Tutti i personaggi sono di
proprietà di T. Hojo/Sunrise/etc. etc., insomma
degli
aventi diritto (beati loro^^;;). Invece questa ff è di
mia proprietà, perciò potete farci qualunque cosa
mandandomi prima una gentile mail a saeko-chan@libero.it
!
NB Questa ff è iniziata il 26 marzo
^___^ Il giorno
del compleanno del nostro eroe.
Ma chissà quando la finirò
^^;;;
speriamo
entro un anno
[esattamente due mesi e due giorni
dopo, nota a posteriori^^].
In ogni caso, è dedicata a tutte le fantastiche persone
che ho conosciuto all'Expo
e ad Aeris-chan che è
rimasta a casa;_;
Ringrazio Tati per la sua preziosissima consulenza
arigato!!! ^_^
NdS indica un mio personale commento
stupefacente,
vero?^^;;;
Ok, sperando che questo raccontino vi piaccia
buona
lettura! ^_^
Il
compleanno di Ryo
25
marzo - la sera prima del compleanno
I toni bluastri del cielo dopo il tramonto
le luci
forti e chiare di un bar, incuranti dell'atmosfera
ovattata
-Così domani è il compleanno di Ryo?- Miki posò sul
bancone una tazza di caffè fumante. Kaori sedeva di
fronte a lei, con un'aria piuttosto stanca. Si sentiva il
vento freddo della sera sbattere contro i vetri del bar
era l'ora di chiusura, ma per Kaori il Cat's Eye era
sempre aperto. - Già
il ventisei marzo. - Kaori
mescolò lentamente lo zucchero nella tazzina, come se
stesse sciogliendo i suoi pensieri nella tranquillità di
quel momento. Miki la guardò dolcemente: quei due non
riuscivano mai a decidersi
- Gli hai preso un
regalo? Falco e io stavamo pensando a
- ma si fermò
non poteva certo dire a Kaori che volevano scalargli
qualche debito dal lunghissimo elenco di danni
chissà perché due volte su tre le liti intestine di
City Hunter si svolgevano nel loro bar! Kaori la guardò
con aria interrogativa, e Miki si affrettò a continuare:
- Ehm
forse potremmo fare una festa? -. Kaori
sorrise. -Sai, veramente avevo pensato a qualcosa anch'io
sembra proprio che non sia possibile festeggiare un
compleanno in pace, con il nostro lavoro! Un anno c'è
qualche incarico, l'anno dopo arriva Sonia e scombussola
tutto
insomma, è ora di fare qualcosa! Ma non so
bene cosa. Vorrei che fosse un giorno speciale
vorrei che per una volta Ryo provasse la gioia di una
festa di compleanno
dopotutto non l'ha mai
festeggiato
e
e adesso tocca a me farlo per
lui. - La ragazza arrossì leggermente, e Miki le sorrise.
Kaori sapeva essere una furia, ma normalmente era una
persona davvero tenera
Anche Ryo se ne era accorto,
e da un pezzo; e ultimamente aveva un po' cambiato il suo
atteggiamento. Era un po' più dolce, un po' più
affettuoso
come quella sera fresca, non ancora
primaverile, ma già molto diversa dalle gelide sere
invernali che l'avevano preceduta
da quel giorno,
dal giorno del matrimonio, qualcosa era cambiato; l'uomo
non riusciva ancora ad aprirsi completamente, sembrava
andarci cauto, esplorare un territorio a lui sconosciuto;
ma piano piano si stava abituando all'idea di amare ed
essere amato. Kaori era riuscita a cambiarlo
il
ventisei marzo era davvero il compleanno di Ryo, non il
giorno della sua nascita, ma della sua rinascita
-
Gli ho comprato una camicia
- Kaori proseguì il
discorso, distogliendo l'amica dalle sue riflessioni. -
è banale, lo so, ma non mi veniva in mente nient'altro,
oggi
come al solito mi sono trascinata all'ultimo
giorno, ed ero troppo stanca per pensare a qualcosa di più
originale! Orologi, basta! Non vorrei che si ripetesse la
storia dell'anno scorso
- La ragazza distolse lo
sguardo dagli occhi dell'amica, ben conoscendo i ricordi
che le sue parole avevano risvegliato
-Ma dai,
vedrai che la camicia andrà benissimo! E non dimenticare
che per lui non conta il regalo
- Miki scosse la
testa per scacciare quei pensieri tristi e si tolse il
grembiule "E' un altro, il regalo che aspettate
"
-Allora, che cosa hai in mente per domani? Posso darti
una mano? - e Kaori si mise a spiegare la propria idea
all'amica, che ogni tanto annuiva, o scoppiava a ridere,
o proponeva qualche cambiamento. Kaori si sentiva bene
era bello parlare di queste piccole cose, anche non
troppo profonde.- E
come ti vestirai? Domani è
un'occasione importante
non dirmi che non ci hai
pensato! - Kaori rise fra se': molto spesso l'amica le
parlava di moda, esortandola ad essere più elegante
spesso le ricordava Eriko! -Dunque
per il vestito
-
cominciò, ma fu interrotta da un rumore di passi e da
una voce profonda. -Ciao Miki. Oh, ciao Kaori! - Kaori
sobbalzò, ma si riprese subito: -Ah, ciao Falco! Scusami
se sono ancora qui
volevo parlare con Miki
-
non voleva disturbarli
ma Miki non la lasciò finire:
-Ciao Falco! Ben arrivato! Senti, domani è il compleanno
di Saeba, e Kaori voleva organizzare una festa! Abbiamo
bisogno del tuo aiuto
- "Che forza della natura
"
pensò Kaori mentre Miki respingeva una per una le
obiezioni di Umibozu, che non sembrava troppo propenso a
festeggiare "quel pervertito"; "Non so
cosa darei per avere la sua energia o la sua decisione
è una donna molto forte!" Poi le tornò in mente
una frase, sentita molto tempo prima
anni e anni
prima
in un giorno che da allegro si era mutato in
tragico, una frase pronunciata da una voce ancora poco
conosciuta, in quel momento dura e ferma ma con un velo
di ammirazione
"Non piangi? Sei molto forte.".
