P A R T N E R

La stanza era scura. Era riempita di ombre che gli occhi non potevano distinguere. Le spalle di Kaori erano nude, solamente le due spalline sottili della sua t-shirt su di loro. Lei aveva freddo. Anche se non aveva voglia di coprirsi. Voleva sentire freddo. Preferiva questo piuttosto che non sentire niente. Qualche volta aveva paura di non sentire niente.

L'incubo era stato terribile. Non riusciva più a dormire. Non voleva più dormire, l'incubo sarebbe ritornato. Aveva sognato Hideuki. Lui le aveva parlato, ma lei non riusciva a ricordare quello che le aveva detto. Forse non aveva capito la sua voce. Un sentimento di profonda tristezza stava opprimendo il suo cuore. Si sentiva sola. Aveva litigato con Ryo. La stessa vecchia storia. Non era davvero abbastanza brava per fare questo lavoro?

Anche il vetro della finestra era freddo. Le sue dita lasciarono un segno confuso su di lui dove lei lo aveva toccato. Fuori stava piovendo. Una pioggia dura e spessa. Acqua, secchi di acqua che precipitavano di fronte a lei. Ed il suono. Le piaceva quel rumore. Era così furioso che poteva far tacere i suoi pensieri.

Dietro a lei c'era una tavola. E dall'altro lato di quella tavola Ryo si stava avvicinando a lei. Ma lei non l'aveva visto. La sua figura era così calma, ora lei non sembrava la donna violenta che era a volte. Sì, violenta, ed avventata e coraggiosa. Lei era tutto ciò e ancora di più. Lei era come un gatto selvatico. Donna impulsiva, sensuale, tenera.

I passi di Ryo sul pavimento di legno, sebbene con i piedi nudi, si avvicinarono e Kaori riuscì a sentirli. Ma non si girò. Lei non era più adirata con lui, lei non poteva, ma volle essere un po' difficile. Ryo si sedette sulla tavola, stando in silenzio. Si sedette solamente là, fissandola da dietro.

Per un lungo tempo nessuno dei due disse niente. Loro combatterono una lunga battaglia di silenzi. Loro erano stati fatti per combattersi l'un l'altra eternamente, quello era sicuro, in ogni aspetto della vita.

Infine era troppo per Kaori. Lei parlò tentando di nascondere la tensione.

- Beh, che diavolo stai guardando?
- Te...- lui ripeté con calma.

Kaori tentò con molta fatica di non arrossire. Chiaramente invano. Cosa?! Cosa aveva appena detto?! Dannato, perché stava scherzando su ciò?

Qualche altro secondo di silenzio, e poi lei poté sentire di nuovo i suoi passi, finché lui arrivò dietro di lei, toccando il suo torace contro la sua schiena e lasciando il calore fluire dal suo corpo a quello di lei. Che cosa stava facendo?

- Mi dispiace… - disse con la sua voce maschile, improvvisamente troppo vicino per l'autocontrollo di Kaori. L'unica via di fuga che aveva era l'ironia.
- Come è successo, che ora sai come scusarti?

Sebbene si aspettasse una risposta ironica, quello che invece sentì era solamente un sospiro basso e piccolo. Lei non doveva vedere la sua faccia per sapere che stava sorridendo.

- Questa è la mia partner. Non ne hai mai abbastanza di lottare, vero?
- E tu?
- Colpito. - fece una piccola pausa. - Ma stanotte non voglio.

Il corpo di Kaori si rilassò, respirando con calma e profondamente. Il suono della pioggia, il suo calore dietro di lei ed il confortevole momento di intimità condiviso le produsse una sensazione meravigliosa di essere viva.

- Io non volevo davvero litigare con te oggi. Solo che io, alle volte, non riesco a tenere la bocca chiusa.
- Basta, Ryo tu hai ragione. - Ryo stava quasi per rispondere, ma lei riuscì ad interromperlo.
- No, lasciamo perdere, io non voglio parlare di questo adesso. Forse un altro giorno.

Poi lei si spostò indietro contro di lui. In risposta lui avvicinò la guancia alla sua testa e la circondò con le sue braccia.

E per molto tempo stettero così, godendosi quel contatto.

Guardaci, lei pensò, qui, insieme nell'oscurità. Per quanto tempo ho sognato una cosa come questa. È vero che si erano avvicinati dal quel meraviglioso giorno del matrimonio di Miki, ma questo era il loro approccio più intimo.

Beh, cosa poteva chiedere di più. Per ora, questo le bastava, loro avevano tempo. Lei non voleva affrettare le cose. Lei voleva essere sicura che, qualunque cosa fosse successa tra loro, sarebbe successa perché entrambi lo volevano, e non perché qualcuno stava spingendo. Questo era il flusso dei suoi pensieri.

Riguardo a pensieri di lui, chi lo sa? Questa volta aveva sorpreso Kaori, che era l'unica che sapeva sempre cosa passava per la sua testa, se qualcuno mai poteva saperlo. Lui abbassò la sua testa da dove aveva respirato il profumo dei suoi capelli negli ultimi minuti, alla pelle morbida del suo collo. Fece scorrere leggermente le sue labbra lungo la pelle dalla testa alla spalla destra, spostando la sottile spallina per baciare anche lì.

L'aria si bloccò nella sua gola al quel tocco, e diventò tesa. Non era che non le piaceva, ovviamente no, le piaceva, era stato meraviglioso. Ma era stato molto strano, troppo dolce e tenero per essere da Ryo. Si doveva girare per controllare se fosse veramente lui. Era lui. Lui stava in piedi con un sorriso sulle labbra. La sua reazione sembrò divertirlo. Lei ringraziò l'oscurità per aver nascosto il fatto che stava arrossendo.

- Cosa c'è? Cosa c'è di così divertente?
Il suo sorriso diventò più largo.

- Nulla. - le sue mani non avevano lasciato la sua schiena.
- Nulla, mia dolce partner. Il mio Sugar boy. - i suoi occhi guardarono intensamente in quelli di lei, facendo una promessa a lungo desiderata dai due. Lui la vide rimandargli quella promessa. Baciò la sua fronte ed accarezzò allegramente la sua testa prima di tornare nella sua stanza.

Il suo cuore stava battendo veloce, tanto quanto quello di lui. Lei non si sentiva più sola, così come lui. Stasera, loro erano un poco più certi che si appartenevano l'un l'altra per il resto delle loro vite. E avevano tutta la vita davanti a loro per adempiere a quella promessa.

Fine