Prologo:
Lunga e diritta correva la
strada,
lauto veloce correva
la dolce estate era già cominciata
vicino lui sorrideva, vicino lui sorrideva
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
per chieder perdono di ogni peccato
Cadesti a terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva in quel giorno
e non ci sarebbe stato ritorno
Avevi scritto già il mio nome
(a te, Nicola, perché il tuo nome
sarà scritto per sempre nel mio cuore)
AVEVI SCRITTO GIA
Rukawa, stanco e assonnato, posò la sua
valigia sul letto dalbergo ed entrò nella doccia.
Il lieve fruscio dellacqua, e la freschezza della
stessa lo indussero a ripensare agli ultimi avventimenti
Era partito il giorno prima, cioè il 28 Giugno, dal
Giappone, con grande gioia di Hanamichi, perché doveva
partecipare ad un torneo di Basket per beneficenza,
assieme ad una rappresentativa dei migliori giocatori a
livello mondiale
certo, pel di carota
era geloso, ma gli era bastato pensare che lodiato
rivale sarebbe stato lontano per un po sia dalla
squadra che da Haruko per rallegrarsi
A malincuore uscì dalla doccia e si gettò sul letto,
subito, complice lafoso caldo, scivolò in un sonno
profondo
Cristina lanciò unocchiata al
fratello Nicola, che quieto dormiva lì accanto, e
sorrise, mentre gli accarezzava una guancia. Era in
ritardo e doveva scappare, ma non le importava, voleva
godersi ancora un po quella pace, quella
tranquillità che solo il piccolo Nicola sapeva
trasmetterle.
Inoltre, ne era certa, alla sede dellassociazione
ci sarebbe stato un caos indescrivibile
tutti i
giocatori erano arrivati lì a Roma, e Giacomo, luomo
meno dotato di pazienza che lei avesse mai conosciuto, già
aveva organizzato da tempo il calendario degli incontri
Cristina sorrise ancora, con i soldi guadagnati forse
avrebbero dato una mano a tutte quelle famiglie colpite
dal grande male
e avrebbero aiutato la
ricerca
e chissà, si sarebbe trovata una cura meno
dolorosa della Chemioterapia
Prese le chiavi, baciò il fratellino sul capo e uscì.
Il
suo mal di testa aumentò a dismisura
quanto casino!
Il ragazzo si ravviò i capelli con un gesto stanco della
mano e guardò luomo che parlava al telefono
poi
il suo sguardo si spostò sulla nuova arrivata, che lesta
si era posizionata su una sedia nella speranza di non
essere notata e, di conseguenza, che nessuno si
accrogesse del suo ritardo.
-CRISTINA!- tuonò Anna Rossi, la presidentessa dellassociazione
contro la leucemia
-HAI FATTO T-A-R-D-I!- scandì con voce irritata, la
ragazza interpellata si fece più piccola, fino quasi a
sparire
Rukawa osservò quella che doveva chiamarsi Cristina
aveva
dei lunghi capelli rossi (come Sakuragi..no!Anche qui!)
che incorniciavano un viso roseo impreziosito da due
splendidi occhi verdi.
Le gambe, scoperte, erano perfette, e terminavano con due
sottili caviglie.
Anna sorrise nel vederla rossa dalla punta dei piedi alla
testa, e lasciò perdere, le si avvicinò e disse
-Cristina, è arrivato anche lultimo giocatore, dal
Giappone
sono lieta di presentarti Kaede Rukawa-
La ragazza allungò la mano verso quella di lui, che
evidentemente, vinto dallemozione, la strinse
troppo forte, perché le scappò un gemito di dolore.
-Scusa- mormorò lui tingendosi di rosso, ma Cristina e
il suo sorriso lo tranquillizzarono.
-molto lieta!- disse con voce vellutata, quando stacco la
mano da quella di lui, Kaede quasi ne provò dispiacere.
Si ritrovarono vicini, poco dopo, e cominciarono a
parlare, il ragazzo le chiese il perché della sua
presenza nellassociazione
fu la prima e lunica
volta i cui vide i suoi occhi verdi assumere una venatura
triste
-Mio padre è morto di leucemia
e mia madre, poco
dopo, lha seguito, spirando dal dispiacere
-
mormorò a fil di voce
-Questa è casa mia- disse Cristina quando
Rukawa entrò nella sua piccola abitazione, poi si
diresse, seguita da lui, verso la cucina, per preparargli
il caffè che gli aveva promesso in associazione.
