Era una stupenda giornata estiva. Il sole penetrava tra le foglie, e soffiava un leggero venticello fresco, che risollevava un pochettino dalla calura di fine Giugno.

Velocemente, salì gli ultimi della scalinata, e raggiunse il pianoro. Il viale di ciliegi risplendeva, lunghissimo, in tutta la sua bellezza. Prese aria a pieni polmoni e, sorridendo, continuò la sua corsa, superando anche quel ciliegio.

Continuò la corsa per una buona mezzora, fino a raggiungere la piazzola del tempio, dalla quale si poteva scorgere la panoramica di buona parte della città. Si fermò, non perché ne avesse bisogno, ma semplicemente per potersi godere lo spettacolo. La casa di Benji spuntava come un fungo tra tutte le altre.

Sorrise. Avrebbe voluto urlare, per sfogare tutto il sentimento che le premeva il petto. Il giorno precedente… Era stato davvero speciale. Non solo Amy, Jenny e Sally le avevano comunicato che sarebbero arrivate presto, ed Alex le aveva proposto di passare le vacanze estive alla casa al mare… Ma il giorno prima… Il giorno prima…

Sorrise, ripensandoci… La sua aria da cucciolo e le sue parole… Era stato tutto molto dolce e romantico… Ed ora… Stava con Holly Atton.

Con un ultimo, largo sorriso, riprese a correre velocemente. Era felice. Dopo tanti anni… Era davvero felice! Non di quella felicità che provava un tempo, perché … Non pensava di essere più in grado di provarla. Ma di un nuovo tipo di felicità… Esaltazione e serenità al tempo stesso. Uno strano miscuglio, proprio come era lei in quel momento!

Era molto immersa nei propri pensieri quando, scendendo dalla scalinata del tempio, scorse una figura decisamente familiare correre, palla al piede.

Sorrise, la quinta volta quella mattina, e scese gli ultimi gradini, chiamandolo.

 

CAPTAIN TSUBASA’s LOVE STORIES

Primo Intermezzo
Preludio ad una vacanza

 

- Holly! – disse, a gran voce, richiamando l’attenzione del ragazzo, che si fermò, bloccando il pallone con il piede sinistro, e si voltò, sorridendo.
- Patty, buongiorno!- esclamò
- Buongiorno a te! – disse lei, sorridendo e avvicinandosi.
- Correvi? -
Lei annuì – Ho ripreso a correre tutte le mattine –
- Fai bene – disse semplicemente Holly, in evidente imbarazzo.

Patricia sorrise dolcemente. Da un certo punto di vista, non era cambiato niente fra loro. Per Holly era molto, molto più difficile di quanto non lo fosse per lei, e l’aria generale di imbarazzo, accompagnava ogni minuto dei loro incontri.

Dopo qualche secondo di imbarazzante silenzio, all’unisono, esclamarono:

- Corriamo insieme? – Risero, guardandosi e arrossendo. Poi, in silenzio, proseguirono la strada che stava percorrendo Holly.

Era strano ma, per stare al passo di lei, spesso doveva aumentare l’andatura. Non gli era mai successo prima, con nessuno. Ma in fondo, nessuno per lui era … come Patty! Arrossì al pensiero, vergognandosene immediatamente. Eppure… dal giorno prima… Non aveva fatto che pensare a lei… E, invece dei campionati del mondo, quella notte aveva addirittura sognato lei!

- Holly! -
- Eh? Cosa c’è Patty? – chiese il ragazzo fermandosi e voltandosi verso di lei in mezzo al vialetto alberato.
- Sei tutto rosso, non avrai per caso una febbre estiva? – chiese la ragazza, avvicinandosi a lui e posandogli una mano sulla fronte.

Holly sobbalzò e arrossì ancora più violentemente. Patty era vicinissima e sentiva il suo respiro sul collo, mischiato al suo profumo… Sembrava… Profumare di rosa…. Se solo si fosse chinato un po’…. Ma cosa diavolo stava pensando? Eppure il suo corpo voleva… Chiudere gli occhi e… Oppure, perdersi nei suoi all’infinito, come in quel momento…

- Capitano! – urlò una voce femminile, interrompendoli. Immediatamente, si staccarono imbarazzati.
- Sally! – esclamò Patty, riconoscendo, anche se con difficoltà, la ragazza a cui apparteneva la voce che li aveva interrotti.

