17.
Lotta sull'Acquaneve
- Sto morendo di fame. -
Grainne e Legolas, stupefatti, si voltarono a guardare il
guerriero dai capelli rossi, che si stava massaggiando il
ventre con una mano.
- Beretar...siamo partiti da tre ore...non posso credere
che tu sia già affamato ! - disse Grainne.
- E invece lo sono ! - ribattè Beretar - Stamattina sono
uscito molto presto, con la ferma intenzione di andarmene
per i fatti miei, e non ho nemmeno fatto colazione per
evitare di incontrarvi... -
- Evidentemente, però, la tua coscienza deve averti
parlato... - disse Legolas.
- Umph ! Diciamo solo che ho riflettuto un po'...e penso
di aver preso la decisione più giusta. Più giusta per
me, però, non per il mio stomaco ! -
Grainne e Legolas risero, sentendo il ventre di Beretar
protestare vivacemente alla mancanza di cibo.
- Temo che dovrai aspettare che arriviamo ad Edoras per
mangiare. Nemmeno noi abbiamo provviste, e perderemmo
troppo tempo, fermandoci adesso. - disse la ragazza.
- E chi ve lo dice ? - Beretar fermò il suo cavallo e ne
affidò le redini a Grainne. - Sarò di ritorno fra un
attimo. -
Sbigottita, Grainne guardò l'uomo sparire di corsa tra
gli alberi.
- E adesso che facciamo ? - domandò.
- E' evidente. Ci fermiamo anche noi. - disse Legolas
scendendo da cavallo.
Grainne lo guardò perplessa. - Ma non eri tu quello che
voleva arrivare ad Edoras il più presto possibile ? -
- A stomaco vuoto non arriveremo da nessuna parte,
Grainne. Non mangiamo da ieri pomeriggio. Io posso
resistere ancora, ma voi due...credo proprio di no. -
- Un altro punto a sfavore della razza umana... - disse
ironicamente Grainne smontando di sella e avvicinandosi a
Legolas - Penso proprio che comincerò a detestare gli
Elfi... -
- Ne sei sicura ? - disse Legolas sorridendo e chinandosi
a baciare la ragazza.
I due legarono i cavalli ad un albero, poi Grainne si
sedette sull'erba mentre Legolas si guardava intorno.
- Magnifico ! - esclamò ad un tratto l'elfo
arrampicandosi agilmente su una pianta che si trovava
accanto a Grainne e scomparendo tra i suoi rami.
- Legolas ! Cosa... ? Oh ! - La ragazza si scansò
velocemente da sotto l'albero, mentre dai suoi verdi rami
piombarono a terra numerosi frutti rossi, simili a mele,
l'ultimo dei quali fu seguito da Legolas, che con un
balzo si lasciò cadere dal ramo più alto.
- Questi ci toglieranno fame e sete per un po'. - disse
Legolas chinandosi a raccogliere i frutti con l'aiuto di
Grainne.
- La toglieranno ai cavalli, forse. -
Beretar apparve improvvisamente dal fitto della
boscaglia, con un'espressione soddisfatta dipinta sul
viso. Al suo fianco pendeva una bisaccia rigonfia.
- Le erbacce sono per gli animali ! Questo è cibo ! -
disse poi sedendosi sull'erba e svuotando il contenuto
della bisaccia, che consisteva in pane e carne essiccata.
L'elfo e la ragazza si guardarono sorpresi, poi
guardarono il guerriero con aria sospettosa.
- ...Dove hai preso queste cose ? - domandò Grainne.
Beretar sbuffò. - Le ho trovate - rispose - C'è forse
qualche problema ? Abbiamo bisogno di energie, e quella
stupida frutta non sarà sufficiente a saziarci per tutto
il viaggio. -
- Beretar, questo è pane ! - sbottò Grainne.
- Lo vedo. -
- Beh, non mi risulta che il pane cresca sugli alberi o
la carne sottoterra... - disse Legolas incrociando le
braccia.
Beretar spostò altrove lo sguardo. - Insomma, l'ho solo...preso
in prestito, ecco ! -
- Ah, sì ? E come pensavi di restituirlo ? Masticato ? -
disse Legolas.
