PROTEGGI
IL MIO FUTURO
Era una
bella giornata di fine estate, fuori dal palazzo dell'FBI
a Washington. La giovane donna che leggeva il giornale
distrattamente, di tanto in tanto guardava verso le porte
per vedere se usciva qualcuno. E il qualcuno che
aspettava uscì. Era più bello di come ricordava di
averlo visto in foto, alto, prestante, con una luce
d'ironia nello sguardo e nel sorriso. Se non altro, aveva
voluto vederla. Era già un passo avanti. Convincerlo
sarebbe stato difficile, e non poteva dirgli tutto. Non
subito. Non le avrebbe mai creduto.
Si alzò ed andò verso di lui:
"L'agente Fox Mulder? L'ho chiamata prima, grazie di
essere venuto. Sono Missy Smith. Devo parlarle, la vita
sua e della sua collega sono in pericolo."
"Sai che novità...."
" Questa volta", riprese lei, "è una cosa
molto seria. Una scheggia impazzita del consorzio vi
vuole uccidere..... l'attentato avverrà uno dei prossimi
giorni, state attenti."
"Grazie della segnalazione", rispose Mulder,"
Ma lei come fa a saperlo?"
"Ho i miei informatori", disse la ragazza,
"e c'è dell'altro... In un deposito segreto c'è un
dispositivo che deve essere distrutto, altrimenti le
conseguenze saranno incalcolabili.. Una vera devastazione..
lei mi deve aiutare!"
Mulder riceveva in continuazione strane lettere e
telefonate da parte di mitomani: ma qualcosa in quella
giovane donna gli faceva venire voglia di crederle. Le
chiese:
"Come mai mi ha contattato?"
"Perché lei è l'unico di cui mi possa fidare, e
perché sono in gioco troppe cose."
"Cioè?"
"Il futuro e la felicità di milioni di persone, e
le vostre vite."
"Le credo: cosa possiamo fare?"
"Cercare dove tengono quel dispositivo e
distruggerlo.. è molto probabile che si trovi in
Virginia, presso la base militare di Crew Code. E lei e
l'agente Scully dovete essere prudenti.. Vi aiuterò..."
"Non mi tornano i conti:perché lei tiene così
tanto a noi, scusi?"
"Beh.. le vostre vite sono preziose, ed in ogni caso
solo voi potete fare questa cosa..."
"Non ha risposto alla mia domanda..."
"Agente Mulder, i suoi nemici sono anche i miei..."
"Sì, ma questa storia dell'arma...."
Gli occhi di Missy si riempirono di lacrime:
"Lei non sa quanto sia importante questa cosa... la
prego, si fidi di me, è importante..."
Mulder guardò quella ragazza: era bella, così bella, ed
aveva due occhi azzurri sinceri... Gli ricordavano quelli
di Scully, coraggiosi e commoventi... Scully la sua
collega alla quale non avrebbe mai rivelato i suoi
sentimenti.
"Mi permetta di essere perplesso... Cosa possiamo
fare?"
"Dobbiamo stabilire un piano... Ci vediamo dai
Gunmen stasera?"
"Lei conosce i Gunmen?"
"Oh, sì, di fama..."
"Bene..." Mulder si alzò e prese per le spalle
Missy:
"Si ricordi che se tutta questa è una storia la farò
pentire di essere nata!"
"Lei non può sapere quanto io tenga a tutto!",
rispose lei.
Fox Mulder scosse la testa e si avviò verso l'ufficio.
Missy lo guardò andare via.
Maledetto testone, come lei. Si somigliavano. Lo dicevano
tutti. Lei era testarda, impulsiva, passionale, pronta a
buttarsi a capofitto.. come suo padre. Come suo padre Fox
Mulder.
Il padre che doveva salvare. Il padre con cui non poteva
confidarsi dopo una vita di confidenze. Il padre che lei
adorava. Il padre che doveva salvare, per avere un futuro.