La voce di Ryo. Nel giorno in cui la sua vita era
cambiata, e Kaori aveva conosciuto le tenebre. Quel
giorno che, per ironia della sorte, era il suo compleanno.
Sì, Kaori era stata forte
la era ancora? -Allora
contiamo su di te! - la voce allegra di Miki riportò
Kaori nel clima caldo del bar. Distolse la mente dai
dubbi, che la lasciavano sempre incerta, e sorrise a
Miki, che aveva definitivamente battuto Umi ed era
trionfante. -Non preoccuparti, Kaori! Andrà tutto
benissimo! Vieni, andiamo a telefonare agli altri! E
devi
ancora parlarmi del tuo signor vestito! Altrimenti ti
presto qualcosa io
- Kaori, contagiata dall'energia
dell'amica, rise di cuore: - Cosa?! Per fortuna oggi ho
fatto spese
chissà come mi avresti conciata! -
- Conciata? Ti avrei resa molto sexy, mia cara
anzi, se il tuo vestito sarà giudicato inadatto dovrai
lasciar fare a me!- E le due ragazze scomparvero nel
retro del bar, chiacchierando allegramente, mentre
Umibozu spegneva le insegne.
Nella stessa nottata di vento, Ryo tornava a casa mezzo
ubriaco, dopo una giornata passata inutilmente a caccia
di donne
non era completamente lucido, i pensieri
iniziavano ad affollarglisi nella mente
ma non era
neppure del tutto sbronzo, si disse. Entrato
nell'appartamento, restò sorpreso nel trovarlo così
buio e vuoto; Kaori non era ancora rientrata, e le stanze
erano immerse nel silenzio e nell'oscurità, tanto da
parere addormentate. Mancava qualcosa
qualcuno. Con
un sospiro, si infilò di nuovo l'impermeabile ed uscì,
diretto al Cat's Eye. La brezza fresca lo investì,
scompigliandogli i capelli e portandogli il profumo dei
primi fiori di ciliegio. Barcollava un po', a causa del
troppo sakè bevuto, ma quando arrivò al bar riuscì a
farsi aprire e a prendere in consegna una Kaori
raggiante, con il volto arrossato per il troppo ridere e
chiacchierare, che stentava ad accomiatarsi da una Miki
altrettanto allegra. La sua Kaori
-Umpf
e io
mi preoccupo per te? - fece lui fingendosi imbronciato e
barcollando ancora un po', ma lei gli sorrise intenerita:
-Forse sono io che dovrei occuparmi di te, stasera!- E
prendendosi un braccio di Ryo sulle spalle, per
sostenerlo, salutò definitivamente gli amici e si avviò
verso casa. Sotto il caldo braccio di Ryo, che borbottava
come sempre
quello era il suo posto, pensò Kaori.
Avanzavano lentamente, i passi sincronizzati, la leggera
giacca di Kaori svolazzante nella brezza
Miki sorrideva. -Ma guardali
quando mai Ryo è
venuto a prenderla? Aah
che ne pensi Falco? - Umi
arrossì, voltandosi bruscamente. -Tsè
affari loro.
Piuttosto, noi torniamo dentro
fa un freddo cane!
-. E dopo poco le luci del Cat's Eye si spensero.
Ryo e Kaori camminavano da soli nelle strade immerse
nell'oscurità
unico spettatore, il vento di
primavera.
