PIRATI

(Liberamente ispirato ad un piratesco film in bianco e nero, che anni fa mi ha fatto compagnia in una giornata all'insegna dell'influenza.)

I flutti dell'immenso oceano si infrangevano in un movimento violento e continuo sulla prua della grossa nave a vela pirata 'Sea Hunter'.
La polena era probabilmente una delle più belle e provocatorie che avessero mai solcato i sette mari. Di tutti quelli che avevano avuto la sfortuna di imbattersi involontariamente in quella nave, pochi erano sopravvissuti per raccontare la magnificenza di quella inanimata figura femminile che tanto assomigliava ad una splendida sirena dai lunghi capelli turchini.
La sua gloriosa figura, scolpita nel legno, si esponeva al vento con una maestosità spaventosa e il suo petto nudo e prosperoso aveva la capacità di incantare lo spettatore; ma la cosa che di sicuro colpiva di più di quell'opera d'arte, oltre alla carnosa bocca semichiusa e provocatrice, erano gli occhi; in loro vi era dipinto qualcosa di più di un semplice sguardo privo di vita. Il colore che rispecchiava il blu intenso del mare e il cielo terso, aveva una profondità inimmaginabile e se qualcuno per caso si soffermava ad osservarla più intensamente, poteva perdersi in quello sguardo intenso, cadendo in un oblio capace di trascinare l'osservatore in luoghi di impronunciabili fantasticherie forse ancora di più di come un uomo potesse perdersi nello sguardo di una vera donna.
Era stato proprio il capitano della nave a dare disposizioni su come modellare la polena; l'artista che l'aveva scolpita, si era semplicemente fatto guidare dalla descrizione appassionata dell'uomo che sembrava aver in mente con precisione il tipo di donna che avrebbe dovuto accompagnare la sua nave e tutto il suo equipaggio nelle loro scorribande.
Il pirata aveva spesso sognato quel tipo di donna e sebbene nella sua ardimentosa vita avesse conosciuto e amato, fisicamente, moltissime donne, mai nessuna di loro si era mai minimamente avvicinata al suo ideale, così perfettamente rappresentato nella sua adorata polena, la quale veniva da lui e poi in seguito da tutti i suoi uomini, chiamata affettuosamente "ragazza".
Il capitano era un uomo piuttosto egocentrico sempre alla ricerca di nuove e pericolosissime avventure. Ormai la sua fama aveva raggiunto livelli mondiali e solo i più scellerati non tremavano nell'udire il nome di Ryo, il terrore di tutti i mari e degli oceani conosciuti.
La sua crudeltà era forse la cosa che più impauriva i poveri navigatori solitari che, al solo segnale dell'avvicinamento della sua ciurma di bucanieri, viravano bruscamente la loro rotta pur di passare inosservati.
Una miriade di racconti sui barbari riti di saccheggio delle navi mercantili, passavano di bocca in bocca, facendo accrescere ogni giorno di più la fama del pirata Ryo, che godeva sempre più nel constatare di cosa fossero capaci le malelingue della gente.
Sicuramente il suo comportamento non seguiva quello del comune gentiluomo dell'epoca, ma di sicuro vi erano stati pirati molto più crudeli e spietati di lui. Chi lo aveva conosciuto veramente ed era sopravvissuto per raccontarlo poteva dire di quell'uomo molte cose negative, ma non poteva fare a meno di ammettere che nonostante la sua grottesca fama di infilzatore di mercanti, non fosse un buon capitano. La sua ciurma era devota al loro comandante, ed ogni ordine che lui dava ad ognuno di loro, era preso come un onore al quale non potevano o non volevano sottrarsi. Dal canto suo, Ryo li ripagava con una fiducia e un elenco lunghissimo di appaganti successi.
Di certo però la sua reputazione non si limitava solamente a quella di temibile capitano di una gigantesca nave pirata, ma era anche conosciuto per un'altra cosa, forse meno terribile ma comunque da non sottovalutare. Non vi era donzella al mondo che potesse resistere al suo fascino; se ogni volta che si imbatteva in una nave carica di merce preziosa, poteva uccidere o imprigionare senza il minimo scrupolo interi equipaggi maschili, al solo fiutare il dolce profumo di una ragazza, il suo cervello perdeva completamente la ragione e fino a quando non fosse riuscito a conquistarne il cuore, avrebbe fatto di tutto pur di soddisfare le loro richieste.
Ora molti interpreterebbero questa come una debolezza, ma nonostante l'apparenza, nei momenti più pericolosi era in grado di lasciare da parte qualsiasi sentimento umano e diventava una perfetta macchina da battaglia.
Era infallibile con la spada ma ancora di più con la pistola, uno degli ultimi modelli usciti e la sua mira, definita infallibile da più di un marinaio, era invidiata dagli alti briganti che tentavano in tutti i modi di fargli concorrenza.
Nessuno poteva dire di arrivare ai suoi livelli; il magnifico vascello avuto in eredità dal padre ormai scomparso, era uno dei vantaggi che poteva vantare di avere. I magnifici cannoni posti sul ponte della nave erano le sue perle più rare insieme ad alti oggetti d'artiglieria ed in più, il suo equipaggio poteva vantare i migliori - o peggiori a seconda delle opinioni - elementi in circolazione: esperti marinai, fuggiaschi alla ricerca di protezione, militari caduti in disgrazia disposti a tutto pur di ritrovare un motivo per rendere di nuovo particolare la loro vita e poi criminali di ogni tipo.
Ryo non aveva nessun problema ad accogliere tra la sua ciurma nuovi elementi, purché dotati di carisma e volontà, oltre che un minimo di particolari doti piratesche.
Nonostante molti affermassero che nessuno avrebbe mai potuto competere con lui, in realtà esisteva qualcuno in grado di dare del filo da torcere al terrore dei mari.
Ryo trovava estremamente stimolanti le sporadiche sfide che gli lanciava il grande capitano Falco, gigantesco energumeno a capo della nave pirata Black Ocean, una delle più massicce imbarcazioni mai viste su una superficie d'acqua.
Lui era l'unico uomo a potersi vantare del fatto che in passato, avesse trafitto mortalmente il corpo di Ryo, il quale nonostante fosse riuscito a sopravvivere per miracolo al terribile colpo infertogli, ancora oggi riportava una profonda cicatrice che partiva dalla spalla destra e percorreva il suo corpo obliquamente fino all'ombelico.
Però Falco non era certo rimasto immune dopo il terribile scontro che aveva coinvolto brutalmente gli equipaggi di entrambi le navi.
Ryo prima di accasciarsi al suolo privo di forze a causa della massiccia quantità di sangue perduta, era riuscito a ferire pericolosamente un occhio del suo nemico il quale aveva poi successivamente dovuto rinunciare ad uno dei suoi preziosi organi per la vista e per nascondere il suo volta orrendamente sfigurato aveva rimediato all'inconveniente, alla maniera piratesca più classica: una benda nera.
I loro scontri dopo quella durissima battaglia si erano susseguiti in maniera più sporadica ma ogni volta che si incontravano erano comunque fuoco e fiamme e l'entusiasmo di entrambi non sembrava scemare. I due ormai potevano dire di conoscersi alla perfezione, in definitiva a volte parlavano di loro riferendosi come 'amici', ovviamente nel significato meno profondo del termine e se non fossero effettivamente stati rivali in quel mondo, avrebbero di certo trovato parecchi punti in comune, capaci effettivamente di creare un forte legame tra i loro caratteri particolari.

Il capitano Ryo come ogni nuovo mattino era solito svegliarsi molto tardi e raggiunse il suo equipaggio sul ponte della nave, quando ormai era l'ora prestabilita per il pranzo.
L'odore inconfondibile della salsedine entrò in profondità nei polmoni del pirata e inalando appieno quel delizioso aroma, si ritrovò appoggiato al parapetto ad osservare l'oceano che scorreva nella sua tranquilla ma celata immensità.
I suoi luminosi occhi neri, guardavano in lontananza seguendo la linea dell'orizzonte dove il mare sembrava diventare tutt'uno con il cielo e la fresca brezza che spirava da est gli scompigliava i capelli corvini, che rilucevano sotto il caldo sole di quella zona.
"Capitano… capitano Ryo!" lo richiamò dai suoi pensieri un giovane mozzo della sua ciurma.
Il grande pirata si voltò, leggermente infastidito da quella intrusione, ma rivolse comunque un sorriso amichevole al ragazzo.
"Che c'è Daniel?" chiese con la sua voce profonda.
"Il pranzo è pronto… il suo vice la aspetta sottocoperta!"
"Digli che arrivo!" rispose semplicemente voltando poi nuovamente le spalle al ragazzo che cominciò a correre disperatamente verso l'interno del vascello.
Ryo rimase immobile ancora qualche minuto prima di decidersi a lasciare il ponte e finalmente raggiunse il suo sottufficiale, il quale non vedeva l'ora di divorare l'enorme pesce spada che il cuoco di bordo aveva cucinato appositamente per loro.
"Finalmente mio capitano!" lo apostrofò senza riguardo l'uomo biondo seduto alla tavola imbandita.
"Era ora che ti rivolgessi a me in maniera più consona ad un sottufficiale, Mick!" rispose a tono Ryo rivolgendogli un sorriso storto.
I due uomini scoppiarono poi in una profonda risata e finalmente anche Ryo prese posto per cominciare a gustare il suo delizioso pasto.
Mick era forse la persona che si poteva considerare più vicina ad un fratello per Ryo; i due avevano praticamente cominciato insieme la loro avventura piratesca e nonostante si fossero separati per un lungo periodo per intraprendere differenti strade, quando finalmente si erano incontrati di nuovo, non si erano più separati e avevano portato avanti il loro 'lavoro' con un affiatamento invidiabile.
Come Ryo anche Mick era un ottimo pirata e un gran donnaiolo ma mai alla stregua del suo capitano. Ryo non aveva mai considerato Mick suo sottoposto ma per semplici questioni di praticità aveva dovuto in un certo senso ricoprire la carica di capitano, rimandando Mick alla carica appena successiva.
A Mick non interessava particolarmente quel fatto anche perché riconosceva nell'amico un capitano molto migliore di lui, anche se molte volte dava consigli utili all'uomo pur di farlo rigare sulla giusta via.
"A quanto pare entro domani mattina raggiungeremo la terraferma!" esclamò Mick, addentando un grosso pezzo di pane.
"A quanto pare…!" fu la mesta risposta di Ryo che nonostante il ben di Dio che si trovava di fronte non sembrava prestare particolare interesse per il pranzo.
"Ehi tu!" urlò roco l'amico adocchiandolo, alzando leggermente il capo "Mi spieghi che hai da qualche giorno a questa parte?"
Ryo sbuffò infastidito dalla domanda e non rispose prendendo invece tra le mani un boccale di birra schiumosa.
La bevanda scese nella gola come un nettare divino e fu in grado di alzare, sebbene di poco, il morale del pirata.
"Sai Mick, le scorribande in mare possono bastare per un certo periodo di tempo…" cominciò con un espressione insoddisfatta "… ma dopo un mese intero passato per mare un uomo ha bisogno di sfogare i suoi bisogni principali!"
"Figlio di uno squalo!" sbottò Mick facendo cadere a terra un affilato coltello "Era questo allora, ti manca la compagnia di una donna vero?"
Il capitano alzò le spalle arrendendosi all'evidenza poggiando l'ampia schiena contro lo schienale della sedia.
"Non mi spiego come io abbia fatto a resistere così tanto tempo senza una di quelle divine creature! Ci sono stati momenti in cui avrei potuto sfogare le mie voglie represse con la mia polena, tanto sembra vera!"
"Diavolo Ryo abbi ancora un po' di pazienza! Domani torniamo al mondo e lì di sicuro ci saranno un mucchio di donne ad aspettarci!"
"Si…!" gridò con enfasi Ryo sbattendo un pugno sul tavolo e facendo rovesciare il suo bicchiere "Domani il famigerato pirata Ryo terrore dei sette mari, torna alla riscossa… donzelle da marito state pronte perché lo stallone sta ritornando!"
Mick alzò il boccale che reggeva tra le mani.
"Propongo un brindisi alla nostra riscossa!"
Ryo raccolse da terra il suo boccale e lo riempì nuovamente poi fece in modo che l'augurio dell'amico venisse degnamente celebrato.
"Alla nostra riscossa e… a tutte le belle donne del mondo!"
"Si!" urlò Mick balzando in piedi e facendo sbattere la superficie del suo boccale contro quella di Ryo, prima di tracannarne l'intero contenuto con pochi sorsi.