Non sapeva spiqgarsi il perché di quellinvito,
Cristina, sapeva solo che quel ragazzo gli sembrava
diverso, parlando aveva scoperto che il suo vero amore,
la cosa per cui esauriva le sue energie, era il Basket, e
le erano semrati simili, perché anche lei, nella vita,
aveva una sola preoccupazione, Nicola.
Appena udita la voce della sorella il piccolo fece
capolino dalla stanza da letto, era ancora in pigiama
benchè fosse già pomeriggio
Cristina molte volte laveva
preso in giro, dicendogli che forse per lui era più
comodo per il riposino pomeridiano, visto che era un gran
dormiglione
come risultato non le parlò per tutto
il giorno, fino a quando lei, per farsi perdonare, non
gli aveva offerto un mega gelato...somigliava tanto alla
sorella, sia per colore di capelli che per espressione e
dolcezza, lunica differenza fra i due era il colore
fegli occhi, verdi quelli di lei, grigio chiaro quelli di
lui.
La ragazza lo vide e sorrise, poi si rivolse a Kaede
-questo è mio fratello Nicola, Nicola saluta Kaede!-
-Ciao
- mormorò il piccolo nascondendosi dietro di
lei, per vergogna
Rukawa calcolò che doveva avere
più o meno 5 anni, mentre lei, aveva scoperto prima, ne
aveva 18.
Durante la sua permanenza in quella casa Cristina gli
raccontò della sua vita, del dolore per la morte dei
genitori
Il ragazzo, affascinato, lascoltò e rimase
incantato da come i suoi occhi bruciavano dalla
determinazione, quando raccontava che le zie volevano
sottrargli il piccolo e che lei, litigando e facendo
valere i suoi diritti, era riuscita a tenerlo con sé
-sarò un egoista
- mormorò ma gli voglio
troppo bene per lasciarlo
-
Nicola, intanto, ligio al suo dovere di pelandrone, era
andato a fare il suo riposino pomeridiano, e già
potevano udire il suo respiro regolare provenire dalla
camera adiacente
anche quel rumore, quel misero
rumore, a Cristina pareva una musica fatata, una musica
capace di salvare, di calmare
una musica capace di
tutto.
Kaede la guardò, poi sussurrò no, non sei egoista
anzi
sei
generosa, generosa e forte- poi le prese una mano e la
avvicinò alla sua guancia.
-Kaede..io..- esordì lei timorosa, ma lui non le diede
il tempo di continuare, perché lattirò a sé e la
bacio con dolcezza, accarezzandola piano per paura di
farle male
Cristina sospirò, e si lasciò vincere da quel bacio
pieno di dolcezza
era la prima volta che
che un
uomo la baciava
e non se ne vergognava minimamente,
finora il suo unico uomo era stato
Nicola, luomo di cui prendersi cura, luomo
che assorbiva tutto il suo tempo
non avrebbe mai
creduto di poter amare un altro uomo, di poter concedere
ad un altro uomo una parte (seppur piccola) del suo cuore
Invece, con Rukawa, adesso, sentiva di poter condividere
tutto
anche Nicola, si, anche laffetto di
Nicola
lei voleva condividere tutto con lui
e
si chiese se non fosse questo lamore di cui la
gente tanto parlava
Kaede, dal canto suo, la stringeva piano
lei era un
angelo
un angelo forte
era proprio come lui,
forte e determinata, ma allo stesso tempo dolce e fragile
da
proteggere
per nessunaltra il ragazzo aveva
provato questo
questo
sentimento così forte
questa
voglia di dare e avere
di proteggere e di venire
accudito e coccolato
La strinse un po più forte a sé, per paura che
scomparisse e lo lasciasse, e lei gli mise le mani dietro
il collo e cominciò a giocherellare con i suoi capelli
poi
le loro bocche si lasciarono e si guardarono a lungo
negli occhi
-Cristina
- sussurrò lui, poi la baciò ancora, un
bacio lieve questa volta, che lei accettò con gioia.
-Kaede
io
non mi era mai successo
- ma lui
la zittì posandole un dito sulle labbra
-neanche a me era successo tesoro
forse era solo
perché ci stavamo cercando
e adesso ci siamo
trovati
non lasciarmi mai, Cristina, sei entrata
come un fulmine nella mia vita, ed io non saprei
immaginarla più senza di te
-
La ragazza sorrise, poi però pensò a Nicola, nella
stanza vicino, e si allontanò da lui.
