Tutti i personaggi sono proprietà di Tsukasa Hojo, Sunrise, JumpComics, Star Comics e degli aventi diritto

Un ringraziamento particolare a Tati, perché è leggendo una delle sue storie che ho trovato il coraggio di scrivere questa, a Gabriele, perché è ascoltando i suoi CD che sono riuscita a finirla, e a tutti coloro che mi hanno spronato e aiutato.

VENDETTA A NEW YORK

 

 

 

"Dai Ryo, muoviti...." Kaori lo stava chiamando già da un cinque minuti.
"Non ho nessuna voglia di venire...lasciami stare." La sua voce era lamentevole.
"Ascoltami bene... se non ti alzi all'istante scordati la cena" gli ringhiò in risposta.
Neanche un minuto dopo erano in strada.
Presto sarebbero arrivati al negozio preferito di Kaori. Alla fine del vicolo si sarebbero reinmessi sulla strada principale e da lì in pochi minuti sarebbero arrivati.
A Kaori piaceva proprio andare a fare spese.
Appena svoltato l'angolo un bagliore argenteo...dei sibili..."Kaori, a terra!"
Si era ritrovata schiacciata contro il muro, sovrastata dal possente corpo di Ryo. "Ryo, che succede?" Era perplessa e spaventata. Lui si tirò un po' su appoggiandosi alla parete dell'edificio che faceva angolo.
"Ryo......" il resto della frase le era morto in gola. Ryo si stava lentamente lasciando scivolare e terra e sul muro dietro a lui si iniziarono a intravedere larghe strisce rosse....sangue....
"Ryo" ripeté Kaori, ma questa volta era solo un sussurro. Lui la stava fissando...aveva uno sguardo dolce, che lei non gli aveva mai visto....
"Kaori..." la sua voce era quasi normale, tranne per uno strano rantolo gorgogliante "...chiama un'ambulanza".

La luce della sala operatoria era accesa da cinque ore e per tutto il tempo Kaori era rimasta seduta in sala d'aspetto, muta, lo sguardo vacuo fissava il pavimento senza vederlo.
Non aveva avvisato nessuno, non aveva più forze.
Era già pomeriggio inoltrato quando arrivarono...Saeko, Umibozu e le altre.
Avevano cominciato a farle domande, ma lei non aveva voglia di rispondere....e poi...cosa avrebbe potuto dire loro? Non si era accorta di nulla, non sapeva di preciso cosa fosse successo...sapeva solo che Ryo era stato colpito...che lei era un'incapace...una fallita...Ryo poteva morire e sarebbe stata solo colpa sua....
Kaori avvertì un leggero tocco su una spalla...era Saeko.
L'operazione era finalmente terminata e i medici stavano uscendo. Quando arrivò il chirurgo tutti gli si avvicinarono per avere informazioni, ma questi li bloccò.
"Chi è il parente più prossimo?"
"Io....sono la moglie" la voce di Kaori era molto flebile.
Tutti la guardarono perplessi, ma nessuno disse nulla...non era il momento ne il luogo di fare battute, Kaori era veramente la persona più vicina a Ryo, quella che più di chiunque altro aveva il diritto di conoscere per prima le sue reali condizioni.
Il medico la condusse in disparte.
Il cuore di Kaori batteva all'impazzata...aveva paura...paura di fare una domanda...paura di sentire la risposta...paura di perdere Ryo. Si appoggiò al muro per avere un sostegno "Dottore, come sta?" la sua voce era poco più di un sussurro.
"Ci sono buone probabilità che possa salvarsi, anche se ci vorranno un paio di giorni affinché sia definitivamente fuori pericolo".
"È vivo..." le gambe facevano fatica a sostenerla.
"Tutto dipende dalla sua voglia di vivere.." continuò il medico "...noi medici abbiamo fatto tutto il possibile".
Kaori smise di ascoltare, la sua mente continuava a ripetersi "è vivo...è vivo".
Ci volle qualche minuto prima che riuscisse di nuovo a camminare, ritornò dagli altri e ripeté loro le parole del dottore, poi andò nella stanza di Ryo, si sedette accanto al suo letto e ripiombò nel silenzio.
Né Miki né Saeko né Reika avevano il coraggio di disturbarla; si davano il cambio per farle compagnia nella sua veglia, come angeli custodi.
Erano ormai due giorni che non si muoveva da lì se non per andare in bagno, non aveva mangiato, non aveva dormito, non aveva parlato. Teneva la mano di Ryo, aveva paura a lasciarlo, quasi che quel gesto l'avrebbe fatto cadere nel baratro della morte.
In questo lungo periodo lui non era mai stato vigile, sveglio sì, anche se per poco, ma mai presente. Solo in quei momenti Kaori rompeva il suo silenzio
"Perdonami...." un sussurro carico di disperazione.
La mattina del terzo giorno, il chirurgo l'aveva guardata con aria soddisfatta
"Suo marito è fuori pericolo".
Lei aveva alzato lo sguardo. "Grazie..." aveva detto con voce flebile, poi era tornata silenziosa.
"Kaori, perché non vai a casa a dormire?" La voce di Saeko la fece trasalire, non si era minimamente accorta della presenza della donna prima di allora.
"Saeko..." la voce di Kaori aveva ripreso un po' di forza "...potresti farmi un favore?" disse fissando il pavimento.
"Certo, dimmi pure."
"Digli che tornerò...quando sarò pronta...tornerò."
"Cosa vuoi fare?" La dura poliziotta era allarmata.
Kaori posò il suo sguardo su di lei, aveva un'espressione tormentata, triste e malinconica.
"Stava per morire... è solo colpa mia...per proteggermi...tutto perché io non so badare a me stessa....tra colleghi ci si dovrebbe aiutare a vicenda e invece...io per lui sono solo una fonte di pericolo...non posso permettere che questo accada di nuovo..."
"Sei impazzita, non puoi lasciarlo proprio ora, adesso più che mai ha bisogno di averti vicino".
"NO!..." la rabbia e il senso di colpa che Kaori aveva covato in quei lunghi giorni di silenzio stavano esplodendo con violenza "...lui ha bisogno di avere accanto una persona che sappia proteggerlo, che non lo metta continuamente in pericolo. Finché resterò qui non imparerò mai ad arrangiarmi. Ho sempre aspettato che Ryo venisse a salvarmi, non ho mai pensato che per me sarebbe potuto morire..." Kaori voleva fuggire ma Saeko la teneva per un polso "Ti prego, lasciami andare..."
"Ti supplico, Saeko,...." la sua voce si era trasformata in un sussurro.
Saeko la lasciò "Se sei convinta, vai,..." poi con un tono più dolce "...non ti preoccupare per Ryo, ci occuperemo noi di lui."
Kaori era rimasta immobile, come ci fosse ancora qualcosa che la tratteneva "Grazie...di tutto" e corse via più veloce che poteva.
Non sentì il flebile "Torna presto" che proveniva dal letto del malato.

Neanche Saeko lo udì.
Solo dopo qualche minuto si accorse che Ryo era sveglio. Non aveva mai visto un'espressione così triste sul suo volto, neanche quando era morto Makimura.
Rimase in silenzio per qualche minuto, poi gli si avvicinò e disse "Il più grande sweeper del mondo si è fatto fare un bel ricamino, eh?"
Ryo aprì gli occhi "In effetti hanno fatto un bel lavoro, ma non credo volessero uccidermi" la sua voce era seria, decisa, non sembrava che neanche 70 ore prima fosse sul punto di morire.
"Ne sei certo?" Adesso era la poliziotta a parlare, non l'amica.
"Hanno avuto tutto il tempo che volevano. Avrebbero potuto spararmi alla testa senza troppi complimenti".
In effetti era vero. Dagli accertamenti fatti il cecchino aveva avuto circa due minuti per sparare, non si poteva pensare che avesse sbagliato tre volte di seguito.
"Hai qualche idea su chi possa essere?"
"No, non mi risulta che in città sia arrivato un killer così abile. Tu scopri chi è, del resto mi occuperò io".
"Come vuoi. Ryo..." Saeko abbassò la voce "vuoi che scopra dove è andata Kaori?"
"Fa come credi" Rispose Ryo con malcelata noncuranza.
"Vado a chiamare gli altri" disse uscendo.
Umibozu entrò per primo. Un largo sorriso dipinto sul suo faccione pelato.
"Complimenti" disse ironico "tu sì che sei un bravo professionista".
"Umi, lascia perdere".
"Dov'è Kaori?" alla domanda di Miki Ryo si rabbuiò.
"Se n'è andata" disse in modo più distaccato possibile "tanto qui ci sei tu mia bella Miki" aggiunse con espressione affamata e saltandole addosso nonostante le ferite. Si ritrovò bloccato a mezz'aria da una poderosa manata di Umibozu che lo scaraventò di nuovo sul letto.
"Sei sempre il solito maniaco..." la sua voce era un ruggito.
Reika era l'unica che non aveva ancora parlato...fissava Ryo seduto sul letto con aria divertita. "Sembri una mummia". Faceva fatica a trattenere le risate.
"Grazie" Ryo aveva fatto il broncio, poi tornato serio "Reika, ti va di lavorare per me?"
"Sei impazzito, e Kaori?"
"Te l'ho detto, se n'è andata." Dall'atteggiamento di Ryo si capiva che non era uno scherzo "E poi ho sempre voluto avere un'assistente donna, non un maschiaccio come ..." Ryo non riuscì a completare la frase: un martellone da 100 t si era materializzato dal nulla e l'aveva spalmato sul muro.
"Ma non è giusto..." Piagnucolò Ryo mentre si staccava dalla parete.
Una volta ricompostosi continuò "Seriamente (una strana parola in bocca a quell'individuo), io sono bloccato qui, ti va di fare delle indagini per me?"
"Se la metti così...ok".
"Ryo, se ti serve una mano parla pure....nessuno può ammazzarti tranne me".
"Grazie Umibozu....te lo farò sapere".
Poi a uno a uno lo lasciarono riposare, si vedeva che aveva già fatto troppa fatica visto quello che aveva passato.

