Tutti i personaggi sono proprietà
di Tsukasa Hojo, Sunrise, JumpComics, Star Comics e degli
aventi diritto
Un ringraziamento particolare a Tati, perché è leggendo
una delle sue storie che ho trovato il coraggio di
scrivere questa, a Gabriele, perché è ascoltando i suoi
CD che sono riuscita a finirla, e a tutti coloro che mi
hanno spronato e aiutato.
VENDETTA A NEW YORK
"Dai Ryo, muoviti...." Kaori
lo stava chiamando già da un cinque minuti.
"Non ho nessuna voglia di venire...lasciami stare."
La sua voce era lamentevole.
"Ascoltami bene... se non ti alzi all'istante
scordati la cena" gli ringhiò in risposta.
Neanche un minuto dopo erano in strada.
Presto sarebbero arrivati al negozio preferito di Kaori.
Alla fine del vicolo si sarebbero reinmessi sulla strada
principale e da lì in pochi minuti sarebbero arrivati.
A Kaori piaceva proprio andare a fare spese.
Appena svoltato l'angolo un bagliore argenteo...dei
sibili..."Kaori, a terra!"
Si era ritrovata schiacciata contro il muro, sovrastata
dal possente corpo di Ryo. "Ryo, che succede?"
Era perplessa e spaventata. Lui si tirò un po' su
appoggiandosi alla parete dell'edificio che faceva angolo.
"Ryo......" il resto della frase le era morto
in gola. Ryo si stava lentamente lasciando scivolare e
terra e sul muro dietro a lui si iniziarono a intravedere
larghe strisce rosse....sangue....
"Ryo" ripeté Kaori, ma questa volta era solo
un sussurro. Lui la stava fissando...aveva uno sguardo
dolce, che lei non gli aveva mai visto....
"Kaori..." la sua voce era quasi normale,
tranne per uno strano rantolo gorgogliante "...chiama
un'ambulanza".
La luce della sala operatoria era
accesa da cinque ore e per tutto il tempo Kaori era
rimasta seduta in sala d'aspetto, muta, lo sguardo vacuo
fissava il pavimento senza vederlo.
Non aveva avvisato nessuno, non aveva più forze.
Era già pomeriggio inoltrato quando arrivarono...Saeko,
Umibozu e le altre.
Avevano cominciato a farle domande, ma lei non aveva
voglia di rispondere....e poi...cosa avrebbe potuto dire
loro? Non si era accorta di nulla, non sapeva di preciso
cosa fosse successo...sapeva solo che Ryo era stato
colpito...che lei era un'incapace...una fallita...Ryo
poteva morire e sarebbe stata solo colpa sua....
Kaori avvertì un leggero tocco su una spalla...era Saeko.
L'operazione era finalmente terminata e i medici stavano
uscendo. Quando arrivò il chirurgo tutti gli si
avvicinarono per avere informazioni, ma questi li bloccò.
"Chi è il parente più prossimo?"
"Io....sono la moglie" la voce di Kaori era
molto flebile.
Tutti la guardarono perplessi, ma nessuno disse nulla...non
era il momento ne il luogo di fare battute, Kaori era
veramente la persona più vicina a Ryo, quella che più
di chiunque altro aveva il diritto di conoscere per prima
le sue reali condizioni.
Il medico la condusse in disparte.
Il cuore di Kaori batteva all'impazzata...aveva paura...paura
di fare una domanda...paura di sentire la risposta...paura
di perdere Ryo. Si appoggiò al muro per avere un
sostegno "Dottore, come sta?" la sua voce era
poco più di un sussurro.
"Ci sono buone probabilità che possa salvarsi,
anche se ci vorranno un paio di giorni affinché sia
definitivamente fuori pericolo".
"È vivo..." le gambe facevano fatica a
sostenerla.
"Tutto dipende dalla sua voglia di vivere.."
continuò il medico "...noi medici abbiamo fatto
tutto il possibile".
Kaori smise di ascoltare, la sua mente continuava a
ripetersi "è vivo...è vivo".
Ci volle qualche minuto prima che riuscisse di nuovo a
camminare, ritornò dagli altri e ripeté loro le parole
del dottore, poi andò nella stanza di Ryo, si sedette
accanto al suo letto e ripiombò nel silenzio.
Né Miki né Saeko né Reika avevano il coraggio di
disturbarla; si davano il cambio per farle compagnia
nella sua veglia, come angeli custodi.
Erano ormai due giorni che non si muoveva da lì se non
per andare in bagno, non aveva mangiato, non aveva
dormito, non aveva parlato. Teneva la mano di Ryo, aveva
paura a lasciarlo, quasi che quel gesto l'avrebbe fatto
cadere nel baratro della morte.
In questo lungo periodo lui non era mai stato vigile,
sveglio sì, anche se per poco, ma mai presente. Solo in
quei momenti Kaori rompeva il suo silenzio
"Perdonami...." un sussurro carico di
disperazione.
La mattina del terzo giorno, il chirurgo l'aveva guardata
con aria soddisfatta
"Suo marito è fuori pericolo".
Lei aveva alzato lo sguardo. "Grazie..." aveva
detto con voce flebile, poi era tornata silenziosa.
"Kaori, perché non vai a casa a dormire?" La
voce di Saeko la fece trasalire, non si era minimamente
accorta della presenza della donna prima di allora.
"Saeko..." la voce di Kaori aveva ripreso un
po' di forza "...potresti farmi un favore?"
disse fissando il pavimento.
"Certo, dimmi pure."
"Digli che tornerò...quando sarò pronta...tornerò."
"Cosa vuoi fare?" La dura poliziotta era
allarmata.
Kaori posò il suo sguardo su di lei, aveva
un'espressione tormentata, triste e malinconica.
"Stava per morire... è solo colpa mia...per
proteggermi...tutto perché io non so badare a me stessa....tra
colleghi ci si dovrebbe aiutare a vicenda e invece...io
per lui sono solo una fonte di pericolo...non posso
permettere che questo accada di nuovo..."
"Sei impazzita, non puoi lasciarlo proprio ora,
adesso più che mai ha bisogno di averti vicino".
"NO!..." la rabbia e il senso di colpa che
Kaori aveva covato in quei lunghi giorni di silenzio
stavano esplodendo con violenza "...lui ha bisogno
di avere accanto una persona che sappia proteggerlo, che
non lo metta continuamente in pericolo. Finché resterò
qui non imparerò mai ad arrangiarmi. Ho sempre aspettato
che Ryo venisse a salvarmi, non ho mai pensato che per me
sarebbe potuto morire..." Kaori voleva fuggire ma
Saeko la teneva per un polso "Ti prego, lasciami
andare..."
"Ti supplico, Saeko,...." la sua voce si era
trasformata in un sussurro.
Saeko la lasciò "Se sei convinta, vai,..." poi
con un tono più dolce "...non ti preoccupare per
Ryo, ci occuperemo noi di lui."
Kaori era rimasta immobile, come ci fosse ancora qualcosa
che la tratteneva "Grazie...di tutto" e corse
via più veloce che poteva.
Non sentì il flebile "Torna presto" che
proveniva dal letto del malato.
Neanche Saeko lo udì.
Solo dopo qualche minuto si accorse che Ryo era sveglio.
Non aveva mai visto un'espressione così triste sul suo
volto, neanche quando era morto Makimura.
Rimase in silenzio per qualche minuto, poi gli si avvicinò
e disse "Il più grande sweeper del mondo si è
fatto fare un bel ricamino, eh?"
Ryo aprì gli occhi "In effetti hanno fatto un bel
lavoro, ma non credo volessero uccidermi" la sua
voce era seria, decisa, non sembrava che neanche 70 ore
prima fosse sul punto di morire.
"Ne sei certo?" Adesso era la poliziotta a
parlare, non l'amica.
"Hanno avuto tutto il tempo che volevano. Avrebbero
potuto spararmi alla testa senza troppi complimenti".
In effetti era vero. Dagli accertamenti fatti il cecchino
aveva avuto circa due minuti per sparare, non si poteva
pensare che avesse sbagliato tre volte di seguito.
"Hai qualche idea su chi possa essere?"
"No, non mi risulta che in città sia arrivato un
killer così abile. Tu scopri chi è, del resto mi
occuperò io".
"Come vuoi. Ryo..." Saeko abbassò la voce
"vuoi che scopra dove è andata Kaori?"
"Fa come credi" Rispose Ryo con malcelata
noncuranza.
"Vado a chiamare gli altri" disse uscendo.
Umibozu entrò per primo. Un largo sorriso dipinto sul
suo faccione pelato.
"Complimenti" disse ironico "tu sì che
sei un bravo professionista".
"Umi, lascia perdere".
"Dov'è Kaori?" alla domanda di Miki Ryo si
rabbuiò.
"Se n'è andata" disse in modo più distaccato
possibile "tanto qui ci sei tu mia bella Miki"
aggiunse con espressione affamata e saltandole addosso
nonostante le ferite. Si ritrovò bloccato a mezz'aria da
una poderosa manata di Umibozu che lo scaraventò di
nuovo sul letto.
"Sei sempre il solito maniaco..." la sua voce
era un ruggito.
Reika era l'unica che non aveva ancora parlato...fissava
Ryo seduto sul letto con aria divertita. "Sembri una
mummia". Faceva fatica a trattenere le risate.
"Grazie" Ryo aveva fatto il broncio, poi
tornato serio "Reika, ti va di lavorare per me?"
"Sei impazzito, e Kaori?"