- Ho lasciato un guerriero e ritrovo un buffone ! - disse
Grainne dando un rabbioso calcio alla terra - Beretar,
dimmi subito dove hai preso tutto questo cibo ! -
Il guerriero sospirò. - Ricordate quel viandante che
abbiamo incrociato poco prima di fermarci qui ? Beh... -
- Non credo alle mie orecchie ! - sbottò Grainne -
Beretar, come hai potuto derubare quel poveretto ? ! -
- Oh, non se la passava tanto male, fidati... - disse
Beretar estraendo dalla tasca un sacchetto pieno di
monete tintinnanti.
Grainne e Legolas guardarono l'uomo, esterrefatti. - Sei...sei
un ladro ! Sei diventato un volgarissimo ladro ! - esclamò
Grainne.
- Diciamo che rubo ai ricchi per dare ai poveri... -
- Certamente...e scommetto che il povero sei tu... -
disse Legolas.
- Come hai fatto a indovinare ? - rispose Beretar con
aria innocente.
- Beretar, riporta subito questa roba al suo
proprietario, sempre che tu non...non...oh, grande Eru,
non voglio nemmeno immaginarlo ! ! - disse Grainne
portandosi una mano al viso.
- Calma, calma, Capitano - disse Beretar con voce seria -
Sono un ladro, non un assassino. E poi il "poveretto"
non era altro che un ricco e sprovveduto mercante di
Edoras che viaggiava in incognito. Non ha perso molto,
credimi. Anzi, non credo nemmeno che mi abbia notato.
Aveva legato la borsa al suo cavallo, ho agito in tutta
tranquillità mentre si abbeverava nell'Acquaneve. -
disse poi indicando il fiume che scorreva poco lontano da
loro.
Grainne lo guardò, furibonda. - Sei il disonore dei
Cavalieri di Rohan, ecco cosa sei ! ! -
- I cavalieri di Rohan sono già abbastanza disonorati
senza il mio contributo, Capitano ! - ribattè Beretar
mettendosi faccia a faccia con Grainne, le mani sui
fianchi.
- Grainne... - sussurrò Legolas afferrando il braccio
della ragazza e guardandosi intorno con aria inquieta.
Grainne non gli prestò attenzione.
- Non chiamarmi "Capitano" con quel tono,
Beretar ! - disse agitando un dito davanti al guerriero.
- Ascoltate... - tentò nuovamente Legolas camminando
intorno ai due con circospezione, sempre più agitato.
- Perché, cosa succederà altrimenti ? - rispose Beretar
in modo arrogante.
All'improvviso, un'enorme clava di pietra si abbattè
accanto ai tre compagni di viaggio, facendoli sobbalzare
dallo spavento. Dagli alberi comparve poi un'orribile
creatura alta il doppio di un uomo, con il corpo
interamente ricoperto di scaglie verdi, che, ruggendo,
fece roteare la clava attorno alla sua testa.
- Olog-hai ! - gridò Legolas - Fuggiamo ! -
Beretar e Grainne riuscirono appena a scansarsi quando la
pesante clava del mostro si abbattè nuovamente accanto a
loro.
- Ma che cos'è ? ! ? - esclamò Beretar, incapace di
muoversi.
Prima che qualcuno potesse rispondergli, la creatura
lanciò un altro ruggito di rabbia e sollevò la sua arma
per abbatterla sul guerriero. Con un balzo felino,
Legolas si lanciò contro Beretar e lo gettò di lato,
evitandogli di finire schiacciato.
- E' un Olog-hai ! - esclamò l'elfo - Un Troll dei
boschi ! -
- Chiunque sia, noi non saremo il suo pasto ! - disse
Grainne rialzandosi e sguainando la spada. Poi si chinò
di scatto e colpì l'Olog-hai alla caviglia. Il Troll urlò
di dolore.
Legolas incoccò velocemente una freccia e la sganciò,
mirando alla fronte del mostro, ma questo, con una
rapidissima mossa, bloccò la freccia a mezz'aria.
- Credevo che i Troll fossero tutti incommensurabilmente
stupidi ! - esclamò Beretar.
- Non questo ! - rispose Legolas centrando un occhio
della creatura, la quale si contorse gridando e si strappò
il dardo dall'occhio ormai accecato.
- E' fatta ! - gridò Grainne - Ai cavalli, presto ! -
Ma, come un vortice, il Troll abbattè con un colpo
orizzontale gli alberi che si trovavano accanto ai tre, i
quali caddero a terra mentre i loro cavalli, ormai
liberi, fuggivano al galoppo.