Giunta all'ingresso dell'ospedale Kaori si fermò...il suo corpo era indebolito dalla lunga veglia e dal lungo digiuno, ma non poteva fermarsi adesso.
Era arrivata in ambulanza così per tornare a casa dovette prendere un taxi. Scese di corsa, pregò l'autista di attendere e andò a preparare le valigie.
Stava riempiendo il borsone a caso, non pensava a quello che stava facendo, non pensava e basta. Voleva solo andare via il prima possibile.
Dopo cinque minuti era di nuovo sul taxi che adesso la portava all'aeroporto.
Erano ormai le nove (ora locale) quando suonò al campanello.
Ci volle un po' prima che la porta si aprisse.
"Kaori..." la voce di sua sorella era dolce, anche se lasciava trasparire una certa sorpresa "..ma che..." il resto della domanda le morì sulle labbra quando vide le lacrime che rigavano il volto della sorella. Un pianto silenzioso e disperato.
Sayuri prese il bagaglio di Kaori con una mano e il polso della sorella con l'altra.
"Entra" e con dolcezza la tirò nell'appartamento.
Kaori la lasciò fare. Aveva a mala pena la forza di stare in piedi. Sayuri la condusse vicino al divano, la fece sedere e le preparò un po' di te, poi si sedette accanto a lei, l'abbracciò e così facendo diede il colpo di grazia all'autocontrollo della sorella.
In quei giorni si era rifiutata di pensare, aveva tentato di seppellire tutto nel recesso più profondo del suo cuore. Doveva essere forte....per Ryo...ma adesso....quel gesto così dolce aveva abbattuto tutte le sue difese...
"Ryo...." cominciò a raccontare tra un singulto e l'altro "...gli hanno sparato.." sentì l'abbraccio di sua sorella farsi più forte "...sta bene...è vivo...è colpa mia...poteva morire..." i singhiozzi le impedirono di continuare. Dopo qualche minuto iniziò a calmarsi.
Sua sorella la guardò
"Mi racconterai tutto domani, adesso vai a dormire... ne hai bisogno" e così dicendo la portò in camera da letto. "Questa è la stanza degli ospiti...il bagno è lì...per qualunque cosa quella è la mia camera" aggiunse indicando la porta di fronte. Poi si allontanò. Ritornò qualche secondo dopo con i bagagli della sorella che appoggiò su un angolo del letto "Buona notte" disse chiudendo la porta.
Kaori rimase immobile ancora qualche secondo, poi, come un automa, si cambiò e andò a letto.
Quando si svegliò era pomeriggio. Si alzò e si guardò attorno. Vedeva la stanza per la prima volta...la sera prima era troppo sconvolta per farci caso. Era proprio una bella camera...aprì le tende e il sole la colpì in pieno viso.
Le ci volle qualche secondo prima di abituarsi....l'immensa metropoli si apriva davanti a lei.
"Bella vero?" Sayuri era entrata molto silenziosamente.
"Già, molto..." Rispose Kaori senza voltarsi.
La sera prima l'aveva attraversata in taxi, ma non aveva visto nulla.
Un'ombra scura le attraversò il volto...Ryo...
"Che ne dici di mangiare qualcosa?"
"È un ottima idea" "servirà a distrarmi" aggiunse mentalmente "sono più di tre giorni che non mangio" continuò ad alta voce.
"Allora è meglio che mi sbrighi a cucinarti qualcosa" disse Sayuri lasciando la stanza.
Kaori continuò a guardare il panorama...pensò a Ryo...chissà cosa stava facendo...probabilmente stava saldando addosso a tutte le infermiere...a questo pensiero divenne furibonda "Disgraziato". Si voltò di scatto e iniziò a vestirsi.
Il pranzo, anche se si misero a tavola alle tre passate, durò un'ora buona, Sayuri non aveva mai visto nessuno mangiare così. Ryo non aveva tutti i torti quando diceva che Kaori era un maschio.
Quando ebbero finito andarono in salotto...
"Te la senti, adesso, di raccontarmi tutto?"
Kaori iniziò a parlare...era convinta si sarebbe rimessa a piangere ma un buon sonno e il pasto le avevano dato la forza di dominarsi.

 

Sua sorella ascoltava attentamente.
Alla fine le chiese "Sì, ma perché te ne sei andata?"
Kaori ammutolì...per lei era difficile rispondere...
"Vedi," iniziò titubante "per la prima volta ho creduto che Ryo potesse morire...lo so, sembra strano visto il lavoro che fa, ma...io non ho mai pensato che fosse in pericolo...è veloce, capace...ha una mira eccezionale e riesce a capire in anticipo le mosse degli avversari...il migliore...è vero, sono stata ingenua, eppure..." un sospiro profondo la scosse "sai...pensavo fosse abbastanza bravo per tutti e due...Bloody Mary una volta mi ha detto che l'assistente di Ryo doveva essere in grado di proteggerlo, ma io...non ho mai pensato lui avesse bisogno di me..." Si fermò, aveva bisogno di tempo per dominare le lacrime. "Ho avuto tanta paura...ho già perso mio fratello, non potrei perdere anche Ryo. Devo imparare a difendermi, non devo più essere un peso per lui." La sua voce era più decisa.
"Quindi hai intenzione di tornare...non puoi stargli lontana, vero?"
Kaori era diventata rossa come un peperone...aveva iniziato a balbettare, "Beh...ma..."dopo qualche secondo si era finalmente ricomposta....sapeva bene di non poter mentire a sua sorella...avevano trascorso poco tempo insieme, ma lei la conosceva meglio di chiunque altro.
"No, lo sai" ammise a voce bassa "però...adesso per lui io rappresento solo un pericolo...non voglio muoia per colpa mia...se non avesse protetto me sicuramente non sarebbe stato colpito..." Sayuri sorrise silenziosamente, non voleva farsi vedere.
A volte sua sorella era proprio una stupida...
La conversazione tra le due proseguì fino a tardi...avevano così tante cose da dirsi...
La mattina dopo Kaori si alzò tardi, sua sorella era già al lavoro da qualche ora, comunque trovò un suo biglietto vicino alla caffettiera: "Il numero che ti serve è vicino al telefono. Buona giornata sorellina."
Incuriosita andò subito a controllare...era il numero di Mary. Una volta di più sua sorella l'aveva anticipata.
Adesso più che mai era certa di aver fatto la scelta giusta.
Fece colazione, poi telefonò. La donna la raggiunse qualche ora dopo e la portò a visitare la città'. Parlarono...
"E così vuoi migliorare" la incalzò Mary.
"Sì," confermò con veemenza Kaori "devo essere una degna assistente per City Hunter. Ti prego, aiutami".
"Va bene, te lo devo per quello che hai fatto per me e Eric, solo..." la donna era ancora titubante.
"Che c'è?"
"Vedi, Kaori, sarà dura. Io e Ryo siamo cresciuti in mezzo alla guerra, per noi è stato necessario imparare a percepire il pericolo...era una questione di vita o di morte...è diventato naturale essere sempre attenti, pronti...per te è diverso, sei cresciuta nella pace...i tuoi sensi non sono abituati al pericolo...non sarà una passeggiata, sei sicura di volerlo?"
"Per Ryo farei qualunque cosa." Mary la guardò stupita. Kaori cominciò a balbettare, paonazza. Aveva parlato senza accorgersene.
"Allora va bene, vengo a prenderti domani mattina alle sei...fatti trovare all'ingresso...abbigliamento sportivo" aggiunse allontanandosi.
Lentamente Kaori tornò verso casa...era soddisfatta.
Sì, con l'aiuto di Mary ce l'avrebbe fatta.
Era difficile stare lontana da Tokyo...da Ryo...ma era la cosa giusta...per tutti.

