*!yaoi - ma assolutamente non
descrittivo*
Autrice: Amis Lee
e-mail: amislee@mailcity.com
sito: http://members.tripod.com/~Amis_Lee/index.html
"Study in light"
Mi piace guardarlo quando dorme.
Non è che sia diventato un'abitudine, per me. Soltanto,
qualche volta resta a dormire nel mio appartamento, e mi
capita sempre di svegliarmi prima di lui. Non è previsto.
Sono un tipo che si alza presto, e ho il sonno leggero.
Posso restare steso nel letto per tutta la notte soltanto
ad ascoltare il suo leggero respiro proveniente dalla
branda.
La mattina mi sveglio, e la prima cosa che vedo è la
pallida e scura luce della prima alba che entra
attraverso la finestra e bagna ogni cosa con ombre
d'azzurro e di grigio, e la prima cosa che sento è la
sua presenza, leggera e familiare e confortante.
Mi alzo e cammino per il piccolo monolocale fino alla
cucina, ancora più piccola, e metto il bollitore sul
fuoco. Quindi faccio il caffè, e mi siedo davanti alla
branda sulla mia sedia preferita, tenendo la tazza
davanti a me, col vapore che sale in piccole spirali,
come il fumo dei joss-stick*. Se mi sento particolarmente
energico, preparo una zuppa di miso con riso, una
colazione giapponese tradizionale. Però nella maggior
parte dei casi ci sono caffè e toast, e cereali, qualche
volta. Devo stare molto attento coi cereali quando lui
sta dormendo. Ho sempre paura che tutto quello
sgranocchiare possa svegliarlo. Così li lascio
impregnare di latte prima di mangiarli. Ora penso davvero
che siano più buoni così.
Non è la sua branda, ovviamente. E' mia, un divano
floscio, crepitante e tarlato che comprai in un negozio
di rigattiere. Ogni tanto butta pure fuori piccole
nuvolette di piume. E mi sorprese che lui riuscisse anche
a dormirci. Voglio offrirgli il letto, ma...non so perché,
non lo faccio mai. Ma sembra contento così, e anch'io
sono felice, perché posso sedermi di fronte a lui e
guardarlo nella luce oscura e triste della notte che si
allontana.
Non so perché a volte venga a dormirci. Ha la sua stanza
nel dormitorio dell'università, una che divide con
Sakuragi. Ma dopo essere rimasti fino a notte inoltrata
al bar di fronte al caseggiato, dove io...lui...Sakuragi
e la sua ragazza Haruko, e il resto del nostro piccolo
gruppo - Kiyota, Maki, Mitsui, Fujima (tutti con i loro
fanclubs, eheh) - discutiamo le strategie per le prossime
partite, lui torna con me nella mia stanza, e si piazza
sul divano.
Di tanto in tanto Sakuragi lo prende in giro su questo,
dice che non riesce ad avere abbastanza da me, però
Rukawa gli dà dell'idiota e lo ignora. Sa che un'azione
del genere garantisce una reazione isterica di Sakuragi,
che comincerà a gridare di essere un genio e a inveire
sugli inutili volpini. Ma lascerà perdere l'argomento,
almeno fino a dopo. A volte penso che quei due si
capiscano ad un livello che nessun altro potrà mai
comprendere.
Mi piace guardarlo anche quando è sveglio, ma devo stare
attento. Più di una volta ho sorpreso Maki che mi
lanciava occhiate indagatrici dopo che avevo passato un
po' di tempo a fissare Rukawa. Maki sa? Sospetta?
Comunque, adesso non m'importa. Ma lui non dovrà mai
saperlo.
La domenica, lo porto con me a pescare. In genere andiamo
al fiume alla periferia della città con le nostre bici.
E' un bel fiume, perfetto per la pesca. Di solito resto lì
tutto il pomeriggio, con la mia lenza nell'acqua, e lui
si siede dietro di me, addormentato per la maggior parte
del tempo. Una volta andammo al mare con la macchina del
mio vicino, ma ci perdemmo a metà strada e raggiungemmo
la spiaggia quando il sole era ormai quasi tramontato.
Tuttavia, tirai fuori la mia roba, scelsi un posto sul
molo di legno e spenzolai la lenza nell'acqua. Lui si
sedette accanto a me e guardammo il sole affondare nella
distante linea tra cielo e mare. La sera cadde in un
manto di luce che mi ricordò quella grigio-azzurrina
della prima alba, e non c'era altro suono se non quello
delle onde che gentilmente s'infrangevano sul molo, e
noi, insieme e soli nel silenzio avvolgente.
Sono contento, è come la sensazione che provo quando mi
sveglio nella semi-oscurità e ricordo che lui è qui,
che sta dormendo nella branda.
Una volta, una mattina come qualsiasi altra, mentre ero
seduto a terra accanto al suo letto alternandomi tra il
fissare lui e i quadrati della luce dell'alba sul
pavimento che stava impallidendo lentamente nella luce
del giorno, all'improvviso guardarlo non sembrò più
abbastanza per questo sentimento che si faceva più
grande, sempre più grande nel mio petto. Così lo
raggiunsi, e gli scostai le soffici ciocche di capelli
ribelli dalla fronte, mi avvicinai e gli sussurrai
all'orecchio, un segreto,
"Ti amo."
Un giorno, forse, glielo dirò quando sarà sveglio.
Glossario:
*joss-stick = bastoncini di incenso che vengono fatti
bruciare nei templi
|