Wind Of Change
PROLOGO
La spiaggia
era affollata come tutti gli altri giorni nonostante
fosse già la fine dell'estate. Fortunatamente la
stagione era quasi finita e non avrebbe più dovuto
vedere tutte quelle famiglie felici e soprattutto quei
"marmocchi" che l'avevano fatta impazzire per
quasi tre mesi. Strano, le erano sempre piaciuti i
bambini ma aveva scoperto che, per la maggior parte, non
erano altro che degli esseri maleducati, arroganti e
estremamente viziati. Era arrivata ad odiarli, e non ne
sapeva precisamente il perché.
L'aria trasportava il profumo intenso della salsedine e
delle creme abbronzanti
non riusciva a percepirlo
durante la giornata, era sempre troppo occupata tra un
"portami questo" e un "dove posso trovare
"
solamente
alla chiusura poteva rilassarsi e godersi tranquillamente
quel mare che tanto amava.
La brezza le accarezzava il volto ed il sole caldo le
scaldava la pelle. Si sdraiò sulla sabbia ancora rovente
e, chiudendo gli occhi, iniziò a ripensare a tutto
quello che le era accaduto negli ultimi mesi
prima
di tutto la morte di sua madre. Era successo tutto
all'improvviso, da un giorno all'altro non c'era più
si
era sentita perduta, anche se non erano mai state molto
unite, sentiva la sua mancanza più di ogni altra cosa in
quel momento.
Suo padre non l'aveva presa meglio
stava tutto il
giorno in ufficio e la sera quando rientrava si chiudeva
in camera
aveva cercato di aiutarlo in qualche modo,
forse stando vicini la sofferenza sarebbe stata minore,
ma lui l'aveva respinta
si era chiuso in se stesso e
neanche i suoi infiniti tentativi di tirarlo su di morale
erano serviti: aveva deciso di mandarla dallo zio. Da suo
zio!!!!!!!!!!! Lei voleva stargli vicino e lui la mandava
ancora più lontano! Non riusciva proprio a capirlo
anzi
lo odiava!
Il sole stava tramontando, i riflessi giallo-arancio
giocavano con il blu intenso del mare creando
un'atmosfera particolare, quella che l'aveva accompagnata
durante tutta l'estate e la sua "storia" con
Adam
ci mancava solo pensare a lui adesso!!
Si alzò e decisa e si diresse verso gli spogliatoi:
voleva fare un ultimo lungo bagno
voleva ricordarsi
le magnifiche emozioni che quel mare le dava
Dopo aver indossato il costume, stranamente in pace con
se stessa, si avvicinò al bagnasciuga e, lentamente,
iniziò ad entrare in acqua quando udì una voce
quella
voce
No!!!! Non adesso! Ma si può essere più sfortunata
di così?????
Adam era quello che, generalmente, veniva definito il
classico
come si può spiegare
bellone! Alto,
biondo, occhi azzurri come il mare, sorriso accattivante,
eternamente abbronzato e
sì, freddo come il
ghiaccio! "Stormi" di ragazzine gli giravano
intorno e non mancava l'occasione di vederlo insieme a
una diversa ogni sera
d'altronde, la sua posizione
di bagnino lo aiutava parecchio nel suo più importante
lavoro
il rimorchio! Nonostante le premesse, Kate
non era riuscita a non innamorarsene
e quando anche
lui si era dimostrato interessato, si era sentita in
paradiso! Le giornate sembravano troppo corte
di
giorno erano tutti e due impegnati sulla spiaggia, ma la
sera sembrava esistessero solo loro due. Le interminabili
passeggiate mano nella mano sul lungo mare
le cene
"romantiche"
romantiche, si fa per dire,
in realtà non erano mai riusciti a cenare loro due soli,
c'era sempre qualche scocciatore in mezzo ai piedi
i
baci
ma poi tutto era cambiato
Nel giro di neanche un mese, lui aveva iniziato a
diventare freddo, distaccato
il lungo mare non li
vedeva più passeggiare tutte le sere
le cene si
erano ridotte a delle "pizzate" con la
compagnia durante le quali lui non si degnava neanche di
sedersi accanto a lei
i baci
era difficile
ricordare quando si erano dati l'ultimo
Tutte le volte in cui Kate aveva cercato di parlargli, di
cercare di capire il perché di quel distacco improvviso,
Adam o accampava qualche scusa idiota o la incolpava di
essere troppo opprimente, di non lasciargli il suo
spazio, di essere una "sanguisuga"
in
poche parole, la colpa era tutta sua! Dopo l'ennesima
accusa, nonostante ne fosse perdutamente innamorata
decise di lasciarlo
non ne poteva più! Solo un paio
di settimane dopo scoprì che in realtà era così freddo
nei suoi confronti perché "consumava" tutte le
sue energie con Jenny, una delle sue amiche
Ma dopo che la fiamma della passione di Adam si era
spenta sia per Jenny, che per Kim e Ann aveva deciso di
"riallacciare" i rapporti con Kate
"L'ultimo bagno prima della partenza?" le
chiese con uno di quei suoi sorrisi capaci di fermarle il
respiro.
