Le
memorie di una sacerdotessa.
La nostra storia è iniziata in terra di
Grecia, quando Pegasus dovette affrontare Cassios per
ottenere l'investitura a cavaliere: - Atena ti ha
riconosciuto, ora fai parte della schiera dei suoi
guerrieri
-
Il Grande Sacerdote di Atene aveva proclamato Pegasus
vincitore dello scontro tra lui ed il mio allievo Cassios
Ma io non mi volli rassegnare, lo ricordo perfettamente
Non potei accettare che uno straniero potesse portarsi
via l'armatura di Pegasus
"No
Non finirà così. La partita non è
conclusa!"
Pegasus era già stato messo in guardia da Castalia ed
aveva iniziato la sua fuga, ma troppo tardi: mi ero già
messa sulla loro strada
E fu la voce della sacerdotessa guerriera che fu la sua
insegnante, ad annunciargli la mia presenza: - A quanto
pare
E' già troppo tardi
-
- No, adesso basta!- urlò l'eroe, rivolto a me. - Perché
non mi lasci in pace? Io ho combattuto onestamente e ho
vinto. Lasciami andare!-
- Castalia!!- gridai, senza ascoltarlo. - Consegnaci lo
scrigno, a te non faremo niente.-
Ma lei non mi rispose: non avrebbe mai accettato una
simile condizione: - Queste sono cose che non mi
riguardano.- disse, allontanandosi.
Il suo allievo si voltò verso di lei: - Castalia
?-
- Mi dispiace.- gli rispose la donna, sedendosi su una
roccia poco distante. - Se vuoi tornare a Nuova Luxor,
dovrai deciderti a sconfiggere la tua rivale!-
E nel frattempo io avevo già cominciato ad attaccare:
dopo essere stato colpito dal mio cobra incantatore,
Pegasus ancora a terra tirò la maniglia per aprire lo
scrigno di bronzo dell'armatura. E sollevandosi in aria,
cadde nel precipizio.
"Molto bene. E' caduto nel precipizio! Ma
E'
come se ci fosse un intero cosmo insieme a lui
"
Un attimo dopo venni assalita da un'onda d'urto provocati
dai suoi colpi. Mi feci avanti per respingerlo, ma venni
assalita per la seconda volta, in maniera più violenta,
tanto che mi si strappò, la bretella del body,
nonostante fosse protetto dalla spallina di ferro.
- DOVE TI NASCONDI???- urlai, quando
riuscii a fermarmi, dopo essere stata trascinata
all'indietro.
- ECCOMI QUA!- mi rispose una voce. - PROPRIO SOPRA DI TE!-
Ed infatti, Pegasus era riuscito ad indossare l'armatura:
il che era prova del fatto che fosse un protetto di Atena.
Ma io avevo ancora qualcosa da verificare, quindi lo
attaccai, ancora una volta: - Ora staremo a vedere se sei
degno di portare quella corazza!!-
Ed i miei sospetti si rivelarono fondati, perché
Pegasus, benché indossasse l'armatura, non riuscì a
contrastare il mio attacco, cadendo malamente al suolo: -
Proprio come immaginavo! Non sei ancora capace di
servirti dell'armatura. E se indossi le vestigia di
Pegasus come qualsiasi altro essere umano, ti meriti lo
stesso trattamento!!- urlai, cominciando a dargli calci
sul petto.
"Che cosa succede? Non riesco più a muovermi.
L'armatura è diventata così pesante, mi impedisce ogni
movimento."
- Poco fa avevo lanciato il mio colpo simile ad una
cometa, ero riuscito a colpire Tisifone anche da lontano,
perché ora l'armatura non risponde più alla mia volontà?
Perché??
Perché improvvisamente è diventata un
peso, anziché un aiuto? Castalia, davo saperlo!-
- L'armatura, non ha un valore assoluto! Diventa un arma
potente, solo se è ben usata! I cavalieri dello zodiaco,
diventano invincibili quando hanno coscienza del loro
potere!-
- ASCOLTA LA TUA MAESTRA!- gli dissi. - FARESTI BENE AD
IMPARARE LA SUA LEZIONE PIU' IN FRETTA CHE PUOI!!-
- L'armatura non ti sarà d'aiuto se il tuo animo è
confuso! L'ARMATURA NON TI SARA' D'AIUTO SE IL TUO ANIMO
E' CONFUSO!! Ricorda il tuo entusiasmo quando la
indossasti per la prima volta. Eri una furia! RICORDALO!-
Ormai, Pegasus giaceva al suolo, dolorante, a causa dei
colpi che gli avevo inferto, ma io non intendevo fermarmi:
- Il tuo spirito guerriero si è già sopito?? Dov'è
dunque tutto il tuo coraggio?- gli chiesi.
