SISTERS
CAPITOLO 3.
La limousine della famiglia Price filava
velocemente per le strade di Fujisawa, diretta al campo
di calcio in cui si allenava la New Team. Al suo interno,
un Benji ancora un po' annoiato per gli strani discorsi
di Freddy Marshall ma soprattutto per il fatto che i suoi
passavano il fine settimana a casa, teneva lo sguardo
fisso davanti a sé e sembrava non percepire quello che
gli stava intorno. Odiava essere costretto a "salvaguardare
l'immagine della famiglia", che in pratica
consisteva nell'andare in giro in auto e a non farsi
vedere troppo dai tifosi, ma quando i signori Price erano
in città, purtroppo non aveva scelta. Al suo fianco
c'era Lory, che invece non riusciva a staccare gli occhi
dal finestrino, e continuava a guardare con aria
estasiata.
Finalmente il ragazzo decise di riemergere dal suo mondo
e di mostrarsi almeno un po' cortese nei confronti della
sua ospite.
- Ehi, vedo che questa città ti piace! - disse
accennando un sorriso.
Lei si voltò con un'espressione quasi raggiante.
- Sì, mi piace moltissimo! E' così speciale!
Completamente diversa da tutti gli altri posti che ho
visto! E' davvero affascinante il tuo paese! - esclamò.
Benji annuì.
- In effetti il Giappone è molto diverso dall'Europa
Io trovo però che entrambi abbiano un loro fascino! Sai,
io sono stato parecchio tempo in Germania, ed è un paese
che mi è piaciuto molto, nonostante lo stile di vita così
differente dal mio.
Lory sorrise e tornò a guardare fuori. Ma il sorriso le
morì sulle labbra quando passarono davanti ad un
bellissimo parco. Una piccola chiazza azzurra e limpida
faceva capolino tra le verdi chiome degli alberi. Qualche
piccola barca filava lentamente sull'acqua, secondo il
ritmo impostole dal rematore di turno. Coppie di
innamorati passeggiavano mano nella mano o teneramente
allacciate per i piccoli sentierini che si snodavano tra
le aiuole ricoperte di fiori colorati. L'atmosfera
sembrava traboccare di serenità. Ma sul suo cuore, quel
paesaggio aveva l'effetto contrario.
- Assomiglia tanto
- mormorò in italiano, senza
pensare che Benji era a pochi centimetri da lei.
- Come hai detto? - chiese infatti il ragazzo.
La ragazza tornò alla realtà.
- Eh
? No, nulla! Scusami, pensavo ad alta voce - si
affrettò a spiegare.
Benji la guardò con aria di finto rimprovero.
- Mmm
per questa volta è ok, ma adesso basta con
l'italiano! - sorrise.
- D'accordo, d'accordo! - disse Lory, distogliendo
rapidamente lo sguardo.
- Allora, che te ne pare della tua nuova vita in
Giappone? - le chiese Patty.
Le due ragazze si erano prese un attimo di pausa. Ferme a
bordo campo, ogni tanto lanciavano qualche rapida
occhiata ai giocatori, che sotto l'abile guida di Holly e
di Benji si stavano allenando davvero seriamente.
- Mi piace - sorrise la ragazza -. Non avrei mai pensato
di trovare tanti amici così presto!
- Mi fa piacere - sorrise l'altra.
- E poi i ragazzi sono eccezionali! Mi sto divertendo
davvero parecchio.
Patty annuì.
- Non ti sei pentita di aver deciso di aiutarmi con la
squadra, vero? - chiese, un po' preoccupata.
- Ma che dici?! Assolutamente no! Al contrario! Per me è
un'esperienza del tutto nuova
Come tutte le altre,
del resto. E poi sono molto contenta di poterti dare una
mano - rispose Lory con entusiasmo, e Patty si convinse.
- Meno male - sorrise -. Sai, fare tutto da sola è un
po' faticoso.
- Sì, posso immaginarlo - mormorò Lory.
Patty spostò lo sguardo sul campo, seguendo con gli
occhi gli agili movimenti del numero dieci, che in pochi
secondi aveva dribblato praticamente tutti i compagni e
che, in coppia con Becker, procedeva nella sua avanzata
verso la porta, difesa da Parker.
- Ti piace davvero molto, eh?
La voce di Lory aveva interrotto bruscamente i suoi
pensieri, e Patty non comprese del tutto la frase.
Sbatté le palpebre e la fissò con aria incredula.
- Come?
Lory sorrise.
- Lascia perdere, non era importante.
Patty la guardò dubbiosa.
- Ho l'impressione che tu mi stia nascondendo qualcosa -
disse, aggrottando le sopracciglia.
