sonno profondo e senza sogni.



La mattina dopo, gli scossoni di Tom lo portarono bruscamente alla realtà.

"Benji! Mi senti?! Sveglia!......Dai, siamo già in ritardo... Benji!?!"

"Credo di dover vomitare...." - biascicò il ragazzo precipitandosi in bagno, tra lo sgomento dei compagni.

Dio come stava male!!! Poteva sentire nelle tempie il battito martellante del suo cuore, mentre nello stomaco sembrava che una banda di selvaggi si fosse messa a ballare la samba.

Quando riuscì a riemergere dal wc, aprì con una decisione solo apparente il rubinetto dell'acqua fredda e, la testa sprofondata nel lavandino, lasciò che quel getto gelido gli inzuppasse i capelli, rabbrividendo. Solo allora il mondo assunse finalmente dei contorni nitidi, e la prima cosa che il suo sguardo incontrò, non appena alzò il viso, furono gli occhi incazzatissimi di Tom.

"Sbrigati a vestirti! Siamo in un ritardo pazzesco!"

"Vestirmi? Ma io sono già..... - e, mentre una marea di imbarazzo lo travolgeva, il ragazzo si accorse di essere in mutande.

"Chi si è preso la briga di spogliarmi???"

"Sono stato io....... Benji - Holly arrossì furiosamente alle spalle dell'amico - Ti sei catapultato nel mio letto....... e non potevi certo metterti a letto da solo in quelle condizioni....."

Come un bambino di 3 anni............ CHE VERGOGNA!!!!!

E poi......proprio nel letto di QUELLO doveva finire??? Gliel'avrebbe menata per un'eternità...

"Non perdiamo tempo in 'ste cazzate! Noi cominciamo ad andare....... vedrò di inventarmi una balla credibile. Ma tu vedi di muoverti..... Hai capito?"

"S..si, farò il prima possibile...Tom."

"Sarà meglio!" - fu il ruggito di risposta del compagno, seguito soltanto dal violento sbattere della porta.







Quando finalmente riuscì a raggiungere il campo, i ragazzi era già in pieno riscaldamento. Dalle occhiate che ricevette, il portiere capì che la sua assenza non era passata inosservata, ma cercò di soprassedere evitando di incrociare il loro sguardo. Si calcò il berretto in testa e si mischiò ai compagni che correvano, sperando che nessuno notasse le profonde occhiaie scure che circondavano i suoi occhi.

"In ritardo già il primo giorno........Ahi Ahi..... Non si fa così...... proprio no - Benji non dovette nemmeno girarsi per riconoscere il proprietario di quella voce ironica - Cos'è? Ti faceva male il pancino???"

Mark lo superò sghignazzando.

"Ma perchè non vedi di andare un po' aff........."

"Ma che brutte maniere! Da uno altolocato come te non me l'aspettavo proprio sai??" - continuò imperterrito l'altro, per niente intimorito - Ciao Ciao!"

"Ciao a tua sorella.....stronzo!!" - mormorò Benji a denti stretti mentre l'altro si allontanava, divertito dall'espressione di rabbia trattenuta che poteva leggere sul viso del suo eterno rivale.

Benji continuò a correre, cercando di controllare la sua stizza. Non poteva permettersi di perdere la calma dopo quello che aveva combinato. Ma al primo momento buono avrebbe ricacciato in bocca a quel cretino tutte le sue parole, senza dimenticarsene nemmeno una..........Poteva scommetterci....

Ridi pure, ma prima o poi mi capiterai a tiro e te la farò pagare......Lo giuro!!

Un altro giocatore lo affiancò, regolando il ritmo di corsa al suo. Benji girò la testa...... Tom. Non gli era mai capitato di vederlo arrabbiato come quella mattina. Questo lo faceva sentire un po' in colpa.

"Senti.......Tom......per stamattina, mi dispiace. Non so cosa mi è preso. Volevo chiederti scusa......ecco:"

"Non fa nulla. E' inutile parlarne adesso...... quel che è fatto è fatto" - rispose l'altro scuotendo la testa e continuando a fissare l'erba davanti a sè.

"No, potevo mettere nei guai anche voi..... Sono stato un cretino".

"Questo è vero.... e ti avrei spaccato volentieri la faccia. Ma ormai è passato. Mettiamoci una pietra sopra. Ok?"

"Ok. Che gli hai raccontato al Mister?"

"Oh una scusa assolutamente banale...... Ho dato la colpa al fuso orario".

"Al fuso orario???"

"E non mi guardare con quella faccia! Così, su due piedi, non mi è venuto niente di meglio....... Fai pure lo schizzinoso????"

"Hai ragione scusa..."

"Accipicchia! Oggi verrà a nevicare. Mi hai chiesto scusa per due volte nell'arco di un quarto d'ora..... Sarà ancora l'effetto della storta che hai preso..... - il ragazzo lo guardò sottecchi per un momento, poi scoppiò a ridere - Dai scherzavo!!! Ora vedi di rendere all'allenamento. Perdere il ruolo di titolare per qualche bicchiere di troppo è una cosa veramente troppo stupida......... Ci vediamo".

"Farò del mio meglio...... A dopo".

Il comportamento di Tom nei suoi confronti non era cambiato più di tanto. E questo rincuorò Benji non poco. Provava un grande rispetto nei suoi confronti, anche se il centrocampista gli era sempre sembrato un po' sdolcinato. Ma era un bravo ragazzo, e il fatto che fosse l'unico che riusciva a sopportare Holly per più di mezz'ora senza perdere il suo equilibrio mentale gli donava un particolare spessore. Già, Holly..........Lui invece era alquanto strano. Cercava di evitarlo in tutti i modi e non la smetteva di arrossire come un'adolescente alla sua prima cotta.

"Forse la scena di ieri sera l'ha scioccato. In fondo è un ragazzo molto suggestionabile...... Bo. Ci penserò dopo a risolvere la questione. Ora è più importante il ruolo di titolare. Forza!!"

L'allenatore decise di scegliere il portiere, sottoponendo i due maggiori candidati ad una serie di tiri liberi in porta. Benji era in uno stato pietoso.... Aveva mal di testa, un diffuso senso di nausea, e forti crampi allo stomaco perchè quella mattina non era riuscito a mangiare assolutamente nulla. Di conseguenza, la sua prestazione fu molto al di sotto della sua media personale e, pur totalizzando un numero di parate superiore rispetto a Warner, il ragazzo dovette subire una cocente delusione. Mark aveva imparato alla perfezione il tiro che stava mettendo a punto la sera prima, e la traiettoria della palla riuscì a sorprenderlo, insaccandosi nella rete alle sue spalle.

"Siiiiii!!!!!! - ruggì il ragazzo, cominciando a correre a zig zag intorno al campo - Ce l'ho fatta! Ce l'ho fatta! Per te non c'è storia quest'anno Price! Te le metterò dentro tutteeeeee!!!!!"

"Dio! Quanto ti odio!!!!" - ringhiò Benji in direzione del bruno ragazzo muscoloso. Ma non poteva controbattere nulla. Era giusto che fosse contento. Mark aveva vinto e lui aveva perso.... Per la prima volta.. Così aveva imparato che era meglio allenarsi invece di andare in giro, nel cuore della notte, a fare cose stupide....

Si avviò nelle docce con l'aria abbattuta di un cane bastonato.

