Andata e Ritorno


L'INCONTRO DEI DUE


Non sapeva da che parte fosse Fornost, ma sapeva la direzione che gli avevano detto e poi avrebbe chiesto per strada. Gli unici suoni che sentiva per quella strada desertica in mezzo ai prati erano gli zoccoli del suo destriero e il vento che le fischiava nelle orecchie. Diede uno sguardo a tutto il paesaggio intorno a lei e sorrise di cuore. Stranamente quella sensazione di libertà che le davano quei prati la rendevano molto felice.
Cavalcò fino al tramonto, poi ritenne di doversi fermare per far riposare l'animale e trovò un piccolo stagno circondato da alcune canne secche. Smontò e si sdraiò a terra sospirando allegra -Bevi pure- disse al cavallo -Ci fermeremo per un paio d'ore e poi ripartiamo. Di notte è meglio correre perché fa meno caldo e poi possiamo non essere visti da occhi indiscreti. Forse dovrei darti un nome, perché ce l'hai già, ma io non lo so- gli sorrise -Etrin. Era il nome del mio fratello più grande, chissà se è ancora vivo-.
La vista del suo occhio si annebbiò, ma tornò normale dopo che ebbe passato il dorso della mano sull'occhio ed ebbe ingoiato una lacrima amara "Non devo più piangere. Prima ero molto spaventata ed avevo paura, ma ora so dove sono e non ho nemici alle calcagna. Cerca di essere ottimista Anhel, non sono morti… non possono essere morti se tu sei riuscita a sopravvivere a tante disavventure".
Suo malgrado si addormentò, avrebbe preferito stare sveglia per essere certa che nessuno di sospetto si avvicinasse. Si sveglio un paio di ore dopo con la testa poggiata sulla pancia del cavallo accucciato vicino a lei.
SI stropicciò gli occhi ed osservò il sole che aveva già iniziato la sua discesa e il cielo si colorava di blu. SI alzò in piedi stiracchiandosi malvolentieri. Stava dormendo molto bene vicina al suo amico. Etrin si era alzato e aveva dato un ultimo sorso all'acqua dello stagno. Non montò subito. Doveva ancora svegliarsi per bene e le sembrava crudele far correre l'animale subito. Pensò che entrambi avevano bisogno di fare un po' di moto per riscaldarsi.
Ad un cenno del capo della sua nuova padrona Etrin trotterellò vicino a lei e al suo fianco iniziò a passeggiare con lei verso nord mentre il sole si preparava tranquillo al suo tramonto.

