SENZA PAROLE
La ragazza continuava a rigirarsi
sotto le candide lenzuola del suo letto. Il sonno
sembrava non avere assolutamente intenzione di avvolgerla
tra le sue rassicuranti braccia e se cercava di chiudere
gli occhi nella vana speranza di perdersi in quel dolce
oblio, le tornavano alla mente pensieri e immagini che la
avevano assillata durante quegli ultimi mesi.
Non poteva più andare avanti così. Da quando lei e
Yamcha si erano lasciati, Bulma sentiva di essersi
liberata di un peso enorme ma al contempo, di essersene
procurata un altro ancora più pesante e difficile da
trasportare.
Quando i namecciani erano ripartiti per il loro lontano
pianeta, la ragazza aveva avuto più tempo da dedicare al
saiyan che aveva sconsideratamente deciso di ospitare
sotto il suo tetto.
Sicuramente la convivenza con quell'individuo all'inizio
non era stata per niente semplice dato il suo carattere
scorbutico ed esageratamente orgoglioso ma adesso, dopo
tante settimane, l'averlo costantemente intorno non le
dispiaceva e, da un certo punto di vista, la faceva
sentire bene.
Ormai Bulma pensava di cominciare a capire la complessità
del suo carattere e quando ne aveva la possibilità,
cercava di analizzare a fondo i suoi comportamenti,
sorprendendosi di quanto la cosa la intrigasse. Dapprima
credeva che il suo modo di fare fosse semplicemente
dovuto ad un fattore genetico, poi però cominciò a
notare che con la sua personalità dura e irascibile
cercava in un certo denso di nascondere una malinconia di
fondo che si manifestava solo in rari momento della
giornata, soprattutto quando, alla fine di un duro
allenamento, usciva dalla stanza gravitazionale,
esasperato di non essere ancora riuscito a raggiungere il
livello desiderato.
Bulma non poteva fare altro che osservarlo in lontananza,
stando bene attenta a non farsi cogliere nell'atto; ma
ultimamente questo non le bastava più. Nonostante tutto
la ragazza si era accorta di come Vegeta la guardasse a
volte, e quando i loro sguardi si incrociavano,
rimanevano incollati per interminabili attimi, fino
quando poi il saiyan non riprendeva il suo solito
cipiglio, seccato da quell'atto di velata intimità.
Adesso nessuno dei due poteva fare più niente per
nascondere l'attrazione che provavano uno nei confronti
dell'altra, eppure quel sentimento faticava a trovare la
luce, bloccato da un'ostentata incomunicabilità.
Bulma non riusciva a capire cosa le impedisse di andare
da lui e parlargli apertamente. Lei che aveva sempre
avuto un carattere così estroverso e a volte persino
sfacciato, adesso si ritrovava a corto di argomenti e la
cosa non le piaceva affatto. Forse quello che provava
adesso non era semplice attrazione fisica come aveva
pensato all'inizio. Quando scrutava negli occhi scuri e
profondi di Vegeta, provava una miriade di sentimenti
contrastanti che non avevano niente a che fare con quello
che aveva provato precedentemente nella relazione con
Yamcha. La cosa era diversa e capiva che quel saiyan le
era entrato nell'anima e da dentro scalciava nel
tentativo di far esplodere le sue emozioni.
Vegeta rientrò in camera molto tardi quella notte. La
luce delle stelle creava un'atmosfera magica nel cielo
notturno e il saiyan era rimasto parecchi minuti
all'esterno della Capsule Corp. ad osservare quel
maestoso scenario mentre completava il suo ciclo di
allenamenti giornalieri.
Dopo una doccia ristoratrice si sedette sul letto
indeciso sul da farsi. Malgrado fosse molto stanco
sentiva che quella notte non sarebbe riuscito a dormire.
Ancora un altro giorno speso inutilmente in quella stanza
gravitazionale. Erano settimane che tentava in tutti i
modi di raggiungere il livello di super saiyan, ma la
cosa si era rivelata più difficile del previsto.