Dopo cena le due sorelle si ritrovarono nuovamente in salotto.
"Tieni" le disse Sayuri porgendole un mazzo di chiavi.
"Che significa?" chiese Kaori stupita.
"Sono le chiavi dell'appartamento qui a fianco..." Lo sguardo incuriosito della sorella la indusse a continuare "Marc, il mio vicino, è via per sei mesi...mi ha chiesto di curargli l'appartamento e io ho accettato...stamattina gli ho telefonato e ha detto che non ci sono problemi se ci stai tu per un po'...infondo sei mia sorella..."
"Ma perché?"
"Se domani cominci ad allenarti...beh, pensavo avresti preferito stare da sola e poi...se hai bisogno di me io sono qui..."
"Però..." Kaori era ancora perplessa.
"Se preferisci puoi rimanere, non ti sto buttando fuori..."
"Lo so, ti ringrazio, però mi chiedo come fai...sai quello di cui ho bisogno ancora prima di me."
"Siamo sorelle, no?"
Per la prima volta dopo molti giorni Kaori andò a letto serena...il senso di colpa che l'attanagliava se n'era andato.
"Buona notte, Ryo" fu il suo ultimo pensiero prima di addormentarsi.

I giorni passavano lenti all'ospedale...Ryo era stufo marcio di stare solo. Oltretutto gli avevano assegnato un infermiere...quella maledetta Saeko. Per fortuna c'erano Miki e Reika che ogni tanto gli facevano compagnia.
La poliziotta andava a trovarlo solo per dargli i ragguagli sugli sviluppi dell'indagine e Umibozu doveva occuparsi del bar.
Giovedì Saeko era arrivata presto, l'espressione seria, la faccia tirata, quasi che la notte prima non avesse dormito.
"Ti sei data ai bagordi ieri sera, ah?" la punzecchiò Ryo.
"Idiota." La donna non aveva nessuna voglia di scherzare. "Ci sono dei problemi" continuò cupa.
La sexy poliziotta si sedette sul bordo del letto.
"Ho capito perché non ti hanno ucciso."
Ryo si fece serio "Arriva al sodo, lo sai che non mi piace tirarla per le lunghe".
"Il killer si chiama Ighemanu Sakeda, è arrivato in Giappone due settimane fa..." Si fermò un attimo poi riprese con una vena di tristezza nella voce "Uno degli ultimi incarichi di Makimura come poliziotto era di catturarlo, ma pochi giorni prima dell'arresto è riuscito a fuggire all'estero. Sebbene sia stato spiccato un mandato di cattura internazionale non siamo riusciti a prenderlo. È stato costretto a spostarsi in continuazione, a fuggire...ma eravamo riusciti sempre a tenerlo d'occhio...fino a due anni fa. Abbiamo perso le sue tracce in Brasile. Sembra sia tornato per vendicarsi..."
"Ma visto che Hideyuki è morto probabilmente il suo bersaglio è Kaori" completò Ryo.
"Esatto" confermò Saeko.
Il viso di Ryo era pallido ma deciso. Iniziò ad alzarsi dal letto "Sai dov'è Kaori?"
"Cosa vuoi fare?"
Aveva iniziato a vestirsi. La sua voce si fece dura "Sai dov'è Kaori?" Saeko capì che tutti i tentativi per dissuaderlo sarebbero stati inutili.
"A New York". Prese un pezzo di carta dalla borsa e vi appuntò rapidamente qualcosa.
"Quando arrivi telefona a questo numero e chiedi di Sayuri, lei saprà dirti di preciso dov'è."
"Grazie Saeko."
"Ti serve un passaggio?" Era preoccupata.
"No, prenderò un taxi."
"Sta attento" lo salutò con voce dolce.
"Tranquilla..." Entrambi sapevano che era ancora troppo debole per andare in giro.

Nonostante tutti gli sforzi di Ryo il suo passo era incerto. Le ferite gli facevano male, le gambe si rifiutavano di sostenere il suo peso dopo una settimana di immobilità, però non poteva aspettare.
La vita di Kaori era in pericolo e nessuno, a New York, l'avrebbe aiutata.
Doveva andare, per la promessa fatta a Hideyuki, per il bene di Kaori.
Appoggiandosi con una mano alla parete era giunto all'ingresso. Non si curava del fatto che Saeko lo stesse osservando da lontano con aria preoccupata.
Prese un taxi e, come aveva fatto la sua socia solo pochi giorni prima, si fece portare a casa.
Telefonò all'aeroporto e prenotò un posto sul primo aereo, poi preparò i bagagli più velocemente possibile. Spesso però era costretto a fermarsi per riprendere fiato... "Maledizione"...era più debole di quanto credesse...
Comunque ce la fece...alle 10 stava rullando sulla pista...lui che odiava gli aerei stava volando...volava da Kaori.
Fortunatamente dormì per tutto il tempo, il suo corpo doveva riprendersi dallo sforzo.
Il gentile tocco di una hostess lo svegliò. "Signore, siamo arrivati."
A New York era ora di pranzo.
Erano molti anni che aveva lasciato l'America, eppure...un mare di ricordi lo assalì, ma li cancellò scuotendo la testa...aveva altro da fare.
Appena recuperati i bagagli telefonò.
"Chi parla?" chiese la voce. "Sono Saeba, Ryo Saeba."
Ci fu un attimo di silenzio "Che ci fai...dove sei?"
"All'aeroporto"
"Vengo a prenderti" e riagganciò senza dargli il tempo di aggiungere altro.
Quella ragazza era sveglia.

Ryo stava ancora sorseggiando il suo drink quando Sayuri arrivò.
Gli fece da lontano un gesto di saluto che lui ricambiò, poi si avvicinò rapidamente e si sedette di fronte a lui.
"Come stai?"
"Non morirò" rispose sorridendo mestamente.
Sayuri sapeva che se Saeba era lì in quelle condizioni c'era qualcosa di grosso in ballo e non era il caso di tergiversare.
"Kaori vive in un appartamento accanto al mio...adesso è fuori...si sta allenando con Bloody Mary...tornerà stasera tardi. Se vuoi ti ci porto così l'aspetti."
"Va bene" lo sguardo rasserenato di Ryo la mise di buon umore.
"Ok, muoviamoci...questa la prendo io" disse afferrando il suo borsone poi, senza troppi complimenti lo prese a braccetto e lo condusse alla sua macchina.
Nessuno dei due parlò durante il viaggio.
Arrivati al palazzo, Sayuri fermò la macchina davanti all'ingresso, prese il borsone e senza dire una parola si avviò verso l'ascensore. Solo quando le porte si chiusero la giovane ruppe il silenzio.
"Kaori è in pericolo?"
"Ora non più." Non insistette. Aveva deciso si mantenere il riserbo sull'intera faccenda e non sarebbe stata certo lei a fargli cambiare idea.
Aprì la porta dell'appartamento e portò i bagagli in camera. Ryo si era seduto sul divano. Evidentemente voleva aspettare lì Kaori. Prima di uscire chiuse le tende della vetrata per creare un po' di penombra cosicché potesse riposare.
"Grazie" le disse. Era distrutto, anche se non l'avrebbe mai ammesso.
Lei non rispose, si avviò alla porta, poi prima di chiuderla, fece capolino e disse "Sii gentile" e si defilò impedendogli di replicare.

Kaori era sfinita. Le lezioni di Bloody Mary erano molto dure, ma cominciavano a vedersi i primi risultati.
Ancora qualche settimana e poi sarebbe potuta ritornare a casa.
Aprì la porta ed entrò...c'era qualcosa di strano...le tende erano chiuse...probabilmente era passata sua sorella. Andò ad aprirle. La luce della luna inondò la stanza. La vista della città' di notte la lasciava ogni volta senza fiato.
"Salve Kaori".
Quella voce...Ryo...non poteva essere lì, stava sicuramente sognando...
Eppure...
Faceva fatica a stare in piedi.
Percepì un movimento vicino al divano...le si stava avvicinando...
Aveva bisogno di appoggiarsi a qualcosa...arretrò fino a raggiungere la parete...il suo cuore batteva così forte che non sentiva nemmeno il rumore dei passi di Ryo...forse era veramente un sogno.
Poi sentì il suo respiro sulla pelle...era tutto vero...lui era lì.
Allungò una mano fino a sfiorare il suo petto...con la punta delle dita percepiva distintamente le bende.
Gli occhi le si riempirono di lacrime "Perdonami" disse piano.
Ryo aveva appoggiato una mano contro il muro...faceva una fatica tremenda a sembrare normale...con l'altra sfiorò delicatamente i capelli di Kaori.
"Non è stata colpa tua" disse con estrema dolcezza.
Lui continuava ad accarezzarla. Il cuore di Kaori batteva all'impazzata. Le lacrime iniziarono a rigarle il volto.
"Sì invece...se tu non avessi dovuto badare a me non saresti stato colpito...potevi morire..." poi con una voce che sembrava un sussurro "...non mi interessa vivere se tu non ci sei."
Le dita di Ryo le stavano accarezzando la guancia bagnata di lacrime, poi scesero dolcemente e si fermarono a sollevarle il mento. "Neanche a me" disse, sfiorandole le labbra con un bacio delicato.
Poi si bloccarono...c'era qualcosa nell'aria...qualcosa che non andava. Si guardarono e si lasciarono cadere a terra contemporaneamente. Giusto in tempo, perché un proiettile attraversò la vetrata e andò a conficcarsi nel muro, nel punto esatto in cui, fino a poco prima, c'era stata la testa di Kaori.
Ryo era stupito...Kaori si era accorta del pericolo in tempo. "Brava socia" E sì, l'allenamento le era proprio servito. Aiutò Ryo ad alzarsi...dalla sua voce aveva capito che era molto debole.
Lui voleva parlarle, gli mise un dito sulle labbra "Me lo dirai domani" lo redarguì con dolcezza.
Lo accompagnò in camera e lo fece sedere sul letto. Poi prese una coperta dall'armadio e andò a sistemarsi sulla poltrona.
"Buona notte" furono le uniche parole che Kaori riuscì a pronunciare. Spense la luce.
Era troppo emozionata per dormire. Ryo l'aveva baciata, l'aveva baciata sapendola lei, non credendola qualcun'altra.
No, se continuava a pensarci non si sarebbe mai calmata. Sentiva dei rumori provenire dal letto...Ryo si stava muovendo sotto le coperte. Grazie alla flebile luce dell'abbaino riusciva anche a distinguere la sagoma del suo corpo. Si mise ad ascoltare.
Dopo un po' il respiro di Ryo divenne profondo e regolare...si era addormentato.
Kaori si alzò e si accostò silenziosamente a lui. Il letto era grande e Ryo ne occupava solo la metà.
Si sedette dalla parte opposta poi, senza fare il minimo rumore si mise di fianco e iniziò a guardarlo...Dio, quanto le era mancato in quei giorni.
Pian piano gli si avvicinò, gli si posò contro e, cullata dal suo respiro, si addormentò.