La mattina seguente la ciurma ebbe la splendida visione della terra. Il capitano fece sostare la nave al largo, mentre con alcune scialuppe quasi tutti i membri dell'equipaggio a turno prendevano il via verso la terraferma.
Il porto vicino era un via vai di mercanti e pescherecci. L'atmosfera era quella tipica di un qualsiasi porto marittimo.
I pescatori a bordo srotolavano le vele delle loro imbarcazioni per partire verso una nuova giornata di lavoro e i commercianti attraccati al molo, scaricavano le loro merci.
La miriade di persone che affollavano il porto a quell'ora era davvero impressionante e Ryo ed i suoi pirati non ebbero nessuna difficoltà a passare inosservati in quell'ambiente brulicante di vita.
"Per prima cosa dobbiamo procurarci nuove armi!" puntualizzò Mick passeggiando tranquillamente per il mercato del pesce allestito in quella zona "Joe il sordo ha buone conoscenze in questa città e io gli ho dato il permesso di occuparsi di tutto!"
"Perfetto!" rispose Ryo distrattamente, guardandosi intorno con curiosità.
"Figuriamoci se a quest'ora si potevano trovare belle donne!" disse poi, mettendosi le mani nelle ampie tasche dei pantaloni.
"Ma su Ryo, questa sera ce ne andiamo in un locale e sai quante ne troviamo di quelle!"
"Oh Mick!" protestò con voce lamentosa Ryo "Possibile che tu vada sempre a cercare le vie più semplici? Le donne dei locali sono li apposta per essere sedotte… io invece lo sai che una ragazza la devo scegliere con cura e poi conquistare lentamente!"
Mick scosse la testa rassegnato alle fissazioni dell'amico. Di certo Ryo non era un uomo semplice da comprendere. Di solito ogni pirata si accontentava di una notte in compagnia di una donna qualunque purché disponibile e invece lui sembrava non provare interesse per quel genere di cose. Per lui conquistare il cuore di una donna era una questione di orgoglio personale e quando adocchiava il suo obbiettivo, persisteva costantemente nella riuscita della sua impresa. L'unica cosa che però non poteva comandare a bacchetta era il suo cuore. Sebbene molte ragazze da lui prescelte avessero ceduto alle sue tormentose avances, di nessuna aveva mai potuto dire di essere davvero innamorato. Era quello l'insuccesso più enorme della sua vita. D'altro canto però poteva dirsi fortunato per una cosa del genere. Quale pirata di buon senso avrebbe mai pensato di avere una relazione duratura con una donna? Un fatto del genere avrebbe necessariamente implicato un interruzione immediata delle scorribande per mare e una cosa di questo tipo non era nemmeno minimamente presa in considerazione dallo spirito avventuriero dell'uomo.
"Allora mio caro Mick, che ne dici di fare un giretto in città?" esclamò Ryo dando una poderosa manata sulla schiena dell'uomo.
"Ottima idea… però mi chiedo se avremo almeno il tempo di fare colazione ho una fame da lupi!"
"Va bene…!" accettò Ryo alzando le spalle "Se questa per te è una priorità!"
"Perché per te non lo è?" chiese Mick guardando bieco il capitano.
"No!" disse Ryo, smentito però immediatamente da un profondo quanto famigliare gorgoglio proveniente dal suo stomaco.

La locanda che scelsero era davvero un luogo piacevole, nonostante l'accoglienza dell'oste lasciasse molto a desiderare. Il grasso proprietario li aveva subito guardati in maniera piuttosto losca una volta all'interno del locale e a stento, aveva chiesto loro cosa volessero da mangiare.
Ryo si stupì molto di quell'atteggiamento. Molte volte gli stranieri venivano accolti con diffidenza dalla gente locale, però era una cosa che avveniva in piccoli paesi di certo non in un luogo così affollato come una cittadina di mare, posto di scambio di diverse culture.
Mick tradusse il comportamento dell'uomo come semplice malumore, ma Ryo non si sentì tranquillo dal primo momento in cui aveva messo piede in quel posto.
L'atteggiamento ostile di tutti i presenti era una cosa del tutto inusuale e Ryo cercò di finire alla svelta la sua colazione per avere la possibilità di uscire il più velocemente possibile all'aria aperta.
"C'era un'aria così pesante lì dentro che nemmeno il puzzo del sigaro di Dave Smith avrebbe potuto battere quel tanfo!" esclamò Ryo una volta all'esterno della locanda.
"Il mozzo ridente!" disse Mick leggendo le parole riportate sull'insegna "E' un locale da consigliare!"
"Spero che non tutti gli abitanti del luogo siano così, altrimenti addio belle donne!" disse Ryo respirando l'aria.
"Seee…!" esclamò Mick "Figuriamoci se dici addio alle belle donne solo per una sciocchezza del genere!"
"Non temete per questo signori!" proruppe improvvisamente una voce gracchiante dietro i due pirati.
Ryo e Mick si voltarono di scatto e si ritrovarono ad osservare un vecchio marinaio dal volto scavato da profonde rughe e radi capelli ingialliti dal tempo, ricurvo sul suo bastone di legno.
"Ehi nonno che vuoi dire?" chiese Mick.
"Voglio dire che se siete stranieri siete stati ben sfortunati nell'incappare proprio in questa locanda!"
"Incappare in questa locanda…" ripeté Ryo cercando di interpretare la frase "Perché cosa c'è che non va in questo posto? A parte l'ospitalità s'intende!"
"C'è…" cominciò a spiegare il vecchio "… che quelli stanno tramando qualcosa! Qualcosa che sarebbe in grado di fruttargli un sacco di soldi!"
Mick e Ryo si guardarono in faccia stupiti da quella affermazione, in più avevano appena sentito nominare i soldi, argomento che veniva come importanza solo dopo le donne nella loro lista di pirati.
"Dicci qualcosa di più nonno!" incalzò Ryo avanzando verso lo sconosciuto.
Questo fece un'espressione furba e i suoi vivaci occhi azzurri rivelarono un piccolo inganno in corso.
"Io sarei disposto a dirvi di più… tutto però sta in quanto voi siate disposti a pagare l'informazione!"
Mick fece un'espressione rassegnata mentre Ryo inaspettatamente sembrava disposto ad accontentare l'omuncolo, ovviamente a modo suo.
"Senti bello, se tu mi dai l'informazione io sono disposto a pagarti… lasciandoti in vita!"
L'anziano marinaio inarcò le folte sopracciglia come se non fosse in grado di capire cosa quell'uomo gli stesse dicendo poi, quando Ryo estrasse un affilato pugnale da uno dei suoi stivali, improvvisamente divenne consapevole del suo destino.
"Non puoi fare questo!" tentò di dire il vecchio giocando sulla coscienza dell'uomo di fronte a lui, ma Ryo sembrò non demordere.
"Io posso fare questo ed altro data la mia reputazione!"
"Qua… quale reputazione?" balbettò il vecchio.
"Ma come?" intervenne Mick divertendosi un mondo in quel giochetto "Non ti rendi conto di quale importante celebrità ti trovi di fronte?"
Il povero marinaio scosse la testa cominciando a sudare freddo, allora Ryo finalmente pose fine alla snervante attesa presentandosi con un profondo e maestoso inchino.
"Capitano Ryo pirata e terrore degli oceani!"
Il vecchio sgranò gli occhi pieni di terrore e cercò di scappare trattenuto però dal bavero della camicia da un divertitissimo Mick.
"Ancora non ci hai dato l'informazione!" puntualizzò Ryo rimettendosi in sesto.
"No, non darò via la mia informazione per niente e poi non credo che tu sia davvero quello che dici di essere!" cercò di provocare l'uomo.
Ryo spazientito puntò di nuovo il pugnale alla gola del vecchio.
"Senti rincitrullito non me ne frega niente di quello che credi tu, voglio solo che adesso tu mi dica cosa hanno in mente i tizi della locanda!"
L'uomo sentendosi alle strette non poté fare altro che vuotare il sacco.
"Loro… loro sono in possesso di una mappa di un tesoro sepolto in un isola lontana e fanno di tutto per non far trapelare il segreto, stanno… stanno solo aspettando l'occasione giusta per entrare in possesso di una nave e partire!"
"Interessante!" esclamò Mick.
"E' tutto?" chiese Ryo.
Il vecchio marinaio annuì più volte prima di essere rilasciato e così libero di darsela a gambe.
"Cosa intendi fare?" interpellò Mick incrociando le braccia.
Ryo guardò nuovamente la locanda prima di scuotere la testa.
"Di sicuro non possiamo entrare e chiedere di darci la loro mappa, per ora ci tocca aspettare… tanto quelli in tre giorni non troveranno la nave e noi con la nostra breve permanenza avremo la possibilità di farci venire in mente qualcosa!"
I due amici ripreso il cammino addentrandosi sempre di più all'interno della città, che sebbene fosse meno affollata del porto era comunque popolata da differenti generi di persone.
Mick adorava visitare le cittadine di mare nelle quali aveva la possibilità di sostare dopo un lungo viaggio e quella di sicuro non faceva eccezione. Amava soprattutto osservare le vie più piccole e nascoste, le quali a volte erano delle vere perle rare se messe a confronto con la monotonia degli edifici sulla via principale, dato che soprattutto si trattavano per lo più di botteghe o locali.
Attirato da una stretta viuzza, Mick convinse l'amico ad entrare per guardare più da vicino le finestre fiorite che facevano bella mostra da una parte e dall'atra.
Improvvisamente Ryo però, proprio mentre Mick stava facendo una valutazione artistica del posto, smise di camminare e si fermò proprio al centro della via.
"Ehi tu che diavolo vuoi?" chiese semplicemente indurendo il tono della voce.
Mick si voltò incuriosito dall'assurdità della domanda ma solo dopo aver visto l'espressione del pirata comprese che non era a lui che si stava rivolgendo.
"Ti ho chiesto che diavolo vuoi?" riprese con lo stesso sprezzo "E' da un po' che ci segui. Perché?"
Sulle prime l'individuo in questione sembrò non avere intenzione di rivelare apertamente la sua presenza poi, forse intimorito dai modi bruschi di Ryo, decise di farsi vedere, facendo capolino da un'altra viuzza trasversale alla loro.
Un ragazzo giovane ma piuttosto alto si portò proprio dietro la larga schiena di Ryo e attese con pazienza che questo si voltasse nella sua direzione.
Una volta che il pirata ebbe voltato il capo, gli lanciò un'occhiata che avrebbe congelato chiunque ed in più si soffermò ad osservarlo con interesse.
I vestiti troppo larghi per la sua esile figura ricadevano disordinatamente su un paio di strette spalle e i pantaloni che arrivavano a mezza gamba erano legati in vita da una lunga fascia multicolore.
I folti capelli e castani raggiungevano in ciocche ribelli a malapena il collo lungo e sottile, ma la cosa che catturò principalmente l'attenzione di Ryo e Mick furono i fini lineamenti del volto.
Il ragazzo aveva una pelle all'apparenza molto liscia e sebbene non dimostrasse più di sedici anni non aveva nessun segno tipico di quell'età. Gli occhi erano grandi e castani e le lunghe ciglia gli conferivano una maggiore profondità.
Nel complesso il ragazzo aveva una figura gradevole, forse un po' troppo effeminata, ma comunque molto affascinante.
"Allora…" cominciò Ryo dopo aver analizzato lo sconosciuto "… vuoi spiegarci finalmente perché ci stavi seguendo?"
Il ragazzo si morse un labbro abbassando lo sguardo come se fosse estremamente imbarazzato dall'essere stato scoperto, però poi strinse i pugni e tese tutti i muscoli del corpo, pronto a dare spiegazioni.
"Tu… tu…!" cominciò balbettando poi cercando di darsi un contegno alzò lo sguardo questa volta fissando dritto negli occhi di Ryo "Tu sei davvero il pirata Ryo?"
L'uomo interpellato diede una rapida occhiata alle spalle cercando lo sguardo di Mick il quale fece cenno di voler rimanere al di fuori di quella noiosa faccenda.
"Come fai a dire una cosa del genere ragazzo?" chiese Ryo inclinando la testa da un lato e incrociando le braccia.
"Ho sentito mentre lo dicevi al vecchio Mel!"
"Il vecchio Mel? Ah, vuoi dire quel vecchio marinaio ricattatore!" esplose Ryo ricordando il precedente incontro "Bè… anche se fosse questi non sono affari tuoi mi sembra!"
"Invece lo sono!" disse il ragazzo secco "Io devo sapere se tu sei davvero quel Ryo!"
"E perché di grazia?"
"Perché… io voglio entrare a far parte della tua ciurma!"
L'espressione di Ryo mutò da una di perfetto stupore ad una di puro divertimento e Mick, dalla sua posizione retrostante, non poté fare a meno di scoppiare in una sonora risata.
"Senti ragazzo, io credo che tu abbia aspirazioni un po' immodeste data la tua età!" disse Ryo sull'orlo delle risa "In più mi sembra tu non abbia un fisico adatto per la nostra attività… lascia perdere… torna dalla mamma a succhiare il latte, se non è troppo alcolico mi raccomando!"
"Questa è bellissima Ryo!" proruppe Mick con le lacrime agli occhi "Ascolta il consiglio del mio amico ragazzino… torna dalla mamma e lascia fare ai pirati la vita dei pirati e ai poppanti la vita dei poppanti!"
Il giovane sembrò profondamente offeso dal modo in cui i due lo stavano trattando ed ebbe un moto di rabbia che si manifestò con un urlo furioso.
"Io non sono troppo giovane!" gridò diventando paonazzo "Ho già vent'anni e poi non sono affatto troppo gracilino… posso sollevare più di cento chili con queste paia di braccia!" e per sottolineare questo fatto sollevò le maniche della camicia mostrando un paio di non molto muscolose braccia causando così un nuovo moto di risa dai due pirati.
"Brutti maleducati!" gridò allora il ragazzo ancora più forte "Voi non sapete nemmeno cosa vi perdereste lasciandomi qui… io sarei un bravo pirata, anzi un ottimo pirata! In più se non mi portate con voi non avrete mai la mappa del tesoro!"
Ryo all'udire quelle parole smise immediatamente di ridere, lasciando però ancora come sottofondo i singhiozzi di Mick che sembrava non aver compreso quella frase.
Ryo pose fine ai rumori dell'amico premendogli una mano contro la bocca e poi volse uno sguardo inquisitorio al ragazzo ancora furente.
"Che cosa centra la mappa del tesoro?" chiese serio.
"Se mi prendi con te avrai quella mappa!" rispose il ragazzo, diventando immediatamente molto serio.
"Come faccio a sapere che non mi prendi in giro?" chiese Ryo con una delle sue espressioni più calorose.
"Penso che tu abbia notato nel locale 'il mozzo ridente' di come fossero cupe le espressioni dei presenti!"
Ryo annuì, seguito a ruota da un sorpresissimo Mick.
"Bene… sappiate che di solito non sono così anche se tramavano qualcosa… il fatto è che stranamente un paio di giorni fa qualcuno ha misteriosamente rubato la mappa dalla cassaforte del padrone della locanda e ora non si fidano più di nessuno!"
"E tu sai chi ha rubato quella mappa?" chiese Ryo intuendo la risposta.
Il ragazzo si guardò intorno un paio di volte, poi estrasse dall'interno dell'ampia camicia un ingiallito foglio di papiro arrotolato.
"Per chi vuole intendere…!" disse sommessamente sventolando l'oggetto sotto il naso di Ryo.
"Sai Mick…!" sorrise Ryo posando entrambe le mani sui fianchi "Credo che da oggi avremo un nuovo mozzo a bordo!"
Mick volle protestare all'assurdità della cosa ma Ryo non permise nessuna replica e tendendo una mano al ragazzo si apprestò a stringere un nuovo patto.
"Qua la mano…come ti chiami ragazzo?"

