1.
Arrivo a Bosco Atro
Grainne Skylark fermò il cavallo accanto al grande
faggio, al limite della radura.
- Perfetto, mi sono persa un'altra volta. - disse tra sé
e sé smontando di sella. Riparandosi gli occhi con una
mano alzò lo sguardo verso i raggi di sole che
filtravano attraverso gli alberi, sottili colonne di luce
che illuminavano a sprazzi il fittissimo Bosco Atro.
Avrebbe dovuto essere giunta alla corte di Thranduil da
ore, ormai, e invece del palazzo non c'era traccia.
Gli Elfi sono davvero speciali quando si tratta di
nascondere le cose, pensò scuotendo la testa.
Si guardò nuovamente intorno, scostandosi una lunga e
riccia ciocca castana dalla fronte sudata. Il viaggio da
Minas Tirith era stato faticoso e Grainne, malgrado fosse
abituata a restare in sella a lungo, si sentiva stanca ed
affamata. Ma non aveva tempo per fermarsi a riposare,
voleva arrivare a palazzo prima che scendesse la notte.
- Ma di questo passo non arriverò mai ! - disse,
sconsolata.
Con rabbia, diede un calcio alle foglie secche che
coprivano il terreno. Aveva percorso molte miglia senza
mai sentirsi sul collo l'alito di bestie selvatiche,
briganti o, peggio ancora, orchi. Come per infondersi un
senso di sicurezza, toccò l'elsa della lunga spada che
le pendeva al fianco, nel fodero marrone. Anche se ne
avesse incontrati, avrebbe comunque saputo come tenerli a
bada ; ora la peggiore difficoltà sembrava orientarsi in
quella foresta inestricabile.
Sbuffando, procedette a piedi verso quello che doveva
essere il nord, tenendo ben salde le redini del suo
cavallo.
Camminò per qualche minuto, facendosi strada tra grossi
cespugli e abbassando di tanto in tanto la testa per non
sbatterla contro qualche ramo, finchè la vista di un
cavallo grigio con il capo chino tra l'erba non la fece
fermare di colpo, guardinga. Il cavallo portava le redini
ma non aveva sella ; questo poteva significare che il suo
cavaliere, con ogni probabilità un elfo (dato che era
tipico di questo popolo cavalcare a pelo), si trovava
nelle vicinanze.
- E così ti sei persa. Ci avrei scommesso. - disse
improvvisamente una voce calma e rassicurante alle spalle
di Grainne.
La ragazza si voltò di scatto, portando istintivamente
la mano alla spada. La lasciò andare quando vide il suo
interlocutore. Aveva ragione lei, si trattava proprio di
un elfo. Un giovane elfo, anche se "giovane"
era un concetto piuttosto relativo, dal momento che
coloro che appartenevano a quella stirpe potevano vivere
per migliaia d'anni senza apparentemente invecchiare di
un solo giorno.
L'elfo era appoggiato al tronco di un albero e stava
intagliando un pezzetto di legno con un piccolo coltello
dalla lama lucente, ignorando completamente Grainne. La
ragazza squadrò la sua figura slanciata da capo a piedi
e, se non fosse stata ancora spaventata da
quell'apparizione improvvisa, l'avrebbe trovato
decisamente attraente.
In breve, l'irritazione prese il posto della paura
nell'animo della giovane donna.
- Ma guarda...cosa ti fa pensare che mi sia davvero persa
? -
- A parte il fatto che l'hai ammesso tu stessa poco fa, -
rispose l'elfo senza sollevare lo sguardo dal suo lavoro
- Ti ho vista passare di qui almeno tre volte. Hai
praticamente girato in tondo per un'ora. -
Grainne arrossì e i suoi chiarissimi occhi brillarono di
rabbia.
- Voi elfi siete terribili ! - esclamò in tono
sarcastico - Avete la vista e l'udito di un gatto e siete
ugualmente abili a passare inosservati ! Comunque, invece
di startene lì impalato a ironizzare sul mio senso
dell'orientamento, che diresti di aiutarmi a trovare la
strada ? Vorrei arrivare da Thranduil prima del tramonto.