Pensava che sarebbe bastata semplicemente un po' di
determinazione per realizzare il suo sogno, ma ben presto
si accorse che non sarebbe stato sufficiente allenarsi al
massimo delle possibilità per trasformarsi nel
leggendario guerriero dorato. Vegeta capiva che gli
mancava quel particolare stato mentale che invece
Kakaroth era riuscito a raggiungere nella battaglia
contro Freezer. Sapeva che solamente un guerriero con il
cuore puro e calmo avrebbe potuto diventare un super
saiyan e si rendeva conto che ultimamente la tranquillità
del suo cuore era l'ultima cosa che avrebbe potuto
ottenere se non si fosse tolto dalla mente un paio di
profondi e cristallini occhi azzurri.
Bulma con un gesto stizzito si liberò delle coperte che
ormai erano diventate per lei una sorta di membrana
soffocante e si alzò dal letto decisa a calmare
l'inquietudine con una bella camomilla. Una volta scesa
in cucina si accorse di come fosse ancora estremamente
presto. Il piccolo orologio appeso alla parete segnava le
2.00 del mattino e al solo pensiero che la notte sarebbe
stata ancora molto lunga, la ragazza ebbe una reazione
violenta nei confronti della tazza ripiena di camomilla.
Una volta finita la calda bevanda risalì al piano di
sopra poco soddisfatta della situazione. Senza pensarci
due volte prima di rientrare in camera sua raggiunse la
piccola terrazza che dava sul giardino e rimase immobile
appoggiata alla ringhiera per godere appieno della
leggera brezza primaverile che le scompigliava
graziosamente i capelli.
Il dolce profumo dei ciliegi in fiore ebbe il potere di
rilassarla leggermente e i suoni ovattati della notte
risuonavano nella sue orecchie come una sorta di
ninnananna. Convinta che questa fosse finalmente
l'occasione giusta per prendere sonno, riprese la via
verso la sua stanza da letto ma passando davanti alla
camera di Vegeta la sensazione di inquietudine ritornò
più intensa che mai.
Bulma si fermò di scatto e prese a guardare con
insistenza la porta della stanza, stupita di trovarla
socchiusa. Inconsciamente si avvicinò alla fessura
aperta e cominciò a sbirciare dentro, cercando tracce
del saiyan.
Quando finalmente lo vide ebbe un tuffo al cuore. La sua
figura di spalle si stagliava regalmente contro il cielo
notturno davanti all'enorme finestra priva di tende. La
semioscurità della camera permetteva alla ragazza di
isolare il corpo di Vegeta da tutto il resto e per un
attimo, ebbe la sensazione che lui fosse l'unico essere
presente nell'universo.
La sua mente cominciò a vacillare e le sensazioni che
non le avevano permesso di dormire precedentemente adesso
tornavano a tormentarla, provocandole una reazione della
quale essa stessa si stupì.
Con un movimento sicuro aprì leggermente la porta di
legno scuro, introducendosi all'interno della camera,
indugiando con la mano sulla fredda maniglia.
Vegeta si accorse immediatamente della sua presenza e si
voltò verso di lei con una indecifrabile espressione
dipinta sul volto.
Bulma attese impaziente che il saiyan le chiedesse
spiegazioni circa la sua intrusione ma inaspettatamente
Vegeta non disse nulla; si limitò ad osservarla
attraverso la semioscurità a braccia conserte.
La ragazza non sapendo cosa fare cominciò ad agire
d'istinto, facendo semplicemente quello che il cuore le
consigliava di fare. Senza pensarci due volte avanzò di
qualche passo richiudendo la porta dietro di sé.
Vegeta continuava a guardarla, curioso di scoprire a cosa
mirasse la ragazza, anche se il fatto che avesse richiuso
la porta fosse un segnale abbastanza esplicito.
Entrambi si avvicinarono l'uno all'altro fermandosi
esattamente al centro della stanza. Nessuno dei due osava
compiere il primo passo e nonostante Bulma continuasse a
pensare a qualcosa da dire per rompere il silenzio, si
ritrovò riluttante nel farlo, semplicemente perché la
situazione sembrava così magica e irreale, da non
richiedere la presenza di alcuna parola.
Improvvisamente Vegeta avanzò di nuovo e si ritrovò
perso nello sguardo lucente degli occhi di lei,
nonostante l'oscurità non permettesse di distinguere
bene i particolari.
