Andata e Ritorno

VERSO BREA


Le colline verde intenso che si alternavano a piccoli prati pianeggianti, i ruscelletti di acqua limpida e fresca, le grida dei piccoli che giocavano in mezzo agli alberi e ai cespugli.
Frodo era da pochi giorni arrivato ad Hobbiville, aveva provato molta nostalgia della Contea e non potendo più reprimerla si era deciso e ci era tornato per un po'.
Aveva ritrovato i suoi cari amici: Merry e Pipino, ma la cosa che più lo rese felice fu rivedere Sam.
Qualche giorno prima era apparso sulla porta di casa dell'amico uno strano personaggio: ben incappucciato e quindi con il volto coperto, Sam non l'aveva mai visto e credendo che fosse un viandante gli disse che purtroppo, in quel momento, non avevano nulla per lui.
Questi invece gli aveva detto con un sussurro -Cerco una persona- era quasi un sibilo -Frodo… Frodo Baggins della contea.
Cerco l'Anello-.
Sam aveva fatto un balzo all'indietro colto da un brivido gelido lungo la schiena -Se mi dici dov'è ti saprò ricompensare per la tua generosità- continuava questi, ma l'Hobbit si mostrò molto irritato e prendendo un bastone che stava vicino alla porta d'entrata glielo aveva puntato contro -E' quindi questa, la tua risposta ?
Avrai di che pentirtene-
-Non mi importa- rispose, era così nervoso e spaventato che la sua voce suonava come isterica -Non c'è nessun Frodo Baggins qui e io so difendermi bene, se cercate l'Unico non lo troverete, né qui, né da questo Frodo, né in nessun altra parte della terra.
Non esiste più Lui è stato distrutto e ora se ne vada senza fare troppe storie- lo aveva minacciato.
Il viandante era scoppiato a ridere allegramente e si era tirato giù il cappuccio -Samvise Gamgee, sei fedele, ma parli troppo-.
Davanti a lui aveva trovato Frodo, il suo buon amico Frodo, e i due si erano abbracciati piangendo di felicità.

I quattro amici erano di nuovo insieme dopo alcuni anni che non si vedevano, non erano molti, ma a loro parevano trascorsi secoli dalla loro Missione. Eccoli: Frodo Baggins, Samvise Gamgee, Meriadoc Brandibuck e Peregrino Tuc. Nessuno di loro però chiese a Frodo come mai era tornato li dall'altra parte del mare dopo quegli anni.
La Contea era come una volta, l'aria era fresca e frizzante. Il mondo degli Hobbit pareva una favola che avesse preso vita e che fosse totalmente estranea al resto del mondo, con dei confini che dividevano nettamente quella terra felice dalle altre.
Hobbiville era più o meno rimasta la stessa di quando Frodo era piccolo, gli stessi prati, le stesse case e le stesse voci allegre e rilassate.
Non vi erano molte tracce della recente battaglia contro l'Oscuro Signore.

Un giorno di quelli arrivò un piccolo falco sul davanzale della casa di Sam mentre lui, Merry e Pipino parlavano tra loro.
Nel vederlo l'Hobbit preparò subito da mangiare per lui e, alzandosi dalla sedia sulla quale era seduto, gli si avvicinò con un piattino di briciole e semi -E ti ricordi gli Elfi ?- chiese Merry -Certo che il tempo passato a Lorien fu davvero splendido.
Come vorrei tornarci in quel posto dove il tempo non sembrava poter penetrare e dove tutto è sempre bello e splendente come in primavera-. Benché i tre si potessero vedere spesso non parlavano quasi mai delle loro avventure, ma la venuta di Frodo aveva fatto tornare loro alla mente tanti ricordi e la voglia di parlarne, di commentarle era nata in loro.
-Io ricordo- disse Pipino -Che la prima volta dama Galadriel ci aveva fatto paura.
A me la faceva.
Mi rendeva irrequieto, ammetto che per un attimo pensai che in realtà fosse dalla parte di Sauron-
-Non dirlo nemmeno per scherzo- lo rimproverò Frodo affacciandosi da una finestra con uno sguardo duro e serio -Non nominare quel nome anche se non c'è pericolo.
E' orribile sentirlo e mi tornano in mente ricordi che preferirei obliare per sempre, essi sono il contrario dei ricordi di Lothlòrien e di Gran Burrone-.