"Te l'ho detto, se n'è andata."
Dall'atteggiamento di Ryo si capiva che non era uno
scherzo "E poi ho sempre voluto avere un'assistente
donna, non un maschiaccio come ..." Ryo non riuscì
a completare la frase: un martellone da 100 t si era
materializzato dal nulla e l'aveva spalmato sul muro.
"Ma non è giusto..." Piagnucolò Ryo mentre si
staccava dalla parete.
Una volta ricompostosi continuò "Seriamente (una
strana parola in bocca a quell'individuo), io sono
bloccato qui, ti va di fare delle indagini per me?"
"Se la metti così...ok".
"Ryo, se ti serve una mano parla pure....nessuno può
ammazzarti tranne me".
"Grazie Umibozu....te lo farò sapere".
Poi a uno a uno lo lasciarono riposare, si vedeva che
aveva già fatto troppa fatica visto quello che aveva
passato.
Giunta all'ingresso dell'ospedale Kaori si fermò...il
suo corpo era indebolito dalla lunga veglia e dal lungo
digiuno, ma non poteva fermarsi adesso.
Era arrivata in ambulanza così per tornare a casa
dovette prendere un taxi. Scese di corsa, pregò
l'autista di attendere e andò a preparare le valigie.
Stava riempiendo il borsone a caso, non pensava a quello
che stava facendo, non pensava e basta. Voleva solo
andare via il prima possibile.
Dopo cinque minuti era di nuovo sul taxi che adesso la
portava all'aeroporto.
Erano ormai le nove (ora locale) quando suonò al
campanello.
Ci volle un po' prima che la porta si aprisse.
"Kaori..." la voce di sua sorella era dolce,
anche se lasciava trasparire una certa sorpresa "..ma
che..." il resto della domanda le morì sulle labbra
quando vide le lacrime che rigavano il volto della
sorella. Un pianto silenzioso e disperato.
Sayuri prese il bagaglio di Kaori con una mano e il polso
della sorella con l'altra.
"Entra" e con dolcezza la tirò
nell'appartamento.
Kaori la lasciò fare. Aveva a mala pena la forza di
stare in piedi. Sayuri la condusse vicino al divano, la
fece sedere e le preparò un po' di te, poi si sedette
accanto a lei, l'abbracciò e così facendo diede il
colpo di grazia all'autocontrollo della sorella.
In quei giorni si era rifiutata di pensare, aveva tentato
di seppellire tutto nel recesso più profondo del suo
cuore. Doveva essere forte....per Ryo...ma adesso....quel
gesto così dolce aveva abbattuto tutte le sue difese...
"Ryo...." cominciò a raccontare tra un
singulto e l'altro "...gli hanno sparato.."
sentì l'abbraccio di sua sorella farsi più forte
"...sta bene...è vivo...è colpa mia...poteva
morire..." i singhiozzi le impedirono di continuare.
Dopo qualche minuto iniziò a calmarsi.
Sua sorella la guardò
"Mi racconterai tutto domani, adesso vai a dormire...
ne hai bisogno" e così dicendo la portò in camera
da letto. "Questa è la stanza degli ospiti...il
bagno è lì...per qualunque cosa quella è la mia camera"
aggiunse indicando la porta di fronte. Poi si allontanò.
Ritornò qualche secondo dopo con i bagagli della sorella
che appoggiò su un angolo del letto "Buona notte"
disse chiudendo la porta.
Kaori rimase immobile ancora qualche secondo, poi, come
un automa, si cambiò e andò a letto.
Quando si svegliò era pomeriggio. Si alzò e si guardò
attorno. Vedeva la stanza per la prima volta...la sera
prima era troppo sconvolta per farci caso. Era proprio
una bella camera...aprì le tende e il sole la colpì in
pieno viso.
Le ci volle qualche secondo prima di abituarsi....l'immensa
metropoli si apriva davanti a lei.
"Bella vero?" Sayuri era entrata molto
silenziosamente.
"Già, molto..." Rispose Kaori senza voltarsi.
La sera prima l'aveva attraversata in taxi, ma non aveva
visto nulla.
Un'ombra scura le attraversò il volto...Ryo...
"Che ne dici di mangiare qualcosa?"
"È un ottima idea" "servirà a distrarmi"
aggiunse mentalmente "sono più di tre giorni che
non mangio" continuò ad alta voce.
"Allora è meglio che mi sbrighi a cucinarti
qualcosa" disse Sayuri lasciando la stanza.
Kaori continuò a guardare il panorama...pensò a Ryo...chissà
cosa stava facendo...probabilmente stava saldando addosso
a tutte le infermiere...a questo pensiero divenne
furibonda "Disgraziato". Si voltò di scatto e
iniziò a vestirsi.
Il pranzo, anche se si misero a tavola alle tre passate,
durò un'ora buona, Sayuri non aveva mai visto nessuno
mangiare così. Ryo non aveva tutti i torti quando diceva
che Kaori era un maschio.
Quando ebbero finito andarono in salotto...
"Te la senti, adesso, di raccontarmi tutto?"
Kaori iniziò a parlare...era convinta si sarebbe rimessa
a piangere ma un buon sonno e il pasto le avevano dato la
forza di dominarsi.
Sua sorella ascoltava attentamente.
Alla fine le chiese "Sì, ma perché te ne sei
andata?"
Kaori ammutolì...per lei era difficile rispondere...
"Vedi," iniziò titubante "per la prima
volta ho creduto che Ryo potesse morire...lo so, sembra
strano visto il lavoro che fa, ma...io non ho mai pensato
che fosse in pericolo...è veloce, capace...ha una mira
eccezionale e riesce a capire in anticipo le mosse degli
avversari...il migliore...è vero, sono stata ingenua,
eppure..." un sospiro profondo la scosse "sai...pensavo
fosse abbastanza bravo per tutti e due...Bloody Mary una
volta mi ha detto che l'assistente di Ryo doveva essere
in grado di proteggerlo, ma io...non ho mai pensato lui
avesse bisogno di me..." Si fermò, aveva bisogno di
tempo per dominare le lacrime. "Ho avuto tanta paura...ho
già perso mio fratello, non potrei perdere anche Ryo.
Devo imparare a difendermi, non devo più essere un peso
per lui." La sua voce era più decisa.
"Quindi hai intenzione di tornare...non puoi stargli
lontana, vero?"
Kaori era diventata rossa come un peperone...aveva
iniziato a balbettare, "Beh...ma..."dopo
qualche secondo si era finalmente ricomposta....sapeva
bene di non poter mentire a sua sorella...avevano
trascorso poco tempo insieme, ma lei la conosceva meglio
di chiunque altro.
"No, lo sai" ammise a voce bassa "però...adesso
per lui io rappresento solo un pericolo...non voglio
muoia per colpa mia...se non avesse protetto me
sicuramente non sarebbe stato colpito..." Sayuri
sorrise silenziosamente, non voleva farsi vedere.
A volte sua sorella era proprio una stupida...
La conversazione tra le due proseguì fino a tardi...avevano
così tante cose da dirsi...
La mattina dopo Kaori si alzò tardi, sua sorella era già
al lavoro da qualche ora, comunque trovò un suo
biglietto vicino alla caffettiera: "Il numero che ti
serve è vicino al telefono. Buona giornata sorellina."
Incuriosita andò subito a controllare...era il numero di
Mary. Una volta di più sua sorella l'aveva anticipata.
Adesso più che mai era certa di aver fatto la scelta
giusta.
Fece colazione, poi telefonò. La donna la raggiunse
qualche ora dopo e la portò a visitare la città'.
Parlarono...
"E così vuoi migliorare" la incalzò Mary.
"Sì," confermò con veemenza Kaori "devo
essere una degna assistente per City Hunter. Ti prego,
aiutami".
"Va bene, te lo devo per quello che hai fatto per me
e Eric, solo..." la donna era ancora titubante.
"Che c'è?"
"Vedi, Kaori, sarà dura. Io e Ryo siamo cresciuti
in mezzo alla guerra, per noi è stato necessario
imparare a percepire il pericolo...era una questione di
vita o di morte...è diventato naturale essere sempre
attenti, pronti...per te è diverso, sei cresciuta nella
pace...i tuoi sensi non sono abituati al pericolo...non
sarà una passeggiata, sei sicura di volerlo?"
"Per Ryo farei qualunque cosa." Mary la guardò
stupita. Kaori cominciò a balbettare, paonazza. Aveva
parlato senza accorgersene.
"Allora va bene, vengo a prenderti domani mattina
alle sei...fatti trovare all'ingresso...abbigliamento
sportivo" aggiunse allontanandosi.
Lentamente Kaori tornò verso casa...era soddisfatta.
Sì, con l'aiuto di Mary ce l'avrebbe fatta.
Era difficile stare lontana da Tokyo...da Ryo...ma era la
cosa giusta...per tutti.
Dopo cena le due sorelle si ritrovarono nuovamente in
salotto.
"Tieni" le disse Sayuri porgendole un mazzo di
chiavi.
"Che significa?" chiese Kaori stupita.
"Sono le chiavi dell'appartamento qui a fianco..."
Lo sguardo incuriosito della sorella la indusse a
continuare "Marc, il mio vicino, è via per sei mesi...mi
ha chiesto di curargli l'appartamento e io ho accettato...stamattina
gli ho telefonato e ha detto che non ci sono problemi se
ci stai tu per un po'...infondo sei mia sorella..."
"Ma perché?"