-
L'elfo alzò la testa bionda e la fissò negli occhi. -
Thranduil ti sta aspettando ? -
- Beh, sì... - rispose Grainne, sentendosi lievemente a
disagio.
L'elfo ripose il coltello nel fodero e mise in tasca il
piccolo oggetto che stava intagliando.
- Allora ti accompagno. Faresti in tempo ad invecchiare
due volte prima di trovare la strada giusta. - Detto
questo, si avvicinò al suo cavallo e, balzatogli
agilmente in groppa, fece un cenno a Grainne. - Seguimi.
-
- Un momento ! - disse la ragazza mettendosi le mani sui
fianchi - Chi mi assicura che mi porterai veramente da
Thranduil ? -
Lui la guardò nuovamente negli occhi. - Fai male a non
fidarti della parola di un elfo. Un uomo dice una cosa in
due lingue diverse, noi solamente in una ; non conosciamo
quella dell'inganno. Se avessi voluto, ti avrei già
trafitto il cuore senza che tu te ne accorgessi. -
- Ma che belle parole... - disse Grainne, tentando di
darsi un po' di sicurezza.. Non sapeva perché, ma lo
sguardo penetrante dell'elfo la imbarazzava, eppure
sentiva di potersi fidare di lui.
Risalì a cavallo e trottò dietro al suo accompagnatore,
che aveva già imboccato uno stretto sentiero.
- E tu come puoi fidarti di un'estranea ? Di una donna
dalla doppia lingua ? Potrei essere io ad ucciderti in
qualsiasi momento. - gli disse in tono quasi provocatorio.
- Oh, non lo faresti. - rispose lui sorridendo.
- Che ne sai ? - disse lei, beffarda.
- Lo so e basta. - tagliò corto l'elfo - Io mi fido
delle mie sensazioni. E poi guardati, sei armata di tutto
punto eppure, quando mi hai visto, sembravi un cucciolo
spaventato ! Certo che non ho mai visto una fanciulla di
Rohan avventurarsi tanto a nord con un'arma come quella...
- disse poi alludendo alla spada di Grainne.
- Una ragazza che viaggia da sola deve pur difendersi in
qualche modo. - ribattè Grainne con sarcasmo - E poi...come
fai a dire con sicurezza che sono di Rohan ? Io... -
- La spilla sul tuo mantello è ingannatrice. - la
interruppe l'elfo - Sette stelle e sette pietre e un
albero bianco...i simboli di Gondor. Però i
finimenti del tuo cavallo, troppo consunti dall'uso, e il
tuo modo di restare in sella sono tipici delle genti del
Mark, che imparano a cavalcare prima ancora che a
camminare. -
Grainne rimase a bocca aperta dallo stupore.
- Sei venuta fin qui da Minas Tirith ? - domandò l'elfo,
voltandosi a guardarla.
- Sì... - rispose Grainne, ancora non del tutto
tranquilla.
Ad un tratto il sentiero si allargò, rendendosi più
agevole, e l'elfo rallentò l'andatura del suo cavallo
per permettere alla ragazza di affiancarlo.
- Non conosco il tuo nome. - disse lui.
- Nemmeno io conosco il tuo, così siamo pari. - rispose
Grainne in tono più malizioso che sgarbato.
- Uh...giusto. - disse l'elfo facendo spallucce, quasi
divertito - Comunque ho l'impressione di averti già
vista da qualche parte. - aggiunse poi guardandola con
aria indagatrice.
- Senti, amico - sbottò Grainne - Se questo è un modo
per ottenere le mie grazie, sappi che non funziona ! -
- Ma io non intendevo... -
- Tutti gli uomini che incontro dicono di avermi già
vista - continuò la ragazza, piuttosto seccata,
ignorando l'intervento dell'elfo - E la stragrande
maggioranza di loro non ha mai, e dico mai, incrociato la
mia strada. Perché avresti dovuto farlo proprio tu ? -
L'elfo sospirò, alzando gli occhi al cielo. - Io non
volevo ottenere le grazie di nessuno. Ho davvero la
sensazione di averti già incontrata prima d'ora. E poi
noi possiamo controllare le strade che percorrono i
nostri piedi, ma non quelle del nostro destino. -
Nessuno dei due parlò più per qualche minuto. Poi, per
allentare un po' la tensione che si stava creando, l'elfo
riprese la parola.
