PIRATI
(Liberamente ispirato ad un piratesco
film in bianco e nero, che anni fa mi ha fatto compagnia
in una giornata all'insegna dell'influenza.)
I flutti dell'immenso oceano si
infrangevano in un movimento violento e continuo sulla
prua della grossa nave a vela pirata 'Sea Hunter'.
La polena era probabilmente una delle più belle e
provocatorie che avessero mai solcato i sette mari. Di
tutti quelli che avevano avuto la sfortuna di imbattersi
involontariamente in quella nave, pochi erano
sopravvissuti per raccontare la magnificenza di quella
inanimata figura femminile che tanto assomigliava ad una
splendida sirena dai lunghi capelli turchini.
La sua gloriosa figura, scolpita nel legno, si esponeva
al vento con una maestosità spaventosa e il suo petto
nudo e prosperoso aveva la capacità di incantare lo
spettatore; ma la cosa che di sicuro colpiva di più di
quell'opera d'arte, oltre alla carnosa bocca semichiusa e
provocatrice, erano gli occhi; in loro vi era dipinto
qualcosa di più di un semplice sguardo privo di vita. Il
colore che rispecchiava il blu intenso del mare e il
cielo terso, aveva una profondità inimmaginabile e se
qualcuno per caso si soffermava ad osservarla più
intensamente, poteva perdersi in quello sguardo intenso,
cadendo in un oblio capace di trascinare l'osservatore in
luoghi di impronunciabili fantasticherie forse ancora di
più di come un uomo potesse perdersi nello sguardo di
una vera donna.
Era stato proprio il capitano della nave a dare
disposizioni su come modellare la polena; l'artista che
l'aveva scolpita, si era semplicemente fatto guidare
dalla descrizione appassionata dell'uomo che sembrava
aver in mente con precisione il tipo di donna che avrebbe
dovuto accompagnare la sua nave e tutto il suo equipaggio
nelle loro scorribande.
Il pirata aveva spesso sognato quel tipo di donna e
sebbene nella sua ardimentosa vita avesse conosciuto e
amato, fisicamente, moltissime donne, mai nessuna di loro
si era mai minimamente avvicinata al suo ideale, così
perfettamente rappresentato nella sua adorata polena, la
quale veniva da lui e poi in seguito da tutti i suoi
uomini, chiamata affettuosamente "ragazza".
Il capitano era un uomo piuttosto egocentrico sempre alla
ricerca di nuove e pericolosissime avventure. Ormai la
sua fama aveva raggiunto livelli mondiali e solo i più
scellerati non tremavano nell'udire il nome di Ryo, il
terrore di tutti i mari e degli oceani conosciuti.
La sua crudeltà era forse la cosa che più impauriva i
poveri navigatori solitari che, al solo segnale
dell'avvicinamento della sua ciurma di bucanieri,
viravano bruscamente la loro rotta pur di passare
inosservati.
Una miriade di racconti sui barbari riti di saccheggio
delle navi mercantili, passavano di bocca in bocca,
facendo accrescere ogni giorno di più la fama del pirata
Ryo, che godeva sempre più nel constatare di cosa
fossero capaci le malelingue della gente.
Sicuramente il suo comportamento non seguiva quello del
comune gentiluomo dell'epoca, ma di sicuro vi erano stati
pirati molto più crudeli e spietati di lui. Chi lo aveva
conosciuto veramente ed era sopravvissuto per raccontarlo
poteva dire di quell'uomo molte cose negative, ma non
poteva fare a meno di ammettere che nonostante la sua
grottesca fama di infilzatore di mercanti, non fosse un
buon capitano. La sua ciurma era devota al loro
comandante, ed ogni ordine che lui dava ad ognuno di
loro, era preso come un onore al quale non potevano o non
volevano sottrarsi. Dal canto suo, Ryo li ripagava con
una fiducia e un elenco lunghissimo di appaganti successi.
Di certo però la sua reputazione non si limitava
solamente a quella di temibile capitano di una gigantesca
nave pirata, ma era anche conosciuto per un'altra cosa,
forse meno terribile ma comunque da non sottovalutare.
Non vi era donzella al mondo che potesse resistere al suo
fascino; se ogni volta che si imbatteva in una nave
carica di merce preziosa, poteva uccidere o imprigionare
senza il minimo scrupolo interi equipaggi maschili, al
solo fiutare il dolce profumo di una ragazza, il suo
cervello perdeva completamente la ragione e fino a quando
non fosse riuscito a conquistarne il cuore, avrebbe fatto
di tutto pur di soddisfare le loro richieste.
Ora molti interpreterebbero questa come una debolezza, ma
nonostante l'apparenza, nei momenti più pericolosi era
in grado di lasciare da parte qualsiasi sentimento umano
e diventava una perfetta macchina da battaglia.
Era infallibile con la spada ma ancora di più con la
pistola, uno degli ultimi modelli usciti e la sua mira,
definita infallibile da più di un marinaio, era
invidiata dagli alti briganti che tentavano in tutti i
modi di fargli concorrenza.
Nessuno poteva dire di arrivare ai suoi livelli; il
magnifico vascello avuto in eredità dal padre ormai
scomparso, era uno dei vantaggi che poteva vantare di
avere. I magnifici cannoni posti sul ponte della nave
erano le sue perle più rare insieme ad alti oggetti
d'artiglieria ed in più, il suo equipaggio poteva
vantare i migliori - o peggiori a seconda delle opinioni
- elementi in circolazione: esperti marinai, fuggiaschi
alla ricerca di protezione, militari caduti in disgrazia
disposti a tutto pur di ritrovare un motivo per rendere
di nuovo particolare la loro vita e poi criminali di ogni
tipo.
Ryo non aveva nessun problema ad accogliere tra la sua
ciurma nuovi elementi, purché dotati di carisma e volontà,
oltre che un minimo di particolari doti piratesche.
Nonostante molti affermassero che nessuno avrebbe mai
potuto competere con lui, in realtà esisteva qualcuno in
grado di dare del filo da torcere al terrore dei mari.
Ryo trovava estremamente stimolanti le sporadiche sfide
che gli lanciava il grande capitano Falco, gigantesco
energumeno a capo della nave pirata Black Ocean, una
delle più massicce imbarcazioni mai viste su una
superficie d'acqua.
Lui era l'unico uomo a potersi vantare del fatto che in
passato, avesse trafitto mortalmente il corpo di Ryo, il
quale nonostante fosse riuscito a sopravvivere per
miracolo al terribile colpo infertogli, ancora oggi
riportava una profonda cicatrice che partiva dalla spalla
destra e percorreva il suo corpo obliquamente fino
all'ombelico.
Però Falco non era certo rimasto immune dopo il
terribile scontro che aveva coinvolto brutalmente gli
equipaggi di entrambi le navi.
Ryo prima di accasciarsi al suolo privo di forze a causa
della massiccia quantità di sangue perduta, era riuscito
a ferire pericolosamente un occhio del suo nemico il
quale aveva poi successivamente dovuto rinunciare ad uno
dei suoi preziosi organi per la vista e per nascondere il
suo volta orrendamente sfigurato aveva rimediato
all'inconveniente, alla maniera piratesca più classica:
una benda nera.
I loro scontri dopo quella durissima battaglia si erano
susseguiti in maniera più sporadica ma ogni volta che si
incontravano erano comunque fuoco e fiamme e l'entusiasmo
di entrambi non sembrava scemare. I due ormai potevano
dire di conoscersi alla perfezione, in definitiva a volte
parlavano di loro riferendosi come 'amici', ovviamente
nel significato meno profondo del termine e se non
fossero effettivamente stati rivali in quel mondo,
avrebbero di certo trovato parecchi punti in comune,
capaci effettivamente di creare un forte legame tra i
loro caratteri particolari.
Il capitano Ryo come ogni nuovo mattino era solito
svegliarsi molto tardi e raggiunse il suo equipaggio sul
ponte della nave, quando ormai era l'ora prestabilita per
il pranzo.
L'odore inconfondibile della salsedine entrò in
profondità nei polmoni del pirata e inalando appieno
quel delizioso aroma, si ritrovò appoggiato al parapetto
ad osservare l'oceano che scorreva nella sua tranquilla
ma celata immensità.
I suoi luminosi occhi neri, guardavano in lontananza
seguendo la linea dell'orizzonte dove il mare sembrava
diventare tutt'uno con il cielo e la fresca brezza che
spirava da est gli scompigliava i capelli corvini, che
rilucevano sotto il caldo sole di quella zona.
"Capitano
capitano Ryo!" lo richiamò dai
suoi pensieri un giovane mozzo della sua ciurma.
Il grande pirata si voltò, leggermente infastidito da
quella intrusione, ma rivolse comunque un sorriso
amichevole al ragazzo.
"Che c'è Daniel?" chiese con la sua voce
profonda.
"Il pranzo è pronto
il suo vice la aspetta
sottocoperta!"
"Digli che arrivo!" rispose semplicemente
voltando poi nuovamente le spalle al ragazzo che cominciò
a correre disperatamente verso l'interno del vascello.
Ryo rimase immobile ancora qualche minuto prima di
decidersi a lasciare il ponte e finalmente raggiunse il
suo sottufficiale, il quale non vedeva l'ora di divorare
l'enorme pesce spada che il cuoco di bordo aveva cucinato
appositamente per loro.
"Finalmente mio capitano!" lo apostrofò senza
riguardo l'uomo biondo seduto alla tavola imbandita.
"Era ora che ti rivolgessi a me in maniera più
consona ad un sottufficiale, Mick!" rispose a tono
Ryo rivolgendogli un sorriso storto.
I due uomini scoppiarono poi in una profonda risata e
finalmente anche Ryo prese posto per cominciare a gustare
il suo delizioso pasto.
Mick era forse la persona che si poteva considerare più
vicina ad un fratello per Ryo; i due avevano praticamente
cominciato insieme la loro avventura piratesca e
nonostante si fossero separati per un lungo periodo per
intraprendere differenti strade, quando finalmente si
erano incontrati di nuovo, non si erano più separati e
avevano portato avanti il loro 'lavoro' con un
affiatamento invidiabile.
Come Ryo anche Mick era un ottimo pirata e un gran
donnaiolo ma mai alla stregua del suo capitano. Ryo non
aveva mai considerato Mick suo sottoposto ma per semplici
questioni di praticità aveva dovuto in un certo senso
ricoprire la carica di capitano, rimandando Mick alla
carica appena successiva.
A Mick non interessava particolarmente quel fatto anche
perché riconosceva nell'amico un capitano molto migliore
di lui, anche se molte volte dava consigli utili all'uomo
pur di farlo rigare sulla giusta via.
"A quanto pare entro domani mattina raggiungeremo la
terraferma!" esclamò Mick, addentando un grosso
pezzo di pane.
"A quanto pare
!" fu la mesta risposta di
Ryo che nonostante il ben di Dio che si trovava di fronte
non sembrava prestare particolare interesse per il pranzo.
"Ehi tu!" urlò roco l'amico adocchiandolo,
alzando leggermente il capo "Mi spieghi che hai da
qualche giorno a questa parte?"
Ryo sbuffò infastidito dalla domanda e non rispose
prendendo invece tra le mani un boccale di birra
schiumosa.
La bevanda scese nella gola come un nettare divino e fu
in grado di alzare, sebbene di poco, il morale del pirata.
"Sai Mick, le scorribande in mare possono bastare
per un certo periodo di tempo
" cominciò con
un espressione insoddisfatta "
ma dopo un mese
intero passato per mare un uomo ha bisogno di sfogare i
suoi bisogni principali!"
"Figlio di uno squalo!" sbottò Mick facendo
cadere a terra un affilato coltello "Era questo
allora, ti manca la compagnia di una donna vero?"
Il capitano alzò le spalle arrendendosi all'evidenza
poggiando l'ampia schiena contro lo schienale della sedia.
"Non mi spiego come io abbia fatto a resistere così
tanto tempo senza una di quelle divine creature! Ci sono
stati momenti in cui avrei potuto sfogare le mie voglie
represse con la mia polena, tanto sembra vera!"
"Diavolo Ryo abbi ancora un po' di pazienza! Domani
torniamo al mondo e lì di sicuro ci saranno un mucchio
di donne ad aspettarci!"
"Si
!" gridò con enfasi Ryo sbattendo un
pugno sul tavolo e facendo rovesciare il suo bicchiere
"Domani il famigerato pirata Ryo terrore dei sette
mari, torna alla riscossa
donzelle da marito state
pronte perché lo stallone sta ritornando!"
Mick alzò il boccale che reggeva tra le mani.
"Propongo un brindisi alla nostra riscossa!"
Ryo raccolse da terra il suo boccale e lo riempì
nuovamente poi fece in modo che l'augurio dell'amico
venisse degnamente celebrato.
"Alla nostra riscossa e
a tutte le belle donne
del mondo!"
"Si!" urlò Mick balzando in piedi e facendo
sbattere la superficie del suo boccale contro quella di
Ryo, prima di tracannarne l'intero contenuto con pochi
sorsi.
La mattina seguente la ciurma ebbe la splendida visione
della terra. Il capitano fece sostare la nave al largo,
mentre con alcune scialuppe quasi tutti i membri
dell'equipaggio a turno prendevano il via verso la
terraferma.
Il porto vicino era un via vai di mercanti e pescherecci.
L'atmosfera era quella tipica di un qualsiasi porto
marittimo.
I pescatori a bordo srotolavano le vele delle loro
imbarcazioni per partire verso una nuova giornata di
lavoro e i commercianti attraccati al molo, scaricavano
le loro merci.
La miriade di persone che affollavano il porto a
quell'ora era davvero impressionante e Ryo ed i suoi
pirati non ebbero nessuna difficoltà a passare
inosservati in quell'ambiente brulicante di vita.
"Per prima cosa dobbiamo procurarci nuove armi!"
puntualizzò Mick passeggiando tranquillamente per il
mercato del pesce allestito in quella zona "Joe il
sordo ha buone conoscenze in questa città e io gli ho
dato il permesso di occuparsi di tutto!"
"Perfetto!" rispose Ryo distrattamente,
guardandosi intorno con curiosità.