- Chi, io? - fece Lory sorridendo - A me sembra piuttosto
il contrario
L'altra arrossì leggermente e abbassò gli occhi, ma non
disse nulla, e Lory non osò chiederle spiegazioni. Però
si era resa conto che l'amica era turbata, e
probabilmente a causa di Sara. Certo Patty non poteva
sapere che Holly non era assolutamente il tipo di sua
sorella, né che quella piccola peste pensava a tutto
fuorché ai ragazzi
Ma come dirglielo senza farle
capire che si era accorta dei suoi sentimenti per Hutton?
- Sai, mia sorella ed io siamo sempre state molto
interessate al calcio - cominciò Lory, cercando di
portare la conversazione su un terreno che potesse essere
favorevole ai suoi scopi.
- Davvero? - fece Patty, ben contenta di cambiare
argomento.
- Già! Però
be', il mio interesse è sempre stato
come
dire
"esterno", nel senso che mi sono
limitata solo ad osservare. Invece Sara, quando era una
ragazzina, si comportava come un maschiaccio, e giocava
sempre a pallone coi suoi compagni di classe. Era un vero
flagello. Non ti dico le proteste di mia madre quando la
vedeva rientrare tutta sporca di erba e di fango
Patty rise, suo malgrado.
- Be', anch'io da bambina mi comportavo come un
maschiaccio - sorrise, ripensando soltanto a pochi anni
prima, quando andava in giro con la divisa maschile e
faceva il capo della tifoseria.
- Non ti ci vedo molto - fece Lory.
- Oh, basta che tu lo chieda ad uno qualunque dei ragazzi.
Te ne racconteranno delle belle - disse la ragazza, che
però si vergognava un po' delle sue bravate di ragazzina.
- Non importa, non indagherò sul tuo passato - sorrise
l'altra, mentre si scervellava per trovare un modo con
cui introdurre l'argomento "impossibilità di
qualsiasi rapporto tra Sara e Holly".
- Grazie, troppo buona! Mi risparmierai una serie di
figuracce - dichiarò Patty, mentre una leggera
malinconia le si diffondeva nel cuore. A quel tempo, il
suo unico pensiero era sostenere Holly, e urlare il suo
nome a squarciagola per incitarlo. Ora non poteva più
fare neanche quello.
Lory sospirò, rassegnandosi a lasciar perdere quel
discorso, almeno per il momento.
Intanto i ragazzi avevano deciso di prendersi qualche
minuto di pausa, e si stavano avvicinando a loro.
- Ehi, Lory, è tutto a posto? Patty non ti ha messa
sotto le fatiche? - chiese Bruce.
Lei sorrise.
- No, non preoccuparti, è tutto ok!
- Meno male! Quando ci si mette quella sa essere una vera
schiavista! - continuò il ragazzo.
- Che ti dicevo? - fece Patty sorridendo.
Lory alzò le spalle.
- Ma che dici, Bruce? Con me è stata sempre fin troppo
gentile! - replicò.
- Allora sei fortunata! A proposito, ma tua sorella? Non
le piace il calcio?
"Se questo si avvicina a Sara gli spacco la faccia"
pensò Lory.
- Sì, le piace molto. Solo che
Ma non poté proseguire, e un'espressione di incredulità
le si dipinse sul volto, mentre due figure piuttosto
insolite raggiungevano il gruppo.
- Che c'è? - chiese Patty, notando l'aria sconvolta
dell'amica.
L'altra sbatté più volte le palpebre.
- Vedete anche voi quello che vedo io? - chiese.
Si voltarono tutti. Nessuno si mosse o pronunciò una
sola parola.
Un uomo abbastanza alto, coi capelli castani e ricciuti,
la carnagione scura, la barba incolta e gli occhi
nascosti da un paio di occhiali scuri si dirigeva verso
di loro, e Sara era aggrappata al suo braccio, come una
bambina con suo padre.
Appena giunse abbastanza vicino, Roberto Sedinho si tolse
gli occhiali e disse sorridendo:
- Vi trovo proprio bene, ragazzi! Ma che si fa qui?
Battete la fiacca?
Tre secondi dopo, Holly gli era praticamente saltato al
collo gridando:
- Roberto! Non ci posso credere, sei tornato!
- Ciao Holly, sono felice di rivederti - rispose l'uomo,
cercando nello stesso tempo di liberarsi dalla stretta
soffocante del ragazzo.
- Incredibile
E' proprio lui
- mormorò Bruce
all'orecchio di Tom - Ha avuto il coraggio di tornare qui
dopo aver abbandonato Holly non una, ma due volte!
Il numero 11 guardò l'amico, che sembrava raggiante.
"Come al solito
Holly non capisce più niente
quando si tratta di Roberto
"
"Bene
Ci mancava soltanto lui. Adesso i miei
guai sono proprio completi" pensò Patty, lanciando
un'occhiataccia al nuovo arrivato e alla ragazza che lo
accompagnava.