Bulma perdendo ogni inibizione capì immediatamente cosa
fare per rompere il ghiaccio.
Lentamente alzò un braccio e con la mano tremante
cominciò a farsi strada sul duro volto del saiyan,
passando le dita sulla linea quadrata della mascella e
poi lungo il collo muscoloso.
Vegeta al contatto delle sue morbide mani ebbe un
piacevole brivido lungo la schiena e si stupì di quanto
avesse avuto bisogno di sentire la dolcezza di quel
semplice ma profondo gesto.
Mentre la carezza di Bulma continuava tra i capelli
selvaggi del saiyan, lui l'attirò a sé dolcemente,
ansioso di sentire il calore del suo corpo. La ragazza
emise un gemito di stupore e Vegeta divertito da questo
fatto decise di sorprenderla ulteriormente avvicinando le
sue labbra al collo delicato di lei e cominciò a
baciarlo leggermente godendo del dolce profumo della sua
pelle.
Bulma piegò indietro la testa per permettere al saiyan
di facilitare la sua operazione e lui non si lasciò
scappare l'occasione di mordicchiarle il mento, adesso
esposto così graziosamente ai suoi occhi.
La ragazza si lasciò scappare qualche risolino
incontrollato ma recuperò immediatamente la
concentrazione quando sentì le mani di Vegeta scendere
sensualmente lungo i suoi fianchi.
La pelle di lei sotto la leggera camicia da notte estiva
era calda e morbida e il sangue di Vegeta cominciò a
ribollire nelle vene.
Bulma sentiva il cuore battere come un martello impazzito
e il suo respiro cominciò a farsi più affannoso.
Improvvisamente anche lei provò l'impulso di toccare la
pelle del saiyan e allungando di nuovo le braccia, iniziò
ad accarezzare il suo petto già privo di qualsiasi
indumento.
I due giovani rimasero alcuni minuti ad accarezzarsi
dolcemente, perdendosi completamente nelle straordinarie
sensazioni che adesso per la prima volta riuscivano a
provare liberamente.
Senza rendersene conto, pochi attimi dopo si ritrovarono
sdraiati sul letto uno nelle braccia dell'altra. Le loro
carezze e i gesti delicati e sensuali di prima erano
cessati ed entrambi rimasero immobili, sentendosi
completamente soddisfatti in quell'abbraccio.
Quel gesto rappresentava tutto quello che avevano sempre
desiderato, quel contatto così ravvicinato valeva più
di mille parole, più di qualsiasi altra manifestazione
d'affetto. I due corpi si erano come fusi in un unico
essere rivestito di un'aura protettiva e, in quel piccolo
mondo, Vegeta e Bulma sentirono di non essere più soli
con le loro angosce.
Passarono parecchi minuti prima che Bulma riaprisse gli
occhi per vedere cosa stesse facendo il suo principe e
s'intenerì notando l'espressione rilassata del suo volto
solitamente così arcigno. Gli occhi di lui adesso erano
chiusi e ascoltando il suo respiro profondo e regolare,
la ragazza si convinse che il saiyan stesse dormendo. Con
un movimento molto cauto, Bulma si alzò leggermente
dalla sua postazione e nel silenzio di
quell'indecifrabile serata, sfiorò con le sue sottili
labbra la tempia del dormiente.
Vegeta avvertendo la dolcezza e la delicatezza di quel
gesto, aprì immediatamente gli occhi e li fissò in
quelli della ragazza.
Il saiyan non riuscì più a lottare con i suoi
sentimenti, ormai si era esposto troppo e non poteva più
tornare indietro. Il viso di Bulma non gli era mai
sembrato così bello visto nelle ombre di quel luogo che
adesso non era più una semplice camera da letto ma un
posto irreale fatto di significativi silenzi.
La sensazione della labbra di Bulma sulla sua tempia era
ancora presente come se fosse un marchio fatto a fuoco e
la voglia di ripagarla con la stessa moneta, si fece più
intensa. Lasciando da parte il suo orgoglio di principe
dei saiyan, decise di compiere un gesto che mai nella
vita avrebbe creduto possibile. Vegeta avvicinò il suo
viso a quello di lei e dopo averle dato una fugace
carezza sulla guancia la coinvolse in un dolcissimo bacio.