"Si
" rispose Kate cercando di resistere
alla tentazione di sfogare i suoi istinti omicidi sul
"povero" ragazzo che continuò dicendo: "Ti
spiace se mi unisco a te?"
"Se proprio devi
ma ti consiglio di non
avvicinarti, potrei non rispondere delle mie azioni!"
"Ah
ma allora mi hai perdonato!"
"Non in quel senso idiota
sai come vanno le
cose
potrei essere assalita da uno di quei raptus
omicidi
e
addio Adam!" disse sorridendo la
ragazza.
"Non ne saresti capace!"
"Vuoi mettermi alla prova?"
"Calma
calma
ho capito
mi odi così
tanto?" le chiese in un soffio.
"E me lo chiedi anche?????????"
"Mi dispiace
non volevo farti soffrire
io
mi
sono accorto di
beh
è difficile dirlo
ma
sono
innamorato
di te!" disse evitando di guardarla.
Da quando lei l'aveva lasciato, aveva capito che Kate non
era una ragazza come tutte quelle che aveva conosciuto
era
speciale
aveva una personalità forte, più forte
della sua
e sì, doveva ammetterlo
questo suo
lato lo attraeva molto
e
poi era l'unica che
l'aveva lasciato! Di solito succedeva il contrario e
questo lo irritava parecchio! Era deciso a riconquistarla
e quella era l'occasione migliore che gli poteva capitare
c'erano
solo loro due
il tramonto era stupendo
era
tutto perfetto
tranne un piccolo particolare
Kate
stava nuotando beatamente al largo!
Finalmente ci sono riuscita
addio Adam
La casa era
avvolta nel silenzio, riusciva a sentire il ticchettio
delle lancette dell'orologio del salotto
probabilmente
suo padre non era ancora tornato
o almeno lo sperava.
Era meglio saperlo al lavoro piuttosto che chiuso in
camera sua a bere e a piangersi addosso.
Forse era la sua presenza a renderlo tanto insofferente
verso tutto e tutti
prima si era sempre vantato
della somiglianza che c'era tra Kate e sua madre,
probabilmente questo gli faceva male
Salì le scale lentamente, contando mentalmente i passi
si
sentiva un po' "perduta". Da un giorno
all'altro la sua vita stava cambiando.
Crescere
ti rendi conto di crescere quando ti manca
la terra sotto i piedi, quando le tue certezze crollano
prima
gli anni passano, festeggi i compleanni senza neanche
pensare che più diventi "vecchio" più le tue
responsabilità aumentano, ti diverti, fai le cose senza
pensare alle conseguenze e poi? Arriva, almeno nella
maggior parte dei casi, il momento in cui ti penti di
tutto quello che hai fatto
Entrò in camera sua
gli armadi erano quasi vuoti,
mancavano solo le ultime cose da mettere in valigia. A
pensarci bene, era quasi un sollievo andare da suo zio,
gli era molto affezionata nonostante le occasioni per
vederlo erano veramente poche
e poi avrebbe rivisto
tutti gli amici che aveva conosciuto sette anni prima.
Con questi pensieri in testa accese lo stereo e si accese
una sigaretta senza accorgersi che suo padre era entrato
nella stanza.
"Hai già preparato tutto?" le chiese.
"Si, domani parto se non te lo ricordi - gli rispose
seccata, ma si pentì subito del tono con cui aveva
pronunciato quella frase quando si accorse della
tristezza negli occhi di suo padre.
"Ti ho un po' trascurata, vero?"
"Un po' è dire poco
ho cercato di starti
vicino ma tu non hai fatto altro che allontanarmi
però
non ti biasimo, capisco che stai soffrendo ma devi
fartene una ragione
mamma non c'è più e niente può
cambiare le cose
" gli rispose Kate con le
lacrime agli occhi.