Gli amici lo guardarono e Sam si avvicinò a lui lasciando mangiare il falchetto -Pipino non l'ha fatto apposta, non ti arrabbiare.
La cosa più bella credo che sia la possibilità di poter trovarci tutti qui riuniti dopo così tanto tempo, sani e salvi.
Ne abbiamo passate tante insieme, abbiamo superato ostacoli e vissuto esperienze belle e brutte, ma ora guardateci: quando siamo partiti non eravamo altro che quattro Hobbit che, anche se erano già cresciuti, si comportavano come dei ragazzini incoscienti.
Ciò che ci è successo ci ha aiutato a cambiare e a maturare nell'animo ed è questo il ricordo più bello che ci è rimasto, non credete ?-.

Gli altri Hobbit gli sorrisero felici -Dal discorso che hai fatto si direbbe proprio che hai ragione- disse Frodo scavalcando la finestra con un balzo -Ma infondo lo sappiamo tutti che Pipino è rimasto il solito pasticcione, non è così forse ?-
-E tu Frodo, sei il solito vagabondo… mi sembri Bilbo- rispose l'interessato
-Non potevi usare la porta ?
Era anche più comodo- gli chiese Sam.
Scoppiarono a ridere. Si, ora era tutto finito e i loro giorni erano luminosi non solo grazie al sole, ma anche grazie alle loro risate allegre e alla sensazione di tranquillità che regnava in tutta la Contea.

Merry si alzò dalla sedia per iniziare a camminare lentamente per la stanza -Dì Frodo, dove sei stato fino ad ora ?
Ti abbiamo aspettato per tanto, ma poi abbiamo fatto la colazione da soli-
-Scusatemi amici miei, ma questa mattina ho visto che gli alberi erano tutti luccicanti per la brina e non sono riuscito a resistere- si affacciò alla finestra dalla quale era entrato e guardò con aria sognante gli alberi e la strada che passava vicino alla casa -Ho fatto sono una passeggiata, la mia intenzione era di fare un giretto veloce e poi di venire direttamente qui-
-Ma te ne sei dimenticato e hai continuato a camminare, giusto ?- chiese Pipino ridacchiando
-Vedo che mi conoscete bene.
Sono andato fino a Lungacque e poi sono tornato indietro. Qui è tutto splendido: le foreste non sembrano cupe come molte di quelle che ho attraversato, ma gaie e colorate. Gli animali spuntano da ogni parte e alcuni di loro neanche hanno paura di avvicinarsi.
Ho fatto non poca strada, ma stranamente non sono stanco-
-Dopo tutta la ginnastica fatta qualche anno fa le tue gambe non si sono ancora addormentate, e bravo il nostro Frodo.
Anche noi a volte facciamo lunghe passeggiate per tenerci in allenamento, anche se non sappiamo bene perché farlo poiché l'Anello ormai è distrutto e il Nemico sconfitto.
Magari ci sarà un'altra occasione per farci una lunghissima camminata-
-Magari per andare da Barbalbero- esclamò Pipino -Ci aveva chiesto un giorno di andare da lui e portare notizie della contea-.

-E quello cos'è ?- chiese Frodo indicando il falco che era rimasto sul davanzale a guardarli come se stesse aspettando la parola
-Si è fermato qui e gli ho dato qualcosa da mangiare- l'altro rise divertito -Perché ridi Frodo ? Non capisco-
-Sei il solito svampito Sam…non vedi che ha attaccato alla zampa un biglietto con il sigillo di Gandalf- si avvicinò all'animale che lo guardò con i suoi occhi scuri e penetranti.