Lory sospirò.
"Ed io che speravo che finalmente saremmo state
tranquille
" si disse, non potendo fare a meno
di accorgersi dell'espressione soddisfatta della sorella.
Quante volte l'aveva sentita parlare di quell'uomo, di
quel calciatore eccezionale, uno dei migliori del mondo
E perché quel tipo la stava tenendo sottobraccio? Quella
storia non le piaceva, non le piaceva affatto.
- E così Roberto Sedinho è di nuovo qui - fece Benji,
in auto, cercando di mantenere la conversazione più viva
rispetto all'andata.
- Di nuovo? - chiese Lory.
- Ah, tu non ne sai nulla
Roberto ha allenato Holly
quando era soltanto un bambino. Gli aveva promesso di
portarlo in Brasile con sé alla fine del campionato, ma
poi partì da solo. Inutile dire che Holly ci rimase
malissimo, credeva di averlo deluso
Poi si
rincontrarono in occasione dei mondiali di Francia under
15, e di nuovo Roberto gli chiese di andare in Brasile
con lui
- Non dirmi che è partito un'altra volta senza di lui! -
esclamò Lory, stupefatta.
Il portiere annuì.
- E invece sì.
- Ma che tipo! Se fossi stata nei panni di Holly, oggi,
non l'avrei neanche guardato in faccia! - disse la
ragazza, che non riusciva a credere a quella storia
assurda.
- Ah, se è per questo nemmeno io
Ma sai, Holly lo
adora. Lo considera il suo maestro, una delle persone a
cui vuole più bene
- spiegò Benji.
- Ah, capisco
Era il momento adatto per la domanda che pensava di fare
al portiere già da un po'.
- Senti, Benji
- Sì? Dimmi.
- Ecco
Non vorrei sembrare invadente, ma ho avuto
come l'impressione che
ci fosse una strana
situazione, tra Holly e Patty
- incominciò
timidamente la ragazza.
Lui sorrise maliziosamente.
- Davvero? E quindi
?
- Be'
volevo chiederti di spiegarmi un po' come
stanno le cose
Sai, non vorrei commettere qualche
gaffe spaventosa - disse lei, cercando di essere il più
convincente possibile.
Il ragazzo ci pensò un attimo su.
- Sei una curiosona - disse infine -. Ma tanto prima o
poi avresti saputo comunque tutto, quindi tanto vale che
te lo dica io
Lei sorrise.
- Grazie, che gentile!
- Holly si è trasferito a Fujisawa quando aveva undici
anni, e si è iscritto alla scuola pubblica della città,
la Newppy. Patty era il capo del club dei tifosi, e
appena l'ha visto si è presa una cotta incredibile per
lui. Da allora non ha mai smesso di stargli accanto, in
ogni momento
Ma evidentemente non si tratta più di
un'infantile cotta
- E lui? - chiese Lory.
- Oh, quello è un caso irrecuperabile
Credo che
non se ne sia neppure accorto
- sospirò Benji.
- Oh Dio
Non può essere vero! - esclamò la
ragazza.
- E invece sì. Ormai sono ben 7 anni che la povera Patty
si occupa instancabilmente dei ragazzi della New Team, e
lui non ha ancora capito un cavolo
- Non ci posso credere
- Credici, Lory. Oramai noialtri non ci facciamo più
caso, ma continuiamo a sperare che un giorno
quell'imbranato si svegli
- fece Price.
- Lo spero anch'io
Anche perché non credo che
Patty lo aspetterà per tutta la vita
- disse Lory.
- Già
- disse lui - E gli starebbe proprio bene!
- Ma come sei cattivo! - esclamò ridendo Lory.
- Non si tratta di cattiveria
Ma insomma, dopo 7
anni potrebbe anche decidersi a tornare sulla terra, quel
ragazzo, invece di pensare soltanto a Sedinho!