- NON SO!! E' PIU' FORTE DI ME!!-
- COSA??!-
- La volontà delle stelle me lo impedisce. Come si può
pretendere che un uomo combatta con tutte le sue forze, CONTRO
UNA DONNA, ANCHE SE GUERRIERA!??-
- COME??- urlò Castalia, che continuava a seguire il
nostro scontro. - Sei forse impazzito? QUELLA DONNA TI
VUOLE UCCIDERE!!-
Accompagnai le sue parole con un mio gesto, mettendomi in
posizione d'attacco, ma
- No, non ci riesco!-
- Molto bene! Ora vedrai!- esclamai.
Stavo per aggredirlo nuovamente, ma venni fermata dai
miei soldati, che si offrirono di farlo fuori.
Tuttavia, uno di loro che lo aveva sollevato da terra per
sferrargli un pugno, fu costretto a lasciarlo andare
subito. La sua armatura si era surriscaldata: si era
alzato subito.
- ANDATEVENE, prima che la mia ira vi
travolga!-
Ma i miei uomini gli si gettarono contro in massa,
venendo travolti dal suo colpo: - L'avete voluto voi!!
FULMINE DI PEGASUS!!-
Ma ciò che accadde dopo, non lo potrò mai dimenticare:
la velocità della corsa del fulmine aveva superato la
barriera del suono, travolgendo anche me. Ed in quel
momento
"Sono perduta! Questo soffio d'aria, MI HA PORTATO
VIA LA MASCHERA!!!"
Sì, Pegasus era riuscito a vedere il mio volto: era
stato l'unico uomo ad esserci riuscito.
- Ma bene!- esclamò, raggiungendomi, per andarsene. -
Così finalmente ti vedo in faccia. Ed io che ti
immaginavo brutta come il demonio!!-
- ASCOLTAMI!!- urlai.
Si bloccò, alle mie spalle: - La prossima volta che ci
rivedremo io indosserò la mia armatura sacra, e tu
dovrai combattere per la tua vita.-
- SPERO CHE NON ACCADA!- mi rispose, riprendendo la sua
strada. - Mi auguro proprio che non accada.
Già
Ma lui non poteva ancora sapere quale fosse la
verità, né perché fosse tanto importante per me quella
sfida
Tentai di affrontarlo e ucciderlo, tante
volte, senza riuscirci, finché non lo raggiunsi a Nuova
Luxor: in quel periodo, era stato ricoverato, dopo il
viaggio al Jamir, dove aveva preso l'acqua della vita,
per il cavaliere del Dragone.
Entrai nella sua stanza silenziosamente: stava dormendo.
Alzai il braccio e
- PRENDI!!!-
- EHI!!- Riuscì ad evitarmi per un pelo, svegliandosi
seduta stante: - EHI, MA CHE COSA SUCCEDE, TISIFONE, CHE
COSA CI FAI QUI???-
- SONO VENUTA PER PUNIRTI!!- risposi, ma Pegasus mi lanciò
addosso la coperta del letto.
Me la strappai di dosso: - MALEDIZIONE!-
urlai, attaccandolo nuovamente.
Anche stavolta, riuscì ad evitarmi.
- Ascolta, Tisifone, non dovresti essere in Grecia???- mi
chiese.
- Non posso tornare al Grande Tempio, senza prima averti
sconfitto!!- risposi. - LA TUA TESTA SARA' IL MIO
PASSAPORTO PER ATENE! E' PER COLPA TUA, se sono
stata bandita dal sommo Arles! NON LO SAPEVI?-
gridai, lanciandogli contro il vaso di rose, che era sul
comodino.
Pegasus si scansò tempestivamente: - Pochi centimetri e
mi sfondava la testa! E adesso come la mettiamo??-
borbottò. - Insomma, SI PUO' SAPERE PERCHE' CE L'HAI
TANTO CON ME?? Non ne posso proprio più dei tuoi modi,
lo sai Tisifone?- mi chiese, ma non si aspettava alcuna
risposta, perché si lanciò immediatamente giù dalla
finestra, facendosi scudo con la tenda.
- PEGASUS!!- gridai. - Non mi sfuggirai, Pegasus!- mi
dissi, inseguendolo.
- ASPETTAMI VIGLIACCO!!- urlai, e sapendo che non si
sarebbe fermato, lo sorpassai con un balzo, attaccandolo
nuovamente: riuscii ad utilizzare un tronco d'albero come
trampolino.