"Se domani cominci ad allenarti...beh, pensavo
avresti preferito stare da sola e poi...se hai bisogno di
me io sono qui..."
"Però..." Kaori era ancora perplessa.
"Se preferisci puoi rimanere, non ti sto buttando
fuori..."
"Lo so, ti ringrazio, però mi chiedo come fai...sai
quello di cui ho bisogno ancora prima di me."
"Siamo sorelle, no?"
Per la prima volta dopo molti giorni Kaori andò a letto
serena...il senso di colpa che l'attanagliava se n'era
andato.
"Buona notte, Ryo" fu il suo ultimo pensiero
prima di addormentarsi.
I giorni passavano lenti all'ospedale...Ryo era stufo
marcio di stare solo. Oltretutto gli avevano assegnato un
infermiere...quella maledetta Saeko. Per fortuna c'erano
Miki e Reika che ogni tanto gli facevano compagnia.
La poliziotta andava a trovarlo solo per dargli i
ragguagli sugli sviluppi dell'indagine e Umibozu doveva
occuparsi del bar.
Giovedì Saeko era arrivata presto, l'espressione seria,
la faccia tirata, quasi che la notte prima non avesse
dormito.
"Ti sei data ai bagordi ieri sera, ah?" la
punzecchiò Ryo.
"Idiota." La donna non aveva nessuna voglia di
scherzare. "Ci sono dei problemi" continuò
cupa.
La sexy poliziotta si sedette sul bordo del letto.
"Ho capito perché non ti hanno ucciso."
Ryo si fece serio "Arriva al sodo, lo sai che non mi
piace tirarla per le lunghe".
"Il killer si chiama Ighemanu Sakeda, è arrivato in
Giappone due settimane fa..." Si fermò un attimo
poi riprese con una vena di tristezza nella voce "Uno
degli ultimi incarichi di Makimura come poliziotto era di
catturarlo, ma pochi giorni prima dell'arresto è
riuscito a fuggire all'estero. Sebbene sia stato spiccato
un mandato di cattura internazionale non siamo riusciti a
prenderlo. È stato costretto a spostarsi in
continuazione, a fuggire...ma eravamo riusciti sempre a
tenerlo d'occhio...fino a due anni fa. Abbiamo perso le
sue tracce in Brasile. Sembra sia tornato per vendicarsi..."
"Ma visto che Hideyuki è morto probabilmente il suo
bersaglio è Kaori" completò Ryo.
"Esatto" confermò Saeko.
Il viso di Ryo era pallido ma deciso. Iniziò ad alzarsi
dal letto "Sai dov'è Kaori?"
"Cosa vuoi fare?"
Aveva iniziato a vestirsi. La sua voce si fece dura
"Sai dov'è Kaori?" Saeko capì che tutti i
tentativi per dissuaderlo sarebbero stati inutili.
"A New York". Prese un pezzo di carta dalla
borsa e vi appuntò rapidamente qualcosa.
"Quando arrivi telefona a questo numero e chiedi di
Sayuri, lei saprà dirti di preciso dov'è."
"Grazie Saeko."
"Ti serve un passaggio?" Era preoccupata.
"No, prenderò un taxi."
"Sta attento" lo salutò con voce dolce.
"Tranquilla..." Entrambi sapevano che era
ancora troppo debole per andare in giro.
Nonostante tutti gli sforzi di Ryo il
suo passo era incerto. Le ferite gli facevano male, le
gambe si rifiutavano di sostenere il suo peso dopo una
settimana di immobilità, però non poteva aspettare.
La vita di Kaori era in pericolo e nessuno, a New York,
l'avrebbe aiutata.
Doveva andare, per la promessa fatta a Hideyuki, per il
bene di Kaori.
Appoggiandosi con una mano alla parete era giunto
all'ingresso. Non si curava del fatto che Saeko lo stesse
osservando da lontano con aria preoccupata.
Prese un taxi e, come aveva fatto la sua socia solo pochi
giorni prima, si fece portare a casa.
Telefonò all'aeroporto e prenotò un posto sul primo
aereo, poi preparò i bagagli più velocemente possibile.
Spesso però era costretto a fermarsi per riprendere
fiato... "Maledizione"...era più debole di
quanto credesse...
Comunque ce la fece...alle 10 stava rullando sulla pista...lui
che odiava gli aerei stava volando...volava da Kaori.
Fortunatamente dormì per tutto il tempo, il suo corpo
doveva riprendersi dallo sforzo.
Il gentile tocco di una hostess lo svegliò. "Signore,
siamo arrivati."
A New York era ora di pranzo.
Erano molti anni che aveva lasciato l'America, eppure...un
mare di ricordi lo assalì, ma li cancellò scuotendo la
testa...aveva altro da fare.
Appena recuperati i bagagli telefonò.
"Chi parla?" chiese la voce. "Sono Saeba,
Ryo Saeba."
Ci fu un attimo di silenzio "Che ci fai...dove sei?"
"All'aeroporto"
"Vengo a prenderti" e riagganciò senza dargli
il tempo di aggiungere altro.
Quella ragazza era sveglia.
Ryo stava ancora sorseggiando il suo drink quando Sayuri
arrivò.
Gli fece da lontano un gesto di saluto che lui ricambiò,
poi si avvicinò rapidamente e si sedette di fronte a lui.
"Come stai?"
"Non morirò" rispose sorridendo mestamente.
Sayuri sapeva che se Saeba era lì in quelle condizioni
c'era qualcosa di grosso in ballo e non era il caso di
tergiversare.
"Kaori vive in un appartamento accanto al mio...adesso
è fuori...si sta allenando con Bloody Mary...tornerà
stasera tardi. Se vuoi ti ci porto così l'aspetti."
"Va bene" lo sguardo rasserenato di Ryo la mise
di buon umore.
"Ok, muoviamoci...questa la prendo io" disse
afferrando il suo borsone poi, senza troppi complimenti
lo prese a braccetto e lo condusse alla sua macchina.
Nessuno dei due parlò durante il viaggio.
Arrivati al palazzo, Sayuri fermò la macchina davanti
all'ingresso, prese il borsone e senza dire una parola si
avviò verso l'ascensore. Solo quando le porte si
chiusero la giovane ruppe il silenzio.
"Kaori è in pericolo?"
"Ora non più." Non insistette. Aveva deciso si
mantenere il riserbo sull'intera faccenda e non sarebbe
stata certo lei a fargli cambiare idea.
Aprì la porta dell'appartamento e portò i bagagli in
camera. Ryo si era seduto sul divano. Evidentemente
voleva aspettare lì Kaori. Prima di uscire chiuse le
tende della vetrata per creare un po' di penombra cosicché
potesse riposare.
"Grazie" le disse. Era distrutto, anche se non
l'avrebbe mai ammesso.
Lei non rispose, si avviò alla porta, poi prima di
chiuderla, fece capolino e disse "Sii gentile"
e si defilò impedendogli di replicare.
Kaori era sfinita. Le lezioni di Bloody Mary erano molto
dure, ma cominciavano a vedersi i primi risultati.
Ancora qualche settimana e poi sarebbe potuta ritornare a
casa.
Aprì la porta ed entrò...c'era qualcosa di strano...le
tende erano chiuse...probabilmente era passata sua
sorella. Andò ad aprirle. La luce della luna inondò la
stanza. La vista della città' di notte la lasciava ogni
volta senza fiato.
"Salve Kaori".
Quella voce...Ryo...non poteva essere lì, stava
sicuramente sognando...
Eppure...
Faceva fatica a stare in piedi.
Percepì un movimento vicino al divano...le si stava
avvicinando...
Aveva bisogno di appoggiarsi a qualcosa...arretrò fino a
raggiungere la parete...il suo cuore batteva così forte
che non sentiva nemmeno il rumore dei passi di Ryo...forse
era veramente un sogno.
Poi sentì il suo respiro sulla pelle...era tutto vero...lui
era lì.
Allungò una mano fino a sfiorare il suo petto...con la
punta delle dita percepiva distintamente le bende.
Gli occhi le si riempirono di lacrime "Perdonami"
disse piano.
Ryo aveva appoggiato una mano contro il muro...faceva una
fatica tremenda a sembrare normale...con l'altra sfiorò
delicatamente i capelli di Kaori.
"Non è stata colpa tua" disse con estrema
dolcezza.
Lui continuava ad accarezzarla. Il cuore di Kaori batteva
all'impazzata. Le lacrime iniziarono a rigarle il volto.
"Sì invece...se tu non avessi dovuto badare a me
non saresti stato colpito...potevi morire..." poi
con una voce che sembrava un sussurro "...non mi
interessa vivere se tu non ci sei."
Le dita di Ryo le stavano accarezzando la guancia bagnata
di lacrime, poi scesero dolcemente e si fermarono a
sollevarle il mento. "Neanche a me" disse,
sfiorandole le labbra con un bacio delicato.
Poi si bloccarono...c'era qualcosa nell'aria...qualcosa
che non andava. Si guardarono e si lasciarono cadere a
terra contemporaneamente. Giusto in tempo, perché un
proiettile attraversò la vetrata e andò a conficcarsi
nel muro, nel punto esatto in cui, fino a poco prima,
c'era stata la testa di Kaori.
Ryo era stupito...Kaori si era accorta del pericolo in
tempo. "Brava socia" E sì, l'allenamento le
era proprio servito. Aiutò Ryo ad alzarsi...dalla sua
voce aveva capito che era molto debole.