Sgomenti, i tre compagni si rialzarono e corsero via il
più velocemente possibile, mentre Legolas continuava a
scagliare frecce nella direzione del Troll. Ma la sua
pelle era estremamente dura, e i dardi rimbalzavano su di
essa come sulla pietra.
- Andiamo verso l'Acquaneve ! - gridò Beretar.
I tre corsero all'impazzata, seguiti dal mostro che non
aveva intenzione di desistere e si stava mostrando
incredibilmente resistente e veloce. Girandosi indietro
più volte, il piccolo gruppo corse senza nemmeno sapere
in quale direzione si stesse muovendo, fino a quando si
fermarono all'improvviso sul bordo di una cascata. A
causa di quel brusco arresto, Beretar perse l'equilibrio
e rischiò di cadere, ma Grainne e Legolas riuscirono a
trattenerlo.
Ma quando si girarono di nuovo, videro che il Troll li
aveva raggiunti e, sanguinante, stava sollevando di nuovo
la sua clava.
Legolas si guardò rapidamente intorno ; vide la cascata,
i massi umidi che la circondavano e l'Acquaneve che
scorreva impetuoso. Troppe sterpaglie lungo la riva
impedivano una corsa veloce lungo essa.
- E' finita ! - gridò - Non abbiamo altre vie di fuga !
-
Beretar rimase immobile per un istante, la mente in
subbuglio, poi si voltò verso i due compagni. - No ! -
disse - Una c'è ! -
In un attimo, srotolò dalla cintola una lunga frusta che
scagliò verso un ramo pendente da un robusto albero che
si trovava lungo la riva opposta, proprio al limite della
cascata, avvolgendosi intorno ad esso.
- Tenetevi a me ! - gridò il guerriero.
- Sei pazzo ! - esclamò Grainne, obbedendo però a
quell'ordine.
Appena prima che la clava del Troll si abbattesse sul
gruppo, Beretar si lanciò attraverso il fiume,
afferrando stretto il manico della frusta e lasciandosi
andare con essa verso l'altra sponda. Grainne gridò, e
Legolas chiuse gli occhi mentre si immergevano di colpo
nelle fredde acque del fiume. Lottando contro la
corrente, Beretar cercò di tirare se stesso e i compagni
verso il ramo su cui la frusta era arrotolata, ma esso si
piegava sempre di più per il peso che era costretto a
sopportare.
- Non ce la faremo mai, Beretar ! - esclamò Grainne
stringendosi al guerriero con tutte le sue forze.
- Ce la faremo, invece ! - rispose Beretar - L'importante
è che il ramo non... - Improvvisamente si udì un
sinistro scricchiolio. - ...ceda ! ! -
In men che non si dica, il ramo si spezzò e i tre
vennero trascinati via dalla corrente verso la cascata,
dalla quale precipitarono gridando di paura, e, dopo
alcuni attimi interminabili, piombarono nell'acqua molti
piedi più in basso.
Dopo aver percorso sott'acqua una distanza indefinibile,
Legolas, annaspando, riuscì ad emergere in superficie, e
si trascinò faticosamente a riva afferrandosi ad una
radice sporgente. L'elfo si buttò sulla sponda
dell'Acquaneve, ansimando, e, dopo aver tossito tutta
l'acqua che aveva ingerito, si appoggiò sui gomiti,
guardandosi intorno. La sua spada e l'arco erano stati
portati a riva e giacevano poco distanti da lui ;
tastandosi la cintura, sentì che, fortunatamente, il
pugnale e la borsa erano ancora al loro posto. Le uniche
perdite evidenti erano le sue frecce. Rialzandosi, cercò
con lo sguardo i suoi compagni, convinto che non fossero
affatto lontani. Poco più in là, infatti, Beretar si
stava strizzando il mantello. Con il cuore in tumulto,
Legolas lo raggiunse.
- Hai visto, Elfo ? - disse il guerriero togliendosi uno
stivale per farne uscire l'acqua - Non è andata come
prevedevo, ma siamo comunque riusciti a liberarci di quel
dannato Troll... -
Legolas non gli prestò la minima attenzione e continuò
a guardarsi intorno con espressione sgomenta, i capelli
fradici incollati sul viso.
- No... - disse.
- Qualcosa non va ? - chiese Beretar avvicinandosi a lui,
con espressione preoccupata.
