ALL'ULTIMO
RESPIRO
Spoilers: parecchi, soprattutto da
Ascension, Memento mori ed altri.
Prologo
Ho permesso
che succedesse. Ho permesso tutto. Questa settimana di
stage di medicina legale che devo condurre a Quantico mi
servirà per prendere tempo. E' successo ed io non so più
come gestire la cosa, la vita mi è fuggita di mano e
tutto si è rovinato. Per sempre. Non posso rimanere lì,
a vedere i suoi occhi, la sua bocca, le sue mani, il suo
corpo. Quegli occhi, quella bocca, quelle mani, quel
corpo a cui ho permesso di fare delle cose che mai avevo
permesso a nessuno, che mai avevo pensato che avrei più
permesso a nessuno. No, non posso. Fuggire non sarà una
soluzione, mi dice dentro una voce, che mi suggerisce che
io devo amare quest'uomo: devo amarlo perché lui mi
stima come persona, sono la persona che stima più al
mondo. Devo amarlo perché io sono la sua migliore amica,
e lui una volta almeno lo era. Devo amarlo perché non
troverò mai un uomo che mi ama come mi ama lui, mai più,
vivesse mille anni. Mi ama senza riserve, senza problemi,
per sempre. Ma il mio orgoglio ha avuto la meglio. Fuggirò
e forse tutto potrà diventare come prima di allora,
quando eravamo amici.... O forse non lo vedrò più e
potrà essere anche questa una soluzione, anche se
drastica...
Parte
prima.
Quel
mattino, in ufficio, giunse una telefonata dai Gunmen:
"Mulder e Scully, a Whitterbone nel Maine, sono
state trovate due ragazze: sono tutte e due in stato di
choc, bisogna capire cosa è successo, i genitori
vogliono giustizia! Ci sono cose poco chiare, pare ci sia
la testimonianza di una loro compagna di scuola che fa
pensare ad un sequestro alieno..."
Poco dopo Mulder aveva il permesso di indagare e siamo
partiti, insieme, come sempre.
Non potevo lasciare Mulder da solo e così l'ho seguito là.
Del resto, ultimamente Skinner aveva dimostrato parecchia
considerazione per il nostro lavoro, e quindi... Poi
quando c'erano in gioco famiglie disperate, eravamo tutti
pronti a scattare. Veramente Skinner si aspettava che
venisse fuori qualcosa legato al consumo di stupefacenti.
Era sempre molto sensibile al problema della droga,
soprattutto quando colpiva i giovanissimi.
Arrivammo a
Whitterbone a metà mattina: una cittadina allegra e
ridente, con tanto verde, tante attività, culturali e
non. Ma dietro alle cose più normali possono nascondersi
le cose peggiori. Andammo subito all'ospedale.
Monica Whitman e Susan Anderson erano compagne di scuola,
al liceo, e vicine di casa e amiche: andavano a scuola in
bicicletta e una sera non erano tornate a casa: tre
giorni dopo erano state trovate nella foresta, mezze nude
e in stato di choc. Erano due ragazze normali, giocavano
nella squadra di pallavolo del liceo, erano appassionate
di cinema, amavano gli animali, con due ragazzi non
ancora ufficializzati. Ed erano due morte viventi, adesso.
Stese nei letti, con gli occhi aperti, terrorizzate.
La famiglia chiese a me di esaminarle:
" Sappiamo che lei è un medico e un agente dell'FBI
onesta, e vogliamo che lei ci dica cosa è successo loro:
le cartelle cliniche sono confuse..."
Ho evitato di far loro notare che normalmente io
faccio il medico legale. Ma io sono e resto un dottore e
devo occuparmi dei malati. E' mio dovere. Le ho
addormentate, anche se erano immobili: Mulder era accanto
a me, ma mentre toglievo loro il camice da ospedale gli
ho chiesto di allontanarsi. "D'accordo, vado a
parlare con la famiglia!"
L'ho visto andare nel corridoio, e fungere da
sostegno ai genitori. Ha porto il fazzoletto alla madre
di una ragazza che piangeva, ha stretto le spalle dei due
padri... Mi sono detta, prima di procedere all'esame che
forse ha sbagliato lavoro, forse doveva fare il prete.
Poi ho iniziato a guardarle.
Sui capezzoli di quelle due ragazze, di tutte e due,
c'era il segno come di qualcosa che avesse pompato: erano
arrossati e duri. Vicino all'ombelico, proprio sopra,
c'era il segno di un'iniezione e come se fosse stato
impiantato qualcosa. Io ho cominciato a tremare, a
ricordare qualcosa: qualcuno in camice che mi spogliava e
mi metteva due ventose ai capezzoli, che pompavano
pompavano finché i miei capezzoli diventavano duri... E
poi mi mettevano un ago vicino all'ombelico... E il mio
ventre diventava gonfio, orrendamente gonfio,
terribilmente gonfio...
Ho poi esaminato i loro genitali: qualcosa le aveva
penetrate: avevano le labbra gonfie, il clitoride
arrossato e qualche piccola escoriazione nella vagina.
Niente sperma. Mi è girata la testa: delle mani fredde
che mi allargavano le gambe, mi denudavano e mi
infilavano nella vagina un tubo di gomma e ferro, piccolo
ma doloroso. Ho iniziato a tremare, mentre le lacrime mi
correvano sulle guance: di colpo rivivevo qualcosa... Le
hanno stuprate ed umiliate, come me.... Sono uscita di
corsa dalla stanza, passata davanti a Mulder ed ai
genitori delle ragazze, e sono entrata nel bagno. Ho
iniziato a vomitare: mi hanno presa, umiliata, violata,
costretta a chissà cosa: mi hanno strappato il piacere,
la femminilità, la possibilità di mettere al mondo dei
bambini. Mi sono sentita una merda, vomitavo e piangevo.
"Scully, tutto bene?"
La voce di Mulder, dolce e tranquilla, appena con un filo
di preoccupazione, mi ha scosso.
"Sì, mi gira la testa, sai..."
Magari penserà che sono in quei giorni... Ma io quei
giorni non ce li ho più da quando mi hanno rapita. Non
ho più desiderio, non ho più niente: non sono mai stata
un'assatanata sessuale, ma ora ho perso tutto. Nessun
uomo mi deve più desiderare, nessuno. Mi sono ricomposta
e sono andata dai genitori delle ragazze:
"Sono in stato di choc. Credo abbiano subito
un'aggressione.... anche di tipo sessuale, posso rimanere
qui per seguirle... Ho fatto un prelievo, non so se c'è
di mezzo anche la droga. Sono vigili, non in coma ed in
stato di choc... Vi prometto che le seguirò".
Ho letto la disperazione negli occhi di quei genitori, e
in quelle due bambine avevo rivisto me...
Molto gentilmente ci hanno consigliato un simpatico motel:
io ero in silenzio e disgustata, impaurita e tremante.
Mulder se ne è accorto, anche se io cercavo di darmi un
tono, facendo osservazioni tipo che bisognava fare
indagini sull'ambiente familiare delle ragazze. Non
poteva non accorgersene: lui ha sempre saputo leggere in
me come in un libro aperto...
Mulder mi ha accompagnato fino alla porta della mia
stanza e mi ha detto:
" Ed ora dimmi cosa c'è, ti prego: sei sconvolta,
mi preoccupi."
"Preferisco non parlarne", e l'ho chiuso
fuori dalla mia stanza, dove ho iniziato a scrivere il
rapporto sulle due ragazze.
Oddio, la vergogna tornava in me: il dolore, lo
smarrimento, l'umiliazione: a gambe aperte, con quella
sonda dentro, quelle altre due sui miei seni, e un'altra
che mi stuzzicava, mi faceva male e mi strappava il
piacere di forza... Ho iniziato a piangere convulsamente,
e ho continuato anche dopo che mi ero fatta una doccia,
che mi ero infilata il pigiama, che mi ero messa a letto.
Il rapimento, Duane Barry che mi trascinava, io che
svenivo e poi finivo in quel posto, dove mi facevano
quello. Odiavo me stessa ed il mio corpo: sono crollata
in un sonno in cui ho rivissuto tutto. Ho continuato a
piangere, ad agitarmi, a gridare. Il dolore e
l'umiliazione di quel giorno sono tornati in me. Ho
sentito Mulder che bussava alla mia porta, che mi
chiedeva se fosse tutto a posto. Perché gli ho aperto?
Perché volevo vederlo, parlargli. Mi sono buttata tra le
sue braccia, quelle che tante volte erano state le
braccia di un amico, di un confidente.
"Hai avuto un incubo, Scully?", mi ha detto,
cullandomi tra le sue braccia, come un papà la sua
bambina.
"Ero di nuovo stata rapita, e mi facevano....."
"Che cosa?"
"Oh,
Mulder, io so cosa hanno fatto a quelle ragazze... credo
che l'abbiano fatto anche a me, credo di sì...."
Non so perché gliel'ho detto. Gli ho detto dell'ago,
del mio ventre, delle mie gambe spalancate, del tubo lì
dentro. Del fatto che in me non c'è più vita, che mi
hanno strappato il piacere, Tutto. Mi aggrappavo a lui,
senza accorgermi ancora che aveva addosso solo i boxer, e
che toccavo la sua pelle, i suoi muscoli, il suo corpo.
L'ho sentito tremare, di rabbia, tristezza ed
indignazione. L'ho sentito stringermi più forte, quasi a
soffocarmi. Mi sono abbandonata tra le sue braccia, come
una bambola di pezza. E lui ha avvicinato il suo volto al
mio ed ha iniziato a baciarmi. Mi portava via le lacrime
dagli occhi, e poi mi baciava la fronte, le guance, gli
occhi, il naso... la bocca.