Lui voleva parlarle, gli mise un dito sulle labbra "Me
lo dirai domani" lo redarguì con dolcezza.
Lo accompagnò in camera e lo fece sedere sul letto. Poi
prese una coperta dall'armadio e andò a sistemarsi sulla
poltrona.
"Buona notte" furono le uniche parole che Kaori
riuscì a pronunciare. Spense la luce.
Era troppo emozionata per dormire. Ryo l'aveva baciata,
l'aveva baciata sapendola lei, non credendola
qualcun'altra.
No, se continuava a pensarci non si sarebbe mai calmata.
Sentiva dei rumori provenire dal letto...Ryo si stava
muovendo sotto le coperte. Grazie alla flebile luce
dell'abbaino riusciva anche a distinguere la sagoma del
suo corpo. Si mise ad ascoltare.
Dopo un po' il respiro di Ryo divenne profondo e regolare...si
era addormentato.
Kaori si alzò e si accostò silenziosamente a lui. Il
letto era grande e Ryo ne occupava solo la metà.
Si sedette dalla parte opposta poi, senza fare il minimo
rumore si mise di fianco e iniziò a guardarlo...Dio,
quanto le era mancato in quei giorni.
Pian piano gli si avvicinò, gli si posò contro e,
cullata dal suo respiro, si addormentò.
La mattina successiva fu la prima a svegliarsi...un
braccio di Ryo la avvolgeva e la teneva stretta contro di
lui. Rimase qualche minuto a godersi quella sensazione...si
sentiva amata e protetta...era felice.
Poi un movimento di Ryo la indusse ad alzarsi e andò in
bagno a farsi una doccia.
Erano le cinque del mattino.
Telefonò a Bloody Mary e la informò che non poteva
andare all'allenamento. Non le disse perché. Almeno per
il momento voleva che la presenza di Ryo fosse un segreto.
Silenziosamente andò a infilare un biglietto sotto la
porta dell'appartamento di sua sorella..."Grazie"
diceva.
Tornata in casa sentì freddo...rapidamente tappò il
foro sulla vetrata, tirò le tende e andò a fare
colazione.
Dopodiché si accoccolò sul divano e ripensò alla sera
precedente. Dovette fare uno sforzo notevole per non
lasciarsi dominare dall'emozione. Osservò il buco nel
muro...ripensò al ferimento di Ryo...il bersaglio era
lei, altrimenti Ryo non sarebbe venuto a New York, non
sarebbe venuto a metterla in pericolo.
Quando Saeba si alzò erano passate le undici.
"Buongiorno" lo salutò Kaori con un largo
sorriso "eri un po' stanco?"
"E già" rispose lui evasivo. Kaori non poteva
sapere che ci aveva messo due ore a riaddormentarsi dopo
che lei gli si era distesa al fianco...nessuna donna gli
aveva mai fatto un simile effetto.
Lo sguardo di Ryo era così intenso....Kaori avvampò e
fuggì in cucina a preparare il pranzo.
Lui la raggiunse poco dopo, aveva il viso pallido ma
rilassato.
"Come stai?" il tono di Kaori era preoccupato.
"Bene, anche se il viaggio..." Era palesemente
una scusa, ma Ryo era fatto così...non avrebbe mai
ammesso di stare male.
"Già ..." era meglio lasciar perdere.
Kaori cucinava...ogni tanto Ryo le si avvicinava da
dietro fino a sfiorarla. Lei allora si fermava, chiudeva
gli occhi e i due rimanevano immobili per qualche
istante, ascoltando l'uno il respiro dell'altro. Poi lui
si allontanava e lei tornava al suo lavoro.
Mangiarono senza parlare, senza guardarsi.
Poi Kaori ruppe il silenzio. "Il bersaglio sono io,
vero?"
"Sì" la voce di Ryo era cupa.
"Perché ce l'hanno con me?"
Ryo le riferì ciò che gli aveva detto Saeko.
"Hai già un piano?"
"No...il fatto è..." la voce di Ryo si fece
ancora più seria "...non so se questa volta sarò
in grado di proteggerti."
Questa ammissione prese di sprovvista Kaori...in effetti
erano passati solo pochi giorni da quando aveva lasciato
Tokyo...non poteva illudersi che Ryo si fosse già
ristabilito.
Questo pensiero la rabbuiò. Si alzò e gli posò una
mano sulla spalla.
"Non preoccuparti" disse con voce tranquilla,
poi andò in salotto a telefonare.
Bloody Mary arrivò poco dopo.
"Non sono sola" esordì entrando. Assieme a lei
c'erano tutti...Umibozu, Miki, Reika e Saeko. "Che
ci fate qui?" Kaori non si sarebbe mai aspettata
questo esodo in massa.
"Sai com'è, a Tokyo ci stavamo annoiando..."
rispose Umibozu.
"Lavoro.." spiegò Saeko "...il
dipartimento mi ha incaricata di arrestare Sakeda..."
"Perché, disturbiamo i due piccioncini?" fece
Miki maliziosa.
Kaori divenne paonazza, Ryo invece non si scompose, anzi...con
la sua solita faccia da maniaco si avventò su di lei
"Miki, finalmente posso stare con una bella donna,
mi vuoi?"
Fu colpito prima da un pugno di Falcon che lo bloccò in
aria, poi dal martellone di Kaori che lo spiaccicò a
terra.
"Neanche le ferite riescono a frenare i tuoi istinti
perversi" ringhiò la giovane infuriata, poi
guardando gli altri con un sorriso un po' forzato "E'
un piacere vedervi, venite in cucina che vi offro
qualcosa" aggiunse ignorando Ryo ancora spalmato al
pavimento.
La conversazione era un po' stentata...nessuno voleva
affrontare l'argomento.
Fu Ryo a rompere gli indugi: "Saeko, che intenzioni
hai?"
"Arrestare Sakeda, con il vostro aiuto naturalmente...Umibozu,
Miki e Reika sono d'accordo...ti va di unirti a noi?"
La poliziotta sapeva che Ryo non avrebbe mai chiesto
aiuto a nessuno e lo aveva tolto da una situazione
imbarazzante "e con questo mi devi scalare un colpo"
gli sussurrò in un orecchio.
"Per me..." rispose con aria di sufficienza
"...visto che ormai siamo tutti qua..."
Kaori lo guardava perplessa. Sapeva che Ryo non avrebbe
mai rinunciato a vendicarsi dell'uomo che gli aveva
sparato, ma sapeva anche che era debole, troppo debole
per affrontare già un combattimento.
"Va bene, ma avete già scoperto dove si nasconde?"
chiese.
"È arrivato a New York ieri mattina...adesso però
non sappiamo dove si sia nascosto."
Ryo mollò un pugno sul tavolo "Maledizione"
grignò tra i denti...Sakeda l'aveva seguito...era colpa
sua se Kaori era di nuovo in pericolo.
Nessuno si azzardò a fare commenti, quando Ryo aveva
quello sguardo era meglio evitare di farlo arrabbiare
ulteriormente...
Saeko continuò "Mary si è offerta di darmi una
mano a stanarlo...ha ancora qualche valido contatto..."
"Verrò anch'io con voi" intervenne Reika.
"Bene sorellina. Inizieremo la caccia domani."
Ryo si era calmato "C'è un altro problema"
ammise serio "Sakeda ci ha individuati...ieri sera
ha sparato di nuovo a Kaori..."
"Rilassati..." Umibozu era tranquillo "Io
e Miki sorveglieremo il palazzo...non riuscirà ad
avvicinarsi abbastanza..."
"Grazie amico"
"Non lo faccio per te..." Falcon era paonazzo
"Andiamocene Miki...sono stufo di sopportare questo
stupido..."
"Beh, ce ne andiamo anche noi...non vorremmo essere
di troppo" aggiunse maliziosa Saeko.
Quando Kaori ritornò in cucina, dopo averli accompagnati
alla porta, trovò Ryo ancora seduto, i gomiti sul
tavolo, la fronte appoggiata contro le nocche. "Perdonami"
le disse con voce cupa, senza voltarsi "ho permesso
a quel killer di ritrovarti..."
Lei si era fermata sulla porta, contro lo stipite.
"...avrei dovuto accorgermi di essere seguito..."continuò
il giovane.
"Già..." lo interruppe Kaori a voce bassa
"se tu non fossi stato così debole te ne saresti
accorto..." il senso di colpa la stava dilaniando
"...dovevi restartene in ospedale...guarire...non
dovevi fare un viaggio così lungo in quelle condizioni..."
era disperata "DEVI SMETTERE DI RISCHIARE LA VITA
PER ME!!" gridò "per la promessa fatta a mio
fratello..." le lacrime le rigavano il viso, i
singhiozzi la scuotevano profondamente "ti sciolgo
dalla promessa fatta a Hideyuki...non devi più sentirti
in obbligo nei miei confronti..." era aggrappata al
muro per non cadere "...non voglio più essere un
peso per te."
"Che intenzioni hai? Vuoi andartene?" il suo
tono era indecifrabile.
"Sì, se me lo chiederai..."
"Hai già dimenticato ieri sera?" La voce di
Ryo era così triste...
"Pensi veramente che l'unica cosa che mi lega a te
sia il debito nei confronti di tuo fratello?" incalzò
con rabbia.
Era confusa "Ryo..." gemette...non riuscì a
continuare.
"Se è questo che credi, allora vattene!" disse
con espressione dura, poi si alzò e lasciò la stanza
senza guardarla.
Kaori si accasciò a terra...distrutta...incapace di
muoversi....di reagire.