Ecco finalmente una gigantesca pianura erbosa. Sembrava perdersi fino all'orizzonte. L'enorme valle era circondata dal lato est da quella parte delle Montagne Nebbiose che finivano con una curva. Sembravano formare i contorni di un'enorme piatto il cui fondo era ricoperto di un leggero tappeto erboso. Gli zoccoli di Etrin non faceva alcun rumore perché il terreno attutiva tutti i suoni. Una brezza fredda soffiava da sud e a parte il suo sibilo lontano, tra le rocce, nient'altro rumoreggiava.
Il cavallo che aveva scelto (ma a volte si chiedeva se non fosse stato il cavallo a scegliere lei) era meraviglioso. Non solo correva simile al vento facendo il minimo rumore, ma faceva di tutto pur di non farla sobbalzare. Grazie a lui quindi poté soffiare nel suo strumento senza che risultasse una musica singhiozzata.
A quel suono parve che le nuvole che sovrastavano il cielo, e che rendevano la nebbia molto scura, lasciassero passare un debole raggio di sole che illuminò un punto impreciso della pianura. Grazie a quello però vide molto lontano delle costruzioni e alcuni piccolissimi puntini scuri che correvano nella sua direzione. Se erano piccoli per la vista di un Elfo allora dovevano essere davvero lontani. Anhel sperava fossero i suoi amici, che stava seguendo a perdifiato ormai da quattro giorni. Quindi soffiò ancor più forte nella speranza che sentendo il suono si fermassero.
Ma non accadde, e per quanto si sforzasse i puntini non accennavano a smettere di avanzare. Suonare ormai non le serviva e appena la musica finì le pianura tornò scura come prima. Almeno ora sapeva da che parte di preciso doveva andare e spronato Etrin a correre più forte sparì tra la nebbia.
Ormai la città era vicina, ma lei era stanca e sperava che anche loro fossero stanchi e si fermassero li almeno quella notte, se non per svariati giorni. Si accampò fuori delle mura e lasciato il cavallo a riposare decise di fare un giro per i tanti gruppi di viaggiatori che come lei si erano fermati li fuori.
Molti avevano acceso un fuoco e facevano cerchio intorno ad esso rimanendo in silenzio. Dopo aver camminato un po' tra loro incontrò un gruppo che invece cantava e suonava allegramente. Alcuni uomini formavano un coro che cantavano buffe e divertenti canzoni insieme ad alcuni bambini. Alcuni ragazzi e ragazze più giovani ballavano in cerchio mentre le donne più anziane ridevano cucinando qualcosa di caldo per tutti.
Un bambino si allontanò dal gruppo con il viso scuro, Anhel lo fermò -Cos'hai? Non sei contento come i tuoi amici?-. Quello la guardò un po' in silenzio poi i suoi occhi si spalancarono e il suo volto si riempì di meraviglia. Corse dagli adulti dicendo qualcosa loro a bassa, poi la indicò e i loro sguardi si puntarono su di lei. Anhel era ancora rimasta sorpresa dalla reazione del bambino e quando la osservarono sorrise.
Alcuni vennero da lei squadrandola con stupore -Tu sei un Elfo?- chiese un uomo tentando si spiccicare qualche misera parola in elfico
-Certo, il mo nome è Anhel- la guardarono ancora
-Da queste parti non vengono mai gli Elfi e noi non ne abbiamo visto nemmeno uno, ti va di venire con noi?-
-Ma veramente non so- era stravagante che la invitassero senza nemmeno conoscerla -Va bene, se vi fa piacere posso venire con voi-.
Si sedette nel cerchio con loro e osservò alcuni che suonavano dei violini, altri sbattevano delle mazze contro dei rozzi tamburi. Il bambino di prima le si avvicinò -Ti piace il mio tamburo?- chiese mostrandole il suo piccolo strumento
-Certo è molto bello-
-Solo che non lo so suonare bene- aggiunse triste
-Se vuoi ti posso insegnare io, lo facevo sempre con i miei fratellini- prese il tamburello e lo percosse cercando di seguire la veloce musica degli altri. Quello la guardò incantato -Come fai?- chiese
-Credo che tu debba solo sentire bene la musica che suonano e inventarti un ritmo che somigli. Prova tu-.
La rendeva felicissima vedere tutta quella gente ridere spensierata, proprio come una volta era per lei, per la sua famiglia e per i suoi amici. Una giovane si avvicinò incuriosita a lei. Aveva i capelli scuri e gli occhi chiari e luminosi come le stelle in cielo -Che sorpresa vedere tra noi un Elfo da queste parti- disse sorridendole -Io non ne ho mai visto uno in tutta la mia vita. Come ti chiami?-
-Anhel. E tu?-
-Wehitrim, noi tutti veniamo da sud, molto lontano da qui. Ti va di ballare?- chiese facendole un cenno verso il fuoco -Io sono la migliore del nostro gruppo. Sono proprio curiosa di vedere come se la cava un Elfo con la danza- rise divertita. Vene a sapere che era la sorella del bambino conosciuto poco prima.
Non se lo fece ripetere, sembrava di tornare ai giorni spensierati della sua vita a Lothlòrien. Dimenticò cavalo, viaggio e amici da seguire, tristezza, stanchezza, fame e sete. Ballare come suonare ti portava fuori dal mondo, nulla di ciò che esisteva intorno a te esisteva.
Lei e Wehitrim formavano una coppia molto affiatata, anche non aveva mai ballato molto riusciva a seguire i movimenti dell'amica con grande facilità. In compenso l'altra si sentiva un po' a disagio. I suoi movimenti sembravano troppo duri e pesanti rispetto ai passi silenziosi e leggeri dell'Elfo
Come raccontò in seguito l'altra, loro erano un gruppo di Uomini venuti da Rohan e da Minas Thirit che si era unito da un'altro e ora viaggiavano nomadi per tutte le terre a Nord, ma la loro meta erano le Montagne Azzurre che sembrava la zona più tranquilla e sicura di tutta la Terra di Mezzo (non conoscevano Hobbiville). SI appostavano sempre vicino a città o villaggi fortificati, ma non ci entravano mai. Stavano fuori liberi di costruire i loro accampamenti e di fare ciò che pareva loro fino a tardi. In caso di pericolo sarebbero entrati nelle mura.
Le offrirono da bere e da mangiare del formaggio. Quando le offrirono della carne rifiutò. Non mangiava gli animali. Notarono anche che lei non era armata e le dissero che di quei tempi era meglio avere sempre qualcosa con cui difendersi con se. Lei non aveva mai pensato all'eventualità di dover uccidere qualcuno.