Mormorava parole strane, "Scully ti voglio, la mia
Scully, io ti renderò la vita. Tu devi avere tutto:
amore, dolcezza, piacere, tutto. Ti giuro che cancellerò
dal tuo corpo cosa ti hanno fatto, lo cancellerò."
Il suo bacio è stato appassionato, incredibile: mi
ha aperto le labbra e ha infilato la lingua nella mia
bocca, esplorandola, leccandomi, mordicchiandomi le
labbra, quasi a voler togliermi il respiro, o a voler
inalare in me una vita nuova. Avevo sempre notato che
Mulder aveva una bella bocca: ma ora quella bocca era
capace di fare cose che io non credevo, e solo rimanendo
sulla mia di bocca. Mi ha quasi risucchiato la lingua
nella sua bocca. Ma non era solo la sua bocca ad essere
attiva. Le sue mani mi avevano slacciato la casacca del
pigiama, me l'avevano tolta, ed ora si stavano occupando
dei miei seni e del mio petto. E della mia schiena. Mi
accarezzavano, stringevano, titillavano, seguivano il
contorno dei miei capezzoli e della mia colonna
vertebrale, entravano nel mio ombelico, facendo nascere
in me sensazioni incredibili. Mi toccava dove loro mi
avevano fatto male: i miei capezzoli erano duri, ora,
contro di lui. E le sue dita accarezzavano il mio addome,
sopra ai miei inutili organi, che ora si risvegliavano al
piacere. E poi mi ha tolto i pantaloni del pigiama. Sotto
non avevo niente e cominciavo a sentire un umido
imbarazzante. E le sue mani hanno scoperto le mie cosce,
le mie natiche, e poi una sua mano è giunta dove voleva
arrivare. Il suo pollice ha iniziato a stuzzicare il mio
clitoride, mentre l'indice è entrato in me. E poi mi
massaggiava dietro, dentro le natiche.
Mi ha fatto stendere sul letto, allargandomi le gambe: ma
non era un'umiliazione come quando ero stata rapita, no,
anche se poteva vedere tutto di me. Insieme all'indice,
via via anche le altre sue dita sono entrate in me,
dilatandomi, facendomi gridare, allargando qualcosa che
era rimasto stretto, malgrado quello che mi avevano fatto.
La sua mano diventava più decisa, alternando violenza a
tenerezza. Mi apriva e mi chiudeva, entrava ed usciva,
mentre io, ormai senza più difese, venivo sulla sua mano.
Ma non aveva finito, no: era la volta della sua bocca,
che ha lasciato il mio volto per il mio corpo, per
scendere sempre più in basso, finché non ha aggredito
quella parte di me ancora dolorante e piena di piacere.
Sono rivenuta di nuovo, quasi svenendo. Mi sono ripresa
in tempo per vederlo stringersi nudo a me, e far trovare
al suo pene il mio corpo. Di nuovo minuti di piacere
infinito: sentivo il mio cuore palpitare, mentre mi
trascinava sempre più in alto, per ricadere poi venendo
insieme a me. Sentivo me stessa gemere, mentre stava in
me, mentre mi prendeva come nessuno aveva mai fatto
prima, con una passione incredibile. La passione che lui
mette in tutte le cose. Poi mi ha baciata ed abbracciata:
ci siamo messi sotto le coperte mi ha stretto sé, la mia
bocca vicino al suo capezzolo, le nostre gambe
intrecciate, il suo pene vicino alla mia vagina e ci
siamo addormentati.
Verso il risveglio una sensazione nuova mi hanno fatto
aprire gli occhi. Ho visto Mulder nel mio letto, nudo,
abbracciato a me. E ho capito che non era stato un sogno,
ma uno sbaglio, uno sbaglio enorme che non doveva
ripetersi. Mi sono alzata in fretta e furia, mi sono
fatta una doccia, mi sono vestita, giusto in tempo per
vederlo svegliarsi. Non avrei più potuto guardare i suoi
occhi senza pensare al suo sguardo quella notte, né le
sue mani pensando al loro ardire nel mio corpo, né la
sua bocca pensando a cosa era stata capace di farmi. Sono
stata fredda, freddissima:"Mulder, dobbiamo andare a
lavorare". Lui cercava di dire qualcosa, ma
non gli ho dato retta.
E' stata la
giornata più imbarazzante della mia vita: evitare una
persona con cui devi lavorare così vicino è un'impresa
titanica. Lui non diceva niente, cercava di incontrare il
mio sguardo, le mie mani, era comunque, devo ammetterlo,
dolce.
Abbiamo indagato nella vita delle ragazze. Due ragazze
modello, che avevano due fidanzatini, campioni di
baseball, Steve Black e Karl Hanson. Carini e teneri come
loro due. Un perfetto quadro, rovinato.
Ho parlato con Steve, che mi ha detto:
" E' vero che ha subito un'aggressione sessuale?"
Non potevo mentire agli occhi puliti di quel ragazzo
e gliel'ho accennato:
"Una specie... non è detto che sia stato un
uomo, magari hanno usato degli oggetti..."
Si è messo a piangere in silenzio, e poi mi ha detto:
" Sono contento di essere stato io il primo, dopo la
gara di pallavolo. Voglio che Monica si riprenda..."
La amava veramente... forse come Mulder amava me: ma
per le due ragazze c'era una vita da vivere, e forse la
possibilità di dimenticare. Per me no, e non volevo
dimenticare, non me lo meritavo. No, non sarebbe più
successo niente di tutto quello....
Speravo che l'episodio della notte prima sarebbe rimasto
un episodio isolato, tanti uomini lo fanno così e poi ti
scaricano, ma mi sbagliavo. Mulder non vorrà mai
rinunciare a me, è quello il problema.
Sono andata in camera sua a portargli il dischetto del
rapporto che avevo fatto, l'indomani dovevamo ritornare
momentaneamente a Washington.
"Scully", mi ha detto, "dobbiamo
parlare tu ed io."
Si è avvicinato a me. Io gli ho detto:
" Non è il caso. "
"Come vuoi!", mi ha detto lui, prendendomi
di colpo di nuovo fra le braccia e baciandomi.
Potevo ribellarmi, scalciare, fare qualcosa, ma quando le
sue labbra hanno di nuovo incontrato le mie, ho perso
ogni controllo. Il mio corpo, sotto, mi ha tradita, il
mio corpo aspettava da tutto il giorno di nuovo le sue
labbra, aspettava di nuovo lui....
Mi ha dato un bacio rude, duro, di possesso, con poca
tenerezza, che mi doveva preparare a quello che sarebbe
venuto dopo.
Mi ha spogliata con la foga con cui una bambina spoglia
una bambola Barbie: mi ha dato poche di quelle sue
carezze sublimi, e mi ha subito infilato due dita nella
vagina, mentre ero ancora in piedi.
Mi ha fatto male, mi è uscito un gemito, ma poi, mentre
lavorava con la sua mano, sono stata di nuovo bagnata.
Poi mi ha fatta stendere, si è spogliato, mi ha aperto
le gambe e mi ha penetrata. Non mi lasciava muovere: mi
teneva ferma per i fianchi, possedendomi con tutto
l'ardore che non credevo avesse, mentre in me dolore e
piacere si mescolavano. Alla fine, collassando su di me,
si è accorto che avevo anche perso del sangue.
Mi sentivo una vergine al primo rapporto, mentre lui
accarezzava le macchie dentro alle cosce e sul lenzuolo,
con tenerezza. Ero sfinita, avevo bruciori e volevo fare
una doccia. Leggendomi nella mente mi ha presa in braccio
e portata in bagno. E' entrato con me nel box della
doccia, ed ha iniziato ad insaponarmi e sciacquarmi. Ora
le sue mani erano gentili, ma decise: non mi lasciavano
scampo, ovunque mi toccassero. Sorridendo mi ha fatta
uscire dalla doccia e ho visto che prendeva in mano un
asciugamano oltre all'accappatoio, facendolo diventare
quasi una corda. Ma non voleva legarmi. Ha iniziato a
passarmelo tra le gambe, stusciandomelo e dicendomi in un
orecchio:
"E' un trucco giapponese per farti godere!" e
stuzzicandomi di nuovo.
Malgrado il dolore che provavo, sono venuta. Mi ha
portata fuori dal bagno e mi ha guidata sul divano, dove
mi ha presa a cavalcioni. Tremavo dal dolore e dal
desiderio, non riuscivo ad opporre resistenza, e lui mi
ha presa di nuovo, con più tenerezza questa volta, ma
con la stessa passione. Per qualche minuto sono rimasta
in braccio a lui: poi lui mi ha guardata e io non sono
stata capace di resistere al suo sguardo, pieno di amore,
desiderio, nostalgia. Il mio corpo mi aveva di nuovo
tradita. Il mio corpo dolorante ma che adorava quella
bocca, quelle mani, quegli occhi, quel sesso, quel corpo.
Ma per la mia mente lui aveva tradito tutto, era tutto
rovinato.
Mi sono alzata, ancora malferma sulle gambe, ho raccolto
la mia roba e me ne sono andata, senza guardarlo. Lui ha
cercato di trattenermi per una mano, timidamente, ma io
me ne sono andata. Il nostro rapporto era morto e sepolto.
Ho dormito un sonno senza sogni, rimpiangendo una
presenza calda accanto a me. Mulder, non puoi salvarmi,
non devi salvarmi.