Si addormentò senza rendersene conto...fu un sonno
popolato di paure...di fantasmi...invaso da una gelida
solitudine.
Quando si risvegliò era in camera...stordita...
Non sapeva dire quanto tempo era passato...ore...giorni...non
si ricordava di come era arrivata in camera..."Sarà
stato Ryo" pensò.
In quell'istante si accorse di lui. Era seduto in
poltrona e la stava osservando intensamente.
Kaori si alzò precipitandosi fuori dalla stanza ma la
sua voce la bloccò.
"Perdonami per prima...non dovevo essere così duro..."
"No, Ryo, non c'è niente da perdonare...hai ragione...non
so badare a me stessa...non sono in grado di proteggerti...non
so capirti...non sono degna di essere la tua assistente."
Era rassegnata. "Quando la faccenda di Sakeda sarà
risolta sparirò...non dovrai più occuparti di me"
e corse via.
Ryo la raggiunse poco dopo, in cucina. Kaori si era messa
a cucinare per non pensare.
Le si avvicinò da dietro e l'abbracciò affondando il
viso nei suoi capelli. "Io non voglio che tu
sparisca..." le disse con voce seria ma gentile
"io..." la costrinse a voltarsi...a fissarlo...il
suo sguardo era così strano...malinconico...triste...gentile...appassionato...vi
si scorgevano un milione di parole...tutte quelle che non
era mai riuscito a esprimere...
Kaori stava finalmente leggendo il cuore di Ryo...un
cuore contorto...sicuro e indeciso...coraggioso ma pieno
di fantasmi...pieno di amore ma incapace di esprimerlo...
Persa in quegli occhi Kaori non si accorse di parlare
"Ti amo" sussurrò.
Ryo l'attirò a sé incapace di resistere al fuoco che
gli bruciava dentro..."Non rinuncerò mai a te"
La sua voce vibrava per l'emozione. Completamente persi
l'uno nell'altra si baciarono...finalmente liberi dalle
loro stupide paure...felici di essersi finalmente trovati...un'unica
anima finalmente unita.
Un rumore li riportò alla realtà...
Ryo si sciolse dall'abbraccio e, come se nulla fosse
successo, si diresse in salotto.
"Muoviti a fare la cena, ho una fame che non ci vedo"
disse grattandosi la testa "Come infermiera sei
proprio scadente" commentò distratto.
"Se il servizio non ti piace trovati un altro posto"
ruggì Kaori e con un martello da 300 t lo fece volare in
salotto.
Si rimise a cucinare...si sentiva leggera...con quella
martellata era finalmente riuscita a scaricare tutta la
tensione accumulata dal giorno della sparatoria.
Quando tutto fu pronto lo chiamò: "Ryo, puoi venire".
Visto che non arrivava andò in salotto...stava dormendo...pacifico,
un espressione serena sul volto.
Ryo...il suo Ryo...inevitabilmente, irrimediabilmente suo.
A questo pensiero il cuore di Kaori accelerò, dopo anni
di dubbi e paure era così strano avere la certezza del
suo amore...Lentamente gli si avvicinò e gli si sedette
accanto iniziando a sfiorargli con dolcezza i capelli...Dio
quanto lo amava....
Ryo aprì gli occhi e la guardò "E' pronta la..."
iniziò Kaori. Dimenticò di finire la frase...il suo
sguardo...vi si perse di nuovo. Poi sentì il tocco della
sua mano...lento...sensuale...sulle dita...chiuse gli
occhi...sul polso...come la sfiorava la sua pelle
diventava di fuoco...il braccio...un incendio che la
bruciava tutta, come fosse fatta di carta...la spalla...la
nuca...l'attirò a sé e la baciò...con passione, con
desiderio, con...amore. Poi si alzò di scatto e si
diresse in cucina. Giunto sulla soglia si voltò "Tu
non vieni?" chiese.
"Arrivo" balbettò Kaori ancora seduta sul
divano, completamente disorientata.
Dopo qualche minuto riprese il controllo di sé e andò a
cenare.
Ryo la stava aspettando "Allora, ti muovi?"
Kaori era così imbarazzata...servì la cena con gli
occhi bassi, il viso arrossato. Non sapeva cosa dire,
cosa fare...era totalmente impreparata a tutto quello che
le stava accadendo...
"E io che speravo che venendo qui tu avessi imparato
a cucinare..." commentò lui dopo il primo boccone.
Non ebbe il tempo di ritrattare, Kaori lo spiaccicò al
muro senza battere ciglio. Tutto il suo disagio scomparve
di colpo. Era tornata la solita vecchia, violenta Kaori.
"Scusa" piagnucolò lui ricomponendosi.
"Non meriti niente." Kaori aveva fatto il
broncio "E io che avevo pensato di farti compagnia
domani, scordatelo."
"Perché, dove vorresti andare?" le chiese
serio.
"Non crederai che io resti a casa per un disgraziato
come te...riprendo gli allenamenti, è ovvio"
continuò risoluta. "Devo essere preparata per
quando andremo ad arrestare quel killer."
"Kaori..."
Lei lo zittì. "Ne parliamo dopo, adesso mangia che
sennò si fredda tutto...non eri affamato?"
Ryo non insistette...sapeva che avrebbe ripreso il
discorso più tardi, quando avrebbe ritenuto opportuno.
Finito di mangiare Kaori sparecchiò, poi sistemò sul
tavolo garze bende e cerotti.
"Kaori, vuoi giocare al dottore?" fece Ryo,
ironico.
La risposta di Kaori fu un kompeito da 150 t. "Idiota...spogliati
che ti cambio la fasciatura" ordinò quando lui si
fu ripreso.
Ryo obbedì senza discutere...non era il caso di far
infuriare ulteriormente la sua socia.
Alla vista del suo torace completamente fasciato un velo
di tristezza scese su Kaori...cominciò a togliere le
bende...con delicatezza, stando attenta a non fargli male..."Vedi
Ryo..." iniziò a voce bassa, come stesse parlando
più a se stessa che a lui "...sono venuta a New
York per imparare a badare a me stessa...so che e'
pericoloso per me uscire, ma...se mi fermassi adesso...sarebbe
stato tutto inutile...devo imparare a difendermi...non
posso e non voglio lasciare a te il compito di
proteggermi...con Umibozu e Miki non correrò alcun
pericolo..." tacque. La schiena di Ryo era
completamente nuda...per la prima volta Kaori vedeva le
ferite...ecco cosa aveva portato la sua incapacità
"Non devo permettere mai più che una cosa del
genere accada" pensò.
Ryo taceva...la sua mente e il suo cuore erano combattuti...non
voleva che Kaori corresse dei rischi, però...non poteva
impedirle di fare quello che riteneva più giusto. "A
che ora dobbiamo muoverci domani?" aveva finalmente
deciso.
"Io" sottolineò la donna con forza "andrò
via all'alba, solo io."
Ryo si irrigidì...non era affatto d'accordo. "Kaori..."
cominciò, ma lei lo bloccò. "Ryo, anche tu devi
essere in forma per quando andremo da Sakeda..."
disse accarezzandogli la schiena "...hai bisogno di
riposo, non negarlo..." continuò con dolcezza
"...non mi succederà niente...fidati di me."
Sentì i suoi muscoli rilassarsi...l'aveva convinto. Con
delicatezza baciò le ferite "Grazie" gli
sussurrò riprendendo a medicarlo.
Una volta finito si alzò di scatto. "E ora...a
dormire. Domani devo alzarmi presto" e così dicendo
andò a prepararsi per la notte. Quando finalmente tornò
in camera, trovò Ryo già a letto. Si sistemò sulla
poltrona, spense la luce e, come la sera precedente, non
appena fu certa che lui dormisse andò a distenderglisi
affianco. Solo che Ryo era sveglio...aveva aspettato che
lei si sistemasse prima di avvolgerla con un braccio e
stringerla con dolcezza "Buona notte, socia"
sussurrò. "Buona notte, Ryo" rispose lei,
emozionata ma felice.
Alle sei Kaori era pronta. Prima di uscire andò a
salutare Ryo, che ancora dormiva profondamente.
Lo baciò su una guancia, "Io vado, ci vediamo
stasera" gli sussurrò in un orecchio. Mentre si
stava allontanando lui l'afferrò per un polso...Kaori si
fermò di colpo...si era alzato e le si era avvicinato
fino a sfiorarla...si voltò verso di lui..."Stai
attenta" le sussurrò prima di baciarla. Poi la
lasciò andare. Lei si allontanò lentamente "Non
preoccuparti" disse uscendo dalla stanza. Prima di
lasciare l'appartamento si fermò "Ah, Ryo,
dimenticavo..." gridò "...non provare a uscire...c'è
una piccola bomba collegata alla porta quindi non aprirla...buona
giornata" concluse prima di chiuderlo dentro.
Contattare Miki e Umibozu non fu difficile...le bastò
andare in strada per qualche istante prima di tornare al
sicuro nell'edificio.
La prima a raggiungerla fu Miki. "Kaori, che c'è?"
esordì la donna entrando.
"Niente...te lo dico non appena arriva Falcon"
rispose tranquilla.
L'uomo arrivò dopo qualche minuto.
"Allora?" chiese.
"Dobbiamo andare in un posto..." e spiegò con
calma qual era la sua idea.
"E Saeba?" chiese Miki.
"Beh...diciamo che fa la guardia all'appartamento"
fece Kaori sorridendo.
"Sei sicura che non andrà in giro?" Falcon era
sospettoso.