Perché tutti avessero un futuro.. Perché tutti fossero
salvi.
Fox tornò
da Scully, seduta al suo computer. Per un attimo pensò
che quella Missy aveva qualcosa di lei.. Chissà chi era,
certo che era davvero carina, con quei capelli rossi e
quegli occhi verdi... Brutto segno, guardava le altre
ragazze.. ogni tanto gli capitava ancora, malgrado
l'immenso amore che provava per Dana.
Pensò un attimo se dirle dell'incontro e poi optò per
un compromesso:
"Senti, pare che ci siano dei problemi... qualcuno
forse ci vuole fare fuori... Tieni gli occhi aperti,
intesi?"
"Mulder... non sarebbe una novità..."
"Beh, ma ti chiedo di stare attenta... cerca di non
avere dei problemi..." e lì la voce gli morì in
gola, voleva chiederle di venire da lui a casa, di stare
insieme... ma non avrebbe mai avuto il coraggio.
Si sedette lui stesso al computer e mandò una mail ai
Gunmen per annunciare loro la sua visita e pensò un
attimo che ormai era vecchio: non era più aggiornato
sulla moda giovanile, e quella Missy, che non era poi così
tanto più giovane di lui, ad occhio e croce, era vestita
proprio in modo un po' strano, quella specie di tuta.. A
meno che non facesse parte di qualche gruppo di
appassionati di fantascienza.
Missy
osservava Washington: c'erano stati dei grossi
cambiamenti rispetto a come se la ricordava lei, era
bello e curioso essere lì, era un po' come in quel
vecchio film che le piaceva tanto, "Ritorno al
futuro"... Già e lei si stava innamorando di suo
padre... Beh, non proprio, ma vederlo non come suo padre
ma come uomo le aveva fatto un certo effetto.
Sapeva benissimo dove era la redazione del Guerriero
solitario. Figuriamoci il contrario. Quante volte era
stata da quei tre matti! I suoi tre zii, come li chiamava
lei.
Era da loro che la mamma, che credeva di non poter avere
bambini, aveva avuto la prima nausea che aveva annunciato
che era incinta di lei... quante volte papà gliel'aveva
raccontata... Quella foto di mamma con il pancione e
vicino i tre guerrieri... E poi quando Langly le aveva
insegnato ad usare il computer, quando Frohike le leggeva
Il signore degli anelli, quando Byers giocava con lei a
nascondino.. E gli articoli che lei scriveva per il loro
giornale, letti con orgoglio da suo padre... Dovette
fermarsi ed inghiottire le lacrime di commozione prima di
entrare da loro...
Era tutto uguale: solo che loro non sapevano ancora chi
lei fosse, e lei doveva fare in modo che si conoscessero...
Eccoli: Langly il nerd, Byers l'elegante e zio Frohike
che lei aveva sempre saputo che era innamorato della sua
mamma... Un po' più giovani ma non diversi...
"Chissà perché Mulder ha sempre amiche carine!",
borbottò Frohike lasciandola entrare ed osservandola.
Quella ragazza.. no, incredibile, somigliava a Scully...
E come si guardava attorno decisa, come se conoscesse
tutto...
Anche Langly e Byers avevano notato qualcosa, un
entusiasmo poco controllato.. Ma chi era?
Poco dopo giunse Mulder e videro lei illuminarsi
vedendolo. Byers si disse che era l'ennesima povera
illusa che sperava di sostituire Scully nel suo cuore...
Frohike rimase ancora più perplesso. In quanto a Langly,
non capiva come una sconosciuta potesse sapere tante cose
su di loro, così, bastava guardare le sue azioni...
"Ascoltatemi, vogliono uccidere lei, agente Mulder,
e l'agente Scully...."
"Chi?"
"Una sezione del Consorzio.."
"Non è una novità..."
"Non centra l'Uomo che fuma.. Lui..." Missy
stava per dire "è morto da tanti anni..."