26
marzo - alba del compleanno
"Beeep! Beeep!" Il suono impietoso di una
sveglia colpì le orecchie di Kaori, ancora immersa nel
torpore bluastro del sonno. La ragazza aprì
faticosamente gli occhi, fermando la suoneria con una
mano un po' maldestra, e il suo sguardo annebbiato corse
dal quadrante alla finestra. Era l'alba. Il cielo era di
un azzurro cupo, che se fosse stato appena più scuro si
sarebbe detto blu, ma già ad oriente cominciava a
nascere una sfumatura aranciata, che presto sarebbe
esplosa nel rosso e nell'oro, dando vita a un nuovo
mattino. Quel tripudio di colori era di una bellezza
abbagliante, tanto che Kaori si sentì subito sveglia
nonostante l'ora
"Ci siamo. Oggi è il
compleanno di Ryo.". Si stirò a lungo, poi si alzò
di scatto andando a farsi una doccia
la casa era
silenziosa, e Kaori cercò di non fare troppo rumore
mentre si preparava. Una volta vestita si diresse
silenziosamente verso la camera del suo socio
lentamente aprì la porta e si avvicinò al letto. Ryo
dormiva profondamente, la bocca semiaperta, il viso
rilassato
"Sembri un bambino
" la
ragazza si sentì invadere da un'ondata di tenerezza, e
carezzò lievemente il ciuffo del collega
-Mmh
ancora un po'
ho sonno
- mugugnò lui. Kaori
rise fra se' ed uscì, chiudendo la porta con delicatezza.
Tornò nella propria stanza, che la luce nascente
riempiva di tonalità dorate, e aprì l'armadio
eccolo, era ancora lì
sfiorò il tessuto
raffinato, persa in pensieri lontani
poi la ragazza
pratica ed energica si risvegliò, prese una borsa e
cominciò a riempirla. -E adesso in cucina! - La casa,
che solitamente a quell'ora era silenziosa e addormentata
(clienti permettendo^^;;), quel giorno era invece piena
di vita
senza tanto rumore, quella donna
indaffarata riusciva a riempirla
alla fine anche
quell'inusuale attività si spense, e Kaori uscì
portando con se' la borsa appena preparata. Appena fuori
dal palazzo, scorse la jeep: in perfetto orario! Il suono
di una portiera che sbatteva incrinò il silenzio
trasparente del mattino, delicato come cristallo
poi il rumore si allontanò, fino a dissolversi lungo la
strada appena baciata dai raggi del sole.
26 marzo - mattina
Ryo aprì gli occhi e li richiuse di scatto. Che mal di
testa! Non avrebbe dovuto bere così tanto
lei
glielo diceva sempre, ma
aveva bisogno di
sì,
di un caffè. Massaggiandosi la testa si mise a sedere
sul letto: - Kaori! Dove sei? Potresti farmi un caffè?
Forte, per favore
- Non ottenne risposta. Stupito,
guardò la sveglia: le otto passate
anche troppo
presto per lui, ma non certo per lei! - Kaori? - chiamò
ancora. Silenzio. Se non fosse stato per il ticchettio
delle lancette e per i rumori della strada, Ryo avrebbe
pensato di stare ancora sognando
con un sospiro
rassegnato si alzò, dirigendosi a passi impacciati verso
la cucina, investita dalla luce del giorno, tanto da
fargli stringere gli occhi
quando finalmente si fu
abituato alla luce, mise a fuoco alcuni oggetti sul
tavolo
una tazza, un piatto
Kaori gli aveva
lasciato una colazione abbondante, anche se ormai fredda.
La caffettiera piena, due brioches sul tavolo, succo
d'arancia, panini freschi
-Accipicchia, prima
classe oggi! - si disse Ryo bevendo il caffè freddo.
"Hai pensato anche al caffè
" pensò
sorridendo
"Però è meglio che me ne faccia
uno caldo!". Quando si fu seduto a tavola, Ryo si
accorse di un biglietto, seminascosto sotto il piatto
delle brioches; sopra, con la sottile calligrafia di
Kaori, c'era scritto: "Buongiorno! Dormito bene?
Eccoti la colazione
esco con Miki, ci vediamo
stasera. Non combinare guai!! Kaori. PS. Buon compleanno!"
Un secondo sorriso si dipinse sulle labbra dello sweeper
mentre pensava alle parole della socia
"Non
combinare guai
se non ci sei tu ad impedirmelo come
faccio?" La sua mente fu invasa dal bel viso della
socia
a volte la sua dolcezza sembrava quella di una
bambina
ma subito un altro pensiero corse a
sovrapporsi al primo: "Saeba! Ma che ti succede? Non
puoi più cavartela da solo? Naah, ieri hai davvero
bevuto troppo sakè
". Ryo si alzò, mezzo
panino in bocca, e uscì dalla cucina. A voce alta, forse
per riempire il vuoto della casa così luminosa, forse
per autoconvincersi, cominciò ad elencare il programma
della giornata, e cioè: dopo aver smaltito la sbronza,
un bel giro fuori
e donne, donne, donne!
Con la lentezza di una persona che non è abituata ad
alzarsi presto, e con l'impaccio di un uomo reduce da una
serata di follie alcoliche, lo sweeper impiegò un sacco
di tempo a prepararsi
mentre, con aria stanca, si
lavava i denti, non poté fare a meno di studiarsi nello
specchio. Eccolo lì, Ryo Saeba, nel giorno del suo
compleanno
chissà quanti anni aveva veramente?