"Figuriamoci se a quest'ora si potevano trovare
belle donne!" disse poi, mettendosi le mani nelle
ampie tasche dei pantaloni.
"Ma su Ryo, questa sera ce ne andiamo in un locale e
sai quante ne troviamo di quelle!"
"Oh Mick!" protestò con voce lamentosa Ryo
"Possibile che tu vada sempre a cercare le vie più
semplici? Le donne dei locali sono li apposta per essere
sedotte
io invece lo sai che una ragazza la devo
scegliere con cura e poi conquistare lentamente!"
Mick scosse la testa rassegnato alle fissazioni
dell'amico. Di certo Ryo non era un uomo semplice da
comprendere. Di solito ogni pirata si accontentava di una
notte in compagnia di una donna qualunque purché
disponibile e invece lui sembrava non provare interesse
per quel genere di cose. Per lui conquistare il cuore di
una donna era una questione di orgoglio personale e
quando adocchiava il suo obbiettivo, persisteva
costantemente nella riuscita della sua impresa. L'unica
cosa che però non poteva comandare a bacchetta era il
suo cuore. Sebbene molte ragazze da lui prescelte
avessero ceduto alle sue tormentose avances, di nessuna
aveva mai potuto dire di essere davvero innamorato. Era
quello l'insuccesso più enorme della sua vita. D'altro
canto però poteva dirsi fortunato per una cosa del
genere. Quale pirata di buon senso avrebbe mai pensato di
avere una relazione duratura con una donna? Un fatto del
genere avrebbe necessariamente implicato un interruzione
immediata delle scorribande per mare e una cosa di questo
tipo non era nemmeno minimamente presa in considerazione
dallo spirito avventuriero dell'uomo.
"Allora mio caro Mick, che ne dici di fare un
giretto in città?" esclamò Ryo dando una poderosa
manata sulla schiena dell'uomo.
"Ottima idea
però mi chiedo se avremo almeno
il tempo di fare colazione ho una fame da lupi!"
"Va bene
!" accettò Ryo alzando le spalle
"Se questa per te è una priorità!"
"Perché per te non lo è?" chiese Mick
guardando bieco il capitano.
"No!" disse Ryo, smentito però immediatamente
da un profondo quanto famigliare gorgoglio proveniente
dal suo stomaco.
La locanda che scelsero era davvero un luogo piacevole,
nonostante l'accoglienza dell'oste lasciasse molto a
desiderare. Il grasso proprietario li aveva subito
guardati in maniera piuttosto losca una volta all'interno
del locale e a stento, aveva chiesto loro cosa volessero
da mangiare.
Ryo si stupì molto di quell'atteggiamento. Molte volte
gli stranieri venivano accolti con diffidenza dalla gente
locale, però era una cosa che avveniva in piccoli paesi
di certo non in un luogo così affollato come una
cittadina di mare, posto di scambio di diverse culture.
Mick tradusse il comportamento dell'uomo come semplice
malumore, ma Ryo non si sentì tranquillo dal primo
momento in cui aveva messo piede in quel posto.
L'atteggiamento ostile di tutti i presenti era una cosa
del tutto inusuale e Ryo cercò di finire alla svelta la
sua colazione per avere la possibilità di uscire il più
velocemente possibile all'aria aperta.
"C'era un'aria così pesante lì dentro che nemmeno
il puzzo del sigaro di Dave Smith avrebbe potuto battere
quel tanfo!" esclamò Ryo una volta all'esterno
della locanda.
"Il mozzo ridente!" disse Mick leggendo le
parole riportate sull'insegna "E' un locale da
consigliare!"
"Spero che non tutti gli abitanti del luogo siano
così, altrimenti addio belle donne!" disse Ryo
respirando l'aria.
"Seee
!" esclamò Mick "Figuriamoci
se dici addio alle belle donne solo per una sciocchezza
del genere!"
"Non temete per questo signori!" proruppe
improvvisamente una voce gracchiante dietro i due pirati.
Ryo e Mick si voltarono di scatto e si ritrovarono ad
osservare un vecchio marinaio dal volto scavato da
profonde rughe e radi capelli ingialliti dal tempo,
ricurvo sul suo bastone di legno.
"Ehi nonno che vuoi dire?" chiese Mick.
"Voglio dire che se siete stranieri siete stati ben
sfortunati nell'incappare proprio in questa locanda!"
"Incappare in questa locanda
" ripeté Ryo
cercando di interpretare la frase "Perché cosa c'è
che non va in questo posto? A parte l'ospitalità
s'intende!"
"C'è
" cominciò a spiegare il vecchio
"
che quelli stanno tramando qualcosa!
Qualcosa che sarebbe in grado di fruttargli un sacco di
soldi!"
Mick e Ryo si guardarono in faccia stupiti da quella
affermazione, in più avevano appena sentito nominare i
soldi, argomento che veniva come importanza solo dopo le
donne nella loro lista di pirati.
"Dicci qualcosa di più nonno!" incalzò Ryo
avanzando verso lo sconosciuto.
Questo fece un'espressione furba e i suoi vivaci occhi
azzurri rivelarono un piccolo inganno in corso.
"Io sarei disposto a dirvi di più
tutto però
sta in quanto voi siate disposti a pagare l'informazione!"
Mick fece un'espressione rassegnata mentre Ryo
inaspettatamente sembrava disposto ad accontentare
l'omuncolo, ovviamente a modo suo.
"Senti bello, se tu mi dai l'informazione io sono
disposto a pagarti
lasciandoti in vita!"
L'anziano marinaio inarcò le folte sopracciglia come se
non fosse in grado di capire cosa quell'uomo gli stesse
dicendo poi, quando Ryo estrasse un affilato pugnale da
uno dei suoi stivali, improvvisamente divenne consapevole
del suo destino.
"Non puoi fare questo!" tentò di dire il
vecchio giocando sulla coscienza dell'uomo di fronte a
lui, ma Ryo sembrò non demordere.
"Io posso fare questo ed altro data la mia
reputazione!"
"Qua
quale reputazione?" balbettò il
vecchio.
"Ma come?" intervenne Mick divertendosi un
mondo in quel giochetto "Non ti rendi conto di quale
importante celebrità ti trovi di fronte?"
Il povero marinaio scosse la testa cominciando a sudare
freddo, allora Ryo finalmente pose fine alla snervante
attesa presentandosi con un profondo e maestoso inchino.
"Capitano Ryo pirata e terrore degli oceani!"
Il vecchio sgranò gli occhi pieni di terrore e cercò di
scappare trattenuto però dal bavero della camicia da un
divertitissimo Mick.
"Ancora non ci hai dato l'informazione!"
puntualizzò Ryo rimettendosi in sesto.
"No, non darò via la mia informazione per niente e
poi non credo che tu sia davvero quello che dici di
essere!" cercò di provocare l'uomo.
Ryo spazientito puntò di nuovo il pugnale alla gola del
vecchio.
"Senti rincitrullito non me ne frega niente di
quello che credi tu, voglio solo che adesso tu mi dica
cosa hanno in mente i tizi della locanda!"
L'uomo sentendosi alle strette non poté fare altro che
vuotare il sacco.
"Loro
loro sono in possesso di una mappa di un
tesoro sepolto in un isola lontana e fanno di tutto per
non far trapelare il segreto, stanno
stanno solo
aspettando l'occasione giusta per entrare in possesso di
una nave e partire!"
"Interessante!" esclamò Mick.
"E' tutto?" chiese Ryo.
Il vecchio marinaio annuì più volte prima di essere
rilasciato e così libero di darsela a gambe.
"Cosa intendi fare?" interpellò Mick
incrociando le braccia.
Ryo guardò nuovamente la locanda prima di scuotere la
testa.
"Di sicuro non possiamo entrare e chiedere di darci
la loro mappa, per ora ci tocca aspettare
tanto
quelli in tre giorni non troveranno la nave e noi con la
nostra breve permanenza avremo la possibilità di farci
venire in mente qualcosa!"
I due amici ripreso il cammino addentrandosi sempre di più
all'interno della città, che sebbene fosse meno
affollata del porto era comunque popolata da differenti
generi di persone.
Mick adorava visitare le cittadine di mare nelle quali
aveva la possibilità di sostare dopo un lungo viaggio e
quella di sicuro non faceva eccezione. Amava soprattutto
osservare le vie più piccole e nascoste, le quali a
volte erano delle vere perle rare se messe a confronto
con la monotonia degli edifici sulla via principale, dato
che soprattutto si trattavano per lo più di botteghe o
locali.
Attirato da una stretta viuzza, Mick convinse l'amico ad
entrare per guardare più da vicino le finestre fiorite
che facevano bella mostra da una parte e dall'atra.
Improvvisamente Ryo però, proprio mentre Mick stava
facendo una valutazione artistica del posto, smise di
camminare e si fermò proprio al centro della via.
"Ehi tu che diavolo vuoi?" chiese semplicemente
indurendo il tono della voce.
Mick si voltò incuriosito dall'assurdità della domanda
ma solo dopo aver visto l'espressione del pirata comprese
che non era a lui che si stava rivolgendo.
"Ti ho chiesto che diavolo vuoi?" riprese con
lo stesso sprezzo "E' da un po' che ci segui. Perché?"
Sulle prime l'individuo in questione sembrò non avere
intenzione di rivelare apertamente la sua presenza poi,
forse intimorito dai modi bruschi di Ryo, decise di farsi
vedere, facendo capolino da un'altra viuzza trasversale
alla loro.
Un ragazzo giovane ma piuttosto alto si portò proprio
dietro la larga schiena di Ryo e attese con pazienza che
questo si voltasse nella sua direzione.
Una volta che il pirata ebbe voltato il capo, gli lanciò
un'occhiata che avrebbe congelato chiunque ed in più si
soffermò ad osservarlo con interesse.
I vestiti troppo larghi per la sua esile figura
ricadevano disordinatamente su un paio di strette spalle
e i pantaloni che arrivavano a mezza gamba erano legati
in vita da una lunga fascia multicolore.
I folti capelli e castani raggiungevano in ciocche
ribelli a malapena il collo lungo e sottile, ma la cosa
che catturò principalmente l'attenzione di Ryo e Mick
furono i fini lineamenti del volto.
Il ragazzo aveva una pelle all'apparenza molto liscia e
sebbene non dimostrasse più di sedici anni non aveva
nessun segno tipico di quell'età. Gli occhi erano grandi
e castani e le lunghe ciglia gli conferivano una maggiore
profondità.
Nel complesso il ragazzo aveva una figura gradevole,
forse un po' troppo effeminata, ma comunque molto
affascinante.
"Allora
" cominciò Ryo dopo aver
analizzato lo sconosciuto "
vuoi spiegarci
finalmente perché ci stavi seguendo?"
Il ragazzo si morse un labbro abbassando lo sguardo come
se fosse estremamente imbarazzato dall'essere stato
scoperto, però poi strinse i pugni e tese tutti i
muscoli del corpo, pronto a dare spiegazioni.
"Tu
tu
!" cominciò balbettando poi
cercando di darsi un contegno alzò lo sguardo questa
volta fissando dritto negli occhi di Ryo "Tu sei
davvero il pirata Ryo?"
L'uomo interpellato diede una rapida occhiata alle spalle
cercando lo sguardo di Mick il quale fece cenno di voler
rimanere al di fuori di quella noiosa faccenda.
"Come fai a dire una cosa del genere ragazzo?"
chiese Ryo inclinando la testa da un lato e incrociando
le braccia.
"Ho sentito mentre lo dicevi al vecchio Mel!"
"Il vecchio Mel? Ah, vuoi dire quel vecchio marinaio
ricattatore!" esplose Ryo ricordando il precedente
incontro "Bè
anche se fosse questi non sono
affari tuoi mi sembra!"
"Invece lo sono!" disse il ragazzo secco "Io
devo sapere se tu sei davvero quel Ryo!"
"E perché di grazia?"
"Perché
io voglio entrare a far parte della
tua ciurma!"
L'espressione di Ryo mutò da una di perfetto stupore ad
una di puro divertimento e Mick, dalla sua posizione
retrostante, non poté fare a meno di scoppiare in una
sonora risata.
"Senti ragazzo, io credo che tu abbia aspirazioni un
po' immodeste data la tua età!" disse Ryo sull'orlo
delle risa "In più mi sembra tu non abbia un fisico
adatto per la nostra attività
lascia perdere
torna dalla mamma a succhiare il latte, se non è troppo
alcolico mi raccomando!"
"Questa è bellissima Ryo!" proruppe Mick con
le lacrime agli occhi "Ascolta il consiglio del mio
amico ragazzino
torna dalla mamma e lascia fare ai
pirati la vita dei pirati e ai poppanti la vita dei
poppanti!"
Il giovane sembrò profondamente offeso dal modo in cui i
due lo stavano trattando ed ebbe un moto di rabbia che si
manifestò con un urlo furioso.
"Io non sono troppo giovane!" gridò diventando
paonazzo "Ho già vent'anni e poi non sono affatto
troppo gracilino
posso sollevare più di cento
chili con queste paia di braccia!" e per
sottolineare questo fatto sollevò le maniche della
camicia mostrando un paio di non molto muscolose braccia
causando così un nuovo moto di risa dai due pirati.
"Brutti maleducati!" gridò allora il ragazzo
ancora più forte "Voi non sapete nemmeno cosa vi
perdereste lasciandomi qui
io sarei un bravo
pirata, anzi un ottimo pirata! In più se non mi portate
con voi non avrete mai la mappa del tesoro!"
Ryo all'udire quelle parole smise immediatamente di
ridere, lasciando però ancora come sottofondo i
singhiozzi di Mick che sembrava non aver compreso quella
frase.
Ryo pose fine ai rumori dell'amico premendogli una mano
contro la bocca e poi volse uno sguardo inquisitorio al
ragazzo ancora furente.
"Che cosa centra la mappa del tesoro?" chiese
serio.
"Se mi prendi con te avrai quella mappa!"
rispose il ragazzo, diventando immediatamente molto serio.