Ricordava ancora quel giorno, quando quell'uomo strano,
malato e vecchio, l'aveva avvicinata ai giardini dove era
andata a far correre il suo golden retriever e le aveva
sussurrato: "E' bello sapere di avere un futuro!"
prima di accasciarsi a terra, morto. Solo dopo, i suoi
genitori le avevano spiegato tutto.
"C'è di mezzo un gruppo deviato, se vogliamo... Gli
agenti Mulder e Scully sono pericolosi perché hanno in
mano qualcosa per distruggerli!"
"Noi in mano non abbiamo niente!", disse Mulder.
Missy si morse le labbra: lo avrebbero avuto ben presto.
C'erano quasi, ma c'era quell'altra cosa anche da
risolvere.
"Vi vogliono uccidere. E poi hanno quell'arma".
"Che arma è di preciso?", intervenne Byers.
"Oh, è una specie.. di cannone, ma mille volte più
potente, che distrugge... E' in una base segreta, ma
posso sapere dove.. Aiutatemi, vi prego..."
Missy sapeva cosa sarebbe successo: lei non sarebbe mai
esistita, e neanche Stephen e Sammie. E il mondo sarebbe
stato decimato, ed in mano alla peggiore catastrofe
possibile immaginabile.
"Ti voglio credere", disse Mulder. "Cosa
devo fare?"
"Organizzare un viaggio in Alaska, e stare attento,
con Scully, anche. Io vi proteggerò come posso.."
"Ascolta: un giorno mi spiegherai perché tieni così
tanto a noi!"
Un giorno lo capirai da solo, si disse Missy.
I Gunmen promisero il loro appoggio. Mulder uscì ed
anche Missy annunciò che l'avrebbe seguito.
Frohike le disse:
"Lui è fuori gioco, per te, visto che ama Scully!"
"Ma io lo so!" Non aveva mai visto due persone
più innamorate dei suoi genitori. Si chiamavano per
cognome in continuazione, ma era un piacere vederli
insieme. Perfetti. Il matrimonio non era stata la tomba
dell'amore per loro..
Ricordava quando a sette anni li aveva scoperti che
facevano l'amore. Come era stato dolce suo padre:
"Missy, è un modo di amarsi questo, di essere e
stare insieme. Quando sarai più grande lo capirai e noi
saremo sempre qui per parlarne con te!"
Era bellissimo vedere come si amassero..
"Peccato che forse non glielo dirà mai!",
aggiunse Byers.
No, non aveva il coraggio di dirglielo. E doveva farlo,
al più presto. Ecco l'altra questione la più difficile.
"Carina quella tuta rosso fuoco!", disse Langly.
"Ah, io sono daltonica!", aggiunse Missy. Come
mio padre stava per dire.
L'aria
della sera era fresca. Missy accellerò il passo, finché
non sentì la voce di Serge che la chiamava dalla
trasmittente.
"Missy, ti devo riportare indietro!"
"No, ti prego!"
"Ci sono dei guai nella linea, non possiamo
rischiare, solo poche ore!"
"D'accordo!", rispose lei a malincuore, e
mentre il fascio di protoni la avvolgeva vide
materializzarsi una figura davanti a lei, nell'ombra. Una
figura troppo familiare, e la terza persona che doveva
salvare.
Alex Krycek
aveva continuato a tenere d'occhio Mulder. Il suo grande
avversario. Il grande avversario che lui nel suo cuore
considerava amico, malgrado tutto quello che li divideva,
malgrado il baratro. Aveva notato quella ragazza carina,
la mattina. C'era qualcosa di strano, oddio come era
conciata, intanto, e poi aveva sentito i suoi discorsi..
Voleva avvicinarla.. E lei era sparita.. E per come
l'aveva guardato, aveva capito che lei lo conosceva...
Occhi aperti, dunque.
Missy
emerse nel laboratorio di Serge:
"Non puoi fare questo!"