Ormai ne dimostrava una buona trentina
eppure,
specchiandosi tanti anni addietro, aveva visto un uomo più
sciupato, più spento, tanto da apparire quasi più
vecchio
non c'erano segni di tranquillità, su quel
volto
adesso invece sì. E non era la tranquillità
del pensionato
certo non ancora. Questi pensieri
accompagnarono Ryo per tutto il tempo
mentre si
vestiva, si pettinava
i rumori della strada ormai
animata facevano da sfondo alle sue riflessioni. Riprese
in mano il biglietto di Kaori: eccolo, il suo elisir
dell'eterna giovinezza
da quanti anni
? La
mente corse indietro
sette, otto
la bocca del
giovane si distese in un sorriso: "Lo vedi, Kaori?
Sono più giovane di te
oggi compio otto anni
beh, facciamo diciotto!" Lo squillo acuto del
telefono richiamò Ryo alla realtà. Una voce sensuale, e
ben conosciuta, si fece sentire dall'altro capo del
ricevitore: -Ryo? Buongiorno! Siamo mattinieri
- -Saeko?
- fece lui, sorpreso; -Proprio io
- cinguettò lei
ridendo. -Hai tempo? -
26
marzo - da mattina a mezzogiorno
-Cosa vuoi a quest'ora? Guarda che non ho intenzione di
accettare incarichi strani o impossibili
non oggi,
almeno. - Ryo strascicava la voce, perplesso per quella
telefonata inaspettata. La cornetta gli restituì in
risposta una risata argentina: - Hai davvero dormito male!
Non mi aiuteresti nemmeno per un mokkori o due? Scherzo
non ti preoccupare. Volevo offrirti una piacevole
mattinata in mia compagnia, ma visto che sei così di
cattivo umore
in quell'albergo ci andrò con qualcun
altro
- La parola "albergo" mise subito
sull'attenti il nostro
-Cosa? Che significa?
Aspetta, aspetta
albergo? Immagino che sia un altro
dei tuoi trucchi
- -Nessun trucco
è un hotel
a cinque stelle
davvero
suvvia, non essere
sempre così sospettoso! Allora, passo io a prenderti tra
poco! - -Saeko! Ma
- *click!* La poliziotta aveva
riagganciato, troncando la frase fra i denti di Ryo e
lasciandolo insoddisfatto. Il giovane si avvicinò alla
finestra, sovrappensiero: il cielo era terso, la
primavera ormai palpabile
ma quell'inizio di
giornata non lo convinceva del tutto. Le strade
brulicavano di vita, creando un forte contrasto tra la
città animata e l'appartamento immobile e silenzioso
e tra la folla sottostante Ryo scorse la sagoma di Saeko,
che si avvicinava al palazzo. Già qui? Ma da dove aveva
chiamato? Lo sweeper si avviò verso la porta, con la
testa piena di pensieri contrastanti
ma poi la
mente corse di nuovo alla parola "hotel",
accantonando gli altri dubbi: e le scale furono divorate
in un lampo!
-Vorrei proprio sapere cosa significa tutto questo
-
Ryo guardò Saeko attraverso lo specchietto dell'auto
l'interessata
scoppiò in una risatella nervosa. -Ehehe
ma dai
visto che non ti pago mai, volevo offrirti un pranzo
credimi! Ah, adesso gira a destra
- la poliziotta
stava guidando Ryo attraverso un dedalo di viuzze
a
quanto pareva, l'hotel (che era anche un rinomato
ristorante) dove Saeko voleva mangiare era parecchio
distante dal centro di Tokyo, e lo sweeper era già stufo
di guidare
aveva la sgradevole sensazione che la
donna facesse di tutto per fargli perdere tempo.
Finalmente, dopo quasi un'ora di vicoli, code e
rotatorie, la Mini rossa si fermò davanti all'imponente
sagoma dell'Hotel Starlight. -Cosa?! Ma potevi dirmelo
subito
prendendo la strada principale saremmo
arrivati mezz'ora fa! - Ryo guardò seccato Saeko, che
con un sorriso innocente l'aveva preso sottobraccio e,
facendo orecchie da mercante, lo stava trascinando dentro
l'ingresso. -Uhm, ho una fame da lupi! Che cosa
prendiamo? Buongiorno, dovrebbe esserci una prenotazione
a nome Nogami
di là? Grazie
- -Saeko,
maledizione, ascoltami!!! - Ma lo sweeper, inascoltato,
venne energicamente spinto nell'elegante ristorante e
messo a sedere a un tavolo per due. Visto che con le
parole non si otteneva nulla, Ryo si limitò a studiare
il menù con aria imbronciata, mentre l'accompagnatrice
ordinava un pranzo con i fiocchi
restò in silenzio
per buona parte del pasto, fissando Saeko che gli
sorrideva continuamente e cercava di intavolare una
conversazione
alla fine, con un'aria poco convinta,
mugugnò: - Sembri di ottimo umore
continuo a non
vedere la fregatura
beh, se oggi sei così
disponibile - aggiunse con un sorriso ebete - Perché non
adiamo a spassarcela al piano superiore? - Saeko si alzò
di scatto, imbarazzata. -Non pensarci nemmeno! Aspettami,
devo andare un attimo in bagno
torno subito! - E si
allontanò sui suoi tacchi a spillo. Ryo sospirò,
guardando fuori. I rami degli alberi, alcuni carichi di
fiori, ondeggiavano nel sole
per terra si stendeva
un tappeto bianco-rosato, residuo della nottata
precedente
si preannunciava un'altra sera di vento.