"Kaor… ehm, cioè… Kim… Kim Carson!"
"Bene Kim Carson… da oggi tu puoi ritenerti membro della mia ciurma ma non illuderti, se verrò a scoprire che tutto quello che mi hai detto è una balla - e ti assicuro che lo scoprirò- ti getterò a mare con gli squali!"
Il ragazzo sorrise fiducioso e da quello sguardo, Ryo capì che forse non avrebbe dovuto preoccuparsi eccessivamente.

La sera arrivò molto più velocemente di quanto i pirati non si fossero aspettati. Mick alla fine era riuscito a convincere Ryo a seguirlo in uno dei locali di cui gli aveva parlato e lui, sebbene riluttante, aveva accettato, se non altro con la speranza di rifarsi gli occhi con gli spettacoli sgambettanti delle donne.
Joe il sordo quello stesso pomeriggio si era dato da fare per scoprire la veridicità della presunta mappa del tesoro e solo quando fu certo che il giovane Kim avesse detto la pura e semplice verità, decise di lasciare in pace i poveri frequentatori della locanda 'il mozzo ridente', i quali avevano decisamente passato un brutto quarto d'ora in compagnia di alcuni agguerriti pirati.
Kim era entusiasta del fatto di essere finalmente riuscito ad ottenere la fiducia del capitano Ryo dopo una lunga chiacchierata che gli aveva permesso di approfondirne la conoscenza e quest'ultimo, avendo immediatamente preso in simpatia il giovane, orfano di entrambe i genitori e povero in canna, aveva deciso di coinvolgerlo subito in alcune delle attività preferite dei pirati durante le loro soste nelle città e, la tappa obbligata, era ovviamente risultata il locale scelto appositamente da Mick per festeggiare l'evento.
Il ragazzo sembrava essere terribilmente a disagio in quell'equivoco locale di periferia, ma per non deludere le aspettative di nessuno, aveva deciso di affogare tutto il suo imbarazzo in parecchi boccali di birra e rhum i quali non gli permisero di raggiungere sobrio la fine della serata.
Solo molto tardi i pirati dell'equipaggio di Ryo si appartarono con alcune donne del locale; lo stesso Mick era stato uno dei primi ad allontanarsi dal salone principale, in compagnia di una bionda tutta curve e prima di andarsene aveva ammonito Ryo di fare lo stesso per la sua salute fisica e mentale. Il capitano dapprima aveva pensato di fare un pensierino al consiglio dell'amico, notando lo sguardo insistente di una giovane e prosperosa ragazza bruna, ma poi ci aveva ripensato preferendo uscire all'aria aperta per aiutare il povero Kim che aveva tutta l'aria di uno che stava per collassare.
Il pirata trascinò il ragazzo sul molo facendolo sedere non senza fatica ad osservare l'oceano che si stagliava scuro, illuminato solo dalla moltitudine di stelle nel cielo notturno.
"Caspita ragazzo, io credo che il pirata non sia un mestiere che ti si addica… ti vedrei meglio come donnina di casa!"
Kim volse uno sguardo allucinato al suo capitanò e lo fissò negli occhi.
"Ma che…!" biascicò a fatica "Io sarò peeeerfetto come pirata… il miiiigliore!"
Ryo non poté fare a meno di riconsiderare l'affermazione che aveva appena fatto. In effetti aveva dei seri dubbi di riuscire a trasformare quell'esile ragazzo in un forte pirata, ma il solo fatto che avesse sottratto la mappa ad alcuni amici solo per la smania di avventure lo invogliava a provarci, se non altro era sicuro che avesse fegato e volontà da vendere. Inoltre dal triste racconto che Kim gli aveva fatto della sua vita, Ryo aveva pensato che il ragazzo non avrebbe avuto nulla da perdere se non una vita in povertà e senza una famiglia. Persino Ryo si stupì di come si fosse intenerito a quel racconto. Pensò che forse stava diventando anche lui vecchio e rincitrullito.
C'era però una cosa che non lo faceva sentire completamente a suo agio con Kim. Dalla prima volta che lo aveva visto in quella via la prima cosa che aveva notato non era stato di certo il modo trasandato dei suoi vestiti, bensì l'ambiguità della sua fisicità.
Tutto in lui richiamava la delicatezza e la morbidezza di una ragazza e se non fosse stato per il petto privo di qualsiasi forma avrebbe benissimo potuto travestirlo da donna con successo.
Forse era tutto semplicemente un'impressione sbagliata e i vari pensieri che gli affollarono la mente, furono scacciati non appena Kim cominciò a russare profondamente appoggiato ad una sua spalla.
"No, una ragazza non potrebbe mai fare dei versi simili!" e con questa constatazione prese tra le braccia il giovane e lo portò di nuovo nel locale, affittando per lui una camera e raggiungendo ben presto la brunetta che ancora lo aspettava al bancone del bar.

I tre giorni di sosta passarono velocemente e Ryo già si sentiva pronto a ripartire per il suo adorato mare, già stanco della fissità del terreno.
I pirati salparono nel pomeriggio dopo un ultimo pranzo a base di salmugundi un piatto preparato con differenti tipi di ingredienti di origine animale e vegetale e fortemente salato e saporito.
Kim non aveva sembrato apprezzare molto quel piatto tipicamente piratesco, ma per non destare sospetti o critiche circa la delicatezza del suo stomaco, ne aveva mangiato una massiccia porzione, seguita da diversi boccali di birra che se non altro lasciavano scivolare più facilmente nello stomaco tale bomba calorica. La conseguenza era stata una forte nausea per le prime ore di viaggio sull'instabilità del mare.
La navigazione procedette senza particolari problemi per diversi chilometri, il vento favorevole gonfiava le vele e spingeva la grossa nave verso la sua nuova meta.
Ryo aveva dovuto faticare non poco ad interpretare la mappa che Kim gli aveva dato ma grazie alle conoscenze spagnole del giovane Daniel che aveva tradotto le indicazioni, il capitano era riuscito ad arrivare a capo dell'intricata matassa dando immediatamente disposizioni circa la rotta da prendere.
Mick dal canto suo si era offerto di aiutare il giovane Kim ad ambientarsi sulla nave pirata e avendo già, il ragazzo, conosciuto l'intero equipaggio ora non aveva particolari difficoltà a rivolgersi più o meno confidenzialmente alla maggior parte dei pirati, sebbene alcuni di loro sembravano provare una forte ostilità per quel giovane mozzo inesperto e piuttosto effeminato.
Kim sembrava apprendere molto in fretta la dura vita dei pirati e nei giorni successivi accettò i compiti che gli venivano dati con una volontà invidiabile; l'unica sua pecca era però quella di essere forse un po' troppo inesperto in materia di navigazione.
"Forza Kim muoviti abbiamo bisogno di uno agile qui!" grido il massiccio Sam Tyler, uno dei più esperti marinai sulla nave.
Il ragazzo mise a terra lo straccio con cui stava pulendo il ponte della nave e corse immediatamente da colui che lo aveva richiamato.
"Che devo fare?" chiese ansioso.
L'omone mise una mano sui fianchi e gli pose un affilato coltello.
"Vediamo se sei un vero uomo… devi salire sull'albero di trinchetto e sostituire la fune lacerata!"
"L'albero di che?" chiese Kim piuttosto confuso dalla richiesta.
Sam sospirò scotendo la testa.
"L'albero di trinchetto, quello a prua della nave!" spiegò, sperando di essere stato abbastanza esauriente.
"Ehm… d'accordo!" disse il ragazzo titubante "… però chi mi dice qual è la prua?"
Sam si mise una mano sugli occhi esasperato.
"Ehi Ryo!" urlò poi rivolgendosi al capitano che si stava lentamente avvicinando "Sei sicuro di aver fatto un buon affare a prendere con te questo ragazzino?"
Ryo mise le mani dietro la schiena abbozzando un sorriso furbo.
"Ma dai Sam mi sembra che ci stia mettendo tutta la buona volontà, è giovane imparerà presto!"
"Speriamo!" disse l'uomo guardando Kim che mostrava apertamente il suo imbarazzo.
"Dai ragazzo, fai felice il capitano e fagli vedere che sai cambiare quella fune!"
Kim si rizzò in piedi come un galletto e afferrò velocemente il coltello, per precipitarsi poi verso il retro della nave.
"Ehi Kim!" lo richiamo Ryo "Guarda che la prua è davanti!"

Le serate a bordo erano i momenti della giornata che Kim preferiva. Principalmente perché se non altro erano le ore più tranquille e aveva la possibilità di riposarsi un poco, dopo i faticosi lavori cui era stato sottoposto.
Anche quella sera, come ogni volta il ragazzo si appartò per un attimo da occhi indiscreti e con rapidità prese dell'acqua dolce e cominciò a lavarsi via il sudore e lo sporco accumulato durante il giorno. Nella stiva non c'era nessuno, molto probabilmente erano sul ponte a digerire i resti di una pesante cena e quindi non correva il rischio di essere sorpreso mezzo nudo nel suo quotidiano bagno.
Kim si levò di dosso l'ampia camicia e la lasciò scivolare a terra immediatamente seguita dalla fascia che gli legava i pantaloni. Se vi fosse stato uno spettatore molto probabilmente si sarebbe chiesto perché mai intorno al petto quel ragazzo piuttosto magrolino portasse una stretta benda.
Con difficoltà cominciò a slacciare i nodi della benda e iniziò il lento svolgimento della stoffa.
Quando finalmente rimase a petto nudo, il giovane tirò un sospiro, estremamente sollevato dall'aver tolto il laccio che a volte gli mozzava il respiro; ma questo era solamente un piccolo sacrificio che doveva compiere per evitare che il suo florido seno di donna venisse notato dagli altri.
Nessuno ancora aveva dato segni di riconoscere la vera natura del ragazzo, solo un paio di pirati dichiaratamente omosessuali, avevano cominciato ad assillarlo con particolari attenzioni, sicuramente perché vedevano in lui niente altro che un affascinante giovane maschio dall'aspetto ancora acerbo.
Kim o forse sarebbe stato meglio dire Kaori, aveva inscenato una farsa per ingannare ma al contempo aggiudicarsi la fiducia dell'oste della locanda per cui aveva iniziato a lavorare, sotto le mentite spoglie di un ragazzo.
La necessità di trovare un lavoro al più presto dopo la morte dei genitori la aveva spinta a chiedere al proprietario del 'mozzo ridente' un impiego come cameriera ma quello sembrava serbare un vero e proprio odio nei confronti delle donne e non aveva voluto assumerla dicendole che se avesse avuto un fratello allora forse ci avrebbe fatto un pensierino. La ragazza aveva immediatamente preso spunto da quella affermazione buttata li come presa in giro e in armatasi di forbice aveva tagliato i suoi lunghi capelli e aveva cominciato ad impersonare Kim il garzone, dimostrando un coraggio non indifferente.
Come ragazzo, Kaori si accorse di avere molte più possibilità di fare carriera e quindi di guadagnare di più. Il suo sogno era quello di guadagnare abbastanza soldi da poter aprire un'attività commerciale, come quella che aveva suo padre prima di morire dopo il crollo finanziario dovuto ai debiti accumulati.
La faccenda della mappa del tesoro era casualmente trapelata alle sue attente orecchie da alcune losche confabulazioni tra il suo padrone e un gruppo di marinai frequentatori del locale.
Kaori aveva preso al volo l'occasione, spiando l'oste aveva presto individuato la cassaforte in cui teneva nascosta la mappa e una sera la aveva rubata sparendo poi misteriosamente.
L'oste aveva subito sospettato di quel ragazzo e per quanto lo avesse cercato non aveva mai avuto modo di trovarlo. Kaori dal canto suo doveva trovare una via di fuga e l'occasione si era presentata proprio alcuni giorni dopo con l'arrivo di Ryo e la sua ciurma di pirati.
La situazione era perfetta, se lei si fosse offerta come nuovo membro dell'equipaggio, avrebbe potuto sfuggire alle ricerche del suo padrone e al contempo avrebbe avuto la possibilità di cominciare il suo viaggio alla ricerca del tesoro. Il suo intento era quello di essere trasportata nel luogo segnato dalla mappa e, una volta trovato il tesoro, si sarebbe fatta venire in mente qualcosa per tentare di tenere per sé una buona parte del bottino, così da poter realizzare il suo sogno.
"Ehi Kim… Kim sei qui?" chiese improvvisamente la voce di Mick all'entrata della stiva.
Kaori si affrettò a rivestirsi e dopo essersi assicurata che dalle pieghe del suo vestito non si notasse nulla di troppo femminile, rispose al richiamo con voce un po' tremante.
"Sono qui!" disse uscendo da dietro alcune botti.
"Ah eccoti, che ci fai quaggiù? Sul ponte stanno per cominciare le danze, muoviti a salire altrimenti ti perderai lo spettacolo di Jim!"
"Quale spettacolo?" chiese Kaori avanzando.
"Vedrai!" ammiccò Mick uscendo dalla stiva.