"Come faccio a sapere che non mi prendi in giro?"
chiese Ryo con una delle sue espressioni più calorose.
"Penso che tu abbia notato nel locale 'il mozzo
ridente' di come fossero cupe le espressioni dei presenti!"
Ryo annuì, seguito a ruota da un sorpresissimo Mick.
"Bene
sappiate che di solito non sono così
anche se tramavano qualcosa
il fatto è che
stranamente un paio di giorni fa qualcuno ha
misteriosamente rubato la mappa dalla cassaforte del
padrone della locanda e ora non si fidano più di nessuno!"
"E tu sai chi ha rubato quella mappa?" chiese
Ryo intuendo la risposta.
Il ragazzo si guardò intorno un paio di volte, poi
estrasse dall'interno dell'ampia camicia un ingiallito
foglio di papiro arrotolato.
"Per chi vuole intendere
!" disse
sommessamente sventolando l'oggetto sotto il naso di Ryo.
"Sai Mick
!" sorrise Ryo posando entrambe
le mani sui fianchi "Credo che da oggi avremo un
nuovo mozzo a bordo!"
Mick volle protestare all'assurdità della cosa ma Ryo
non permise nessuna replica e tendendo una mano al
ragazzo si apprestò a stringere un nuovo patto.
"Qua la mano
come ti chiami ragazzo?"
"Kaor
ehm, cioè
Kim
Kim Carson!"
"Bene Kim Carson
da oggi tu puoi ritenerti
membro della mia ciurma ma non illuderti, se verrò a
scoprire che tutto quello che mi hai detto è una balla -
e ti assicuro che lo scoprirò- ti getterò a mare con
gli squali!"
Il ragazzo sorrise fiducioso e da quello sguardo, Ryo capì
che forse non avrebbe dovuto preoccuparsi eccessivamente.
La sera arrivò molto più velocemente di quanto i pirati
non si fossero aspettati. Mick alla fine era riuscito a
convincere Ryo a seguirlo in uno dei locali di cui gli
aveva parlato e lui, sebbene riluttante, aveva accettato,
se non altro con la speranza di rifarsi gli occhi con gli
spettacoli sgambettanti delle donne.
Joe il sordo quello stesso pomeriggio si era dato da fare
per scoprire la veridicità della presunta mappa del
tesoro e solo quando fu certo che il giovane Kim avesse
detto la pura e semplice verità, decise di lasciare in
pace i poveri frequentatori della locanda 'il mozzo
ridente', i quali avevano decisamente passato un brutto
quarto d'ora in compagnia di alcuni agguerriti pirati.
Kim era entusiasta del fatto di essere finalmente
riuscito ad ottenere la fiducia del capitano Ryo dopo una
lunga chiacchierata che gli aveva permesso di
approfondirne la conoscenza e quest'ultimo, avendo
immediatamente preso in simpatia il giovane, orfano di
entrambe i genitori e povero in canna, aveva deciso di
coinvolgerlo subito in alcune delle attività preferite
dei pirati durante le loro soste nelle città e, la tappa
obbligata, era ovviamente risultata il locale scelto
appositamente da Mick per festeggiare l'evento.
Il ragazzo sembrava essere terribilmente a disagio in
quell'equivoco locale di periferia, ma per non deludere
le aspettative di nessuno, aveva deciso di affogare tutto
il suo imbarazzo in parecchi boccali di birra e rhum i
quali non gli permisero di raggiungere sobrio la fine
della serata.
Solo molto tardi i pirati dell'equipaggio di Ryo si
appartarono con alcune donne del locale; lo stesso Mick
era stato uno dei primi ad allontanarsi dal salone
principale, in compagnia di una bionda tutta curve e
prima di andarsene aveva ammonito Ryo di fare lo stesso
per la sua salute fisica e mentale. Il capitano dapprima
aveva pensato di fare un pensierino al consiglio
dell'amico, notando lo sguardo insistente di una giovane
e prosperosa ragazza bruna, ma poi ci aveva ripensato
preferendo uscire all'aria aperta per aiutare il povero
Kim che aveva tutta l'aria di uno che stava per
collassare.
Il pirata trascinò il ragazzo sul molo facendolo sedere
non senza fatica ad osservare l'oceano che si stagliava
scuro, illuminato solo dalla moltitudine di stelle nel
cielo notturno.
"Caspita ragazzo, io credo che il pirata non sia un
mestiere che ti si addica
ti vedrei meglio come
donnina di casa!"
Kim volse uno sguardo allucinato al suo capitanò e lo
fissò negli occhi.
"Ma che
!" biascicò a fatica "Io sarò
peeeerfetto come pirata
il miiiigliore!"
Ryo non poté fare a meno di riconsiderare l'affermazione
che aveva appena fatto. In effetti aveva dei seri dubbi
di riuscire a trasformare quell'esile ragazzo in un forte
pirata, ma il solo fatto che avesse sottratto la mappa ad
alcuni amici solo per la smania di avventure lo
invogliava a provarci, se non altro era sicuro che avesse
fegato e volontà da vendere. Inoltre dal triste racconto
che Kim gli aveva fatto della sua vita, Ryo aveva pensato
che il ragazzo non avrebbe avuto nulla da perdere se non
una vita in povertà e senza una famiglia. Persino Ryo si
stupì di come si fosse intenerito a quel racconto. Pensò
che forse stava diventando anche lui vecchio e
rincitrullito.
C'era però una cosa che non lo faceva sentire
completamente a suo agio con Kim. Dalla prima volta che
lo aveva visto in quella via la prima cosa che aveva
notato non era stato di certo il modo trasandato dei suoi
vestiti, bensì l'ambiguità della sua fisicità.
Tutto in lui richiamava la delicatezza e la morbidezza di
una ragazza e se non fosse stato per il petto privo di
qualsiasi forma avrebbe benissimo potuto travestirlo da
donna con successo.
Forse era tutto semplicemente un'impressione sbagliata e
i vari pensieri che gli affollarono la mente, furono
scacciati non appena Kim cominciò a russare
profondamente appoggiato ad una sua spalla.
"No, una ragazza non potrebbe mai fare dei versi
simili!" e con questa constatazione prese tra le
braccia il giovane e lo portò di nuovo nel locale,
affittando per lui una camera e raggiungendo ben presto
la brunetta che ancora lo aspettava al bancone del bar.
I tre giorni di sosta passarono velocemente e Ryo già si
sentiva pronto a ripartire per il suo adorato mare, già
stanco della fissità del terreno.
I pirati salparono nel pomeriggio dopo un ultimo pranzo a
base di salmugundi un piatto preparato con differenti
tipi di ingredienti di origine animale e vegetale e
fortemente salato e saporito.
Kim non aveva sembrato apprezzare molto quel piatto
tipicamente piratesco, ma per non destare sospetti o
critiche circa la delicatezza del suo stomaco, ne aveva
mangiato una massiccia porzione, seguita da diversi
boccali di birra che se non altro lasciavano scivolare più
facilmente nello stomaco tale bomba calorica. La
conseguenza era stata una forte nausea per le prime ore
di viaggio sull'instabilità del mare.
La navigazione procedette senza particolari problemi per
diversi chilometri, il vento favorevole gonfiava le vele
e spingeva la grossa nave verso la sua nuova meta.
Ryo aveva dovuto faticare non poco ad interpretare la
mappa che Kim gli aveva dato ma grazie alle conoscenze
spagnole del giovane Daniel che aveva tradotto le
indicazioni, il capitano era riuscito ad arrivare a capo
dell'intricata matassa dando immediatamente disposizioni
circa la rotta da prendere.
Mick dal canto suo si era offerto di aiutare il giovane
Kim ad ambientarsi sulla nave pirata e avendo già, il
ragazzo, conosciuto l'intero equipaggio ora non aveva
particolari difficoltà a rivolgersi più o meno
confidenzialmente alla maggior parte dei pirati, sebbene
alcuni di loro sembravano provare una forte ostilità per
quel giovane mozzo inesperto e piuttosto effeminato.
Kim sembrava apprendere molto in fretta la dura vita dei
pirati e nei giorni successivi accettò i compiti che gli
venivano dati con una volontà invidiabile; l'unica sua
pecca era però quella di essere forse un po' troppo
inesperto in materia di navigazione.
"Forza Kim muoviti abbiamo bisogno di uno agile qui!"
grido il massiccio Sam Tyler, uno dei più esperti
marinai sulla nave.
Il ragazzo mise a terra lo straccio con cui stava pulendo
il ponte della nave e corse immediatamente da colui che
lo aveva richiamato.
"Che devo fare?" chiese ansioso.
L'omone mise una mano sui fianchi e gli pose un affilato
coltello.
"Vediamo se sei un vero uomo
devi salire
sull'albero di trinchetto e sostituire la fune lacerata!"
"L'albero di che?" chiese Kim piuttosto confuso
dalla richiesta.
Sam sospirò scotendo la testa.
"L'albero di trinchetto, quello a prua della nave!"
spiegò, sperando di essere stato abbastanza esauriente.
"Ehm
d'accordo!" disse il ragazzo
titubante "
però chi mi dice qual è la prua?"
Sam si mise una mano sugli occhi esasperato.
"Ehi Ryo!" urlò poi rivolgendosi al capitano
che si stava lentamente avvicinando "Sei sicuro di
aver fatto un buon affare a prendere con te questo
ragazzino?"
Ryo mise le mani dietro la schiena abbozzando un sorriso
furbo.
"Ma dai Sam mi sembra che ci stia mettendo tutta la
buona volontà, è giovane imparerà presto!"
"Speriamo!" disse l'uomo guardando Kim che
mostrava apertamente il suo imbarazzo.
"Dai ragazzo, fai felice il capitano e fagli vedere
che sai cambiare quella fune!"
Kim si rizzò in piedi come un galletto e afferrò
velocemente il coltello, per precipitarsi poi verso il
retro della nave.
"Ehi Kim!" lo richiamo Ryo "Guarda che la
prua è davanti!"
Le serate a bordo erano i momenti della giornata che Kim
preferiva. Principalmente perché se non altro erano le
ore più tranquille e aveva la possibilità di riposarsi
un poco, dopo i faticosi lavori cui era stato sottoposto.
Anche quella sera, come ogni volta il ragazzo si appartò
per un attimo da occhi indiscreti e con rapidità prese
dell'acqua dolce e cominciò a lavarsi via il sudore e lo
sporco accumulato durante il giorno. Nella stiva non
c'era nessuno, molto probabilmente erano sul ponte a
digerire i resti di una pesante cena e quindi non correva
il rischio di essere sorpreso mezzo nudo nel suo
quotidiano bagno.
Kim si levò di dosso l'ampia camicia e la lasciò
scivolare a terra immediatamente seguita dalla fascia che
gli legava i pantaloni. Se vi fosse stato uno spettatore
molto probabilmente si sarebbe chiesto perché mai
intorno al petto quel ragazzo piuttosto magrolino
portasse una stretta benda.
Con difficoltà cominciò a slacciare i nodi della benda
e iniziò il lento svolgimento della stoffa.
Quando finalmente rimase a petto nudo, il giovane tirò
un sospiro, estremamente sollevato dall'aver tolto il
laccio che a volte gli mozzava il respiro; ma questo era
solamente un piccolo sacrificio che doveva compiere per
evitare che il suo florido seno di donna venisse notato
dagli altri.
Nessuno ancora aveva dato segni di riconoscere la vera
natura del ragazzo, solo un paio di pirati
dichiaratamente omosessuali, avevano cominciato ad
assillarlo con particolari attenzioni, sicuramente perché
vedevano in lui niente altro che un affascinante giovane
maschio dall'aspetto ancora acerbo.
Kim o forse sarebbe stato meglio dire Kaori, aveva
inscenato una farsa per ingannare ma al contempo
aggiudicarsi la fiducia dell'oste della locanda per cui
aveva iniziato a lavorare, sotto le mentite spoglie di un
ragazzo.
La necessità di trovare un lavoro al più presto dopo la
morte dei genitori la aveva spinta a chiedere al
proprietario del 'mozzo ridente' un impiego come
cameriera ma quello sembrava serbare un vero e proprio
odio nei confronti delle donne e non aveva voluto
assumerla dicendole che se avesse avuto un fratello
allora forse ci avrebbe fatto un pensierino. La ragazza
aveva immediatamente preso spunto da quella affermazione
buttata li come presa in giro e in armatasi di forbice
aveva tagliato i suoi lunghi capelli e aveva cominciato
ad impersonare Kim il garzone, dimostrando un coraggio
non indifferente.
Come ragazzo, Kaori si accorse di avere molte più
possibilità di fare carriera e quindi di guadagnare di
più. Il suo sogno era quello di guadagnare abbastanza
soldi da poter aprire un'attività commerciale, come
quella che aveva suo padre prima di morire dopo il crollo
finanziario dovuto ai debiti accumulati.
La faccenda della mappa del tesoro era casualmente
trapelata alle sue attente orecchie da alcune losche
confabulazioni tra il suo padrone e un gruppo di marinai
frequentatori del locale.
Kaori aveva preso al volo l'occasione, spiando l'oste
aveva presto individuato la cassaforte in cui teneva
nascosta la mappa e una sera la aveva rubata sparendo poi
misteriosamente.
L'oste aveva subito sospettato di quel ragazzo e per
quanto lo avesse cercato non aveva mai avuto modo di
trovarlo. Kaori dal canto suo doveva trovare una via di
fuga e l'occasione si era presentata proprio alcuni
giorni dopo con l'arrivo di Ryo e la sua ciurma di pirati.
La situazione era perfetta, se lei si fosse offerta come
nuovo membro dell'equipaggio, avrebbe potuto sfuggire
alle ricerche del suo padrone e al contempo avrebbe avuto
la possibilità di cominciare il suo viaggio alla ricerca
del tesoro. Il suo intento era quello di essere
trasportata nel luogo segnato dalla mappa e, una volta
trovato il tesoro, si sarebbe fatta venire in mente
qualcosa per tentare di tenere per sé una buona parte
del bottino, così da poter realizzare il suo sogno.
"Ehi Kim
Kim sei qui?" chiese
improvvisamente la voce di Mick all'entrata della stiva.