L'indomani mattina avevamo stabilito di ripercorrere il
tragitto delle due ragazze prima che sparissero. Erano
uscite dalla scuola alle 15, preso la bicicletta,
attraversato il bosco per evitare la strada provinciale e
il centro città e poi sarebbero dovute sbucare vicino a
casa. Poi dovevamo in giornata passare dai rispettivi
genitori. Non ho parlato praticamente con Mulder: ci
siamo avviati in macchina verso la scuola.
Lui mi ha detto:
" Se non ti va ti sentire, non sentire, ma io ti
devo parlare. Ci sono alcune cose che devo dirti. Tu...
non puoi trattarmi così, ti prego, piuttosto dammi del
bastardo, insultami, picchiami, denunciami... Ma non
ignorarmi...Ti ho amata.... Erano anni che il mio cuore
voleva che succedesse quello che è successo con te. Io
ti amo come amica, come collega, come compagna, come
amante. Io ho bisogno di te, del tuo corpo, della tua
mente, ho bisogno di amarti, per cancellare da te ogni
cattiveria e schifezza. Io... voglio essere tuo, tuo per
sempre..."
Mi ha messo una mano sulla mia, togliendola dal volante.
Io pratica gli ho detto:
"Stai attento alla strada."
Ma lui ha ignorato cosa gli avevo detto ed ha continuato:
"Amo il tuo carattere, la tua forza, il tuo corpo,
il tuo volto... Io non faccio così con tutte le donne
che incontro. Fare l'amore con te è stato qualcosa di
speciale e di splendido, non pensare che io ti abbia
usata come un buco per soddisfarmi e basta. Io non sono
uno stallone che pensa solo a scoparti e basta. Tu... per
me sei la mia vita! Ed ora che sono stato con te non
posso più farne a meno: ho bisogno di te!"
Fottuto il mio orgoglio che mi ha bloccata da
buttargli le braccia al collo, baciarlo, dichiarargli il
mio amore. Ma miss perfettina Scully deve essere sempre
superiore, non può ammettere di amare appassionatamente
il suo collega di una vita, né che lui è un amante
eccezionale, né che basta che la tocchi per ribagnarsi e
desiderare di averlo dentro di sé. Freddamente ho
ribattuto:
"Non possiamo dimenticare tutto?"
"Questo mai", ha risposto lui, sarebbe
troppo crudele, "come puoi chiedermi di dimenticare!
Vuoi che torni tutto come prima, vero? Con te ed io che
alla sera torniamo ognuno a casa propria come due
compagni di scuola, che stiamo vicini ignorando quello
che è successo. No, Scully: il nostro rapporto non si è
rovinato: condividiamo una nuova cosa, e dobbiamo
coltivarla.... E' una cosa bella, e nostra... che può
aiutarci, e molto... Ne dobbiamo parlare.... Ci sono
tante cose che dobbiamo discutere... Io voglio darti il
massimo di me!"
Io sono rimasta zitta e mi è sembrato di sfuggita di
vedere delle lacrime nei suoi occhi, delle lacrime di
disperazione. Per fortuna siamo arrivati alla scuola.
Forse sono
un pazzo o anche solo un idiota: ma non accetto di aver
rovinato il rapporto più bello di tutta la mia vita
perché ho fatto per due volte una cosa che non sento
come cattiva, anzi che ritengo che sia semplicemente
meravigliosa. Non voglio perdere Scully, e forse non
avrei dovuto fare quello che ho fatto. Ma quando penso al
suo corpo, al piacere che ho provato e che ho dato, mi
sento soddisfatto. Soddisfatto di aver probabilmente
distrutto sei anni di amicizia? Ma io la desideravo da
una vita, da sempre, da quando mi vidi davanti quella che
tutti chiamavano la Vergine di Ghiaccio. Non so cosa
provai in quel momento, ma non fu irritazione: fu amore,
desiderio, simpatia, tenerezza....
E quando me l'hanno fatta rapire da quel povero bastardo
di Barry, quando mi è andata vicino a morire di cancro,
quando l'ho strappata dalla morte al Polo Nord... Io la
amavo, e la amo, e la desidero. La desidero da quando per
la prima volta mi fece vedere quelle punture vicino alle
natiche: per lei era naturale ed io sono venuto nei boxer
come un bambino mentre le toccavo quella pelle, quella
pelle stupenda. Per anni sono stato in silenzio, ho
sopportato tutto quello che le hanno fatto, la sentivo
piangere nel sonno e non andavo a soccorrerla. Poi l'ho
vista sconvolta, ed ho capito che c'era qualcosa, legato
a quelle ragazze, che aveva risvegliato in lei ricordi
terribili. Ho cercato di fare in modo che lei si
confidasse con me, ma niente da fare. E quando l'altra
notte ho sentito che era disperata, sono corso da lei. E
me la sono trovata tra le braccia. E mi ha raccontato
tutto. Pregavo che l'avessero addormentata, invece no,
l'hanno tenuta sveglia mentre la straziavano, la
umiliavano. E ho provato il desiderio di cancellare dal
suo corpo il male che le hanno fatto, in maniera totale,
con il mio amore. L'ho posseduta con dolcezza e passione,
facendole tutte le cose che volevo farle da anni,
trascinandola con la mia foga e la mia fantasia. E' stato
meraviglioso. Voglio salvarla, ridarle tutto o quasi, la
voglia di essere desiderata, il desiderio, il piacere,
l'amore...
Ma il giorno dopo, lei mi ha ferito con il suo
comportamento. E questo, insieme alla rabbia per quello
che le avevano fatto, mi ha portato ad esplodere la sera
dopo, quando ho usato quasi la forza per averla, anche se
dopo mi sono pentito. Se mi avesse resistito l'avrei
lasciata andare. Ma quando dopo mi ha lasciato senza
guardarmi, sono rimasto disperato. Non so se ho rovinato
tutto, non posso saperlo, ma darei l'anima per poterla
possedere di nuovo, anche solo il suo corpo, anche se da
solo non mi basta: quel corpo da cui voglio cancellare
tutto il male di cui è stata fatta oggetto, per sempre.
E' terribilmente eccitante: quegli occhi che si
spalancano e mentre legge i miei rapporti e mentre è
all'apice dell'orgasmo, quella bocca, da cui sono usciti
tanti consigli e da cui escono tanti gemiti teneri e
commoventi, e che adoro baciare, tutto...
E poi... è una vera rossa, adoro i suoi capelli ma anche
quei riccioli che ha in un posto che adoro e che non oso
pensare come le è stato straziato... E... è ancora
stretta, terribilmente stretta e piccola, ma diventa
umida da impazzire, in poco tempo ed è un piacere per me
stimolarla e penetrarla in tutti i modi possibili. Se lei
poi aprisse il suo cuore con me.. non voglio che tutto
torni come prima, quando ancora mi immaginavo il suo
corpo di notte, eccitandomi da solo. Ci aspetta una
giornata di indagine, e poi torneremo nel tardo
pomeriggio a Washington. Ho trovato sul cellulare un
messaggio di Skinner. Sto impazzendo dal desiderio, già
fin dal mattino, Scully voglio riaverti tra le mie
braccia, stanotte e tutte le prossime notti...
La prima persona che interroghiamo è la bidella, la
signora Kathy Smith.
" Le ragazze sono uscite insieme agli altri
studenti, quel pomeriggio", ci dice, "io noto i
ragazzi finché non arrivano in fondo al viale, poi non
posso seguirli fino a casa!" Ci guarda con curiosità:
vuole sapere tutto, questa è una cittadina, le voci
voleranno. Scully sta zitta e si guarda attorno. Chiede
ed ottiene il permesso di aprire gli armadietti delle
ragazze.
L'armadietto di Monica contiene una foto di Steve, il suo
ragazzino, un poster di Leo di Caprio e Kate Winslet in
Titanic con sotto attaccato il biglietto del cinema del
giorno in cui l'ha visto, una foto della squadra di
pallavolo, un vocabolario di latino (l'ha scelto come
materia opzionale!) un cagnolino di peluche e il romanzo
"La casa degli spiriti" di Isabel Allende.
L'armadietto di Susan invece contiene una foto di Karl,
l'altro ragazzo, un poster de "La maschera di ferro"
sempre con Di Caprio, di nuovo la stessa foto della
squadra di pallavolo, due gatti di peluche e "Il
signore degli anelli" di Tolkien.
Scully prende in mano e guarda con affetto quelle cose e
poi le ripone con cura: precisa, ordinata, ma nello
stesso tempo tenera e dolce, anche se nasconde tutto
sotto la sua scorza. Ma io Scully ho visto la tua
dolcezza, l'ho assaporata con il mio corpo, ma la vedevo
già prima di averti come donna... Vedo che ha negli
occhi un luccicore di commozione, sto zitto e mi guardo
intorno. Vorrei stringerla a me, baciarla come un
ragazzino innamorato della sua compagna di classe, come
Steve e Karl hanno fatto con Monica e Susan... Ma non
posso, non posso proprio.
"Come stanno Monica e Susan?", è una voce di
ragazza a chiedercelo. La guardiamo insieme: piccolina,
dall'aspetto fragile, non carina come le sue due compagne.
"Insomma... sono piuttosto gravi", dice Scully.
Non ha il coraggio di dire a quella ragazza che Monica e
Susan sono in coma, dopo aver subito chissà quali
sevizie. La ragazza ha paura, ce ne accorgiamo entrambi.