La mattina successiva fu la prima a svegliarsi...un braccio di Ryo la avvolgeva e la teneva stretta contro di lui. Rimase qualche minuto a godersi quella sensazione...si sentiva amata e protetta...era felice.
Poi un movimento di Ryo la indusse ad alzarsi e andò in bagno a farsi una doccia.
Erano le cinque del mattino.
Telefonò a Bloody Mary e la informò che non poteva andare all'allenamento. Non le disse perché. Almeno per il momento voleva che la presenza di Ryo fosse un segreto. Silenziosamente andò a infilare un biglietto sotto la porta dell'appartamento di sua sorella..."Grazie" diceva.
Tornata in casa sentì freddo...rapidamente tappò il foro sulla vetrata, tirò le tende e andò a fare colazione.
Dopodiché si accoccolò sul divano e ripensò alla sera precedente. Dovette fare uno sforzo notevole per non lasciarsi dominare dall'emozione. Osservò il buco nel muro...ripensò al ferimento di Ryo...il bersaglio era lei, altrimenti Ryo non sarebbe venuto a New York, non sarebbe venuto a metterla in pericolo.
Quando Saeba si alzò erano passate le undici.
"Buongiorno" lo salutò Kaori con un largo sorriso "eri un po' stanco?"
"E già" rispose lui evasivo. Kaori non poteva sapere che ci aveva messo due ore a riaddormentarsi dopo che lei gli si era distesa al fianco...nessuna donna gli aveva mai fatto un simile effetto.
Lo sguardo di Ryo era così intenso....Kaori avvampò e fuggì in cucina a preparare il pranzo.
Lui la raggiunse poco dopo, aveva il viso pallido ma rilassato.
"Come stai?" il tono di Kaori era preoccupato.
"Bene, anche se il viaggio..." Era palesemente una scusa, ma Ryo era fatto così...non avrebbe mai ammesso di stare male.
"Già ..." era meglio lasciar perdere.
Kaori cucinava...ogni tanto Ryo le si avvicinava da dietro fino a sfiorarla. Lei allora si fermava, chiudeva gli occhi e i due rimanevano immobili per qualche istante, ascoltando l'uno il respiro dell'altro. Poi lui si allontanava e lei tornava al suo lavoro.
Mangiarono senza parlare, senza guardarsi.
Poi Kaori ruppe il silenzio. "Il bersaglio sono io, vero?"
"Sì" la voce di Ryo era cupa.
"Perché ce l'hanno con me?"
Ryo le riferì ciò che gli aveva detto Saeko.
"Hai già un piano?"
"No...il fatto è..." la voce di Ryo si fece ancora più seria "...non so se questa volta sarò in grado di proteggerti."
Questa ammissione prese di sprovvista Kaori...in effetti erano passati solo pochi giorni da quando aveva lasciato Tokyo...non poteva illudersi che Ryo si fosse già ristabilito.
Questo pensiero la rabbuiò. Si alzò e gli posò una mano sulla spalla.
"Non preoccuparti" disse con voce tranquilla, poi andò in salotto a telefonare.