"Sì, sta per arrivare una tempesta, era meglio se
eri a casa..."
"Sai che né tu né io avremo più una casa se non
risolvo questo problema!"
"Sì, ma devi andarci cauta: una volta distrutta la
macchina del tempo, tu avrai solo quel dispositivo per
tornare a casa, che è molto delicato..."
"Mandami indietro, presto!"
"E' troppo presto, aspettiamo un attimo.."
"No, dai.."
Missy sparì, mentre Serge si copriva la faccia con le
mani: Dio mio, aiutala. Avevano le ore contate per fare
tutto, e lei stava rischiando e grosso. Ma lei era una
scienziata come lui.. I fatti della vita... Nella sua
infanzia, cresciuto solo in un laboratorio, ricordava
l'incontro con quella bambina come il momento in cui la
sua vita era cominciata. Poi suo padre l'aveva preso con
sé. E poi un giorno aveva ritrovato quella bambina
cresciuta come sua collega. E si erano amati, e si
amavano. E sapeva i problemi che lei stava avendo con suo
padre, Fox Mulder. Suo padre, invece, l'aveva presa bene:
"Forse è giunto per me il momento di saldare un
vecchio debito..."
Missy si
materializzò dietro ad un cassonetto poco lontano
dall'Edgar Hoover Building. Una sensazione di malessere
la colse subito, mentre si avvicinava all'edificio. No,
era arrivata in ritardo.
Nell'atrio c'era gente tutta vestita di nero, che entrava
ed usciva da un corridoio. Come un automa, li seguì,
mentre stava peggio...
Entrò in una stanza: riconobbe troppo bene molte persone
che c'erano, c'era anche Skinner, il burbero capo dei
suoi genitori, che però l'aveva presa a spallucce da
piccola e le aveva fatto visitare gli uffici... distrutto
e prossimo alle lacrime... C'era nonna Maggie, disperata,
zii Bill e James, silenziosi e scuri in volto... Ed una
bara, una bara bianca...
Missy si avvicinò: lui era inginocchiato accanto alla
bara, e teneva la mano di lei, di mamma. Morta. L'avevano
uccisa.
Lui piangeva, come lei non l'avrebbe mai visto fare:
"Scully, non dovevi lasciarmi, cosa faccio adesso
senza di te?"
I Gunmen, presenti, la superavano lanciandole uno sguardo
triste e si avvicinavano a lui per confortarlo. Anche
Skinner cercava di fare qualcosa, ma senza nessun
risultato, lui era disperato.
No, Missy non sarebbe mai esistita a quel punto.. Il
malessere la fece vacillare, mentre un altro volto
conosciuto, stravolto dal dolore si avvicinava a Mulder.
"Bastardo!", urlava Fox Mulder, "hai
ucciso tu lei!!! Maledetto!"
I Gunmen e Skinner lo trattenevano da gettarsi contro
Alex Krycek.
"Mulder... io non so chi sia stato, è tutto
assurdo, è successo qualcosa di atroce, di inspiegabile,
credimi, sono qui per aiutarti, devi vendicarti, ti
prego, credimi!!"
Mulder si calmava e sussurrava:
"Già, tanto lei ormai non torna..." Si chinava
su di lei e mormorava:
"Ti ho tanto amata... e sto per venire da te, se mi
vuoi!"
Di colpo tirava fuori la pistola e se la puntava alla
tempia. Missy sentì se stessa urlare, mentre nessuno
riusciva a fermarlo, e faceva fuoco crollando poi senza
vita sul corpo della sua donna... Missy uscì dalla sala
con le ultime forze che le erano rimaste, mentre i
fotografi della stampa si scatenavano a fotografare, gli
agenti si avvicinavano alla scena dell'ultima tragedia,
c'era chi piangeva... Si girò un'ultima volta e vide
Frohike che accarezzava i capelli di quello che avrebbe
dovuto diventare suo padre, mentre Langly e Byers si
stringevano annicchiliti dal dolore. Skinner era
immobile, mentre due agenti federali mettevano le manette
ad Alex Krycek, il cui sguardo stravolto incontrò quello
di Missy...