Patty corse verso di lei, mentre anche la ragazza si avvicinava. Si gettarono le braccia al collo ridendo.

- Che bello rivederti! – dissero poi, all’unisono.

Holly si voltò, osservando la scena. Una ragazza dai lunghi capelli rosso - castano scuro, parlava animatamente con Patty mentre, poco lontano, si avvicinavo Amy e Julian, e Mark con loro.

- Mamma mia, come sei diventata alta! – esclamò Patricia divertita, misurando l’altezza che la separava dall’amica.
- Anche tu sei molto cambiata, Tricia! - disse, guardando l’altra attentamente.
- Cinque anni, sono sempre cinque anni! – le interruppe Amily, raggiungendole – E’ normale cambiare! -
- Milly! Ciao! – Patricia prese le mani dell’amica tra le proprie e le sollevò, stringendole – Che bello avervi qua! -
- Verissimo… Ma piuttosto, come stai? -
- Bene, davvero. Sto bene! -
- Evviva! Una bella notizia finalmente! – esclamò Sally, passando una mano attorno al collo di Patricia e stritolandola con la sua stretta. – Sono così felice! Dove sono le altre? -
- Io sono qui – disse una vocina, dietro di loro.
- Jen!!!! – esclamarono in coro le tre ragazze. Davanti a loro c’era Jenny, ed accanto a lei Philip Challaghan.

Sally si avvicinò abbracciandola, così fece anche Amily – Ci siamo perse per un pelo, eh? –
Jenny Annuì – Mi spiace Amily –
- Non preoccuparti, l’importante è che tu sia qui, ora! -
Jen assentì, spostando la sua attenzione sull’ultima persona che ancora doveva salutare.
- Patricia…-
- Jennifer…- dissero, guardandosi per qualche istante. Poi sorrisero entrambe e si abbracciarono.
- Ben ritrovata, capitano -
- Anche tu, Jen -

Le quattro amiche si guardarono sorridendo per qualche istante, dopo che non si vedevano da tanto tempo, fino a quando Mark non interruppe i loro ricordi silenziosi.

- Aspettate un attimo… Ma voi vi conoscete tutte?-
- Sì, perché? -
- Mi avevi detto che conoscevi Patty, non le amichette di Ross e Challaghan! E’ un po’ strano, non ti pare?-
- Mark, non potresti evitare di essere maleducato come al tuo solito? – lo bloccò Philip Challaghan, mettendogli una mano sulla spalla e guardandolo ironicamente.
- Non è strano! Noi ci conosciamo da sempre, vero ragazze? – rispose per tutte Sally.
Le altre annuirono – Noi ci conosciamo da… ancora prima di nascere! I nostri genitori, e i nostri nonni, bisnonni, e così via prima di loro, sono da sempre stati amici! – spiegò Patricia sorridendo…

Non le sembrava possibile… Avere le ragazze lì… Di nuovo insieme… Tutte insieme…

- A proposito, e Alex e Kim? Kimberly aveva promesso di farsi trovare da queste parti! -
- Non ne ho idea Jen, a me non ha detto nulla! -
- Anche Alex aveva promesso di venire, anche perché io non ricordavo proprio come arrivare a casa tua da questo parco! -
- In effetti, si sono stranamente svegliate presto, stamattina…- L’aveva notato, e le era parso strano, ma non aveva chiesto loro nulla… Alex le era anche sembrata piuttosto di malumore…

- Quindi, voi siete qui per fare un bel ritrovo tra amiche, e immagino che voi invece verrete ad allenarvi da Price? – chiese Mark con il suo solito sarcasmo.
- Sì certo, che saremmo venuti qua a fare? -
- Io un’ideuccia ce l’avrei, Julian – rispose Mark, con un sorrisetto malizioso.
- Ma, Mark, che dici…? – rispose il ragazzo arrossendo. Le ragazze osservavano la discussione divertite.
- Landers vuole solo sviare l’attenzione dal fatto che anche lui è arrivato in dolce compagnia – controbatté la voce sarcastica di Benjamin Price.

Accanto a lui, a distanza di almeno due metri, veniva Alex, dallo sguardo spazientito e frustato, dietro di loro, Kimberly e Tom che conversavano quietamente.