Il mattino dopo si svegliò vicino all'albero dove aveva lasciato Etrin e infatti li si trovava il cavallo. Guardò il cielo attraverso i rami pieni di foglie e notò che le nuvole coprivano completamente il cielo. Erano nere e si muovevano ad una velocità anormale per delle semplici nuvole. Infatti non lo erano. Si alzò e salendo sull'albero guardò verso la città e la grande pianura davanti ad essa. Denso fumo nero si alzava dal parto che però lei da li non poteva vedere e notava che nella città c'era molto movimento.
SI lanciò giù dal ramo sul quale era salita con un pensiero orribile che le era appena venuto in mente. Arrivatole al cuore come una cometa può colpire il terreno d'improvviso. Con un impatto devastante.
Corse attraverso gli alberi che la dividevano dalla pianura con Etrin che la seguiva poco distante. Sembrava riluttante al volerla seguire.
Arrivò ala fine della piccola macchia verde e finalmente potè guardare la pianura. Uno strano esercito scuro arrivava dalle montagne a Nord per raggiungere già l'ingente gruppo di individui che si era la sciato alle spalle gli accampamenti avvicinandosi alla città. Corse a perdifiato fino alle tende e ai fuochi spenti. Questi ultimi ne avevano altri vicini appena accesi. Ma non era fuochi degli Uomini. Tutta la gente che la sera prima riempiva di voci quella parte di pianura stava riversi a terra. I corpi feriti. Erano tutti morti, erano stati tutti uccisi. Corse tra i cadaveri e tra le fiamme dalle quali si alzava il fumo che ricopriva il cielo per cercare qualcuno che fosse ancora vivo, che si potesse ancora salvare.
Poco dopo trovò il piccolo bambino che stava ancora sotto le coperte del suo letto sotto le stelle. Le coperte rosse. Si guardò in giro smarrita. Non avrebbe voluto essere li, non voleva vedere tutti quei morti, non voleva essere sotto quel cielo, con quell'atmosfera terribile. Ma i suoi "non voglio" si spensero come un fiammifero al vento quando vide poco lontano il corpo dell'amica. L'immagine del campo devastato ed in fiamme, la figura della ragazza riversa a terra si riflesse nei limpidi occhi di Anhel. L'Elfo non poteva credere a ciò che vedeva. Si avvicinò come spaventata da quella morte così immobile e calda del fuoco. Ma quando vide il dolce sorriso della ragazza dipinto sul suo volto scoppiò in lacrime. Era stata uccisa mentre dormiva. Prese la testa fra le mani appoggiandola sulle sue ginocchia -Perché?- sussurrò stingendosi nelle spalle -Non avevano fatto male a nessuno. Apri gli occhi- disse sorridendo tra le lacrime -Lo so che sei ancora viva.

Apretin ni urìel
Loparet unifar lorote
Apretin ni urièl

Uomini dalla vita breve come la caduta della pioggia leggera, lieve. Non possiamo sapere quale sia il fato, dopo la vita nel mondo tanto amato, che vi aspetti. Ma tra i tanti detti si dice che Eru per voi abbia un regalo, ma noi non è dato saperlo. Amiamo la nostra terra, la difenderemo da ogni guerra. Dolce è l'aria che respiriamo, ma non è essa quella che più amiamo. Pulisce le ferite l'acqua limpida, non permetteremo diventi insipida. Ristoratore il fuoco che accendiamo, ma non è ciò che più amiamo. Elfo o altro essere che sia, fermo o che percorra una via. Chi lotta con noi per rimanere quaggiù, è davvero ciò che amiamo di più-.
Sembrava una ninna-nanna o forse poteva essere un modo per salutarla. Ma lei non aveva alcuna intenzione di lasciarla -Wehitrim… rispondi- sussurrò infine.

Nella città di Fornost già prima che si potessero vedere sopra le montagne erano arrivati messaggi che un piccolo gruppo di Orchetti si avvicinavano rapidi alla fortezza e chiunque potesse prendere in mano un'arma si era messo in moto e preso posto sulle mura. Poco dopo era apparso quel drappello (in confronto a quello che lo seguì) che era passato sugli accampamenti davanti alle porte come un piede schiaccia il fiore. In un attimo tutto stava già bruciando. Gandalf aveva parlato a lungo con il governante della città e a quell'attacco nessuno era tranquillo perché si era sparsa la voce che nemmeno lo Stregone sapesse qual'era la minaccia.
Quando raggiunse gli altri su una torre della città si rivolse all'Elfo -Legolas, vedo qualcosa avvicinarsi, puoi dirmi cos'è?-.
Questi si alzò in piedi sul merlo della torre e aguzzando la vista rimase turbato -Temo non siano buone notizie-
-Non ho detto che me le aspettavo- rispose nervoso lo Stregone -Allora?-
-Un esercito molto più grande composto da Orchi sta raggiungendo quello che si è fermato alle porte della città. E' guidato da alcuni Nazgûl- poco dopo però un urlo fece radunare l'esercito che si fermò ammassandosi intorno all'accampamento.
-Legolas, riesci a capire perché sono li?-
-Si sono fermati a pochi passi dall'accampamento in fiamme-
-Ascolta, sarò vecchio, ma questo lo vedo anch'io, saranno a un centinaio di metri da qui, per ora ci vedo ancora. Vorrei solo sapere se vedi il motivo per questa loro sosta. Non certo per un the-
-No, mi spiace, ma c'è troppo fumo e fuoco per vedere il motivo-.
Alcuni minuti dopo due luci bianche si accesero in mezzo alla pianura -Due strani lumi splendono tra i nemici, uno viene dall'esercito e l'altro tra il fumo-
-Non è un'arma del nemico, non credo ci sia da preoccuparsi per questo, ma non credo che sia dalla nostra parte-
-E allora che cosa fa?- chiese Pipino
-Nulla di particolare, sembra che per ora stia solo cercando di attirare l'attenzione del nemico-.