Kaori si affrettò a rivestirsi e dopo essersi assicurata
che dalle pieghe del suo vestito non si notasse nulla di
troppo femminile, rispose al richiamo con voce un po'
tremante.
"Sono qui!" disse uscendo da dietro alcune
botti.
"Ah eccoti, che ci fai quaggiù? Sul ponte stanno
per cominciare le danze, muoviti a salire altrimenti ti
perderai lo spettacolo di Jim!"
"Quale spettacolo?" chiese Kaori avanzando.
"Vedrai!" ammiccò Mick uscendo dalla stiva.
Sul ponte erano radunati tutti i membri della ciurma del
capitano Ryo, il quale era seduto un po' isolato dagli
altri ad assistere alla comica scenetta improvvisata dai
due pirati omosessuali.
Tutt'intorno gli altri pirati erano seduti in cerchio
stringendo tra le mani boccali di birra o rhum e Kaori
per non essere da meno si sedette di fianco al giovane
Daniel, quello che fino ad allora sembrava sopportare di
più la sua presenza e prese subito la fiaschetta di vino
che le veniva porta.
La ragazza dovette ammettere che scene del genere non
avrebbe mai potute vederle, se fosse rimasta nella sua
calma cittadina.
Per la strana occasione erano state accese una
moltitudine di torce, in grado di illuminare in maniera
soddisfacente la scena in quella fresca notte sull'oceano
e l'atmosfera che si respirava, era quella di puro
spirito piratesco. A completare l'intero scenario,
improvvisamente uno dei pirati più anziani cominciò a
suonare piuttosto bene un vecchio violino, dando così un
degno accompagnamento alle comiche gesta dei due attori
al centro del cerchio umano.
Mick si sedette di fianco a Kaori fumando un sigaro.
"Era questo lo spettacolo?" chiese Kaori
sorseggiando la sua birra.
Mick le rivolse uno sguardo sorridente.
"No, questo è solo il preludio
per il vero
spettacolo devi aspettare l'esibizione di Jim
sai,
ogni tanto noi uomini abbiamo bisogno di divertirci e
questo è uno dei tanti modi che abbiamo a disposizione
in tempo di calma!"
"E in tempo di guerra invece?" chiese Kaori
temendo la risposta.
"Bè
in quel caso devo dire che troviamo molto
divertente torturare un po' degli ostaggi che abbiamo
fatto dopo qualche fortunata scorribanda! Però se questo
non basta a soddisfarci li liberiamo
facendoli
passeggiare tranquillamente sulla tavola!" e con
queste parole indicò un'asse di legno che sporgeva di
almeno un metro dalla sponda laterale della nave.
Kaori rabbrividì all'idea che forse presto o tardi
avrebbe potuto assistere ad una di quelle atrocità ma
nonostante tutto si disse di essere forte, perché
accettando di fare parte di un equipaggio pirata aveva di
conseguenza accettato anche di seguire le loro atroci e
disumane regole.
Improvvisamente la ragazza si sentì prendere per un
braccio e trascinare in piedi da uno dei pirati che stava
recitando.
"Bene compagni che ne dite se questo bel damerino
entra a far parte dello spettacolo?" chiese poi
accolto da uno scroscio di applausi e grida di
incitamento.
Kaori dovette necessariamente stare al gioco e così fu
coinvolta in una delle cose più umilianti della sua vita:
una gara di insulti in piena regola.
All'inizio le parole che udì uscire dalle bocche dei due
pirati la scandalizzarono enormemente, ma non poteva
certo rimanere a subire le offese senza fare nulla. I
primi insulti che lanciò, fecero scoppiare gli altri
pirati in sonore risate data l'ingenuità delle sue
parole, ma ben presto Kaori cominciò a capire cosa
poteva dire per fare esaltare quella massa di maniaci e
iniziò a dire una sfilza impressionante di sconcezze,
della quale essa stessa si stupì.
Una volta che straordinariamente la ragazza venne
dichiarata la vincitrice, le venne offerto un boccale
ripieno di rhum e poi fu rispedita al posto, spintonata
dai due perdenti, accompagnata da grida di gioia.
"Ehi Kim complimenti davvero!" si congratulò
Ryo a sorpresa, dando una poderosa manata sulla schiena
del presunto ragazzo.
"Gr
grazie!" balbettò Kaori,
interrogandosi di come mai si fosse ritrovata proprio di
fianco a lui se prima era esattamente dalla parte opposta.
Lo spettacolo continuò tra danze e canti piuttosto
sconci e Kaori riuscì a seguire solo fino ad un certo
punto lo svolgimento di quegli inusuali festeggiamenti,
poiché Ryo sembrava decisamente intenzionato ad
intavolare una conversazione con lei.
"Allora che ne dici della tua prima festa pirata?"
chiese scolandosi la fiaschetta di vino che reggeva tra
le mani e poi asciugandosi la bocca umida con la manica
della camicia.
"Bè
davvero
pittoresca!" rispose
Kaori cercando di calibrare le parole per non innervosire
l'uomo.
Stranamente quel pirata la faceva sentire tranquilla,
nonostante la sua reputazione non fosse una delle
migliori. Ormai erano passate quasi due settimane dalla
sua permanenza sulla nave e aveva potuto conoscere meglio
quell'uomo il quale sembrava essersi preso
particolarmente a cuore le sorti di quel giovane ragazzo.
Nonostante la maggior parte delle volte Kaori fosse
assistita da altri pirati, c'erano casi particolari in
cui lo stesso Ryo voleva insegnarle qualcosa di nuovo e
soprattutto ad armeggiare con la spada.
Kaori aveva stretto con il capitano un particolare
rapporto che i più maligni giudicavano troppo intimo per
due uomini, ovviamente facendo accendere le gelosie dei
due omosessuali.
Ryo però non dava peso alle calunnie e più volte aveva
lasciato correre, anche se quando sentiva che le cose
avrebbero potuto degenerare, non ci aveva messo molto a
far tacere le malelingue con esplicite minacce.
Il fatto era che nemmeno il capitano capiva il perché di
quell'interessamento, ma in un certo senso si sentiva
stranamente attratto da quel ragazzino così ingenuo ma
al contempo così sicuro sulle sue decisioni, non che
stesse diventando ambiguo anche lui, la cosa non la
avrebbe mai ammessa anche se fosse stata vera, ma più
che altro si sentiva legato a lui da un rapporto che
avrebbe preferito definire come quello di padre e figlio.
"Sai una cosa Kim
!" cominciò a dire Ryo
sedendosi più comodamente "Non so perché ma c'è
qualcosa in te che mi sfugge e io non capisco cosa sia!"
Kaori si voltò di scatto sorpresa da quella confessione.
Per un attimo il terrore che Ryo avesse intuito qualcosa
sulla sua identità le fece palpitare il cuore e la
visione di una passeggiata sulla trave di cui lei stessa
era protagonista le fece passare un brivido lungo la
schiena.
"No, perché dici così
io non
!"
disse lasciando trasparire un certo nervosismo.
"Ehi non ti agitare, io non ti sto mica accusando di
nulla, dico solo che mi stupisci con alcuni tuoi
comportamenti!" esclamò Ryo ridendo della strana
reazione di Kaori.
"In che senso?" chiese lei cercando di darsi un
contegno.
"Nel senso che a volte sembri timido e riservato e
altre volte invece ti lasci andare esageratamente come
hai fatto poco fa con la gara di insulti! Insomma sei un
po' ambiguo!"
"Bè me lo dicono in tanti!" disse Kaori
scherzosamente.
Ryo rise sommessamente poi lanciò uno splendido sorriso
in direzione di Kaori.
La ragazza non poté fare a meno di notare quanto fosse
affascinante quel pirata. Già dalla prima volta che lo
aveva adocchiato davanti alla locanda aveva pensato che
fosse un bell'uomo, ma ora che aveva avuto la possibilità
di osservarlo meglio durante quei giorni di navigazione
ed in particolare quella sera sotto le luci delle torce,
sentì di essere fortemente attratta da lui.
Un inspiegabile dolore al petto le tolse il respiro e
inaspettatamente sentì un improvviso rossore colorarle
le guancia.
"Credo che tu abbia bevuto troppo!" ironizzò
Ryo interpretando quel rossore come conseguenza del rhum.
"Penso anche io!" confermò Kaori voltando la
testa per osservare distrattamente la scenetta ancora in
corso.
Ryo la osservò per un attimo e notò quanto il suo
profilo fosse prefetto, così nettamente delineato nella
penombra.
"Kim
" disse a bassa voce come se stesse
parlando più a sé stesso che alla ragazza "
se tu fossi una donna credo che saresti una delle più
belle che io abbia mai conosciuto!"
Kaori si voltò di scatto, completamente frastornata e
impaurita da quella affermazione.
Ryo si accorse dello sguardo stranito del giovane e si
affrettò a dare una giustificazione a quelle assurde
parole.
"Non dare peso a quello che ho detto
sono
ubriaco anche io!" mentì, perfettamente conscio del
fatto di essere ancora maledettamente sobrio.
Kaori cercò di distrarsi dopo quello che aveva appena
udito ma da quel momento capì che forse l'idea di
travestirsi da uomo e poi salire sulla nave pirata non
era stata affatto una buona idea e se avesse potuto se la
sarebbe data a gambe il più lontano possibile.
Ryo non stava certo meglio di lei. Le parole che aveva
appena detto lo avevano scioccato e per la prima volta in
vita si insinuò un atroce dubbio circa i suoi gusti
sessuali.
Finalmente a distrarli dai loro pensieri negativi, entrò
in scena il tanto sospirato Jim, un robusto pirata dai
lunghi baffi neri e dall'espressione truce.
Kaori si stupì di come tutto l'equipaggio mostrasse
verso di lui un tipo di entusiasmo del tutto differente
da quello riservato agli altri che si erano esibiti prima
di lui, c'era una strana forma di rispetto in quei gridi
e in quegli applausi e solo in seguito la ragazza ne capì
il motivo.
L'uomo si pose al cento del cerchio di pirati,
immediatamente raggiunto dal suonatore di violino. Dopo
una lunga pausa di concentrazione il vecchio violinista
cominciò a dare vita ad una triste ballata che aleggiò
per alcuni secondi sulle teste dei presenti; ma il bello
ancora doveva venire. Jim finalmente aprì la bocca e
cominciò a cantare con un timbro di voce che stupì
favorevolmente l'incantata Kaori. La sua voce era di
sicuro quella di un baritono, il tono basso e profondo
dava senso alle malinconiche parole di una canzone che
difficilmente si sarebbe udita dagli abitanti della
terraferma. Le note e le frasi della ballata volavano
nell'aria cariche di significato. Quella narrata nella
melodia era la storia di un pirata innamorato ma
impossibilitato dalla sua situazione a completare la sua
vita con quella della sua amata. I due erano costretti a
vivere un amore clandestino e impossibile e la ragazza
che sempre aspettava il suo ritorno al porto, cantava
ogni notte la loro storia, per fare in modo che giungesse
alle orecchie del suo uomo trasportato dalla leggera
brezza marina.
Il pirata, maledetto da quell'incantesimo, sembrava
venire raggiunto dalle note di quel canto e dalla sua
postazione nel lontano oceano, intonava la canzone che li
univa, nello stesso istante della sua donna, osservando
il cielo stellato e immaginando che gli astri tessessero
la loro figura nel firmamento notturno.
Kaori si innamorò immediatamente di quella canzone. Per
lunghi attimi rimase con lo sguardo fisso verso le stelle
immaginando i volti dei due amanti, poi casualmente la
sua attenzione si volse verso Ryo che sembrava
estremamente assorto durante l'esecuzione.
La ragazza ebbe un'altra stretta al cuore e solo allora,
probabilmente favorita dalla strana atmosfera in cui era
stata coinvolta, capì che forse quello che provava per
il bel capitano era qualcosa di speciale e si beò nelle
sensazioni che stava provando, osservando il volto
affascinante dell'uomo pensoso sedutole a fianco.
Il mattino seguente riservò un brutto risveglio per
l'intero equipaggio della nave.
"La Black Ocean
a dritta
la Black Ocean
del capitano Falco!" urlò sull'orlo dell'isteria il
giovane Daniel che per primo quel giorno aveva avuto il
compito di stare in vedetta.
Tutti i pirati si radunarono in pochi minuti sul ponte
della nave e primo di tutti fece la sua comparsa il
capitano seguito a ruota dal fedele Mick.
Ryo diede immediatamente disposizioni sull'attacco e la
difesa sicuro che fra breve sarebbe stato l'inferno.
Falco dalla prua della sua nave, viaggiava spedito verso
il suo bersaglio, eccitato di potersi nuovamente
confrontare con il suo più acerrimo nemico.
L'aria fu presto lacerata dai tuoni dei cannoni e l'odore
di polvere da sparo cominciò ad impregnare l'atmosfera.
Kaori fu terrorizzata dall'improvvisa battaglia, mai in
vita sua aveva assistito ad una cosa del genere.
La Black Ocean si avvicinava sempre più e finalmente in
un momento di calma apparente, la voce alta e profonda
del capitano Falco arrivò dritta alle orecchie di Ryo.
"Ryo
amico, finalmente un nuovo incontro!"
"Non sai da quanto attendevo questo momento!"
urlò di rimando Ryo mentre dalle navi ormai affiancate,
cominciarono a scivolare sulle sponde laterali alcune
passerelle, per consentire il passaggio dei pirati da una
e dall'altra parte.
Ryo si lanciò con una velocità impressionante sulla
nave dell'avversario e si diresse deciso verso
l'imponente figura di Falco, il quale lo attendeva a
braccia aperte con la spada sguainata.
La battaglia intanto infuriava sulle due navi.
Ogni pirata era coinvolto in duelli singoli o di gruppo e
tutti sembravano divertirsi un mondo in quel miscuglio di
odio, sangue e violenza.
Mick fu inaspettatamente ferito ad un braccio, mentre
cercava di colpire alle spalle due grossi energumeni ma
senza perdere la lucidità, aveva ucciso senza troppi
scrupoli colui che aveva osato tanto.