Mentre si slacciava le scarpe, la porta dello spogliatoio si aprì ed entrò Tom che si avvicinò all'amico con circospezione, testandone l'umore. Il ragazzo inalberò un mezzo sorriso e tentò di sdrammatizzare l'accaduto.

"Dai non deprimerti. Non te la sei cavata poi tanto male, nonostante tutto. Ti ho guardato sai? Ad ogni tiro avevo paura che ti mettessi a vomitare sul cannoniere di turno. Se Mark sapesse il rischio che ha corso, non sarebbe così contento.....eh eh".

"Questo è vero.... - Benji non riuscì a impedirsi di scoppiare a ridere - Ma rimanga tra noi....... Una notizia del genere farebbe stare di buon umore quel sadico per almeno un anno. Preferirei morire piuttosto di dargli questa soddisfazione...."

"E cosa sono...scemo? Grazie per la considerazione, sei proprio un amico" - disse Tom, a metà tra l'incazzato e il divertito....

Una cabina si aprì all'improvviso, facendo voltare ad entrambi la testa di scatto. Era Holly, completamente vestito, che li salutò frettolosamente dirigendosi verso l'uscita.

"Holly ma non ti fai la doccia?" - lo chiamò Tom, stupito.

"No..no - balbetto l'interpellato arrossendo - la faccio in albergo. Sai, ho paura di prendere freddo e....."

"Ma come sei delicato! Che c'è? Non ti fidi di noi?"

"Oggi sei proprio fuori come un balcone! Sei sicuro che mi sono ubriacato solo io?" - rise Benji sfilandosi i pantaloni della tuta.

La porta sbattè di colpo. Holly era scappato.

"Ma che gli prende?" - Benji era allibito.

"Le ipotesi plausibili sono due: o è rimasto abbagliato dal tuo fisico possente...... o quello che hai combinato ieri sera non gli è proprio andato giù.. Fossi in te, io proverei a parlargli.."

"Si, hai ragione. Forse lo farò... ma più tardi".



Quando uscirono, trovarono Freddy ad aspettarli. L'allenatore era appoggiato con la schiena alla parete di fianco all'ingresso degli spogliatoi e aveva un'espressione che a Benji non piacque per niente.

"Ho bisogno di parlare con te, immediatamente! - la sua voce era fredda e controllata, ma Benji lo conosceva troppo bene per non accorgersi che era furibondo - Ti aspetto nel mio ufficio, da solo".

L'allenatore si staccò dalla parete di scatto e si allontanò per il corridoio debolmente illuminato. I suoi passi echeggiarono tetramente lungo quelle pareti grigie.

I due ragazzi si guardarono, raggelati dalla paura.

"Ahia, qui si mette male........." - Benji guardò l'amico, cercando di trovare nei suoi occhi qualcosa che lo rassicurasse, ma stava chiedendo qualcosa che Tom non poteva dargli.

"Vuoi che ti accompagni? - disse il ragazzo, nel tentativo di essere di qualche aiuto.

"No grazie. Hai già fatto fin troppo. Questa me la sono proprio voluta e devo risolvermela da solo..."



Quando Benji arrivò, trovò l'ufficio avvolto completamente nella penombra. Freddy non si girò nemmeno, quando il ragazzo aprì timidamente la porta, ma continuò a fissare, immobile, un punto fuori dalla finestra. Il ragazzo, senza una parola, prese posto su una sedia posta davanti alla grande scrivania di legno scuro, posta al centro della stanza. Qualche minuto più tardi, quando ormai il ragazzo disperava di risolvere la questione per l'ora di pranzo, l'allenatore ruotò lentamente su sè stesso e si decise a fissare il giovane portiere negli occhi.

"Allora?" - esordì l'uomo appoggiandosi mollemente al calorifero dietro di lui.

"Allora che...?"

"Non hai niente da dirmi?"

"Non mi sembra...... Freddy".

"Benji per favore.... guardami in faccia attentamente - detto questo l'uomo si staccò dalla parete e, con passo deciso, si avvicinò al calciatore puntandogli in faccia i suoi serissimi occhi nascosti dagli occhiali - Tu pensi che io sia stupido?"

"Ma certo che no...come puoi pensa....".

"E allora perchè mi stai raccontando un mucchio di balle??" - lo interruppe l'uomo, alzando improvvisamente il tono della voce.

"Freddy non capisco cosa....."

"Ah no? Il signorino non capisce! Vieni, vieni che ti faccio capire io! - Freddy lo afferrò violentemente per il bavero della giacca e se lo trascinò dietro fino in bagno. Poi, piazzandolo con decisione davanti allo specchio..... - Adesso dimmi che cosa vedi....... guarda bene! Più da vicino!! Niente? Non vedi niente?? Sai che cosa vedo io invece? Un idiota!!! Ecco cosa vedo!"

"Freddy calmati......Sei impazzito??"

"Calmarmi?! Il mio miglior atleta....... quello che tutti gli anni presento con le migliori valutazioni tecniche.......... quello che praticamente rappresenta la mia reputazione.....SI PRESENTA UBRIACO MARCIO ALLE SELEZIONI PER LA NAZIONALE!!!!!! E io mi devo calmare!!!! E non cercare di dirmi che non è vero... Si vede lontano un km, imbecille!!!"

"Hai ragione, mi dispiace...".

"Ti dispiace??? E credi che sia sufficiente? Guarda che per una cosa del genere si può essere sospesi a tempo indeterminato".

"Lo so....".

"Benissimo.... lo sa - disse Freddy dandogli le spalle scocciato - Adesso stammi bene a sentire.......Non voglio sapere le tue ragioni per essere stato così idiota, per me non sarebbero sufficienti comunque......Ma da adesso in poi o ti decidi a rigare dritto come Dio comanda, oppure ti giuro che ti faccio arrivare in Germania a calci in culo... chiaro??? E oggi pomeriggio cerca di darti una svegliata, non m'importa come farai, ma voglio dieci parate su dieci, senza errori di alcun genere, o scordati la maglia di titolare....... Hai capito???"

"Perfettamente....."

"E adesso sparisci e vedi di starmi alla larga per un po'....."

"Ma che uomo suscettibile! - sospirò il ragazzo, scocciato, non appena ebbe chiuso la porta dell'ufficio dietro di sè - .....No, ha ragione...... sono proprio un idiota...... Ed titolare.....Noooooo! Non può succedere. Piuttosto che dare una soddisfazione del genere a quella coppia di montati mi butto giù da un ponte..."

Il portiere, spaventato da quel pensiero insopportabile, si diresse verso il campo, intenzionato ad allenarsi per recuperare lo svantaggio del mattino.

Ma il suo stomaco non voleva proprio saperne e cominciò a lamentarsi rumorosamente, reclamando un po' di cibo.

"Ok, lasciamo perdere.....raggiungiamo gli altri in mensa....è meglio".

Tom e Holly avevano già cominciato a mangiare, quando Benji raggiunse il loro tavolo.

"Com'è andata? Dall'espressione direi che ti ha fatto pelo e contropelo".

"Accidenti...era proprio incazzato nero! Ragazzi sono nei guai...".

"Tanto per cambiare....."

"Grazie Tom...sei un amico".

"E dai... scherzavo! Che è successo?"

"Che mi ha beccato in pieno.... ecco cos'è successo.. Ma che ha quell'uomo? La sfera di cristallo?"