Wehitrim non si muoveva, sembrava che fosse davvero morta. Anhel abbassò ancora una volta lo sguardo su di lei e una delle sue lacrime cade sulla guancia della ragazza. Un attimo dopo Wehitrim aprì gli occhi. Anhel sembrò rinascere e tra le lacrime trovò la forza di parlarle -Oddio, sei viva… cosa ti senti? Cos'è successo quaggiù?-. A quelle parole Wehitrim ebbe solo il tempo e la forza di aprire le labbra prima di morire.
Il corpo della ragazza perse ogni vita e i muscoli si rilassarono mentre il respiro di arrestava velocemente. Il sangue però continuava ad uscire e il corto vestito di Anhel ne stava rimanendo impregnato. L'Elfo spalancò gli occhi pieni di stupore e lanciò un urlo disperato. Carico d'odio, di disperazione e di tristezza. Che in giusto era il suo destino e delle persone che rimanevano li immobili. Tra i singhiozzo poggiò il capo della ragazza a terra, ma rimase inginocchiata a terra, in preda ad uno stato di trance durante il quale continuava a chiedersi perché non riuscisse a smettere di piangere.
Il grande esercito si spaventò e si avvicinò velocemente all'accampamento. Chi era in grado di provocare un urlo che facesse gelare il sangue come il loro, si chiesero i Cavalieri Neri che guidavano il numeroso gruppo di Orchetti.
Accerchiarono Anhel che rimaneva a terra con lo sguardo fisso al terreno -Siete stomachevoli! Dov'è Merry?- una voce umana arrivò dalle prime file degli Orchetti che osservavano l'Elfo -Io ho fame, sono giorni che non ci date nulla! Ma insomma, se vi servono dei prigionieri che funzionino dovreste almeno trattarli bene!-.
Anhel sembrò svegliarsi e voltò il suo sguardo rigato dalle lacrime verso quella voce. Un donna dagli scuri capelli aveva le mani e i piedi legati e vicino a lei stava nelle sue stesse condizioni un tesserino che somigliava a Frodo, ma non era lui. Sulla spalla della donna stava un pipistrello nero.
Questa urlava con tutta la voce che aveva in corpo, ma ormai erano le sue ultime forze. Un attimo dopo si voltò verso Anhel ed i loro sguardi si incrociarono.


Il giudizio è infine giunto
A voi che vivete in Arda è l'ora di scegliere
Ritrovate le chiavi Oscure
La porta della fortezza si aprirà
O rimarrà chiusa
A seconda del fato da voi scelto



L'anello che Shion usava come orecchino si illuminò e sembrò quasi bruciarla e la caviglia di Anhel fece lo stesso. Orchi e Nazgûl si allontanarono di parecchi metri. Anhel si alzò in piedi stravolta. Davanti ai suoi occhi passarono tutti i giorni felici, i volti della sua famiglia, poi l'incendio e tutte torture dopo che era stata catturata, la sua fuga avvenuta grazie al sacrificio di Rétear, poi i giorni a gran Burrone, un'immagine apparve davanti a lei più chiara delle altre, ma non è ancora il momento di svelare quale sia perché ancora Anhel non sa nulla, la sua nuova partenza e infine le immagini della sera prima. Il fumo, la morte di Wehitrim, il suo sorriso. Quanti erano morti intorno a lei… che strazio. Sentì un fitta al petto e nella sua mente si mescolavano sentimenti di compassione, di tristezza, di angoscia, di stupore e di sofferenza. Ma ciò che prevaleva in quel momento era odio.
Alzò lo sguardo e tornò a vedere ciò aveva veramente davanti a se. Orchetti e creature malvagie, loro li avevano uccisi!! Loro, era colpa loro!!!!
<ASPETTA!!! NON LO FARE!! NON CEDERE!!!>
Con uno scatto mise la mano a terra e pronunciò un incantesimo a voce così bassa che nessuno l'avrebbe mai sentito. La terra tremò e in molti punti si ruppe. I nemici fuggivano, almeno, lo faceva chi rimaneva sulla terra ferma. Tra la confusione pochi Orchetti osarono scagliare qualche freccia contro gli Uomini che si lanciavano contro di loro approfittando della confusione. Una grossa freccia volò in alto e deviata dai bersagli colpiti, ma guidata anche da uno strano potere finì per ferire ciascuno dei componenti della Compagnia, rimasta unita sulla torre.