Una volta staccato il biglietto il falco volò via senza neanche aspettare ringraziamenti o saluti -E' proprio di Gandalf.
E' tanto tempo che non lo sento, voi avete sue notizie ?-
-Come non lo senti da molto ? Non era partito con voi ?- chiese Sam
-Si è vero, ma dopo pochi giorni il nostro arrivo lui e sparito e supponiamo che sia tornato nella Terra di Mezzo-
-Comunque sappiamo solo che uno o due anni fa- spiegò Merry -In giro c'era un vecchio che pareva assomigliare molto a Gandalf e si comportava come lui, sempre con Nani ed Elfi. Dopo esser stato a Gran Burrone e a Minas Tirith andò verso le Montagne Azzurre dalla parte del Decumano Ovest. Poi non sapemmo più nulla, ma non siamo sicuri che sia lui. Nel caso, ha sempre i suoi affari e i suoi affanni e non gli si può chiedere di rimanere fermo per troppo tempo.
Poi Bilbo ci aveva sempre detto di non ficcare troppo il naso negli affari degli Stregoni, nevvero Pipino ?-
-Strano- lo interruppe Frodo.

-Cosa ?-
-Il sigillo è di Gandalf, ma chi ci scrive è Elrond, mi pare strano- d'un tratto sembrò che l'aria della stanza diventasse pesante e un'ombra dubbiosa e spaventata calasse sui loro volti -Comunque non sono cattive notizie, ci vogliono a Gran Burrone per una riunione.
Pare vi saranno anche Gimli e Legolas- si sentirono più sollevati ed addirittura allegri nel sentire che presto si sarebbero rincontrati con i loro vecchi amici.
-Aragorn ?- chiese Sam
-Si, anche lui, ma dice che arriverà più in ritardo rispetto a noi. In effetti Minas Tirith è più lontana rispetto alla Contea e poi dovrebbe attraversare le Montagne Nebbiose.
Incontreremo gli altri a Brea- li informò
-Io non ci volevo tornare- si lamentò Pipino -Mi fa ricordare cose che avevo obliato-
-E allora mettiti il cuore in pace perché sarà all'osteria del "Puledro Impennato" che ci incontreremo, proprio come tanto tempo fa-
-Non mi sembra mai passato abbastanza tempo da quei giorni- sbuffò Merry -E quando partiamo ?-
-Direi subito.
Andate a casa e prendete ciò che c'è da prendere… Sam !- lo chiamò
-Dimmi pure-
-Non dimenticare la corda questa volta, non so se andremo a Lothlòrien- scoppiarono tutti a ridere.
La tensione nel sapere di dover tornare in quei luoghi si allentò grazie a quella battuta. Il ricordo della faccenda della corda di Sam che se ne era dimenticato e che per fortuna aveva tenuto per se un po' di quella elica li aveva fatti sorridere. Gli Hobbit tornarono allegri alle proprie case: l'idea di fare un nuovo viaggio insieme li rallegrava, ma nessuno di loro pensava che potesse essere come il precedente.

Verso sera, dopo aver cenato insieme essi presero i loro fagotti. Non era poca la strada fino a Brea, ma in confronto a tutta quella che avevano fatto il viaggio precedente era davvero pochissima.
Era il tramonto ormai e i quattro si misero in marcia cantando allegramente:


La via prosegue senza fine
Lungi dall'uscio dal quale parte.
Ora la Via è fuggita avanti,
Devo inseguirla ad ogni costo
Ricorrendola con piedi alati
Sin all'incrocio con una più larga
Dove si uniscono piste e sentieri.
E poi dove andrò ? Nessuno lo sa.



Frodo respirò a pieni polmoni l'aria fresca della sera.
Camminarono fino a quando la luna arrivò alta in cielo e poi si riposarono.
Non avevano fatto molta strada. Avevano camminato lentamente perché, essendo partiti tardi, non avrebbero in ogni caso potuto portarsi avanti con il loro itinerario, ma il giorno dopo si sarebbero messi in marcia di buona lena per arrivare il prima possibile all'appuntamento.