"Guarda che non ci vuole mica un genio - esclamò Tom quasi strozzandosi per l'eccessiva foga - Ma ti sei guardato in faccia? Sembri un reduce della seconda guerra mondiale...."

"Ma che spiritosone!! Guarda che oggi non è giornata!"

"Ok, ok - disse Tom ridendo apertamente - Allora...... morale? In che modo sadico e terribile ti punirà?"

"Togliendomi la maglia di titolare...... Tutto dipende da oggi pomeriggio. O faccio una strage o sono tagliato fuori dalla formazione".

"Bè non ti rimane che fare una strage no? Che problema c'è?"

"Giusto! - Benji si alzò dal tavolo di scatto e guardò il compagno negli occhi - Adesso vado ad allenarmi e oggi spacco il mondo in quattro.....Ciao Ragazzi".

"Ma dove vai?! - Tom lo afferrò per un braccio e lo costrinse a risedersi - Ad allenarti che cosa?! Che ti spompi e oggi non combini un tubo..... So io che ci vuole adesso. Una bella flebo di caffè e una doccia gelata. Così ti ripigli un po' che ne hai bisogno......." - così dicendo il ragazzo gli mise davanti una brocca colma di liquido scuro e fumante.

Tornato in albergo, Benji si spogliò rapidamente e entrò nel getto gelido della doccia rabbrividendo. Con la schiena appoggiata mollemente alla parete dietro di lui e il viso sollevato, mentre l'acqua gli scorreva dolcemente sulla pelle nuda, il ragazzo cercò di fare mente locale su quanto lo aspettava.......

Si rendeva conto che aveva rischiato molto. E stava rischiando tutt'ora.

Aveva fatto tanti sacrifici per giocare in quella squadra. Molto probabilmente suo padre non gli avrebbe più rivolto la parola. Non aveva più una casa dove tornare...nè un soldo bucato. E lui cosa faceva? Perdeva la testa in quel modo, rischiando di farsi rispedire a casa dopo il primo giorno!! Che imbecille!

Freddy aveva ragione da vendere......

No! Ora basta! Da adesso l'unica cosa che doveva contare per lui era il calcio. Solo e unicamente il calcio. Non poteva dargliela vinta a quello stronzo... Piuttosto morto!

Uscì dalla doccia gocciolando, alla ricerca di un asciugamano asciutto, ma non si avvide di Holly, che arrivava a razzo e gli finì praticamente addosso travolgendolo......

"Holly! Maledizione.........".

"Scu..cusami Benji! No..non ti ho pro..opio visto! - esclamò il ragazzo, arrossendo fino alle orecchie.

"Dai non fa niente.....Ma adesso dammi una mano a tirarmi su per favore.... si scivola".

"Una mano? A tirarti su?" - Holly esitava.

"Si! A tirarmi su! Sei diventato sordo??"

"Si scusa....."

Holly allungò una mano esitante.... e mentre l'amico si alzava, non potè fare a meno di far scivolare lo sguardo lungo il suo corpo muscoloso.

Negli ultimi tre anni Benji era cambiato moltissimo. Era impossibile non notarlo. L'altezza, per esempio.Il ragazzo che prima lo superava solo di pochi centimetri ora era un gigante che sfiorava il metro e novanta, con il corpo ricoperto da innegabili attributi maschili. Al confronto Holly e Tom sembravano ancora dei ragazzini...

Perchè non riesco a staccargli gli occhi di dosso maledizione!!!

Con la mente, Holly corse alla notte prima. Quando l'amico si era gettato, ubriaco, nel suo letto. All'inizio, l'unica sensazione che aveva provato era una grandissima delusione. Vederlo in quello stato lo aveva completamente allibito. Poi.....era successo qualcosa che non riusciva a spiegare nemmeno a sè stesso..... e che gli faceva provare un miscuglio di sensazioni....tra cui angoscia, vergogna, paura.... Aveva pensato ingenuamente di togliergli la felpa, l'odore di fumo era divenuto insopportabile... Ma poi, incredibilmente, non era riuscito più a fermarsi..... il calore del suo corpo tra le braccia...... l'odore della sua pelle, libera dai vestiti...... i contorni dei suo muscoli..... Non riusciva a toglierseli dalla testa. Da allora viveva con questo incubo e non sapeva come fare per uscirne...

Confessare?

No, assolutamente. Non riuscirei a sopportare la vergogna.... Anche adesso, se ricordasse qualcosa, potrei morire dall'imbarazzo........

Benji prese ad asciugarsi, mentre con circospezione guardava di sottecchi il compagno, cercando di capire le ragioni del suo repentino cambio di comportamento.

Che faccio? Gli dico qualcosa? In fondo, devo ammetterlo, a volte lo tratto proprio a pesci in faccia...... Sarà anche un po' stupido, ma non posso prendermela sempre con lui quando ho la luna storta.. Poveraccio! E facciamo questo sforzo.....

"Holly.... C'è qualcosa che non va?" - mormorò il ragazzo avvolgendosi con un asciugamano bianco.

"No, no. Niente. Tutto a posto. Davvero" - fu la risposta frettolosa dell'amico..... troppo frettolosa...

"Ascolta..... non so come dirtelo. A me non viene facile scusarmi, capisci? - l'altro assentì lentamente con la testa, mentre il suo sguardo si incollava al viso del compagno - Mi spiace se ci sei rimasto male per ieri sera....... Ma era una serata storta, sai? Di quelle da cancellare dal calendario. Insomma.....volevo dirti che non lo faccio sempre, tutto qui".

"Si capisco..... ci sono rimasto un po' male. E' vero. Ma mi passerà, non preoccuparti.....".

"Ok..." - Benji sorrise, si era risolta molto più velocemente di quanto si fosse aspettato, ma perse il filo del discorso non appena vide lo sconcerto dipingersi sul volto dell'amico..... Ne seguì lo sguardo, stupito, incrociando l'orologio a muro appeso davanti alla porta del bagno. Le 14.15!!!!!!!! Ahhhhhhhhh! Gli allenamenti del pomeriggio erano già cominciati!!!

Un grido echeggiò nel bagno....

"Dannazione Hollyyyyyyyyy!!!!!!!"



"Corri,Holly, corri! Se arrivo in ritardo anche stavolta, Freddy mi squoia vivooooo!"

Due fulmini imboccarono il corridoio che portava al terreno di gioco. Ma era troppo tardi. L'allenamento era già cominciato da almeno 20 minuti e i compagni erano già schierati intorno Freddy, che stava assegnando i ruoli.

Benji non potè evitare un'occhiataccia di Freddy, che non si astenne da un commento ironico pronunciato ad alta voce...

"Benissimo.... Vedo che qualcuno qui ha sviluppato uno strano amore per la panchina..... Vedremo di accontentarlo subito. Riassumendo per i ritardatari: Holly, tu sarai il capitano. Difensori: Harper, Huma, Peterson. Centrocampisti: Hutton, Becker, Callaghan e Ross. Punte: Landers e i gemelli Derrick. Per quanto riguarda la porta - l'allenatore fece una pausa e puntò lo sguardo su Benji, raggomitolato sull'erba con le ginocchia strette al petto - non ho ancora preso una decisione definitiva. Per il momento posso dire che il portiere titolare sarà Warner, ma nessuno si adagi..... Posso ancora cambiare idea.. Bene! Ora voglio una partita tra la squadra dei titolari e quella di tutti gli altri. Schieratevi!"