Nessuna ferita grave e quando tutto finì una squadra di Uomini seguiti da Gandalf Aragorn, Legolas, Frodo e Sam scese all'accampamento per cercare superstiti. Fu li che trovarono Shion, legata a mani e piedi con al suo fianco Merry. Il suo orecchino aveva incise sui lati delle scritte che brillavano di una tenue luce bianca, come fosforescenti.
Erano entrambi vivi -Per fortuna che non vi è accaduto nulla- disse Sam mentre venivano messi su una barella
-Laggiù… andate laggiù- disse additando un punto in mezzo all'incendio che moriva.
Dal cielo venne spazzata via qualsiasi nuvola e i raggi caldi tornarono a risplendere dopo che per pochi minuti era scesa una leggera pioggerellina. Forse un intervento provvidenziale o solo un caso, ma grazie a quell'atmosfera, la morte di così tante persone sembrò presa a cuore dalla terra e i corpi di quelle povere vittime parevano risplendere di una luce innaturale.
Tra di loro Aragorn trovò Anhel che giaceva sdraiata in mezzo ad un lago di sangue -Gandalf! Vieni qui, siamo stati seguiti- urlò per chiamare la sua attenzione. Lo Stregone lo raggiunse seguito dagli altri. Alla caviglia dell'Elfo luccicava un anello con scritte luminose e bianche. Era tenuto legato ad una cordicella di cuoio scuro. Due anelli. Gandalf capì cos'erano state quelle luci e intuì cosa fosse stato a far tremare la terra.
Non vi sono nel nostro mondo, o nella Terra di Mezzo, parole per descrivere ciò che provò Legolas al vedere Anhel apparentemente morta e piena di sangue. E' come trovarsi in un mondo nero dove non esiste sole o calore. Dove i rumori non esistono e nemmeno i movimenti sono fattibili. Rimaneva così in piedi poco distante, immobile, con il viso serio ed impassibile. Il suo cuore sembrava aver smesso di battere.
Poi si portò una mano sul petto perchè aveva davvero paura di aver smesso di vivere.