Bloody Mary arrivò poco dopo.
"Non sono sola" esordì entrando. Assieme a lei c'erano tutti...Umibozu, Miki, Reika e Saeko. "Che ci fate qui?" Kaori non si sarebbe mai aspettata questo esodo in massa.
"Sai com'è, a Tokyo ci stavamo annoiando..." rispose Umibozu.
"Lavoro.." spiegò Saeko "...il dipartimento mi ha incaricata di arrestare Sakeda..."
"Perché, disturbiamo i due piccioncini?" fece Miki maliziosa.
Kaori divenne paonazza, Ryo invece non si scompose, anzi...con la sua solita faccia da maniaco si avventò su di lei "Miki, finalmente posso stare con una bella donna, mi vuoi?"
Fu colpito prima da un pugno di Falcon che lo bloccò in aria, poi dal martellone di Kaori che lo spiaccicò a terra.
"Neanche le ferite riescono a frenare i tuoi istinti perversi" ringhiò la giovane infuriata, poi guardando gli altri con un sorriso un po' forzato "E' un piacere vedervi, venite in cucina che vi offro qualcosa" aggiunse ignorando Ryo ancora spalmato al pavimento.
La conversazione era un po' stentata...nessuno voleva affrontare l'argomento.
Fu Ryo a rompere gli indugi: "Saeko, che intenzioni hai?"
"Arrestare Sakeda, con il vostro aiuto naturalmente...Umibozu, Miki e Reika sono d'accordo...ti va di unirti a noi?" La poliziotta sapeva che Ryo non avrebbe mai chiesto aiuto a nessuno e lo aveva tolto da una situazione imbarazzante "e con questo mi devi scalare un colpo" gli sussurrò in un orecchio.
"Per me..." rispose con aria di sufficienza "...visto che ormai siamo tutti qua..."
Kaori lo guardava perplessa. Sapeva che Ryo non avrebbe mai rinunciato a vendicarsi dell'uomo che gli aveva sparato, ma sapeva anche che era debole, troppo debole per affrontare già un combattimento.
"Va bene, ma avete già scoperto dove si nasconde?" chiese.
"È arrivato a New York ieri mattina...adesso però non sappiamo dove si sia nascosto."
Ryo mollò un pugno sul tavolo "Maledizione" grignò tra i denti...Sakeda l'aveva seguito...era colpa sua se Kaori era di nuovo in pericolo.
Nessuno si azzardò a fare commenti, quando Ryo aveva quello sguardo era meglio evitare di farlo arrabbiare ulteriormente...
Saeko continuò "Mary si è offerta di darmi una mano a stanarlo...ha ancora qualche valido contatto..."
"Verrò anch'io con voi" intervenne Reika.
"Bene sorellina. Inizieremo la caccia domani."
Ryo si era calmato "C'è un altro problema" ammise serio "Sakeda ci ha individuati...ieri sera ha sparato di nuovo a Kaori..."
"Rilassati..." Umibozu era tranquillo "Io e Miki sorveglieremo il palazzo...non riuscirà ad avvicinarsi abbastanza..."
"Grazie amico"
"Non lo faccio per te..." Falcon era paonazzo "Andiamocene Miki...sono stufo di sopportare questo stupido..."
"Beh, ce ne andiamo anche noi...non vorremmo essere di troppo" aggiunse maliziosa Saeko.
Quando Kaori ritornò in cucina, dopo averli accompagnati alla porta, trovò Ryo ancora seduto, i gomiti sul tavolo, la fronte appoggiata contro le nocche. "Perdonami" le disse con voce cupa, senza voltarsi "ho permesso a quel killer di ritrovarti..."
Lei si era fermata sulla porta, contro lo stipite.
"...avrei dovuto accorgermi di essere seguito..."continuò il giovane.
"Già..." lo interruppe Kaori a voce bassa "se tu non fossi stato così debole te ne saresti accorto..." il senso di colpa la stava dilaniando "...dovevi restartene in ospedale...guarire...non dovevi fare un viaggio così lungo in quelle condizioni..." era disperata "DEVI SMETTERE DI RISCHIARE LA VITA PER ME!!" gridò "per la promessa fatta a mio fratello..." le lacrime le rigavano il viso, i singhiozzi la scuotevano profondamente "ti sciolgo dalla promessa fatta a Hideyuki...non devi più sentirti in obbligo nei miei confronti..." era aggrappata al muro per non cadere "...non voglio più essere un peso per te."
"Che intenzioni hai? Vuoi andartene?" il suo tono era indecifrabile.
"Sì, se me lo chiederai..."
"Hai già dimenticato ieri sera?" La voce di Ryo era così triste...
"Pensi veramente che l'unica cosa che mi lega a te sia il debito nei confronti di tuo fratello?" incalzò con rabbia.
Era confusa "Ryo..." gemette...non riuscì a continuare.
"Se è questo che credi, allora vattene!" disse con espressione dura, poi si alzò e lasciò la stanza senza guardarla.
Kaori si accasciò a terra...distrutta...incapace di muoversi....di reagire.
Si addormentò senza rendersene conto...fu un sonno popolato di paure...di fantasmi...invaso da una gelida solitudine.
Quando si risvegliò era in camera...stordita...
Non sapeva dire quanto tempo era passato...ore...giorni...non si ricordava di come era arrivata in camera..."Sarà stato Ryo" pensò.
In quell'istante si accorse di lui. Era seduto in poltrona e la stava osservando intensamente.
Kaori si alzò precipitandosi fuori dalla stanza ma la sua voce la bloccò.
"Perdonami per prima...non dovevo essere così duro..."
"No, Ryo, non c'è niente da perdonare...hai ragione...non so badare a me stessa...non sono in grado di proteggerti...non so capirti...non sono degna di essere la tua assistente." Era rassegnata. "Quando la faccenda di Sakeda sarà risolta sparirò...non dovrai più occuparti di me" e corse via.
Ryo la raggiunse poco dopo, in cucina. Kaori si era messa a cucinare per non pensare.
Le si avvicinò da dietro e l'abbracciò affondando il viso nei suoi capelli. "Io non voglio che tu sparisca..." le disse con voce seria ma gentile "io..." la costrinse a voltarsi...a fissarlo...il suo sguardo era così strano...malinconico...triste...gentile...appassionato...vi si scorgevano un milione di parole...tutte quelle che non era mai riuscito a esprimere...
Kaori stava finalmente leggendo il cuore di Ryo...un cuore contorto...sicuro e indeciso...coraggioso ma pieno di fantasmi...pieno di amore ma incapace di esprimerlo...
Persa in quegli occhi Kaori non si accorse di parlare "Ti amo" sussurrò.
Ryo l'attirò a sé incapace di resistere al fuoco che gli bruciava dentro..."Non rinuncerò mai a te" La sua voce vibrava per l'emozione. Completamente persi l'uno nell'altra si baciarono...finalmente liberi dalle loro stupide paure...felici di essersi finalmente trovati...un'unica anima finalmente unita.
Un rumore li riportò alla realtà...
Ryo si sciolse dall'abbraccio e, come se nulla fosse successo, si diresse in salotto.
"Muoviti a fare la cena, ho una fame che non ci vedo" disse grattandosi la testa "Come infermiera sei proprio scadente" commentò distratto.
"Se il servizio non ti piace trovati un altro posto" ruggì Kaori e con un martello da 300 t lo fece volare in salotto.
Si rimise a cucinare...si sentiva leggera...con quella martellata era finalmente riuscita a scaricare tutta la tensione accumulata dal giorno della sparatoria.
Quando tutto fu pronto lo chiamò: "Ryo, puoi venire". Visto che non arrivava andò in salotto...stava dormendo...pacifico, un espressione serena sul volto.
Ryo...il suo Ryo...inevitabilmente, irrimediabilmente suo.
A questo pensiero il cuore di Kaori accelerò, dopo anni di dubbi e paure era così strano avere la certezza del suo amore...Lentamente gli si avvicinò e gli si sedette accanto iniziando a sfiorargli con dolcezza i capelli...Dio quanto lo amava....
Ryo aprì gli occhi e la guardò "E' pronta la..." iniziò Kaori. Dimenticò di finire la frase...il suo sguardo...vi si perse di nuovo. Poi sentì il tocco della sua mano...lento...sensuale...sulle dita...chiuse gli occhi...sul polso...come la sfiorava la sua pelle diventava di fuoco...il braccio...un incendio che la bruciava tutta, come fosse fatta di carta...la spalla...la nuca...l'attirò a sé e la baciò...con passione, con desiderio, con...amore. Poi si alzò di scatto e si diresse in cucina. Giunto sulla soglia si voltò "Tu non vieni?" chiese.
"Arrivo" balbettò Kaori ancora seduta sul divano, completamente disorientata.
Dopo qualche minuto riprese il controllo di sé e andò a cenare.
Ryo la stava aspettando "Allora, ti muovi?" Kaori era così imbarazzata...servì la cena con gli occhi bassi, il viso arrossato. Non sapeva cosa dire, cosa fare...era totalmente impreparata a tutto quello che le stava accadendo...
"E io che speravo che venendo qui tu avessi imparato a cucinare..." commentò lui dopo il primo boccone.
Non ebbe il tempo di ritrattare, Kaori lo spiaccicò al muro senza battere ciglio. Tutto il suo disagio scomparve di colpo. Era tornata la solita vecchia, violenta Kaori.
"Scusa" piagnucolò lui ricomponendosi.
"Non meriti niente." Kaori aveva fatto il broncio "E io che avevo pensato di farti compagnia domani, scordatelo."
"Perché, dove vorresti andare?" le chiese serio.
"Non crederai che io resti a casa per un disgraziato come te...riprendo gli allenamenti, è ovvio" continuò risoluta. "Devo essere preparata per quando andremo ad arrestare quel killer."
"Kaori..."
Lei lo zittì. "Ne parliamo dopo, adesso mangia che sennò si fredda tutto...non eri affamato?"
Ryo non insistette...sapeva che avrebbe ripreso il discorso più tardi, quando avrebbe ritenuto opportuno.
Finito di mangiare Kaori sparecchiò, poi sistemò sul tavolo garze bende e cerotti.
"Kaori, vuoi giocare al dottore?" fece Ryo, ironico.
La risposta di Kaori fu un kompeito da 150 t. "Idiota...spogliati che ti cambio la fasciatura" ordinò quando lui si fu ripreso.
Ryo obbedì senza discutere...non era il caso di far infuriare ulteriormente la sua socia.
Alla vista del suo torace completamente fasciato un velo di tristezza scese su Kaori...cominciò a togliere le bende...con delicatezza, stando attenta a non fargli male..."Vedi Ryo..." iniziò a voce bassa, come stesse parlando più a se stessa che a lui "...sono venuta a New York per imparare a badare a me stessa...so che e' pericoloso per me uscire, ma...se mi fermassi adesso...sarebbe stato tutto inutile...devo imparare a difendermi...non posso e non voglio lasciare a te il compito di proteggermi...con Umibozu e Miki non correrò alcun pericolo..." tacque. La schiena di Ryo era completamente nuda...per la prima volta Kaori vedeva le ferite...ecco cosa aveva portato la sua incapacità "Non devo permettere mai più che una cosa del genere accada" pensò.
Ryo taceva...la sua mente e il suo cuore erano combattuti...non voleva che Kaori corresse dei rischi, però...non poteva impedirle di fare quello che riteneva più giusto. "A che ora dobbiamo muoverci domani?" aveva finalmente deciso.
"Io" sottolineò la donna con forza "andrò via all'alba, solo io."
Ryo si irrigidì...non era affatto d'accordo. "Kaori..." cominciò, ma lei lo bloccò. "Ryo, anche tu devi essere in forma per quando andremo da Sakeda..." disse accarezzandogli la schiena "...hai bisogno di riposo, non negarlo..." continuò con dolcezza "...non mi succederà niente...fidati di me." Sentì i suoi muscoli rilassarsi...l'aveva convinto. Con delicatezza baciò le ferite "Grazie" gli sussurrò riprendendo a medicarlo.
Una volta finito si alzò di scatto. "E ora...a dormire. Domani devo alzarmi presto" e così dicendo andò a prepararsi per la notte. Quando finalmente tornò in camera, trovò Ryo già a letto. Si sistemò sulla poltrona, spense la luce e, come la sera precedente, non appena fu certa che lui dormisse andò a distenderglisi affianco. Solo che Ryo era sveglio...aveva aspettato che lei si sistemasse prima di avvolgerla con un braccio e stringerla con dolcezza "Buona notte, socia" sussurrò. "Buona notte, Ryo" rispose lei, emozionata ma felice.

