I
Promessi Sweeper!
Disclaimer!!
Come sempre
i personaggi di
questa ff sono proprietà di T. Hojo/Shueisha/Sunrise
eccetera, insomma
degli aventi diritto. E qui viene
il brutto
^_^;;;
I Promessi Sposi sono proprietà
di Alessandro Manzoni (pace allanima sua!) (
dopo
questa ff non credo
^^;;;), o chi per esso
e,
ehm, mi scuso un milione di volte con il Sommo per aver
osato storpiare la sua Opera Omnia
^_^;;
spero
che la Sua tomba sia abbastanza larga per permetterLe di
rivoltarSi comodamente!
La Colpevole di questo Scempio sono io, me medesima,
Saeko-chan
perciò, così come la colpa, anche la
ff è mia :P Please, per ogni suo possibile utilizzo,
contattatemi a saeko-chan@libero.it
Per finire, qualche dedica: a Lory-chan, che detesta
Manzoni (^_-), e a Klau-chan, che mi incoraggia sempre! E
un abbraccio fortissimo a Laura, che aspetta sempre con
pazienza sovrumana le mie storie^^
Ringrazio anche lerba puffa, senza la quale questa
ff non sarebbe mai nata, e il mio adorato CYF (grazie di
esistereee!!!^^) per avermi confortata con il suo sguardo
magnetico!
Buona lettura!^_-
CAPITOLO I
Quel quartiere di Tokyo posto quasi in
centro, dove si ergono i più alti grattacieli della città
dove la notte è illuminata dalle mille luci al neon dei
locali a luci rosse
dove le strade sono il paradiso
degli ubriachi, e il regno incontrastato degli sweeper
dove, allinterno della stazione del metrò, si
trova la famosa lavagna di City Hunter
eccheccavolo, sto parlando di Shinjuku!!!^^;;;
per una delle stradicciole di questo quartiere se
ne veniva bel bello un ometto, di ritorno dalla sua
passeggiata per le vie del centro. Guardava serenamente
davanti a se, e talvolta, tra un pensiero e laltro,
si fermava ad osservare un cartellone pubblicitario,
roteando il suo bastone; poi riprendeva il suo cammino,
schivando gli uomini che incontrava per la strada e
volgendo lo sguardo su tutte le belle ragazze
ri-immersosi
nei suoi pensieri, giunse a un bivio dovera solito
fermarsi per contemplare un negozio di biancheria intima;
e così fece anche quel giorno. Dopo il negozio, la
strada si diramava in tre direzioni, disperdendosi per
Shinjuku, a foggia di un incrocio
Lì luomo,
svoltato langolo e alzato lo sguardo in direzione
della vetrina, comera suo solito, vide una cosa che
non saspettava, e che non aveva mai visto: due
strani tizi erano fermi davanti al negozio. Uno di
costoro era appoggiato con la schiena al vetro, e aveva
le mani infilate nelle tasche della giacca; laltro,
che dava le spalle alla vetrina, era ritto in piedi, con
le braccia incrociate sul petto. Labito, il
portamento e laspetto non lasciavano dubbi intorno
alla loro identità
Il primo aveva i capelli di un biondo dorato, pettinati
allindietro con cura; labito che indossava
era grigio pallido, ed elegantissimo, e si rigonfiava sul
petto per la presenza di una pistola; portava inoltre un
paio di guanti bianchi, come si vide quando tolse la mano
di tasca per far cenno alluomo che si avvicinava.
Il suo compagno, invece, dalla corporatura imponente, era
completamente calvo, e indossava una tuta militare;
presumibilmente, era armato anchesso. Entrambi
indossavano occhiali da sole, ed entrambi avevano un gran
paio di baffi con la punta allinsù, fluenti e di
un bel nero corvino. (^_-)
Quando il nostro ometto tranquillo si accorse di essere
aspettato da tali loschi figuri, rallentò un po il
passo, appoggiandosi al bastone, per osservare meglio i
due uomini; la testa gli si riempì di mille pensieri, e
sul suo volto segnato dagli anni comparvero numerose
smorfie, come se stesse cercando di non ridere; alla fine
riprese la sua velocità abituale, guardando per terra
per non incrociare lo sguardo di quei Bravi.