Sul ponte erano radunati tutti i membri della ciurma del capitano Ryo, il quale era seduto un po' isolato dagli altri ad assistere alla comica scenetta improvvisata dai due pirati omosessuali.
Tutt'intorno gli altri pirati erano seduti in cerchio stringendo tra le mani boccali di birra o rhum e Kaori per non essere da meno si sedette di fianco al giovane Daniel, quello che fino ad allora sembrava sopportare di più la sua presenza e prese subito la fiaschetta di vino che le veniva porta.
La ragazza dovette ammettere che scene del genere non avrebbe mai potute vederle, se fosse rimasta nella sua calma cittadina.
Per la strana occasione erano state accese una moltitudine di torce, in grado di illuminare in maniera soddisfacente la scena in quella fresca notte sull'oceano e l'atmosfera che si respirava, era quella di puro spirito piratesco. A completare l'intero scenario, improvvisamente uno dei pirati più anziani cominciò a suonare piuttosto bene un vecchio violino, dando così un degno accompagnamento alle comiche gesta dei due attori al centro del cerchio umano.
Mick si sedette di fianco a Kaori fumando un sigaro.
"Era questo lo spettacolo?" chiese Kaori sorseggiando la sua birra.
Mick le rivolse uno sguardo sorridente.
"No, questo è solo il preludio… per il vero spettacolo devi aspettare l'esibizione di Jim… sai, ogni tanto noi uomini abbiamo bisogno di divertirci e questo è uno dei tanti modi che abbiamo a disposizione in tempo di calma!"
"E in tempo di guerra invece?" chiese Kaori temendo la risposta.
"Bè… in quel caso devo dire che troviamo molto divertente torturare un po' degli ostaggi che abbiamo fatto dopo qualche fortunata scorribanda! Però se questo non basta a soddisfarci li liberiamo… facendoli passeggiare tranquillamente sulla tavola!" e con queste parole indicò un'asse di legno che sporgeva di almeno un metro dalla sponda laterale della nave.
Kaori rabbrividì all'idea che forse presto o tardi avrebbe potuto assistere ad una di quelle atrocità ma nonostante tutto si disse di essere forte, perché accettando di fare parte di un equipaggio pirata aveva di conseguenza accettato anche di seguire le loro atroci e disumane regole.
Improvvisamente la ragazza si sentì prendere per un braccio e trascinare in piedi da uno dei pirati che stava recitando.
"Bene compagni che ne dite se questo bel damerino entra a far parte dello spettacolo?" chiese poi accolto da uno scroscio di applausi e grida di incitamento.
Kaori dovette necessariamente stare al gioco e così fu coinvolta in una delle cose più umilianti della sua vita: una gara di insulti in piena regola.
All'inizio le parole che udì uscire dalle bocche dei due pirati la scandalizzarono enormemente, ma non poteva certo rimanere a subire le offese senza fare nulla. I primi insulti che lanciò, fecero scoppiare gli altri pirati in sonore risate data l'ingenuità delle sue parole, ma ben presto Kaori cominciò a capire cosa poteva dire per fare esaltare quella massa di maniaci e iniziò a dire una sfilza impressionante di sconcezze, della quale essa stessa si stupì.
Una volta che straordinariamente la ragazza venne dichiarata la vincitrice, le venne offerto un boccale ripieno di rhum e poi fu rispedita al posto, spintonata dai due perdenti, accompagnata da grida di gioia.
"Ehi Kim complimenti davvero!" si congratulò Ryo a sorpresa, dando una poderosa manata sulla schiena del presunto ragazzo.
"Gr… grazie!" balbettò Kaori, interrogandosi di come mai si fosse ritrovata proprio di fianco a lui se prima era esattamente dalla parte opposta.
Lo spettacolo continuò tra danze e canti piuttosto sconci e Kaori riuscì a seguire solo fino ad un certo punto lo svolgimento di quegli inusuali festeggiamenti, poiché Ryo sembrava decisamente intenzionato ad intavolare una conversazione con lei.
"Allora che ne dici della tua prima festa pirata?" chiese scolandosi la fiaschetta di vino che reggeva tra le mani e poi asciugandosi la bocca umida con la manica della camicia.
"Bè… davvero… pittoresca!" rispose Kaori cercando di calibrare le parole per non innervosire l'uomo.
Stranamente quel pirata la faceva sentire tranquilla, nonostante la sua reputazione non fosse una delle migliori. Ormai erano passate quasi due settimane dalla sua permanenza sulla nave e aveva potuto conoscere meglio quell'uomo il quale sembrava essersi preso particolarmente a cuore le sorti di quel giovane ragazzo.
Nonostante la maggior parte delle volte Kaori fosse assistita da altri pirati, c'erano casi particolari in cui lo stesso Ryo voleva insegnarle qualcosa di nuovo e soprattutto ad armeggiare con la spada.
Kaori aveva stretto con il capitano un particolare rapporto che i più maligni giudicavano troppo intimo per due uomini, ovviamente facendo accendere le gelosie dei due omosessuali.
Ryo però non dava peso alle calunnie e più volte aveva lasciato correre, anche se quando sentiva che le cose avrebbero potuto degenerare, non ci aveva messo molto a far tacere le malelingue con esplicite minacce.
Il fatto era che nemmeno il capitano capiva il perché di quell'interessamento, ma in un certo senso si sentiva stranamente attratto da quel ragazzino così ingenuo ma al contempo così sicuro sulle sue decisioni, non che stesse diventando ambiguo anche lui, la cosa non la avrebbe mai ammessa anche se fosse stata vera, ma più che altro si sentiva legato a lui da un rapporto che avrebbe preferito definire come quello di padre e figlio.
"Sai una cosa Kim…!" cominciò a dire Ryo sedendosi più comodamente "Non so perché ma c'è qualcosa in te che mi sfugge e io non capisco cosa sia!"
Kaori si voltò di scatto sorpresa da quella confessione. Per un attimo il terrore che Ryo avesse intuito qualcosa sulla sua identità le fece palpitare il cuore e la visione di una passeggiata sulla trave di cui lei stessa era protagonista le fece passare un brivido lungo la schiena.
"No, perché dici così… io non… !" disse lasciando trasparire un certo nervosismo.
"Ehi non ti agitare, io non ti sto mica accusando di nulla, dico solo che mi stupisci con alcuni tuoi comportamenti!" esclamò Ryo ridendo della strana reazione di Kaori.
"In che senso?" chiese lei cercando di darsi un contegno.
"Nel senso che a volte sembri timido e riservato e… altre volte invece ti lasci andare esageratamente come hai fatto poco fa con la gara di insulti! Insomma sei un po' ambiguo!"
"Bè me lo dicono in tanti!" disse Kaori scherzosamente.
Ryo rise sommessamente poi lanciò uno splendido sorriso in direzione di Kaori.
La ragazza non poté fare a meno di notare quanto fosse affascinante quel pirata. Già dalla prima volta che lo aveva adocchiato davanti alla locanda aveva pensato che fosse un bell'uomo, ma ora che aveva avuto la possibilità di osservarlo meglio durante quei giorni di navigazione ed in particolare quella sera sotto le luci delle torce, sentì di essere fortemente attratta da lui.
Un inspiegabile dolore al petto le tolse il respiro e inaspettatamente sentì un improvviso rossore colorarle le guancia.
"Credo che tu abbia bevuto troppo!" ironizzò Ryo interpretando quel rossore come conseguenza del rhum.
"Penso anche io!" confermò Kaori voltando la testa per osservare distrattamente la scenetta ancora in corso.
Ryo la osservò per un attimo e notò quanto il suo profilo fosse prefetto, così nettamente delineato nella penombra.
"Kim…" disse a bassa voce come se stesse parlando più a sé stesso che alla ragazza "… se tu fossi una donna credo che saresti una delle più belle che io abbia mai conosciuto!"
Kaori si voltò di scatto, completamente frastornata e impaurita da quella affermazione.
Ryo si accorse dello sguardo stranito del giovane e si affrettò a dare una giustificazione a quelle assurde parole.
"Non dare peso a quello che ho detto… sono ubriaco anche io!" mentì, perfettamente conscio del fatto di essere ancora maledettamente sobrio.
Kaori cercò di distrarsi dopo quello che aveva appena udito ma da quel momento capì che forse l'idea di travestirsi da uomo e poi salire sulla nave pirata non era stata affatto una buona idea e se avesse potuto se la sarebbe data a gambe il più lontano possibile.
Ryo non stava certo meglio di lei. Le parole che aveva appena detto lo avevano scioccato e per la prima volta in vita si insinuò un atroce dubbio circa i suoi gusti sessuali.
Finalmente a distrarli dai loro pensieri negativi, entrò in scena il tanto sospirato Jim, un robusto pirata dai lunghi baffi neri e dall'espressione truce.
Kaori si stupì di come tutto l'equipaggio mostrasse verso di lui un tipo di entusiasmo del tutto differente da quello riservato agli altri che si erano esibiti prima di lui, c'era una strana forma di rispetto in quei gridi e in quegli applausi e solo in seguito la ragazza ne capì il motivo.
L'uomo si pose al cento del cerchio di pirati, immediatamente raggiunto dal suonatore di violino. Dopo una lunga pausa di concentrazione il vecchio violinista cominciò a dare vita ad una triste ballata che aleggiò per alcuni secondi sulle teste dei presenti; ma il bello ancora doveva venire. Jim finalmente aprì la bocca e cominciò a cantare con un timbro di voce che stupì favorevolmente l'incantata Kaori. La sua voce era di sicuro quella di un baritono, il tono basso e profondo dava senso alle malinconiche parole di una canzone che difficilmente si sarebbe udita dagli abitanti della terraferma. Le note e le frasi della ballata volavano nell'aria cariche di significato. Quella narrata nella melodia era la storia di un pirata innamorato ma impossibilitato dalla sua situazione a completare la sua vita con quella della sua amata. I due erano costretti a vivere un amore clandestino e impossibile e la ragazza che sempre aspettava il suo ritorno al porto, cantava ogni notte la loro storia, per fare in modo che giungesse alle orecchie del suo uomo trasportato dalla leggera brezza marina.
Il pirata, maledetto da quell'incantesimo, sembrava venire raggiunto dalle note di quel canto e dalla sua postazione nel lontano oceano, intonava la canzone che li univa, nello stesso istante della sua donna, osservando il cielo stellato e immaginando che gli astri tessessero la loro figura nel firmamento notturno.
Kaori si innamorò immediatamente di quella canzone. Per lunghi attimi rimase con lo sguardo fisso verso le stelle immaginando i volti dei due amanti, poi casualmente la sua attenzione si volse verso Ryo che sembrava estremamente assorto durante l'esecuzione.
La ragazza ebbe un'altra stretta al cuore e solo allora, probabilmente favorita dalla strana atmosfera in cui era stata coinvolta, capì che forse quello che provava per il bel capitano era qualcosa di speciale e si beò nelle sensazioni che stava provando, osservando il volto affascinante dell'uomo pensoso sedutole a fianco.