- Grainne ! - esclamò rabbiosamente Legolas avventandosi
contro il guerriero e afferrandolo per il collo della
tunica - Stupido bestione ! Abbiamo perso Grainne ! ! -
- Non può essere lontana - disse Legolas che, con il
cuore in gola, correva lungo la sponda del fiume cercando
febbrilmente Grainne, seguito da Beretar - La corrente
non era molto forte. Forse, più a valle... -
Dopo aver percorso un tratto abbastanza lungo, si fermò
a riprendere fiato.
- Non la troveremo - disse l'uomo ansimando - Non la
troveremo più... -
L'elfo non badò alle sue parole.
- Legolas... - disse Beretar, preoccupato, appoggiandogli
una mano sulla spalla.
Con uno scatto, il principe scostò la mano del guerriero
e lo fissò negli occhi.
- Non parlare ! - gridò - Non dire una sola parola ! -
- Legolas, stiamo solo perdendo tempo...se l'acqua non
l'ha ancora portata a riva per tutto questo tratto,
significa che... -
- No ! - L'elfo si portò entrambe le mani alla testa.
Poi, furioso, puntò un dito contro il petto di Beretar.
- Stammi bene a sentire ! - disse - Se vuoi andartene,
sei libero di farlo. Nessuno ti trattiene. Ma io, senza
Grainne, non andrò da nessuna parte ! Continuerò a
cercarla, dovessi correre fino alla foce di questo
maledetto fiume ! Ma se non dovessi più trovarla... - Il
suo sguardo, dapprima duro e freddo come il ghiaccio,
diventò triste e disperato.
- Tu la ami. - disse Beretar.
- Più della mia vita. - rispose Legolas
Il guerriero dai capelli rossi tacque, volgendo lo
sguardo verso l'Acquaneve che scorreva ormai tranquillo.
- Anche se sono diventato un volgare ladro - disse -
Dentro di me resto sempre un Rohirrim...e un vero
Rohirrim serve il suo Capitano a costo della vita. -
Legolas sorrise, come per ringraziare Beretar per la
solidarietà che gli stava mostrando.
- Andiamo, Legolas - gli disse, battendogli una mano
sulla spalla - Cerchiamo il Capitano. -
Mentre la corrente la trascinava sempre più lontano,
Grainne, che aveva cercato disperatamente di tenersi a
galla, sentì le forze venirle meno. Perdendo conoscenza,
la ragazza si lasciò trasportare dai flutti, mentre il
suo pensiero inevitabilmente si rivolgeva al suo amore.
Perdonami, Legolas...devo nuovamente dirti addio...
Chiudendo gli occhi, provò un'indescrivibile sensazione
di leggerezza, come se il suo spirito fosse uscito dal
corpo e stesse volteggiando in un cielo dai mille colori.
Dunque è questo che si prova...ogni volta che il
nemico cade sotto i miei colpi, io gli dono...la serenità...
Ad un tratto, le apparve in lontananza una figura nota.
Colma di felicità, la ragazza cercò di raggiungerla, ma
un ostacolo invisibile la fece fermare a pochi passi di
distanza da essa.
Il cielo multicolore si trasformò in un mare d'erba, e
lei si trovò a posare delicatamente i piedi su un enorme
prato fiorito.
- Padre ! - gridò alla figura che la guardava sorridendo
- Sei venuto a prendermi ? -
L'uomo sorrise. - Quel momento è ancora lontano, figlia
mia. - le rispose.
Gli occhi di Grainne si riempirono di tristezza. - Ti
prego, padre mio, non mi lasciare...mi sento così debole...una
forza terribile mi sta soverchiando, e temo che presto
soccomberò... -
- In te ci sono vita e morte, Grainne...trova la vita e
con essa combatti la morte. -
- Sto già combattendo, padre, ma da sola non posso
farcela ! Ti prego, non mi abbandonare...non mi
abbandonare... - disse Grainne, supplichevole.
L'uomo scosse la testa. - Io non ti ho abbandonata,
figlia...sono sempre con te, ma non sono io quello che può
aiutarti. Devi credere in te stessa, ora che hai trovato
qualcuno che crede in te e sarà sempre al tuo fianco.
Ricorda che sarai solo tu a dover combattere. Sei una
guerriera, figlia mia, questo è il tuo destino...non
cedere mai...non cedere... -
La figura dell'uomo iniziò a dissolversi, e insieme a
lui anche il mare d'erba scomparve, e all'improvviso
sembrò calare l'oscurità.
- Padre ! - gridò la ragazza allungando un braccio
davanti a lei.
- Lotta, Grainne...vinci su te stessa, figlia... - disse
la voce dell'uomo, dissolvendosi nel buio.
