Dedico questa ff alla mia
migliore amica Tonin@, come lei ha dedicato la sua a me.
Grazie di cuore. (Non sono brava con le parole
^_^;;)
Iaia J
Nuvole
Quando Bulma tornò a casa era molto
tardi. Si sentiva un po' giù, ma infondo era felice:
finalmente l'aveva fatto! Aveva lasciato Yamcha
forse avrebbe dovuto farlo prima, quando aveva scoperto
che la tradiva
ma non ce l'aveva mai fatta perché
aveva paura di rimanere sola. Ma quella sera
quella
sera si sentiva liberata da un grosso peso che si portava
dietro da molto tempo: sentiva che tra di loro non c'era
più la passione di un tempo, quella che l'aveva colpita
quando lo aveva incontrato... Aveva ancora nitida in
mente l'immagine della loro separazione
Aveva
voluto dirglielo francamente, senza giochi di parole,
anche perché in fondo sapeva che anche lui lo voleva.
Gli aveva detto semplicemente "Yamcha, io credo sia
meglio se non ci vediamo più" e lui le aveva
risposto che se lei voleva così, anche lui voleva lo
stesso. Quando entrò alla Capsule Corp., la prima cosa
che notò furono le luci accese nella stanza di Vegeta.
Cosa aveva da fare quel Sayan a quell'ora di notte? Ma
era troppo scossa dagli ultimi avvenimenti per essere
curiosa, così si diresse a passo svelto nella sua camera
e si addormentò ancora vestita, amareggiata dal sonno,
dal buio e dalla forte paura di restare sola per tutta la
vita.
In realtà Vegeta stava dormendo pesantemente, ma si era
dimenticato di spegnere la luce. Quel giorno si era
allenato più del solito ma non era riuscito ancora a
diventare Super Sayan
Così, quella sera, era
andato a letto completamente esausto e aveva preso
immediatamente sonno
Il giorno seguente, Vegeta si svegliò più affamato del
solito, aveva ancora sonno, ma sentì che non sarebbe
riuscito a dormire ancora. Sentiva un leggero dolore ai
polsi. Roteò le mani, per farlo passare, e gli sembrò
funzionare. Con un gemito si alzò in piedi e si
stiracchiò. Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra e
andò in cucina. Ma quando arrivò, Bulma non era ancora
lì
Guardò nel frigorifero, ma non c'era nulla da poter
essere consumato freddo. Così pensò di aspettare che
arrivasse Bulma per cucinargli qualcosa.
"Ma che fine ha fatto quella stupida terrestre?!"
pensò, poi si sedette, poggiando il gomito destro sulla
tavola, aspettando che Bulma arrivasse per cucinargli
qualcosa. Aspettò una decina di minuti, ma di lei non
c'era traccia, così pensò che avrebbe aspettato ancora
un'ora prima di arrabbiarsi sul serio...
Quando era passata circa mezz'ora, però, Vegeta già era
troppo spazientito ed irritato e avrebbe fatto saltare in
aria l'intero edificio se in quel momento non fosse
entrata in cucina Mrs Brief.
- Vegeta! Mi sembri un po' arrabbiato
Cosa
è successo? Hai fame? Vuoi che ti prepari qualcosa? -
gli chiese con il suo solito sorriso sulle labbra.
- Ma perché quella stupida donna non si è ancora
alzata? - chiese lui seccato.
- Intendi Bulma? - si informò Mrs Brief, nonostante
sapesse che si riferiva a lei, volendogli solo fargli
notare che forse sarebbe stato meglio se
l'avesse chiamata con il suo nome originale - beh, credo
che ieri si sia lasciata con Yamcha, mi sembra ovvio che
stia ancora a letto
poverina - rispose lei
mettendosi ai fornelli.
Vegeta non disse niente ma pensò che quella donna con i
capelli azzurri aveva fatto bene a lasciare quello
stupido terrestre
neanche lui lo sopportava più.
Anche lui sapeva che Yamcha tradiva Bulma. E non aveva
neanche capito perché Bulma non lo avesse mollato prima
Era ancora assorto nei suoi pensieri quando si vide
arrivare davanti un piatto fumante contenente un'enorme
porzione di bacon, e ci si buttò sopra.
Bulma nel suo letto, era sveglia già da circa un'ora. Si
era raggomitolata sotto le lenzuola e il loro tepore.