Il mattino seguente riservò un brutto risveglio per l'intero equipaggio della nave.
"La Black Ocean… a dritta… la Black Ocean del capitano Falco!" urlò sull'orlo dell'isteria il giovane Daniel che per primo quel giorno aveva avuto il compito di stare in vedetta.
Tutti i pirati si radunarono in pochi minuti sul ponte della nave e primo di tutti fece la sua comparsa il capitano seguito a ruota dal fedele Mick.
Ryo diede immediatamente disposizioni sull'attacco e la difesa sicuro che fra breve sarebbe stato l'inferno.
Falco dalla prua della sua nave, viaggiava spedito verso il suo bersaglio, eccitato di potersi nuovamente confrontare con il suo più acerrimo nemico.
L'aria fu presto lacerata dai tuoni dei cannoni e l'odore di polvere da sparo cominciò ad impregnare l'atmosfera.
Kaori fu terrorizzata dall'improvvisa battaglia, mai in vita sua aveva assistito ad una cosa del genere.
La Black Ocean si avvicinava sempre più e finalmente in un momento di calma apparente, la voce alta e profonda del capitano Falco arrivò dritta alle orecchie di Ryo.
"Ryo… amico, finalmente un nuovo incontro!"
"Non sai da quanto attendevo questo momento!" urlò di rimando Ryo mentre dalle navi ormai affiancate, cominciarono a scivolare sulle sponde laterali alcune passerelle, per consentire il passaggio dei pirati da una e dall'altra parte.
Ryo si lanciò con una velocità impressionante sulla nave dell'avversario e si diresse deciso verso l'imponente figura di Falco, il quale lo attendeva a braccia aperte con la spada sguainata.
La battaglia intanto infuriava sulle due navi.
Ogni pirata era coinvolto in duelli singoli o di gruppo e tutti sembravano divertirsi un mondo in quel miscuglio di odio, sangue e violenza.
Mick fu inaspettatamente ferito ad un braccio, mentre cercava di colpire alle spalle due grossi energumeni ma senza perdere la lucidità, aveva ucciso senza troppi scrupoli colui che aveva osato tanto.
Kaori cercava di stare al di fuori di tutto quel trambusto, rifugiandosi dietro un barile di catrame sulla poppa della nave.
Ryo e Falco intanto avevano cominciato il loro duello, che come sempre li isolava dal resto della battaglia, relegandoli in un mondo tutto loro, fatto di orgoglio e sfide personali che ormai da troppo tempo esitavano a concludersi definitivamente.
Anche quel giorno nessuno dei due aveva intenzione di demordere e lottavano con foga, sfoderando tutta la loro abilità.
Kaori rintanata dietro il suo nascondiglio, chiuse gli occhi e si tappò le orecchie per cercare di non udire nessun suono al di fuori di quello del suo respiro stentato.
Improvvisamente un piccolo pirata calvo le fu di fianco e accortosi della sua presenza, si apprestò ad assestarle un fendente con il suo affilato fioretto, però fu prontamente bloccato da Mick che si era accorto preventivamente di quello che stava per accadere.
Una volta che il nemico fu steso da un pugno ben calibrato, l'uomo riscosse la catalessi di Kaori ammonendola di stare più attenta. La ragazza accortasi del pericolo che aveva appena scampato, si spaventò e decise di afferrare la spada che le era stata regalata da Ryo alcuni giorni prima, rimanendo all'erta cercando di farsi trovare pronta nell'eventualità che qualcun altro volesse farle qualcosa di male. Non poteva farsi vedere così debole in un momento del genere, già il fatto che Mick avesse dovuto correre in suo aiuto le aveva provocato un grosso smacco nell'orgoglio ed ora la sua unica volontà era quella di riscattarsi, sempre e solo se ce ne fosse stato realmente bisogno. Questa sua aspettativa però fu immediatamente ricompensata ed infatti un altro uomo le fu addosso pronto a colpirla. La ragazza non ci pensò due volte e, mettendo in pratica i consigli di Ryo, reagì con prontezza e agilità all'attacco facendo cadere, sotto un suo pesante fendente, il pirata nemico.
La rossa macchia di sangue che si andò velocemente propagando per l'opaco rivestimento legnoso della nave dal corpo ferito dell'uomo, fece nascere un profondo senso di nausea in Kaori e sebbene non lo avesse ucciso, si sentì terribilmente in colpa per quello che aveva fatto.
Tutti questi sentimenti contrastanti sommati al malessere dovuto anche al caldo torrido del sole, le provocarono un forte giramento di testa che finì inevitabilmente per farla accasciare a terra priva di sensi.

"Finalmente ti sei ripreso pivello!" disse una voce profonda ad una Kaori che aveva appena aperto le palpebre dopo una lunga incoscienza.
La ragazza si riscosse immediatamente e si guardò intorno impaurita. Quella di sicuro non era il posto dove era solita riposare ma data la qualità dell'arredamento capì di essere nella personale cabina del capitano.
Ryo era in piedi di fronte alla porta con un sorriso stanco dipinto sul volto.
Kaori si ricordò immediatamente della battaglia e con uno scatto fu seduta sul grosso letto.
"Che è successo?" chiese con enfasi.
"Sei svenuto… come un pivellino!" le rispose Ryo osservandola.
"Questo lo avevo capito! Io intendevo dire che fine ha fatto la battaglia!"
"Ah quella!" esclamò Ryo mostrando indifferenza "Quella ormai è finita!"
Kaori si stupì della calma del capitano e volle sapere di più.
"E' finita come?"
"E' finita… come tutte le altre battaglie… un bel pareggio!"
"Pareggio?" esclamò Kaori.
"Già, come in un gioco onesto!"
"Un gioco onesto? E tu chiami una battaglia come quella di prima un gioco onesto?" urlò Kaori sull'orlo di una crisi di nervi "Io sapevo che voi pirati eravate dei pazzi omicidi, ma mai avrei creduto una cosa simile… finché si tratta di necessità va bene, ma se due navi combattono al solo fine di soddisfare idiote voglie di giochi estremi, questo è davvero da imbecilli… io mi vergogno di aver fatto parte di una cosa del genere!"
"Bè… mio caro questa è la vita dei pirati che ti piaccia oppure no! Sei stato tu a volerne fare parte e quindi ora quello da rimproverare sei solamente tu!"
Kaori capì di avere parlato a sproposito. Andando avanti con quella conversazione si sarebbe scoperta. Non poteva cero dire di essere salita su quella nave al solo scopo di trovare il tesoro. Ryo sebbene nei suoi confronti si fosse dimostrato sin troppo paziente, era pur sempre un pirata e lei era certa che se avesse saputo che la sua intenzione era quello di ingannarlo, non ci avrebbe messo molto a fargli fare la fatidica "passeggiata".
"Perdona la mia reazione!" si scusò la ragazza corrucciando lo sguardo "Suppongo che il mio sfogo sia dovuto al fatto che io non avevo mai partecipato a cose simili e quindi mi sia spaventato un po' troppo!"
"E' normale!" disse Ryo semplicemente, dimostrando una comprensione assoluta "Anche io da giovane durante le mie prime battaglie avevo spesso paura di avere sbagliato strada, ma poi con il tempo ci si fa l'abitudine e se la pirateria è la tua vocazione la cosa si manifesta prima o poi… e fortunatamente per me la cosa si è manifestata velocemente!"
Kaori fu leggermente sollevata da quelle parole di conforto, ma qualcosa nel tono di Ryo le fece capire che c'era comunque qualcosa che non andava.
Nella sua voce di solito così espressiva quando si rivolgeva a lei, adesso c'era solo molta freddezza e distacco.
L'uomo continuava a rimanere immobile appoggiato allo stipite della porta in attesa di qualcosa e il suo sguardo insistente mise a disagio la già imbarazzata Kaori.
"Che hai da guardare?" chiese alzando lo sguardo incontrando quello profondo di lui.
"Nulla sto solo aspettando!"
"Aspettando cosa?" si informo la ragazza confusa.
"Una cosa…" rispose Ryo vago.
La ragazza rimase in silenzio per parecchio tempo prima di interrompere quel momento di attesa snervante.
"Insomma mi vuoi dire che c'è? Non trovo giusto che tu rimanga li a fissarmi senza motivo… cosa c'è ti piacciono gli uomini?" sbottò Kaori cercando di provocare una qualunque reazione nell'enigmatico pirata.
Ryo sembrò finalmente intenzionato a dire qualcosa, staccandosi finalmente dalla porta chiusa e avanzando verso la ragazza seduta sul letto.
"Proprio tu mi parli di cosa sia giusto o sbagliato?" chiese con voce sensuale.
"Che vuoi dire?" disse Kaori ora estremamente insicura.
"Sappi che a me non sono mai piaciuti gli uomini… mai… e nemmeno in futuro mi piaceranno! Io sono attratto solamente da belle donne… oddio anche da quelle meno belle purché affascinanti!"
Kaori seguì il movimento dell'uomo fino a che non le fu proprio accanto, inginocchiandosi ai piedi del letto.
"Se ti sei offeso solo perché ti ho chiesto se ti piacciono gli uomini io…!"
"No…" la interruppe il pirata, sorridendo con un lato della bocca "Non mi sono offeso per quello!"
"Però per qualcosa ti sei offeso?"
"Non direi offeso… piuttosto un po' infastidito!"
"Infastidito?" chiese titubante la ragazza, inconsapevole di dove una conversazione del genere potesse portare "Infastidito da cosa?"
"Da cosa…" ripeté l'uomo a bassa voce "Sono stato infastidito dalle strane sensazioni che mi hanno tormentato dal giorno in cui tu sei salito su questa nave… ero infastidito dal fatto che in un certo senso io fossi attratto dalla tua persona!"
Kaori divenne paonazza all'udire quella inaspettata rivelazione, poi una terribile ansia cominciò a pervaderla.
"C… cosa stai cercando di dire?" ebbe il coraggio di chiedere, prima di perdere l'uso delle facoltà oratorie.
Ryo socchiuse gli occhi e portò il viso molto vicino a quello di lei e proprio nel momento meno atteso l'uomo proruppe in una sonora ma nervosa risata.
"Io mi sono davvero spaventato… credevo di essere diventato come quei due miei pirati! Figuriamoci… io il terrore dei mari, uno dei più grandi donnaioli di tutti i tempi diventato improvvisamente una donnina! Se lo avessi saputo prima mi sarei evitato un sacco di problemi!"
Kaori rimase completamente paralizzata al letto e senza rendersene conto, aveva cominciato a stringere le lenzuola che ancora la coprivano. Cominciò ad intuire cosa gli stesse dicendo l'uomo, ma la paura le impediva di ragionare con coerenza, così rimase in silenzio in attesa che Ryo giungesse alla fine del suo monologo.
"Sai Kim… o questa poi… Kim, da dove hai tirato fuori un nome del genere? Chissà quale bellissimo nome cela in realtà una ragazza come te!"
Kaori si sentì frastornata; Ryo finalmente le aveva rivelato di essere a conoscenza della sua vera identità e solo in quel momento il suo sguardo sgomento cadde sulla scollatura della camicia che rivelava senza pudore, le pieghe del suo seno privo di qualsiasi benda.
"Stai cercando questa?" chiese Ryo reggendo tra le mani la fasciatura che Kaori metteva per celare le sue forme "Sai quando uno sviene ha bisogno di tutta l'aria possibile per respirare meglio, così quando ti ho ritrovata accasciata al suolo ho pensato bene di togliere una così inutile e soffocante bendaggio… e pensa un po' cosa ho scoperto!"
Kaori si ricoprì istintivamente, conscia però del fatto che il danno era stato fatto.
"Cosa hai intenzione di fare ora?" chiese finalmente ritrovando la voce.
"Non ne ho idea, i casi sono due: o mi dici che quelle che hai sul petto sono due escrescenze innaturali e la finiamo così, oppure mi riconfermi la mia ipotesi e mi dici finalmente qual è il tuo vero nome!"
La ragazza non avvertì nessuna minaccia nel tono del pirata ma al contrario le sembrò che avesse recuperato il suo solito calore.
"Kaori!" disse mestamente distogliendo lo sguardo.
"Kaori… " ripeté Ryo sospirando "Bene… ora finalmente ci siamo chiariti!" e detto questo si apprestò a lasciare la camera.
"Aspetta!" lo trattenne la ragazza quasi urlando "Adesso… adesso cosa mi farai?"
L'uomo si fermò dandole la schiena.
"Ma… per ora nulla, siamo in mare aperto e per ora nessuno sa del nostro piccolo segreto… io non sono un completo animale. Le donne di solito le tratto con riguardo e per te non farò eccezioni, anche se mi hai ingannato per bene! Ma stai sicura che non appena saremo in prossimità di qualche porto ti scaricherò lì. Capisci bene che non posso farti continuare il viaggio!"
"Ma…!" gridò Kaori prima che il capitano uscisse definitivamente dalla porta lasciandola completamente sola a piangere con amarezza.

I giorni sulla nave del capitano Ryo passarono con la solita calma. Tutto procedeva per il meglio il vento soffiava con violenza nelle vele permettendo all'enorme imbarcazione di scivolare con velocità tra i flutti blu e verdi dell'oceano.
Dopo la terribile scoperta da parte del capitano circa la sua vera identità, Kaori era caduta nella depressione più nera. Ogni volta che questo la osservava da lontano, sentiva su di sé il suo sguardo accusatorio e non poteva fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo non appena avrebbero raggiunto il porto più vicino, dato che il capitano aveva dato ordine di fermarsi, a suo dire, per fare rifornimenti.
Molti pirati non avevano del tutto compreso quella assurda decisione dato che erano ancora pieni di materiale, ma Kaori sapeva perfettamente quello che in realtà il capitano aveva in mente.Una volta raggiunta la terraferma la avrebbe abbandonata al suolo, perfettamente consapevole di come una cosa del genere sarebbe stata estremamente pericolosa per una ragazza sola in una terra straniera.
Più di ogni altra cosa però Kaori era preoccupata per il fatto di non essere riuscita a portare a termine il suo obiettivo di recuperare l'agognato tesoro, che sarebbe stato in grado di cambiarle radicalmente la vita; sempre se fosse stata capace di sottrarne una somma abbastanza consistente dalle mani bramose dei pirati.
Ryo dopo il fatidico giorno della sconvolgente scoperta, non aveva più avvicinato la ragazza; sebbene si fosse chiesto più volte quali fossero stati i motivi che avevano condotto una donna su una nave pirata, aveva preferito che il tutto rimanesse per lui una cosa sconosciuta dato che fra breve, di quella strana figura femminile, avrebbe perso ogni traccia.
Mick probabilmente era l'unico ad avere intuito che qualcosa non quadrava da qualche giorno a quella parte. Il suoi amico agiva in maniera impercettibilmente differente rispetto a come agiva di solito. Lo conosceva troppo profondamente per non saper dire che qualcosa lo affliggeva e quando aveva sentito dare quell'assurdo ordine di virata verso il continente più vicino, non aveva più avuto dubbi circa l'ambiguità della vicenda.
Il capitano stava consultando le carte marittime sul ponte della nave, poco distante dal timone e con occhio critico, sporadicamente alzava il capo per osservare l'orizzonte lontano.
Mick gli si fece accanto brandendo un lungo cannocchiale e solo quando Ryo finalmente si accorse della sua presenza ebbe modo di parlargli.
"Mi spieghi come fai ad orientarti senza gli strumenti adatti?" chiese scettico, osservando la bussola che giaceva abbandonata su una botte poco distante.
Ryo distolse l'attenzione dalle carte ingiallite dal tempo e si grattò una tempia con un dito.
"Ehm…!" mugugnò non sapendo cosa rispondere.
Mick sorrise e si appoggiò alla ringhiera della nave dando la schiena al mare.
"Va bene Ryo… sputa quel maledetto rospo che ti salta in gola da una settimana e dimmi cosa c'è che non va!"
L'uomo incrociò le braccia e guardò l'amico un po' sorpreso da quella domanda inaspettata.
"Non so a cosa tu ti riferisca!" disse rimanendo immobile nella sua posizione.
Mick si prese la testa fra le mani e scosse la testa.
"Ryo, è inutile che fai il finto tonto con me… non sono uno stupido, ti conosco da troppo tempo e posso dire che tu hai qualche dannato problema!"
"Problema?" rispose il pirata ridendo "Io non ho nessun problema da ormai dieci anni a questa parte!"
"Infatti… da dieci anni. Però una settimana fa ne è saltato fuori uno giusto?"
Ryo si leccò le labbra e voltò lo sguardo per osservare l'oceano, ma soprattutto per non permettere a Mick di scorgere l'imbarazzo nei suoi occhi.
Tra i due calò il silenzio per qualche minuto e solo le grida degli altri pirati e il fischio insistente del vento fecero da colonna sonora alla scena.
"Allora?" interruppe il silenzio Mick "Io sto ancora aspettando!"
Il capitano questa volta si fece vicino all'amico e gli diede una manata sulle larghe spalle facendolo sussultare.
"Senti Mick… io per ora non credo di poterti dire quello che è successo… non che io non mi fidi ma è meglio che tutto resti un segreto almeno fino a quando, la faccenda non sarà conclusa… sappi solo che è un problema di femminilità!"
"Femminilità?" chiese Mick strabuzzando gli occhi.
"Sicuro!" rispose Ryo ridendo "Un bel problema di femminilità!" e così dicendo se ne andò lasciando Mick piuttosto confuso.