Kaori cercava di stare al di fuori di tutto quel
trambusto, rifugiandosi dietro un barile di catrame sulla
poppa della nave.
Ryo e Falco intanto avevano cominciato il loro duello,
che come sempre li isolava dal resto della battaglia,
relegandoli in un mondo tutto loro, fatto di orgoglio e
sfide personali che ormai da troppo tempo esitavano a
concludersi definitivamente.
Anche quel giorno nessuno dei due aveva intenzione di
demordere e lottavano con foga, sfoderando tutta la loro
abilità.
Kaori rintanata dietro il suo nascondiglio, chiuse gli
occhi e si tappò le orecchie per cercare di non udire
nessun suono al di fuori di quello del suo respiro
stentato.
Improvvisamente un piccolo pirata calvo le fu di fianco e
accortosi della sua presenza, si apprestò ad assestarle
un fendente con il suo affilato fioretto, però fu
prontamente bloccato da Mick che si era accorto
preventivamente di quello che stava per accadere.
Una volta che il nemico fu steso da un pugno ben
calibrato, l'uomo riscosse la catalessi di Kaori
ammonendola di stare più attenta. La ragazza accortasi
del pericolo che aveva appena scampato, si spaventò e
decise di afferrare la spada che le era stata regalata da
Ryo alcuni giorni prima, rimanendo all'erta cercando di
farsi trovare pronta nell'eventualità che qualcun altro
volesse farle qualcosa di male. Non poteva farsi vedere
così debole in un momento del genere, già il fatto che
Mick avesse dovuto correre in suo aiuto le aveva
provocato un grosso smacco nell'orgoglio ed ora la sua
unica volontà era quella di riscattarsi, sempre e solo
se ce ne fosse stato realmente bisogno. Questa sua
aspettativa però fu immediatamente ricompensata ed
infatti un altro uomo le fu addosso pronto a colpirla. La
ragazza non ci pensò due volte e, mettendo in pratica i
consigli di Ryo, reagì con prontezza e agilità
all'attacco facendo cadere, sotto un suo pesante
fendente, il pirata nemico.
La rossa macchia di sangue che si andò velocemente
propagando per l'opaco rivestimento legnoso della nave
dal corpo ferito dell'uomo, fece nascere un profondo
senso di nausea in Kaori e sebbene non lo avesse ucciso,
si sentì terribilmente in colpa per quello che aveva
fatto.
Tutti questi sentimenti contrastanti sommati al malessere
dovuto anche al caldo torrido del sole, le provocarono un
forte giramento di testa che finì inevitabilmente per
farla accasciare a terra priva di sensi.
"Finalmente ti sei ripreso pivello!" disse una
voce profonda ad una Kaori che aveva appena aperto le
palpebre dopo una lunga incoscienza.
La ragazza si riscosse immediatamente e si guardò
intorno impaurita. Quella di sicuro non era il posto dove
era solita riposare ma data la qualità dell'arredamento
capì di essere nella personale cabina del capitano.
Ryo era in piedi di fronte alla porta con un sorriso
stanco dipinto sul volto.
Kaori si ricordò immediatamente della battaglia e con
uno scatto fu seduta sul grosso letto.
"Che è successo?" chiese con enfasi.
"Sei svenuto
come un pivellino!" le
rispose Ryo osservandola.
"Questo lo avevo capito! Io intendevo dire che fine
ha fatto la battaglia!"
"Ah quella!" esclamò Ryo mostrando
indifferenza "Quella ormai è finita!"
Kaori si stupì della calma del capitano e volle sapere
di più.
"E' finita come?"
"E' finita
come tutte le altre battaglie
un bel pareggio!"
"Pareggio?" esclamò Kaori.
"Già, come in un gioco onesto!"
"Un gioco onesto? E tu chiami una battaglia come
quella di prima un gioco onesto?" urlò Kaori
sull'orlo di una crisi di nervi "Io sapevo che voi
pirati eravate dei pazzi omicidi, ma mai avrei creduto
una cosa simile
finché si tratta di necessità va
bene, ma se due navi combattono al solo fine di
soddisfare idiote voglie di giochi estremi, questo è
davvero da imbecilli
io mi vergogno di aver fatto
parte di una cosa del genere!"
"Bè
mio caro questa è la vita dei pirati che
ti piaccia oppure no! Sei stato tu a volerne fare parte e
quindi ora quello da rimproverare sei solamente tu!"
Kaori capì di avere parlato a sproposito. Andando avanti
con quella conversazione si sarebbe scoperta. Non poteva
cero dire di essere salita su quella nave al solo scopo
di trovare il tesoro. Ryo sebbene nei suoi confronti si
fosse dimostrato sin troppo paziente, era pur sempre un
pirata e lei era certa che se avesse saputo che la sua
intenzione era quello di ingannarlo, non ci avrebbe messo
molto a fargli fare la fatidica "passeggiata".
"Perdona la mia reazione!" si scusò la ragazza
corrucciando lo sguardo "Suppongo che il mio sfogo
sia dovuto al fatto che io non avevo mai partecipato a
cose simili e quindi mi sia spaventato un po' troppo!"
"E' normale!" disse Ryo semplicemente,
dimostrando una comprensione assoluta "Anche io da
giovane durante le mie prime battaglie avevo spesso paura
di avere sbagliato strada, ma poi con il tempo ci si fa
l'abitudine e se la pirateria è la tua vocazione la cosa
si manifesta prima o poi
e fortunatamente per me la
cosa si è manifestata velocemente!"
Kaori fu leggermente sollevata da quelle parole di
conforto, ma qualcosa nel tono di Ryo le fece capire che
c'era comunque qualcosa che non andava.
Nella sua voce di solito così espressiva quando si
rivolgeva a lei, adesso c'era solo molta freddezza e
distacco.
L'uomo continuava a rimanere immobile appoggiato allo
stipite della porta in attesa di qualcosa e il suo
sguardo insistente mise a disagio la già imbarazzata
Kaori.
"Che hai da guardare?" chiese alzando lo
sguardo incontrando quello profondo di lui.
"Nulla sto solo aspettando!"
"Aspettando cosa?" si informo la ragazza
confusa.
"Una cosa
" rispose Ryo vago.
La ragazza rimase in silenzio per parecchio tempo prima
di interrompere quel momento di attesa snervante.
"Insomma mi vuoi dire che c'è? Non trovo giusto che
tu rimanga li a fissarmi senza motivo
cosa c'è ti
piacciono gli uomini?" sbottò Kaori cercando di
provocare una qualunque reazione nell'enigmatico pirata.
Ryo sembrò finalmente intenzionato a dire qualcosa,
staccandosi finalmente dalla porta chiusa e avanzando
verso la ragazza seduta sul letto.
"Proprio tu mi parli di cosa sia giusto o sbagliato?"
chiese con voce sensuale.
"Che vuoi dire?" disse Kaori ora estremamente
insicura.
"Sappi che a me non sono mai piaciuti gli uomini
mai
e nemmeno in futuro mi piaceranno! Io sono
attratto solamente da belle donne
oddio anche da
quelle meno belle purché affascinanti!"
Kaori seguì il movimento dell'uomo fino a che non le fu
proprio accanto, inginocchiandosi ai piedi del letto.
"Se ti sei offeso solo perché ti ho chiesto se ti
piacciono gli uomini io
!"
"No
" la interruppe il pirata, sorridendo
con un lato della bocca "Non mi sono offeso per
quello!"
"Però per qualcosa ti sei offeso?"
"Non direi offeso
piuttosto un po' infastidito!"
"Infastidito?" chiese titubante la ragazza,
inconsapevole di dove una conversazione del genere
potesse portare "Infastidito da cosa?"
"Da cosa
" ripeté l'uomo a bassa voce
"Sono stato infastidito dalle strane sensazioni che
mi hanno tormentato dal giorno in cui tu sei salito su
questa nave
ero infastidito dal fatto che in un
certo senso io fossi attratto dalla tua persona!"
Kaori divenne paonazza all'udire quella inaspettata
rivelazione, poi una terribile ansia cominciò a
pervaderla.
"C
cosa stai cercando di dire?" ebbe il
coraggio di chiedere, prima di perdere l'uso delle facoltà
oratorie.
Ryo socchiuse gli occhi e portò il viso molto vicino a
quello di lei e proprio nel momento meno atteso l'uomo
proruppe in una sonora ma nervosa risata.
"Io mi sono davvero spaventato
credevo di
essere diventato come quei due miei pirati! Figuriamoci
io il terrore dei mari, uno dei più grandi donnaioli di
tutti i tempi diventato improvvisamente una donnina! Se
lo avessi saputo prima mi sarei evitato un sacco di
problemi!"
Kaori rimase completamente paralizzata al letto e senza
rendersene conto, aveva cominciato a stringere le
lenzuola che ancora la coprivano. Cominciò ad intuire
cosa gli stesse dicendo l'uomo, ma la paura le impediva
di ragionare con coerenza, così rimase in silenzio in
attesa che Ryo giungesse alla fine del suo monologo.
"Sai Kim
o questa poi
Kim, da dove hai
tirato fuori un nome del genere? Chissà quale bellissimo
nome cela in realtà una ragazza come te!"
Kaori si sentì frastornata; Ryo finalmente le aveva
rivelato di essere a conoscenza della sua vera identità
e solo in quel momento il suo sguardo sgomento cadde
sulla scollatura della camicia che rivelava senza pudore,
le pieghe del suo seno privo di qualsiasi benda.
"Stai cercando questa?" chiese Ryo reggendo tra
le mani la fasciatura che Kaori metteva per celare le sue
forme "Sai quando uno sviene ha bisogno di tutta
l'aria possibile per respirare meglio, così quando ti ho
ritrovata accasciata al suolo ho pensato bene di togliere
una così inutile e soffocante bendaggio
e pensa un
po' cosa ho scoperto!"
Kaori si ricoprì istintivamente, conscia però del fatto
che il danno era stato fatto.
"Cosa hai intenzione di fare ora?" chiese
finalmente ritrovando la voce.
"Non ne ho idea, i casi sono due: o mi dici che
quelle che hai sul petto sono due escrescenze innaturali
e la finiamo così, oppure mi riconfermi la mia ipotesi e
mi dici finalmente qual è il tuo vero nome!"
La ragazza non avvertì nessuna minaccia nel tono del
pirata ma al contrario le sembrò che avesse recuperato
il suo solito calore.
"Kaori!" disse mestamente distogliendo lo
sguardo.
"Kaori
" ripeté Ryo sospirando "Bene
ora finalmente ci siamo chiariti!" e detto questo si
apprestò a lasciare la camera.
"Aspetta!" lo trattenne la ragazza quasi
urlando "Adesso
adesso cosa mi farai?"
L'uomo si fermò dandole la schiena.
"Ma
per ora nulla, siamo in mare aperto e per
ora nessuno sa del nostro piccolo segreto
io non
sono un completo animale. Le donne di solito le tratto
con riguardo e per te non farò eccezioni, anche se mi
hai ingannato per bene! Ma stai sicura che non appena
saremo in prossimità di qualche porto ti scaricherò lì.
Capisci bene che non posso farti continuare il viaggio!"
"Ma
!" gridò Kaori prima che il capitano
uscisse definitivamente dalla porta lasciandola
completamente sola a piangere con amarezza.
I giorni sulla nave del capitano Ryo passarono con la
solita calma. Tutto procedeva per il meglio il vento
soffiava con violenza nelle vele permettendo all'enorme
imbarcazione di scivolare con velocità tra i flutti blu
e verdi dell'oceano.
Dopo la terribile scoperta da parte del capitano circa la
sua vera identità, Kaori era caduta nella depressione più
nera. Ogni volta che questo la osservava da lontano,
sentiva su di sé il suo sguardo accusatorio e non poteva
fare a meno di pensare a cosa sarebbe successo non appena
avrebbero raggiunto il porto più vicino, dato che il
capitano aveva dato ordine di fermarsi, a suo dire, per
fare rifornimenti.
Molti pirati non avevano del tutto compreso quella
assurda decisione dato che erano ancora pieni di
materiale, ma Kaori sapeva perfettamente quello che in
realtà il capitano aveva in mente.Una volta raggiunta la
terraferma la avrebbe abbandonata al suolo, perfettamente
consapevole di come una cosa del genere sarebbe stata
estremamente pericolosa per una ragazza sola in una terra
straniera.
Più di ogni altra cosa però Kaori era preoccupata per
il fatto di non essere riuscita a portare a termine il
suo obiettivo di recuperare l'agognato tesoro, che
sarebbe stato in grado di cambiarle radicalmente la vita;
sempre se fosse stata capace di sottrarne una somma
abbastanza consistente dalle mani bramose dei pirati.
Ryo dopo il fatidico giorno della sconvolgente scoperta,
non aveva più avvicinato la ragazza; sebbene si fosse
chiesto più volte quali fossero stati i motivi che
avevano condotto una donna su una nave pirata, aveva
preferito che il tutto rimanesse per lui una cosa
sconosciuta dato che fra breve, di quella strana figura
femminile, avrebbe perso ogni traccia.
Mick probabilmente era l'unico ad avere intuito che
qualcosa non quadrava da qualche giorno a quella parte.
Il suoi amico agiva in maniera impercettibilmente
differente rispetto a come agiva di solito. Lo conosceva
troppo profondamente per non saper dire che qualcosa lo
affliggeva e quando aveva sentito dare quell'assurdo
ordine di virata verso il continente più vicino, non
aveva più avuto dubbi circa l'ambiguità della vicenda.
Il capitano stava consultando le carte marittime sul
ponte della nave, poco distante dal timone e con occhio
critico, sporadicamente alzava il capo per osservare
l'orizzonte lontano.
Mick gli si fece accanto brandendo un lungo cannocchiale
e solo quando Ryo finalmente si accorse della sua
presenza ebbe modo di parlargli.
"Mi spieghi come fai ad orientarti senza gli
strumenti adatti?" chiese scettico, osservando la
bussola che giaceva abbandonata su una botte poco
distante.
Ryo distolse l'attenzione dalle carte ingiallite dal
tempo e si grattò una tempia con un dito.