"Chiedere scusa non servirebbe a niente, ma mi
dispiace
sul serio
ma, vedrai, mi riprenderò
"
"Prometti?"
"Promesso
"
"Beh, è un inizio
lo sai che ti voglio bene?"
"E tu lo sai che io te ne voglio di più?" e
finalmente dopo tanto tempo un sorriso si dipinse sul
volto di suo padre.
Si abbracciarono e si tennero stretti l'uno all'altra
come per recuperare il tempo perduto e quella sera, come
ormai non accadeva da troppo tempo, cenarono e risero
insieme. Sì, era felice.
L'aereo era
decollato da pochi minuti. Odiava volare: l'altezza, il
non avere i piedi sulla terra la terrorizzavano da
morire, ma il peggio era la sensazione di vuoto che
l'opprimeva
erano sospesi nell'aria! Avrebbe dovuto
prendere un sonnifero, tanto il viaggio era lungo, ma
aveva trovato di meglio da fare che dormire
la sera
prima, mentre finiva di preparare le valigie, aveva
ritrovato, all'interno di un cassetto, il suo vecchio
diario e due album di foto
non si ricordava neanche
di averli messi lì e poi non si ricordava neanche di
aver mai tenuto un diario
Aprì lo zaino e lo prese in mano
la prima data
risaliva a sette anni prima
adesso si ricordava
sua
madre le aveva consigliato di tenerne uno in cui
appuntare, di giorno in giorno, le emozioni, le
avventure, insomma per non dimenticare assolutamente
nulla del loro primo lungo soggiorno in Giappone
primo,
unico ma soprattutto indimenticabile
si mise il
walkman nelle orecchie e iniziò a leggere
Le date e i ricordi si sovrapponevano davanti ai suoi
occhi
era come rivivere tutta la magia di
quell'estate
l'arrivo a Tokio, suo zio Freddy che li
accompagnava nella "nuova" casa, Benji il
famoso portiere suo pupillo, Patty che in breve tempo era
diventata la sua migliore amica, Amy e Julian, Philip e
Jenny, Tom, Bruce e gli altri giocatori della New Team
e
lui, il suo primo amore, il ragazzo che di notte era
presente in tutti i suoi sogni
Mark
A quel pensiero arrossì
le faceva ancora effetto
pensare a lui dopo sette anni
Fujisawa
"Muoviti di più, non puoi sapere con precisione
dove la palla andrà, anche se puoi prevederlo
devi
essere più agile con quelle gambe, non sei mica una
statuina!" urlò Freddy Marshall in direzione di
Benji.
"Ok, riproviamo!" gli rispose gridando il
portiere.
"No, per oggi basta, e poi tra un po' devo partire
te
l'ho detto che devo andare a trovare quel mio amico
allenatore nel distretto di Chubu per
" ma fu
prontamente interrotto dal ragazzo che disse, alzando gli
occhi al cielo: "Si, si so tutto e so anche che devo
andare a recuperare tua nipote all'aeroporto
sempre
scocciature
ma chi me lo fa fare?".
"IO!!!! E vedi di trattarla come si vede, altrimenti
quando torno
"
"Ma cosa credi? Sono un gentiluomo io! Comunque a
che ora atterra l'aereo?"
"Dovrebbe arrivare oggi pomeriggio verso le sei
falle
le mie scuse e dalle la lettera".
"Si, so già tutto! Mi hai fatto un discorso
veramente noioso stamattina a colazione, non riniziare ti
prego!"
"Ok, la smetto
e poi è meglio che vada
"
"Ciao Freddy e non ti preoccupare
tua nipote è
in ottime mani!" e così dicendo sparì in casa.
Freddy lo guardò allontanarsi. Sperava che quei due
riuscissero ad andare d'accordo, in fondo in sua assenza
avrebbero dovuto vivere insieme
accidenti
proprio
adesso gli toccava partire?
Salì in macchina, si allacciò la cintura di sicurezza
e, guardando per l'ultima volta l'imponente casa, partì
alla volta del distretto di Chubu.
Il cielo
era grigio, il vento soffiava prorompente tra gli alberi,
spettinando i suoi lunghi capelli neri; un ricciolo le
accarezzava il viso, ma sembrava non curarsene, la sua
mente e il suo cuore erano lontani, il suo sguardo era
triste mentre ripensava a tutto ciò che aveva lasciato.
Ora l'attendeva una nuova vita, avrebbe frequentato
l'università in quella città sconosciuta, che non
sembrava offrirle nulla.