Kaori scese velocemente dall'albero di maestra quando udì il forte richiamo di Sam Tyler.
Il grosso pirata la attendeva con il naso in su constatando di quanti progressi quel ragazzino avesse fatto nel suo breve periodo di permanenza sulla nave. La sua agilità nell'arrampicarsi era davvero aumentata e adesso, non vi era pirata che non chiedesse a lei di fare gli scomodi lavori ad alta quota.
"Che vuoi!" chiese Kaori, ansimando dopo la discesa.
"Nulla di particolare, volevo solo farti scendere perché fra breve si scatenerà il putiferio!"
"Il puti… ferio?" chiese Kaori inarcando un sopracciglio.
Sam la osservò divertito poi le indicò le grosse nuvole nere che avevano in breve tempo invaso il cielo, fino a quella mattina azzurro e limpido.
"Vento maligno!" esclamò allontanandosi, urlando altri ordini ad alcuni mozzi.
Kaori rimase immobile ad osservare il repentino cambiamento di tempo, mentre le prime violente raffiche di vento cominciavano ad agitare pericolosamente il mare.
"Faresti meglio ad andare sottocoperta…" disse una voce profonda alle sue spalle "… una donna non sarebbe di alcun aiuto durante una tempesta."
La ragazza si voltò di scatto e si ritrovò ad osservare lo sguardo severo e profondo del suo capitano.
"Io posso…!" cercò di obiettare la ragazza fiduciosa nelle sue capacità.
"No, non puoi!" replicò Ryo freddamente allontanandosi.
Kaori si sentì profondamente ferita da quella affermazione. Aveva già provato in precedenza cosa significasse essere discriminata solo per il fatto di essere donna, ma ora che quella cosa le veniva detta solo dopo che aveva dimostrato le sue capacità le faceva ancora più male. Ora si rese conto che la cosa che dava più fastidio a Ryo non era solo il fatto si fosse sentito tradito per il fatto che lei gli avesse inizialmente nascosto la sua femminilità, ma soprattutto il fatto che lei fosse una donna e perciò ritenuta incapace di svolgere alcune attività prettamente maschili.
Con passi nervosi si diresse verso Sam il quale aveva appena cominciato a dare direttive circa le precauzioni da prendere in un simile evento e chiese di essere incaricata di qualche compito, decisa a prendersi una piccola rivincita sullo sfiduciato capitano.
Il vento continuava a crescere, manifestando sempre più la sua indicibile violenza, accompagnando le nuvole temporalesche, le quali avevano appena cominciato a lasciare cadere verso il basso alcune pesanti gocce di pioggia.
Il mare divenne una massa scomposta di flutti e onde, che aritmicamente andavano a creare un terribile ma al contempo affascinante spettacolo. Il suo colore, pochi attimi prima di un blu intenso, si andò colorando di nero e grigio, riprendendo le tinte del cielo, scatenando una furia impressionante.
I pirati sul ponte della nave si davano da fare per dare ognuno il proprio contributo a quella disperata situazione e Kaori non era da meno.
Ryo dovette urlarle più volte di lasciare perdere ma lei aveva fatto finta di non prestare attenzione ai suoi continui improperi, ostinandosi a correre avanti e indietro per il ponte seguendo i consigli di Sam e di altri esperti pirati.
"Fai come vuoi dannazione!" urlò un'ultima volta Ryo prima di perdere ogni speranza di dissuadere la ragazza "Quando però il vento di sbalzerà fuori dalla nave io di sicuro non ti verrò a recuperare!"
Kaori per tutta risposta gli lanciò un sorriso di sfida, mentre trasportava funi assieme ad altri giovani mozzi.

Dopo alcune ore la tempesta si scatenò con tutta la sua furia. Tutti i pirati avevano fatto del loro meglio per evitare qualsiasi incidente, ora solo la clemenza di madre natura avrebbe deciso le loro sorti in mare.
Le vele che non erano state ammainate per impossibilità, rimasero per poco tempo del tutto integre e solo quella dell'albero di maestra sembrava resistere tendendosi fino all'inverosimile.
Mick dovette chiedere a più di un pirata di salire sull'albero per recuperare la vela al fine di impedire un sicuro ribaltamento della nave, ma pochi avevano avuto il coraggio di offrirsi come volontari.
Ryo avanzò verso il centro della nave e annunciò la sua imminente scalata, ma prima che potesse spostarsi ulteriormente, una velocissima Kaori aveva già cominciato la sua stentata arrampicata.
"Ma che diavolo…!" urlò Ryo, mentre il vento ricoprì il resto della frase con il suo ululo terribile.
La ragazza ci mise parecchi minuti per raggiungere approssimativamente la cima, mentre il vento contrario continuava a impedirla nei movimenti.
I cavalloni continuavano a bagnare il ponte della nave, mentre questa barcollava pericolosamente. Più di un pirata si inginocchiò, chiudendo gli occhi, cercando di riportare alla memoria una preghiera dimenticata da tempo. Era da moltissimo che non si confrontavano con una simile forza della natura e il pericolo che quella volta avrebbero potuto naufragare, era davvero serissimo.
Kaori raggiunse finalmente la fune che le avrebbe permesso di lasciar cadere la grossa vela e estrasse, non senza difficoltà, l'affilato coltello che aveva preso l'abitudine di allacciare al bordo dei pantaloni. Con un movimento rapido recise la fune e questa, fu immediatamente sballottata dalle continue raffiche di vento, frustando più volte il viso di Kaori che per non essere colpita dovette ripararsi con un braccio e quindi abbandonare uno degli appigli a cui era agganciata.
I pirati sotto di lei pregarono che tutto andasse per il meglio, la riuscita di quella operazione di sicuro gli avrebbe dato una speranza in più e quindi in cuor loro, speravano che quel ragazzino tanto gracile quanto coraggioso, fosse la chiave della loro riuscita.
La vela cominciò a cedere sentendosi priva delle funi che la legavano all'albero della nave e ben presto, essa si trovò a sventolare come una enorme bandiera. Mancava solamente una fune da togliere. Kaori si arrampicò ulteriormente sfidando la potenza della tempesta e quando finalmente fu in cima, prese ancora tra le mani il fidato pugnale ed incominciò a tagliare, mentre la pioggia le sferzava il viso impedendole di svolgere il suo compito nel migliore dei modi.
Urla di incitamento intanto si levarono dal basso e lo stesso Ryo cominciò ad incoraggiare la ragazza, affinché non si lasciasse prendere dallo sconforto.
Finalmente la fune cedette e la vela dell'albero di maestra volò via, perdendosi tra i flutti dell'oceano dopo un breve volo.
Kaori prese a scendere, stando bene attenta a non inciampare nella precarietà delle corde che fungevano da scaletta. Improvvisamente una raffica di vento più violenta delle altre le fece perdere l'equilibrio e senza preavviso la ragazza si ritrovò appesa con la sola forza di una mano.
Mentre il resto del suo corpo veniva sballottato furiosamente, Kaori sentì che non sarebbe riuscita a reggere ancora per molto in quella condizione e pensò che presto avrebbe visto porre fine alle sue sofferenze con una rovinosa caduta a terra, che di sicuro avrebbe riportato conseguenze tragiche.
Ryo intanto si era fatto sotto l'albero, scrutando con preoccupazione la situazione in cui Kaori si era andata a cacciare, se non fosse riuscita a risolvere da sola la questione, l'uomo pensò che forse sarebbe stato meglio andare in suo soccorso, per questo poggiò una mano sulla superficie legnosa dell'albero per cominciare la sua scalata.
Kaori intanto sentiva crampi alla sola mano e il peso del suo stesso corpo era davvero insopportabile. Il dolore divenne terribile e, senza rendersene conto, la ragazza allentò la sua stretta e cominciò così a precipitare senza un grido.
Quando ormai la consapevolezza di una sua prossima fine le si era materializzata nella mente e pensò presto di sentire il duro suolo della nave, si trovò invece accolta da un morbido atterraggio, proprio tra le braccia del capitano che con una prontezza impressionante, l'aveva presa al volo.
Finalmente tutto quello che doveva essere stato fatto era arrivato al suo termine, e la sola cosa da attendere adesso, era semplicemente la conclusione della tempesta.

Dovettero passare alcune ore prima che finalmente il vento si placasse definitivamente e dopo la nottata insonne, tutto l'equipaggio si potè definire letteralmente distrutto dall'apocalisse della giornata precedente.
Il mare dopo la tempesta era tornato alla sua tranquillità, come se tutto ciò che era stato in grado di agitarlo la sera precedente, fosse stato solo un'illusione e solo alcune bianche e sporadiche nuvole aleggiavano nel cielo mattutino come testimonianza dello scampato pericolo.
La nave non aveva subito danni irreparabili, solo il morale di alcuni pirati era decisamente peggiorato a causa della tensione accumulata.
Kaori non era riuscita a riposare, nonostante il capitano avesse detto ai pirati di prendersi qualche ora di tregua; la ragazza preferì restare sul ponte della nave a dare una mano ai più anziani, per cercare di rimettere in sesto alcune cose e solo quando ebbe la necessità di fermarsi sul serio, si appoggiò stancamente al parapetto della nave per osservare il mare dinnanzi a sé.
Improvvisamente le venne in mente il canto, che il pirata Jim aveva intonato per tutti i suoi compagni in quella indimenticabile serata qualche tempo fa e, con un sussurrò, cominciò a cantare, lasciandosi poi trasportare dalla melodia, mettendo al posto delle parole che stentava ricordare, una sua personale interpretazione dell'opera.
La sua voce si propagò ben presto per tutta la nave e quasi tutti i pirati si stupirono di sentire da un ragazzo una voce così acuta e aggraziata. Le domande che ognuno di loro aveva cominciato a porsi però vennero presto dimenticate e ogni uomo rimase in silenzio, a deliziarsi della melodia che ebbe il potere di esercitare su di loro un effetto calmante.
Inaspettatamente alla sua voce se ne unì un'altra e, solo dopo che Kaori smise di cantare, riconobbe il timbro di Ryo.
"Non smettere!" esclamò, spronandola a continuare.
Kaori non seppe il perché, ma cercò di esaudire il suo desiderio, riprendendo la canzone nel momento in cui era stata interrotta.
Il capitano le si fece accanto e anche lui osservò il mare.
"Una canzone del genere cantata da una donna è ancora migliore!" disse sorridendo.
La ragazza continuò a cantare a labbra chiuse, arrossendo del commento.
Dopo alcuni minuti la ragazza decise di smettere pensando che fosse arrivato il momento, ma stranamente una volta che smise di emettere note, la canzone continuò, cantata da tutta la ciurma con voce calda e profonda, come una nenia.
"Sei riuscita a distrarre il mio equipaggio." Esclamò Ryo, guardandosi attorno piacevolmente sorpreso.
Kaori sorrise sinceramente colpita e quando guardò il suo capitano non poté fare a meno di guardarlo con gratitudine.
"Ancora non ti ho ringraziato per avermi salvato questa notte!" disse in un sussurro, abbassando lo sguardo.
Il pirata riprese ad osservare il mare e rimase in silenzio alcuni attimi, prima di rispondere.
"Non credo che dovresti ringraziarmi dato che domani raggiungeremo il porto e ti lascerò laggiù… piuttosto dovresti odiarmi!"
Kaori si morse un labbro nervosa.
"Io…" disse semplicemente senza avere la forza di continuare.
"Però…" la interruppe Ryo passandosi una mano tra i capelli ancora bagnati dall'acqua di mare "… forse potrei cambiare idea!"
"Cambiare idea?" chiese la ragazza spalancando gli occhi incredula.
Ryo le lanciò un sorriso poi cominciò ad urlare con voce alta e chiara bloccando il continuo canto dei pirati.
"Ehi Sam!" urlò rivolgendosi al timoniere "Cambio di programma, non si sbarca più al continente, si prosegue verso l'isola del tesoro come previsto!"
Il massiccio pirata annuì piacevolmente impressionato e con una decisa virata, cambiò rotta seguito dalle grida esultanti di tutto il resto della ciurma.
"Perché!" chiese Kaori tentando di trovare una spiegazione a quel cambio di atteggiamento.
"Perché… perché si!" rispose Ryo enigmatico e velocemente si guardò attorno e quando fu sicuro che nessuno lo stesse osservando prese senza preavviso una mano di Kaori e se la portò alle labbra sfiorandola con un leggero bacio.
"A più tardi dolcezza!" le sussurrò ad un orecchio prima di andarsene lasciando la ragazza nello sconcerto più totale.