Alle sei Kaori era pronta. Prima di uscire andò a salutare Ryo, che ancora dormiva profondamente.
Lo baciò su una guancia, "Io vado, ci vediamo stasera" gli sussurrò in un orecchio. Mentre si stava allontanando lui l'afferrò per un polso...Kaori si fermò di colpo...si era alzato e le si era avvicinato fino a sfiorarla...si voltò verso di lui..."Stai attenta" le sussurrò prima di baciarla. Poi la lasciò andare. Lei si allontanò lentamente "Non preoccuparti" disse uscendo dalla stanza. Prima di lasciare l'appartamento si fermò "Ah, Ryo, dimenticavo..." gridò "...non provare a uscire...c'è una piccola bomba collegata alla porta quindi non aprirla...buona giornata" concluse prima di chiuderlo dentro.
Contattare Miki e Umibozu non fu difficile...le bastò andare in strada per qualche istante prima di tornare al sicuro nell'edificio.
La prima a raggiungerla fu Miki. "Kaori, che c'è?" esordì la donna entrando.
"Niente...te lo dico non appena arriva Falcon" rispose tranquilla.
L'uomo arrivò dopo qualche minuto.
"Allora?" chiese.
"Dobbiamo andare in un posto..." e spiegò con calma qual era la sua idea.
"E Saeba?" chiese Miki.
"Beh...diciamo che fa la guardia all'appartamento" fece Kaori sorridendo.
"Sei sicura che non andrà in giro?" Falcon era sospettoso.
"Gli ho detto che c'è una piccola bomba collegata alla porta."
"Kaori sei pazza?" Miki era stupita.
"Calmati Miki...non ho messo nessuna bomba...però non credo Ryo abbia voglia di vedere se scherzo...." era proprio soddisfatta. "Comunque" confessò "ho messo un sensore...se la porta si apre una macchina fotografica scatterà una bella istantanea...se scopro che è uscito stasera lo ammazzo" concluse feroce.
I tre si avviarono...le donne davanti, sembravano due amiche che andavano a fare shopping, Falcon qualche decina di metri dietro a loro controllava la situazione.
Camminavano già da parecchio quando Miki ruppe gli indugi "Kaori, è successo qualcosa tra te e Saeba?" chiese scrutandola con attenzione.
"Perché?" tergiversò lei avvampando.
"Mi sembri...diversa" continuò l'altra.
"Beh...ecco..." confessò Kaori "in effetti..." e le fece un breve riassunto di quello che era accaduto.
"Era ora" commentò Miki alla fine "sono felice per te..."
"Già..." poi con voce bassa continuò "Miki...potresti evitare di dirlo alle altre?" Aveva bisogno di tempo per abituarsi all'idea...non era ancora pronta ad affrontare i commenti e le battute di Reika e Saeko.
"Come preferisci..." L'amica capiva benissimo quello che stava passando.
"Grazie" si sentì profondamente sollevata.
Quando arrivarono alla meta (un palazzo costruito qualche decennio prima) il trio si riunì un attimo prima di separarsi di nuovo.
"Voi scendete...io resto qui di guardia" Umibozu era tranquillo...nessuno li aveva seguiti.
Le due obbedirono e andarono in cantina.
Ecco dove si allenava Kaori...una cantina. L'addestramento era molto semplice...doveva stare in una stanza buia, sotto il tiro di un fucile ad aria compressa ed evitare di essere colpita...ovviamente non sapendo quando l'arma avrebbe sparato.
Nei giorni precedenti sarebbe morta almeno una trentina di volte se i proiettili non fossero stati di gomma, pensò Kaori entrando nella stanza.

Miki la chiuse dentro, controllò il fucile e fece partire il computer che gestiva i tempi di sparo.
Sola, al buio, ripensò alle indicazioni di Bloody Mary "Vedi...inconsciamente il tuo corpo sa quando c'è un pericolo imminente...già, l'istinto...devi solo imparare a sentire i suoi avvertimenti...non è facile...prima devi riuscire a guardare chiaramente dentro di te...solo allora riuscirai a percepire il pericolo...è come una nota stonata in una melodia..."
Guardare chiaramente dentro di sé...Kaori sorrise a quel pensiero. Gli avvenimenti degli ultimi giorni avevano creato un groviglio nel suo cuore e nella sua mente...con calma...metodicamente...doveva sciogliere ogni nodo...eliminare ogni insicurezza...doveva ritrovare la serenità interiore che le avrebbe permesso di percepire il pericolo...il primo proiettile la colpì a un braccio...soprattutto doveva sbrigarsi...doveva imparare a non lasciarsi distrarre da tutto quello che aveva nel cuore, a non lasciarsi ottenebrare dalle emozioni...il secondo proiettile prese in pieno la spalla...il dolore la spronò a concentrarsi.
Quando ritornò a casa era soddisfatta...dolorante, ma soddisfatta...già, verso la fine era addirittura riuscita a evitare qualche proiettile. Per la prima volta riusciva a intuire quale sforzo immane doveva fare Ryo ogni volta che percepiva l'avvicinarsi di una minaccia. Era come bloccare un fiume in piena e trasformare all'istante il suo letto in un deserto. Svuotare in un attimo il cuore e la mente e prepararsi ad agire. Chissà...forse un giorno anche lei sarebbe riuscita a farlo con tanta rapidità...
Mentre pensava a tutto questo scollegò il sensore ed entrò in casa "Sono tornata" salutò.
"Sono in cucina" gridò di rimando Ryo.
Lo raggiunse e rimase a bocca aperta...aveva preparato la cena. "Ryo..." Kaori non sapeva cosa dire.
"Se aspettavo te, stavo fresco" la punzecchiò.
Una martellata di 100 t lo fece aderire al pavimento "S*****O!! Non ero mica a divertirmi!" ruggì lei e si diresse con passo deciso verso il bagno. "Anche tu mi sei mancato, stupido" sussurrò con dolcezza mentre gli passava accanto.
"Mi faccio una doccia e arrivo" gli gridò dopo un po'.
Alla vista dell'immagine del suo corpo nudo riflessa dallo specchio Kaori si rattristò...era coperta di lividi...ne contò 12, ma probabilmente alcuni non erano ancora visibili..."Sono proprio imbranata" pensò. L'acqua iniziò a scorrerle addosso, si lasciò rilassare da quel caldo massaggio. Assieme alla stanchezza se ne andò anche lo sconforto. "Gli ultimi tre proiettili li ho evitati...domani andrà meglio" si fece forza mentre si asciugava.
Dopo qualche minuto ritornò in cucina. Ryo era lì, anche se faceva finta di leggere una rivista non si perdeva neanche il suo più piccolo movimento.
"Com'è andata?" le chiese distrattamente.
"Bene" rispose Kaori, ma si rese subito conto che la sua bugia non era credibile "Beh" si corresse "sto migliorando...Con te? Cosa hai fatto?" non voleva parlare del suo allenamento...
"Dormito....cos'altro potevo fare?" rispose con tono annoiato. Poi piagnucolando "Kaori, il piccolo Ryo è stufo di stare a casa da solo, domani posso uscire...posso...posso?"
"Fa come vuoi" ripose con aria rassegnata.
"Evviva" gridò lui, poi, con la sua solita faccia da maniaco "New York preparati..." Kaori non gli permise di finire la frase, lo spiattellò al suolo con violenza.
"E io che volevo fidarmi di te" ringhiò. "Domani te ne stai a casa, così impari!" il suo tono non ammetteva repliche.
Si misero a mangiare.
"Però..." commentò Kaori "visto che la mia cucina non ti piace perché da domani non cucini tu?"
Lo sguardo di Ryo la fulminò.
"Scherzavo..." si giustificò subito.
La cena proseguì in silenzio. Finito di mangiare Ryo si alzò e si diresse in salotto. "Dove vai?" chiese Kaori.
"Di là, perché?"
"Potresti farmi compagnia..." suggerì lei.
"Se insisti..."
"Se non ti va, vattene pure" era furiosa. A quelle parole Ryo si voltò "Non capirò mai le donne" commentò allontanandosi.
Si distese sul divano, era distrutto. Anche se aveva promesso di riposare non aveva resistito...verso le dieci aveva raggiunto Falcon e gli aveva fatto compagnia mentre sorvegliava il palazzo...non era che non si fidasse...solo che così si sentiva più sicuro. Poi aveva dovuto precedere Kaori, fermarsi a comprare la cena e arrivare a casa in tempo per fare finta di non essere mai uscito...
Forse aveva preteso un po' troppo da sé stesso...
Kaori sparecchiò, poi si mise a lavare i piatti...doveva smaltire la rabbia prodotta dall'atteggiamento di Ryo. Mentre riponeva le stoviglie si accorse che c'era troppo ordine...Ryo era rimasto in casa tutto il giorno, non poteva essere stato così bravo...ma allora...l'aveva seguita...la sua rabbia sbollì di colpo...ecco perché era andato in soggiorno...era troppo stanco per fare ancora la commedia..."Stupido" pensò con affetto.
"Tra cinque minuti ho finito, poi vado a dormire. Tu che fai?" gridò.
Non ottenne risposta. Finì di rassettare, poi andò in camera. Ryo era già sotto le coperte che l'aspettava. Kaori spense la luce e si diresse alla poltrona. "Devo fare finta di dormire anche questa sera?" le chiese con dolcezza.
Lei non rispose...non aveva senso continuare la commedia, lo sapeva.
Si avvicinò al letto e si distese sopra le coperte, accanto a lui. Ryo l'abbracciò. Stretta tra le sue braccia gli sussurrò "La prossima volta lascia più disordine in casa". Sentì i muscoli del giovane contrarsi per un istante...era stato scoperto. "Va bene" le disse, sorridendo per la propria stupidità.
Kaori si mosse, adesso le loro labbra si trovavano solo a pochi centimetri di distanza. "Se vuoi domani vieni pure, però...non stancarti troppo, va bene?" la sua voce era un flebile alito di vento. "Te lo prometto" rispose lui posandole un bacio sulla fronte.
Rimasero così per un po', poi si addormentarono...entrambi avevano trascorso una giornata molto faticosa.