Con un filo di voce Missy chiamò Serge:
"Riconversione temporale, ti prego!"
Subito
riprecipitò nei meandri e si rimaterializzò di sera.
Riconobbe il posto: Martha Vineyard, vicino al condominio
dove c'era l'alloggio da scapolo di suo padre, ora al suo
tempo archivio dei casi dei genitori. Ricordava i cassoni
di materiale che aveva aiutato a portare, e come papà
portava via i pesi dalle mani della mamma... Intravide
suo padre attraverso la finestra, solo, ma vivo, che
parlava al telefono... E dallo sguardo stava parlando con
sua madre.. Era ancora in tempo!
Missy si diresse verso la porta dell'edificio, quando una
mano le puntò una pistola contro:
"Carissima, mi sa che devi spiegarmi qualcosa!"
Era Alex Krycek.
Missy, ancora con la testa che le girava, si lasciò
portare su un'auto ed ammanettare. Anche lui era da
salvare.
Krycek le disse:
"Bene, credo che dobbiamo fare due chiacchere.. Ti
conviene parlare, sai non vorrei che Mulder mi odiasse
per un altro motivo!"
"Anche se ti dicessi la verità, non mi crederesti!",
sorrise Missy, in un modo che stranamente Alex si sentì
stringere il cuore.
"Beh, con me non ti conviene scherzare... Sai, io
non vado per il sottile... ma mi spiacerebbe che ti
succedesse qualcosa di brutto perché sei davvero carina!"
"Io so che tu non sei cattivo come dicono.. Non ho
mai avuto paura di te, malgrado quello che sapevo, perché
il ricordo più antico che ho di te è quando mi hai
tirato fuori da quel laboratorio, avevo due anni, e mi
hai restituito a mio padre..."
"Scusa, ma dai i numeri! Avanti, dimmi che sei!"
"Ma te lo sto dicendo! Ricordo che mio padre mi
portava a giocare ai giardini, e tu ogni tanto spuntavi
per rivelargli qualcosa... e non mi facevi paura, eri
gentile con me, in modo particolare.. Poi ho conosciuto
tuo figlio, portato via dal laboratorio, e non parlava, e
siamo diventati amici... E poi..."
"Senti, io non so di cosa tu stia parlando! Non
posso conoscerti fin da bambina: è impossibile! Comincia
a dirmi la verità!"
"Ma te la sto raccontando! Lo sapevo che non mi
avresti mai creduta... Mi devi lasciare andare,
altrimenti Scully verrà uccisa, Mulder si suiciderà e
tu finirai sulla sedia elettrica come unico colpevole..."
"E' tutto assurdo!" ma Krycek vedeva quegli
occhi, quegli occhi sinceri.. oddio, erano gli occhi di
Mulder, come poteva essere?
Missy tirò fuori da una busta nella tuta alcune foto.
"Guardale!"
C'era una neonata in braccio a suo padre e a sua madre;
una bambina a cavalcioni del suo papà; un'adolescente
stretta a suo padre; un ritratto di famiglia.. i genitori
erano Mulder e Scully, loro, senza dubbio..
"Credimi, ti prego!", fece Missy.
"Come è possibile?"
"Posso viaggiare nel tempo.. e devo fare in modo che
nessuno possa più farlo, distruggendo la macchina, e
devo salvare i miei genitori.. e te.. per salvare il mio
futuro".
Krycek la sciolse dalle manette:
"Non capisco, vattene!"
Era mattina
presto: Missy si appostò davanti all'Edgar Hoover
Building. Poteva accadere in qualsiasi momento. Anche
subito. Vide Dana Scully che arrivava verso il palazzo.