Il pensiero del giovane corse a Kaori, misto a un leggero
senso di colpa
era uscito senza vederla, senza
dirle niente
chissà se era già tornata a casa
lo sweeper guardò distrattamente l'orologio, forse
pensando al ritorno, e notò con disappunto che Saeko non
era ancora tornata. In quella, gli si avvicinò un
cameriere biancovestito, che gli accennò a una
telefonata per la signorina Nogami.
-In questo momento non può rispondere
ma se è
urgente posso venire io
- Sbuffando, Ryo sollevò il
ricevitore, esordendo con un "pronto"
svogliato; ma, dopo una pausa imbarazzata, il misterioso
interlocutore gli sbattè il telefono in faccia.
-Che?! - fece lui, irritato. La faccenda cominciava a
puzzargli
tornò rapidamente al tavolo, dove lo
aspettava la poliziotta. -Saeko, dobbiamo parlare!
Telefonate interrotte, tu che mi offri il pranzo
c'è
qualcosa che non va! - Ma la donna riuscì di nuovo a
zittirlo, e a riportarlo in macchina. Mentre guidavano
verso casa, per le strade assolate, Saeko fece un
profondo respiro, e finalmente si decise a parlare. -Hai
ragione, ti ho nascosto qualcosa
- Ryo si accigliò.
-Ieri sera ho ricevuto una strana telefonata
parlava di un rapimento. Così oggi, in quell'albergo, ho
preso contatto con un informatore
e non è tutto.
Se ti ho coinvolto è perché
beh, c'entra Kaori. -
-Kaori?! - esclamò l'uomo, agitato. -Potevi aspettare
ancora un po', ti pare? Potrebbe essere in pericolo! Cosa
accidenti ti ha detto l'informatore? - Saeko stava per
rispondere quando si udirono due spari, e la macchina
sbandò. -Maled
ci hanno sparato alle gomme!!! -
Furibondo, Ryo estrasse la Python e fermò l'auto,
scendendo di corsa
ma dell'attentatore non c'era
traccia. Lo sweeper si rivolse a Saeko, che
fortunatamente era incolume: avevano due ruote a terra,
si trovavano in una zona di Tokyo piuttosto esclusiva
e poco servita dai mezzi pubblici. -E ora come facciamo?
- la poliziotta sospirò rassegnata -L'informatore mi ha
detto che a Shinjuku avrei trovato degli indizi
ma
siamo lontanissimi, e senza auto!!! Dovremo chiamare un
taxi
ma purtroppo ho il cellulare scarico!! Che
sfortuna
- Ryo le lanciò un'occhiataccia ma non
disse niente.
26
marzo - pomeriggio!
Petali bianchi e rosa coprivano il grigio del
marciapiede, scaldato dal sole pomeridiano; un po'
sbattuti, a causa della stagione ventosa, venivano
calpestati da due paia di scarpe
un paio di scarpe
da uomo, che avanzavano a lunghe falcate, e un paio di
sottili scarpe da donna, leggermente più lente. La
marcia verso Shinjuku (o meglio, verso un telefono
pubblico) era stata ulteriormente ritardata da un mezzo
svenimento di Saeko, che si era sentita girare la testa
-Certe giornate partono con il piede sbagliato- aveva
sentenziato lei
Finalmente i due avvistarono una
cabina telefonica, e Ryo telefonò subito a un carro
attrezzi e a un taxi
-Ma Ryo! E l'auto? La lasci là?
- Saeko era perplessa, ma Ryo le rispose con tono deciso:
-Abbiamo già perso anche troppo tempo
quindi, per
favore, tu torni indietro e aspetti il carro attrezzi
io devo andare. - A nulla valsero le proteste della
poliziotta
lo sweeper la lasciò dove si trovava,
incurante della sua rabbia! Con un sospiro irritato,
Saeko vide il taxi allontanarsi
poi tirò fuori il
cellulare e compose un numero
La mente di Ryo lavorava, rapida come l'automobile che lo
stava riportando a Shinjuku
il comportamento della
poliziotta non lo aveva convinto
conosceva Saeko, e
quel giorno era strana; e quella "sfortuna"
sembrava che tutte le potenze celesti si fossero
accordate per fargli perdere tempo. E lui, di tempo da
perdere, non ne aveva
perché Kaori poteva trovarsi
nei guai
Il taxi lo lasciò davanti alla stazione
della metropolitana, e lui si precipitò dentro, nella
folla e nella penombra
Avvistò la lavagna, vi si avvicinò e aggrottò le
sopracciglia leggendo "XYZ". Il messaggio
proseguiva, scritto in una calligrafia che forse Ryo
aveva già visto
senz'altro una calligrafia
femminile: "E' buono il profumo della primavera? Se
vuoi continuare a respirare il tuo Profumo, vieni alle 18.00
al molo 12
preferibilmente senza armi
ed
elegante!" -Ma che diamine
?- sbottò Ryo a
mezza voce, poi s'interruppe di colpo. Profumo
scritto con la maiuscola. Il nome di Kaori
significava
proprio profumo. Ryo sospirò
i suoi sospetti erano
fondati. Ma chi
? Era sicuro, aveva già visto
quella calligrafia
ma non riusciva a ricordare a chi
appartenesse. C'era poco da fare
pensieroso, uscì
dal sottopassaggio, riemergendo alla luce e dirigendosi
verso casa
C'era ancora tempo. Il sole, che spiccava ancora pallido
in mezzo al cielo, sarebbe dovuto tramontare
"Bel
compleanno" si disse lo sweeper, solo nella casa
vuota, mentre puliva la fedele pistola. "Inutile
lamentarsi
questa è la mia vita". La sua vita
la vita in cui aveva coinvolto anche Kaori. Diciannove
anni
che cosa avrebbe potuto fare, se il destino
non avesse subito una svolta così brusca? Che cosa aveva
dovuto lasciare? Era stata coraggiosa
non si
meritava qualcosa di più? Ryo continuava a pulire la
Python, mentre i pensieri si affollavano nella sua mente.