-Io
credo di volerti bene Kaede, bene davvero, ma ho
Nicola con me, è
è come un figlio, e non so se
-
sussurrò senza avere il coraggio di guardarlo
fissava
con insistenza il pavimento e aspettava una sua risposta,
che forse in cuor suo già conosceva
nessunuomo
si sarebbe preso cura di un figlio non suo, nessuno
Kaede le accarezzò il viso
-Chi credi che sia?So che dovrò sempre contendermi il
tuo amore con Nicola
- disse ridendo ma anche
tu dovrai fare la stessa cosa, perché è un bambino
dolcissimo, e non mi dispiacerebbe stare con lui
come
una famiglia
-
-Ma
ci conosciamo da poche ore
come puoi dire
una cosa del genere?Mi stai prendendo in giro forse?-
ribattè lei seria, sempre guardando il pavimento, lui
con un dito le sollevò il viso e la guardò
profondamente negli occhi
-Non so cosa mi sia successo, davvero non lo so, ma lultima
cosa che farei è prenderti in giro, Cristina
credimi
io
forse
è troppo presto per dirlo
ma credo di amarti
-
Lei, con gli occhi velati dal pianto, sorrise e si
strinse di nuovo a lui, cominciando a piangere
-No dai
su
Cristina
non fare così
cosa
ho detto?- chiese Kaede preoccupato di averla ferita, le
poggiò una mano sul capo e accarezzò i suoi moribidi
capelli.
-No
no io
sono così felice Kaede
davvero
-
disse lei fra i singhiozzi, al che lui la baciò ancora.
-Adesso tesoro devo andare
credi di esserci stasera
alla partita
?- mormorò lui prima di baciarle i
capelli.
-Si che ci sarò
verremo con Nicola
e faremo il
tifo per te
- rispose Cristina.
Lo seguì fino alla porta, e con un ultimo bacio si
congedarono.
Quella sera, ovviamente, la squadra di
Rukawa vinse, ed insieme andarono a festeggiare in un
pizzeria vicino al Colosseo. Nicola aveva già preso
confidenza con Kaede, come se lo conoscesse da sempre, e
questo non faceva che rafforzare il sentimento di
Cristina nei confronti di quel ragazzo che da un giorno
allaltro aveva sconvolto la sua vita
Li riaccompagnò a casa sul tardi, Nicola già dormiva
fra le braccia della sorella, Kaede guardava ora luno
ora laltra con lo sguardo carico damore.
Lo prese in braccio e lo portò su in casa, poi assieme a
lei, lo mise a letto, e tornarono in salone.
-bene allora vedo che la parte del papà ti si addice
-
disse scherzosamente lei, Kaede la fece sedere in braccio
a sé sul divano e le sussurrò allorecchio ed
è una parte che non vedo lora di fare a tempo
pieno
-.
Cristina arrossì, poi lo abbracciò forte e si baciarono
ancora, con passione sempre crescente, fino a quando non
si trovarono stesi uno sullaltra. Rukawa,
delicatamente, le posò una mano sul seno, ma lei lo
respinse
-Ecco
vedi
non credo di sentirmi pronta
-
balbettò insicura, lui sorrise
-quando lo sarai, voglio essere il primo a saperlo eh!-
disse cercando di smorzare la tensione, e ci riuscì bene
percè lei rise forte e lo baciò ancora, e ancora
Da quel giorno i momenti belli con Rukawa
si susseguirono a ritmo vertiginoso, lui non chiedeva mai
più di quello che lei era pronta a dargli, e lei gli era
grata per questo
e sentiva di amarlo ancora di più,
sentiva avvicinarsi il giorno in cui avrebbe detto sono
pronta.
Kaede, però, non aveva nessuna fretta, anzi assaporava
ogni istante stupendo che questo regalo inaspettato del
cielo gli dava, i piccoli baci, le tenerezze, le finte
liti fatte solo per avere il gusto di fare pace
erano
tutte cose che conosceva solo ora, ma non gli dispiaceva,
perché le aveva conosciute con Cristina
la sua
Cristina.
Il torneo era giunto al termine, lindomani si
sarebbe svolta la finale, fra la rappresentativa All
stars di Rukawa e la nazionale Italiana di Basket.
Di solito Kaede era molto nervoso alla vigilia di una
sfida importante, ma questa volta era diverso
questa
volta sapeva che aveva già vinto, in ogni caso, qualcosa
di più importante di una partita
aveva vinto perché
aveva aiutato della povera gente, ed aveva vinto perché
aveva trovato lamore della sua vita.
Quella sera, si fermò ancora da Cristina e Nicola a
cena, e dopo mangiato assieme si sedettero sul divano a
parlare, Nicola comodamente seduto sulle gambe di Rukawa.