- Signor curato!- Cominciò il primo dei due,
piantandogli in faccia due occhi azzurrissimi. -Eh?- Fece
il povero vecchietto alzando lo sguardo. -Signor curato!-
Ripetè quello. -No, figliolo, ti sbagli
io sono il
dottore, non il paziente. Io sono quello che cura!! E poi
che
ci fate con quei baffi?- -Ma Professore!!!- scattò Mick,
togliendosi gli occhiali; -Stiamo recitando!!! Lei
interpreta Don Abbondio, il curato! Oh, insomma, glielabbiamo
spiegato venti volte! Questi baffi ci servono per
sembrare due bravi!!!- Esasperato, il giovane si passò
una mano fra i capelli: -Va bene, va bene
andiamo
avanti lo stesso. Umi, tocca a te.- aggiunse, dando di
gomito al compagno. -Urgh
ok
Ehm! Lei ha
intenzione,- proclamò quello, indicando il vecchietto, -
lei ha intenzione di maritar domani Renzo Tramaglino e
Lucia Mondella!!- Don Abbondio annuì con convinzione: -
Sì
me lavete detto voi.. devo sposare Ryo e
-
-Or bene,- lo interruppe immediatamente il biondo, con
tono solenne di comando:- Questo matrimonio non sha
da fare
ne domani, ne mai!!!- -Ma
figliolo mio,- replicò a bassa voce il curato -Tu hai già
Kazue
perché diamine vuoi immischiarti
e poi
mi avete detto
- -Basta!- Urlò il bravo più grosso
(sorry, Umi-chan!^_^;;), cominciando ad agitarsi: - Basta
ciarlare! Uomo avvisato
lei cintende!- -Ma
che accidenti state dicendo?- reagì il vegliardo (sorry,
Prof!^^;;); -E una vita che quei due devono
mettersi insieme, e voi
- Esasperato, il biondo
sfoderò la pistola: -Senta, lei questo matrimonio non lo
deve celebrare. La vede questa? E una Desert Eagle.
Stia zitto e basta.- E dopo questa minaccia, il primo
bravo si girò per andarsene il prima possibile, seguito
a ruota dal secondo. -Ma
- il parroco era interdetto.
-Ah, dimenticavo: il nostro signor don Rodrigo la
riverisce caramente! Buonanotte, messere!- E i due loschi
figuri si allontanarono dalla scena, lasciando il
Professore a grattarsi la testa. Il monologo!
Gli suggerì qualcuno. Così il curato riprese la strada
verso casa, borbottando ad ogni passo
-Ma che cavolo? Perché doveva succedermi sta cosa?
Io non ci capisco niente! Se Ryo si potesse mandare a
casa con un bel no, via; ma vorrà delle spiegazioni. E
io cosa gli dico? Non che lui sia da meno di quei due
bravi
anzi! Ma i bravi son appunto in due
oh,
povero me! Povere le mie vecchie ossa! Dovè Kazue,
quando ne ho bisogno? Ih! I giovani di oggi
passano
anni e anni nei night a divertirsi, e poi, sul più
bello, si vogliono sposare. Ma perché, dico io! E perché
vengono a rompere le scatole a me! Non pensano ai miei
guai? Ma vaglielo a spiegare, a Baby Face*
perso
dietro quella ragazza
che centro io? Io non
voglio mica sposarmi! E sarebbe meglio per Ryo se non lo
facesse nemmeno lui!!!- Qui si fermò un attimo a
riflettere
e dopo poco riprese.
- Però, a pensarci bene
ormai sarebbe ora che
mettesse la testa a posto
lo dicono tutti! Ma
allora perché Mick è venuto a dirmi quelle cose? Si
contraddicono da soli!! Ah, che teste! E mi fanno
imparare a memoria un discorso senza capo ne coda
a me, un povero vecchio!! Ma questa me la pagano,
promesso. Vedrai, la prossima volta che si riempiono di
lividi
- e continuò su questo tono finchè non
giunse a casa. Arrivato, si tolse la giacca e si sedette
pesantemente su una poltrona del salotto
e,
desideroso di compagnia, chiamò subito Perpetua. -Eccomiii!
Dovevo finire di truccarmi!- strillò Kazue in risposta,
trottolando dentro alla stanza con un vassoio in mano.
Qualcuno le aveva legato dei cuscini sotto al grembiule,
per farla sembrare più grassa, e in testa le avevano
annodato un fazzoletto, per darle unaria campagnola
sbuffando, la ragazza versò del the verde in una tazza,
stando ben attenta a non macchiarsi la minigonna; poi alzò
lo sguardo sulluomo che stava di fronte a lei
-Misericordia! Cosha, signor padrone?- -Mh?- fece
quello, con aria assente, guardandole le gambe. -Signor
padrone
- ripetè lei, sollevando un martello
-Ah, ehm, scusa, scusa
non preoccuparti, non ho
niente!- Kazue porse la tazza al Professore: -Come,
niente? La vuol dare a bere a me? Con la faccia che ha? E
successo qualcosa
fuori il rospo!- -Oh, per lamor
del cielo, Kazue! Parli come uno scaricatore di porto! Ho
detto che non ho niente. E se dico niente, o è niente, o
è un segreto.- -Un segreto? Che genere di segreto? Oh,
su, coraggio!- la ragazza si era incuriosita
ma il
parroco fu irremovibile. -Ho detto di no.- -E invece me
lo dirà
-
Insomma, picchia e mena, alla fine Kazue venne a
conoscenza del fattaccio
e subito fu assalita da
una rabbia intensa. -Ah, quel birbone!! Quel disgraziato!!
Quello sciupafemmine!!! Ma io lo faccio a pezzi
- -Stai
parlando di Ryo?- interloquì don Abbondio. -No!!!- -Di
don Rodrigo?- -Di Mick!!! Se lo prendo
- E, furente,
Perpetua se ne andò in cucina. -Perpetua, io non sto
bene
se mi cercano, sono a letto con linfluenza!-
fece il curato, dirigendosi in camera
ma il poverino
non ricevette risposta.
CONTINUA...
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