Il giorno dopo si svegliarono di buon ora.
Non vi era nebbia come magari avevano trovato al loro primo viaggio perché adesso era estate appena iniziata.
Gli uccelli cantavano volando di ramo in ramo, l'aria pareva luminosa e limpida come la superficie di un lago di montagna. Passarono il ponte sul Brandivino verso il meriggio quindi deviarono a Buckburgo per mangiare qualcosa.
Alla trattoria dove mangiavano giravano strane voci. In particolare un gruppo di persone, che sembravano ubriache per la troppa birra, urlavano come anatre in uno stagno cose che gli Hobbit non sapevano se prendere sul serio o no -L'ho visto io, ti dico- insisteva uno -Stavo camminando tranquillo per il Verdecammino.. ma sì quello che porta a Babad-
-Si chiama Sarbad vecchio rimbambito, ma quanto hai bevuto ?-
-Mai quanto te. Taci ! E ascoltami: dicevo ?
Ah si, dunque. Camminavo lì e che ti vedo ?-
-Cosa, cosa ?- lo incitarono altri della compagnia di ubriaconi -Dicci !-
-C'era del fumo sulle Montagne Nebbiose-
-Magari era, giustamente, nebbia non ti pare ?- molti scoppiarono a ridere, ma quell'altro non fece caso alla battuta del compagno
-Le chiamano Hithaiglin come dicono gli elfi, e giusto di elfi si parla.
Pare che il bosco che sta da quella parte… Loto…-
-Lothlòrien- lo interruppe Frodo che si era alzato e avvicinato a loro.

Questi lo guardarono un po' silenziosi, mentre lui guardava quello che aveva parlato con uno sguardo serio -Racconta- disse poi stendendo le labbra in un dolce sorriso -Sono curioso anch'io di sapere, vai avanti-
-Bene… ok.
Dicevano, dunque, che in quel bosco lì vi era una fattucchiera giusto ?-
-Si, io l'ho sentita !- gli rispose uno -Dicevano che se uno la guarda rimane affascinato dal suo sguardo e non esce più dalla foresta. E' terribile !-
-Beh, dicono che la foresta sia andata perduta- concluse mettendosi poi di nuovo a bere.
Frodo sentì cedergli le gambe, ma Sam lo sorresse. Anche Merry e Pipino si guardarono l'un l'altro con lo sguardo stupefatto. -In che senso è perduta ?- chiese Frodo, ma quello già non lo ascoltava più. Aveva iniziato a raccontare altre cose e si era scordato di aver detto qualcosa su di una foresta. Perfino gli altri compagni non si ricordavano di aver udito da lui una simile storia.
Mentre camminavano per ritornare sulla via per Brea tutti e quattro non potevano far altro che pensare a quelle parole -Che significherà che Lorien è perduta ?- chiese Merry
-Forse non dovremmo neanche stare qui a pensarci- disse Sam -Erano le parole di uno con cinque pinte di birra nello stomaco e non altrettanto sale in zucca.
Probabilmente si è inventato tutto e noi ci stiamo sforzando di capire inutilmente-.
Gli altri annuirono, ma poco dopo i loro pensieri tornarono di nuovo a quelle parole e non riuscirono a pensare ad altro.
Cosa significava che Lothlòrien era perduta ?
Non era facile perdere un'intera foresta, non era come perdere un bottone e allora che voleva dire ?
Con questi pensieri arrivarono finalmente a Brea verso il tramonto e si diressero alla locanda.
Frodo entrò con il timore di non incontrare Gandalf come tempo addietro, ma lo vide seduto al tavolo e condusse gli altri da lui.
Solo quando fu ben vicino si accorse che però lo Stregone non era da solo.
Seduta di fianco a lui vi era un'altra persona -Per le prime volte ci vuole concentrazione poi ti ci abituerai e potrai fare altro- diceva il vecchio con il cappello blu sbiadito a punta e la folta barba bianca.
-Però che noia !- esclamava il compagno mentre un bicchiere davanti a lui fluttuava traballante nell'aria.