"Gli ho detto che c'è una piccola bomba collegata
alla porta."
"Kaori sei pazza?" Miki era stupita.
"Calmati Miki...non ho messo nessuna bomba...però
non credo Ryo abbia voglia di vedere se scherzo...."
era proprio soddisfatta. "Comunque" confessò
"ho messo un sensore...se la porta si apre una
macchina fotografica scatterà una bella istantanea...se
scopro che è uscito stasera lo ammazzo" concluse
feroce.
I tre si avviarono...le donne davanti, sembravano due
amiche che andavano a fare shopping, Falcon qualche
decina di metri dietro a loro controllava la situazione.
Camminavano già da parecchio quando Miki ruppe gli
indugi "Kaori, è successo qualcosa tra te e Saeba?"
chiese scrutandola con attenzione.
"Perché?" tergiversò lei avvampando.
"Mi sembri...diversa" continuò l'altra.
"Beh...ecco..." confessò Kaori "in
effetti..." e le fece un breve riassunto di quello
che era accaduto.
"Era ora" commentò Miki alla fine "sono
felice per te..."
"Già..." poi con voce bassa continuò "Miki...potresti
evitare di dirlo alle altre?" Aveva bisogno di tempo
per abituarsi all'idea...non era ancora pronta ad
affrontare i commenti e le battute di Reika e Saeko.
"Come preferisci..." L'amica capiva benissimo
quello che stava passando.
"Grazie" si sentì profondamente sollevata.
Quando arrivarono alla meta (un palazzo costruito qualche
decennio prima) il trio si riunì un attimo prima di
separarsi di nuovo.
"Voi scendete...io resto qui di guardia"
Umibozu era tranquillo...nessuno li aveva seguiti.
Le due obbedirono e andarono in cantina.
Ecco dove si allenava Kaori...una cantina.
L'addestramento era molto semplice...doveva stare in una
stanza buia, sotto il tiro di un fucile ad aria compressa
ed evitare di essere colpita...ovviamente non sapendo
quando l'arma avrebbe sparato.
Nei giorni precedenti sarebbe morta almeno una trentina
di volte se i proiettili non fossero stati di gomma, pensò
Kaori entrando nella stanza.
Miki
la chiuse dentro, controllò il fucile e fece partire il
computer che gestiva i tempi di sparo.
Sola, al buio, ripensò alle indicazioni di Bloody Mary
"Vedi...inconsciamente il tuo corpo sa quando c'è
un pericolo imminente...già, l'istinto...devi solo
imparare a sentire i suoi avvertimenti...non è facile...prima
devi riuscire a guardare chiaramente dentro di te...solo
allora riuscirai a percepire il pericolo...è come una
nota stonata in una melodia..."
Guardare chiaramente dentro di sé...Kaori sorrise a quel
pensiero. Gli avvenimenti degli ultimi giorni avevano
creato un groviglio nel suo cuore e nella sua mente...con
calma...metodicamente...doveva sciogliere ogni nodo...eliminare
ogni insicurezza...doveva ritrovare la serenità
interiore che le avrebbe permesso di percepire il
pericolo...il primo proiettile la colpì a un braccio...soprattutto
doveva sbrigarsi...doveva imparare a non lasciarsi
distrarre da tutto quello che aveva nel cuore, a non
lasciarsi ottenebrare dalle emozioni...il secondo
proiettile prese in pieno la spalla...il dolore la spronò
a concentrarsi.
Quando ritornò a casa era soddisfatta...dolorante, ma
soddisfatta...già, verso la fine era addirittura
riuscita a evitare qualche proiettile. Per la prima volta
riusciva a intuire quale sforzo immane doveva fare Ryo
ogni volta che percepiva l'avvicinarsi di una minaccia.
Era come bloccare un fiume in piena e trasformare
all'istante il suo letto in un deserto. Svuotare in un
attimo il cuore e la mente e prepararsi ad agire. Chissà...forse
un giorno anche lei sarebbe riuscita a farlo con tanta
rapidità...
Mentre pensava a tutto questo scollegò il sensore ed
entrò in casa "Sono tornata" salutò.
"Sono in cucina" gridò di rimando Ryo.
Lo raggiunse e rimase a bocca aperta...aveva preparato la
cena. "Ryo..." Kaori non sapeva cosa dire.
"Se aspettavo te, stavo fresco" la punzecchiò.
Una martellata di 100 t lo fece aderire al pavimento
"S*****O!! Non ero mica a divertirmi!" ruggì
lei e si diresse con passo deciso verso il bagno. "Anche
tu mi sei mancato, stupido" sussurrò con dolcezza
mentre gli passava accanto.
"Mi faccio una doccia e arrivo" gli gridò dopo
un po'.
Alla vista dell'immagine del suo corpo nudo riflessa
dallo specchio Kaori si rattristò...era coperta di
lividi...ne contò 12, ma probabilmente alcuni non erano
ancora visibili..."Sono proprio imbranata" pensò.
L'acqua iniziò a scorrerle addosso, si lasciò rilassare
da quel caldo massaggio. Assieme alla stanchezza se ne
andò anche lo sconforto. "Gli ultimi tre proiettili
li ho evitati...domani andrà meglio" si fece forza
mentre si asciugava.
Dopo qualche minuto ritornò in cucina. Ryo era lì,
anche se faceva finta di leggere una rivista non si
perdeva neanche il suo più piccolo movimento.
"Com'è andata?" le chiese distrattamente.
"Bene" rispose Kaori, ma si rese subito conto
che la sua bugia non era credibile "Beh" si
corresse "sto migliorando...Con te? Cosa hai fatto?"
non voleva parlare del suo allenamento...
"Dormito....cos'altro potevo fare?" rispose con
tono annoiato. Poi piagnucolando "Kaori, il piccolo
Ryo è stufo di stare a casa da solo, domani posso uscire...posso...posso?"
"Fa come vuoi" ripose con aria rassegnata.
"Evviva" gridò lui, poi, con la sua solita
faccia da maniaco "New York preparati..." Kaori
non gli permise di finire la frase, lo spiattellò al
suolo con violenza.
"E io che volevo fidarmi di te" ringhiò.
"Domani te ne stai a casa, così impari!" il
suo tono non ammetteva repliche.
Si misero a mangiare.
"Però..." commentò Kaori "visto che la
mia cucina non ti piace perché da domani non cucini tu?"
Lo sguardo di Ryo la fulminò.
"Scherzavo..." si giustificò subito.
La cena proseguì in silenzio. Finito di mangiare Ryo si
alzò e si diresse in salotto. "Dove vai?"
chiese Kaori.
"Di là, perché?"
"Potresti farmi compagnia..." suggerì lei.
"Se insisti..."
"Se non ti va, vattene pure" era furiosa. A
quelle parole Ryo si voltò "Non capirò mai le
donne" commentò allontanandosi.
Si distese sul divano, era distrutto. Anche se aveva
promesso di riposare non aveva resistito...verso le dieci
aveva raggiunto Falcon e gli aveva fatto compagnia mentre
sorvegliava il palazzo...non era che non si fidasse...solo
che così si sentiva più sicuro. Poi aveva dovuto
precedere Kaori, fermarsi a comprare la cena e arrivare a
casa in tempo per fare finta di non essere mai uscito...
Forse aveva preteso un po' troppo da sé stesso...
Kaori sparecchiò, poi si mise a lavare i piatti...doveva
smaltire la rabbia prodotta dall'atteggiamento di Ryo.
Mentre riponeva le stoviglie si accorse che c'era troppo
ordine...Ryo era rimasto in casa tutto il giorno, non
poteva essere stato così bravo...ma allora...l'aveva
seguita...la sua rabbia sbollì di colpo...ecco perché
era andato in soggiorno...era troppo stanco per fare
ancora la commedia..."Stupido" pensò con
affetto.
"Tra cinque minuti ho finito, poi vado a dormire. Tu
che fai?" gridò.
Non ottenne risposta. Finì di rassettare, poi andò in
camera. Ryo era già sotto le coperte che l'aspettava.
Kaori spense la luce e si diresse alla poltrona. "Devo
fare finta di dormire anche questa sera?" le chiese
con dolcezza.
Lei non rispose...non aveva senso continuare la commedia,
lo sapeva.
Si avvicinò al letto e si distese sopra le coperte,
accanto a lui. Ryo l'abbracciò. Stretta tra le sue
braccia gli sussurrò "La prossima volta lascia più
disordine in casa". Sentì i muscoli del giovane
contrarsi per un istante...era stato scoperto. "Va
bene" le disse, sorridendo per la propria stupidità.
Kaori si mosse, adesso le loro labbra si trovavano solo a
pochi centimetri di distanza. "Se vuoi domani vieni
pure, però...non stancarti troppo, va bene?" la sua
voce era un flebile alito di vento. "Te lo prometto"
rispose lui posandole un bacio sulla fronte.
Rimasero così per un po', poi si addormentarono...entrambi
avevano trascorso una giornata molto faticosa.
Il nuovo giorno non fu molto diverso dal precedente.
L'unica novità fu rappresentata dalla telefonata di
Saeko.
"L'abbiamo trovato." Disse concisa "Veniamo
lì tra un'ora per discutere il piano" e riagganciò.
Alle otto di sera erano tutti riuniti...il tavolo della
cucina era ricoperto di carte e mappe...
"Il bastardo ha assoldato un esercito...ci sta
aspettando, ecco perché non si è più fatto vivo"
commentò Falcon.