"Che bel calore. Chi è che ha una mano così calda?" aprì lentamente gli occhi accecata dalla luce "Dove mi trovo? Non ricordo nulla" appena i suoi occhi si abituarono alla luce si guardò intorno -Ti sei svegliata finalmente. Che sollievo- Legolas le sorrise dolcemente ed appena lei lo aveva visto aveva lasciato la sua mano. Gandalf stava seduto dall'altra parte del suo giaciglio -Buongiorno Anhel. Sai che sono almeno due giorni che dormi ininterrottamente?-. L'elfo arrossì e si mise a sedere imbarazzata -Mi spiace. Quando vi ho seguito ho dormito poco. Più che altro mi fermavo solo per far riposare Etrim-
-Il cavallo?- chiese preoccupato -Era tuo quel cavallo?-
-No signore, l'ho preso a Gran Burrone-
-Vorresti dire che questo è il cavallo nero di Gran Burrone? Ora mi spiego perché nessuno riesca a toccarlo-
-Cioè? Etrim è il più bravo cavallo che io abbia mai visto-
-Non può essere Anhel, quello era il cavalo di un Nazgûl. Ha rischiato di uccidere due Uomini ieri ora cavalca libero fuori dalle mura della città-. Anhel scese da letto -Non è un animale così cattivo. Magari è ciò che dite, ma con me era un destriero buono. Voglio vederlo-. Avrebbe voluto alzarsi, ma Legolas la fermò prendendola per il braccio
-No, no. Oggi non esci perché devi riprendere le forze- le disse in tono scherzoso
-Eh? Stiamo scherzando, sono giorni ormai che mi trovo sempre in un letto, convalescente. Mi sono stufata- ma malgrado le sue parole dovette risedersi
-Aspetta ancora un po' e vedrai che metterai i piedi fuori di qui- le disse sorridendo Gandalf. Subito dopo nella stanza entrarono tutti e quattro gli hobbit seguiti da Gimli -Anhel, come ti senti?- chiese Pipino tutto felice del risveglio dell'Elfo
-Meglio grazie- rispose. Dopo l'incontro con Wehitrim aveva imparato altre cose della Lingua Corrente.
-Merry ti presento Anhel, Anhel lui è Meriadoc Brandibuc, ma chiamalo Merry-
-Lietissimo- fece il piccolo hobbit accennando un goffo inchino -Spero che madama abbia dormito bene-
-La prendi in giro? Piantala Merry o nessuno potrà mai prenderti sul serio- fece Frodo ridendo.
Gandafl si piazzò al fianco di Anhel -Sappiamo abbastanza nel dettaglio cos'è accaduto durante la battaglia e abbiamo parlato a lungo-
-Visto che sei un elfo cocciuto che ci ha voluto seguire a tutti i costi- disse Pipino atteggiandosi come per iniziare un importante discorso -E visto che sei così pasticciona da aver formato una bella spaccatura in mezzo alla pianura e visto che pare che la sfortuna ti perseguiti. Abbiamo deciso che verrai con noi-
-Attento piccolo Hobbit- disse Anhel dopo che le venne tradotto tutto il discorso in elfico -Che se non ti comporti bene la tua testolina finisce come la pianura. E comunque vi avrei seguito anche se non me lo permettevate-.
Scoppiarono tutti a ridere. Pareva proprio che Anhel si fosse dimenticata tutto. In quel momento entrò Aragorn che aiutava Shion a camminare -Qui si sta facendo baldoria senza di noi o sbaglio?- disse la donna intorno alla quale svolazzava allegro un piccolo pipistrello nero. Gli sguardi delle due si incrociarono e per un attimo tutti ebbero il timore che potesse accadere qualcosa, ma l'anello di Shion era nella sua tasca -Accidenti! Ma tu sei proprio l'Elfo che ho visto durante la battaglia- esclamò la donna stupefatta. Poi il suo sguardo si fece offeso -Dì, ma ti sei resa conto di ciò che hai fatto? Stavi per uccidere anche me e Merry. La prossima volta che usi strane magie fai più attenzione a non combinare disastri-
-Senti da che pulpito vien la predica- commentò sarcastico lo Stregone e guardando la sua allieva in malo modo da sotto le irte sopracciglia.
Legolas le spiego ciò che veniva detto -Scusa, ma a te chi ti conosce?- chiese Anhel,veramente offesa -Io non ho fatto nulla, non so di cosa tu stia parlando-
-Non fare la gnorri l'hanno visto tutti che disastro hai combinato- la accusò capendo ciò che diceva dal modo di fare
-Shion- fece adirato Gandalf -Non sei certo tu un modello di perfezione nel combinare qualcosa che non sia un pasticcio. Che mi dici di quello strano pipistrello?-. Shion lo guardò con aria interrogativa, poi si batté la fronte come se si fosse appena ricordata di qualcosa -Ah, certo! Parli di Noise? Beh, è solo un piccolo incantesimo riuscito, cosa ci trovi di strano?- chiese indispettita -Il giorno prima di partire da Gran Burrone abbiamo guardato tanti libri di magia nella biblioteca. Mi erano tanto piaciuti gli incantesimi di evocazione. "Non li fare mai fino a quando non sarai molto esperta, ma anche in quel caso evita di usarli" mi dissi "Nemmeno uno di noi del Gran Consiglio dei Bianchi osa farli". Però morivo dalla voglia di provarne uno e così ho preso una pagina a caso. Dopo essere partiti ho provato a farlo-
-Verissimo- disse Merry -Ci ha provato per ben nove volte-
-Non infilare il dito nella piaga… al decimo però ci sono riuscita!! Ed ecco il risultato- disse orgogliosa indicando l'animaletto che si era messo a dondolare dal lampadario.
-Che io sappia non esistono incantesimi per evocare pipistrelli- ragionò lo Stregone -Posso vedere la formula che hai usato?- Shion gli porse un foglio spiegazzato ed egli lo osservò attentamente prima di guardare l'allieva con pressappochismo -Credo sarebbe meglio che tu la smetta di vantarti di ciò che hai fatto-
-Perché? È così carino- disse lei sorridendo -E poi è venuto bene, riconosci che sono brava vero?-
-Si, brava a non azzeccarne nemmeno una. Quest'incantesimo è fatto per richiamare bestie quali i Draghi… non pipistrelli-.
Cadde il silenzio nella sala -Poi vien da me a lamentarsi- sbuffò Anhel.

Era ormai sera e Anhel stava appoggiata con i gomiti al davanzale della finestra della camera. Appena svegliata si era sentita come a casa. Suo papà che rimaneva vicino a lei quando stava male, i suoi fratellini che correvano da lei per vedere come stava e alcuni amici che venivano a sollevarle il morale litigando un po' con lei. Sembrava di avere di nuovo una famiglia.
Entrarono Gandalf, Aragorn e Shion e lei li accolse con un sorriso -Ditemi-
-Abbiamo bisogno di parlarti- cominciò lo Stregone -Non ricordi nulla della battaglia, vero? Credo sia…-
-No. Mi ricordo tutto- lo interruppe seria -Solo vorrei che mi spiegaste una cosa: l'Unico non era stato distrutto?-. Ci furono molti minuti di silenzio -Si è vero- ammise Aragorn -Ma qui non stiamo parlando dell'Unico, ma di quelli che vengono chiamati i Due-
-Nomi originali come al solito- commentò Shion sedendosi sul letto -Posso?- Anhel fece segno di si
-In elfico sono detti Retolum get Lumief, Ombra o Luce, tradotto nella Lingua Corrente, in questi giorni abbiamo fatto molte ricerche e ci siamo fatti mandare molti documenti da Imladris. È una leggenda che è orai sparita da menti come Galadriel o Elrond, di cui non sapeva nulla. Non si considera nemmeno leggenda visto che sembra troppo fantastico e irreale per essere vero e così non possiamo sapere tuta la storia, ma solo una parte. Unendo le scritte dei due anelli di può leggere un pezzo di un componimento che tradotto fa più o meno così- Aragorn parlava in elfico perché Shion era già stata già informata -Dunque, credo che faccia parte di una storia scritta a mano e questo è un piccolo pezzo:

Fu lì che tutto incominciò:

Fuoco, ferro e argento
Per placare il suo lamento.
Stampi tondi e gemme strane
Una speranza al Signore immortale
Era tra le tante tempeste
Che le ultime ore del Supremo giungevano meste
I Due a tutti sconosciuti
Ad un fidato furono dati
Il loro padre venne imprigionato
E loro a Sauron aveva donato.

Da quell'idea nacque l'Unico.

I tesori del Potente furon gettati
Obliati, dispersi, dimenticati
Ma quand'Egli non sarà più al suo dito
Alla memoria tornerà il mito
La leggenda della liberazione
Per ridurre la bellezza alla sua punizione
Ciò che sembrava imperfetto
Sarà allora l'oggetto prediletto
Ma se in mani d'altri dovrà cadere
Il destino di Arda avrà da decidere.

Ciò che si trova sui due anelli sono solo gli ultimi due versi. Il penultimo su quello di Shion e l'ultimo su quello di Anhel. Il resto del racconto l'abbiamo rinvenuto tra i pochi documenti che accennavano a questa faccenda-
-Quindi questo Potente avrebbe forgiato due anelli contenenti una speranza, sapendo però di non poterli tenere li diede a Sauron che però non li tenne da conto. Il Potente fu imprigionato e il subordinato sfruttò l'idea del capo per forgiare l'Unico. Dice poi che quando però l'Unico non sarà più con Sauron il suo capo tornerà per riprendere il posto che gli spetta. Però i Due potrebbero non essere più con loro e a quel punto diventeranno non la speranza del Potente, ma di quella dei popoli di questa Arda- riflettè Anhel -E' abbastanza chiaro-
-Come dice?- sbottò Shion guardando Gandalf che traduceva ogni tanto -Abbastanza chiaro? Io non ci ho capito nulla. In pratica tocca a me e a quest'Elfo decidere il destino dei popoli di Arda? Dov'è Arda? Cos'è?-
-Ormai non ricorda quasi nessuno che si chiami così- disse Gandalf -Ma Arda è la Terra-di-Mezzo. E credo di capire un po' di più di voi la faccenda-
-Allora spiegaci- incalzò Aragorn
-No. Non posso ancora, no. Vedrò di controllare prima delle cose. Non vorrei mettervi in allarme inutilmente-.
Anhel fece un passo verso di loro come a voler segnalare di voler parlare -Scusatemi. So che può sembrare insolito, ma ho l'impressione che il nostro compito sia portare questi Anelli davanti al Potente e a Sauron-. I presenti la guardarono stupefatti e lo Stregone tradusse a fatica le sue parole a Shion che la guardò malissimo -So che può sembrare una pazzia, ma non credo tocchi a noi distruggerli. Io sento questa cosa come un presentimento. Se riuscirò a portare l'anello davanti a chi di dovere e non a farglielo ottenere rubandolo so che non accadrà nulla di male-.
Gandalf la guardò con un sorriso triste -Credo che tu abbia ragione, e così faremo. Io partirò con voi perché sono tornato nella Terra di Mezzo per scoprire qualcosa su quest'Ombra Nuova e seguirti mi sembra sia l'unica strada per scoprirlo-
-Anch'io voglio venire- disse Aragorn deciso -Voglio vendicare il mio regno e tutti quelli che sono morti per mano di Sauron o del Potente-
-Tradurre, prego- sbuffò Shion -Non ho capito proprio nulla-.