"Come ti chiami?", chiedo io.
"Daisy, Daisy Morrison. Oddio è orribile!" Sta
per mettersi a piangere. Le metto una mano sulla spalla e
le dico:
"Senti, io sono l'agente Mulder, e lei è l'agente
Scully. Ti va di parlare con noi?"
"Sì."
Andiamo nel parco della scuola: Daisy inizia con il
dirci:
"Voi mi credete se vi racconto una cosa? Non direte
che è per colpa del fatto che guardo troppi cartoni
animati..."
"Cosa?"
Capisco che questa ragazza nasconde qualcosa, qualcosa di
grosso.
"Quel giorno abbiamo fatto un pezzo di strada
insieme... Io abito prima di loro, svoltando a destra...
Eravamo nella foresta, quando c'è stata... la luce. Ed
ho visto... degli strani esseri, che le afferravano...
Volevano prendere anche me, ma io sono scappata, di corsa...."
La guardo con aria perplessa: è una ragazza
fantasiosa, senza dubbio. Ma nelle sue parole c'è
qualcosa di vero, lo sento. Scully è dubbiosa, ma sembra
interessata a quello che la ragazza ha detto:
"Ci puoi portare dove è successo quello?"
Mi hai preceduto, Scully. Davvero. Daisy annuisce e
ci accompagna. Mentre andiamo in là Daisy ci racconta di
adorare i cartoni animati giapponesi, di sognare di
visitare il Paese del Sol levante, di disegnare fumetti...
Mi piacerebbe andarla a trovare a casa sua....
Arriviamo in una radura della foresta: ci sono rami
strappati e Scully richiama la mia attenzione su una cosa:
c'è un formicaio, o meglio c'era: è completamente
congelato. E anche una parte del sottobosco. Ma per
contro ci sono delle foglie bruciate: grande caldo e
grande freddo.
"Daisy, ascoltami, dico io, ti lasciamo i nostri
indirizzi mail e i nostri telefoni: teniamoci in
contatto, e stai molto attenta."
Ho paura che la possano prendere. Le sue due amiche erano
carine, e chissà per cosa sono servite? E lei, con
questa fantasia, con il fatto che in sei mesi ha imparato
una lingua come il giapponese, con il fatto che disegna
benissimo può fare gola per degli esperimenti sul
cervello. E poi ha due seni, una vagina e un utero anche
lei. E questo che mi fa impazzire, quello che hanno fatto
a Scully, a Dana. Quello che io devo cancellare dal suo
corpo, a qualsiasi costo. Ho in mente un paio di giochi,
da fare con lei... Anzi, più di un paio: massaggi,
esplorazioni alternative, tante altre cose. Ma non è per
passione cieca, o libidine. E' tutto per un atto d'amore.
Dobbiamo tornare a casa, a Washington: ma il caso non è
chiuso. Come non è chiusa l'altra faccenda, la nostra.
Siamo in
macchina, all'entrata di Washington ed io dico,
noncurante, a Mulder:
" Stasera vado a mangiare da mia madre, poi mi fermo
lì."
Lui resta silenzioso e poi dice:
" OK. Tanto poi ci vediamo!"
In fondo, il mio corpo lo desidera. Lo lascio senza
neanche una stretta di mano: sembra protendersi verso di
me per baciarmi, ma io evito. E' tutto stato uno sbaglio,
uno sbaglio enorme. Io ho un lavoro, una carriera, e le
ferite che ho dentro appartengono solo a me: come si
permette, lui, di invadere la mia vita, il mio corpo, la
mia libertà? E poi non ha meriti: mi hanno fatta venire
di forza anche quando ero prigioniera, se è vero quello
che ricordo... Già, ma perché le sue braccia mi
mancano, le sue labbra mi mancano, le sue mani mi
mancano, le sue dita, il suo sesso... Due volte, e mi è
entrato nel sangue come una droga. Meglio dimenticare.
Da mia madre va tutto discretamente: nota che le sembro
in forma:
"Hai una bella pelle, Dana, cosa hai fatto?"
Ricordo le vecchie dicerie sul fare sesso: che si vede
negli occhi, nella pelle... Non può accorgesene. Arrivo
a casa mia alle ventitré e trenta. Lui non c'è: sono
delusa, ma in fondo, meglio così.
Ma lui non mi ha dimenticata: il tempo di entrare in
casa, mettermi in vestaglia e preparare il bagno che lui
bussa:
" Sono io Dana. Scully, posso entrare?"
Ha le mie chiavi, come io ho le sue. Ma sono io ad
aprirgli. Mi stringe tra le braccia e mi bacia sulla
fronte.
"Tua madre sta bene?"
Ha sempre invidiato il rapporto che io ho con mia
madre. Lui non ha mai avuto un rapporto con la sua.
"Stavo per farmi un bagno", dico io.
Vedo un luccicchìo nei suoi occhi: "Sei a casa tua,
fai come vuoi."
Si piazza in bagno, seduto sullo sgabello. L'acqua è
bella calda, ho bisogno di un bagno e lui è lì:
"Ti vergogni di me, per caso?"
Per sei anni abbiamo lavorato insieme, l'ho visto nudo e
moribondo, e lui ha visto me così. Ma questa è una
situazione anomala. Gli giro le spalle, conscia del suo
sguardo sul mio corpo. Mi spoglio e poi devo girarmi
verso di lui per entrare in acqua: mi guarda con
tenerezza, con delicatezza. Entro dentro e mi avvolgo
nell'acqua.
Lui è vicino a me, prende la spugna ed inizia a bagnarmi:
"Sei sfinita, lascia che ti aiuti io!"
Mi insapona la schiena, il collo, le braccia; poi
arriva ai miei seni, strusciando e stimolando i capezzoli.
Gli piace il mio corpo: sono bassa, a tratti mascolina,
sono stata menomata, ma lui stravede per il mio corpo.
"Non stringere più tanto il reggiseno",
osserva, accarezzandomi la curva dei seni, con
delicatezza. "Ti voglio chiedere una cosa... ieri
notte sono stato... un po' brutale: hai male?"
Come osa? Non ho mai parlato con un uomo dei miei
affari intimi, neanche con Tom o Jeffrey. Resto zitta,
mentre lui mi insapona il ventre e l'addome, con
delicatezza.
"Ti spiace se do un'occhiata?", chiede poi. E'
inguaribile, ma cosa è? Dovrei dire di no: ma lascio che
mi metta in piedi nella vasca, mi scosti le gambe, apra
le grandi labbra e mi guardi dentro. Ho il volto in
fiamme, ma il suo respiro ed il suo tocco, leggero e
delicato, mi fa impazzire. Ho avuto qualche bruciore per
tutto il giorno.
"Sei arrossata", mi dice. Credo di stare per
morire dall'imbarazzo, quando lui insapona poi la mano e
pulisce, con dolcezza infinita.
Mi risiedo nella vasca, e lui dice: "Ti spiace se
vengo anch'io con te?"
Per lui è un modo per dire: adesso vengo in acqua con te.
Si allontana di me ed inizia a spogliarsi: lui vuole che
io lo veda:
"Scully", dice con tranquillità, mentre la sua
maglietta, i suoi jeans ed i suoi boxer finiscono vicino
ai miei vestiti, "il nostro corpo è una cosa
meravigliosa. Tu che sei un dottore lo sai meglio di me...
Mettiamola così: tu mi hai salvato troppe volte, e
quello che faccio ora con te è per pagare il mio debito."
Io lo guardo: mi ricordo alle superiori, una lezione
di storia dell'arte, quelle statue di perfetti dei greci:
lui è come uno di quei dei. Ha un corpo perfetto e dolce:
ho lavorato con lui senza mai vedere in lui questo
aspetto. Quel corpo: di colpo desidero coprirlo di baci
io... Entra nella vasca con me ed io mi avvento sulle sue
labbra e le bacio. Lui è sorpreso ma gradisce ed io
copro di baci il suo volto, i suoi capelli, il suo collo,
i suoi bicipiti, fino ad arrivare ai suoi capezzoli. Gli
lecco i peli, soffio sul pezzo di carne dolce che c'è
sotto, mi attacco ed inizio a succhiare. Il suo cuore
palpita nella mia bocca, le sue mani accarezzano i miei
capelli e scendono fino ad arrivare ad afferrare le mie
natiche. Sento che geme lui, adesso: "Dana... Scully:
non qui, sul tuo letto. Non voglio venire nella vasca."
Arriviamo sul letto convulsi, insieme, ci mettiamo uno di
fronte all'altra sul fianco: e lì cominciano i baci,
reciproci, le carezze, i giochi sempre più forti: lo
scopro in me ad un tratto, con delicatezza ma decisione,
e vengo insieme a lui, piangendo con lui. Sono sfinita:
ci sono ricascata: per le prime due volte potevo dire che
mi aveva costretta, ma questa volta io sono stata più
che consenziente. Nascondo il volto nel cuscino e piango
silenziosamente. Non devo più succedere. Lui mi tocca i
capelli e poi rimane vicino a me, calmo. Poco dopo crollo
nel sonno.
Questa
storia mi è entrata nel sangue. Per me non è mai stato
facile con nessuna donna, a dire il vero, ma per motivi
diversi.
Al liceo, dopo un'infanzia e un'adolescenza solitarie
dopo la scomparsa di Samantha, mi sono preso una cotta
per Kathryn, una ragazza che come interessi mi ricorda un
po' Daisy. Era molto fantasiosa, e scriveva racconti
fantasy anche con forti componenti erotiche.