"Già...qui ci vorrà un'entrata in grande stile,
sei contento?" fece Ryo.
"Che cosa devo procurare?" chiese Bloody Mary.
I due si guardarono...Umibozu cominciò a dettare
l'elenco delle armi, ogni tanto Ryo interveniva per
modificare le proposte dell'amico.
"Mi ci vorranno almeno due giorni per recuperare
tutta questa roba" concluse Mary guardando l'elenco
"forse sarebbe meglio svaligiare un deposito
militare" pensò.
"E per il trasporto?" intervenne Miki.
"Ci vorrebbero due elicotteri e una jeep..."
considerò Falcon.
"Me ne occupo io" fece Saeko "mi rivolgerò
al dipartimento di polizia di New York...in fondo sono
qui in veste ufficiale" concluse la poliziotta.
"Bene, ci vedremo qui tra due giorni per sistemare
gli ultimi dettagli" disse Umibozu alzandosi.
Poi il gruppo si separò.
"Ancora due, forse tre giorni e poi sarà tutto
finito" pensò Kaori chiudendo la porta.
"Sai Ryo, mi piace New York" commentò
distrattamente prima di andare a dormire.
Già...a letto...con Ryo...provava ancora un certo
imbarazzo, anche se non come all'inizio...comunque c'era
sempre la coperta che li separava...non aveva il coraggio
di eliminare quell'ultima barriera...era strano...Ryo,
che era sempre pronto a saltare addosso a ogni donna che
vedeva, con lei aveva una pazienza infinita...chissà,
forse anche lui aveva paura di spingersi troppo oltre...di
perdere il controllo della situazione...già, ma perché
avere paura...di cosa poi...in fondo lo amava no?
Questi pensieri la resero triste...andò a letto...al
buio, accanto a Ryo "Stringimi" sussurrò.
Il suo caldo abbraccio la rincuorò. "Che c'è?"
chiese lui dopo un po'. "Non mi capisco più."
Spiegò sconfortata. Ryo la strinse più forte...non
poteva fare altro. Kaori si abbandonò alla meravigliosa
sensazione che quell'abbraccio le dava. Si addormentò.
Si svegliò ancora tra le sue braccia...l'aveva tenuta
stretta tutta la notte...un profondo senso di pace la
pervadeva...
Andò a prepararsi...sarebbe stato il suo ultimo
allenamento...già...prima della battaglia ci vuole il
riposo...pensò vestendosi. Ryo dormiva ancora...probabilmente
durante la notte non aveva riposato un granché...si sentì
sciocca...doveva smetterla con i suoi stupidi timori..."In
amore non si può avere paura" si disse.
Gli si avvicinò e lo baciò delicatamente prima di
andare via.
Quel pensiero le rimbombava nella mente mentre scendeva
le scale del palazzo...quanta verità conteneva...
Avrebbe smesso di dubitare...avrebbe seguito solo il suo
istinto.
Le ombre che aveva nel cuore sparirono di colpo...quando
arrivò in strada era contenta.
L'allenamento fu proficuo...stava migliorando di giorno
in giorno.
Era il tramonto quando uscì...Ryo la stava aspettando
assieme a Falcon.
"Come è andata?" le chiese.
"Bene" rispose con un sorriso, ma il suo corpo
la contraddiceva: i suoi movimenti erano legnosi e spesso
una smorfia le attraversava il volto...l'addestramento
era veramente duro, per fortuna era finito.
"Ho una fame che non ci vedo" aggiunse mentre
il gruppetto si stava avviando.
Si fermarono a mangiare per strada...era il primo svago
che si concedevano da quando erano a New York.
Arrivarono a casa a notte inoltrata, Kaori era stanca
morta.
Si appoggiò a una delle pareti dell'ascensore. "Non
ce la faccio più" disse sbadigliando.
Ryo la stava osservando "Che c'è?" gli chiese.
"Niente" rispose lui mettendosi a fissare le
luci del pannello, era preoccupato...non l'aveva mai
vista così distrutta.
Quando arrivarono al loro piano le si avvicinò e senza
parlare la prese in braccio.
"Ryo..." provò a protestare, ma lui non le
diede retta. La portò fino in camera e la fece sedere,
poi senza dire una parola si voltò e uscì.
Kaori si cambiò e andò a letto, addormentandosi
all'istante. Si svegliò in piena notte...Ryo era accanto
a lei, ronfava beatamente, svaccato come al solito. Si
alzò... "Non vorrai mica beccarti un raffreddore
proprio adesso" pensò affettuosamente mentre lo
rimboccava, poi tornò ad infilarsi sotto le coperte. Gli
si avvicinò...per la prima volta non c'era niente che li
separasse...nessuna coperta...niente...il suo cuore
batteva rapido.
Anche Ryo era sveglio...Kaori era vicina...troppo vicina...il
suo autocontrollo era al limite...Dio quanto la
desiderava...
"Kaori..." sussurrò, la sua voce era tesa...tremendamente
tesa.
Lei capì al volo, ma non si allontanò, anzi... lo baciò...non
sarebbe più fuggita...Ryo ricambiò il suo gesto, ma fu
più coinvolgente: non la stava baciando solo con le
labbra o la bocca...la stava baciando con tutto se stesso...Kaori
cominciò a bruciare di una passione irresistibile...succeda
quel che deve succedere...pensò prima di lasciarsi
andare definitivamente al dominio dei sensi.
Quando Ryo si svegliò una dolce fragranza invadeva la
stanza. Seguendo quel profumo arrivò fino in cucina.
Kaori stava facendo da mangiare...
"Buon giorno" lo salutò "cominciavo a
temere che fossi morto" scherzò.
"Perché, che ore sono?"
"E' subito ora di pranzo"
Ryo si guardò attorno, la cucina sembrava un campo di
battaglia "Si può sapere che succede?"
"Ha telefonato Mary...ha detto di aver trovato tutto
e ha chiesto quando potevano venire, beh, visto che c'ero
li ho invitati a pranzo...su muoviti...va a darti una
sistemata...saranno qui tra poco." Spiegò
muovendosi tra un fornello e l'altro indaffaratissima.
Ryo obbedì. Si stava ancora lavando i denti quando suonò
il campanello.
"Puoi andare tu?" gli gridò Kaori dalla cucina.
Erano Miki e Falcon. "Wow, Miki, come sei carina
oggi" disse con ancora lo spazzolino in bocca. Stava
per fiondarsi su di lei ma percepì una minaccia
avvicinarsi "Ryo..." Kaori era sul piede di
guerra.
"Scherzavo...il piccolo Ryo va a finire di lavarsi i
denti" e si defilò rapidamente.
"Kaori, ti serve una mano?" chiese l'amica.
"Miki, sei un angelo" e si diressero in cucina.
Quando
arrivarono anche le altre il gruppetto si mise a tavola...Kaori
si era data da fare, perfino Falcon si alzò sazio.
Erano passate le due quando finalmente si misero a
discutere del piano.
"Ci muoveremo domani sera...ci troveremo alle sei
qui" disse Saeko indicando un parco in periferia.
"La jeep e gli elicotteri saranno lì ad aspettarci".
"Come ci dividiamo?" chiese Reika.
"Io e Umibozu prendiamo la jeep, su un elicottero
andranno Miki e Kaori, sull'altro tu e Saeko"
rispose Ryo.
"E io?" fece Mary.
Ryo si voltò verso di lei "Hai già fatto anche
troppo per noi...non posso permettere che tu venga."
"Ma Ryo.." provò a protestare la donna.
"Ha ragione Mary...tu devi pensare a Eric, non puoi
permetterti di rischiare..." intervenne Kaori
"...non mi perdonerei mai se ti succedesse qualcosa...ti
devo già così tanto."
Mary si arrese, ormai quello non era più il suo mondo.
Per la strategia non ci fu molto da discutere...Ryo e
Falcon ne avevano parlato a lungo mentre sorvegliavano
Kaori.
I due uomini sarebbero entrati dall'ingresso principale e
avrebbero raggiunto Miki e Kaori sul lato est
dell'edificio prima di tornare nuovamente all'attacco.
Reika e Saeko si sarebbero mosse in seguito, per un
eventuale missione di salvataggio.
Era inutile andare tutti insieme...probabilmente loro
quattro sarebbero stati sufficienti.
In effetti, viste le loro capacità e il loro
equipaggiamento avrebbero potuto conquistare una piccola
nazione.
Mary si alzò "Io me ne vado...mi raccomando, state
attenti...ci vediamo a missione compiuta" li salutò.
Anche gli altri la seguirono, per la prima volta potevano
godersi un pomeriggio di libertà e non avevano nessuna
intenzione di passarlo in casa.
Kaori chiuse la porta alle loro spalle. "Quando
tutto sarà finito potrò andare anch'io a visitare la
città..." commentò con un velo di tristezza. Era
stufa di stare sempre al chiuso.
"Dai Ryo, vieni che ti cambio la fasciatura"
doveva pur tenersi occupata in qualche modo.
Le ferite di Ryo si erano quasi completamente rimarginate
"Come ti senti?" gli chiese mentre sistemava le
nuove bende.
"Puoi smettere di preoccuparti" la rassicurò
"sto bene". Poi quando la medicazione fu finita
si rivestì e andò in salotto.
Kaori lo raggiunse poco dopo...era seduto sul divano, una
dolce melodia risuonava nella stanza. Si accoccolò sul
divano, Ryo allungò un braccio e l'attirò a sé...trascorsero
il pomeriggio così: abbracciati, al buio, ascoltando i
dischi di un uomo che non avrebbero mai conosciuto.