-Ehi Nicola
dimmi, che ne diresti di vivere in
Giappone?- chiese ad un certo punto il ragazzo, Cristina
strabuzzò gli occhi, sopresa.
-Siii!Così vedrò Goku!- disse Nicola entusiasta, e
corse nella sua cameretta per leggere il giornale di
Dragon ball che poco prima aveva comprato con la sorella.
-Non dovresti illuderlo così Kaede
- disse
Cristina, ma il ragazzo la bloccò
-Non stavo scherzano
venite con me
in Giappone!Io
non posso vivere senza di te
e lo sai
ma non
posso vivere nemmeno senza la mia squadra
-
Cristina la guardò male
-e perché io dovrei rinunciare ai miei amici, alla mia
vita Kaede
- disse con le lacrime agli occhi
si
rendeva conto di essere ingrata con lui ma
era così
difficile
!Dannazione!
-Non voglio una risposta ora Cristina
me la darai
domani
dopo la finale
va bene?- sussurrò
Kaede, poi la baciò lievemente ed andò via.
Lei si prese il viso tra le mani dopo aver visto la porta
richiudersi dietro di lui.
-Mamma, papà
cosa devo fare?Cosa?- singhiozzò.
Nicola uscì dalla sua cameretta
-Cri
perché piangi
?- chiese piano
-non vuoi vedere Goku anche tu?-
Cristina sorrise forzatamente e lo abbracciò
-si che lo voglio vedere Goku
si che lo voglio
vedere
-
-Pronto?-
-pronto Kaede
sono Cristina
-
Non cera bisogno che lei lo dicesse
laveva
già riconosciuta
era lei! Il cuore di Rukawa andava
a mille, le sue mani sudavano
cosa sarebbe stato di
lui se lei avesse rifiutato? Ci aveva pensato
forse
forse
poteva giocare anche in Italia
limportante era
stare con lei
-ci ho pensato Kaede
ed ho deciso di venire con te
in Giappone
ti amo e non voglio perderti e poi
posso
sempre telefonare agli amici no?- disse lei ridendo,anche
Kaede rise, rise e pianse insieme
-Oh Cristina è fantastico
ti amo così tanto
-
-e poi
e poi credo che domani, dopo la partita
Nicola
potrebbe restare con Anna mentre noi
facciamo le
valige
- continuò con voce suadente
-Io sono pronta Kaede
- terminò.
Era vero, era pronta, aveva deciso che voleva vivere per
sempre con Kaede
per sempre, che brutta parola
non
laveva mai usata
ma adesso si sentiva pronta a
fare anche questo
Kaede Rukawa sorrise
la donna che amava
lunica
donna che avesse mai amato
aveva deciso di seguirlo
di
unirsi a lui in tutti i sensi
-Cristina, ti amo
ci vediamo domani allora
-
rispose con la voce che tremava
-a domani- disse lei, poi riattaccò.
Lindomani la giornata era bellissima
come
lumore di Cristina.
Kaede lamava.
E amava Nicola.
Era così felice! Andò nel garage e prese lauto,
una piccola utilitaria verde, chiamò Nicola e chiuse la
porta di casa.
-Su dai pelandrone!Hai fatto la valigia?- chiese mentre
avviava il motore, il piccino annuì con il capo, tutto
eccitato allidea di conoscere Goku
-forse dovrei dirgli la verità ma
perché
disilluderlo
oh
non so cosa fare
- pensò
Cristina, ma poi si disse che fra poco avrebbe visto
Rukawa, e tutto sarebbe passato, e forse avrebbero deciso
insieme e poi
a fare le valige!
Arrossì lievemente
Rukawa aveva giocato nel primo tempo e adesso era il suo
turno di stare in panchina
La partita volgeva ormai alla fine, ma Cristina non si
vedeva
si voltò con aria preoccupata verso Anna, in
tribuna, ma questa lo tranquillizzò con un cenno che
voleva dire non preoccuparti, fa sempre tardi!
Kaede si calmò, non vide che qualcuno entrò e chiamò
Anna con sé.
Accese lautoradio ma non cera
niente di bello sulla sua stazione preferita, decise
quindi di mettere su una cassetta
non cera
molta scelta, a Cristina non piaceva la musica Pop e
contemporanea, inglese, preferiva di gran lunga la musica
italiana,e, fra tutti, i Nomadi.
Avevano una musicalità così
coinvolgente
e la
voce del cantante era davvero un potente calmante, ed era
proprio di un calmante che adesso aveva bisogno!