Il pomeriggio scorreva lento e molle come una goccia
d'olio
nelle strade, le persone passavano e
passavano, creando un continuo fiume multicolore
in
una casa silenziosa un uomo si preparava alla battaglia
e in un posto non troppo lontano, altre persone si
preparavano ad altro
26
marzo - ore 18.00
Una portiera sbattè, turbando la mistica quiete del mare
al tramonto
i raggi morenti incendiavano le onde di
mille sfumature, interrotte solo dalle sagome nere delle
navi. Un vento fresco e salmastro increspava l'acqua,
accarezzando le facciate scrostate degli edifici del
porto
l'ombra di Ryo si stagliò contro una porta
di legno, che recava la sbiadita scritta 12. Il silenzio
della sera era rotto solo dal rumore delle onde e dalle
strida dei gabbiani
nell'aria l'atmosfera era di
attesa. Ryo impugnò la Python, e con un calcio aprì di
colpo la porta: silenzio assoluto. L'interno del
capannone era buio, e la luce rossastra del tramonto
entrava solo dal rettangolo dell'uscio
con tutti i
sensi all'erta, Ryo si immerse lentamente in
quell'oscurità, avanzando guardingo. Dopo circa una
quindicina di passi cauti, si udirono uno scricchiolio e
un tonfo, e la porta si richiuse, mettendo in allarme lo
sweeper
dal fondo dello stanzone quasi totalmente
buio si levò una risata di donna
-Benvenuto, City
Hunter
- disse la voce, con una strana tonalità
una voce contraffatta, si sarebbe detto
e
particolare: fredda, ma con una vena divertita. -Ti avevo
detto senz'armi
ma non importa. - Ryo rispose,
glaciale. -Allora? Che cosa vuoi? Dov'è Kaori? -
Un'altra risatella risuonò nell'ombra. -Stai calmo, City
Hunter
ti informo che sei circondato
- Ryo si
guardò attorno, nell'oscurità, teso
-Puoi anche
mettere via quella pistola
la tua socia è qui, ma
il motivo per cui ti ho fatto venire è un altro
e
adesso preparati a
- *click!* Improvvisamente la
luce elettrica invase l'interno del capannone, facendo
stringere gli occhi allo sweeper
-Buon compleanno! - sentì dire da quella voce, che
finalmente non era più contraffatta, ma calda e
affettuosa
ed era quella di
-Kaori???- fece
Ryo spalancando gli occhi; davanti a lui, comodamente
appoggiata a un divano, sedeva la sua socia, con un
sorriso smagliante e un elegante vestito nero
Intorno a lei, anch'essi vestiti a festa, stavano tutti
gli amici: Miki, Umibozu, Reika, Mick, Kasumi e anche
Saeko. Ryo era allibito
-Ma
ma
che
significa? - Kasumi gli si avvicinò, reggendo un vassoio
di paste, e spiegò: -Beh, abbiamo organizzato noi tutto
questo casino
ma il compleanno di Ryo Saeba è
qualcosa di molto speciale, no? Auguri! - Anche Miki
sorrise: -Abbiamo chiesto a Saeko di tenerti occupato
tutta la mattina
non volevamo che capitassi al bar!
Io ho scritto il messaggio sulla lavagna
Umi ti ha
sparato alle gomme
forse ha esagerato un po', vero?
Ma l'idea è stata di Kaori
puoi ringraziare lei! -
Lo sweeper era ancora in mezzo alla stanza, con la
pistola in mano, e con un'espressione meravigliatissima
la sua partner, alzatasi dal divano, gli mosse incontro,
il viso un po' rosso sotto al trucco leggero, il vestito
che ondeggiava in modo sexy
-E dai, non guardarmi
così
divertiti, è la tua festa! - fece lei
imbarazzata, ma ci pensò Mick a sbloccare la situazione,
porgendo all' "eroe" un grosso boccale di birra:
-Brindiamo! Al tuo compleanno e alla tua socia! - e
subito un coro di voci esclamò "Auguri!". Poi
tutti si avvicinarono ai tavoli, colmi di cibarie
Saeko si affiancò a Ryo, con in mano un pacchettino: -E'
di Yuka
probabilmente domani passerà a trovarvi.