- Cosa ti porta a visitare il Reame Boscoso ? -
Grainne, un po' infastidita per il continuo
interrogatorio a cui era sottoposta, abbassò lo sguardo
e guidò il suo cavallo attorno ad una grossa radice che
sporgeva dal terreno, evitando che vi inciampasse.
- Sono una guaritrice. - rispose sbuffando - So che voi
Elfi siete molto esperti nell'utilizzo delle erbe
officinali e io penso di avere ancora molto da imparare.
Avrei voluto recarmi a Lothlorien, ma per chiunque non
sia elfo è proibito mettervi piede. -
- E credi invece che il Bosco Atro sia tanto più
accogliente ? Che chiunque possa entrare o uscire da qui
come e quando vuole senza essere disturbato ? -
- Ma che stai... ? -
- Forse non te ne sei resa conto, ma la foresta pullula
di sentinelle armate fino ai denti. E non ti avrebbero
nemmeno lasciata avvicinare al confine se tu non fossi
attesa. Dimmi, dunque, cosa può avere di tanto speciale
una giovane guaritrice del Mark per poter accedere senza
la minima difficoltà al palazzo di un Re degli Elfi ? -
Il tono di voce da lui adoperato non era affatto
accusatorio né scortese, anzi, era calmo come prima.
Tuttavia la rabbia di Grainne esplose nel sentire quelle
parole.
- Ascoltami bene ! - sbottò - Può anche darsi che io
sia una guaritrice da quattro soldi, ma dato che il tuo
Re mi sta aspettando e le vostre guardie, come dici tu,
sapevano del mio arrivo, potevano almeno degnarsi di
aiutarmi a trovare la strada ! Questo è maledettamente
tipico di voi Elfi, sempre troppo preoccupati a custodire
le vostre terre, al punto da non costruire strade agibili
per impedire che qualche visitatore, che voi certamente
giudicate inopportuno, possa disturbare la vostra
tranquillità ! Non avete mai pensato che i contatti con
l'esterno possono arricchire un popolo ? O siete così
presuntuosi da non capirlo ? Già, ma voi siete la gente
perfetta...non avete nulla da spartire con noi poveri
uomini mortali, pronti ad essere consumati dalle nostre
azioni... -
Terminato lo sfogo, Grainne guardò l'elfo e si accorse
che, per tutto il tempo in cui lei aveva berciato, lui
aveva continuato ad ascoltarla e osservarla, con la
solita espressione tranquilla e imperturbabile. E questo
la fece imbestialire del tutto.
- ...E poi la nostra vita sarà mortale, ma almeno
sappiamo godercela ! Mentre voi siete condannati ad una
noiosissima vita perfetta per tutta l'eternità ! ! -
Detto questo, arrossì, abbassò lo sguardo e tacque.
L'elfo rise, gettando la testa all'indietro. - Ora ti
stai davvero arrampicando sugli specchi ! - disse - Parte
di quello che dici è vero, devo ammetterlo. Ma su una
cosa ti sbagli : noi amiamo il nostro mondo, e cerchiamo
solo di salvarlo dalla distruzione che scaturisce dalla
follia umana. Preserviamo segreti che porterebbero alla
rovina chiunque ne venga a conoscenza. Noi - si
voltò guardare di nuovo Grainne negli occhi - Non
siamo egoisti. -
Fece una pausa, e tornò a guardare davanti a sé, mentre
Grainne si stringeva nelle spalle, colpita dalle parole
dell'elfo.
- E comunque - continuò lui voltandosi di nuovo verso di
lei - Non hai risposto alla mia domanda. Credo che tu sia
molto di più di quanto appari, ragazza ! -
Improvvisamente, da imbarazzato quale era, il viso di
Grainne si fece duro e serio, e l'elfo capì di avere
toccato i tasti sbagliati.
- Mi spiace, non volevo offenderti. Non intendevo
insinuare nulla di male. - disse, sinceramente
dispiaciuto.
- Non mi hai offeso. Comunque tutto ciò che mi riguarda
è affar mio, e sappi che non risponderò più alle tue
domande. -
L'elfo annuì con imbarazzo e i due continuarono a
cavalcare in silenzio fino a quando giunsero al palazzo
del Re.