Il nuovo giorno non fu molto diverso dal precedente. L'unica novità fu rappresentata dalla telefonata di Saeko.
"L'abbiamo trovato." Disse concisa "Veniamo lì tra un'ora per discutere il piano" e riagganciò.
Alle otto di sera erano tutti riuniti...il tavolo della cucina era ricoperto di carte e mappe...
"Il bastardo ha assoldato un esercito...ci sta aspettando, ecco perché non si è più fatto vivo" commentò Falcon.
"Già...qui ci vorrà un'entrata in grande stile, sei contento?" fece Ryo.
"Che cosa devo procurare?" chiese Bloody Mary.
I due si guardarono...Umibozu cominciò a dettare l'elenco delle armi, ogni tanto Ryo interveniva per modificare le proposte dell'amico.
"Mi ci vorranno almeno due giorni per recuperare tutta questa roba" concluse Mary guardando l'elenco "forse sarebbe meglio svaligiare un deposito militare" pensò.
"E per il trasporto?" intervenne Miki.
"Ci vorrebbero due elicotteri e una jeep..." considerò Falcon.
"Me ne occupo io" fece Saeko "mi rivolgerò al dipartimento di polizia di New York...in fondo sono qui in veste ufficiale" concluse la poliziotta.
"Bene, ci vedremo qui tra due giorni per sistemare gli ultimi dettagli" disse Umibozu alzandosi.
Poi il gruppo si separò.
"Ancora due, forse tre giorni e poi sarà tutto finito" pensò Kaori chiudendo la porta.
"Sai Ryo, mi piace New York" commentò distrattamente prima di andare a dormire.
Già...a letto...con Ryo...provava ancora un certo imbarazzo, anche se non come all'inizio...comunque c'era sempre la coperta che li separava...non aveva il coraggio di eliminare quell'ultima barriera...era strano...Ryo, che era sempre pronto a saltare addosso a ogni donna che vedeva, con lei aveva una pazienza infinita...chissà, forse anche lui aveva paura di spingersi troppo oltre...di perdere il controllo della situazione...già, ma perché avere paura...di cosa poi...in fondo lo amava no?
Questi pensieri la resero triste...andò a letto...al buio, accanto a Ryo "Stringimi" sussurrò.
Il suo caldo abbraccio la rincuorò. "Che c'è?" chiese lui dopo un po'. "Non mi capisco più." Spiegò sconfortata. Ryo la strinse più forte...non poteva fare altro. Kaori si abbandonò alla meravigliosa sensazione che quell'abbraccio le dava. Si addormentò.
Si svegliò ancora tra le sue braccia...l'aveva tenuta stretta tutta la notte...un profondo senso di pace la pervadeva...
Andò a prepararsi...sarebbe stato il suo ultimo allenamento...già...prima della battaglia ci vuole il riposo...pensò vestendosi. Ryo dormiva ancora...probabilmente durante la notte non aveva riposato un granché...si sentì sciocca...doveva smetterla con i suoi stupidi timori..."In amore non si può avere paura" si disse.
Gli si avvicinò e lo baciò delicatamente prima di andare via.
Quel pensiero le rimbombava nella mente mentre scendeva le scale del palazzo...quanta verità conteneva...
Avrebbe smesso di dubitare...avrebbe seguito solo il suo istinto.
Le ombre che aveva nel cuore sparirono di colpo...quando arrivò in strada era contenta.

L'allenamento fu proficuo...stava migliorando di giorno in giorno.
Era il tramonto quando uscì...Ryo la stava aspettando assieme a Falcon.
"Come è andata?" le chiese.
"Bene" rispose con un sorriso, ma il suo corpo la contraddiceva: i suoi movimenti erano legnosi e spesso una smorfia le attraversava il volto...l'addestramento era veramente duro, per fortuna era finito.
"Ho una fame che non ci vedo" aggiunse mentre il gruppetto si stava avviando.
Si fermarono a mangiare per strada...era il primo svago che si concedevano da quando erano a New York.
Arrivarono a casa a notte inoltrata, Kaori era stanca morta.
Si appoggiò a una delle pareti dell'ascensore. "Non ce la faccio più" disse sbadigliando.
Ryo la stava osservando "Che c'è?" gli chiese.
"Niente" rispose lui mettendosi a fissare le luci del pannello, era preoccupato...non l'aveva mai vista così distrutta.
Quando arrivarono al loro piano le si avvicinò e senza parlare la prese in braccio.
"Ryo..." provò a protestare, ma lui non le diede retta. La portò fino in camera e la fece sedere, poi senza dire una parola si voltò e uscì.
Kaori si cambiò e andò a letto, addormentandosi all'istante. Si svegliò in piena notte...Ryo era accanto a lei, ronfava beatamente, svaccato come al solito. Si alzò... "Non vorrai mica beccarti un raffreddore proprio adesso" pensò affettuosamente mentre lo rimboccava, poi tornò ad infilarsi sotto le coperte. Gli si avvicinò...per la prima volta non c'era niente che li separasse...nessuna coperta...niente...il suo cuore batteva rapido.
Anche Ryo era sveglio...Kaori era vicina...troppo vicina...il suo autocontrollo era al limite...Dio quanto la desiderava...
"Kaori..." sussurrò, la sua voce era tesa...tremendamente tesa.
Lei capì al volo, ma non si allontanò, anzi... lo baciò...non sarebbe più fuggita...Ryo ricambiò il suo gesto, ma fu più coinvolgente: non la stava baciando solo con le labbra o la bocca...la stava baciando con tutto se stesso...Kaori cominciò a bruciare di una passione irresistibile...succeda quel che deve succedere...pensò prima di lasciarsi andare definitivamente al dominio dei sensi.

Quando Ryo si svegliò una dolce fragranza invadeva la stanza. Seguendo quel profumo arrivò fino in cucina. Kaori stava facendo da mangiare...
"Buon giorno" lo salutò "cominciavo a temere che fossi morto" scherzò.
"Perché, che ore sono?"
"E' subito ora di pranzo"
Ryo si guardò attorno, la cucina sembrava un campo di battaglia "Si può sapere che succede?"
"Ha telefonato Mary...ha detto di aver trovato tutto e ha chiesto quando potevano venire, beh, visto che c'ero li ho invitati a pranzo...su muoviti...va a darti una sistemata...saranno qui tra poco." Spiegò muovendosi tra un fornello e l'altro indaffaratissima.
Ryo obbedì. Si stava ancora lavando i denti quando suonò il campanello.
"Puoi andare tu?" gli gridò Kaori dalla cucina.
Erano Miki e Falcon. "Wow, Miki, come sei carina oggi" disse con ancora lo spazzolino in bocca. Stava per fiondarsi su di lei ma percepì una minaccia avvicinarsi "Ryo..." Kaori era sul piede di guerra.
"Scherzavo...il piccolo Ryo va a finire di lavarsi i denti" e si defilò rapidamente.
"Kaori, ti serve una mano?" chiese l'amica.
"Miki, sei un angelo" e si diressero in cucina.


Quando arrivarono anche le altre il gruppetto si mise a tavola...Kaori si era data da fare, perfino Falcon si alzò sazio.
Erano passate le due quando finalmente si misero a discutere del piano.
"Ci muoveremo domani sera...ci troveremo alle sei qui" disse Saeko indicando un parco in periferia. "La jeep e gli elicotteri saranno lì ad aspettarci".
"Come ci dividiamo?" chiese Reika.
"Io e Umibozu prendiamo la jeep, su un elicottero andranno Miki e Kaori, sull'altro tu e Saeko" rispose Ryo.
"E io?" fece Mary.
Ryo si voltò verso di lei "Hai già fatto anche troppo per noi...non posso permettere che tu venga."
"Ma Ryo.." provò a protestare la donna.
"Ha ragione Mary...tu devi pensare a Eric, non puoi permetterti di rischiare..." intervenne Kaori "...non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa...ti devo già così tanto."
Mary si arrese, ormai quello non era più il suo mondo.
Per la strategia non ci fu molto da discutere...Ryo e Falcon ne avevano parlato a lungo mentre sorvegliavano Kaori.
I due uomini sarebbero entrati dall'ingresso principale e avrebbero raggiunto Miki e Kaori sul lato est dell'edificio prima di tornare nuovamente all'attacco.
Reika e Saeko si sarebbero mosse in seguito, per un eventuale missione di salvataggio.
Era inutile andare tutti insieme...probabilmente loro quattro sarebbero stati sufficienti.
In effetti, viste le loro capacità e il loro equipaggiamento avrebbero potuto conquistare una piccola nazione.
Mary si alzò "Io me ne vado...mi raccomando, state attenti...ci vediamo a missione compiuta" li salutò.
Anche gli altri la seguirono, per la prima volta potevano godersi un pomeriggio di libertà e non avevano nessuna intenzione di passarlo in casa.
Kaori chiuse la porta alle loro spalle. "Quando tutto sarà finito potrò andare anch'io a visitare la città..." commentò con un velo di tristezza. Era stufa di stare sempre al chiuso.
"Dai Ryo, vieni che ti cambio la fasciatura" doveva pur tenersi occupata in qualche modo.
Le ferite di Ryo si erano quasi completamente rimarginate "Come ti senti?" gli chiese mentre sistemava le nuove bende.
"Puoi smettere di preoccuparti" la rassicurò "sto bene". Poi quando la medicazione fu finita si rivestì e andò in salotto.
Kaori lo raggiunse poco dopo...era seduto sul divano, una dolce melodia risuonava nella stanza. Si accoccolò sul divano, Ryo allungò un braccio e l'attirò a sé...trascorsero il pomeriggio così: abbracciati, al buio, ascoltando i dischi di un uomo che non avrebbero mai conosciuto.