Lory, seduta nel suo banco, guardava fuori dalla finestra
con aria assorta. Era appena arrivata e già ne stavano
succedendo di tutti i colori
Quel Roberto Sedinho,
poi, non le piaceva neanche un po', e ancor meno le
piaceva il fatto che sua sorella fosse arrivata
aggrappata a lui
Sospirò. Aveva sperato che con quell'anno di studio
all'estero Sara potesse superare i problemi che aveva
avuto nei mesi appena trascorsi, ma non avrebbe mai
immaginato che invece si sarebbe trovata in mezzo ad
altri guai. E tutto per colpa dei loro genitori
Se
solo fossero stati un po' più presenti, forse le cose
sarebbero andate diversamente. Mentre tutti i loro amici
erano accuditi da madri amorevoli e da padri sempre
disponibili, loro due erano state cresciute da una
governante. E Lory non aveva mai potuto dimenticare lo
sguardo triste della sorellina, quando osservava le sue
amiche tra le braccia di quei grandi signori dallo
sguardo gentile e dal sorriso aperto e sincero
Un padre
Sua sorella desiderava un padre
Mentre lei sentiva molto più la mancanza del calore di
una madre, Sara sembrava aver bisogno di qualcuno a cui
appoggiarsi, di un braccio forte a cui aggrapparsi, di
qualcuno che sapesse proteggerla
Anche se voleva
mostrarsi coraggiosa, Lory sapeva benissimo che nel suo
cuore quella ragazza soffriva molto, che era dura per lei
sopportare tutto quello che le era capitato e dover
rinunciare all'unica cosa che le aveva dato la forza di
andare avanti da sola per tutti quegli anni
"Se io non potessi più fare la giornalista sportiva"
pensò ",credo che non ce la farei a resistere
E lei ha dovuto abbandonare la sua passione
Devo
starle vicina, devo impedire che soffra ancora
"
- Lory? Qualcosa non va?
La voce di Tom Becker interruppe i suoi pensieri. La
ragazza alzò gli occhi verso di lui.
- No, no. Sta' tranquillo - disse, cercando di sorridere.
Il ragazzo scrutò attentamente il suo viso.
- Hai l'aria preoccupata. C'è qualche problema? - insisté
lui, in italiano.
Lory sorrise per il suo buffo accento, poi soffermò un
attimo lo sguardo sugli occhi del ragazzo. Il suo
interessamento sembrava sincero.
- Hai ragione, sono un po' preoccupata - ammise infine.
- Qualcosa non va qui a scuola? Eri così assorta che non
hai neanche sentito la campanella dell'intervallo - disse
lui.
- No, la scuola non c'entra
- Se non vuoi parlarne non importa - sorrise lui -. So
bene che ci conosciamo da poco, e che forse non ti fidi
ancora di me.
- No, non è questo
La ragazza gli lanciò una rapida occhiata.
- Ascolta, che cosa sai di Roberto Sedinho? - gli chiese.
Tom sgranò gli occhi.
- Roberto?! E' lui che ti preoccupa?
- Indirettamente, sì
- rispose Lory.
- Be'
non so cosa dire
Il fatto è che nessuno
conosce molto di lui, a parte le notizie che sono di
dominio pubblico - disse lui.
- Capisco
Non sai quindi
che tipo è, come si
comporta nella vita privata
?
Il ragazzo scosse il capo.
- Io non ne ho idea
Magari potresti chiedere a
Holly
- suggerì.
- No, ti ringrazio
Non importa
- fece lei.
- Perché quell'uomo ti preoccupa? Per via di tua
sorella, forse? - chiese Tom, studiando i cambiamenti
dell'espressione di Lory.
Lei annuì, un po' sorpresa.
- Come l'hai capito?
Tom sorrise.
- Sembri molto protettiva, nei suoi confronti.
- Si, è vero. Vedi, i nostri genitori sono sempre stati
completamente assenti, e io, essendo la più grande, mi
sento responsabile, capisci? Lei ha sempre sentito la
mancanza di un padre, ed io ho il terrore che possa
ficcarsi in qualche guaio, lasciarsi coinvolgere in un
rapporto con un uomo molto più grande di lei
E
Roberto Sedinho era il suo mito, quando era una bambina
Vedi, la situazione non è tanto rosea, anche perché
Sara non sta attraversando un buon periodo, e credo che
sia particolarmente vulnerabile, in questo momento, anche
se non lascia che gli altri se ne accorgano - spiegò la
ragazza.
Becker annuì. Restò un attimo in silenzio a riflettere,
poi disse:
- Ascolta, io non credo che Roberto sia quel tipo di uomo
Ma naturalmente non lo conosco bene, quindi non posso
averne la certezza. Però
vedi, io frequento molto
spesso casa Hutton, e se la cosa può tranquillizzarti,
potrei tenere gli occhi aperti ed avvisarti se notassi
qualcosa di strano, anche se non credo che ce ne sarà
bisogno. Che ne dici?
Lory lo guardò in viso per qualche secondo.
- Davvero lo faresti? - chiese.
- Sì, certo. Ma te l'ho detto, sono sicuro che non ce ne
sarà bisogno - disse.
La ragazza annuì.
- Ti ringrazio, Tom. Sei un amico.
- Oh, non c'è bisogno di ringraziare - sorrise lui -.
Tenere gli occhi aperti non mi costa nulla.
Sorrise anche Lory.
- D'accordo. Sei davvero molto gentile! Ah, a proposito
- Sì?
- Complimenti, parli proprio bene la mia lingua - disse
lei, facendogli l'occhiolino.
- E' che la trovo molto bella
Be', comunque grazie!
- disse Becker.
CONTINUA...
|