Ci sono andato insieme, ed ho scoperto che era vergine,
come me, e devo averle fatto piuttosto male. Da allora,
ho preso come regola di mettere la soddisfazione della
mia donna al centro della mia vita: ho letto libri semi
clandestini sul piacere femminile, ho cercato di imparare
di più come sono fatte loro, per capirle meglio al cento
per cento... Ricordo quel cretino di Bill, mio compagno
di scuola, che mi prese in giro una volta che mi beccò
con un manuale di ginecologia: meglio saperle certe cose...
Kathryn poi andò a studiare lontano da me, ma mi ricordo
che alla fine era soddisfatta e felice per la nostra
storia....
Di colpo, dopo di lei, le ragazze presero a venirmi
dietro, non so perché, non lo riesco a capire, non mi
trovo così irresistibile... Sono andato a studiare a
Londra, e lì ho conosciuto Phoebe, insaziabile e
bellissima, pronta a tradirmi per chiunque, ma con la
quale ho fatto un'ottima pratica, senz'altro....
Poi, appena entrato nell'FBI ho conosciuto Diana, altra
regina del ghiaccio, all'epoca, la mia prima regina del
ghiaccio che ho fatto sciogliere... Ricordo certe cose
che voglio fare con Scully, ora....
E poi è arrivata Scully. Lei è una sfida vivente,
l'esperienza più eccitante della mia vita. Ma perché
non ti lasci andare? Ci metterò tutta la vita, ma ci
riuscirò a conquistare tutto di te. Ed allora saremo
veramente una cosa sola. La accarezzo e mi addormento. C'è
ancora molto da fare per l'agente Mulder e l'agente
Scully.
Parte
seconda.
Mi sveglio
e mi preparo in fretta il mattino dopo, cercando di non
incrociare il volto di Mulder, non dopo il mio
comportamento vergognoso e svergognato di ieri sera.
Skinner ci vuole parlare e con urgenza. Per fortuna.
Andiamo in ufficio in macchine separate.
Skinner è accigliato, ma non per il motivo che pensiamo:
"I genitori di quelle due ragazze ritrovate mezze
morte stanno veramente insistendo perché l'FBI si occupi
del caso. Avete il mio permesso di seguirlo."
Sì, è vero. Meglio così, voglio scoprire cosa hanno
fatto di preciso a loro.
"Ma prima di andare là", continua Skinner,
"desidero che mi prepariate un rapporto su come si
presenta il caso. Poi potete andare."
In ufficio io inizio a scrivere il mio rapporto: le
mie dita tremano sulla tastiera mentre scrivo che tipo di
lesioni ho riscontrato sulle ragazze. Le stesse lesioni
che avevo anch'io, solo che con me sono stati così
ipocriti da cancellarle. Scrivo una mail al dottore che
mi aveva curata durante il coma, vorrei una copia della
mia cartella clinica, per fare dei paragoni. Sono
sconvolta, e purtroppo Mulder se ne è accorto.
Mulder si alza e si avvicina a me:
"Dana... Scully... Dovrò abituarmi a chiamarti per
nome. Penso che ci siano delle cose su di me che sia
giusto che tu sappia. Ho avuto altre quattro amanti,
prima di te: la prima era una mia compagna di scuola, poi
ho avuto due colleghe e per ultima una ragazza che avevo
conosciuto durante un caso... Non sono mai andato con
delle prostitute, sono sano, non ho malattie sessualmente
trasmissibili. L'unico mio vizio è guardare film porno,
ma ora.. sento che ne guarderò meno..."
Io resto in silenzio. Tanto non ti chiederò mai di
usare il preservativo. Sono inutile e sterile, come donna.
Mi alzo per andare ad accendere la stampante e poi torno
verso il tavolo. Di colpo lui mi abbraccia da dietro,
baciandomi sulla nuca, e mi guida verso il tavolo. In
pochi istanti sono riversa in avanti, con le mani sulla
scrivania, con la gonna tirata su oltre la vita, e le sue
mani che mi tolgono collant e mutandine. In pieno giorno
non l'ho mai fatto, non può farlo, non può... Infila il
suo volto tra le mie cosce ed inizia a baciare e a
leccare tutti i miei genitali, andando anche verso il
dietro. Anche una sua mano è lì, che stimola, penetra,
massaggia... Come si permette? Io tremo mentre le ondate
del piacere mi travolgono. Inizio a gemere e sento un suo
respiro soddisfatto, mentre continua a leccare, a
infilarmi la lingua e le dita, a baciare, a succhiare il
mio clitoride... Vengo con forza, sul suo volto.
Soddisfatto, lo vedo da sopra la mia spalla slacciarsi i
pantaloni, tirarlo fuori ed infilarlo dentro di me. Non
aspetto un secondo orgasmo che arriva subito dopo il
primo. Crollo sul tavolo, con lui sopra di me, ora tenero.
Mi rialzo di fretta, cerco le salviette umidificate e mi
ripulisco alla belle e meglio. Sto ansimando. E' pazzesco
cosa riesco ad avere tra le sue braccia: non ho mai
provato questo. Torno al mio rapporto, e lo guardo un
attimo con irritazione che svanisce vedendo che lui mi
guarda con amore. Sussurra: "Per te questo e altro".
Sento che la giornata è ancora molto lunga, e che io non
sono al sicuro dalla sua passione in nessun posto al
mondo.
Come ho
fatto a vivere tanto tempo senza Scully? Me lo sto
chiedendo stasera, mentre sto andando da lei. Prima
passerò al fast food cinese, voglio comprare qualche bel
piattino da mangiare con lei... Oggi è stata una
giornata campale: abbiamo il permesso di Skinner per
indagare sul caso delle ragazze; ed ho avuto Scully per
due volte, in ufficio.
L'ho fatto in ufficio, ho realizzato due delle fantasie
più folli che avevo. Stamattina l'ho presa sulla
scrivania, come sognavo da tempo, prima usando la lingua
per ripulirla tutta... Eccitante. Ed oggi pomeriggio...
La vedevo triste e turbata. Ha reagito molto male a
questo caso, ma credo che sia sconvolta anche per quello
che ci sta succedendo. Ho voluto ribadire il concetto che
le sono vicino. Lei non mi parla, e questo mi fa soffrire.
Il suo corpo è meraviglioso da possedere, ma io della
mia Dana Scully voglio tutto.
Ho approfittato del fatto che si era alzata per saltarle
addosso, afferrarle i polsi con una mano, trascinarla
contro il muro. Ero leggermente arrabbiato, ma la rabbia
è sparita quando ho iniziato a baciarla... Le ho aperto
la camicetta e tolto il reggiseno: il mio primo trofeo di
Scully. Poi ho infilato una mano sotto la gonna, e le ho
sfilato le mutandine: altro trofeo. E poi ho iniziato a
riusare la mano. Le ho sciolto le mani e lei si è
aggrappata a me, mentre la sollevavo da terra, le facevo
piegare le gambe intorno alla mia vita, e poi alla fine
la penetravo in piedi, stimolandola come non mai.
Meraviglioso... Piacere e desiderio puro, sento che il
mio corpo è completo quando è dentro al suo. La voglio
avere in tutti i modi possibili. Ora vado da lei, e starò
con lei. Domani mattina ripartiamo, ed io non ti lascerò
mai, nel bene e nel male ti sarò accanto, adorandoti con
tutto me stesso.... Voglio telefonarti, per mettermi
d'accordo con te su cosa comprare... Che bello essere
tuo, essere il tuo uomo...
Arrivo a
casa, sono sconvolta.
La vita mi sta sfuggendo di mano, oggi per due volte ho
avuto il mio partner di sei anni come amante. Sono
esperta in psicologia comportamentale, e non mi ero
accorta che lui mi amava alla follia. Come ho potuto
essere così poco attenta? Innamorato pazzamente di me,
al punto di non vedere nessun altra, di idealizzarmi fino
in fondo, di fare... quello con me in quella maniera come
pochi uomini credo sappiano fare.
Volevo chiedergli dove ha imparato a fare così bene
l'amore a una donna, ma non sono così spregiudicata, non
mi trasformerai Fox Mulder in quello che non voglio
essere.... Sono a terra, psicologicamente... Non so più
come fare, ho un orgoglio da difendere. Arrivo a casa,
strano, mi sembrava di avere dato i tre giri alla porta,
ce ne è solo uno.
Ho voglia di bere una birra, una birra fredda. Me la
verso e la butto giù... Mi ha scopata sul tavolo, e poi
contro il muro, in piedi... E poi nella mia vasca, nel
mio letto, al motel, su una poltrona... Come ti sei
permesso, brutto porco? Cosa sono io, un buco per il tuo
fottuto cazzo?
Mi rovescio altra birra, e il risentimento per Mulder
cresce: per cosa mi hai preso? Ribevo altra birra, e ce
l'ho con lui ogni momento di più. Con il mio corpo hai
chiuso, Fox Mulder.
Suona il telefono, vado, è lui.
"Dana, cosa vuoi che ti porti? Sono fuori al
cinese..."
La mia rabbia scoppia di colpo: "Ficcati nel culo il
pranzo, bastardo, non ti voglio, non venire o ti ammazzo!"
Butto giù il telefono mentre un fiotto di lacrime mi
riempie gli occhi. Casco per terra, continuando a bere la
birra, mentre in me sale la nausea: come hai potuto, come
hai potuto e come hai osato? Hai tradito il nostro
rapporto, l'hai tradito...
Sento la porta aprirsi, me lo trovo davanti: "Scully,
oddio, cosa ti è successo?"