Contemplava la parete bianca che le era di fronte. Nella
sua mente vagavano pensieri e pensieri come miriadi di
persone senza meta. Sentiva quasi di non essere al posto
giusto, di non fare parte di tutto quello che la
circondava
Nei giorni seguenti Bulma riprese la
sua vita normale, ma era parecchio che non sorrideva più,
e che aveva il viso buio e triste.
Vegeta era un po' frustato nel vederla così
non
gli sembrava più la stessa, nonostante facesse quello
che avesse sempre fatto. Non sopportava di vederla così
e non capiva perché fosse così diversa. Non capiva
neanche perché non sopportasse quella situazione.
Una volte si era svegliato nel pieno della notte ed era
andato in cucina per mangiare qualcosa che gli avesse
restituito il sonno. Poco prima di entrare di accorse che
lei era lì. Si era poggiata al tavolo e aveva avanti una
tazza dalla quale usciva una leggera scia di fumo.
Stranamente non aveva acceso la luce, ma una candela sul
tavolo le illuminava il bel viso, che ne fissava
insistentemente la fiamma. Una lacrima le aveva rigato la
guancia. Vegeta era rimasto piuttosto perplesso sul perché
quella ragazza piangesse. Non trovando immediatamente una
risposta, era tornato in camera sua, nonostante non
avesse mangiato nulla
Pensò che l'unica persona che potesse dargli spiegazioni
fosse Mrs Brief.
- Perché quella donna si comporta in modo così strano?
- le chiese con aria noncurante, mentre invece gli
interessava tantissimo.
- Bulma? Beh
io credo che si senta sola
- gli
rispose la donna mentre spazzava a terra.
"Sola?!". A Vegeta non sembrava poi così sola
Infondo lui era solo da tanto, tanto tempo, ma non gli
era mai importato più di tanto. Ma proprio mentre faceva
questo ragionamento, questa faccenda cominciò a pesargli
di più e fu assalito da una profonda tristezza. Scrollò
la testa e le spalle, come per liberarsene, poi si
diresse a passo svelto verso la camera gravitazionale.
- Mamma!! - gridò Bulma cercando la
madre.
- Si, cara? Cosa c'è? - le chiese lei mostrando alla
figlia dove si trovava salutandola.
- Indovina un po' chi ha telefonato
- le disse la
ragazza mentre le si avvicinava.
- Chi? - chiese Mrs Brief non troppo curiosa.
- La mia vecchia amica Mia, dice di essere tornata dal
suo viaggio, domani esco con lei
- Ah! Mia! Me la ricordo quella ragazza
tanto
simpatica
sono proprio felice che sia tornata! -
esultò Mrs Brief mentre non riusciva a ricordare nessuno
con quel nome.
Vegeta le sentì parlare mentre andava in cucina per
prendere un bicchier d'acqua e non poté fare a meno di
sorridere pensando che questo avrebbe distratto un po'
quella terrestre così sola e così triste
Io proprio non ti capisco, Bulma! -
gridò Mia mentre passeggiavano fornite di buste di ogni
tipo, frutto di una lunghissima mattinata passata a fare
shopping - Hai detto di sentirti sola
ma
Guardati intorno! Hai detto che c'è un principe a casa
tua!!
- Sì, ma
- cercò di spiegarsi lei, ricordando il
carattere rude del Sayan.
- Niente ma! Io credo che sia un'occasione d'oro!
- No, tu non capisci
- Capisco benissimo, invece! - la interruppe l'amica -
Quando ti ricapita una cosa così? Ascoltami, provaci
almeno, fallo per me
fallo per te, prima di tutto!
- Forse hai ragione - esordì Bulma, fingendo che tutto
fosse sistemato.
Quella sera Vegeta, passando avanti
alla camera di Bulma, si accorse che aveva lasciato la
porta aperta e non poté fare a meno di guardare dentro.
Lei era fuori al balcone. La guardò nella sua piccola,
candida e svolazzante camicia da notte. I suoi capelli
andavano da tutte le parti, portati dal vento. Guardò il
suo piccolo corpo. Guardò il suo viso, rivolto verso
quel cielo d'estate, ancora chiaro, illuminato dalla
luna, nonostante fosse già abbastanza tardi. Gli sembrò
che avesse potuto spiccare il volo da un momento
all'altro. Si avvicinò a lei, senza farsi notare, quasi
per impedirglielo.
- Che fai? - le chiese quasi a bassa voce.
- Vegeta! Sei tu? Come sei entrato? - chiese lei un po'
spaventata dall'improvvisa intrusione.