La nave dovette navigare ancora per un'intera settimana prima che all'orizzonte, si stagliasse nettamente l'immagine di una terra lontana. Solo poche miglia prima Kaori, che quel giorno stava di vedetta, aveva notato alcuni gabbiani volare nel cielo e se ricordava bene, una volta Sam le aveva spiegato che nel caso avesse visto volare alcuni uccelli sopra il mare allora voleva dire che la terra non era lontana.
Quando ormai la noia cominciò a raggiungere livelli mai toccati precedentemente, la ragazza prese in mano il lungo cannocchiale che Mick le aveva prestato e distrattamente prese ad guardare attraverso la lucida lente, seguendo il volo di un bianco gabbiano. Solo quando lo perse di vista, ebbe per caso l'occasione di vedere in lontananza una striscia verdeggiante che inizialmente etichettò come miraggio. Quando però attraverso il cannocchiale vide che era proprio da lì che molti uccelli cominciavano il loro volo, allora fu sicura della sua scoperta.
"Terra! Terra!" urlò a squarciagola al culmine della felicità. Finalmente il lungo viaggio si era concluso e nonostante le mille difficoltà anche lei era riuscita a vederne la fine.
Tutti i pirati si sporsero dalla prua per constatare di persona quello che il giovane mozzo aveva annunciato e con entusiasmo lanciarono alti gridi vittoriosi ai quali Ryo e Mick si unirono con orgoglio.
Kaori fece alcuni saltelli eccitati dopodiché si sentì in diritto di scendere per unirsi all'euforia dei compagni.
I primo pirata che si trovò di fronte era proprio il capitano e senza preoccuparsene gli lanciò le braccia al collo stringendolo con trasporto.
"Ehi, ehi… che succede?" chiese Mick divertito da quella scena, mentre Ryo cercava di non dimostrarsi troppo felice a causa di quell'inaspettato gesto.
"Questo ragazzino è un po' troppo eccitabile!" cercò di spiegare il capitano provando a scollarsi la ragazza di dosso.
"La terra… la terra!" continuava intanto ad esclamare Kaori incapace di trattenere la felicità.
Mick scosse la testa leggermente confuso, mentre Ryo finalmente riuscì a scostare la ragazza catturando il suo sguardo.
"Non dovresti farti vedere in questo stato…" disse Ryo sorridendo "…d'accordo che sono dannatamente affascinante ma non mi sembra il caso di perdere il controllo in questo modo."
Kaori spalancò gli occhi realizzando finalmente quello che stava facendo. Abbracciare in quel modo il capitano su una nave pirata dove tutti credevano che lei fosse un ragazzo, era un gesto decisamente poco furbo. Con uno scatto violento si allontanò di alcuni passi arrossendo.
"Pe… perdonami!" biascicò imbarazzata.
"Perdonarti?" chiese Ryo prima di scoppiare a ridere "… tutt'al più dovrei ringraziarti… era da molto che non mi eccitavo in questo modo!"
"Ma… capitano!" esclamò Kaori, ora piuttosto scioccata.
"Torna di vedetta… non mi sembra di averti dato il permesso di scendere!" tagliò corto l'uomo cercando di mostrarsi autoritario. Kaori eseguì l'ordine, grata del fatto che fosse stato proprio lui a darle con quella direttiva la possibilità di togliersi dall'imbarazzo e con un "Sissignore!" prese a salire, raggiungendo in breve tempo il suo traguardo.

L'isola del tesoro era piuttosto piccola. La mappa che Kaori aveva dato al capitano, aveva riportato in maniera più o meno dettagliata la sua posizione ed ora, dovevano solo scendere a terra per andare alla ricerca del tanto bramato bottino.
Una volta che ebbero ancorato la grossa 'Sea Hunter' alcuni pirati volontari, capitanati da Ryo e Mick, raggiunsero la terraferma con alcune scialuppe e Kaori era riuscita a convincerli a portarla con loro, dicendosi pronta ad affrontare una simile avventura.
Ryo stranamente aveva acconsentito piuttosto alla svelta alla sua richiesta, suscitando altri sospetti nel già confuso Mick. Il capitano non se la sentiva di abbandonare una ragazza sulla nave in compagnia dei suoi pirati, anche se questi credevano fosse del sesso opposto il solo fatto che in realtà non lo fosse era sufficiente per agitare Ryo, il quale si stupì di sentire una fitta di gelosia al pensiero di Kaori sola con alcuni corposi e virili pirati.
La ragazza dal canto suo aveva ora la mente totalmente presa ad elaborare un piano che le consentisse di prendere per sé buona parte del bottino. Giorni prima Ryo le aveva chiesto come mai una donna avesse deciso di intraprendere una vita tanto complicata, seguendo una ciurma di pirati come la sua, lei non sapendo come rispondere aveva provato a mentire, dicendo che sin da piccola il suo sogno era stato quello di diventare un pirata ma che sapendo che per una ragazza il compito sarebbe stato decisamente arduo, aveva provato a travestirsi, permettendo così anche a sé stessa di dimostrare fino a che punto avrebbero potuto spingersi le sue capacità.
Ryo sembrava aver accettato in parte quella spiegazione, ma in realtà sapeva che c'era qualcos'altro sotto tutta quella storia, a partire dal perché avesse recuperato la mappa del tesoro, e la curiosità di sapere quale fosse il vero motivo, aveva in minima parte influenzato la sua decisione di portarla con loro sull'isola.
La spiaggia biancastra accolse i pirati che esausti si lasciarono cadere sulla stabilità della terra.
Kaori sentì le gambe tremare e si inginocchiò sentendosi gli occhi riempirsi di lacrime. Dopo tante settimane di navigazione, sentirsi finalmente a terra era una sensazione del tutto nuova e non riuscì a trattenersi.
"Anche a me fa sempre questo effetto sai?" disse Ryo sorridendole dall'alto della sua statura.
La ragazza rispose al sorriso e si lasciò trascinare in piedi dopo che le ebbe offerto la mano.
"Bene ragazzi…" gridò poi il capitano "… adesso basta con tutto questo sentimentalismo… siamo mammolette o pirati!"
"Pirati!" fu l'urlo selvaggio che tutti diedero in risposta a Ryo.
"Bene allora pirati… in marcia verso il tesoro!"

La comitiva si addentrò all'interno dell'isola esaminando la mappa che più volte diede difficoltà di interpretazione anche al traduttore ufficiale Daniel. I caratteri usati alle volte erano illeggibili e l'intricata foresta in cui si presupponeva fosse il tesoro era davvero troppo fitta e capace di far perdere il senso dell'orientamento.
La giornata passò per lo più in discussioni su come e dove potesse essere posizionato il bottino, segnato tanto nettamente dalla mappa, ma ogni tipo di risoluzione portava a ragionevoli dubbi che tutto fosse completamente sbagliato.
Ryo ritenne opportuno dimenticare quella storia per ora e decise di riposare per quella notte, così, una volta trovato un posto adatto, si accampò assieme ai suoi pirati, spiegando che il giorno dopo a mente fresca, tutto sarebbe risultato molto più semplice.
Dopo una frugale cena a base di carne secca e birra ogni pirata non faticò a trovare il meritato riposo, a causa delle lunghe ore di cammino persino il vecchio Sam, che spesso soffriva di insonnia, chiuse gli occhi non appena ebbe poggiato la testa su un morbido cuscino di foglie.
La notte avvolgeva come un manto i dintorni, i rumori degli animali selvatici all'interno della foresta non diedero nessun fastidio al riposo dei pirati. Kaori al contrario di ogni previsione non potè invece fare a meno di rimanere sveglia. Ormai era davvero troppo vicina al suo obiettivo e per tutto il tempo ebbe la possibilità di rimuginare su un possibile piano.
Finalmente le venne un'idea brillante, rimproverandosi di come non ci avesse pensato prima, sebbene fosse una cosa estremamente pericolosa. Con movimenti silenziosi si alzò dal suo letto di radici e prese a camminare nell'oscurità alla ricerca del capitano che se ricordava bene dormiva solo pochi metri distante da lei. Il continuo russare dei pirati fu colto dalla ragazza come un dono, dato che grazie a quel terribile rumore, poteva agire senza che i suoi passi sulle sterpaglie dessero troppo nell'occhio. Quando dopo alcuni passi stentati, fu sicura di aver raggiunto Ryo, lo osservò dormire beato e così si senti libera di frugare tra le sue cose, recuperando in breve la mappa a lei tanto familiare. Con il cuore che le batteva a mille, riuscì ad allontanarsi abbastanza alla svelta e solo quando fu al di fuori della portata dei pirati, cominciò a correre il più lontano possibile con la speranza che nessuno almeno fino al giorno successivo, si sarebbe accorto di nulla. La sua intenzione era quella di arrivare al tesoro prima di tutti loro. Al contrario degli altri Kaori aveva a lungo esaminato quella mappa e poteva dirsi certa di trovare velocemente la strada che la avrebbe condotta alla meta e quel pomeriggio, era volontariamente rimasta in silenzio, sperando di prolungare la 'gita', nel tentativo di elaborare un piano infallibile.
Kaori sperava di poter trovare il bottino e di sottrarne una consistente parte per sé senza che nessuno lo venisse a sapere. Se fosse stata abbastanza abile e veloce, di sicuro sarebbe riuscita a fare tutto quella notte, così da tornare in tempo per il mattino successivo e riposizionare la mappa tra le cose del capitano Ryo.
La luce della luna quasi piena fu un ottimo aiuto per la ragazza che con la mappa cercava di orientarsi in quella difficile situazione. Nonostante si ritenesse abbastanza sicura di sé, il suo cuore continuava a farle provare una costante sensazione di ansia e la cosa non faceva altro che innervosirla. Inoltre i rumori sinistri della notte, la facevano balzare ad ogni minima variazione e i suoi nervi già abbastanza scossi, dovettero lottare per non cedere del tutto.
Alla fine di una interminabile analisi della carta, finalmente Kaori poté affermare con sicurezza quale era la strada da prendere per arrivare al punto segnato sulla mappa, ma proprio quando cominciò decisa la sua avanzata sentì una strana sensazione che la costrinse a voltarsi di scatto.
"Chi… chi è là!" chiese con un grido strozzato, pentendosi successivamente della sua avventatezza, considerando il fatto che di sicuro avrebbe fatto meglio a rimanere in silenzio.
Gli occhi della ragazza vagavano alla ricerca di qualcosa nell'oscurità e proprio quando meno se lo aspettava, il suo sguardo si soffermò terrorizzato su una grossa ombra. Un cespuglio si mosse sotto la pressione di un corpo massiccio e piuttosto alto, rivelando infine agli occhi della ragazza una figura conosciuta.
"Ryo…" mormorò incredula e spaventata.
L'uomo la osservò per un interminabile attimo, senza che una sola parola fuoriuscisse dalle sue labbra, serrate in un ghigno sdegnato.
"Sei… sei una persona diabolica!" disse poi tradendo una grande agitazione.
Kaori si sentì inondare da un profondo senso di colpa. Ora per la prima volta realizzò di avere per la seconda volta deluso quel pirata e per questo, nonostante lo avesse fatto per raggiungere il suo obbiettivo, la fece sentire terribilmente in colpa.
"Io…" balbettò prima di richiudere la bocca bloccata da una tagliente affermazione di Ryo.
"Stai zitta… non hai nemmeno il diritto di parlare… tu… tu…" il pirata non riuscì a trovare un nome adatto per descriverla.
Kaori sentì il terrore scorrerle sulla schiena non appena vide il pirata prendere tra le mani un lungo coltello, credendo che forse, questa volta non se la sarebbe cavata con una semplice lavata di capo.
Ryo lo agitò tra le mani e senza preavviso lo scagliò con violenza verso la ragazza, mentre questa non riuscì a fare altro se non a ripararsi il capo con entrambe le braccia.
Stranamente il colpo che credeva sarebbe presto arrivato non giunse, e si stupì di ritrovare invece il coltello conficcato al tronco dell'albero dietro di lei, mentre intorno al freddo metallo dell'arma si contorceva un grosso serpente.
La ragazza urlò per lo spavento e arretrò inconsciamente andando a sbattere contro il pirata che nel frattempo era avanzato.
"Tu nemmeno sai quali siano i pericoli di quest'isola!" disse freddo recuperando il suo coltello con uno strattone deciso.
Kaori deglutì, mentre sentiva un moto di nausea, vedendo la fine indegna del povero serpente.
Solo poco dopo rivolse nuovamente la sua attenzione a Ryo.
"Avanti fammi quello che vuoi!" esclamò ora sfiduciata ma pronta a ricevere una degna punizione che in fondo sentiva di meritare.
Ryo la guardò in faccia, credendo che sarebbe bastato davvero poco per fargli perdere il controllo e colpire così a morte la ragazza, ma qualcosa dentro di lui gli impedì di compiere un gesto tanto vigliacco nei confronti di una persona disarmata e soprattutto donna.
L'uomo alzò una mano come se fosse pronto a lanciarle un sonoro ceffone e mentre Kaori chiuse gli occhi pronta a ricevere la botta sentì invece scivolare una mano callosa sul suo volto e quando riaprì gli occhi cercando di capire cosa stesse succedendo il viso di lui era talmente vicino a quello di lei che si sentì cogliere da una leggera vertigine.
"Guarda che poi io ti prendo in parola!" sussurrò malizioso Ryo riferendosi all'affermazione che la ragazza aveva fatto precedentemente e senza darle il tempo di obbiettare le serrò le labbra con un lungo e profondo bacio.
La ragazza lottò solo i primi secondi ma poi non riuscì a non rispondere a quel gesto, sentendo che era una cosa che aveva desiderato sin da quando sulla nave, aveva realizzato di provare qualcosa per lui e il subbuglio di sentimenti che per la prima volta sentiva agitarsi nel suo cuore, non le permise di pensare a niente altro che al suo bel pirata.

