Le vie della Vittoria


Capitolo 1°
Sei un "fissato"



"Tap... Tap... Tap..." eccolo lì, tutte le mattine a rincorrere il suo bel pallone da calcio per le strade ancora semideserte della piccola cittadina di Tsuto.
E come sempre la fatica non lo tocca minimamente. I capelli castani corti con un piccolo codino che parte dalla nuca, gli occhi scuri luccicanti di gioia, le gambe veloci che si muovono con precisione toccando appena il pallone e qualche gocciolina di sudore che scende sulla fronte da sotto il laccio bianco legato per tener fermi i capelli.
-Oh, ciao Rich, sei già qui? Ogni giorno ti fai sempre più veloce... Se continui così nessuno riuscirà mai a raggiungerti...- gli chiese una ragazza dai corti capelli castano chiaro dai riflessi dorati, spuntata dal cortile di una casa. Eccola che esce e si avvicina al ragazzo. Indossa una bella maglietta rossa con le righe bianche sulle maniche corte, shorts da pallavolo anch'essi rossi ed un nastrino rosso legato intorno alla testa passando sulla fronte sotto la frangetta.
-Sì, ma se non continuo così non riuscirò mai a raggiungere Tsubasa...- le rispose lui.
-Sempre fissato tu! Comunque se rallenti proverò a seguirti, oggi mi sono svegliata prima per poterti seguire... non mi sfuggirai!-
-Fai come vuoi... tanto non arriverai nemmeno fino in fondo alla strada, figuriamoci poi se riuscirai a tenere il mio passo... Hai perso in partenza!-
-Lo vedremo!-
Ecco i due ragazzi correre veloci per la strada, questa sfida si tiene regolarmente quasi tutti i giorni, ma il ragazzo si dimostra sempre più allenato, veloce e resistente allo sforzo della sua amica. Rich quella mattina aveva come sempre la sua tuta, pantaloncino bianco, la maglia verde con le maniche corte bianche ed il suo pallone bianco a chiazze nere che gli avevano regalato i genitori quando aveva compiuto 4 anni. Adesso ne aveva 15, erano più di dieci anni che tutte le mattine si svegliava e rincorreva quel pallone prima di andare a scuola, e durante l'estate era ancora peggio perchè aveva tutta la giornata libera e poteva dedicarci più tempo. "Un fissato", diceva Keith. E come lui molti altri ragazzi di tutto il mondo avevano seguito l'esempio di Tsubasa e vivevano tutte le 24 ore della giornata col pallone vicino ai piedi: "tutti fissati".
Come sempre Keith si getta a rincorrere Rich, ma è subito in netta difficoltà rimanendogli almeno una ventina di metri dietro, un fulmine, impossibile raggiungerlo.
Keith si ferma e, come sempre, ammettendo la superiorità di Rich dichiara: -Hai ragione, fissato, sei più veloce tu e non riuscirò mai a batterti-
-Oh, ma no, se proprio vuoi battermi devi solo allenarti almeno quanto me ed avere molta buona volontà: tutto qui!-
-Ma io non sono fissata e mai lo diventerò, oggi è stata davvero l'ultima volta. Ormai ho altro a cui pensare piuttosto che correre dietro un matto come te-
-Fai come vuoi, io continuerò a passare da queste parti tutti i giorni, quando vuoi... sono qui-
-Ora ci vuole solo una bella doccia dopo questa sudata... poi penso che andrò in piscina, il sole è caldo, siamo in estate... perchè non vieni anche tu? Ti divertiresti!-
-No, io sono "fissato", lo dici tu, non rinuncerò mai al mio allenamento-
-Per una volta potresti anche risparmiartelo... Comunque vicino la piscina ci sono anche dei campetti sportivi... potresti incontrare altri ragazzi con cui giocare... Vieni, sono sicura che ti divertirai-
-Va bene, basta che domani verrai tu con me al campo di calcio a vedere i miei allenamenti, affare fatto? Portati qualche amica carina con cui la squadra possa fare amicizia ed anche bibite e rifornimenti di cibo... magari avremo tempo per fare anche un pic-nic sul prato del campo, ti piace l'idea?-
