Capitolo 3°
Ricordi,
domande e risposte
-Bentornata Keith!-
-Oh... ciao mamma! Papà...-
-La cena è pronta, vatti a lavare le mani, poi vieni a
mangiare. Ti laverai dopo. Fatti anche lo shampoo...-
-Sì mamma, ho una fame... pensa che mi sono divertita
tantissimo e non ho mangiato nulla...-
-Come al solito! Sbrigati...-
Keith pensa ancora a quel che Rich stava facendo. Le era
sembrato volesse dirle qualcosa, poi ha cambiato
direzione come se volesse darle un bacio sulla guancia...
invece si è allontanato ed è andato via! Chissa cosa
voleva in realtà... Keith non sapeva spiegarselo. Forse
era meglio mangiare. Andò a lavarsi le mani, dopo cena,
sistemò con la mamma i piatti e poi andò in camera sua.
Si gettò sul letto ed osservò il soffitto. "Ora
forse è il momento di prendere il pacchetto di Rich,
forse mi spiegherà qualcosa. C'è un film in televisione
ma... non ho voglia di vederlo. Voglio capire cosa mi ha
regalato Rich. Spero solo non sia una collezione di micro
insetti schifosi." Keith era curiosa. Aprì il
pacchetto. Uno scatolino di velluto, lo aprì e vi trovò
una catenina con uno strano ciondolo.
-Ma cosa è?-
Keith si lasciò sfuggire questa esclamazione mentre
osservava lo strano regalo. Era una catanina d'argento,
il ciondolo era un pallone da calcio. Sì, era proprio un
dischetto d'argento rifinito a mano con le chiazze scure
rispetto al resto. Non era semplicemente lavorato, oltre
ai rilievi era anche colorato perfettamente. Forse se lo
era fatto fare apposta. Ma perchè un regalo del genere?
Keith si ricordò della promessa del pic-nic. Scese di
corsa e spiegò alla madre dei programmi dell'indomani.
La madre disse che i panini erano nella cesta e che nel
frigo c'erano tutto il necessario.
Si avviò verso la cesta e contò i panini. Per fortuna
che prima di andare in piscina aveva chiesto alla madre
di comprarli. Erano 20 panini. Li tagliò a metà e poi
prese dal frigo il formaggio, il prosciutto, il salame,
la mortadella, la maionese, il tonno, insalata e pomodori.
Notò che la madre le aveva acquistato anche una dose
innumerabile di frutta. Preparò panini di ogni tipo. Andò
a cercare lo zaino adatto a contenere tutto. Sistemò le
varie cose e ripose tutto in ordine. Mentre lavorava, non
aveva smesso di pensare al regalo.
-Mamma, io vado a farmi la doccia!!-
Erano le 21.45. L'acqua scendeva. Keith pensava al regalo.
-Oh... Ecco! Finalmente!-
Quasi gridò per la gioia di avere un ricordo che forse
le era d'aiuto. "No, non può essere" si disse.
In effetti c'era qualcosa che non quadrava. Sì, non
poteva essere così. Si ricordò che da piccoli, forse
avevano circa 10 anni, Rich le disse che quando si
sarebbe innamorato e fosse sicuro che fosse quella
giusta, avrebbe regalato alla fortunata una catenina con
un pallone da calcio. Sì, era, è e sarà sempre un
fissato. Solo un fissato come lui avrebbe potuto pensare
una cosa del genere. E allora... Rich aveva trovato la
ragazza giusta? "No, non posso essere io, non voglio
crederci" ma Keith sapeva bene che ormai il regalo
l'aveva ricevuto lei.
Si asciugò in fretta i capelli. Si vestì e andò a
dormire, o, almeno, si mise nel letto ma sapeva di non
chiudere occhio.
-Buonanotte- disse ai suoi, ma non si accorse se essi
risposero perchè era troppo presa dai suoi pensieri. Era
presto, infatti suo padre si meravigliò molto, ma lei
aveva molte cose cui pensare e non voleva essere
disturbata. Spense la luce. Al buio si fece una domanda,
pensò "Ma a me piace Rich?"
Non seppe rispondersi.
Passò buona parte della notte in bianco rimuginando sui
fatti accaduti, cercando di trovare qualche segno che le
facesse capire. Nulla. Capì che effettivamente Rich in
più occasioni le aveva dimostrato interesse, anche se
erano amici da tanto e potevano considerarsi semplici
dimostrazioni affettuose come due fratelli. Ma lei... non
aveva mai fatto queste considerazioni. Si ricordò
dell'improvviso accelleramento del battito del cuore
quando la mattina Rich la strinse forte coprendole gli
occhi. Cos'era quell'accellerazione?
Non seppe rispondersi nemmeno ora. Decise che il giorno
seguente vedendo Rich avrebbe capito. Il giorno seguente
lo avrebbe guardato in modo diverso ed avrebbe capito. Ne
era sicura. Si addormentò.
La mattina arrivò solo pochissime ore dopo.
Fine 3°
capitolo
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