I due rimasero coinvolti nei loro affari a lungo e solo quando sentirono di dover respirare si lasciarono, entrambi piuttosto confusi da quello che era appena successo.
Ryo fece un profondo sospiro e si allontanò di qualche passo tenendo tra le mani la mappa che con un gesto da abile ladro era riuscito a recuperare, mentre Kaori spalancando gli occhi cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore imbarazzata.
"Perché!" chiese improvvisamente Ryo tenendo la mappa alta di fronte a lui, in modo di permettere alla ragazza a cosa si riferisse.
"E' una lunga storia!" rispose Kaori sospirando ormai consapevole che il suo segreto non avrebbe potuto essere tenuto nascosto ancora per molto.
"Io ho tutta la notte per ascoltarla!" e così dicendo si sedette sul tronco di un albero spezzato e si apprestò ad ascoltare il racconto della ragazza.

"Dannazione ragazza mia sei una continua sorpresa per me!" esclamò Ryo finalmente a conoscenza di tutta la pura e semplice verità.
"Per me è davvero troppo importante!" disse Kaori deglutendo con gli occhi fissi a terra.
Il pirata alzò le braccia al cielo stiracchiandosi.
"D'accordo… ma tu davvero pensavi di poter attuare il tuo assurdo piano senza che nessuno se accorgesse, sei un po' ingenua!"
"Io non sono ingenua…" protestò Kaori stringendo i pugni "… ero convinta di…!"
"Convinta di che?" la interruppe Ryo "Sei una ingenua… e lo dimostra il fatto che tu ti sia fatta baciare così facilmente!"
"Che cosa?" urlò Kaori incredula "Ascolta bello mio, io non mi sono fatta baciare perché sono un'ingenua… se ti ho permesso di farlo era semplicemente perché lo volevo!"
"Uhh, una dichiarazione in piena regola!" la canzonò Ryo colpendola nell'orgoglio.
"Una… una che?"
"Una dichiarazione… conosci il significato di questa parola?"
"Certo che lo conosco, ma non era per quello che…!"
"D'accordo, d'accordo… ora ascoltami…" pose fine alla discussione Ryo tornando serio " riprendendo il discorso del tesoro… finalmente ho capito quello che ti ronzava nella testa sin dall'inizio, non che io non abbia avuto dei dubbi circa l'intera faccenda, ma ora tutto mi è chiaro. Tu sai cosa ti aspetta veramente stavolta non appena avremo recuperato il tesoro… vero?"
"Mi scaricherai in qualche continente!" disse Kaori intuendo la sua sorte.
"Esatto… non posso sul serio permettere che tu continui con questa vita… adesso so che hai le capacità per essere un pirata ma io non sono solo su quella nave. Ci sono pirati che se venissero a conoscenza del tuo piccolo segreto, ti ucciderebbero senza il minimo pentimento. Se mi sono arrabbiato io quando ho scoperto la cosa, immagina come si sentirebbero loro… la tua bugia non potrà andare avanti per molto. Anche Mick comincia a sospettare qualcosa!"
Kaori riconobbe una punta di rammarico in quella frase.
"Avevi deciso questo sin dall'inizio vero?" chiese mormorando "Se avevi deciso di mollarmi, perché poi hai cambiato idea e mi permesso di proseguire il viaggio fino a qui?"
"Ci sono ben tre validi motivi: prima di tutto ho pensato che sarebbe stato un vero peccato perdere importanti giorni di navigazione, sapendo ormai che avrei potuto usarti come un valido mozzo, in più già avevo deciso che ti avrei riportato sulla terraferma a missione compiuta. Un altro motivo determinante è stata la mia curiosità. Volevo sapere quali fossero i reali motivi che ti spingessero a seguire dei pirati come noi, ed ora la mia smania di conoscenza è stata colmata!" e detto questo si interruppe per fare un significativo occhiolino alla ragazza.
"E il terzo motivo?" chiese questa in attesa del compimento della frase.
"Quale terzo motivo?" chiese Ryo fingendosi sorpreso.
"Il terzo motivo… sei stato tu a dire che ce ne erano tre validi!"
"Ah il terzo motivo…" esclamò il pirata ad alta voce "Ma si, il terzo motivo non è poi così importante!" e detto questo fece un gesto come per scacciare lontano il pensiero.
Kaori fece una smorfia con le labbra e avanzò minacciosamente verso l'uomo.
"Il terzo motivo!" disse digrignando i denti.
Ryo la osservò divertito poi rivolse la sua attenzione ad un ciuffo d'erba vicino a lui, sapendo, in questo modo di farle perdere la pazienza.
"Allora… ho il diritto di sapere!" gridò esasperata prendendo l'uomo per il bavero della giacca scotendolo leggermente.
"Il terzo motivo…!" cominciò lui liberandosi dalla presa di Kaori, guardandola negli occhi "Il terzo motivo è che credo di essermi innamorato di te!"
La frase venne appena sussurrata e Kaori ebbe l'impressione che fosse stato il vento a lanciarle quel messaggio così diretto e sconcertante ma solo scrutando nell'espressione di Ryo riuscì a capire che era stato veramente lui a pronunciare quelle parole.
"Tu…" disse inizialmente non sapendo cosa rispondere, ma poi un dubbio atroce prese il posto dello smarrimento iniziale e cambiò atteggiamento.
"Ci stavo davvero per cascare con tutte le scarpe!" esplose ridendo nervosamente.
"Cosa vuoi dire?" chiese Ryo preso alla sprovvista da quell'atteggiamento.
"Credi davvero che io sia una ingenua? Guarda che conosco la tua fama da donnaiolo incallito, lo so che dici queste cose ad ogni do…!"
"No!" gridò Ryo interrompendola bruscamente "Pensi davvero che potrei dire queste cose ad una donna, senza sentirle seriamente?"
Kaori stranamente si fidava di lui, la sincerità nella sua voce la spiazzò, inoltre non lo aveva mai visto così visibilmente scosso.
"E' la prima volta che dico una cosa del genere ad una donna… e se mi conoscessi bene lo sapresti di sicuro… non… non mi ero mai…"
"… sentito in questo modo?" concluse Kaori per lui prendendogli una mano "Diavolo nemmeno io!"
Ryo alzò lo sguardo e lesse nei suoi occhi lo stessa strana agitazione che anche lui provava.
"Ehi ragazza stai cominciando a parlare come un vero pirata!"
"Imparo alla svelta…!" e con freddezza afferrò il suo viso e lo avvicinò al suo baciandolo come lui prima aveva fatto con lei.
"… decisamente in fretta!" esclamò Ryo ridendo.

Il mattino successivo Ryo e Kaori riuscirono a tornare all'accampamento prima che tutti gli altri membri dell'equipaggio potessero accorgersi della loro assenza.
Entrambi tenevano sottobraccio alcuni sacchi che il capitano si affrettò a nascondere prima di venire scoperto e quando Sam per primo aprì gli occhi al nuovo giorno, si meravigliò di trovare altra gente sveglia molto prima di lui.
"Ehi!" borbottò mettendosi a sedere stropicciandosi gli occhi.
Ryo gli rivolse un saluto, strizzando poi l'occhio a Kaori e questa distolse lo sguardo nascondendo l'incontenibile voglia di ridere.
Per tutto il resto della giornata ci furono diverse discussioni riguardo alla posizione del tesoro e solo dopo molte ore si arrivò all'apice dell'intricata matassa.
"Eccolo!" esclamò Mick additando un cumulo di terra smossa proprio ai piedi di una roccia a forma di aquila, proprio come riportato fedelmente dalla mappa.
"Un posto davvero pittoresco!" commentò un altro pirata grattandosi la nuca con la punta di un uncino.
Mick fu il primo ad avvicinare il luogo nel cui si supponeva dovesse esserci il bottino e dovette notare qualcosa di molto strano, perché quando si voltò verso i suoi compagni aveva una strana espressione dipinta sul volto.
"La terra è stata smossa da poco!" disse poi osservando Ryo, il quale sembrava poco interessato alla cosa.
"Potrebbero essere passati altri prima di noi!" rispose il capitano alzando gli occhi al cielo recitando una parte poco consona alla sua reale natura. Mentire di sicuro non era il suo forte.
Mick seguendo un'intuizione, preferì non calcare la mano sull'argomento e data la stupidità degli altri membri dell'equipaggio proseguì con la sua ricerca senza aggiungere altro.
Sotto alcuni centimetri di terra, giaceva una piccola cassa di legno marcio e senza fatica Mick con l'aiuto di altri tre pirati, riuscì a portarla alla luce del sole. La serratura era già stata aperta in precedenza, ma nessuno tranne Mick sembrò accorgersene. Una volta che il contenitore fu aperto, tutti trovarono una grossa quantità di monete d'oro ad attenderli. Monete coniate solo pochi anni antecedenti all'attuale data. Probabilmente la mappa non era poi così vecchia come si credeva e sicuramente erano stati i vecchi proprietari a trattarla male.
Un urlo di gioia si levò tra tutti i presenti e anche Kaori si lasciò trasportare dall'entusiasmo, sebbene lei avesse già avuto la sua parte di emozioni la sera prima, quando Ryo la aveva accompagnata in quello stesso posto, per prendersi una parte del bottino, permettendole così di cominciare a realizzare una parte del suo sogno.
Era stato proprio nel momento in cui le aveva comunicato che le avrebbe volentieri ceduto una parte del bottino, che la ragazza aveva finalmente capito fino a che punto arrivassero per lei i sentimenti del pirata, e fu in anche in quel momento che realizzò che presto avrebbero dovuto necessariamente separarsi.
Mentre le urla entusiaste dei pirati continuavano durante il tragitto che li avrebbe di nuovo condotti sulla nave, Kaori si intristì evidentemente e notando in parte il suo tormento, Ryo per quel lasso di tempo, non potè fare altro che attendere un altro momento più opportuno per parlarle di nuovo.
Il tesoro venne accolto da tutto il resto dell'equipaggio con ulteriori grida e canti in perfetto stile piratesco e quella notte qualcosa disse loro che non si sarebbero di certo risparmiati con i festeggiamenti, accompagnando il tutto con largo uso di birra e rhum.

"Che freddo!" mormorò Kaori sedendo sola in disparte sotto il timone.
La ragazza si strinse le ginocchia al petto e faticò ad osservare il cielo quella sera così affascinante e, nonostante si fosse ripromessa di non piangere, calde lacrime andarono a rigarle il viso.
"Cosa abbiamo qua?"esclamò improvvisamente Ryo, sedendole di fianco.
La ragazza fece del suo meglio per asciugarsi le lacrime, ma ormai il pirata aveva visto tutto.
"Tieni!" le disse porgendole un boccale di rhum. La ragazza lo prese tra le mani e cominciò a berne profondi sorsi.
"Domani saremo in vista del porto!" disse poi il capitano stringendosi la giacca addosso.
Kaori annuì solamente continuando a bere.
"Domani… sbarcherai!"
"Lo so, è inutile che continui a ripeterlo!" replicò lei questa volta piuttosto stizzita da quell'atteggiamento.
"Come osi rivolgerti a me in questo modo?" cercò di sdrammatizzare l'uomo, fingendosi risentito.
"Mi perdoni signor capitano Ryo il terrore dei mari e… di tutte le donne del mondo!"
"Ehi… io non sono il terrore delle donne, semmai il contrario!"
"Ceeerto!" disse Kaori sorridendo.
"Piuttosto…" riprese Ryo tornando serio "…hai già deciso come fare per cominciare la tua attività, con tutti i soldi che ti sei presa dal bottino?"
"Si… però questa volta comincerò a lavorare come una donna… diventare un uomo è troppo problematico!"
"Giusta considerazione!" esclamò Ryo scompigliando i capelli della ragazza.
"E tu?" chiese poi Kaori posando il boccale ormai vuoto sul pavimento opaco della nave "Tu che cosa farai?"
"Io? Bè, io continuerò la mia solita vita!"
"Già!"
"Già!"
"Credi che ogni tanto passerai con la tua nave, dalle mie parti?" chiese Kaori alzando gli occhi verso il cielo, troppo emozionata per guardare il pirata.
"Chi può dirlo… comunque spero proprio di si!"
"Allora io ti aspetterò!"
Ryo si sentì lusingato da quella affermazione e in un cero senso, sperò vivamente che un giorno potesse davvero realizzare le aspettative della donna.
"Sarà bello sapere di essere atteso da qualche parte!" mormorò Ryo.
"Si… come nella canzone di Jim!"
"Si… come nella canzone!"

FINE