- Sally! Dio sia lodato, una persona normale finalmente! -
- Alexandra Lance! Come sta la mia migliore amica? – chiese allegra Sally, avvicinandosi e abbracciandola.
- Ehi Sal, piano, mi strozzi così!!! -
- Scusa! E’ che sono COSI’ felice di vederti!!! -

Anche Kimberly e Jenny si salutarono affettuosamente, mentre i ragazzi si erano radunati ad osservarle da lontano.


- Secondo me c’è qualcosa sotto -
- Non essere sempre così diffidente, Mark! Sono delle amiche che si rincontrano dopo tanti anni! Semplice, no? -
- Tu ne sai qualcosa di più, Julian? – chiese Challaghan all’amico.
- Eh? No, perché? -
- Mah, da come parlavi…-

Julian ripensò alla conversazione avuta alla stazione con Amy, poco prima di incontrare Sally e Mark.

“ Per favore… Potresti… Non dire nulla agli altri di quello che ti ho raccontato?”
“ Sì certo, ma posso sapere perché?”
“ Beh, può darsi che… Patricia preferisca che certe cose … Non si sappiano”


- E’ assolutamente straordinario! Voglio dire… ritrovarci qua, tutte e sei, dopo cinque lunghi anni… Non trovate anche voi che sia straordinario? – esclamò Sally, eccitata.
- Sì, è straordinario – confermò Patricia, sorridendo… Era molto di più, in realtà, era da togliere il fiato… Erano passati cinque anni eppure… Non era cambiato nulla, fra di loro. Certo, presto avrebbero dovuto affrontare le conseguenze di quello che era successo… Ma per ora erano sei amiche … Unite da un patto di sangue di quasi dieci anni prima.
- Come mai sei così su di giri, Sal? Per QUELLO? – la provocò Alex, indicando con il capo Mark Landers che parlava con i compagni di squadra.

Sally guardò Alex con sguardo infuocato, sollevando minacciosamente il sopracciglio destro – Non dire scemenze!!!-
- Oh, un tantino nervosetta, eh? -
- Non accolgo le tue inutili provocazioni! – rispose l’altra, facendole una vistosa linguaccia.
Le altre risero, divertite.
- Siamo di nuovo insieme… E’ questo che conta! – aggiunse poi – Non per quale motivo io sia su di giri o meno! -
- Io… Sono così felice siate venute qua, davvero – mormorò Patricia – E se un’occasione così triste è stata occasione per ritrovarci… Io credo che forse… dovremmo sfruttarla fino in fondo -
- Cosa intendi dire, Trincia? – chiese Amily, guardandola con serietà.
- Che forse… Sarebbe bello tornasse tutto come un tempo, se è possibile -
- Vuoi dire, noi sei insieme per sempre? Come una volta? -
- Sì Jen, come una volta -
- Io ci sto – disse Alex, allungando la mano sinistra aperta, il palmo rivolto verso il basso.

Patricia le sorrise, riconoscente, posando la propria mano su quella della cugina.

- Anch’io – dissero Sally ed Amily nello stesso momento, mettendo a loro volta le mani sopra a quelle delle amiche.
Kimberly si aggiunse poco dopo – Anch’io ci sto –
- Per me va bene, basta solo che convinciate mia madre! – aggiunse infine Jennifer, posando la propria mano sopra tutte le altre, e vedendosela subito ricoperta dalle mani destre delle amiche.
- Allora, il nostro patto è riconfermato? -
- Signorsì, signor capitano -
- Sally, ti prego, non chiamarmi più così! Almeno non di fronte… Ad… Estranei -
- E perché, scusa? -
- Loro non sanno del nostro passato – intervenne Jenny – E forse è meglio che non lo sappiano, almeno per ora! -
- Direi che siamo tutte d’accordo su questo – confermò Patricia.
- Beh…- iniziò Amily, raccontando loro del racconto che aveva fatto a Julian, e della promessa strappata al ragazzo.