Cerca di trattenermi per le braccia e io gli do uno
spintone e lo butto per terra. Sono furiosa, devo punire
lui... ma è il mio corpo il colpevole di tutto. Afferro
un coltello per tagliarmi le vene, lui me lo fa cadere,
io gli tiro un calcio che fallisce dove volevo mandarlo,
ma gli fa male. Gli do altri colpi, e lui non cerca di
difendersi, mi guarda in un modo che mi esaspera....
Gli urlo: "Sei un porco sadico, non sei meglio di
chi mi ha rapito, sei un bastardo..."
Il suo volto è stravolto. Scappo verso il bagno, inizio
a vomitare.... Sto male, sto svenendo, lo sento mentre mi
sorregge e mi sembra di vedere arrivare i suoi amici
Pistoleri solitari...
"Era
imbottita di acido lisergico. Doveva essere in qualcosa
che ha mangiato o bevuto."
La voce della dottoressa mi fa alzare la testa e
sospirare.
Byers mi sussurra: "La droga era nella birra."
La dottoressa scuote la testa e dice:
"Roba da avere un collasso. Se era sola in casa la
trovava morta domani mattina."
Stravolto, mi alzo in piedi. Cosa le devono ancora fare?
Ho un livido sulla coscia e altre sbucciature per la
nostra colluttazione: era sotto l'effetto della droga, ma
quelle parole che mi ha detto mi hanno ferito. Chi ha
osato farti questo, Scully?
I Guerrieri solitari sono vicini a me: la dottoressa dice:
"Non sciolgo la prognosi, ma sta meglio. Posso
stare con lei?", chiedo io.
"Certamente." Sono a terra, disperato. Non
possono fermarci. Poteva morire. Quelle urla.. era
stravolta. Cosa devi ancora soffrire, Scully?
Poco dopo arriva sua madre: è molto buona e materna con
me, così dolce...
"E' terribile averla vista in quelle condizioni",
dico io.
"So cosa la droga può fare ad una persona."
Io mi sento un verme, sto per piangere.
"Coraggio", dice lei. Ed a capo chino io le
racconto tutto: che amo la sua figliola da quando l'ho
vista per la prima volta, che l'ho desiderata per anni e
come sono entrato nel suo letto e l'ho deflorata. Le
risparmio cosa so su cosa hanno fatto a Scully. Lei mi
stringe una mano e dice:
"Sai cosa ho pensato la prima volta che ti ho visto?
Che eri l'uomo giusto per mia figlia. Ha avuto due
fidanzati, brave persone, ma fredde, non adatte a lei. Tu
sei così appassionato ma rigoroso, tenero ma deciso...
sai, avrei voluto essere un po' più giovane io!"
Si ferma un attimo e poi continua:
"Non sono così vecchia da non ricordarmi cosa
c'è tra un uomo e una donna. Mi piace l'idea di tu con
Dana, secondo me sai essere l'uomo giusto per lei!"
Peccato che la mia Scully sia diventata fuggente da
allora. E non posso rinunciare a lei: io la amo!
Poco dopo
arriva anche Skinner:
"Ho saputo tutto, è terribile!"
Io sono disperato, e lui lo vede: quelle parole che lei
mi ha detto mi sono entrate dentro. Mormoro qualcosa sul
comportamento di Scully a Skinner mi dice:
"I miei vicini di casa hanno un figlio... un
ragazzo splendido, ma che quando è sotto l'effetto della
droga diventa un mostro..."
So che è così, ma io mi sento un verme: e confesso
anche al mio vicedirettore cosa è successo tra me e
Scully, anche nella sacralità dell'Edgar Hoover Building.
Skinner la prende bene:
"Beh, sa cosa dicevano? Cosa fanno l'agente
Mulder e l'agente Scully? Gli XXX Files! Ora è tutto
vero! Devo dire che sono contento per voi.."
La mia angoscia non mi lascia tregua... anche se Skinner
dice che due agenti in gamba ed affiatati come noi
saranno senz'altro una bellissima coppia. Tutti ci vedono
come una coppia, io amo Scully, ma lei... Io cerco di
dire a Skinner dei problemi e lui mi risponde:
"Pazienza agente Mulder... Lei ha tutte le doti
buone per essere un buon compagno..."
Chiedo ed ottengo di rimanere accanto a lei quella notte,
su una sedia, la sua mano stretta tra le mie. Pagheranno
anche questo, amore mio.
Mi sveglio,
piano piano.. Ricordo poco, solo come un'esplosione nel
cervello. Sono in ospedale, riconosco subito il posto. E
sono in un letto. E la mia mano è tra quelle di Fox
Mulder, profondamente addormentato. Fox Mulder. Ricordo
io che grido contro di lui, impazzita, mentre lui mi
guarda stravolto. Poi ricordo tante cose di noi: i nostri
casi, i nostri battibecchi... il passato. Ora è un Fox
Mulder oscuro quello che ho conosciuto, dominato dal
desiderio e dall'amore.
Apre gli occhi e sussurra:
"Scully!" e si china su di me, toccandomi la
fronte, per sentire se ho la febbre. Poi mi mette una
mano sul collo, dove c'è la pulsazione.
Un perfetto medico. Si alza vacillante e mi porge la
medicina, sorreggendomi perché beva l'acqua.
E' sempre stato premuroso, con me, fin dall'inizio. Chissà
da quanto mi voleva, voleva questo mio corpo inutile e
poco bello...
Si apre la porta ed entra mia madre che mi sorride e
sorride con complicità a Mulder:
"Vatti a riposare..."
Mi viene in mente il nostro caso, quello delle due
ragazze:
"Partirai?"
"Quando ti sarai ripresa: sei in prognosi fino a
domani sera, nel frattempo raccoglierò un po' di
informazioni anche via Internet con i Gunmen. Vado via un
po' ma torno presto signora, non si preoccupi!"
Si è rivolto a mia madre che lo guarda con affetto. Poi
dopo che è uscito mi dice:
"Ti hanno drogata Dana, c'era dell'acido lisergico
nella tua birra.. Hai perso la testa, hai aggredito Fox
ed hai tentato il suicidio..."
Mi vedo come un'altra nel mio pensiero mentre gli urlo il
mio odio contro.. Sono dispiaciuta ma confusa, quello che
mi ha fatto mi brucia...
Mia madre mi dice, con tono noncurante:
"Ti devo dare un consiglio.. hai trovato un uomo
splendido... non perderlo... Fox ti ama ed è perfetto
sotto ogni punto di vista.. "
Io annuisco: non voglio nessuno, sono troppo orgogliosa,
non accetto la sua presenza vicino a me come amante. Ma
nello stesso tempo è stato il mio migliore amico per
anni, vorrei che lo fosse tuttora, vorrei che non mi
avesse mostrato questo suo volto...
Quella notte la passo in ospedale, con lui vicino. Il mio
letto è ampio e lui si siede sopra, vestito. Fossimo
ancora gli amici ed i colleghi di una volta non ci
sarebbero problemi. Ma io non posso non capire che lui mi
vuole, e che sta facendo uno sforzo per controllarsi. Si
stende sulle coperte, dopo essersi tolto le scarpe e mi
abbraccia da dietro, attraverso le lenzuola.
Lo sento vestito contro il mio sedere, e sento che il suo
corpo mi vorrebbe.
"Tutto a posto, stanotte ti lascio in pace...",
mi sussurra strusciandosi contro di me, castamente.
Capisco che per lui è un tormento, che sopporta per me.
E capisco che il suo volto di amante appassionato è solo
rimandato: presto, molto presto, il mio corpo mi tradirà
di nuovo, per accoglierlo in sé.
Sono
tornato a casa di Scully, domani si parte. I medici le
hanno dato un po' di medicine e di consigli, ed ora è in
macchina con sua madre. Le sue gote sono di nuovo rosate,
quelle gote che adoro coprire di baci. Dal mio canto ho
un bel livido vicino all'inguine e stanotte sono tornato
a fare l'adolescente, ma poco importa... Per me è
diventata una cura da fare a Scully, per scacciare dal
suo corpo tutto il male che le hanno fatto, per ripulirla..
Non è solo sesso. Ora direi che sta bene, la vedo
preparare la valigia.
"Ti senti di venire con me?"
"Sì, certo Mulder". Vuole scoprire il perché
di cosa le hanno fatto. Istintivamente la abbraccio ed
inizio a baciarle i capelli e lei chiude gli occhi e si
abbandona. Questo atteggiamento mi ferisce ancora di più
di ogni rifiuto, vuol dire che si dona a me per dovere,
ma non per piacere o per amore. Ma non importa. Io la
voglio.
La spoglio e faccio stendere sul letto. Lei ha sempre gli
occhi chiusi, quasi a non volermi vedere. Le allargo le
gambe e inizio.
Mi dono a
Mulder per una sorta di riconoscenza. Non deve aspettarsi
da me altro, non gli darò la soddisfazione di
contorcermi dal piacere come altre volte. Faccia quello
che deve e poi basta, si prenda il suo piacere e basta.
Ma quando mi allarga le gambe al massimo sento che mi sto
già bagnando. Il suo respiro fa ardere la mia pelle tra
le pieghe. Con una mano mi divarica le labbra, fino al
limite, con l'altra inizia con il pollice sul clitoride e
le altre dita dentro e fuori. Cerco di stare ferma, cerco
di tenere la bocca chiusa, ma lui si accorge che mi sto
bagnando. E mette la bocca. Che non mi dà pace finché
non mi contorco, finché non mi bagno, finché non vengo,
spalancando gli occhi e tirandomi su, tra le sue braccia.