"Ehm
!" mugugnò non sapendo cosa
rispondere.
Mick sorrise e si appoggiò alla ringhiera della nave
dando la schiena al mare.
"Va bene Ryo
sputa quel maledetto rospo che ti
salta in gola da una settimana e dimmi cosa c'è che non
va!"
L'uomo incrociò le braccia e guardò l'amico un po'
sorpreso da quella domanda inaspettata.
"Non so a cosa tu ti riferisca!" disse
rimanendo immobile nella sua posizione.
Mick si prese la testa fra le mani e scosse la testa.
"Ryo, è inutile che fai il finto tonto con me
non sono uno stupido, ti conosco da troppo tempo e posso
dire che tu hai qualche dannato problema!"
"Problema?" rispose il pirata ridendo "Io
non ho nessun problema da ormai dieci anni a questa parte!"
"Infatti
da dieci anni. Però una settimana fa
ne è saltato fuori uno giusto?"
Ryo si leccò le labbra e voltò lo sguardo per osservare
l'oceano, ma soprattutto per non permettere a Mick di
scorgere l'imbarazzo nei suoi occhi.
Tra i due calò il silenzio per qualche minuto e solo le
grida degli altri pirati e il fischio insistente del
vento fecero da colonna sonora alla scena.
"Allora?" interruppe il silenzio Mick "Io
sto ancora aspettando!"
Il capitano questa volta si fece vicino all'amico e gli
diede una manata sulle larghe spalle facendolo sussultare.
"Senti Mick
io per ora non credo di poterti
dire quello che è successo
non che io non mi fidi
ma è meglio che tutto resti un segreto almeno fino a
quando, la faccenda non sarà conclusa
sappi solo
che è un problema di femminilità!"
"Femminilità?" chiese Mick strabuzzando gli
occhi.
"Sicuro!" rispose Ryo ridendo "Un bel
problema di femminilità!" e così dicendo se ne andò
lasciando Mick piuttosto confuso.
Kaori scese velocemente dall'albero di maestra quando udì
il forte richiamo di Sam Tyler.
Il grosso pirata la attendeva con il naso in su
constatando di quanti progressi quel ragazzino avesse
fatto nel suo breve periodo di permanenza sulla nave. La
sua agilità nell'arrampicarsi era davvero aumentata e
adesso, non vi era pirata che non chiedesse a lei di fare
gli scomodi lavori ad alta quota.
"Che vuoi!" chiese Kaori, ansimando dopo la
discesa.
"Nulla di particolare, volevo solo farti scendere
perché fra breve si scatenerà il putiferio!"
"Il puti
ferio?" chiese Kaori inarcando
un sopracciglio.
Sam la osservò divertito poi le indicò le grosse nuvole
nere che avevano in breve tempo invaso il cielo, fino a
quella mattina azzurro e limpido.
"Vento maligno!" esclamò allontanandosi,
urlando altri ordini ad alcuni mozzi.
Kaori rimase immobile ad osservare il repentino
cambiamento di tempo, mentre le prime violente raffiche
di vento cominciavano ad agitare pericolosamente il mare.
"Faresti meglio ad andare sottocoperta
"
disse una voce profonda alle sue spalle "
una
donna non sarebbe di alcun aiuto durante una tempesta."
La ragazza si voltò di scatto e si ritrovò ad osservare
lo sguardo severo e profondo del suo capitano.
"Io posso
!" cercò di obiettare la
ragazza fiduciosa nelle sue capacità.
"No, non puoi!" replicò Ryo freddamente
allontanandosi.
Kaori si sentì profondamente ferita da quella
affermazione. Aveva già provato in precedenza cosa
significasse essere discriminata solo per il fatto di
essere donna, ma ora che quella cosa le veniva detta solo
dopo che aveva dimostrato le sue capacità le faceva
ancora più male. Ora si rese conto che la cosa che dava
più fastidio a Ryo non era solo il fatto si fosse
sentito tradito per il fatto che lei gli avesse
inizialmente nascosto la sua femminilità, ma soprattutto
il fatto che lei fosse una donna e perciò ritenuta
incapace di svolgere alcune attività prettamente
maschili.
Con passi nervosi si diresse verso Sam il quale aveva
appena cominciato a dare direttive circa le precauzioni
da prendere in un simile evento e chiese di essere
incaricata di qualche compito, decisa a prendersi una
piccola rivincita sullo sfiduciato capitano.
Il vento continuava a crescere, manifestando sempre più
la sua indicibile violenza, accompagnando le nuvole
temporalesche, le quali avevano appena cominciato a
lasciare cadere verso il basso alcune pesanti gocce di
pioggia.
Il mare divenne una massa scomposta di flutti e onde, che
aritmicamente andavano a creare un terribile ma al
contempo affascinante spettacolo. Il suo colore, pochi
attimi prima di un blu intenso, si andò colorando di
nero e grigio, riprendendo le tinte del cielo, scatenando
una furia impressionante.
I pirati sul ponte della nave si davano da fare per dare
ognuno il proprio contributo a quella disperata
situazione e Kaori non era da meno.
Ryo dovette urlarle più volte di lasciare perdere ma lei
aveva fatto finta di non prestare attenzione ai suoi
continui improperi, ostinandosi a correre avanti e
indietro per il ponte seguendo i consigli di Sam e di
altri esperti pirati.
"Fai come vuoi dannazione!" urlò un'ultima
volta Ryo prima di perdere ogni speranza di dissuadere la
ragazza "Quando però il vento di sbalzerà fuori
dalla nave io di sicuro non ti verrò a recuperare!"
Kaori per tutta risposta gli lanciò un sorriso di sfida,
mentre trasportava funi assieme ad altri giovani mozzi.
Dopo alcune ore la tempesta si scatenò con tutta la sua
furia. Tutti i pirati avevano fatto del loro meglio per
evitare qualsiasi incidente, ora solo la clemenza di
madre natura avrebbe deciso le loro sorti in mare.
Le vele che non erano state ammainate per impossibilità,
rimasero per poco tempo del tutto integre e solo quella
dell'albero di maestra sembrava resistere tendendosi fino
all'inverosimile.
Mick dovette chiedere a più di un pirata di salire
sull'albero per recuperare la vela al fine di impedire un
sicuro ribaltamento della nave, ma pochi avevano avuto il
coraggio di offrirsi come volontari.
Ryo avanzò verso il centro della nave e annunciò la sua
imminente scalata, ma prima che potesse spostarsi
ulteriormente, una velocissima Kaori aveva già
cominciato la sua stentata arrampicata.
"Ma che diavolo
!" urlò Ryo, mentre il
vento ricoprì il resto della frase con il suo ululo
terribile.
La ragazza ci mise parecchi minuti per raggiungere
approssimativamente la cima, mentre il vento contrario
continuava a impedirla nei movimenti.
I cavalloni continuavano a bagnare il ponte della nave,
mentre questa barcollava pericolosamente. Più di un
pirata si inginocchiò, chiudendo gli occhi, cercando di
riportare alla memoria una preghiera dimenticata da tempo.
Era da moltissimo che non si confrontavano con una simile
forza della natura e il pericolo che quella volta
avrebbero potuto naufragare, era davvero serissimo.
Kaori raggiunse finalmente la fune che le avrebbe
permesso di lasciar cadere la grossa vela e estrasse, non
senza difficoltà, l'affilato coltello che aveva preso
l'abitudine di allacciare al bordo dei pantaloni. Con un
movimento rapido recise la fune e questa, fu
immediatamente sballottata dalle continue raffiche di
vento, frustando più volte il viso di Kaori che per non
essere colpita dovette ripararsi con un braccio e quindi
abbandonare uno degli appigli a cui era agganciata.
I pirati sotto di lei pregarono che tutto andasse per il
meglio, la riuscita di quella operazione di sicuro gli
avrebbe dato una speranza in più e quindi in cuor loro,
speravano che quel ragazzino tanto gracile quanto
coraggioso, fosse la chiave della loro riuscita.
La vela cominciò a cedere sentendosi priva delle funi
che la legavano all'albero della nave e ben presto, essa
si trovò a sventolare come una enorme bandiera. Mancava
solamente una fune da togliere. Kaori si arrampicò
ulteriormente sfidando la potenza della tempesta e quando
finalmente fu in cima, prese ancora tra le mani il fidato
pugnale ed incominciò a tagliare, mentre la pioggia le
sferzava il viso impedendole di svolgere il suo compito
nel migliore dei modi.
Urla di incitamento intanto si levarono dal basso e lo
stesso Ryo cominciò ad incoraggiare la ragazza, affinché
non si lasciasse prendere dallo sconforto.
Finalmente la fune cedette e la vela dell'albero di
maestra volò via, perdendosi tra i flutti dell'oceano
dopo un breve volo.
Kaori prese a scendere, stando bene attenta a non
inciampare nella precarietà delle corde che fungevano da
scaletta. Improvvisamente una raffica di vento più
violenta delle altre le fece perdere l'equilibrio e senza
preavviso la ragazza si ritrovò appesa con la sola forza
di una mano.
Mentre il resto del suo corpo veniva sballottato
furiosamente, Kaori sentì che non sarebbe riuscita a
reggere ancora per molto in quella condizione e pensò
che presto avrebbe visto porre fine alle sue sofferenze
con una rovinosa caduta a terra, che di sicuro avrebbe
riportato conseguenze tragiche.
Ryo intanto si era fatto sotto l'albero, scrutando con
preoccupazione la situazione in cui Kaori si era andata a
cacciare, se non fosse riuscita a risolvere da sola la
questione, l'uomo pensò che forse sarebbe stato meglio
andare in suo soccorso, per questo poggiò una mano sulla
superficie legnosa dell'albero per cominciare la sua
scalata.
Kaori intanto sentiva crampi alla sola mano e il peso del
suo stesso corpo era davvero insopportabile. Il dolore
divenne terribile e, senza rendersene conto, la ragazza
allentò la sua stretta e cominciò così a precipitare
senza un grido.
Quando ormai la consapevolezza di una sua prossima fine
le si era materializzata nella mente e pensò presto di
sentire il duro suolo della nave, si trovò invece
accolta da un morbido atterraggio, proprio tra le braccia
del capitano che con una prontezza impressionante,
l'aveva presa al volo.
Finalmente tutto quello che doveva essere stato fatto era
arrivato al suo termine, e la sola cosa da attendere
adesso, era semplicemente la conclusione della tempesta.
Dovettero passare alcune ore prima che finalmente il
vento si placasse definitivamente e dopo la nottata
insonne, tutto l'equipaggio si potè definire
letteralmente distrutto dall'apocalisse della giornata
precedente.
Il mare dopo la tempesta era tornato alla sua tranquillità,
come se tutto ciò che era stato in grado di agitarlo la
sera precedente, fosse stato solo un'illusione e solo
alcune bianche e sporadiche nuvole aleggiavano nel cielo
mattutino come testimonianza dello scampato pericolo.
La nave non aveva subito danni irreparabili, solo il
morale di alcuni pirati era decisamente peggiorato a
causa della tensione accumulata.
Kaori non era riuscita a riposare, nonostante il capitano
avesse detto ai pirati di prendersi qualche ora di
tregua; la ragazza preferì restare sul ponte della nave
a dare una mano ai più anziani, per cercare di rimettere
in sesto alcune cose e solo quando ebbe la necessità di
fermarsi sul serio, si appoggiò stancamente al parapetto
della nave per osservare il mare dinnanzi a sé.
Improvvisamente le venne in mente il canto, che il pirata
Jim aveva intonato per tutti i suoi compagni in quella
indimenticabile serata qualche tempo fa e, con un sussurrò,
cominciò a cantare, lasciandosi poi trasportare dalla
melodia, mettendo al posto delle parole che stentava
ricordare, una sua personale interpretazione dell'opera.
La sua voce si propagò ben presto per tutta la nave e
quasi tutti i pirati si stupirono di sentire da un
ragazzo una voce così acuta e aggraziata. Le domande che
ognuno di loro aveva cominciato a porsi però vennero
presto dimenticate e ogni uomo rimase in silenzio, a
deliziarsi della melodia che ebbe il potere di esercitare
su di loro un effetto calmante.
Inaspettatamente alla sua voce se ne unì un'altra e,
solo dopo che Kaori smise di cantare, riconobbe il timbro
di Ryo.
"Non smettere!" esclamò, spronandola a
continuare.
Kaori non seppe il perché, ma cercò di esaudire il suo
desiderio, riprendendo la canzone nel momento in cui era
stata interrotta.
Il capitano le si fece accanto e anche lui osservò il
mare.
"Una canzone del genere cantata da una donna è
ancora migliore!" disse sorridendo.
La ragazza continuò a cantare a labbra chiuse,
arrossendo del commento.
Dopo alcuni minuti la ragazza decise di smettere pensando
che fosse arrivato il momento, ma stranamente una volta
che smise di emettere note, la canzone continuò, cantata
da tutta la ciurma con voce calda e profonda, come una
nenia.
"Sei riuscita a distrarre il mio equipaggio."
Esclamò Ryo, guardandosi attorno piacevolmente sorpreso.
Kaori sorrise sinceramente colpita e quando guardò il
suo capitano non poté fare a meno di guardarlo con
gratitudine.
"Ancora non ti ho ringraziato per avermi salvato
questa notte!" disse in un sussurro, abbassando lo
sguardo.
Il pirata riprese ad osservare il mare e rimase in
silenzio alcuni attimi, prima di rispondere.
"Non credo che dovresti ringraziarmi dato che domani
raggiungeremo il porto e ti lascerò laggiù
piuttosto dovresti odiarmi!"
Kaori si morse un labbro nervosa.
"Io
" disse semplicemente senza avere la
forza di continuare.
"Però
" la interruppe Ryo passandosi una
mano tra i capelli ancora bagnati dall'acqua di mare
"
forse potrei cambiare idea!"
"Cambiare idea?" chiese la ragazza spalancando
gli occhi incredula.
Ryo le lanciò un sorriso poi cominciò ad urlare con
voce alta e chiara bloccando il continuo canto dei pirati.