- Beh, che si fa? Andiamo da loro? E’ quasi un quarto d’ora che stanno lì a parlare! -
- No, Benji, guarda, stanno arrivando – lo calmò gentilmente Julian Ross, indicando il gruppetto che si avvicinava alla panchina dov’erano più o meno tutti e sei seduti a parlare… Dei mondiali, ovviamente.
- Scusate per l’attesa – mormorò dolcemente Patricia, appena li ebbero raggiunti.
- No, guarda, sono abituato ad aspettare anche per ore i comodi di Alex, non è una novità -
- Cosa vorrebbe dire questo, Benjamin Price? -
- Che sei lenta -
- Coooosaaaa? Ma senti questo!!!! Io sarei lenta? E tu, mister “riflessi pronti” quante palle ti sei preso da Schneider?-
- Beh, ecco…- cercò d rispondere Benji, ma i suoi tentativi furono coperti dalle risate degli amici.
- Non ti conviene litigare con mia sorella, sai? Lei riesce ad averla vinta sempre su tutto! -
- Umph – fu l’unica risposta di Benji.
- A parte l’attesa… Sarebbe meglio non passare il resto della giornata qua, non trovate? -
- Julian ha ragione! Noi pensavamo di trasferirci tutti a casa di Benji ad allenarci! – le informò Tom Becker.
- Che ne dite, invece, di allenarvi al mare? – propose Patricia.- EH???? – le guardarono stupiti i ragazzi.
- Ma sì, noi abbiamo deciso di passare un mesetto alla casa al mare di Trincia, potreste venire anche voi, e allenarvi lì! – spiegò Sally.
- E sarebbe anche un allenamento molto utile – concluse Alex, con aria professionale.
- Beh, perché no? Sarebbe diverso dal solito… E non dovremmo cucinarci i pasti da soli -
- Come sei pragmatico Benji, alle volte mi stupisci – lo stuzzicò Alex, venendo subito bloccata da Sally – Voi due! Potreste smetterla per mezzo secondo? -
- Anche per me va bene, non cambia poi molto – asserì Julian.
- Idem – confermò Philip. Tom si limitò ad un cenno d’assenso, mentre Mark, alzando le spalle, mormorò un – Ok, per me… -

Si voltarono tutti verso Holly, aspettando una sua risposta.

- Beh, io non so… Avevo promesso a Roberto che mi sarei allenato con lui… - tentò di spiegarsi, imbarazzato, grattandosi il ciuffo con la mano sinistra.
- Ma non c’è problema! – esclamò Alex – zio Robert è troppo preso nel ! Non credo farà storie… Semplicemente, ti allenerà quando saremo tornati! -
- Alex ha ragione, Holly. Non c’è alcun problema, davvero – lo rassicurò Patty sorridendo.
- Allora va benissimo anche per me -
- Ehi, aspettate un attimo… Zio Robert??????? – chiese stupito, Mark Landers.


- La verdura c’è, la frutta anche, e qualche cibo preconfezionato pure… Cosa c’è ancora nella tua lista, Milly? -
- Io ho il necessario per fare cose dolci e salate – rispose la ragazza.
- Sally? -
- Cibi congelati -
- Nient’altro? -
- Tutte le cose già fatte, Tricia. Biscotti, dolcetti e cose simili! – le ricordò Kim
- C’è già da mangiare per un reggimento! – si lamentò lei, scegliendo con lo sguardo i cartoni del latte
- Saremo in dodici, cuginetta! –
- Quattordici. Vengono anche Bruce ed Evelyn – Patricia roteò gli occhi. Ma chi gliel’aveva fatto fare di invitare anche i ragazzi? Avrebbe solo complicato le cose! -
- E non dimenticare che metà di noi deve mangiare in un certo modo – aggiunse Alex.
- Uff… Forse è meglio dividerci – cedette. Avrebbe preferito tenere tutto sotto controllo… Era una cosa istintiva, non sapeva perché. Avrebbe preferito così e basta. Si fidava di loro, però…
- Cosa sto dicendo io da più di mezz’ora? – Si lamentò la ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi blu oceano. – Sei totalmente disorganizzata! -
- Non è affatto vero, è solo che… Non sono più abituata, ecco tutto – cercò di giustificarsi. In realtà Alex aveva più che ragione.
- Tra mezz’ora alla cassa? – propose Jenny, tirando fuori la sua lista.
- D’accordo, tra mezz’ora alla cassa – si arrese Patricia. Non poteva di certo continuare a fare tutto da sola! Doveva cercare di riabituarsi ad averle intorno, ecco tutto. Solo quello… E poi, sarebbe andato tutto alla grande.