Merry e Pipino colti dalla gioia corsero verso l'amico -Gandalf !- esclamarono abbracciandolo
-Oh ! Merry e Pipino ! Miei cari Hobbit, che piacere rivedervi. Quanto tempo ?- esclamò anche lui sorridendo -Frodo- disse poi lasciando andare i primi due e salutando affettuosamente il terzo Hobbit
-Mio buon Gandalf- gli disse questi -E' un pezzo che non ci si vede-
-Oh, su ! Solo qualche anno, che sarà mai ?
Buonasera Samvise Gamgee come va ?-
-Bene ora che ti abbiamo visto- rispose tirando un sospiro -Ammetto che quando siamo entrati avevo il timore di non trovarti come tanto tempo fa-. Frodo però continuava a chiedersi il perchè della fuga dello Stregone per tornare in quelle terre.

Il rumore di un bicchiere contro il tavolo richiamò l'attenzione dello Stregone -Scusate, non vi ho ancora presentato la persona al mio fianco. Il suo nome è Shion e viene dalle Montagne Azzurre, ne avrete sentito parlare, sono a Ovest della Contea-.
Di fianco allo Stregone non vi era un altro Ramingo suo amico, ma una donna della Gente Alta.
Dei pantaloni aderenti e degli stivali che arrivavano fino sopra il ginocchio. Sopra ad una scura maglia aveva allacciata un armatura che copriva spalle e petto. Da una cintura nera pendeva il fodero di una lunga spada.
Il viso chiaro, gli occhi scuri, ma luminosi trasmettevano allegria. I capelli castano scuri lunghi sparsi sulla schiena e lungo le spalle.
Non dava l'impressione di un pericoloso cavaliere -Molto piacere- disse questa stendendo loro la mano
-Shion.
Voi siete gli Hobbit di Hobbiville che stava aspettando Gaf ?-
-Come lo chiami ?- chiese Frodo
-Shion- la rimproverò il vecchio -Smettila di chiamarmi così, non sono tuo nonno o parente. E poi ti ricordo che il bicchiere è caduto- le diete il bastone sulla testa -Ora dovrai tenerlo su il doppio e non ti distrarre più-
-Ma si, ma si. Basta che stai fermo con quel maledetto bastone Gaf- e il bicchiere sul tavolo tornò a fluttuare.
Lo Stregone sospirò poi Frodo gli si rivolse -Non mi aspettavo ti trovarti in compagnia- sorrise
-Non trarre conclusioni affrettate- lo rimproverò Gandalf -Nemmeno io credevo di venire con lei.
Sono stato molto tra le Montagne Azzurre e li l'ho conosciuta.
Questa sembra una donna sui vent'anni, ma in realtà ha la mentalità di una bambina-
-Come dici Gaf ?- chiese lei
-Non ti distrarre.
Ha tanto insistito che ho dovuto insegnarle le arti magiche, ma come potete notare non è che alle prime armi.
Quando mi preparai per partire e venire qui, fece un sacco di capricci per venire con me che mi chiuse in casa pur di non farmi partire senza di lei.
E ora è qui anche se non capisco a cosa ci possa servire-
-Ma mi è parso di capire che questa riunione fosse utile solo per rincontrarci oppure c'è sotto qualcos'altro ?- disse Frodo mentre Merry e Pipino osservavano il bicchiere che Shion faceva fluttuare in aria con delle piroette.