Benji si alzò lentamente da terra e, con una mano, provvide a togliere la polvere dai calzoni sperando che nel frattempo tutti quegli sguardi, fissi su di lui, trovassero qualcos'altro su cui puntarsi.

La voce di Tom, alle sue spalle, lo costrinse a girarsi. L'amico gli pose entrambe le mani sulle spalle e, quasi volesse essere sicuro di fargli entrare bene nella testa quanto gli stava per dire, lo scrollò leggermente.

"Adesso non fare cose avventate. Non rispondere alle provocazioni. Mantieni la calma...... Sei in riserva, è vero, ma non significa niente... Gioca come sai fare ed evita di cacciarti nei guai almeno per la prossima ora... Mi hai capito?"

"Ma si, si ho capito - sbuffò il portiere, scocciato dall'atteggiamento del compagno, un po' troppo da mamma chioccia - E smettila di farmi da baby sitter, non ne ho bisogno......"

"Ma tu senti che razza di presuntuoso! Ma se..........no lasciamo perdere. Fa come ti pare!" - gli urlò il ragazzo, allontanandosi verso la sua metà campo.

Benji alzò leggermente le spalle e si diresse verso la sua porta, incrociando lo sguardo trionfante di Landers, che si stava godendo pienamente lo spettacolo della sua disfatta.

"Non è giornata oggi...eh Price?! Cos'è....? Hai litigato con il tuo tutore? Come mi dispiace.... Ma era ora che si accorgesse di aver fatto un grave errore a metterti da titolare... Adesso mi sta molto più simpatico..".

"Sono contento di vederti di buon umore, Landers - il portiere si avvicinò al ragazzo e gli battè un pacca sulla spalla, mentre sul suo viso si disegnava un sorrisetto ironico - Ma fossi in te, comincerei a preoccuparmi. Pensa... che bel quadretto.. la formazione titolare del Giappone con il grande super mega cannoniere non riesce a segnare nemmeno un goal. Che figuraccia! Non vorrei proprio essere nei tuoi panni, sai?"

"Che divertente che sei! Ti ho segnato stamattina e ti segnerò anche adesso... Non la vedrai nemmeno la palla. Così vedremo chi farà la brutta figura...."

"Ti aspetto in porta - il portiere si avvicinò ancora di più al rivale, squadrandolo da cima a fondo senza smettere di sorridere - Ma non farmi aspettare troppo, mi raccomando.....".

"Contaci, Price......." - Mark si sforzò di conservare il sorriso strafottente sulle labbra, ma quelle parole gli avevano dato più fastidio di quanto non volesse ammettere perfino a sè stesso.......



La partita era agli sgoccioli e Benji era distrutto. Ma in che razza di squadra di mezze seghe era finito??? Non erano riuscita a impostare, figuriamoci a concretizzare, una e dico una azione di attacco... In difesa poi era meglio non parlarne neanche. Risultato. Mentre Ed non aveva mosso un dito e poteva anche permettersi la pennichella, la porta di Benji era più trafficata di un casello autostradale all'ora di punta.... Il ragazzo aveva dovuto veramente superare sè stesso per mantenere intatta la sua rete...... Non poteva darla vinta a quel pallone gonfiato. Aveva giurato di fargliela pagare in un modo o nell'altro, e ci stava riuscendo alla grande a giudicare dall'espressione di rabbia furiosa che accendeva gli occhi di Mark ogni qualvolta uno dei suoi formidabili tiri finiva neutralizzato tra le sue braccia.

Era ormai completamente senza fiato quando lo soccorse il fischio di fine partita, una partita che vide le due squadre in perfetta parità.

Benji si tolse il cappello e si passò una mano tra i capelli, scuotendo la testa nel tentativo di allontanare l'afa insopportabile di quel pomeriggio di fine luglio.

Mentre si incamminava verso gli spogliatoi, fu affiancato da Holly e Tom, che per un po' camminarono senza dire una parola.

"Allora hai visto? - Benji si rivolse a Tom senza spostare lo sguardo che rimase fisso davanti a sè - Non mi sono messo nei guai ed è passata quasi un'ora e mezza. Ti sei preoccupato per niente, come al solito.....".

"Ma che miglioramento! Mi congratulo con te... - rise appoggiandogli amichevolmente un braccio sulle spalle - E comunque non hai rispettato i patti... Nella cura ricostituente che ti avevo prescritto non avevo parlato di anfetamine..... così non vale!"

"Imbecille! - reagì l'altro spintonandolo lontano da sè - E io che ti sto anche a sentire quando dici queste cretinate!!"

Non poteva sopportarlo!!!!!!! Quello......quel.... quel razza di............!!! Lo aveva fatto di proposito. Non c'erano dubbi. Solo per fargli fare questa immane e bruciante figuraccia. Il capitano della Toho alzò uno sguardo furibondo verso l'odiato compagno. Il portiere non era ancora entrato negli spogliatoi ma, la schiena appoggiata ad una parete, stava scherzando con Tom. A tratti i due scoppiavano a ridere e il suono delle loro risate rendeva ancora più furioso l'impulsivo attaccante giapponese.

No non poteva fargliela passare liscia. Non quella volta.

"Ehi tu! Spilungone malcresciuto!" - gridò il ragazzo mentre si dirigeva verso di loro a grandi falcate, sbuffando come un toro infuriato.

Il portiere non fece una piega, e aspettò che si avvicinasse, mentre sul suo viso si disegnava quello sguardo strafottente che spesso utilizzava per far andare in bestia i suoi avversari più irascibili....

"L'hai fatto apposta. Non è vero????" - urlò l'altro, fermandosi a pochi metri da lui e chiudendo i pugni in un atteggiamento minaccioso.

"Non so assolutamente di cosa tu stia parlando. Ti vedo un po' nervoso, Landers...".

"Io lo so che tu l'hai fatto apposta. Brutto Bastardo! Giocare male per finta per non scoprire le carte è veramente qualcosa di troppo basso anche per te. Mi fai schifo".

"Mark... - Benji si staccò dalla parete e avanzò verso il rivale con calma, per nulla intimorito dalle sue parole rabbiose - ...so che quanto sto per dirti potrà cambiare le tue prospettive di vita. Sarà un trauma certo....... ma la vita è anche questo capisci?.........Volevo dirti appunto che..IL MONDO NON GIRA INTORNO A TE, e quindi NON ME NE FREGA ASSOLUTAMENTE NIENTE DEL TUO MODO DI GIOCARE!!!!! NON MI VERREBBE MAI IN MENTE DI GIOCARE MALE PER FARTI UN DISPETTO!!! E questo semplicemente perchè, mio caro, LA TUA PRESENZA MI E' ASSOLUTAMENTE INDIFFERENTE!!!! Chiaro??"

"Oh ma che humour! Adesso di spacco un po' la faccia così vediamo dove va a finire il tuo umorismo da quattro soldi... Che ne dici eh?"

"Non male come idea...... si potrebbe già pensare di metterla in pratica sai? - e, mentre Mark lo guardava sbalordito, il calciatore si avvicinò a lui e gli mollò un centrone in faccia, facendolo andare miseramente a gambe all'aria......