- Preso tutto? – urlò Mark dal piano superiore.
- Sì, certo. I palloni ci sono, le reti montabili, le linee plastificate e le attrezzature d riserva, anche! – gli rispose la voce di Benjamin Price.
Mark si decise a lasciare la soffitta di casa Price, e richiuse la botola dietro di sé.
- Certo che ne avete di roba, là sopra! – esclamò, togliendosi un po’ di polvere di dosso.
Benji annuì, assorto, continuando a guardare fuori dalla finestra, in attesa dei compagni di squadra.
- Mi chiedo perché ci mettano così tanto per comprare dei costumi da bagno! – commentò Philip, risalendo le scale dopo aver portato giù parte dell’attrezzatura.
- Non ne ho la più pallida idea. Eppure abbiamo anche dato loro la misura dei pantaloni della divisa! Dovrebbe essere identica! Non vedo cosa ci voglia … - rispose Mark, stravaccandosi su un divano. Benji restava silenzioso ad osservare fuori dalla finestra.


- Arrivano! – disse, dopo una decina di minuti passati nel silenzio più totale.
- Finalmente! Ancora un po’ e domani non partivamo … -
- Mark, ma tu sai solo lamentarti? – gli chiese divertito Philip, precedendolo giù dalle scale.


- D’accordo, vi porteremo noi – rispose soltanto suo padre – non è un problema -
- Grazie, zio George, sei un tesoro! – esclamò Alex saltando al collo dell’uomo e baciandolo su una guancia. George arrossì. Era sempre stato un timido. – Non c’è di che, Alexandra, non c’è di che -
- Per te non è un problema, Robert? – chiese Patricia, mentre ancora stava cercando di non ridere alla reazione di suo padre al bacio affettuoso di Alex.
- No. A Holly farà bene un po’ di vacanza mascherata da allenamento – rispose l’uomo, sorridendo.

Patricia annuì – Ti ringrazio – rispose sorridendo.

Non aveva mai notato, prima, quanto suo zio e suo padre si somigliassero. Avevano entrambi i capelli castani e gli occhi dello stesso, caldo colore. L’unica differenza nella loro fisionomia era il colore della pelle, abbronzatissima per Robert, e la barba, che George non portava. Mentre in Robert era incolta. Per quei due particolari soltanto, si sarebbero potuti scambiare per due sconosciuti. Il resto, era identico, anche il modo in cui aggrottavano le sopracciglia o sorridevano.

“Proprio come Robin” pensò Patricia. Robin. Robert. Suo fratello.
L’ avrebbe rivisto presto? Se l’augurava… Eppure sapeva che toccava a lei il primo passo.
Meglio non pensarci ora, però. L’aspettava una vacanza entusiasmante. Ci avrebbe pensato al ritorno.


- Per me va bene, Benji. Così potrai allenarti con Alex tutti i giorni senza problemi! – Freddy era decisamente troppo soddisfatto di sé, per i gusti di Benji. Meglio così, almeno non avrebbe fatto storie. Non gioiva certo all’idea di dover stare nella stessa casa di Alex, ma poteva far finta di sopportarla, se era per potersi prendere un po’ di vacanza con i suoi amici.

La vera fortuna era, che neppure Alex poteva sopportarlo, quindi si sarebbe tenuta alla larga il più possibile.

- Soltanto una raccomandazione, ragazzi – aggiunse l’uomo, alzandosi dalla poltrona per poterli guardare tutti. In fondo, era anche l’allenatore della nazionale giovanile. Era normale si preoccupasse anche degli altri.
- Sì? – chiese Holly, osservandolo preoccupato.
- Beh, state attenti a quello che fate – disse l’uomo, un po’ in imbarazzo.
- In che senso, signor Marshall? – gli domandò Bruce Harper, che si era aggiunto a loro da poche ore.
- Beh, sì, insomma… Sette ragazzi e sette ragazze soli, nella stessa casa … State attenti, ecco – rispose l’uomo, sempre più imbarazzato, voltandosi e fingendo di osservare fuori dalla finestra.

Philip sorrise. Aveva intuito cosa voleva dir loro l’allenatore, ma semplicemente perché i suoi compagni gliene avevano parlato venti quattro ore prima.