Sua madre. Sua madre che scuoteva la testa quando lei e
suo padre iniziavano a parlare di Ufo. Sua madre con la
quale saltava di gioia a guardare le partite di baseball
appena la Washington League andava in punto. Sua madre
fiera di lei scienziata. Sua madre, bella e giovane, più
giovane di come lei la ricordava.
Eccola lì. Fece un passo verso di lei ed intravide
l'uomo con il fucile, pronto a sparare. Con un gesto
fulmineo estrasse lei la sua arma e sparò.
L'uomo vacillò ed esplose lo stesso un colpo che colpì
comunque Dana Scully, anche se non al petto. Un urlo, non
di Missy, scosse il tutto. Era Fox Mulder, che si
precipitò addosso a lei. Un'ambulanza ed in ospedale.
Missy corse loro dietro. Sapeva che problema ci sarebbe
stato. E lei poteva aiutare a risolverlo.
"Ha
perso molto sangue... ed è un sangue strano, il suo..."
Fox Mulder stava annicchilito di fronte alla dottoressa.
Era vero. Il sangue di Scully era stato alterato durante
il rapimento. Ed era pressoché impossibile trovare
qualcuno di compatibile.
Non c'era niente da fare.. Niente.... Fox Mulder si sforzò
di rimanere calmo, ma era disperato... Sarebbe morta,
morta dissanguata...
"Fatele una trasfusione con il mio sangue!",
disse una voce. Mulder si girò a guardare. Era quella
ragazza, Missy. Quella tipa strana... Ma cosa voleva?
La dottoressa cercò di farla ragionare:
"Signorina, lei è lodevole, ma vede, la situazione
è molto critica..."
"Lo so.. ed io posso salvarla... vi prego, non
perdete tempo..."
"Ma vede..."
Di colpo Missy tirò fuori una pistola e la puntò contro
Fox Mulder.
"Mi prenda del sangue e lo inietti nel corpo di Dana
Scully.. Non mi obblighi a fare pazzie...."
Il sangue
di Missy entrava piano piano nel corpo di Dana, ridandole
vita. La dottoressa Barks scosse la testa: erano
geneticamente compatibili. Come solo tra parenti stretti.
Tra consanguinei. Dana Scully era salva. Uscì dalla sala
ed andò nel corridoio dove c'era il collega della donna
(e chiamarlo collega era poco davvero!) e quell'enigma
della scienza che l'aveva salvata. Voleva vederci chiaro...
"Vi comunico che l'agente Dana Scully è fuori
pericolo. Il vostro sangue era perfettamente compatibile..
un caso rarissimo, tenendo conto inoltre di varie
anomalie nel sangue della paziente... "
"Cose che capitano...", disse serafica Missy,
tenendo per sé tra madre e figlia.
Mulder la prese per un braccio:
"Tu chi sei? Un clone fatto in laboratorio con cosa
hanno rubato a Scully? O cosa?"
"Capirai... Io ho un lavoro da finire, e vorrei che
tu venissi con me... Così possiamo parlare..."
"Io ho avuto fiducia in te, ma chi sei?"
"Qualcuno che ama te e ama Scully..."
"Sì, ma perché? Al diavolo! Vengo con te, ma se
scopro che è una trappola..."
"Io non ho mai sentito parlare della base militare
di Crew Code".
"Per forza, è segreta".
"E tu come fai a conoscere dove è?"
"Lo so.. ho le mie fonti".
Mulder fermò la macchina e guardò Missy:
"Ora mi devi spiegare tutto: piombi nella mia vita e
in quella di Scully con delle strane rivelazioni, dici
verità a metà, salvi Scully minacciando me, ora mi vuoi
trascinare in questo posto..."
"Abbi fiducia in me... Tu lo chiedi sempre agli
altri.."
"Sì, ma dato che nessuno fa mai niente per niente,
vorrei capire quali sono le tue intenzioni!"
"Abbi fiducia, ti prego..."
Mulder si rimise in moto:
"Perché non mi dici qualcosa di più di te?"