Mark rimase un attimo immobile, gli occhi fissi sull'avversario, mentre con la mano si asciugava un rivolo di sangue che gli colava dalla bocca. Il suo viso era una maschera di rabbia e stupore. Quest'ultimo sentimento però fu di breve durata e, mentre la consapevolezza dell'affronto subito si faceva strada dentro di lui, Mark esplose...... Urlando si alzò e di scatto si gettò verso Benji, mentre nella sua mente passavano come la pellicola di un film tutte le possibili torture a cui poteva sottoporlo una volta pestato a sangue..

"Questa volta te la sei proprio cercata! Bamboccio!! - rialzatosi velocemente, Mark si avvicinò di nuovo a Benji afferrandolo per una spalla e alzando un braccio - Ma adesso io ti rovinoooooo!"

"Ragazzi! Ragazzi! - Holly si infilò tra i due e li guardò costernato - Mi sembra proprio che stiate esagerando.. Siamo una squadra di amici. Dobbiamo stare uniti e.....".

"...e FATTI I CAZZI TUOI CAPITANO!!" - urlarono senza mezzi termini gli altri due, dandogli un rigoroso spintone per allontanarlo.

"Ma io......" - balbettò il poveretto, che cominciava ad andare in panico.

"Vieni via Holly - Tom si avvicinò al compagno e lo afferrò per una spalla. I due intanto avevano già cominciato a riempirsi di pugni a vicenda - Cercare di farli ragionare non serve a nulla con questi due caproni..... Spero solo che si rompano le corna....... Su andiamocene......".

Dopo l'ennesimo pugno, Benji cadde a terra e rimase immobile... Aveva dato tanti colpi, troppi, e altrettanti ne aveva presi. Le mani gli bruciavano tremendamente e gli sembrava di non sentire più la pelle del viso..... Mark, disteso di fianco a lui, era nelle stesse condizioni e dopo l'ultima scarica di calci respirava affannosamente, ai limiti della resistenza fisica.

"Allora ti arrendi?" - bisbigliò il giovane attaccante mentre faceva un estremo tentativo di alzarsi di nuovo in piedi.

"Scordatelo...... - rispose l'altro, colpendolo con un ultimo, dolorosissimo colpo sulla mascella.

Mark cadde con un gemito a faccia in giù ed entrambi rimasero completamente immobili nelle loro posizioni per qualche minuto, sperando ognuno che l'altro si decidesse a cedere. Ma questo non avvenne...............Alla fine Mark si alzò sulle braccia di nuovo e si mise a fissare il compagno con uno sguardo completamente stravolto....

"Ascolta..... ho fame. E' un problema se ti picchio dopo cena?"

"Mmmmm - Benji si mise a sedere e gli restituì lo sguardo, cercando di appurare se le troppe botte avessero definitivamente mandato a massa i neuroni del rivale, poi prese sopravvento il lato comico della situazione.... - Dovrei guardare sul mio carnet di appuntamenti.... ma non dovrebbero esserci problemi....."



"Maledizione Benji! E' più di un'ora che giriamo....e sto morendo di fame. Ma non riesci proprio a ricordartela la strada!?!!"

"Ma come sei noioso! Te l'ho già detto due volte. Girovagavo senza una meta precisa, ed ero pure un po' ubriaco.... So soltanto che a un certo punto mi sono ritrovato davanti allo stadio. Quindi non dev'essere lontano".

Come aveva fatto a cacciarsi in quella situazione??? Non era normale. Assolutamente. Lui e Mark Landers in giro insieme. Se l'avesse raccontata non ci avrebbe creduto nessuno.... Era la barzelletta dell'estate 2000. E pensare che nemmeno un'ora prima si stavano scannando a vicenda.......

Ecco com'era cominciata.... Quando aveva finito di disinfettarsi le ferite, Benji era tornato negli spogliatoi a prendere il resto dei suoi vestiti. Pensava che fossero tutti andati già a mangiare e così era rimasto sorpreso quando aveva sentito dei rumori provenire da un angolo dello spogliatoio, nascosto da una serie di cabine... E lì ci aveva trovato Landers, intento a frugare nervosamente in una borsa....

"Ehi, che ci fai ancora qui?" - Landers si era girato di scatto con la più splendida espressione colpevole che Benji gli avesse mai visto. Era troppo invitante l'idea di prenderlo ancora in giro, non poteva certo lasciarsi sfuggire un'occasione così spudoratamente allettante...... Benji notò che il rivale nascondeva qualcosa dietro la schiena, mentre lo guardava lanciandogli occhiate sempre più infuocate......

"Allora mi dici che stai facendo?" - Benji si avvicinò ancora di qualche passo.

"Price tu hai un terribile difetto, lo sai?"

"Ah si? E quale sarebbe?"

"Non capisci mai quando è il momento per te di levare le tende........ perchè non mi fai questo favore?..... Da bravo!"

"E rinunciare a capire cosa te la sta facendo fare sotto in questo modo?? Oh no no, per nulla al mondo....."

Benji si avvicinò ancora al rivale e, allungando velocemente il braccio, riuscì a strappargli il bottino dalle mani. L'osservò con calma, tenendolo sollevato sopra la testa, mentre un sorriso sadico gli compariva sulle labbra.

"Ma non mi dire!!!! Il nostro super cannoniere fa queste brutte cose...... Ahi Ahi Ahi Ahi, non si fa così..... fumare alla tua età e con il lavoro che fai........No no no Mark, non va proprio bene........." - Benji non riusciva più a smettere di ridere, mentre l'altro stava già pensando di menarlo di nuovo...

"Ridammele, Price! E fatti i fatti tuoi........... Non andrai mica a raccontarlo in giro spero...... "

"E soprattutto ad un certo allenatore con cui ho ottimi rapporti... - Benji si fermò e si avvicinò di nuovo al rivale, per nulla intimorito dello sguardo da pazzo selvaggio con cui l'altro lo stava fissando - Hai fifa eh Mark?....... Ok, facciamo un patto! Io tengo la bocca chiusa, ma tu mi dai qualcosa in cambio........"

"E sarebbe? Guarda che io certe cose non le faccio....."

"Brutto pezzo di idiota, che hai capito?!!!! Lo sai benissimo cosa voglio, non fare il finto tonto... una di queste e tengo la bocca chiusa..... - e il ragazzo sventolò sotto il naso dell'altro il pacchetto di sigarette che era stato oggetto del contendere. Mark scoppiò a ridere, anche se avrebbe voluto convincere il rivale di essere veramente arrabbiato con lui....

"Sei incredibile lo sai? Ok d'accordo, se è questo che devo pagare....... "

Quindici minuti più tardi....

"Ma che schifo!!!! Che razza di roba è questa?????"

"Ehi, ehi, non fare lo schizzinoso signorino! Queste avevo e queste ti do.... Non ho certo i soldi per assecondare i tuoi gusti... che diamine! Quindi fammi questo favore e accontentati!"

"Forza andiamo...... - Benji si alzò da terra e spense con decisione la sigaretta appena cominciata con un piede - So io dove trovare di meglio."

"Price.... non so cosa tu voglia fare..... ma vorrei ricordarti che ho una fame da lupi. E se non mangio qualcosa svengo..."

"E allora rimani lì, non sai cosa ti perdi....... Ciao ciao.." - mormorò l'altro andandosene senza voltarsi.

"Ma che tipo insopportabile!!!!!! E va bene aspettami!!" - urlò Mark mentre gli correva dietro.