All'entrata est della città di Brea un cavallo si fermò e venne legato -Siamo arrivati finalmente Arod, è stata dura, ma ora ti puoi riposare- sussurrò in elfico Legolas accarezzando il cavallo e allontanandosi. Si inoltrò per le vie cercando l'insegna di una locanda. Non c'era una bella atmosfera.Certa gente lo guardava molto male e altri chiudevano le porte e le finestre. Legolas però scoprì che non era per lui che si ritiravano, ma alcune grida minacciose arrivavano da lontano.
D'un tratto vide apparire da dietro un angolo un essere in scappucciato che correva a perdifiato.
Nel girare l'angolo rischiò di scivolare per terra, ma con un balzo in avanti si rimise in piedi e riprese a correre.
Non guardava avanti, ma si girava spesso per vedere se qualcuno lo inseguiva o guardava in terra. Sembrava un topo che fuggiva a tutta velocità dal gatto. Senza far rumore.
Legolas si accorse di quello che all'ultimo momento gli venne addosso.
Per evitare che cadesse a terra lo prese per le spalle -Oh, mi scusi signore- disse questi alzando lo sguardo e guardando Legolas con gli occhi stupefatti e rossi dal pianto. Cadde il cappuccio del mantello e Legolas si accorse che quella persona altri non era che un elfo femmina.
Gli occhi celeste chiaro e i capelli biondi lunghi. Per un attimo a Legolas parve di aver davanti Galadriel e scosse un po' la testa come per destarsi da una visione, ma poi gli venne in mente che l'aveva lasciata a Gran Burrone con Loras e quindi quella non era una sua invenzione. Eppure aveva quella somiglianza. Pensandoci aveva la stessa espressione della Dama quando l'aveva incontrata all'incendio: profondamente triste e perduta.
Questa poi lo guardò terrorizzata poi delle voci arrivarono alle loro orecchie -Dove diavolo vai, dannatissimo elfo.
Vieni qui !!!!!-.
Guardò la strada da dove era venuta e lasciando Legolas riprese la sua corsa, ma inciampò e i suoi inseguitori la raggiunsero e la ripresero. Erano due Uomini dall'aria minacciosa con grosse e corte spade. La presero per le braccia e dopo averla legata e imbavagliata uno di loro se la mise sulle spalle -Vai a fidarti delle ragazzine. Avrà si e no quindici anni, che tipo scorbutico-
-Ma va ! Guarda che gli elfi hanno una vita immortale. Ne avrà di più… ha solo l'aria di una ragazza di quindici anni delle nostra razza- gli spiegò l'altro.
Legolas rimase a guardarla. Aveva con l'aria rassegnata e triste e sparì per le strade di Brea. "E' orribile" pensò mentre camminava "Anche qui li portano come schiavi".
L'elfo era rimasto colpito molto profondamente da ciò che aveva visto a Lorien, era stato troppo inaspettato e terribile. Ancora adesso non voleva crederci, ma sapeva che era la realtà: crudele come l'Oscuro Signore dell'ombra e dolorosa come la freccia di un Orchetto.
Vide la locanda giusto prima che si mettesse a piovere. Entrò velocemente e con uno sguardo riconobbe i suoi amici.