Ad un tratto, Grainne si sentì soffocare, e, anche se
non poteva vederlo, avvertì distintamente qualcuno
afferrarla per le spalle.
- Grainne ! Grainne ! Puoi sentirmi ? - disse una voce
confusa. La ragazza aprì piano gli occhi e intravide due
sagome dai contorni sfuocati, chine su di lei. Un'altra
voce risuonò nelle sue orecchie, ma non riuscì a capire
le sue parole.
- Non così, sciocco ! Lascia fare a me ! -
Improvvisamente, Grainne sentì una forte pressione
sull'addome, e, quasi involontariamente, si alzò a
sedere di scatto, sputando tutta l'acqua che aveva nei
polmoni.
- Grazie al cielo... -
- Vorrai dire grazie a me ! -
Tossendo convulsamente, la ragazza alzò piano la testa e
si accorse di trovarsi fuori dall'acqua, in riva al
fiume, sotto gli sguardi preoccupati di Legolas e Beretar.
- Sono...ancora viva... - disse, riprendendo fiato e
scostandosi i capelli fradici dal viso.
Legolas la guardò con gli occhi colmi di lacrime di
gioia. - Temevamo di non trovarti più... - disse
stringendola a sè.
Beretar tossicchiò. - Veramente era lui che lo temeva...io
ero più che certo che tu fossi viva e vegeta ! Hai
sempre avuto una buona tempra, Capitano ! -
Legolas lanciò uno sguardo di disapprovazione al
guerriero, ma non potè evitare di sorridere.
- Beretar, cerca della legna. - disse, sollevando la
fanciulla tra le braccia - Abbiamo bisogno di un fuoco
per asciugarci. -
L'uomo annuì e si mise alla ricerca di rami secchi da
bruciare, mentre Legolas portava Grainne verso una
piccola radura poco lontana dal fiume, nella quale
avrebbero potuto accamparsi.
In breve, i tre si scaldarono davanti ad un bel fuoco
ardente, e ciò fu per loro di enorme sollievo. Legolas
si sedette accanto a Grainne, massaggiandole la schiena e
le braccia infreddolite.
- La tua mossa avventata poteva costarci cara, Beretar. -
disse Legolas con disapprovazione.
- Non essere troppo severo con lui, Legolas. In fin dei
conti è merito suo se ci siamo salvati. - obiettò
Grainne posando una mano sul braccio dell'elfo.
Beretar sorrise. - Legolas ha tutto il diritto di
rimproverarmi. - disse - Ha rischiato di perdere ciò a
cui teneva di più al mondo, Capitano. Non dimenticarlo.
-
L'elfo e la fanciulla si guardarono sorridendo. Poi
Legolas si rivolse a Beretar :
- No, ha ragione lei...sono io che devo chiederti perdono.
- disse con voce sincera. Ad un tratto, l'elfo si accorse
che Beretar, con aria sofferente, si stava stringendo il
braccio sinistro.
- Cos'hai, Beretar... ? Sei ferito ? - domandò Legolas,
preoccupato.
- Non è nulla. - mentì Beretar.
Sotto lo sguardo impensierito di Grainne, Legolas si
diresse verso il guerriero e lo costrinse a mostrargli il
braccio, e sussultò nel vedere il profondo taglio
sanguinante che lo solcava di traverso.
- Grande Eru ! - esclamò Grainne, sgomenta - Beretar ! -
- Dev'essere successo quando siamo caduti nella cascata...non
mi fa male, ma non vuol saperne di smettere di sanguinare...
-
Legolas impallidì. - Mi dispiace...io...non me n'ero
accorto, prima...dobbiamo fare qualcosa, stai perdendo
troppo sangue, Beretar ! -
L'uomo accennò un sorriso sofferente, il viso pallido e
sempre più tirato dal dolore. - Non sarebbe certo un
modo onorevole per morire...ma per un ladro, tutto
sommato, non è poi così grave... -
- Non dirlo nemmeno per scherzo ! - sbottò Legolas -
Grainne, cosa... ? -
La ragazza non rispose ; nella sua mente continuavano a
risuonare le parole che aveva sentito pronunciare dallo
spirito di suo padre poco prima.
In te ci sono vita e morte...
Anche se avrebbe preferito trovare un'altra soluzione,
non aveva scelta. L'aveva già fatto una volta, e
l'avrebbe fatto di nuovo. Così come aveva salvato
Legolas, avrebbe salvato anche Beretar.