Vergognandomi, lascio allora che sia lui a penetrarmi. Lo
sento enorme dentro di me, sento un bruciore crescere e
scoppiare, mentre la punta del suo pene spinge sopra la
mia cervice fino ad esplodere. Sento che scendono
lacrime, lacrime di umiliazione e dolore. Mulder mi culla
ancora un bel po', il bruciore non scende, ci manca solo
una cistite,dico a me stessa
In aereo,
mi siedo vicino a Scully. Ieri sera ho capito che lei ce
l'ha con me, e che è in mio potere. Controllo io i suoi
orgasmi. Una sensazione incredibile. Potrei suggerirle
qualche gioco da fare qui sull'aereo, ma non voglio
infierire. Sta leggendo una rivista, non mi guarda quasi...
Riprendo il mano il rapporto, c'è di nuovo da
interrogare e da indagare nella vita delle ragazze, c'è
chi pensa che possano in realtà essere rimaste vittime
di qualche giro di prostituzione clandestina. Pare siano
sempre in catalessi.
Stanno per
annunciare l'atterraggio quando di colpo un bruciore
improvviso mi fa andare di corsa in bagno. Mulder mi
vede, sento il suo sguardo che mi segue. Faccio fatica a
liberarmi la vescica, mi accorgo che perdo sangue.
Cistite. Ecco il risultato dei miei bagordi. Tipico di
chi non lo fa da tanto tempo. Dovrò cercare un posto
dove comprare una pomata o qualcosa. Mi tampono alla
bell'è meglio e torno a sedermi vicino a Fox, il mio
amante. Lui non è più Mulder, è Fox lo stallone, Fox
che perde il controllo, Fox che ha distrutto ogni cosa..
Spero di avere molto da lavorare oggi e nei prossimi
giorni.
Spedisco un
file ai Gunmen con i tabulati telefonici delle ragazze
degli ultimi due mesi. Non bisogna lasciar intentato
niente. Poi con Scully iniziamo a perquisire le stanze,
in cerca di qualcosa. Dovremo poi vederci anche con
Daisy, ma prima cominciamo a capire quali potessero
essere le loro conoscenze, se qualcuno le aveva
adocchiate o meno. Mi sento come se stessimo profanando
un mondo segreto. Un mondo segreto che non ci rivela
niente di particolare. Entrambe hanno il computer ma lo
usano poco, amano leggere, hanno le solite riviste con
Leonardo di Caprio e compagnia; meglio ritornare nella
foresta, ho guardato una mappa, certo che può nascondere
anche delle insidie.
Scully è perfettamente controllata, si offre lei di
ricontattare Daisy per l'interrogatorio. E mi lascia in
casa di Monica, alle prese con una pila di Sugar, che io
faccio passare sperando di trovare dentro qualche
biglietto rivelatorio. Sono un ragazzo, non ho mai letto
le riviste per adolescenti femmine, forse se Samantha non
fosse sparita così piccola qualcosa avrei vissuto
anch'io. Ma mi ritrovo a leggere i consigli del
ginecologo, chissà che non possa imparare qualcosa di più.
Niente. La perquisizione non mi porta a niente. Le
ragazze sono sempre in stato confusionale.
Daisy mi
accoglie a casa sua, nella sua stanza piena di fumetti e
di riviste sugli UFO. Avesse 15 anni in più brigherei
per farla mettere insieme a Mulder. Sarebbero perfetti
insieme. Ripete la storia che ci aveva detto alcuni
giorni fa e io mi chiedo quanto questi fumetti possano
influenzare la sua psiche. Le chiedo:
"Sapresti portarci in quel posto nel bosco?"
"Sì, credo di sì".
Prendo in mano il cellulare e chiamo Mulder. Ormai sono
quasi le 18, la sera tra poco scenderà, e prendiamo
accordi con Daisy per vederci l'indomani alle 8 e mezza.
Rincasa sua madre che mi offre un paio di frittelle di
mele, che accetto. Ad un tratto Daisy mi chiede:
"Perché è successa questa cosa? Perché le hanno
rapite?"
Cosa le posso raccontare? Che qualcuno, non si sa chi,
ogni tanto prende qualcuno di noi, e lo sottopone ad
esperimenti di ogni genere.. Ma il motivo.. Mulder
saprebbe spiegarglielo meglio, sarebbe meglio che
parlasse con Mulder..
"Anche a lei è successo qualcosa del genere, vero?",
mi chiede di nuovo Daisy.
Non posso dirle cosa questi fatti hanno ridestato in me.
Le racconto comunque di essere sparita per alcuni mesi.
Alla sera, mentre riordino il contenuto del mio
portatile, Mulder entra da me. E' chiaro che è qui non
per lavoro, ancora prima che inizi a stringermi e a
baciarmi. Ma il bruciore dentro di me sale di colpo, già
quando lui inizia a tormentarmi attraverso le mutandine.
E lui se ne accorge.
"Scully, cosa c'è?"
"Niente", balbetto io,ma quando lui cala giù
il pezzo di pizzo e mi infila un dito dentro, rigido e
deciso, non posso trattenere un grido. Un goccio di
sangue esce..
"Allora?", dice lui. Gli confesso di avere una
cistite. Lui mi abbraccia e finisce di spogliarmi. Poi mi
mette a letto e sussurra che presto tornerà. Esce
mentre io nascondo nel cuscino il mio volto umiliato.
Dopo un po' di tempo torna. In mano ha un involucro da
cui estrae due confezioni.
"Ti ho preso un colluttorio e un gel", dice
sorridendo timidamente.
Un uomo che va in farmacia a chiedere medicine per la
cistite. Mi verrebbe da ridere, se non fosse che capisco
che lui stesso vuole preoccuparsi da curarmi. Cerco di
protestare, di dibattermi mentre mi fa mettere a quattro
zampe in bagno. Il mio corpo tradisce, godendo, mentre
Mulder mi apre e mi medica. Alla fine, tra le sue
braccia, lascio che lui venga contro una mia coscia,
senza dire più niente, le orecchie piene dei miei
gemiti, della sensazione di essere senza aiuto e alla sua
mercé, fino al mio ultimo respiro.
Devo fare qualcosa. Me lo dico per tutto il tempo, da
quando i suoi pollici aprono le mie labbra e fa entrare
la cannula per la lavanda. Lo dico mentre il bruciore si
placa ma non la vergogna, mentre il suo medio mi applica
la pomata, mentre lui mi bacia sulle natiche, mentre
indugia con le dita, mentre mi fa girare per riprendermi
in braccio e mi accorgo che c'è l'ha duro, mentre mi
addormento. Devo andarmene, allontanarmi da lui. Ma prima
c'è il caso da concludere.
Ripercorriamo
nella foresta la strada già fatta. Raccolgo campioni e
noto che anche Scully ne raccoglie. Meglio che non pensi
a ieri sera o avrò delle reazioni fisiche molto
imbarazzanti, e c'è una minorenne. Ritorniamo nella
radura. Daisy ad un tratto dice:
"Questa siepe è strana
"
Ci avviciniamo ad un avallamento del sentiero, sopra c'è
una siepe, evidentemente più bassa di quelle vicine.
Sono piante cresciute spontaneamente, ma quella siepe
sembra falsa vicino alle altre. Con il mio coltellino
inizio a sfoltirla. E mi rendo conto che sotto c'è
qualcosa, qualcosa di metallico, come un tombino,
qualcosa che in un bosco non dovrebbe esistere. Scully e
Daisy mi aiutano. Apriamo il tombino, c'è qualcosa
dentro di troppo meccanico per essere sotto una foresta.
Scendiamo una scaletta e sbuchiamo in un corridoio. Daisy
è con noi. Ad un tratto vediamo una luce, più forte. Il
corridoio dà su una vetrata, che guarda in basso. Ci
avviciniamo e il cuore mi si ferma. C'è un letto,
collegato a impianti. E su quel letto c'è una giovane
donna, una ragazza ancora, completamente nuda. I suoi
seni sono collegati a dei sensori. Vicino al suo ombelico
una flebo ha fatto gonfiare il ventre. Le sue gambe sono
spalancate, e una sonda è nella sua vagina. Potrei
prenderla come una fantasia perversa di qualche
fumettista, ma non è così. E' vero. Questo è quello
che è successo a quelle due bambine. Questo è ciò che
hanno fatto a Scully, e da cui io cerco di ripulirla ogni
notte. Rompo il vetro e cerco un passaggio per scendere
in basso e correre in soccorso suo. Scully è con me, e
anche Daisy ma non ho il coraggio di guardarle, sono due
donne, quello che sto vedendo è un'offesa contro di loro.
Scully mi fa da parte e cerca di togliere gli aggeggi
senza creare danni, senza fare dolore. Di colpo un rumore
ci fa girare.
Un uomo, non un alieno, tutto vestito di bianco ci sta
guardando:
"Eh no, non dovevate entrare qui!"
Non lo lascio finire, con una pallottola gli faccio
saltare il cervello, Forse era solo, al momento.
Riportiamo la ragazza fuori, poi Scully chiama i rinforzi.
Sul rapporto sento che dice che si trattava probabilmente
di un maniaco sessuale che teneva prigioniere delle
ragazze. Ho fatto male a sparargli, potevo farlo parlare,
ma ciò che ho visto era talmente atroce che meritava di
pagare.
La ragazza si chiama Maddie Corrs, è di una cittadina
vicina, è sparita da cinque giorni. Cinque giorni.