"Ehi Sam!" urlò rivolgendosi al timoniere
"Cambio di programma, non si sbarca più al
continente, si prosegue verso l'isola del tesoro come
previsto!"
Il massiccio pirata annuì piacevolmente impressionato e
con una decisa virata, cambiò rotta seguito dalle grida
esultanti di tutto il resto della ciurma.
"Perché!" chiese Kaori tentando di trovare una
spiegazione a quel cambio di atteggiamento.
"Perché
perché si!" rispose Ryo
enigmatico e velocemente si guardò attorno e quando fu
sicuro che nessuno lo stesse osservando prese senza
preavviso una mano di Kaori e se la portò alle labbra
sfiorandola con un leggero bacio.
"A più tardi dolcezza!" le sussurrò ad un
orecchio prima di andarsene lasciando la ragazza nello
sconcerto più totale.
La nave dovette navigare ancora per un'intera settimana
prima che all'orizzonte, si stagliasse nettamente
l'immagine di una terra lontana. Solo poche miglia prima
Kaori, che quel giorno stava di vedetta, aveva notato
alcuni gabbiani volare nel cielo e se ricordava bene, una
volta Sam le aveva spiegato che nel caso avesse visto
volare alcuni uccelli sopra il mare allora voleva dire
che la terra non era lontana.
Quando ormai la noia cominciò a raggiungere livelli mai
toccati precedentemente, la ragazza prese in mano il
lungo cannocchiale che Mick le aveva prestato e
distrattamente prese ad guardare attraverso la lucida
lente, seguendo il volo di un bianco gabbiano. Solo
quando lo perse di vista, ebbe per caso l'occasione di
vedere in lontananza una striscia verdeggiante che
inizialmente etichettò come miraggio. Quando però
attraverso il cannocchiale vide che era proprio da lì
che molti uccelli cominciavano il loro volo, allora fu
sicura della sua scoperta.
"Terra! Terra!" urlò a squarciagola al culmine
della felicità. Finalmente il lungo viaggio si era
concluso e nonostante le mille difficoltà anche lei era
riuscita a vederne la fine.
Tutti i pirati si sporsero dalla prua per constatare di
persona quello che il giovane mozzo aveva annunciato e
con entusiasmo lanciarono alti gridi vittoriosi ai quali
Ryo e Mick si unirono con orgoglio.
Kaori fece alcuni saltelli eccitati dopodiché si sentì
in diritto di scendere per unirsi all'euforia dei
compagni.
I primo pirata che si trovò di fronte era proprio il
capitano e senza preoccuparsene gli lanciò le braccia al
collo stringendolo con trasporto.
"Ehi, ehi
che succede?" chiese Mick
divertito da quella scena, mentre Ryo cercava di non
dimostrarsi troppo felice a causa di quell'inaspettato
gesto.
"Questo ragazzino è un po' troppo eccitabile!"
cercò di spiegare il capitano provando a scollarsi la
ragazza di dosso.
"La terra
la terra!" continuava intanto
ad esclamare Kaori incapace di trattenere la felicità.
Mick scosse la testa leggermente confuso, mentre Ryo
finalmente riuscì a scostare la ragazza catturando il
suo sguardo.
"Non dovresti farti vedere in questo stato
"
disse Ryo sorridendo "
d'accordo che sono
dannatamente affascinante ma non mi sembra il caso di
perdere il controllo in questo modo."
Kaori spalancò gli occhi realizzando finalmente quello
che stava facendo. Abbracciare in quel modo il capitano
su una nave pirata dove tutti credevano che lei fosse un
ragazzo, era un gesto decisamente poco furbo. Con uno
scatto violento si allontanò di alcuni passi arrossendo.
"Pe
perdonami!" biascicò imbarazzata.
"Perdonarti?" chiese Ryo prima di scoppiare a
ridere "
tutt'al più dovrei ringraziarti
era da molto che non mi eccitavo in questo modo!"
"Ma
capitano!" esclamò Kaori, ora
piuttosto scioccata.
"Torna di vedetta
non mi sembra di averti dato
il permesso di scendere!" tagliò corto l'uomo
cercando di mostrarsi autoritario. Kaori eseguì
l'ordine, grata del fatto che fosse stato proprio lui a
darle con quella direttiva la possibilità di togliersi
dall'imbarazzo e con un "Sissignore!" prese a
salire, raggiungendo in breve tempo il suo traguardo.
L'isola del tesoro era piuttosto piccola. La mappa che
Kaori aveva dato al capitano, aveva riportato in maniera
più o meno dettagliata la sua posizione ed ora, dovevano
solo scendere a terra per andare alla ricerca del tanto
bramato bottino.
Una volta che ebbero ancorato la grossa 'Sea Hunter'
alcuni pirati volontari, capitanati da Ryo e Mick,
raggiunsero la terraferma con alcune scialuppe e Kaori
era riuscita a convincerli a portarla con loro, dicendosi
pronta ad affrontare una simile avventura.
Ryo stranamente aveva acconsentito piuttosto alla svelta
alla sua richiesta, suscitando altri sospetti nel già
confuso Mick. Il capitano non se la sentiva di
abbandonare una ragazza sulla nave in compagnia dei suoi
pirati, anche se questi credevano fosse del sesso opposto
il solo fatto che in realtà non lo fosse era sufficiente
per agitare Ryo, il quale si stupì di sentire una fitta
di gelosia al pensiero di Kaori sola con alcuni corposi e
virili pirati.
La ragazza dal canto suo aveva ora la mente totalmente
presa ad elaborare un piano che le consentisse di
prendere per sé buona parte del bottino. Giorni prima
Ryo le aveva chiesto come mai una donna avesse deciso di
intraprendere una vita tanto complicata, seguendo una
ciurma di pirati come la sua, lei non sapendo come
rispondere aveva provato a mentire, dicendo che sin da
piccola il suo sogno era stato quello di diventare un
pirata ma che sapendo che per una ragazza il compito
sarebbe stato decisamente arduo, aveva provato a
travestirsi, permettendo così anche a sé stessa di
dimostrare fino a che punto avrebbero potuto spingersi le
sue capacità.
Ryo sembrava aver accettato in parte quella spiegazione,
ma in realtà sapeva che c'era qualcos'altro sotto tutta
quella storia, a partire dal perché avesse recuperato la
mappa del tesoro, e la curiosità di sapere quale fosse
il vero motivo, aveva in minima parte influenzato la sua
decisione di portarla con loro sull'isola.
La spiaggia biancastra accolse i pirati che esausti si
lasciarono cadere sulla stabilità della terra.
Kaori sentì le gambe tremare e si inginocchiò
sentendosi gli occhi riempirsi di lacrime. Dopo tante
settimane di navigazione, sentirsi finalmente a terra era
una sensazione del tutto nuova e non riuscì a
trattenersi.
"Anche a me fa sempre questo effetto sai?"
disse Ryo sorridendole dall'alto della sua statura.
La ragazza rispose al sorriso e si lasciò trascinare in
piedi dopo che le ebbe offerto la mano.
"Bene ragazzi
" gridò poi il capitano
"
adesso basta con tutto questo
sentimentalismo
siamo mammolette o pirati!"
"Pirati!" fu l'urlo selvaggio che tutti diedero
in risposta a Ryo.
"Bene allora pirati
in marcia verso il tesoro!"
La comitiva si addentrò all'interno dell'isola
esaminando la mappa che più volte diede difficoltà di
interpretazione anche al traduttore ufficiale Daniel. I
caratteri usati alle volte erano illeggibili e
l'intricata foresta in cui si presupponeva fosse il
tesoro era davvero troppo fitta e capace di far perdere
il senso dell'orientamento.
La giornata passò per lo più in discussioni su come e
dove potesse essere posizionato il bottino, segnato tanto
nettamente dalla mappa, ma ogni tipo di risoluzione
portava a ragionevoli dubbi che tutto fosse completamente
sbagliato.
Ryo ritenne opportuno dimenticare quella storia per ora e
decise di riposare per quella notte, così, una volta
trovato un posto adatto, si accampò assieme ai suoi
pirati, spiegando che il giorno dopo a mente fresca,
tutto sarebbe risultato molto più semplice.
Dopo una frugale cena a base di carne secca e birra ogni
pirata non faticò a trovare il meritato riposo, a causa
delle lunghe ore di cammino persino il vecchio Sam, che
spesso soffriva di insonnia, chiuse gli occhi non appena
ebbe poggiato la testa su un morbido cuscino di foglie.
La notte avvolgeva come un manto i dintorni, i rumori
degli animali selvatici all'interno della foresta non
diedero nessun fastidio al riposo dei pirati. Kaori al
contrario di ogni previsione non potè invece fare a meno
di rimanere sveglia. Ormai era davvero troppo vicina al
suo obiettivo e per tutto il tempo ebbe la possibilità
di rimuginare su un possibile piano.
Finalmente le venne un'idea brillante, rimproverandosi di
come non ci avesse pensato prima, sebbene fosse una cosa
estremamente pericolosa. Con movimenti silenziosi si alzò
dal suo letto di radici e prese a camminare nell'oscurità
alla ricerca del capitano che se ricordava bene dormiva
solo pochi metri distante da lei. Il continuo russare dei
pirati fu colto dalla ragazza come un dono, dato che
grazie a quel terribile rumore, poteva agire senza che i
suoi passi sulle sterpaglie dessero troppo nell'occhio.
Quando dopo alcuni passi stentati, fu sicura di aver
raggiunto Ryo, lo osservò dormire beato e così si senti
libera di frugare tra le sue cose, recuperando in breve
la mappa a lei tanto familiare. Con il cuore che le
batteva a mille, riuscì ad allontanarsi abbastanza alla
svelta e solo quando fu al di fuori della portata dei
pirati, cominciò a correre il più lontano possibile con
la speranza che nessuno almeno fino al giorno successivo,
si sarebbe accorto di nulla. La sua intenzione era quella
di arrivare al tesoro prima di tutti loro. Al contrario
degli altri Kaori aveva a lungo esaminato quella mappa e
poteva dirsi certa di trovare velocemente la strada che
la avrebbe condotta alla meta e quel pomeriggio, era
volontariamente rimasta in silenzio, sperando di
prolungare la 'gita', nel tentativo di elaborare un piano
infallibile.
Kaori sperava di poter trovare il bottino e di sottrarne
una consistente parte per sé senza che nessuno lo
venisse a sapere. Se fosse stata abbastanza abile e
veloce, di sicuro sarebbe riuscita a fare tutto quella
notte, così da tornare in tempo per il mattino
successivo e riposizionare la mappa tra le cose del
capitano Ryo.
La luce della luna quasi piena fu un ottimo aiuto per la
ragazza che con la mappa cercava di orientarsi in quella
difficile situazione. Nonostante si ritenesse abbastanza
sicura di sé, il suo cuore continuava a farle provare
una costante sensazione di ansia e la cosa non faceva
altro che innervosirla. Inoltre i rumori sinistri della
notte, la facevano balzare ad ogni minima variazione e i
suoi nervi già abbastanza scossi, dovettero lottare per
non cedere del tutto.
Alla fine di una interminabile analisi della carta,
finalmente Kaori poté affermare con sicurezza quale era
la strada da prendere per arrivare al punto segnato sulla
mappa, ma proprio quando cominciò decisa la sua avanzata
sentì una strana sensazione che la costrinse a voltarsi
di scatto.
"Chi
chi è là!" chiese con un grido
strozzato, pentendosi successivamente della sua
avventatezza, considerando il fatto che di sicuro avrebbe
fatto meglio a rimanere in silenzio.
Gli occhi della ragazza vagavano alla ricerca di qualcosa
nell'oscurità e proprio quando meno se lo aspettava, il
suo sguardo si soffermò terrorizzato su una grossa ombra.
Un cespuglio si mosse sotto la pressione di un corpo
massiccio e piuttosto alto, rivelando infine agli occhi
della ragazza una figura conosciuta.
"Ryo
" mormorò incredula e spaventata.
L'uomo la osservò per un interminabile attimo, senza che
una sola parola fuoriuscisse dalle sue labbra, serrate in
un ghigno sdegnato.
"Sei
sei una persona diabolica!" disse
poi tradendo una grande agitazione.
Kaori si sentì inondare da un profondo senso di colpa.
Ora per la prima volta realizzò di avere per la seconda
volta deluso quel pirata e per questo, nonostante lo
avesse fatto per raggiungere il suo obbiettivo, la fece
sentire terribilmente in colpa.
"Io
" balbettò prima di richiudere la
bocca bloccata da una tagliente affermazione di Ryo.
"Stai zitta
non hai nemmeno il diritto di
parlare
tu
tu
" il pirata non riuscì
a trovare un nome adatto per descriverla.
Kaori sentì il terrore scorrerle sulla schiena non
appena vide il pirata prendere tra le mani un lungo
coltello, credendo che forse, questa volta non se la
sarebbe cavata con una semplice lavata di capo.
Ryo lo agitò tra le mani e senza preavviso lo scagliò
con violenza verso la ragazza, mentre questa non riuscì
a fare altro se non a ripararsi il capo con entrambe le
braccia.
Stranamente il colpo che credeva sarebbe presto arrivato
non giunse, e si stupì di ritrovare invece il coltello
conficcato al tronco dell'albero dietro di lei, mentre
intorno al freddo metallo dell'arma si contorceva un
grosso serpente.
La ragazza urlò per lo spavento e arretrò
inconsciamente andando a sbattere contro il pirata che
nel frattempo era avanzato.
"Tu nemmeno sai quali siano i pericoli di
quest'isola!" disse freddo recuperando il suo
coltello con uno strattone deciso.
Kaori deglutì, mentre sentiva un moto di nausea, vedendo
la fine indegna del povero serpente.
Solo poco dopo rivolse nuovamente la sua attenzione a Ryo.
"Avanti fammi quello che vuoi!" esclamò ora
sfiduciata ma pronta a ricevere una degna punizione che
in fondo sentiva di meritare.
Ryo la guardò in faccia, credendo che sarebbe bastato
davvero poco per fargli perdere il controllo e colpire
così a morte la ragazza, ma qualcosa dentro di lui gli
impedì di compiere un gesto tanto vigliacco nei
confronti di una persona disarmata e soprattutto donna.