Grainne rimase a bocca aperta nel vedere quella splendida
costruzione, mirabile esempio di come l'architettura più
raffinata potesse essere accostata alle meraviglie della
natura. Il palazzo era parte della stessa foresta, con
scale e torri costruite attorno agli altissimi alberi i
quali delimitavano, come mura, il perimetro della città.
Le finestre e i portoni erano rivestiti di lamine
d'argento che riflettevano quella poca luce del sole e
della luna che filtrava tra le foglie, rendendo quella
parte del Bosco Atro più luminosa di quanto non avrebbe
potuto essere se la città intera si fosse trovata in
cima ad una collina.
Le guardie in uniformi verdi e grigie con lunghe spade
ricurve al loro fianco che erano sparse ovunque non
sembrarono curarsi dell'elfo e della ragazza che si
dirigevano verso una delle porte.
Una guardia fece aprire un pesante portone intarsiato, e
i due viaggiatori si trovarono in un ampio androne privo
di soffitto dal quale si dipartivano a raggiera numerosi
corridoi che conducevano nelle diverse zone del palazzo.
Grainne si guardò intorno, disorientata. L'elfo notò
l'aria perplessa della ragazza e le disse :
- Se vuoi incontrare il Re, sarà meglio che tu mi segua.
Questo palazzo è peggio di un labirinto - sorrise
ironicamente - E credo che tu ti sia già persa
abbastanza, per oggi. -
- In tal caso, ti ringrazio . - disse Grainne guardando
l'elfo con un'espressione piuttosto altera.
I due percorsero un corridoio interminabile, al termine
del quale si trovava un portone che, una volta aperto,
dava su un altro corridoio ai lati del quale c'erano
decine di altre porte. Con sicurezza, l'elfo aprì
un'altra di esse conducendo la ragazza attraverso un
altro dedalo di passaggi, fino a quando si fermò davanti
ad una porta molto più grande delle altre, i cui
battenti erano decorati con raffinati motivi vegetali. Ai
lati di essa si trovavano due guardie sull'attenti, che
non si mossero quando l'elfo spalancò il portone
invitando Grainne ad entrare. La ragazza dedusse che
erano giunti alla sala del trono e, mentre incedeva
titubante, capì che non sarebbe mai riuscita a tornare
indietro da sola.
Al di là della soglia vi era una specie di cortile
quadrato pavimentato con marmo grigio, delimitato da
numerose piante di vite che intrecciavano i loro tralci
sopra le teste dei due formando una sorta di pergolato
perenne. Contro la parete opposta rispetto all'ingresso,
seduto su un trono di legno lucido intarsiato d'argento,
c'era Thranduil, Signore degli elfi del Bosco Atro,
avvolto in una lunga veste azzurra. Un cerchio d'argento
intrecciato gli cingeva la testa, e lunghi capelli biondi
gli cadevano sulle spalle. Il suo viso aveva allo stesso
tempo un aspetto severo e gentile. Con un cenno della
mano, invitò Grainne ad avvicinarsi.
- Benvenuta, Grainne Skylark. Le mie sentinelle mi hanno
avvertito poco fa del tuo arrivo. -
La ragazza si diresse lentamente verso il trono, mentre
l'elfo che l'aveva accompagnata restò fermo accanto alla
porta.
- Elen sìla lummen omentielvo. - disse Grainne
chinandosi di fronte al Re. Una stella splende
sull'ora del nostro incontro...queste parole, e
soprattutto la lingua in cui la ragazza le pronunciò,
stupirono sia Thranduil che il giovane elfo biondo che
non aveva staccato un attimo gli occhi da lei,
incuriosito.
- Dolci parole, pronunciate da una gentile visitatrice.
Spero che il tuo viaggio sia stato tranquillo. -
- Tranquillo ma non del tutto agevole, Sire. I sentieri
del Bosco Atro sono piuttosto oscuri e impervi. Tuttavia
ho avuto la fortuna di trovare una...guida. - rispose
Grainne voltandosi verso l'elfo che, a braccia conserte,
osservava la scena in silenzio.
Thranduil sorrise. - Spero si sia trattato di una buona
guida. - disse.