Premette il pulsante Play e poco dopo le note
riempirono labitacolo
questa canzone era la
sua preferita
in realtà non era dei Nomani ma di
Guccini però
era bella lo stesso.
Lunga e diritta correva la strada,
lauto veloce correva
la dolce estate era già cominciata
vicino lui sorrideva
vicino lui sorrideva
Era vero
lestate era cominciata
e Nicola sorrideva
lestate
ed ora andava
verso Kaede, verso lamore
era così felice!
Forte la mano teneva il volante
Forte il motore cantava
Non lo sapevi che cera
-Nicola!- disse solo.
-Non sono triste, volevo volare con le mie ali, ora posso
farlo, e non ho nessun rimpianto, perché almeno una
volta nella mia vita ho amato
-
Quella partita la persero, ma a Kaede non
importava
Cristina non cera
aveva forse
cambiato idea?
Notò che anche Anna era sparita, ma poco dopo la vide
avvicinarsi
cosa succedeva?Perché aveva gli occhi
rossi e gonfi?
Cristina
-Kaede
non so come
oh mio dio
mentre
Cristina veniva qui con Nicola è uscita fuori strada e
la
sua macchina è finita su unaltra
e
-
-Ma come stanno?Come sta Nicola???COME STA CRISTINA ANNA!-
urlò prendendo la donna e scuotendola.
Anna guardò a terra
-Nicola sta bene
ha solo qualche graffio perché
Cristina
lha protetto con il suo corpo ma lei
lei
è
-
-Non voglio sentirlo!NO!- disse Rukawa portandosi le mano
alle orecchie
Anna, dolcemente, allontanò le mani, e prima di
ricominciare a singhiozzare, disse solo
-lei è morta Kaede
-
Nicola, impettito nel suo vestitino nero,
non aveva pianto
gli avevano detto che lei era
volata via, e a lui era bastato
gli avevano detto
che era andata da mamma e papà
Ma a Kaede no, non era bastato
Perché?Lunica ragazza che avesse mai amato
lunica
era
morta così
Al funerale, lui e Nicola, erano seduti al primo banco.
Il coro cantò, su sua richiesta
Lunga e diritta correva la strada
lauto veloce correva
la dolce estate era già cominciata
vicino lui sorrideva, vicino lui sorrideva
-sorrideva Nicola, non è vero Cri?
e
tu?Tu sorridevi
oh amore mio
-
Forte la mano stringeva il volante
forte il motore cantava
Non lo sapevi che cera la morte
quel giorno che ti aspettava, quel giorno che ti
aspettava
-cri, se solo lavessi immaginato,io
io
-
Non lo sapevi ma cosa hai provato
quando la strada è impazzita?
Quando la macchina è uscita di lato
e sopra unaltra è finita
-Che hai provato Cri
angoscia, paura,
come me adesso?-
Non lo sapevi ma cosa hai sentito
quando lo schianto ti ha uccisa
quando anche il cielo di sopra è crollato
quando la vita è fuggita, quando la vita è fuggita
-hai sentito di dover proteggere Nicola
volevi
che mi restasse almeno lui
a ricordarmi per sempre
te
-
Vorrei sapere a che cosa è
servito
vivere, amare, soffrire
spendere tutti i tuoi giorni passati
se presto hai dovuto partire, se presto hai dovuto
partire
-Sono solo Cri
anzi siamo soli
.io
e Nicola
soli e sperduti senza di te
ma ci
faremi coraggio a viceda
-
Voglio però ricordarti comeri
pensare che ancora vivi
voglio pensare che ancora mi ascolti
e come allora sorridi, e come allora sorridi
-Sorridi Cri? Ed io
io riuscirò a
sorridere ancora Cri?Ti amo, ti amerò per sempre
-
Era la fine, tutti si alzavano, per seguire il corteo
funebre, il coro cantò ancora
Avevi scritto già
il mio nome lassù nel cielo
avevi scritto già
la mia vita insieme a te
avevi scritto già di me
[
]
Se ieri non sapevo
oggi ho incontrato te
e la mia libertà
è il tuo disegno su di me
.
non cercherò più niente perché
Tu mi salverai
-Cri, ti giuro che avrò cura di Nicola
per sempre, e che lo porterò con me
il tuo nome
resterà con noi per sempre, come un dolce, dolcissimo
ricordo-
Poi, lacrime.
CANZONI:
Canzone per unamica
di F.Guccini
Viaggio nella vita
musica sacra
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