Ecco com'era cominciata.... già.. E adesso si trovava a gironzolare per quelle strade che non gli dicevano assolutamente nulla insieme al suo rivale per eccellenza.. Ed erano riusciti pure a sopportarsi per la bellezza di 30 minuti. Probabilmente le botte avevano distrutto qualche centro nervoso a tutti e due.... Non c'erano altre spiegazioni...

"Ma in questo schifo di posto non c'è in giro un'anima a cui chiedere qualche informazione???" - Mark si stava arrabbiando davvero..... Erano in giro da più di un'ora, aveva fame e non voleva assolutamente che qualcuno lo vedesse in giro con quell'insolita compagnia. Già Ed, che li aveva seguiti perchè praticamente costretto a forza dal suo capitano, gli lanciava incessantemente occhiate a metà tra l'allibito e l'incazzato. Aveva una reputazione da mantenere... dopo tutto era la tigre.

"Non ti scaldare bello! Eri d'accordo anche tu prima..... E comunque ecco là il Bar. Adesso dici al tuo amico toro seduto di fare il suo dovere e ce ne andiamo a mangiare......" - Benji gli indicò l'insegna rossa al neon che risplendeva su un piccolo bar all'angolo della strada e poi si fece da parte, aspettando che Mark riuscisse a convincere il suo amico ad andare a comprare le sigarette PRIMA di spaccargli la faccia.....

Poco dopo i ragazzi, soddisfatti della loro impresa, decisero di affrettarsi a rientrare, nella speranza che fosse avanzato qualcosa della cena.

"Ma il tuo amico ha perso la lingua?" - chiese Benji indicando Ed con un cenno della testa.

"Fatti gli affari tuoi! Io cogli stronzi come te non ci parlo!" - ringhiò l'altro, scocciato.

"Uffa come sei noioso....... Andiamo Ed! Non posso fare a pugni anche con te oggi......... Non possiamo risolverla altrimenti?"

"Ecco bravo, non la risolviamo e siamo tutti più felici....." - Ed voltò la testa di lato riimmergendosi nel suo silenzio da mummia egizia.

Mark, evidentemente in vena di buone azioni ( di centri nervosi non ne ha perso solo uno.......), fece cenno a Benji di proseguire da solo per poter parlare con l'amico a quattr'occhi. Benji assentì lentamente con la testa e si allontanò verso le strisce pedonali.

"Dai Ed, non metterla giù così dura..... E' un po' stronzo, lo ammetto, ma a volte può essere anche simpatico...."

"Simpaticooo????? Quellooooo? Senti Mark, non voglio assolutamente sapere cosa è successo al tuo cervello. Perchè qualche problemino serio devi averlo..... Ma io non avrò mai nessunissimo rapporto con........"

Ed non riuscì a finire la frase perchè, all'improvviso, i fari di una macchina sportiva attirarono la loro attenzione. Il bolide nero, con gli abbaglianti spianati, procedeva ad una velocità vertiginosa e il rumore del motore era insopportabilmente alto. Con un grido Mark si accorse che la vettura stava puntando esattamente contro il loro compagno di squadra, che camminava lentamente in mezzo alla strada, senza la minima intenzione di frenare.

"Benji attento!! Spostati" - urlò a squarciagola, sperando che lo sentisse in tempo. Ma Benji, probabilmente assorto nei suoi pensieri, non sembrò nemmeno accorgersene mentre la macchina si faceva sempre più pericolosamente vicina. Non c'era tempo di pensare. Bisognava fare subito qualcosa o quel pazzo l'avrebbe senz'altro investito. Mark agì d'istinto, non poteva fare altro. Estrasse dalla sacca di tela che portava sulle spalle un pallone nero e lo calciò contro il rivale con tutta la forza che possedeva. Il pallone colpì Benji in pieno facendolo volare sul marciapiede opposto, giusto in tempo per evitare la macchina che scomparve nel buio.

"Ehi Benji tutto bene?? Niente di rotto? - urlò Mark accorrendo - Ma tu guarda che razza di coglioni vanno in giro........ E più sono coglioni più hanno la macchina grossa, è naturale...."

"Mark.... grazie....Io non so come.... ma grazie.." - Benji si mise una mano sulla fronte.... oltre ai pugni ci mancava solo la botta in testa. Che dolore!

"Dai non pensarci.... - Mark sorridendo gli allungò una mano per aiutarlo ad alzarsi - Diciamo che se alla prossima partita mi fai segnare almeno 5 goal, potrò ritenermi soddisfatto.... Sei sicuro di stare bene?"

"Si si sto bene..... e per quel tipo di ringraziamento.............. SCORDATELO!!!"

"Si indubbiamente stai bene, adesso ti riconosco" - rise Mark battendogli una pacca sulla spalla.

E invece no. Non stava bene. Non stava affatto bene. E non solo perchè se l'era fatta maledettamente sotto. Si, anche per quello. Ma c'era di più. Quella macchina...... Non l'aveva vista bene, era successo tutto troppo in fretta. Non avrebbe saputo dire nemmeno che modello di auto era..... Ma una cosa era riuscito a vederla... Anche se non era sicuro assolutamente di nulla. Eppure la targa di quell'auto gli si era impressa nel cervello senza che lui potesse farci niente..... E non era una targa giapponese....... ma europea, con il grande marchio GB posto alla sua destra. Ma tutto questo era assurdo!!! Perchè se fosse stato vero, questo avrebbe voluto dire che non si era trattato di un incidente fortuito... Ma perchè avrebbero dovuto farlo??? Come vendetta gli sembrava un po' eccessiva.... E poi, se anche avessero voluto, perchè proprio con quella macchina, attirando così tanto l'attenzione? Si, tutto ciò non aveva senso. A meno che.......... A meno che il loro obiettivo fosse proprio quello, attirare la sua attenzione........ e dargli un avvertimento.

Benji deglutì, mentre del sudore freddo gli colava lentamente lungo la schiena.......





Quando i ragazzi riuscirono ad arrivare alla mensa del ritiro, questa era ormai completamente vuota, fatta eccezione per i camerieri che stava sistemando i tavoli. La cena che fu loro servita era ormai fredda e costituita per lo più da avanzi, ma la fame permise loro di sorvolare su questo piccolo particolare. Benji giocherellò mestamente con la forchetta nel piatto. Quello che era successo gli aveva tolto definitivamente l'appetito, così non protestò quando Mark gli chiese se poteva spolverare anche la sua parte. L'attaccante finì di mangiare senza perdere d'occhio, nemmeno per un secondo, lo strano comportamento dell'amico. Non aveva più aperto bocca dal mancato incidente e il ragazzo non riusciva a capire cosa gli passasse per la testa. Ok, si era preso un bello spavento, era comprensibile.... ma, da quel poco che lo conosceva, non gli sembrava affatto il tipo da rimanere traumatizzato per così poco. A meno che non ci fosse qualcos'altro sotto.......

"Noi andiamo sul tetto.... C'è un piccolo terrazzo dove non va mai anima viva, così possiamo essere sicuri che nessuno ci disturbi.... Tu che fai? Ti unisci a noi?" - chiese Mark una volta usciti dalla mensa, con grande sollievo del personale di servizio.

"No, non ho voglia..... Penso che me ne andrò a letto. Domani sarà una lunga giornata....."

"Ok ma se cambi idea......"

"......... ci vediamo là. Ciao Mark... Ed" - lo interruppe il ragazzo, dirigendosi senza fretta verso la propria camera.