- Io continuo a non capire - Holly pareva perplesso. Non aveva la minima idea di quello che intendeva il mister.
- Non si preoccupi Mister, non ci saranno problemi – rispose Philip per tutti loro.
Marshall annuì soddisfatto, lasciando la stanza – Se è così, mi fido di voi, ragazzi. Buona vacanza – e lasciò la stanza.
- Ma scusa Philip, cosa voleva dire il mister? – gli chiese subito dopo Bruce, incuriosito.
- Penso intendesse di stare attenti che non succeda nulla di… troppo “fisico”, Bruce -
- Ah! Poteva dirlo chiaramente allora! Adesso ho capito! – esclamò il ragazzo.
- Scusate, ma potete spiegarlo anche a noi? – chiesero gli altri, guardandosi allibiti.


- C’è tutto? -
- Sì papà, puoi partire – Patricia si stiracchiò lentamente mentre le auto, cariche di roba, partivano. Ora dovevano solo andare a prendere il treno per un breve tragitto, e quindi l’autobus. La loro vacanza, stava per cominciare!

- Beh, andiamo alla stazione o vogliamo perderlo, questo treno? -

Patricia si voltò sorridente verso sua cugina Alex, che aveva parlato. Annuì energicamente, e tornò accanto agli amici.

- Andiamo! – esclamò.
- Ehi, sei di buon umore? -
- Sì, decisamente sì – rispose lei, prendendo Amily a braccetto e avviandosi in direzione della stazione.
- Bene! – le rispose l’amica sorridendo. Dopo tutto quello che avevano passato, Patricia si meritava di essere felice. Se lo meritavano tutte loro.

- C’è una cosa però che noi non abbiamo capito – disse, a metà strada circa, Holly.

Le ragazze, che camminavano assieme, si voltarono.

- Cosa? – chiese Patricia, accigliata, osservandoli.
- Il signor Marshall ha detto una cosa strana, ieri sera. Si è raccomandato di stare attenti, ma noi..-
- Dai Holly, te l’ ha detto anche Bruce, non c’è niente di cui preoccuparsi. Era una raccomandazione e basta! -
- D’accordo Philip, ma… Tu hai parlato di qualcosa di “fisico” e noi abbiamo pensato che si trattasse di qualcosa di specifico -
- Aspetta un attimo… “fisico” ? -
- Beh, sì. Ha detto che poiché eravamo sette ragazzi e sette ragazze, dovevamo stare attenti. E Philip pensa che si riferisse a qualcosa di “fisico” -
- Oh – mormorò Patricia imbarazzata, guardando le amiche – Capisco …-
- Beh, noi no – intervenne, spazientito Mark.
Le ragazze si guardarono fra loro divertite. – Ma come no? E’ così evidente! – esclamò Sally – Proprio non riuscite ad arrivarci? –
- Ehm, no – I ragazzi si scambiavano occhiate interrogative, e solo Philip e Bruce sembravano aver inteso qual’era l’argomento di cui si parlava
- Come faccio a spiegarmi? Uhmmm… vediamo… Avete presente… Costumi da bagno, bagni di sole, creme abbronzanti sulla pelle … - disse, in tono allusivo.
- Ah! Intendeva reazioni chimiche pericolose? – esclamò Holly, pensando di aver capito.
Sally lo guardò allucinata, - Beh, veramente …-
- Sì, - terminò per lei Patricia posandole una mano sulla spalla – Più o meno è così… Più o meno … Proseguiamo? -
Sally la guardò senza comprendere – Meglio che non si facciano strane idee, no? – rispose Patricia al suo sguardo interrogativo. Sally annuì.
- Ma secondo voi sanno come nascono i bambini, quelli lì? – sussurrò loro Alex, ridacchiando.
- A parte Mark, credo proprio di no -
- Ma brava Sally! Due notti da soli in casa di tuo cugino, e già a questo punto! -
- MA CHE DICI, CRETINA! – urlò Sally, imbarazzatissima, arrossendo. Poi, notati gli sguardi indagatori degli altri, abbassò notevolmente la voce – E’ solo perché ha tre fratellini più piccoli! -
- Sìsì, come no! – rispose Alex ridacchiando, e superandola con grandi falcate.
- Alexandra! Se ti prendo ti ammazzo! – le urlò Sally, iniziando a rincorrerla.

Amy, Jen Kim e Tricia si guardarono, scoppiando a ridere.

Lentamente, stava tornando tutto alla normalità.

 

CONTINUA…