Poco dopo Gandalf, Aragorn e Shion uscirono dalla camera. Questi ultimi bisticciando e lo Stregone si vergognava molto di stare con loro. Pareva che anche se della stessa razza, Shion e Aragorn non riuscissero a trovare un punto di accordo.
Anhel uscì poco dopo dalla città e, con le tenebre a suo favore arrivò fino alla foresta, dove Etrim aspettava tranquillo la sua venuta. Gli aveva portato acqua e cibo in abbondanza e lo accarezzò a lungo facendolo addormentare come un bambino al suono del suo flauto.
Poco dopo accanto a se, ai piedi di un albero, si sedette qualcuno e Anhel fece un salto -Scusami, ti ho spaventato?- chiese questi
-Un poco, si- ammise lei. Una folata di vento mosse le fronde degli alberi e la luce della luna illuminò i due. Con lei c'era Legolas -Accidenti, come hai fatto a scoprire che sono qui?- chiese sbalordita
-Un Elfo può ingannare chiunque con il suo passo leggero, tranne un altro Elfo- disse ridendo lui -No, sto scherzando. Stavo da molto vicino alla porta della tua camera e ti ho vista uscire-
-Ah, ti ho scoperto! Mi spiavi, furfante!- disse additandolo in segno di accusa. Legolas scoppiò a ridere -Si, è vero! Sai, ti trovo diversa da prima- ammise guardandola
-Beh, dopo ciò che è successo qualche giorno fa ho deciso che devo vivere nel migliore dei modi anche per quelli che sono morti a causa mia- disse guardando il cielo stellato
-A causa tua? Anhel, non è stato per te che hanno smesso di vivere. Come ti viene in mente?- la rimproverò preoccupato
-Tu dici? Eppure è me che cercavano. Se non io, chi è che ha lasciato che li uccidessero. Tutte queste guerre per degli oggettini semplici come gli anelli. Non ti sembra un poco assurdo?-
-No se per questi rischiamo di morire tutti- le disse severo -Mi spiace, ma dovrai abituarti a veder gente morire davanti a te, perché tu porti qualcosa che mette in pericolo chiunque si trovi vicino a te. Anche ora non siamo al sicuro anche se sembra tutto tranquillo- disse severo.
-Di questi tempi ho sofferto davvero tanto, non sarà facile continuare a questo modo se non mi sbarazzo di quest'affare- disse tristemente -Comunque vi ringrazio tanto per la vostra gentilezza, vi siete dimostrati dei veri amici con me e vi dirò che per un attimo mi sembrava di essere tornata a casa mia- confessò nostalgica.
Sentì una mano sulla spalla e si voltò verso Legolas -Non hai freddo?- chiese come scusa per averle passato il braccio intorno alle spalle. Anhel lo guardò in silenzio e quando anche l'altro si accorse dei suoi occhi non potè fare a meno di ricambiare il suo sguardo.
La bellezza caratteristica della loro razza splendeva sui loro visi. Aveva si e no la sua stessa età, ma a volte gli pareva che Anhel avesse più bisogno di conforto di un bambino. Perché non poteva fare a meno di guardarla e di preoccuparsi? Non se n'era nemmeno accorto, ma l'aveva stretta a se più di prima. Anhel.
Etrim sbuffò aprendo gli occhi ancora assonnato e a quel rumore i due si spaventarono non poco -Quello è il cavallo di cui parlavamo stamattina?- chiese Legolas lasciando il mantello sulle spalle della ragazza
-Si, il suo nome è Etrim-
-Bracere? Non mi pare un nome adatto ad un destriero. Se è dei Nazgûl poi, non dovresti nemmeno cavalcarlo-. Anhel lo guardò facendo la finta offesa -Vedrai se è o non è un buon cavallo domani quando partirò-. Ad un tratto un pensiero le passò come un lampo per la mente "Partire cioè rimanere senza Legolas… anche senza Frodo e gli altri certo" si affettò a dirsi -Partiremo- la corresse lui
-Come?- chiese tornando alla realtà
-Partiremo, vorrai dire. Io e gli altri veniamo con voi. Per andare verso Mordor passeremo vicino a Bosco Atro e io devo recarmi li per vedere come se la cavano senza il loro Re-
-Tu? Tu re di Bosco Atro?- balbettò sbigottita. Arrossì e tentò di nasconderlo con le mani -Io… scusami non credevo che fossi una persona così importante, non volevo prendermi tutte queste confidenze- balbettò confusa ed imbarazzata, fece per togliersi il mantello come fosse cosa troppo preziosa per essere indossata da lei, ma lui la fermò
-Figurati. Magari se avessi saputo la verità non ti saresti dimostrata per quello che sei veramente. Forza- aggiunse poi alzandosi -Torniamo indietro-.

Non le disse che il pensiero di portarla con lei a casa sua gli aveva sfiorato la mente e nemmeno che si sentiva molto strano. Era così felice di poter essere suo amico. Però lei era di Lothlòrien.
Sentì come se quel nome gli pesasse sul cuore come un grosso fardello. Bosco Atro e Lorien. Cos'era mancato? Perché ora toccava a lui subire un'ingiustizia simile. Si rese improvvisamente conto di star pensando a cose assurde. Erano i due boschi degli Elfi. Due separati. Che gli importava? Perché prendeva a cuore Anhel. Perché si comportava in quel modo con un Elfo così sconosciuto e che oltretutto costituiva un pericolo per lui starle vicino?
Non si era mai posto domande simile e una situazione del genere non gli era mai capitata. Aveva tanta confusione in testa e pensò che forse aveva solo bisogno di dormire.

"Visti… siete sicuri?"
-Si Nostro Signore. Sicurissimi. Chiedetelo ai vostri cavalieri se volete. Sono spaventosi. E li hanno due esseri potentissimi, armati fino ai denti!-
"Li ho trovati… Sarà contento di questa notizia. Poi sarà uno scherzo riaverli. Lui è potente, presto sarà tutto nostro… nulla ci potrà più fermare".



Continua...