Decisa, la ragazza si alzò e andò ad inginocchiarsi
accanto al guerriero dai capelli rossi. Senza dire una
parola, sotto lo sguardo preoccupato di Legolas, pose una
mano sulla ferita di Beretar, che sussultò dal dolore, e
con l'altra gli chiuse gli occhi, cercando di
tranquillizzarlo.
- Non dite nulla. - disse, raccogliendo tutte le sue
energie.
Come d'incanto, un tenue bagliore rosso si sprigionò dal
palmo della sua mano, illuminando il braccio di Beretar.
- Cosa... ? ! - disse il guerriero, sorpreso. La ragazza
non sembrò sentirlo e continuò a concentrarsi su quella
strana luce.
Ad un tratto, Beretar avvertì uno strano pizzicore, come
se una mano invisibile gli stesse lentamente ricucendo la
pelle tagliata. Intimorito, alzò lo sguardo su Grainne,
e gli sembrò che la fanciulla non fosse con loro se non
con il suo corpo, mentre la sua mente doveva essere persa
altrove...
Grainne chiuse gli occhi, e la luce si fece più intensa.
Numerose gocce di sudore iniziarono ad imperlare la
fronte della ragazza, che iniziava a mostrare segni di
fatica, fino a quando, dopo aver raggiunto l'apice dello
splendore, il bagliore si affievolì fino a scomparire
del tutto.
Grainne si portò una mano alla fronte e si sentì
mancare, ma fu prontamente sorretta da Legolas che la
guardò, sbigottito.
- Grainne...questa... - L'elfo alzò gli occhi su
Beretar, che, con sguardo incredulo, si stava passando
una mano sul braccio ferito, e vide con stupore che il
profondo taglio si era completamente chiuso, come se non
fosse mai esistito. - Questa è magia... -
Grainne guardò i due con occhi stanchi. - Non so come
sia possibile una cosa del genere - disse - So solo che
avviene. E mi spaventa...ogni volta sento che le mie
energie vengono prosciugate...ma un dono così grande
vale pure qualche sacrificio, non credete ? -
- Ora capisco perché hai scelto di diventare una
guaritrice. - disse Beretar.
Grainne scosse il capo. - Non sempre ne sono capace. Devo
volerlo con tutte le mie forze. - Il suo sguardo si spostò
su Legolas. - Non poter contare su questo potere è un
limite troppo grosso per me. -
L'elfo sorrise. - Non è un limite restituire la vita. Se
hai questo dono, significa che sei un essere speciale...
- disse, abbracciandola - ...ma non avevamo bisogno di
una dimostrazione per rendercene conto. -
Grainne sorrise a sua volta e chiuse gli occhi,
restituendogli quell'abbraccio.
Beretar si avvicinò a loro e si aggiunse a
quell'abbraccio collettivo. - Questo significa che sono
in debito con te, Capitano. - disse - Maledizione, è
davvero una disgrazia... -
I tre compagni di viaggio scoppiarono a ridere. Poi il
gigante dai capelli rossi si rialzò, sgranchendosi il
braccio come per provarne la ritrovata funzionalità.
- Direi che possiamo rimetterci in viaggio. - disse
Grainne.
- No - replicò Beretar - Prima si mangia. Le mie gambe
non mi reggeranno ancora per molto, se non metto qualcosa
sotto i denti ! -
Legolas lo guardò con aria perplessa. - Beretar... -
disse - Le provviste sono rimaste dall'altra parte del
fiume... -
- Oh. - disse il guerriero lasciando cadere le braccia,
sconsolato - Beh, vorrà dire che ci toccherà cercare
qualcos'altro da mangiare. -
- O qualche altro viandante da derubare... - disse
ironicamente Grainne.
Legolas sospirò e prese la borsa che gli pendeva al
fianco, rovesciandone il contenuto davanti ai volti
stupiti dei due compagni. Alcuni dei piccoli frutti rossi
che aveva raccolto prima dell'assalto del Troll,
rotolarono sull'erba.
- Per fortuna sono stato previdente ! - disse - Anche se
forse Beretar non apprezzerà questi doni della natura...
-
- Niente affatto ! - esclamò il guerriero addentando un
frutto.
Ridendo, i tre consumarono quel piccolo pasto. Poi,
ancora stanchi ma più sollevati, si rimisero in cammino
alla volta di Edoras.
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