-Sì, ma... perchè dovrei portarmi delle amiche carine? I tuoi amici non hanno ragazze da invitare? E poi se io non vado bene... allora perchè non inviti tu direttamente qualcun'altra e mi lasci a casa?-
-Uffa! Come sei permalosa! Volevo solo essere gentile e ricambiare l'invito! E poi... siamo amici da tanto, mi conosci! Sai che non posso vedere gli altri senza una ragazza vicino mentre io ne ho a centinaia che mi ronzano intorno!-
-Ma davvero? Non ci credo nemmeno se lo vedo!-
-Allora vieni domani al campo così lo vedrai-
-Tu? Con tante fan? Noooo... impossibile! A chi interesserebbe uno stupido come te?-
-Non so... a tutte le galline che ogni giorno vengono a vedere gli allenamenti e che l'allenatore manda via armato perchè ci distraggono-
-Allora manderà via anche me, che vengo a fare?-
-No, ti ricordi che sei venuta tante volte? Ti farà rimanere vicino agli spogliatoi e ti metterà al lavoro come è solito fare-
-Avete ancora bisogno di manager che tengano tutto in ordine?-
-Beh... sai... prima c'era solo quel ragazzo che non poteva giocare per alcuni problemi fisici... poi lui è andato via e siamo rimasti senza! Che ne diresti di diventare manager?-
-Io??? Non so... Ci penserò...-
-Eppure alle medie lo facevi... perchè ora no?-
-Ti ho detto che ci penserò... Ormai non mi interessano più certe cose... Comunque se ti fa piacere domani verrò.-
-Bene! Sono felice! A che ora andiamo in piscina?-
-Tra un'ora?-
-Uhm... Bene! Passerò dai ragazzi e dirò che l'allenamento speciale della domenica non si farà, ci vedremo direttamente domani coll'allenatore... Ed io oggi passerò una bella giornata in piscina in compagnia di tante belle ragazze!-
-Ah, sì? E allora perchè dovresti venire con me? Vacci da solo o con dei tuoi amici così sarai libero!-
-Uffa! Ahi! Bene, bene... Lo ammetto: anche tu sei tra le belle ragazze di cui parlavo! Ahia! Non mi dare pizzichi...-
-Bene, perdonato! A tra un'ora fuori la piscina. Ciao-
-Ciao, bellezza!-
Rich le fa l'occhiolino. Keith risponde con una bella smorfia. L'ora passa in fretta, Keith ha perso tantissimo tempo nello scegliere i costumi da mettere nella borsa, le creme solari da portare, il cappello per il sole, cosa mettersi... Crede di aver fatto tardi, forse Rich non la sta più aspettando. Eccola che arriva con l'affanno e cerca disperatamente con lo sguardo il suo amico: lui c'è. E' poggiato al muro e aspetta con ansia l'arrivo dell'amica. Ecco che la vede arrivare e, sempre col suo pallone tra i piedi, le si avvicina salutandola.
-Questo è per te- le dice porgendole un piccolo pacchetto
-Cos'è?-
-Come cos'è? Un regalo, non si vede??-
-Ecco... ma come mai? Cosa si festeggia?-
-Oh, nulla di particolare... è un regalo e basta!-
-Non puoi venire così all'improvviso e farmi un regalo... senza motivo!-
-Per me è importante, aprilo a casa-
-Perchè?-
-Perchè così ho deciso, non fare storie! Aprilo a casa, capirai da sola (spero) e saprai ringraziarmi del regalo-
-Sicuro? Non è che poi escono tanti insetti schifosi?-
-Domani c'è il pic-nic, se è un cattivo scherzo ti do il permesso di vendicarti, va bene? Per favore però aprilo quando vai a casa: promettimelo-
-Bene, allora accetto il regalo. Domani poi ti ringrazierò o mi vendicherò-
-Non lo aprire ora, portalo a casa, aprilo a mezzanotte precisa-
-Perchè?- vide l'espressione quasi supplicante di lui -Ok, lo aprirò quando hai detto-
Terminata la discussione, entrano nell'immenso impianto sportivo dirigendosi verso la piscina.



Fine 1° capitolo