Il mio regalo è stato il pranzo di oggi
anche se
non te lo sei goduto molto! Ma ho anche pagato il carro
attrezzi e il meccanico, quindi non puoi lamentarti! -
Ryo prese il regalo, lanciando alla donna uno sguardo
ironico. -Comunque si capiva che nascondevi qualcosa
va bene, lo ammetto, mi avete messo nel sacco! - Poi
scartò il pacchetto, che conteneva due libri
il
primo era un romanzo, scritto proprio da Yuka; il
secondo, invece, fece andare le paste di traverso al
festeggiato
un libriccino sottilissimo, recante il
titolo "Come dichiararsi alla donna amata"
Saeko lo vide e scoppiò a ridere, mentre Ryo tossiva e
brontolava contro "quella mocciosa impicciona"
appena si fu ripreso, si affrettò a nascondere lo
scomodo regalo, perché si stavano avvicinando Miki e
Kaori, che portavano
la torta!!! Avevano lavorato
tutta la mattina, e il risultato era ottimo
sopra,
date le circostanze, c'era una sola candela accesa, ma
l'effetto era comunque bello. Poi Kaori diede a Ryo il
suo regalo, da lui molto apprezzato
e la festa
proseguì, tra chiacchiere, risate e numerosi brindisi
26
marzo - 21.30
Era ormai notte, e l'aria si era fatta fredda. La luna si
specchiava bianca sulle onde scure del mare, mentre il
cielo era rischiarato dalle infinite luci della città
al porto era scesa la calma, ma all'interno del capannone
la festa non si era ancora spenta. Alla comitiva iniziale
si erano uniti anche Kazue e il Professore, e nonostante
i festeggiamenti durassero già da tempo nessuno si
decideva ad andare a casa. Gli uomini continuavano a
ridere versandosi sakè a vicenda, e le donne, già un
po' brille, si erano appartate a chiacchierare
Ryo
aveva ricevuto altri regali, tra cui una martellata per
aver fatto proposte oscene a Reika, e nel complesso era
contentissimo
Kaori ogni tanto lo guardava, e
vedendolo allegro sorrideva fra se': la festa era
riuscita. Con in mano un bicchiere di the freddo (non
poteva assolutamente ubriacarsi quella sera!), osservava
il ghiaccio sciogliersi lentamente, mentre il tempo
passava e il clima diventava sempre più rilassato
e, in mezzo a quella tranquillità crescente, in lei
aumentava una sottile tensione. Miki era partecipe, e
dopo un po' si decise ad aiutare l'amica. Le tolse di
mano il bicchiere ormai vuoto, porgendogliene invece uno
di sakè (-Questo ti aiuterà! -), poi andò a recuperare
Umi, e cominciò a salutare tutti dicendo che era ora di
congedarsi
seguendo il suo esempio, anche gli altri
iniziarono ad accomiatarsi, e di lì a mezz'ora se
n'erano andati tutti, soddisfatti per la bella serata.
Nel capannone erano rimasti solo Ryo e Kaori.
-Allora, andiamo anche noi? - chiese lui, massaggiandosi
la pancia piena. -Torneremo domani a mettere a posto
-
Ma Kaori lo fermò, sorridendogli: -Ti è piaciuta la
festa? - I suoi occhi brillavano dolcemente
-E'
stata bellissima
grazie. E' tutto merito tuo. -
rispose il partner, fissandola con affetto. L'alcol lo
aveva scaldato e, complici i pensieri di tutta la
giornata (
e anche degli anni indietro
^_-),
aveva deciso di sbloccare la situazione
una volta
per tutte. La socia però non gli diede il tempo; preso
coraggio, gli chiese di aspettare un attimo
-C'è
una persona che vorrebbe rivederti.-. Ryo rimase
interdetto. Un'altra sorpresa? E chi era quest'altra
persona? Proprio adesso che aveva preso una decisione
mettendosi il cuore in pace, uscì sul molo come gli
aveva chiesto Kaori, e rimase a contemplare la luna
Un soffio di brezza marina passò sul suo volto,
illuminato dalla luce incerta di un lampione lontano
udì un rumore di passi dietro di sé. Incuriosito, si
voltò lentamente, studiando nella penombra la figura che
avanzava verso di lui
una donna, snella ed
elegante, con i lunghi capelli al vento
(tranquilli,
non è Yuki! NdS^^)
quando si fu avvicinata, e fu
anch'essa illuminata da quella luce distante, lo sweeper
sgranò gli occhi nel riconoscere il dolce e familiare
sorriso di quella donna
era vestita proprio come
quel giorno, lei, la sua Cenerentola in città
la
sua Kaori
aveva addirittura la parrucca. Ryo
sorrise intenerito e divertito; "Vuoi giocare
ancora? Un'altra volta? Ma dai
" poi ruppe quel
silenzio magico, che ammetteva come sottofondo soltanto
il respiro del mare
-Sei tornata, Cenerentola?-
Kaori abbozzò un sorriso
chissà se Ryo l'aveva
riconosciuta
perché si era vestita così? Adesso
non sapeva cosa fare
-Sì, sono tornata
è il
tuo compleanno, no? - Ryo annuì e sospirò
che
cosa doveva dirle? Stare al gioco un'altra volta
e
vivere tutto come un sogno
o dirle la verità? Per
un po' di tempo nessuno dei due parlò
rimasero
semplicemente vicini, guardando il mare che palpitava
davanti a loro. Infine lo sweeper si decise
nello
stesso istante in cui Kaori aveva trovato il coraggio di
parlare. -Senti, io
- -Ryo, devo dirti
-
Entrambi si interruppero, poi Ryo si voltò per guardare
Kaori negli occhi
-Dimmi
- mormorò
dolcemente; lei, persa nel suo sguardo, più profondo di
tutti gli abissi marini, disse lentamente: -Ryo
devo dirti una cosa. Forse è giusto che il principe
conosca l'identità di Cenerentola
- Il socio allungò
una mano, accarezzandole delicatamente la guancia
-Oggi
è il mio compleanno
posso chiederti un regalo?