-Legolas, mio buon amico !- esclamò Gandalf alzandosi dalla sedia e abbracciando l'Elfo.
Tutti si girarono, non l'avevano nemmeno sentito avvicinarsi. Salutò gli Hobbit uno a uno per poi sedersi ed essere presentato a Shion
-Così tu sei un Elfo ?- chiese -Non ne avevo mai visto uno e devo dire che vi immaginavo diversi-
-Legolas è uno degli Elfi più gentili che ci siano- disse Pipino -E io sono molto felice di conoscerlo-
-Giusto- assentì Merry -Ci aveva seguito con Aragorn e Gimli quando fummo rapiti dagli Orchetti. Hanno fatto miglia e miglia a piedi, ma poi hanno perso le nostre tracce e ci siamo salvati da soli.
Anche se questo è stato il risultato io gli sono molto grato per aver faticato molto correndo giorno e notte-
-Era un dovere, perché facevate parte della Compagnia, ma anche un piacere perché siete Hobbit gentili e miei amici- disse infine lui.
Gandalf lo guardò preoccupato. L'elfo era sempre stato di poche parole, gentile e riservato, ma quella sera aveva qualcosa di strano diverso dalla tranquillità -Legolas… arriveremo a Gran Burrone in qualche giorno e quindi la sete di curiosità di questi giovani Hobbit verrà saziata, ma credo che tu abbia qualcosa che può essere anticipata- gli disse quindi poggiando la schiena alla parete e osservando il bicchiere -Io già so tutto, ma loro no. Shion non ti stai concentrando- concluse e un anello di fumo si alzò sopra le loro teste
-Più di così ! Vorrei sentire anch'io e poi mi annoia questo esercizio- si lamentò lei
-Tu sei un'amica di Gandalf ?- chiese Legolas
-Si, la sua allieva. Vengo dalle Montagne Azzurre a ovest. Tu ?-
-Vengo da Bosco Atro, al di la delle Hithaiglin, le Montagne nebbiose. Mi sia permesso dire che la tua bellezza è notevole per essere solo della razza degli Uomini-.
Shion lo guardò arrossendo un po'. Non stava scherzando perché aveva un sorriso sincero e non astuto
-Beh, grazie mille. Ma credo che tu sia abituato a vedere donne più belle di me. Dicono che le donne degli Elfi siano di una grande bellezza-
-Anche quelle Hobbit se è per questo !- ribattè Sam
-Ad ogni razza la sua bellezza e le sue caratteristiche- li calmò Frodo -Ma dicci, Legolas, cos'è che avevi da dirci ?-.
L'Elfo abbassò lo sguardo e osservò il tavolo di legno scuro, consumato e con segni di bruciatura in alcuni punti. Chiuse gli occhi e gli tornarono in mente gli alberi verdi e il fuoco rosso -Amici miei, non sono buone notizie- iniziò a dire
-Beh, mi pareva ovvio !- esclamò Merry -Quando si incontra Gandalf e bisogna andare a Gran Burrone ormai ho imparato che non sarà mai un viaggio di piacere- alcuni risero, ma Legolas rimase serio.
Respirò profondamente e si mise a sedere meglio sulla sedia -Lorien- incominciò con la voce che tremava
-Lothlòrien è...- sussultò. Era troppo doloroso doverlo dire. Era come accettarlo definitivamente e lui sperava ancora che fosse solo un incubo -E' bruciata. E' stata bruciata dagli Orchetti e da alcuni Uomini crudeli. Gli Elfi più giovani catturati e portati all'ovest come schiavi da vendere-.

Nessuno parlò. Non vi erano parole descrivibili lo stupore e la tristezza che quella notizia aveva portato. Shion non aveva capito, ma alla reazione delle persone intorno a loro capì che non doveva essere una bella cosa -Chi è che è stato fatto schiavo ?- chiese
-I più piccoli, i giovani, le femmine- rispose a bassa voce l'Elfo -Bosco Atro ha accolto quelli che si sono salvati sia dagli assalitori che dalle fiamme, ma molti sono anche morti. Il meraviglioso paese degli elfi… io l'ho visto inghiottito dalle fiamme-
-E tu come mai eri li ?- chiese Sam
-Mi ha chiamato la Dama- lo guardarono stupiti -Ella è tornata da poco a Lorien. L'abbiamo salvata io e Loras, un mio amico, perché ci stavamo recando laggiù. Ora è a Gran Burrone-.

Lo Stregone sapeva già tutto e spinse gli altri a mettersi in marcia benché ormai l'umore non fosse più quello di prima. Mentre recuperava Arod Legolas diede un'occhiata alla strada pensando all'Elfo che aveva visto prima, ma non vi erano rumori in strada se non quelli che venivano dalle case.
Su Ombromanto vennero caricati Merry e Pipino, sul cavallo di Shion, che si chiamava Magenta, Frodo e con Legolas, Sam.
Il gruppo si incamminò nella sera che si faceva man mano più scura e fredda.
Usciti dalla città si immersero nella nebbia e nel silenzio della strada.


Continua...