La sua mente tornò al giorno della partenza, appena due
giorni prima, quando aveva detto addio ai suoi amici e
soprattutto al suo adorato Ricky che amava tanto.
Lui le aveva promesso di scriverle tutti i giorni,
l'avrebbe aspettata lo sapeva, il loro legame non sarebbe
stato distrutto con la lontananza, ne era convinta.
Si erano conosciuti due anni prima, aveva deciso
improvvisamente di iscriversi ad un corso di difesa
personale femminile, nonostante il medico le avesse
consigliato di non intraprendere nessuna attività
sportiva. Il suo ginocchio non era ancora del tutto
guarito dopo l'infortunio avuto durante un importante
spettacolo che avrebbe lanciato la sua carriera di
ballerina professionista.
Lo rammentava perfettamente, era il suo passo d'addio,
tutti gli occhi erano concentrati su di lei, un salto,
poi cadde e si fece tutto buio. Quando si risvegliò si
trovò in un letto di ospedale con i legamenti del
ginocchio distrutti. Dopo due lunghi anni di terapie e
varie cure si trovò a sfidare il destino e quel giorno
iniziò il suo primo allenamento ed incontrò Ricky, il
suo istruttore. Il suo cuore sembrò fermarsi, era bello,
con dei muscoli da far mozzare il fiato.
Era rimasta immediatamente affascinata da quel giovane
che appariva ai suoi occhi come un angelo caduto sulla
terra.
Qualche giorno dopo, con sua grande sorpresa, le chiese
di un appuntamento. Dopo due anni il loro amore non era
mutato, tutt'altro cresceva di giorno in giorno e la
notizia della sua partenza aveva provocato ad entrambi un
dolore indescrivibile.
Suo padre era un imprenditore e tre mesi prima aveva
avuto un'offerta di un lavoro come dirigente in una
impresa emergente, ma si sarebbe dovuto trasferire in
un'altra città dalla parte opposta del Giappone.
E così eccola lì, l'indomani avrebbe dovuto cominciare
le lezioni e si sforzò di farsi coraggio, non avrebbe
pianto, l'aveva promesso al suo Ricky.
"Rose, fatti forza, ci sono io con te
" si
girò lentamente verso quella voce tanto familiare
.
"Michael, grazie ma
" lui la zittì, la
prese in braccio e la portò a casa, mentre degli uomini
stavano ancora scricando dei mobili.
Entrò ridendo, spogliata da tutti i pensieri che la
stavano affliggendo, mentre sua madre dava ordini a
destra e a manca ai poveri lavoratori che cercavano
invano di accontentare le sue esigenze.
Michael, il suo fratellone, riusciva sempre a farla
sorridere, aveva due anni in più, la prossima primavera
ne avrebbe compiuti ventuno.
Dove era nata e dove aveva vissuto un quarto della sua
vita, suo fratello era molto popolare, un bellissimo
ragazzo, avrebbero detto le sue amiche, non che lei fosse
brutta, anzi era una di quelle ragazze da far girare la
testa a tutti i ragazzi che si trovavano nel raggio di un
chilometro, ma lei non ci badava, il suo cuore era già
stato "rubato" da qualcun altro.
"Dov'è papà?" chiese ansiosa la ragazza,
"Oh cara, ma dove ti eri cacciata? Andate tutti e
due di sopra a sistemare la vostra camera" e così
dicendo ricominciò a "far impazzire quei poveri
.",
ignorando la domanda della figlia, ma Rose non se la
prese, conosceva sua madre, quando aveva la mente
occupata in qualcosa, non degnava della sua attenzione
nessuno, nemmeno i suoi figli.
"Abbiamo le camere separate? Fantastico!!!!"
dissero in coro i due fratelli, e si precipitarono su per
le scale buttandosi a capofitto nelle loro stanze.
Quando Rose entrò, rimase subito affascinata, dalla
finestra si potevano vedere il lontananza i monti, da lei
tanto amati.
La porta si spalancò ed entrò sorridente Michael
era
fatto così, nonostante fosse anche lui molto affranto
per avere lasciato i suoi amici, sapeva sempre vedere il
lato positivo di ogni cosa.
"Vieni con me, stasera mamma non avrà tempo di
cucinare ed io ho già adocchiato un ristorantino carino
che vende cibo a portar via
" e così dicendo i
due ragazzi uscirono di corsa da casa già con
l'acquolina i bocca
.
Continua
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