"Sono laureata in ingegneria informatica e lavoro ad
un progetto tecnologico. La mia cucina preferitaè quella
cinese. Adoro il baseball e ci ho anche giocato. Il mio
hobby è scrivere storie fantasy. Adoro la letteratura
francese dell'Ottocento..."
"Sei una persona curiosa ed interessante..."
"Grazie..." Missy sentì una frase che le
bruciava in gola:
"Ho preso molto da mio padre... Anche tu sei molto
curioso ed interessante... e carino".
Era vero: quell'uomo che aveva di fronte a sé era molto
diverso da suo padre come lo conosceva. Le sue compagne
di scuola l'avevano invidiata per anni per come era bello
il suo papà, ma lei la cosa la notava poco.
Ma ora non aveva davanti suo padre: aveva davanti un uomo
splendido, simile a lei, coraggioso, leale, forte.
Come capiva sua madre, come la capiva...
"Sei fidanzata?", chiese Mulder con un tono
indifferente ma strano, che Missy percepì subito.
"Sì.. più o meno. Mio padre non è molto d'accordo..."
"Cos'è, un tossico?"
"No, è un mio collega di lavoro. Purtroppo i miei
genitori hanno avuto dei problemi con suo padre..."
"Cos'è la versione Duemila di Romeo e Giulietta?
Sono un po' all'antica questi tuoi genitori...."
"No... sono due persone che adoro... soprattutto mio
padre... Diciamo che sono stati problemi seri quelli
avuti con il padre del mio lui... ma il tempo cambia
tutto..."
"Giustissimo!", disse Mulder.
Missy lo guardò con due occhi stupiti, e poi lo fece
girare in una strada secondaria. Dopo altri due bivi
videro un fabbricato, lungo e stretto.
"Siamo arrivati...", sussurrò Missy. Appena
scesa dall'auto, un capogiro la colpì. Serge l'aveva
avvertita su che effetti potevano esserci con il viaggio
nel tempo. E il suo dispositivo si stava danneggiando,
irreparabilmente...
Mulder la sorresse: Missy si riprese tra le sue braccia.
"Ci stai provando?", disse Mulder avvicinando
pericolosamente le labbra alle sue. Missy si sentì
mancare: amava Serge, ma Fox Mulder era troppo... ma era
suo padre.
Si tirò indietro di colpo:
"Non mi toccare!!! Non deve succedere... tu
appartieni a Scully!!!"
Mulder spalancò gli occhi:
"Tu.. come ti permetti di dire questo?"
"Mi permetto eccome... tu la ami, lei ti ama, e
continuate a soffrire in silenzio! Vi negate il futuro,
non capisci? Tutto quello che potreste avere!"
"Ora basta!", fece Mulder, "entriamo in
questo posto, facciamo quello che dobbiamo fare, e poi
aprirò un'inchiesta su di te!"
Serge, nel
laboratorio, scuoteva la testa: ci stava mettendo troppo.
La macchina del tempo era ancora lì davanti. E il
dispositivo di Missy era difettoso. Doveva fare qualcosa...
La porta si spalancò: era suo padre.
"Serge, Missy è davvero tornata indietro?"
"Sì, ha insistito..."
"Troppo rischioso.. bisogna farla tornare indietro.
Vado io!"
"No.. vado io!"
"E' l'unico modo in cui posso aiutarti e spianarti
la strada: salvandola! So quanto la ami.. dimostralo ai
suoi genitori... e sii felice!"
"Papà, tu sei cambiato, sei una persona diversa..."
"Io mi sento ancora il bastardo che ero dentro... Ma
tu sei il figlio migliore che potevo avere... Vivi felice
con lei... Ti devo dire una cosa, da dire al padre di lei:
eravamo su due fronti opposti, ma io ho considerato Fox
Mulder il mio migliore amico... e sono fiero che tu ami
sua figlia! Ed ora spediscimi indietro!"