L'uomo alzò una mano come se fosse pronto a lanciarle un
sonoro ceffone e mentre Kaori chiuse gli occhi pronta a
ricevere la botta sentì invece scivolare una mano
callosa sul suo volto e quando riaprì gli occhi cercando
di capire cosa stesse succedendo il viso di lui era
talmente vicino a quello di lei che si sentì cogliere da
una leggera vertigine.
"Guarda che poi io ti prendo in parola!"
sussurrò malizioso Ryo riferendosi all'affermazione che
la ragazza aveva fatto precedentemente e senza darle il
tempo di obbiettare le serrò le labbra con un lungo e
profondo bacio.
La ragazza lottò solo i primi secondi ma poi non riuscì
a non rispondere a quel gesto, sentendo che era una cosa
che aveva desiderato sin da quando sulla nave, aveva
realizzato di provare qualcosa per lui e il subbuglio di
sentimenti che per la prima volta sentiva agitarsi nel
suo cuore, non le permise di pensare a niente altro che
al suo bel pirata.
I due rimasero coinvolti nei loro affari a lungo e solo
quando sentirono di dover respirare si lasciarono,
entrambi piuttosto confusi da quello che era appena
successo.
Ryo fece un profondo sospiro e si allontanò di qualche
passo tenendo tra le mani la mappa che con un gesto da
abile ladro era riuscito a recuperare, mentre Kaori
spalancando gli occhi cominciò a mordicchiarsi il labbro
inferiore imbarazzata.
"Perché!" chiese improvvisamente Ryo tenendo
la mappa alta di fronte a lui, in modo di permettere alla
ragazza a cosa si riferisse.
"E' una lunga storia!" rispose Kaori sospirando
ormai consapevole che il suo segreto non avrebbe potuto
essere tenuto nascosto ancora per molto.
"Io ho tutta la notte per ascoltarla!" e così
dicendo si sedette sul tronco di un albero spezzato e si
apprestò ad ascoltare il racconto della ragazza.
"Dannazione ragazza mia sei una continua sorpresa
per me!" esclamò Ryo finalmente a conoscenza di
tutta la pura e semplice verità.
"Per me è davvero troppo importante!" disse
Kaori deglutendo con gli occhi fissi a terra.
Il pirata alzò le braccia al cielo stiracchiandosi.
"D'accordo
ma tu davvero pensavi di poter
attuare il tuo assurdo piano senza che nessuno se
accorgesse, sei un po' ingenua!"
"Io non sono ingenua
" protestò Kaori
stringendo i pugni "
ero convinta di
!"
"Convinta di che?" la interruppe Ryo "Sei
una ingenua
e lo dimostra il fatto che tu ti sia
fatta baciare così facilmente!"
"Che cosa?" urlò Kaori incredula "Ascolta
bello mio, io non mi sono fatta baciare perché sono
un'ingenua
se ti ho permesso di farlo era
semplicemente perché lo volevo!"
"Uhh, una dichiarazione in piena regola!" la
canzonò Ryo colpendola nell'orgoglio.
"Una
una che?"
"Una dichiarazione
conosci il significato di
questa parola?"
"Certo che lo conosco, ma non era per quello che
!"
"D'accordo, d'accordo
ora ascoltami
"
pose fine alla discussione Ryo tornando serio "
riprendendo il discorso del tesoro
finalmente ho
capito quello che ti ronzava nella testa sin dall'inizio,
non che io non abbia avuto dei dubbi circa l'intera
faccenda, ma ora tutto mi è chiaro. Tu sai cosa ti
aspetta veramente stavolta non appena avremo recuperato
il tesoro
vero?"
"Mi scaricherai in qualche continente!" disse
Kaori intuendo la sua sorte.
"Esatto
non posso sul serio permettere che tu
continui con questa vita
adesso so che hai le
capacità per essere un pirata ma io non sono solo su
quella nave. Ci sono pirati che se venissero a conoscenza
del tuo piccolo segreto, ti ucciderebbero senza il minimo
pentimento. Se mi sono arrabbiato io quando ho scoperto
la cosa, immagina come si sentirebbero loro
la tua
bugia non potrà andare avanti per molto. Anche Mick
comincia a sospettare qualcosa!"
Kaori riconobbe una punta di rammarico in quella frase.
"Avevi deciso questo sin dall'inizio vero?"
chiese mormorando "Se avevi deciso di mollarmi,
perché poi hai cambiato idea e mi permesso di proseguire
il viaggio fino a qui?"
"Ci sono ben tre validi motivi: prima di tutto ho
pensato che sarebbe stato un vero peccato perdere
importanti giorni di navigazione, sapendo ormai che avrei
potuto usarti come un valido mozzo, in più già avevo
deciso che ti avrei riportato sulla terraferma a missione
compiuta. Un altro motivo determinante è stata la mia
curiosità. Volevo sapere quali fossero i reali motivi
che ti spingessero a seguire dei pirati come noi, ed ora
la mia smania di conoscenza è stata colmata!" e
detto questo si interruppe per fare un significativo
occhiolino alla ragazza.
"E il terzo motivo?" chiese questa in attesa
del compimento della frase.
"Quale terzo motivo?" chiese Ryo fingendosi
sorpreso.
"Il terzo motivo
sei stato tu a dire che ce ne
erano tre validi!"
"Ah il terzo motivo
" esclamò il pirata
ad alta voce "Ma si, il terzo motivo non è poi così
importante!" e detto questo fece un gesto come per
scacciare lontano il pensiero.
Kaori fece una smorfia con le labbra e avanzò
minacciosamente verso l'uomo.
"Il terzo motivo!" disse digrignando i denti.
Ryo la osservò divertito poi rivolse la sua attenzione
ad un ciuffo d'erba vicino a lui, sapendo, in questo modo
di farle perdere la pazienza.
"Allora
ho il diritto di sapere!" gridò
esasperata prendendo l'uomo per il bavero della giacca
scotendolo leggermente.
"Il terzo motivo
!" cominciò lui
liberandosi dalla presa di Kaori, guardandola negli occhi
"Il terzo motivo è che credo di essermi innamorato
di te!"
La frase venne appena sussurrata e Kaori ebbe
l'impressione che fosse stato il vento a lanciarle quel
messaggio così diretto e sconcertante ma solo scrutando
nell'espressione di Ryo riuscì a capire che era stato
veramente lui a pronunciare quelle parole.
"Tu
" disse inizialmente non sapendo cosa
rispondere, ma poi un dubbio atroce prese il posto dello
smarrimento iniziale e cambiò atteggiamento.
"Ci stavo davvero per cascare con tutte le scarpe!"
esplose ridendo nervosamente.
"Cosa vuoi dire?" chiese Ryo preso alla
sprovvista da quell'atteggiamento.
"Credi davvero che io sia una ingenua? Guarda che
conosco la tua fama da donnaiolo incallito, lo so che
dici queste cose ad ogni do
!"
"No!" gridò Ryo interrompendola bruscamente
"Pensi davvero che potrei dire queste cose ad una
donna, senza sentirle seriamente?"
Kaori stranamente si fidava di lui, la sincerità nella
sua voce la spiazzò, inoltre non lo aveva mai visto così
visibilmente scosso.
"E' la prima volta che dico una cosa del genere ad
una donna
e se mi conoscessi bene lo sapresti di
sicuro
non
non mi ero mai
"
"
sentito in questo modo?" concluse Kaori
per lui prendendogli una mano "Diavolo nemmeno io!"
Ryo alzò lo sguardo e lesse nei suoi occhi lo stessa
strana agitazione che anche lui provava.
"Ehi ragazza stai cominciando a parlare come un vero
pirata!"
"Imparo alla svelta
!" e con freddezza
afferrò il suo viso e lo avvicinò al suo baciandolo
come lui prima aveva fatto con lei.
"
decisamente in fretta!" esclamò Ryo
ridendo.
Il mattino successivo Ryo e Kaori riuscirono a tornare
all'accampamento prima che tutti gli altri membri
dell'equipaggio potessero accorgersi della loro assenza.
Entrambi tenevano sottobraccio alcuni sacchi che il
capitano si affrettò a nascondere prima di venire
scoperto e quando Sam per primo aprì gli occhi al nuovo
giorno, si meravigliò di trovare altra gente sveglia
molto prima di lui.
"Ehi!" borbottò mettendosi a sedere
stropicciandosi gli occhi.
Ryo gli rivolse un saluto, strizzando poi l'occhio a
Kaori e questa distolse lo sguardo nascondendo
l'incontenibile voglia di ridere.
Per tutto il resto della giornata ci furono diverse
discussioni riguardo alla posizione del tesoro e solo
dopo molte ore si arrivò all'apice dell'intricata
matassa.
"Eccolo!" esclamò Mick additando un cumulo di
terra smossa proprio ai piedi di una roccia a forma di
aquila, proprio come riportato fedelmente dalla mappa.
"Un posto davvero pittoresco!" commentò un
altro pirata grattandosi la nuca con la punta di un
uncino.
Mick fu il primo ad avvicinare il luogo nel cui si
supponeva dovesse esserci il bottino e dovette notare
qualcosa di molto strano, perché quando si voltò verso
i suoi compagni aveva una strana espressione dipinta sul
volto.
"La terra è stata smossa da poco!" disse poi
osservando Ryo, il quale sembrava poco interessato alla
cosa.
"Potrebbero essere passati altri prima di noi!"
rispose il capitano alzando gli occhi al cielo recitando
una parte poco consona alla sua reale natura. Mentire di
sicuro non era il suo forte.
Mick seguendo un'intuizione, preferì non calcare la mano
sull'argomento e data la stupidità degli altri membri
dell'equipaggio proseguì con la sua ricerca senza
aggiungere altro.
Sotto alcuni centimetri di terra, giaceva una piccola
cassa di legno marcio e senza fatica Mick con l'aiuto di
altri tre pirati, riuscì a portarla alla luce del sole.
La serratura era già stata aperta in precedenza, ma
nessuno tranne Mick sembrò accorgersene. Una volta che
il contenitore fu aperto, tutti trovarono una grossa
quantità di monete d'oro ad attenderli. Monete coniate
solo pochi anni antecedenti all'attuale data.
Probabilmente la mappa non era poi così vecchia come si
credeva e sicuramente erano stati i vecchi proprietari a
trattarla male.
Un urlo di gioia si levò tra tutti i presenti e anche
Kaori si lasciò trasportare dall'entusiasmo, sebbene lei
avesse già avuto la sua parte di emozioni la sera prima,
quando Ryo la aveva accompagnata in quello stesso posto,
per prendersi una parte del bottino, permettendole così
di cominciare a realizzare una parte del suo sogno.
Era stato proprio nel momento in cui le aveva comunicato
che le avrebbe volentieri ceduto una parte del bottino,
che la ragazza aveva finalmente capito fino a che punto
arrivassero per lei i sentimenti del pirata, e fu in
anche in quel momento che realizzò che presto avrebbero
dovuto necessariamente separarsi.
Mentre le urla entusiaste dei pirati continuavano durante
il tragitto che li avrebbe di nuovo condotti sulla nave,
Kaori si intristì evidentemente e notando in parte il
suo tormento, Ryo per quel lasso di tempo, non potè fare
altro che attendere un altro momento più opportuno per
parlarle di nuovo.
Il tesoro venne accolto da tutto il resto dell'equipaggio
con ulteriori grida e canti in perfetto stile piratesco e
quella notte qualcosa disse loro che non si sarebbero di
certo risparmiati con i festeggiamenti, accompagnando il
tutto con largo uso di birra e rhum.
"Che freddo!" mormorò Kaori sedendo sola in
disparte sotto il timone.
La ragazza si strinse le ginocchia al petto e faticò ad
osservare il cielo quella sera così affascinante e,
nonostante si fosse ripromessa di non piangere, calde
lacrime andarono a rigarle il viso.
"Cosa abbiamo qua?"esclamò improvvisamente
Ryo, sedendole di fianco.
La ragazza fece del suo meglio per asciugarsi le lacrime,
ma ormai il pirata aveva visto tutto.
"Tieni!" le disse porgendole un boccale di rhum.
La ragazza lo prese tra le mani e cominciò a berne
profondi sorsi.
"Domani saremo in vista del porto!" disse poi
il capitano stringendosi la giacca addosso.
Kaori annuì solamente continuando a bere.
"Domani
sbarcherai!"
"Lo so, è inutile che continui a ripeterlo!"
replicò lei questa volta piuttosto stizzita da
quell'atteggiamento.
"Come osi rivolgerti a me in questo modo?" cercò
di sdrammatizzare l'uomo, fingendosi risentito.
"Mi perdoni signor capitano Ryo il terrore dei mari
e
di tutte le donne del mondo!"
"Ehi
io non sono il terrore delle donne,
semmai il contrario!"
"Ceeerto!" disse Kaori sorridendo.
"Piuttosto
" riprese Ryo tornando serio
"
hai già deciso come fare per cominciare la
tua attività, con tutti i soldi che ti sei presa dal
bottino?"
"Si
però questa volta comincerò a lavorare
come una donna
diventare un uomo è troppo
problematico!"
"Giusta considerazione!" esclamò Ryo
scompigliando i capelli della ragazza.
"E tu?" chiese poi Kaori posando il boccale
ormai vuoto sul pavimento opaco della nave "Tu che
cosa farai?"
"Io? Bè, io continuerò la mia solita vita!"
"Già!"
"Già!"
"Credi che ogni tanto passerai con la tua nave,
dalle mie parti?" chiese Kaori alzando gli occhi
verso il cielo, troppo emozionata per guardare il pirata.
"Chi può dirlo
comunque spero proprio di si!"
"Allora io ti aspetterò!"
Ryo si sentì lusingato da quella affermazione e in un
cero senso, sperò vivamente che un giorno potesse
davvero realizzare le aspettative della donna.
"Sarà bello sapere di essere atteso da qualche
parte!" mormorò Ryo.
"Si
come nella canzone di Jim!"
"Si
come nella canzone!"
FINE
|