Sta meglio delle altre due ragazze. Ma poco dopo arriva
la notizia che Monica e Susan si stanno riprendendo.
Siamo richiamati a Washington, il caso è chiuso, ma in
quante altre foreste avvengono questi esperimenti?
E' sera, e Scully si dilegua all'aeroporto. Per una volta
non la seguo a casa, stanotte è meglio lasciarla ai suoi
pensieri.
Monica e
Susan dimenticheranno. Anche Maddie. Io no. Mi arrovello
per tutta la notte per trovare una soluzione, e di colpo
mi ricordo una lettera giuntami prima dell'inizio di
tutto. Un invito a riprendere la mia attività a Quantico
come insegnante. E' mattina quando chiamo su. Dicono che
da lunedì potrei già iniziare a tenere dei seminari.
Meglio, prima succede è meglio è, prima me ne vado
prima tutto finirà.
Accetto, avviso Skinner, tanto ho dei giorni di recupero
ferie che mi prendo subito. Una parte di me dice che sono
un verme a comportarmi così.
Mulder mi chiama, capisco che mi vuole. Ma io lo liquido,
non c'è futuro.
Decido di andare un po' in montagna, in un albergo di cui
mi avevano parlato. E per quattro giorni sto in un letto
a piangere, a dormire e a sognare Mulder. Poi torno
indietro, per ripartire il giorno dopo. E vigliaccamente,
vedendo Mulder, gli sbatto la porta in faccia. Meglio così.
Il mio corpo non mi tradirà più.
Il giorno dopo ho chiamato il taxi per andare
all'aeroporto e ho visto la sua macchina vicino a casa
mia: mi ha seguita fino all'aereoporto, e mi è venuto
dietro, nella hall. Di nuovo maledetto orgoglio di miss
perfettina Scully: ricordavo un vecchio film francese, mi
sembra si chiamasse Un uomo una donna alla fine
del quale lui e lei si riappacificavano abbracciandosi.
Io volevo girarmi, correre da lui, chiedergli perdono,
darmi a lui anima, corpo, cuore e mente. Ma miss
perfettina Scully ha avuto la meglio: sono corsa a
prendere l'aereo, come per lasciarmi tutto dietro.
Torno in ufficio, un ufficio vuoto, senza di lei, e dopo
l'orario vago per la città, da solo. Scully è a
Quantico, e io vorrei essere con lei, stringermi a lei,
mangiare con lei, dormire con lei, e se vuole, amarla con
tutta la mia passione. Entro in un cinema, dove guardo un
film italiano di qualche anno fa, Nuovo Cinema
Paradiso, la storia di un amore perduto: e mi
commuovo, pensando al mio di amore, sei anni di desideri
nascosti uccisi da due notti di passione disperata.
Vorrei mandarle un messaggio sul cellulare, ma non posso
far peggiorare una situazione già problematica. Mi
addormento per poco tempo sul divano, il pensiero del suo
corpo tra le braccia del mio, della sua dolcezza che
stempera la mia forza. Mi sveglio il mattino dopo: oggi
in ufficio non la vedrò, no, lei non sarà lì. Scully,
ho bisogno di te, del tuo corpo e della tua mente, di
averti fra le mie braccia.
Sono a
Quantico, lontana da lui: i ragazzi sono bravi. Ne ho per
due settimane, per cominciare. Mulder mi cerca, ma io
sono monosillabica. So quanto manco a lui. Lui mi manca,
ma non posso fare sì che quello vinca. So che ad un mio
gesto lui correrebbe qui. Ma non lo faccio.
Sto spiegando ai ragazzi come catalogare i cadaveri,
quando tre bidelli entrano. Strano, così tanti.. Di
colpo, qualcosa mi colpisce alla testa, vedo tre armi in
pugno.. mi risveglio per sentire dire:
"Ora con voi nelle nostre mani dovranno ascoltarci!"
Sto
guardando i miei pesci, che nuotano intorno ad un'alga.
Scully mi manca ogni momento di più, non pensare a lei
per cinque secondi è qualcosa di irrealizzabile. Suona
il telefono, corro. E' Skinner.
"Una cosa terribile. Un gruppo di terroristi della
Blood Power ha fatto irruzione a Quantico e tiene in
ostaggio un gruppo di persone
"
Il mio cuore palpita. E Skinner dice:
"C'è anche l'agente Scully con loro!"
Mi unisco subito al centro per la risoluzione delle
emergenze.
A Quantico incontriamo i genitori dei sette aspiranti
agenti federali che sono là dentro con Scully. Sette.. e
ognuno di loro rappresenta un'etnia di questo mondo..
Abbiamo un'agente di origine italiana, un agente
ispanico, una agente afroamericana, un agente cinese, un
agente di origine scozzese, un'agente di origine
giapponese, un agente nativo americano di qui e un agente
di origine tedesca. I genitori di questi ragazzi.. tutti
prigionieri. Bisogna sbrigarsi ad effettuare un blitz,
vogliono la liberazione di due loro compagni, altrimenti
uno dopo l'altro sevizieranno ed uccideranno gli ostaggi
Io voglio essere nella squadra di assalto, voglio poter
dire di aver fatto tutto per salvare Scully.
Sono legata
ad ascoltare questi tre assassini, che parlano delle loro
assurdità e di cosa ci faranno. I miei allievi sono
tutti qui, Maria, Ramon, Kristy, Charlie, Mark, Yumi, Ray
e Peter. Uno dei nostri tre carcerieri si avvicina a
Kristy.
"Sporca negra, quando saremo al potere vedrai che
fine faranno quelli come te!". Alza la mano e la
colpisce in pieno volto, poi comincia a strapparle la
camicetta di dosso. Kristy piange. Io grido:
"Lasciatela in pace!"
"Oh, guarda la maestrina che difende la bambina!
Beh, giusto, divertiamoci con lei, prima!"
In tre mi saltano addosso. Io chiudo gli occhi e penso a
Mulder. Gli dico addio e gli chiedo perdono. Perdono,
perché ho capito cosa gli ho fatto, ho capito che non
dovevo fuggire e dovevo rimanere con lui. Perdono per
aver respinto il suo amore, la sua passione, la sua
dolcezza, tutto. Forse merito questa fine.
Un colpo di pistola blocca le mani che mi hanno
avvinghiato. Apro gli occhi per vedere uno degli aguzzini
cadere a terra morto. Alzo lo sguardo, c'è una squadra
di liberazione ostaggi. I miei occhi si riempiono di
lacrime vedendo Mulder entrare ed avanzare verso di me.
Due dei nostri sequestratori sono ormai messi fuori gioco.
Ma con la coda dell'occhio vedo il terzo tirare fuori la
pistola e sparare verso di me. Passa un attimo eterno, e
io vedo Mulder avvicinarsi a me, stringermi e fare da
scudo. Vedo il suo sangue sgorgare su di me, mentre mi
stringe con un ultimo alito di forza, sussurandomi ti amo
.
Ho salvato
Scully. Ora posso andarmene. Vedo dall'alto gli altri
ragazzi della squadra liberare lei e i suoi allievi, la
vedo china su di me, in lacrime. Scully, non ti tormenterò
più. Non ti trascinerò più in cose pazze. E' finita.
Ma qualcosa mi attira verso di lei, sento che non riesco
a staccarmi
Cercano di
sorreggermi. Ma io non voglio. Mulder è morto per colpa
mia, è morto per avermi amato troppo, è morto perché
io non l'ho voluto. Lo portano in ospedale, dove vive
solo perché c'è una macchina. Vogliono che acconsenta a
staccare. Io non posso lasciare fare questo, e non perché
la mia religione dice di no. Minaccio gli infermieri, non
voglio che tocchino niente, lui è il mio Mulder.
Le mie labbra iniziano a baciarlo. Le mie mani
accarezzano il suo corpo. Mi ha dato tanto, mi ha dato
tutto se stesso. Lo stringo a me piangendo, ho chiuso a
chiave la porta, ma presto cercheranno di entrare e
allora vorranno separarci
. C'è una pistola, la mia..
Potrei usarla
Mulder tu mi hai amata fino
all'ultimo respiro, io cercherò di fare altrettanto
C'è
Melissa, la sorella della mia Scully.
"Torna giù
" Mi sento risucchiare, ed
arrivo in tempo ad aprire gli occhi per vedere le labbra
di Scully sulle mie, una pistola puntata alla sua tempia,
e una porta sfondata
Stanno per
separarci.. ma di colpo i tuoi occhi si aprono e mi vedi..
Mi crolla la pistola mentre mi butto addosso a te, mentre
tutti gridano al miracolo, mentre tu ti riprendi e lasci
che ti abbracci e ti baci
Finisco di
scrivere la dispensa per Quantico. Tu sei qui con me.
Sono io che inizio a baciarti per prima, a toccarti,
mentre tu ti schernisci come per dirmi che dovresti
essere tu a menare le danze. Non importa. Siamo una cosa
sola, ormai, fino all'ultimo respiro.
Mi dono a te con tutto il mio amore, guardandoti negli
occhi qualunque cosa ti faccia, toccandoti, adorandoti,
aprendomi a te ogni cosa che decidi di farmi. La gioia
che vedo in te mi rende felice. Il desiderio che vedo in
te mi rende felice.
Un giorno scopriremo tutta la verità, e faremo in modo
che nessuno faccia più quello che è stato fatto a me e
a quelle ragazze. Ma oggi, iniziamo già a cambiare il
domani.
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