Serge piangeva mentre vedeva suo padre che partiva....
Mulder e
Missy erano entrati nell'edificio e lo stavano esplorando.
Missy guidò Mulder verso un corridoio.. Forzarono una
porta.
Un dispositivo grosso e rotondo stava loro di fronte.
Missy disse:
"Ecco l'arma!"
"Cos'è?", fece Mulder.
"Una macchina del tempo. Serve per andare indietro
ed avanti nel futuro. L'hanno data gli alieni al
consorzio ed ora c'è chi vuole usarla per cambiare la
storia..."
Missy si chinò ed estrasse dalla borsa una bomba:
"Ora tutto cambierà..."
Mulder la osservò, chinata, con i capelli rossi sparsi,
il profilo... dio mio quanto sembrava Scully.. quanto...
Un dubbio iniziò ad entrare nella sua mente..
Un colpo da dietro li fece girare: un uomo stava entrando
dentro:
"Chi si vede! Sei venuta per cambiare tutto! Ma è
inutile, ormai..."
Di colpo dal nulla un uomo alto e robusto si parò tra
Mulder, Missy e l'uomo e sparò. Ma l'uomo sparò per
primo, e l'altro cadde a terra dopo di lui.
Missy si buttò su di lui:
"Ci hai salvati..."
"Un vecchio debito... così magari ora tuo padre non
avrà più nulla da dirti... usa il mio dispositivo e
torna da lui... come sei bella... Mulder... sii
orgoglioso di una figlia così, è straordinaria..."
L'uomo si accasciò a terra e Missy guardò Mulder, ormai
interdetto: quell'uomo anziano.. oddio aveva dei
lineamenti familiari.. e Missy.
La ragazza
mise la bomba sul dispositivo e poi guardò Mulder:
"Hai quattro minuti per andartene... Mi hai chiesto
perché ho fatto questo. Ho fatto questo perché tu mi
hai insegnato ad amare il baseball. Ho fatto questo perché
mi hai portata a Parigi, e mi hai insegnato l'amore per
la cultura francese. Ho fatto questo per come mi hai
abbracciata quando mi sono laureata. Ho fatto questo per
tutte le storie che mi hai raccontato da bambina, tutti i
tuoi casi. Ho fatto questo... per mille motivi, ed ancora
mille... Sei mio padre... Io sono venuta per salvare il
mio futuro.. Tu proteggilo... Ora devo andare... Proteggi
il mio futuro... Non sprecare quello che sei, il tuo
amore... Fai che ne sia valsa la pena..."
Mulder avrebbe voluto chiederle mille cose, ma Missy
scomparve di colpo. Uscì dalla stanza, di corsa, e non
perché c'era la bomba... Perché voleva proteggere il
suo futuro, il futuro di tutti.. Perché la vita si può
cambiare se si vuole. Perché esiste un destino che va
seguito, altrimenti.
Corse in macchina, fin da Scully, in ospedale. Doveva
fare una cosa.
Dana era
nel suo letto. Il futuro gli avrebbe dato tutte le
risposte. Come sposarsi. Come amarsi per sempre. Come
avere una figlia in cui si sarebbe specchiato. Come mai
qualcuno di nemico si era sacrificato per lui. Ma ora
contava il presente, per costruire il futuro.
Dana.. l'avrebbe chiamata Scully anche dopo quarant'anni
di matrimonio, ma con tutto il suo amore.
Scully si tirò su, stava meglio, era bellissima.
Lui la strinse a sé, mentre lei imbarazzatissima,
arrossiva.
"Mulder..."
"Scully non voglio più essere il tuo collega..."
"Perché?"
"Non voglio più essere il tuo collega... soltanto!"
e le sue labbra si unirono a quelle di lei. Un bacio
perfetto, appassionato, corrisposto da lei.
Ci sarebbe stata una vita felice, un futuro da
proteggere, tante cose. Missy ce l'aveva fatta.
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