Inizialmente le loro labbra si sfiorarono solamente, poi
il contatto si fece più deciso e in un attimo Bulma si
rese conto di desiderare avidamente quella bocca così
morbida e permise al saiyan di rendere il bacio più
appassionato e profondo.
Quando infine si staccarono, entrambi si ritrovarono a
corto di fiato e dovettero lasciar passare qualche
secondo per recuperare l'ossigeno.
Adesso sapevano che quello era solamente l'inizio di una
lunghissima nottata, Vegeta sentiva il bisogno di
abbandonarsi completamente a quelle emozioni e Bulma
avvertiva la stessa identica necessità. Ormai le parole
che non erano state pronunciate per tutto quel tempo non
avevano più importanza, anzi non la avevano mai avuta e
dire qualcosa adesso non avrebbe significato nulla, così
i due amanti mantennero il silenzio della stanza pensando
che da adesso in poi, avrebbero avuto bisogno di tutto il
fiato a loro disposizione.
La mattina dopo Bulma riaprì gli occhi, svegliata da un
fastidioso raggio di sole appena penetrato dalla finestra.
Da principio sembrò non comprendere dove si trovasse,
poi riconobbe la stanza di Vegeta e improvvisamente le
tornarono alla mente i fatti sconvolgenti accaduti poche
ore fa.
Le era sembrato tutto così irreale che non si sarebbe
affatto stupita se si fosse trattato semplicemente di un
sogno; ma le sensazioni che aveva provato e che ancora
provava al solo ricordo le assicuravano che era stato
tutto reale.
Lanciando uno sguardo al pavimento notò i suoi indumenti
gettati scompostamente a terra ma la cosa non sembrò
interessarla particolarmente, la cosa che più le premeva
sapere era cosa sarebbe successo da adesso in poi tra lei
e il saiyan che dormiva profondamente alle sue spalle.
Avrebbe avuto solo un modo per trovare conferma ai suoi
dubbi: vedere quale fosse stata la prima reazione alla
sua vista dopo il risveglio; se ad attenderla vi fosse
stata una scostante freddezza, Bulma avrebbe capito che
quella notte probabilmente aveva fatto un terribile
errore.
Bulma si voltò velocemente cercando di scuotere il
materasso nel tentativo di svegliare Vegeta, ma il
principe sembrava non avvertire nessuna scossa e continuò
beatamente a riposare con la testa sprofondata nel
cuscino.
La ragazza allora cominciò a scuoterlo delicatamente
poggiandogli una mano sulla spalla ma lui reagì
voltandole le spalle. Bulma si sentì esasperata da quel
gesto e non riuscendo ad aspettare un minuto di più
cominciò a chiamarlo per nome, inizialmente sottovoce
poi quasi urlando. Vegeta mugugnò infastidito da tanta
insistenza e si voltò di nuovo verso di lei aprendo
leggermente le palpebre per poi richiuderle di nuovo,
tentando di riprendere il sonno interrotto.
Bulma rimase esterrefatta da quanto fosse pigro quel
saiyan e, improvvisamente illuminata da un'idea per
svegliarlo completamente, si mise a sedere sul letto.
"Bene ragazzo mio, visto che con le buone non ti
svegli, ho deciso di prenderti con le cattive!" e
detto questo lo baciò con trasporto sulle labbra.
L'azione ebbe parecchio successo poiché il saiyan
spalancò gli occhi e si lasciò trascinare seduto dalla
presa decisa delle mani di lei, rispondendo completamente
al bacio.
"Diamine donna mi spieghi che ti è preso
stamattina?" chiese Vegeta con la voce ancora
impastata dal sonno.
"Volevo solo verificare una cosa!" spiegò
Bulma lanciandogli un sorriso carico di felicità.
"Che cosa?" chiese il saiyan alzando un
sopracciglio con curiosità.
Bulma non rispose ma lo baciò nuovamente sulle labbra e
si alzò dal letto pronta ad affrontare una nuova
giornata, questa volta sicura che tutte le sue angosce si
fossero dileguate nella dolcezza di quell'ultimo bacio.
Fine
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