L'ora della battaglia si stava avvicinando...Kaori era agitatissima...per la prima volta avrebbe partecipato ad una missione e non come facchino o ostaggio...ormai la consideravano una di loro...a tutti gli effetti...avrebbe coperto le spalle a Ryo...
Già, e se avesse fallito...se avesse commesso qualche errore...lui avrebbe pagato con la vita...forse non avrebbe dovuto andare...
Ryo la guardava...sapeva benissimo a cosa stava pensando "Rilassati" le disse abracciandola mentre il chiarore dell'alba invadeva la stanza "andrà tutto bene". "Già..." anche lei avrebbe voluto esserne così sicura.
Mancavano ancora molte ore allo scontro, Kaori si aggirava per la casa come un anima in pena...cercava di sembrare normale ma saltava ad ogni rumore...aveva paura di non essere all'altezza della situazione.
A pranzo non mangiò nulla...il suo stomaco era chiuso per la tensione. Ryo la guardava preoccupato...se non si fosse rilassata non avrebbe combinato niente di buono.
Alle due cominciò a prepararsi...metodicamente...meticolosamente...per lui era quasi un rito...lo aiutava a trovare la giusta concentrazione. Kaori lo guardava stupita...nonostante fossero anni che vivevano insieme non si era ancora abituata alla trasformazione che avveniva in Ryo quando si preparava alla lotta... anche lei avrebbe dovuto imparare a comportarsi così. Era inutile...malgrado tutti i suoi sforzi non riusciva a vincere la tensione che la pervadeva. Andò a vestirsi.
Stavano per lasciare l'appartamento. Kaori era pronta ad uscire ma Ryo la fermò "Kaori..." si voltò a guardarlo...il suo sguardo era serio "...io mi fido di te" disse prima di baciarla. Quel gesto sciolse tutte le sue angosce...quando giunsero in strada aveva ritrovato la calma.
Arrivarono puntuali. Come annunciato da Saeko gli elicotteri e la jeep li stavano aspettando, per il resto il parco era deserto...la polizia impediva l'acceso agli estranei, Ryo aveva visto una decina di poliziotti aggirarsi nella zona.
Si divisero le armi. Falcon si avventò avido su bazooka e lanciarazzi, nonché su bombe granate e simili, Kaori lo seguì a ruota...visto che con la pistola non era un granché era meglio usare altri sistemi...Ryo e Miki si tennero leggeri...qualche mitragliatore e parecchi proiettili. Saeko e Reika presero quello che restava...entrambe sapevano che non avrebbero avuto molto lavoro.
Poi il gruppo si separò...Kaori guardò la jeep che si allontanava seduta sul sedile dell'elicottero.
"Sei preoccupata?" le chiese Miki.
"Un po'" poi si chiuse in sé stessa...doveva concentrarsi per fare bene il suo ruolo.
Le due donne arrivarono che la festa era già cominciata.
"Sono stati veloci" commentò Miki.
"Già...quando si tratta di andare a divertirsi" rispose Kaori.
L'elicottero le depositò non molto lontano dall'edificio, il giardino era pieno di mercenari, ma le bombe di Kaori si rivelarono estremamente efficaci. Arrivarono rapidamente al muro est. Falcon e Ryo le raggiunsero quasi subito. Umibozu non sembrava particolarmente soddisfatto "Pivellini...ha assoldato dei pivellini"
"Smettila di lamentarti e andiamo" Ryo non amava perdere tempo.
Entrarono..."Falcon, tu e Miki ripulite il piano inferiore...noi penseremo al resto" ordinò Saeba salendo le scale, seguito come un ombra dalla sua socia.
Kaori si muoveva bene: rapida, precisa, un po' troppo rumorosa forse, ma del resto con delle bombe cosa si può pretendere?
La roccaforte di Sakeda era molto grande...ci misero un po' a ripulirla.
Ryo e Kaori avevano controllato quasi tutto il secondo piano, mancavano solo poche stanze quando finalmente trovarono il padrone di casa.
"Finalmente siete arrivati" l'uomo era seduto su un divano, stava sorseggiando un bicchiere di vino, protetto da un vetro antiproiettile.
"Mi dispiace che abbia dovuto aspettare..." Ryo era pronto a fronteggiarlo...se lui non poteva colpirlo, neanche Sakeda poteva sparare.
"Mi sembra che manchi ancora qualcuno...scusate se non offro da bere anche a voi..." disse alzando il calice verso di loro. Poi bevve lentamente.
Umibozu e Miki arrivarono poco dopo. Solo allora Sakeda si alzò. "Ora che ci siamo tutti..." e attivò un telecomando.
"Fuori di qui, presto" gridarono Ryo e Falcon contemporaneamente.
I quattro si lanciarono verso la porta, ma era troppo tardi. L'esplosione li investì in pieno, scaraventandoli con violenza in corridoio. Mentre si stavano ancora riprendendo dall'urto, Sakeda si avvicinò, estrasse la pistola e la puntò contro Kaori.
"Buttate le armi o la uccido" intimò.
Obbedirono senza discutere.
"E adesso potrò finalmente vendicarmi" il suo sguardo era carico di odio.
Kaori lo guardava per nulla intimorita. Lentamente si alzò in piedi, fissava senza paura l'uomo che le stava di fronte "La tua vita vale così poco?" chiese. Parlava con calma, muovendosi impercettibilmente in modo da riuscire a nascondere Ryo e permettergli di recuperare la pistola. "Noi siamo qui solo per arrestarti, se ti arrendi sopravviverai...ma se mi uccidi, pensi che ti risparmieranno? Sono in tre...almeno uno di loro riuscirà a spararti." Un lampo di indecisione attraversò gli occhi dell'uomo. Kaori si mosse, Ryo sparò, la pistola di Sakeda esplose. Tutto era finito in un attimo.
La giovane si voltò e aiutò Ryo ad alzarsi. "Complimenti socia, ottimo lavoro" era soddisfatto.
Anche Miki la stava guardando "Kaori, sei stata veramente brava".
Arrossì di colpo...non era abituata a ricevere tanti complimenti "Beh, ho fatto solo il mio dovere..." era imbarazzatissima.
"Vedo che il nostro aiuto non vi serve" salutò Reika.
Saeko andò dritta ad ammanettare Sakeda. "Però...potevate andarci più leggeri" commentò guardandosi attorno.
"Se i nostri sistemi non ti piacciono puoi sempre pensarci tu...in fondo anche questa volta hai scaricato a noi il tuo lavoro".
"Su dai Ryo, stavo scherzando..." la poliziotta si allontanò rapidamente col suo prigioniero, scortata da Reika.
I quattro scesero lentamente in giardino...la jeep era andata distrutta, avrebbero dovuto tornare in elicottero.
Kaori si liberò delle armi, poi guardò Ryo. "Che ne dici di tornare a casa a piedi?" chiese.
"Andiamo" le rispose il giovane avviandosi.
"Aspettami" urlò Kaori correndogli dietro. Lo raggiunse e lo prese a braccetto "Sarà una bellissima nottata" commentò guardando il cielo stellato. Ryo la guardò, si sciolse dalla sua stretta e le passò il braccio attorno alle spalle attirandola a sé con dolcezza "Già..."
Miki li guardava allontanarsi "Falcon, te ne sei accorto anche tu?" chiese senza voltarsi.
"A cosa ti riferisci?" anche l'uomo stava osservando i due che si allontanavano.
"Prima..." spigò la donna.
"Già" commentò lui.
Ryo e Kaori si erano mossi con una sincronia incredibile...si erano sempre capiti al volo, ma questa volta...non si erano neanche guardati...avevano agito come fossero una cosa sola...
Niente avrebbe mai potuto separarli, Miki ne era certa.

Il gruppo si ritrovò qualche giorno dopo al porto.
"E così ve ne tornate a casa in nave?" chiese Miki.
Kaori era contenta "Già...ho sempre sognato di fare una crociera e poi...sai che a Ryo non piace volare..."
"A proposito..." si guardò attorno. Saeba era scomparso "Sai dov'è quel disgraziato?" ruggì.
Ryo stava importunando una ragazza "Ti porto io i bagagli..." ma il martello di Kaori lo fece sprofondare nella banchina.
"Mi volto un attimo e tu che fai? Maniaco!!!" e senza perdere tempo gli mise un guinzaglio. "Vediamo se così ci riesci!!!" era furibonda. "Sei pazza, liberami" gridò lui, ma lei non lo ascoltava.
Trascinandolo per la catena andò a salutare gli amici, poi salì la passerella.
"Povera Kaori" commentò Saeko "non credo si divertirà molto."
"Io mi chiedo come fa a sopportarlo" aggiunse Reika.

Sulla nave Kaori fissava la statua della libertà allontanarsi...sentiva un po' di nostalgia, sapeva che non ci sarebbe mai più tornata. L'urlo di una ragazza la distolse dai suoi pensieri. Ryo si era liberato e era partito all'attacco.
Kaori prese uno dei suoi martelli e cominciò a inseguirlo sul ponte della nave...non sarebbe stata una crociera tranquilla.

FINE