Vegeta non le rispose e la guardò senza poter fare a
meno di notare quanto fosse bella e quanto desiderasse
stringerla a se'.
- Guardavo il cielo
- disse vedendo che lui non le
rispondeva -
guardavo le nuvole
sembrano di
panna
mi vien quasi voglia di giocarci, ma è
impossibile... - concluse abbassando lo sguardo.
- Impossibile? Nulla
è impossibile. - le disse
Vegeta prendendola in braccio e cominciando a volare
lentamente.
Lei avrebbe voluto protestare, ma non lo fece. Forse
perché le era piaciuto così tanto il modo con cui
l'aveva toccata e l'aveva presa in braccio. Forse perché
quando lui aveva iniziato a volare si era sentita così
leggera e libera
Lo guardò cercando di capire a cosa stesse pensando
certo non poteva negare a se stessa di provare qualcosa
di ancora molto indistinto per il Sayan
Vegeta sapeva che lei lo stava guardano, così decise di
non girarsi a guardarla a sua volta, o i loro sguardi si
sarebbero incrociati e allora lui avrebbe provato il
terribile impulso di baciarla impedendole di giocare con
le nuvole. Lui la desiderava, lo sapeva, la desiderava più
di qualsiasi altra cosa al mondo, forse anche più di
diventare Super Sayan e di uccidere Kakaroth.
- Donna - le disse semplicemente poco prima che
arrivassero - non possiamo stare molto lì, o non ti
sentirai bene
capito? - concluse evitando ancora lo
sguardo della ragazza.
Lei annuì, senza smettere di guardarlo.
Quando furono arrivati lui la avvicinò ad una grande e
candida nuvola e, sempre tenendola in braccio, le permise
di toccarla. Lei ne sfiorò una con le dita e se le
ritrovò bagnate. Sorrise.
"Ha sorriso, finalmente
! E pensare che bastava
così poco
" pensò Vegeta incurvando
leggermente le labbra.
Il viso della donna si illuminò, come non faceva da
tanto tempo.
Bulma infilò due mani nella nuvola vicino a lei e le
ritrasse piene d'acqua. Se ne bagnò il viso ed esplose
in una risata, gettando leggermente il capo all'indietro.
Vegeta si sentì rincuorato. Quella donna era tornata
quella di sempre. Era veramente bellissima, sembrava nata
per vivere lì, in cielo, come un angelo
Poi decise
di ritornare giù, o si sarebbe sentita di nuovo male
- Torniamo. - le disse.
- Si
- disse lei in un soffio.
Cominciò a scendere lentamente, stringendola un po' più
forte. Quando furono tornati sul balcone di Bulma, lui la
fece tornare con i piedi a terra, ma non sapeva come
andare via. Avrebbe semplicemente potuto girarsi, e
andare via, ma non gli sembrava giusto
Ci fu un
lungo momento di silenzio, durante il quale si guardarono
negli occhi. Si trovavano piuttosto a disagio a guardare
uno gli occhi dell'altra. Ma non riuscivano neanche a
distogliere lo sguardo. Vegeta si era ormai perso nei
limpidi occhi azzurri della ragazza. Bulma vagava già
nei profondi occhi neri del Sayan. Sarebbero rimasti così
chissà per quanto ancora, ma sentirono una musica dolce
e appena percettibile, venire da chissà dove. Vegeta non
poté resistere e le cinse il corpo con le mani,
stringendola a se'. Lei gli mise le braccia intorno al
collo, poggiando la testa sulla sua spalla e chiudendo
gli occhi, mentre lui la cullava sulle note di quella
musica così inebriante
- Vegeta - gli sussurrò in un orecchio - grazie, mi hai
fatto un regalo bellissimo
Vegeta era finalmente felice, come non lo era mai stato.
Quando le note cominciarono ad affievolirsi, a
scomparire, lui si staccò leggermente da lei e la baciò
portandola sul letto
La mattina seguente, quando Vegeta
si svegliò vicino a Bulma, non poté fare a meno di
pensare a quanto quella donna fosse bella. Le sfiorò il
viso con la mano e lei si strinse di più a lui. Le passo
una mano tra i capelli morbidi e vellutati. Lei aprì
lentamente gli occhi e sbadigliò leggermente. Guardò il
Sayan e gli sorrise. Vegeta le accarezzò la schiena con
la mano sinistra e con la destra le prede delicatamente
il mento, e la baciò. Lei gli poggiò una mano sulla
guancia. Vegeta pensò che nessuno dei due era più solo
FINE
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