Mezz'ora dopo la porta del terrazzo si aprì e Benji comparve sulla soglia. Notando la sua espressione particolarmente abbattuta, Mark scoppiò a ridere.

"Lo sapevo che non avresti resistito per molto....... Hutton non è esattamente la compagnia ideale per uno che ha i nervi a fior di pelle, non è vero?"

"Già... a volte ho proprio l'istinto di strozzarlo... - l'ombra di un sorriso comparve sul volto del portiere - Dai passamene una che sono nervoso....."

Benji accese la sigaretta con un sospiro e si sistemò in un angolo del terrazzo, le ginocchia strette al petto. Dopo un po' che fumavano in silenzio, Mark si accorse che il ragazzo aveva estratto dalle tasche della tuta una fiaschetta, di quelle che si usano di solito in montagna, e la stava guardando tristemente girandosela tra le mani. Benji rimase qualche secondo con la bottiglia in mano, poi la stappò con decisione e ne fece un lungo sorso buttando la testa indietro..... Nessun dubbio sul suo contenuto......

"Si può sapere cosa stai facendo???" - Mark staccò di scatto la schiena dalla parete e lo guardò con il volto aggrottato.

"Che c'è? Ne vuoi un po' anche tu?" - Benji non lo degnò di uno sguardo, rimanendo con gli occhi incollati al cielo sopra di lui, ma allungò il braccio verso l'altro calciatore, offrendogli da bere.

"No, grazie.... non sono così scemo. Non ti sembra di tirare un po' la corda amico? Non vorrei ricordarti che hai già esagerato con quella roba ieri sera....."

"E tu dici che è riprovevole perpetuare questo vizio per due sere di seguito?? Sai cosa me ne frega......" - Benji, gli occhi incollati sul medesimo punto dell'orizzonte, accostò la bottiglia alla bocca e fece un'altro, lunghissimo, sorso.

"Ma si può sapere che ti prende? Io non ti capisco proprio lo sai? - Mark si alzò in piedi e fece qualche passo verso il compagno che continuava decisamente ad ignorarlo - Oggi sembrava che niente fosse più importante per te di quella maledetta maglia...... e stasera sei già pronto a buttare tutto al vento per un po' di Jack Daniels. Secondo me è il cervello che non va Price, io mi farei dare una controllatina se fossi in te...."

"Ha parlato il dottor Freud......... Senti, se volevi farmi la predica potevi anche risparmiarti di invitarmi qua..... Allora perchè non mi fai il favore e ti fa i fatti tuoi?"

"Sei incredibile....... hai sempre la battuta pronta non è vero?"

Il ragazzo alzò le spalle, ma non rispose alle provocazioni dell'amico e continuò a fumare con lo sguardo perso nel vuoto.

Mark era esasperato. In quel momento gli avrebbe spaccato volentieri di nuovo la faccia. Ma quello non era il solito Benji, non il Benji che conosceva lui almeno. Il Benji che conosceva non avrebbe mai perso l'occasione di litigare con lui, o quantomeno di prenderlo in giro. Invece, niente..... stasera non sembrava intenzionato a far altro che starsene seduto al suo angolo, in disparte, fumando le sue sigarette e portando avanti il proposito di spaccarsi il fegato, con la schifezza che stava ingurgitando. Eppure Mark sapeva che era successo qualcosa. Era cambiato da quell'incidente.... e anche adesso lui era sicuro di percepire chiaramente la tensione latente nascosta dietro quel volto impassibile, che non lasciva trapelare alcuna emozione... E toccava a lui risvegliarlo, trovare la chiave adatta per farlo finalmente scoppiare e liberarsi di ciò che evidentemente lo angosciava..

Ma perchè voleva fare tutto questo??? Si stava prodigando per aiutare il suo più temibile rivale.... Se qualcuno gliel'avesse raccontato, lo avrebbe preso per pazzo. Non avrebbe mai potuto pensare ad una situazione più irreale di quella. Mark Landers che aiuta Benji Price..... Eppure qualcosa lo spingeva a farlo.... Perchè, anche se si erano odiati reciprocamente per anni, Mark sapeva che solo lo stimolo della loro perpetua sfida gli avrebbe permesso di essere la tigre a tutti gli effetti, di provare quelle sensazioni di tensione e gioia che soltanto la presenza in campo di quel portiere strafottente poteva assicurargli...

"Vuoi deciderti a rispondermi o no?? Sei diventato sordo oltre che alcolizzato??" - Mark avanzò deciso verso il compagno e afferrò rudemente il braccio con cui Benji teneva la bottiglia.

"Mark.... - L'atro puntò su di lui due occhi serissimi e avvicinò il viso a pochi centimetri dal suo - Non mi toccare! Non sopporto che le persone mi tocchino!"

"Oh ma che persona per bene.....! Cos'è il contatto fisico ti distrugge l'equilibrio mentale? Bhè non c'è problema.... quello l'hai perso da un bel pezzo mio caro!"

"Senti lasciami in pace! Ma si può sapere cosa te ne frega???"

"Cosa me ne frega?? Cosa me ne frega?? Me ne frega perchè ero stufo dei tuoi modi da prima donna.. ma passi quelli posso anche cominciare a sopportarli...... ma quando la prima donna si trasforma in un coglione patentato non lo reggo proprio più! E smettila di bere! Abbi il coraggio almeno di guardarmi in faccia!" - Mark colpì con un calcio la bottiglia che Benji stringeva ancora tra le mani, mandandola in frantumi.

"Ehi ma chi diavolo credi di essere??? - Benji fissò per un attimo il liquido che si allargava lentamente sul pavimento, tra i cocci dei vetri, e poi tornò a fissare il rivale, in piedi vicino a lui, con due occhi furibondi....... adesso era veramente arrabbiato.

"Io credo di essere uno a cui non piacciono i deficienti. E quando ne vedo uno non so trattenermi dal rompergli le palle..... è più forte di me, mio caro. Soprattutto quando il deficiente in questione è un fifone senza palle che se la prende comoda perchè tanto sa che è ricco e che il suo paparino adorato sarà sempre pronto a proteggergli le spalle.......e questo lo penso perc......"

Ma non riuscì a finir la frase. Il portiere si era alzato all'improvviso e, afferrandolo per le spalle, lo aveva scagliato violentemente contro un muro, gravandogli sopra con tutto il suo peso..... Non contento di averlo immobilizzato completamente, Benji cominciò a sbatterlo contro il muro, senza smettere di fissarlo con due occhi che emettevano scintille. Se voleva farlo arrabbiare....... ci era riuscito alla grande.

"Tu credi di sapere sempre tutto, non è vero?? - Benji adesso urlava, stringendogli le spalle in una morsa stritolante - Bhè caro il mio sbruffone, invece tu non sai un bel niente!! Proprio un bel niente di quello che mi succede.... Sei solo capace di sparare le tue sentenze, senza preoccuparti minimamente di pensare, col tuo cervellino, che magari le persone possono avere problemi più seri di una maglia da fottutissimo titolare!!!"

"E quello che volevo mi dicessi.... Ma adesso calmati.... Mi stai facendo male...."

"Lo vuoi proprio sapere? - le labbra del ragazzo si piegarono in un sorriso crudele - E perchè mai? Vuoi divertirti un po', eh Mark? Avanti ammettilo..... a te non te ne frega niente..... anzi dovresti essere contento se mi sbattono fuori squadra, tu e il tuo amichetto adorato....."