L'ora della battaglia si stava
avvicinando...Kaori era agitatissima...per la prima volta
avrebbe partecipato ad una missione e non come facchino o
ostaggio...ormai la consideravano una di loro...a tutti
gli effetti...avrebbe coperto le spalle a Ryo...
Già, e se avesse fallito...se avesse commesso qualche
errore...lui avrebbe pagato con la vita...forse non
avrebbe dovuto andare...
Ryo la guardava...sapeva benissimo a cosa stava pensando
"Rilassati" le disse abracciandola mentre il
chiarore dell'alba invadeva la stanza "andrà tutto
bene". "Già..." anche lei avrebbe voluto
esserne così sicura.
Mancavano ancora molte ore allo scontro, Kaori si
aggirava per la casa come un anima in pena...cercava di
sembrare normale ma saltava ad ogni rumore...aveva paura
di non essere all'altezza della situazione.
A pranzo non mangiò nulla...il suo stomaco era chiuso
per la tensione. Ryo la guardava preoccupato...se non si
fosse rilassata non avrebbe combinato niente di buono.
Alle due cominciò a prepararsi...metodicamente...meticolosamente...per
lui era quasi un rito...lo aiutava a trovare la giusta
concentrazione. Kaori lo guardava stupita...nonostante
fossero anni che vivevano insieme non si era ancora
abituata alla trasformazione che avveniva in Ryo quando
si preparava alla lotta... anche lei avrebbe dovuto
imparare a comportarsi così. Era inutile...malgrado
tutti i suoi sforzi non riusciva a vincere la tensione
che la pervadeva. Andò a vestirsi.
Stavano per lasciare l'appartamento. Kaori era pronta ad
uscire ma Ryo la fermò "Kaori..." si voltò a
guardarlo...il suo sguardo era serio "...io mi fido
di te" disse prima di baciarla. Quel gesto sciolse
tutte le sue angosce...quando giunsero in strada aveva
ritrovato la calma.
Arrivarono puntuali. Come annunciato da Saeko gli
elicotteri e la jeep li stavano aspettando, per il resto
il parco era deserto...la polizia impediva l'acceso agli
estranei, Ryo aveva visto una decina di poliziotti
aggirarsi nella zona.
Si divisero le armi. Falcon si avventò avido su bazooka
e lanciarazzi, nonché su bombe granate e simili, Kaori
lo seguì a ruota...visto che con la pistola non era un
granché era meglio usare altri sistemi...Ryo e Miki si
tennero leggeri...qualche mitragliatore e parecchi
proiettili. Saeko e Reika presero quello che restava...entrambe
sapevano che non avrebbero avuto molto lavoro.
Poi il gruppo si separò...Kaori guardò la jeep che si
allontanava seduta sul sedile dell'elicottero.
"Sei preoccupata?" le chiese Miki.
"Un po'" poi si chiuse in sé stessa...doveva
concentrarsi per fare bene il suo ruolo.
Le due donne arrivarono che la festa era già cominciata.
"Sono stati veloci" commentò Miki.
"Già...quando si tratta di andare a divertirsi"
rispose Kaori.
L'elicottero le depositò non molto lontano
dall'edificio, il giardino era pieno di mercenari, ma le
bombe di Kaori si rivelarono estremamente efficaci.
Arrivarono rapidamente al muro est. Falcon e Ryo le
raggiunsero quasi subito. Umibozu non sembrava
particolarmente soddisfatto "Pivellini...ha
assoldato dei pivellini"
"Smettila di lamentarti e andiamo" Ryo non
amava perdere tempo.
Entrarono..."Falcon, tu e Miki ripulite il piano
inferiore...noi penseremo al resto" ordinò Saeba
salendo le scale, seguito come un ombra dalla sua socia.
Kaori si muoveva bene: rapida, precisa, un po' troppo
rumorosa forse, ma del resto con delle bombe cosa si può
pretendere?
La roccaforte di Sakeda era molto grande...ci misero un
po' a ripulirla.
Ryo e Kaori avevano controllato quasi tutto il secondo
piano, mancavano solo poche stanze quando finalmente
trovarono il padrone di casa.
"Finalmente siete arrivati" l'uomo era seduto
su un divano, stava sorseggiando un bicchiere di vino,
protetto da un vetro antiproiettile.
"Mi dispiace che abbia dovuto aspettare..." Ryo
era pronto a fronteggiarlo...se lui non poteva colpirlo,
neanche Sakeda poteva sparare.
"Mi sembra che manchi ancora qualcuno...scusate se
non offro da bere anche a voi..." disse alzando il
calice verso di loro. Poi bevve lentamente.
Umibozu e Miki arrivarono poco dopo. Solo allora Sakeda
si alzò. "Ora che ci siamo tutti..." e attivò
un telecomando.
"Fuori di qui, presto" gridarono Ryo e Falcon
contemporaneamente.
I quattro si lanciarono verso la porta, ma era troppo
tardi. L'esplosione li investì in pieno, scaraventandoli
con violenza in corridoio. Mentre si stavano ancora
riprendendo dall'urto, Sakeda si avvicinò, estrasse la
pistola e la puntò contro Kaori.
"Buttate le armi o la uccido" intimò.
Obbedirono senza discutere.
"E adesso potrò finalmente vendicarmi" il suo
sguardo era carico di odio.
Kaori lo guardava per nulla intimorita. Lentamente si alzò
in piedi, fissava senza paura l'uomo che le stava di
fronte "La tua vita vale così poco?" chiese.
Parlava con calma, muovendosi impercettibilmente in modo
da riuscire a nascondere Ryo e permettergli di recuperare
la pistola. "Noi siamo qui solo per arrestarti, se
ti arrendi sopravviverai...ma se mi uccidi, pensi che ti
risparmieranno? Sono in tre...almeno uno di loro riuscirà
a spararti." Un lampo di indecisione attraversò gli
occhi dell'uomo. Kaori si mosse, Ryo sparò, la pistola
di Sakeda esplose. Tutto era finito in un attimo.
La giovane si voltò e aiutò Ryo ad alzarsi. "Complimenti
socia, ottimo lavoro" era soddisfatto.
Anche Miki la stava guardando "Kaori, sei stata
veramente brava".
Arrossì di colpo...non era abituata a ricevere tanti
complimenti "Beh, ho fatto solo il mio dovere..."
era imbarazzatissima.
"Vedo che il nostro aiuto non vi serve" salutò
Reika.
Saeko andò dritta ad ammanettare Sakeda. "Però...potevate
andarci più leggeri" commentò guardandosi attorno.
"Se i nostri sistemi non ti piacciono puoi sempre
pensarci tu...in fondo anche questa volta hai scaricato a
noi il tuo lavoro".
"Su dai Ryo, stavo scherzando..." la poliziotta
si allontanò rapidamente col suo prigioniero, scortata
da Reika.
I quattro scesero lentamente in giardino...la jeep era
andata distrutta, avrebbero dovuto tornare in elicottero.
Kaori si liberò delle armi, poi guardò Ryo. "Che
ne dici di tornare a casa a piedi?" chiese.
"Andiamo" le rispose il giovane avviandosi.
"Aspettami" urlò Kaori correndogli dietro. Lo
raggiunse e lo prese a braccetto "Sarà una
bellissima nottata" commentò guardando il cielo
stellato. Ryo la guardò, si sciolse dalla sua stretta e
le passò il braccio attorno alle spalle attirandola a sé
con dolcezza "Già..."
Miki li guardava allontanarsi "Falcon, te ne sei
accorto anche tu?" chiese senza voltarsi.
"A cosa ti riferisci?" anche l'uomo stava
osservando i due che si allontanavano.
"Prima..." spigò la donna.
"Già" commentò lui.
Ryo e Kaori si erano mossi con una sincronia incredibile...si
erano sempre capiti al volo, ma questa volta...non si
erano neanche guardati...avevano agito come fossero una
cosa sola...
Niente avrebbe mai potuto separarli, Miki ne era certa.
Il gruppo si ritrovò qualche giorno dopo al porto.
"E così ve ne tornate a casa in nave?" chiese
Miki.
Kaori era contenta "Già...ho sempre sognato di fare
una crociera e poi...sai che a Ryo non piace volare..."
"A proposito..." si guardò attorno. Saeba era
scomparso "Sai dov'è quel disgraziato?" ruggì.
Ryo stava importunando una ragazza "Ti porto io i
bagagli..." ma il martello di Kaori lo fece
sprofondare nella banchina.
"Mi volto un attimo e tu che fai? Maniaco!!!" e
senza perdere tempo gli mise un guinzaglio. "Vediamo
se così ci riesci!!!" era furibonda. "Sei
pazza, liberami" gridò lui, ma lei non lo ascoltava.
Trascinandolo per la catena andò a salutare gli amici,
poi salì la passerella.
"Povera Kaori" commentò Saeko "non credo
si divertirà molto."
"Io mi chiedo come fa a sopportarlo" aggiunse
Reika.
Sulla nave Kaori fissava la statua della libertà
allontanarsi...sentiva un po' di nostalgia, sapeva che
non ci sarebbe mai più tornata. L'urlo di una ragazza la
distolse dai suoi pensieri. Ryo si era liberato e era
partito all'attacco.
Kaori prese uno dei suoi martelli e cominciò a
inseguirlo sul ponte della nave...non sarebbe stata una
crociera tranquilla.
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