Stringendo gli occhi, Grainne sogghignò, sempre con lo
sguardo fisso sul suo accompagnatore. - Sì, lo è stato,
anche se avrei preferito che la sua lingua fosse meno
lunga...e tagliente. - disse, concedendosi una piccola
vendetta personale.
Il sorriso del Re si trasformò in una breve risata. - Ne
sono comunque lieto. Dimmi, mi porti notizie da Gondor ?
-
- Più che altro voci, e non tutte buone. Il
Sovrintendente, Sire Denethor... -
Thranduil alzò una mano, interrompendola. - Parleremo di
ciò in un altro momento. Dunque vuoi imparare la
medicina elfica. - disse, cambiando bruscamente discorso.
- Sì, mio Signore. So che alla tua corte si trovano
alcuni dei migliori guaritori di tutta la Terra di Mezzo.
Sarebbe un grande onore per me poterli avere come maestri.
-
- Così sia, se lo desideri. Presterai servizio come
apprendista presso Vardarantir, il Maestro dei nostri
guaritori. Ma ti recherai da lui domani, hai affrontato
un lungo viaggio e sarai sicuramente molto stanca. Mio
figlio Legolas ti condurrà nelle tue stanze... - continuò
Thranduil facendo un cenno con la mano verso il fondo
della sala - ...visto che hai già avuto l'occasione di
conoscerlo. -
Grainne impallidì e spalancò gli occhi, voltandosi
lentamente.
Il giovane elfo, che era rimasto zitto per tutto quel
tempo, esplose in una risata beffarda e cristallina.
Quando uscì dalla sala del trono, seguita da Legolas,
Grainne era davvero furibonda.
Camminò a grandi passi lungo il corridoio, senza sapere
dove stava andando, quando, all'improvviso, si girò
verso il principe elfo, agitando l'indice davanti a lui.
- Tu...tu...hai idea di quello che ho fatto per colpa tua
? ! Ho mancato di rispetto verso di te...il principe...di
fronte a tuo padre in persona ! Potevi...potevi almeno
dirmelo ! ! -
Legolas sorrise. - Considerati già perdonata. Non ho mai
amato le formalità ! Hanno un che di ipocrita, non trovi
? -
- Ipocrita... - disse Grainne, sprezzante - Tu l'hai
fatto apposta, ci scommetto ! Volevi vendicarti per come
ti ho trattato ? Beh, ci sei riuscito benissimo ! Io... -
La ragazza avrebbe voluto coprire d'insulti il giovane
elfo che si trovava di fronte a lei. Chi se ne importava
se era il figlio del Re ! Fortunatamente Thranduil
sembrava non essersela affatto presa ; in un'altra
occasione Grainne avrebbe rischiato di essere cacciata
dal regno su due piedi, o anche peggio. Con gli elfi era
meglio non scherzare.
Eppure la rabbia si sciolse dentro di lei come neve al
sole, nel vedere il sorriso disarmante del principe.
Bello scherzetto, davvero.
- Oh, maledizione...sei davvero impossibile ! - esclamò
Grainne lasciando cadere le braccia e scuotendo la testa
castana.
Legolas le si avvicinò, tendendole la mano. - Beh,
almeno ora so il tuo nome e tu sai il mio. - le disse -
Potremmo porre fine alle ostilità e ricominciare da
capo, cosa ne dici ? -
Pur con riluttanza, Grainne afferrò e strinse la mano
che l'elfo le tendeva.
- Sono felice di conoscerti, Grainne Skylark ! - le disse.
Grainne capì che il suo sguardo era sincero.
- Anch'io sono felice di conoscerti, Legolas - rispose,
aprendo finalmente le labbra in un vero sorriso - E sono
lieta anche di averti fatto divertire ! - aggiunse in
tono ironico.
Risero entrambi, e Grainne si sentì molto più sollevata.
Insieme, percorsero a ritroso i corridoi che avevano
imboccato all'andata, e tornarono nell'androne d'ingresso.
Da lì Legolas condusse Grainne lungo un altro corridoio
e, poco dopo, giunsero nella zona del palazzo riservata
agli ospiti.