Posso
avere un bacio
dalla mia bella partner?
- Ryo si era progressivamente avvicinato a Kaori,
sollevandole il viso con due dita
una folata di
vento scompigliò la chioma della ragazza, che arretrò
di un passo. -Ryo
tu
l'hai sempre saputo? -
chiese, con il cuore a mille
-Mah
tu cosa ne
dici? - rispose lui, evasivo. Lei abbassò lo sguardo,
con le lunghe ciglia che risaltavano sul viso illuminato
dalla luce bianca della luna
il vento di marzo,
profumato di mare e, in lontananza, di fiori, avvolse le
due figure, facendo rabbrividire quella più sottile
-Kaori - la chiamò Ryo, con un sussurro; lei alzò di
nuovo il viso, per incontrare ancora una volta i suoi
occhi
-Kaori, ti ringrazio
è stata una
giornata indimenticabile. Come
come tutte quelle
che trascorro accanto a te
- Ryo era partito, e
adesso non intendeva fermarsi
"Ma che cosa sto
dicendo? Ma guarda se proprio io devo perdermi in
romanticherie simili!" La socia era senza parole:
dopo tanti anni, il suono di quelle frasi le scendeva
dritto nel cuore
ciò che aveva sempre sognato stava
diventando realtà
a meno che quella non fosse la
realtà, ma un fugace riflesso sulle onde
I loro
volti si stavano di nuovo avvicinando, lentamente, come
obbedendo a un muto richiamo
"Sto sognando?"
Kaori
chiuse gli occhi
Ryo fece lo stesso
e pochi
secondi dopo, con dolcezza, le loro bocche si
incontrarono. Dopo tanti anni
Le stelle bianche nel cielo e la luna piena erano lo
scenario di quel bacio tanto atteso; l'aria fresca
sollevava i capelli di Kaori
quando i loro visi si
staccarono, Kaori aveva gli occhi lucidi
si tolse
la parrucca. Non c'era più bisogno di nascondersi
Ryo amava lei, e non la bella sconosciuta
nessun'altra! -E così il principe ha trovato la sua
Cenerentola
- disse lui, accarezzandole la testa. -Ti
amo
- rispose semplicemente lei, abbracciandolo; -Anch'io,
Kaori
immensamente. - mormorò lui, tuffando il
volto tra i suoi capelli profumati. Rimasero così,
abbracciati, per un tempo lunghissimo
e insieme
brevissimo, com'è il tempo per due amanti
Poi,
lentamente, Kaori si sciolse dall'abbraccio, prendendo
Ryo per mano: -E' tardi
andiamo a casa? - Ryo
sorrise , offrendole galantemente il braccio; e insieme
si incamminarono verso casa, mentre lo sciabordio delle
onde tornava a dominare l'aria del porto
-Hai
freddo, Cenerentola? Ho prenotato una stanza in albergo
-
scherzò lo sweeper, stringendo a se' la socia
che,
imbarazzata, inciampò.
-Cosa?!- Ryo si mise a ridere: -Scema
basta casa
nostra! - Kaori si finse imbronciata: -Scemo sarai tu!
Puoi scordartelo!! - Poi sorrise. -Per stasera puoi solo
abbracciarmi
capito? - -Che donna crudele
-
borbottò lui
E pian piano il buio li inghiottì,
colorando le loro sagome con i suoi toni scuri, finchè
anche l'eco dei loro passi si affievolì nell'oscurità,
e per le strade rimase solo la brezza, con il suo carico
di petali e sogni
Dopo alcuni minuti, un orologio battè la mezzanotte. Il
compleanno di Ryo era passato, e il 27 marzo diffondeva
la sua essenza nell'aria notturna.
*please,
hold me tight every night
just whisper that you
love me*
Fine!
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