"Price adesso mi stai facendo veramente male....... smettila!" - Mark cercò di liberarsi della morsa ferrea che gli imprigionava le spalle, ma l'altro non aveva nessuna intenzione di mollarlo.... la sua rabbia era ormai come un fiume in piena senza niente che la arginasse. Accidenti! Gli aveva promesso che l'avrebbe picchiato dopo cena... è vero... ma ripensandoci bene, non aveva voglia di beccarsi ancora i suoi pugni. Una volta al giorno era più che sufficiente....

"Lo vuoi sapere eh? - continuò l'altro senza prestargli attenzione (povero Markuccio, oggi lo menano e basta, mai nessuno che lo ascolti!!!) - Tu credi che io sia fortunato vero? Eh già io lo so tu cosa pensi..... i soldi, le macchine, i viaggi........ pensi che sia fantastico... Tutto il mondo ai miei piedi......... Ma cosa faresti quando chi ti permette tutto questo viene, all'improvviso, a chiederti qualcosa in cambio.....? Pretendendo di trasformarti in un damerino frustrato, in qualcosa che non sei..... Cosa faresti eh?"

"Io non lo so cosa farei...... - Mark si inumidì le labbra e rimase a guardare per qualche istante il compagno - so solo che mi dispiace........"

Il ragazzo diede ancora due deboli scrollate all'amico, che ormai non reagiva più, poi si fermò, sfinito, con i capelli spettinati che gli coprivano gli occhi, il corpo scosso dal respiro affannato che gli sollevava bruscamente il petto.

"Non posso credere di essere figlio di uno stronzo così..... Io lo odio, lo odio....."

Mark continuò a guardarlo incredulo. Benji probabilmente non si era reso conto di aver pronunciato quell'ultima frase. Era già un po' alticcio e sicuramente non poteva essere pienamente cosciente di quanto stava dicendo. Mark appoggiò entrambe le mani sulle spalle dell'altro e cercò di farlo tornare in sè.

"Non mi toccare! - a quel contatto Benji si rese finalmente conto di quanto aveva detto, la sua voce divenne fredda e tagliente - Non voglio la tua pietà! Hai capito, Mark Landers? E se provi a raccontare a qualcuno quello che ti ho detto giuro che te la faccio pagare!!!"

Mark cercò di fermare l'amico, che era intenzionato ad andarsene, afferrandolo per una manica della felpa. Ma Benji si divincolò con una gomitata e, varcate le scale di corsa, sparì.

Il calciatore fece per corrergli dietro. In quelle condizioni non era certo saggio farlo andare in giro da solo. Ma una voce alla sua destra glielo impedì.

"Da quando ti sei messo a fare la crocerossina, Mark?" - Ed, immobile al suo posto, lo fissava cercando di non far trasparire quanto era arrabbiato.

"Ma che stai dicendo? Non hai visto in che condizioni era? Potrebbe farsi male..."

"E come mai la sua salute ti interessa tanto ultimamente? Mark, non vorrei ricordartelo, ma quello che è appena andato via era Benji Price. Lo stronzo. Quello che mi frega la maglia di titolare tutti gli anni... Per me, se se ne va, non può altro che essere cosa gradita. Allora, tu che sei il mio migliore amico, si può sapere da che parte stai?"

"Ma dai Ed.... Non pensavo fossi interessato a vincere così....."

"Ho capito.... d'accordo. Avvisami quando ti è passata la mania del buon samaritano, ok Mark? E adesso me ne vado..... la mia presenza qui non è più necessaria...."

Mark guardò anche il secondo portiere che abbandonava il terrazzo. Ma tu guarda....... una volta che decideva di comportarsi bene, ecco che bei risultati che otteneva. Picchiato e insultato nel giro di mezz'ora.... Complimenti Mark, complimenti tigre.....

Il ragazzo si affacciò al balcone e si accese un'ultima sigaretta. Sulla strada di Benji non si vedeva nemmeno l'ombra.

Speriamo solo che non si metta nei guai...................



Il locale era affollato e pieno di fumo. Il ragazzo pagò le consumazioni e si diresse barcollando verso l'uscita. Un buttafuori si offrì di chiamargli un taxi ma Benji rifiutò con decisione. Si era bevuto tutto, non poteva permettersi assolutamente di pagare la corsa. Anche se non aveva nessunissima idea di dove potesse trovarsi.

Inspirò a pieni polmoni l'aria fresca della notte e si infilò in un vicolo buio alla sua destra, sperando che l'oscurità potesse dare un po' di sollievo ai suoi occhi esausti.

Ma perchè mi sono di nuovo ridotto in questo stato?? Sto facendo il suo gioco..... come posso essere così stupido?! La testa mi scoppia....... Ma dove sto andando?? Mi sembra di avere i piedi di piombo........ non riuscirò mai a tornare in albergo in queste condizioni...... Freddy mi radierà a vita.... sempre che mi permetta ancora di vivere dopo questa notte........

Benji girò per una stradina laterale e si appoggiò al muro, tentando di riprendere fiato. Si guardò intorno per un tempo indefinibile, cercando di mettere a fuoco qualcosa che potesse dargli delle indicazioni su dove fosse. Ma niente. Tutto ciò che era lì gli era completamente sconosciuto. Non gli restava altro che andare avanti e procedere alla cieca.... prima o poi sarebbe arrivato in un luogo famigliare.... In fondo era arrivato lì a piedi, quindi prima o poi si sarebbe dovuto ricordare la strada del ritorno..... magari quando fossero un po' calati i fumi dell'alcool... Staccò la schiena dal muro e fece qualche passo stentato in una direzione qualsiasi, ma il turbinio improvviso della testa lo costrinse ad aggrapparsi ad un lampione vicino, in attesa che quel vortice di sensazioni finisse.

Fu allora che arrivò. Un colpo tremendo alla nuca gli annebbiò definitivamente la vista e lo fece cadere bocconi sul freddo e ruvido asfalto.

La testa cominciò dolorosamente a pulsare mentre del liquido caldo gli colava lentamente su una guancia. L'assalitore lo lasciò a terra per qualche minuto. Benji sentì i suoi passi intorno a lui e capì che il bastardo si stava godendo lo spettacolo delle due azioni... Al suono della sua voce se ne unirono altri. Uno... forse due. Il bastardo non era solo dunque, si era portato degli amici e questi erano pure di buon umore.... dato il suono delle loro risate, neanche stessero facendo una scampagnata.... Delle mani lo staccarono dal marciapiede e lo appoggiarono di schiena contro un muro, tenendolo ben fermo. Poi cominciò il massacro. I pugni erano come pioggia e colpivano ovunque.... il viso, il petto, lo stomaco... Benji aprì la bocca per gridare ma la sua gola produsse solo un rantolo soffocato...... Poi all'improvviso tutto finì. Lo lasciarono appoggiato al muro per qualche momento. Parlottarono un po' fra di loro, poi Benji sentì che gli sollevavano il braccio destro e lo costringevano ad aprire bene le dita della mano, tenendola con il palmo rivolto verso il basso. E, dopo qualche secondo, un nuovo colpo calò, implacabile, alla base del polso.... A Benji sembrò che la mano scoppiasse in mille pezzi e, mentre sveniva, l'ultimo suono che udì fu quello di una sirena in lontananza.....

 

CONTINUA...