Giunti davanti alla stanza che le era stata assegnata,
Grainne indugiò un attimo, socchiuse la porta e lanciò
un rapido sguardo a Legolas, per capire se avrebbe dovuto
farlo entrare o no. L'elfo non si mosse.
- Spero che la camera sia di tuo gradimento. - le disse -
Se lo desideri, posso farti preparare un bagno e dei
vestiti puliti. -
- Oh, sì, sarebbe meraviglioso ! Ho polvere ovunque, e
penso che tra poco i miei vestiti si metteranno a
camminare da soli ! - esclamò lei, sospirando di
sollievo.
Legolas annuì e fece per andarsene, ma Grainne lo fermò.
- Aspetta ! - disse. L'elfo la guardò con aria
interrogativa e lei chinò il capo, quasi con imbarazzo.
- Senti...mi dispiace per quello che è successo poco fa.
E' che a volte non penso a quello che dico...né alle
conseguenze. -
- E' tutto dimenticato, davvero. E anch'io non sono stato
molto...gentile. - rispose lui - Solo che il non mi
aspettavo affatto di incontrare... -
- Un momento, mi stai dicendo che non sapevi che tuo
padre mi stava aspettando ? - sbottò Grainne mettendosi
le mani sui fianchi - Mi stai di nuovo prendendo in giro
? -
Legolas alzò entrambe le mani, come per calmarla. - Ti
assicuro che non sapevo assolutamente nulla. Mio padre
non mi informa quasi mai delle sue iniziative...così
come io non lo informo delle mie. Tra noi non c'è molto
dialogo. Solo qualche formalità. Lui mi dà degli ordini
e io obbedisco. Ma tra gli ordini di oggi non c'era
affatto quello di scortare una guaritrice di Gondor...o
di Rohan, se preferisci. Se non mi fossi trovato per caso
nella foresta, probabilmente non avrei mai nemmeno saputo
della tua presenza a Bosco Atro. -
Grainne guardò di nuovo a terra, cincischiando con la
maniglia. Sentiva che Legolas era sincero, ma
quell'accenno a Rohan la inquietava.
- Anche se avrei preferito esserne a conoscenza... -
continuò l'elfo - Ultimamente stanno accadendo strane
cose nella Terra di Mezzo. La prudenza non è mai troppa.
-
Grainne impallidì, e Legolas colse un lampo di paura nei
suoi occhi.
- E adesso ti fidi di me ? - domandò la ragazza,
nascondendo l'agitazione.
Legolas spostò lo sguardo verso il corridoio. - Non lo
so. - disse - Quando mi avrai spiegato il vero motivo del
tuo viaggio, forse sì. -
Dopo una breve pausa, Legolas parlò di nuovo.
- Domattina incontrerai il tuo Maestro. Cerca di
riposare, per ora. - Dopo averla salutata con un cenno
della mano, le voltò le spalle e si incamminò lungo il
corridoio.
Grainne non gli staccò gli occhi di dosso finchè non fu
sparito dalla sua vista. Poi aprì la porta della sua
stanza, la richiuse e si buttò sul letto.
Rohan...
Il dolore le bruciava ancora nel petto.
Edoras doveva rimanere soltanto un ricordo lontano, dato
che non ci sarebbe mai più tornata. Quella era stata la
sua ultima decisione, e l'avrebbe rispettata. Solo così
poteva in qualche modo aiutare la sua città.
Grande Eru, fa che non accada di nuovo.
Coprendosi il viso con le mani, pregò che Legolas si
sbagliasse quando le aveva detto di averla già
incontrata. Se l'avesse fatto a quel tempo, sicuramente
l'avrebbe riconosciuta. E anche lei avrebbe riconosciuto
lui, mentre era assolutamente certa di non averlo mai
visto prima.
Come avrebbe potuto sfuggire nuovamente alle sue domande
?
Quali menzogne avrebbe dovuto raccontare ?
Grainne sapeva che non avrebbe potuto sfuggire a lungo
alla tremenda condanna che le incombeva sul capo, una
condanna di cui non capiva il senso né il perché
l'avessero imposta proprio a lei, impedendole di vivere
la vita che aveva scelto.
Tutto ciò che voleva adesso era solo un po' di pace, ma
sembrava che non fosse destinata a trovarla nemmeno tra
gli Elfi del Bosco Atro.
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