- A NOI DUE, ORA! DIFENDITI Pegasus, non
avrò pietà per te!-
- La prima volta che ci affrontammo, ti dissi che
preferivo NON COMBATTERE contro una donna, PERCHE'
vuoi costringermi a farlo a tutti i costi, TISIFONE??- mi
chiese, ancora una volta: era stanco di dovermi
affrontare, senza sapere neppure perché ci tenessi tanto.
Risi: - Perché vorrei che tu mi considerassi un uomo!!!-
risposi.
- Che sciocchezze vai dicendo, come potrei?-
- Fin dai tempi più antichi sono stati GLI
UOMINI a proteggere Atena! MALEDIZIONE!
IL MONDO DEI CAVALIERI E' SEMPRE STATO ESCLUSIVAMENTE
MASCHILE!! Ed è questa la vera ragione per cui quando
una donna vuole unirsi a loro, deve indossare una
maschera per nascondere la sua identità!- gli spiegai. -
Solo così, può celare al mondo la sua tenerezza, la
maschera è L'UNICA PROTEZIONE. SE
QUALCUNO MI VEDE SENZA QUESTA COPERTURA E' COME SE MI
VEDESSE NUDA!!-
- Beh' e ora non ti sembra di esagerare un po'?- domandò.
- SECONDO TE QUESTA E' UNA SCIOCCHEZZA!- dedussi. - E poi
-
mi avvicinai a lui. - Non SOLO perché hai visto la mia
faccia, SARO' COSTRETTA AD UCCIDERTI!!-
- Eeeh?-
- E' anche per quello che è successo, circa cinque anni
prima di quell'episodio.- aggiunsi, avvicinando la mano
al mio viso.
Mi sfilai lentamente la maschera e vidi dipinta sul viso
di Pegasis un'espressione di stupore: mi aveva
riconosciuta. Sapeva di avermi già vista; ora lo
ricordava.
- Cinque anni, hai detto?- mi chiese. - Quindi, poco dopo
il mio arrivo, in Terra di Grecia, giusto?-
Ed allora lo capì: - Non dirmelo che ora mi rammento. -
sussurrò.
Quel giorno, Pegasus stava inseguendo un coniglietto:
avrebbe dovuto catturarlo, ma non riusciva ad
acchiapparlo. - Ti prego, fermati! Per Dio!! Sono un
cavaliere sai, non posso farmi battere da un coniglio!
Lascia che ti acchiappi!-
Già a quel tempo, io insegnavo alle mie compagne l'arte
del combattimento: avevo dato loro una pausa e mi ero
allontanata, vedendo un coniglietto avvicinarsi a me e
fermarsi, davanti a me arretrando, spaventato. Mi ero
tolta la maschera: era bastato questo a tranquillizzarlo,
quindi lo avevo preso in braccio: - Ciao coniglietto!-
Ma non mi ero accorta di non essere sola: - Però! La
grande sacerdotessa guerriera che si commuove alla vista
di un coniglio!-
Era stato Pegasus a parlare: - E tu cosa ci fai qui? Non
lo sai che l'accesso al campo d'addestramento femminile
è severamente vietato a tutti i maschi??-
- Oh? Che sbadato!- aveva ammesso lui, ricordandosene e
portandosi una mano alla testa, in segno di scuse. - Ero
così intento a inseguire la mia preda che me n'ero
dimenticato!-
- E hai fatto male!- avevo ribattuto. - Una punizione
esemplare ora non te la leva nessuno! Cosi imparerai a
tenere a mente i
- Ma in quel momento mi ero dovuta
inginocchiare, stringendomi il polso destro, che aveva
iniziato a sanguinarmi.
- Cosa c'è?- mi aveva chiesto Pegasus, non appena mi
ebbe vista.
- E' una brutta ferita, meglio fasciarla subito!- aveva
detto.
Senza pensarci due volte, si era strappato una fascia di
stoffa dalla giubba, avvicinandosi a me: lo avevo
respinto, ma scaltramente, lui era riuscito ad evitare il
mio braccio:- Sta' ferma
e cerca di non muovere il braccio!- mi disse,
sorridendomi. E' inutile, sai che fai la scontrosa con
me, l'ho capito subito che sei una ragazza sensibile e
con un cuore grande così,
-
Si era voltato verso la sua precedente vittima: - Dico
bene coniglietto, la pensi anche tu come me?-
Avevo girato lo sguardo anch'io: l'animaletto si era
rizzato sulle zampe posteriori in segno di approvazione.
- Ecco, la ferita non sanguina più e ricordati di
cambiare la benda!- aveva aggiunto Pegasus, rivolto a me.
Poi se ne era andato: - Ciao, ciao!-
- Ma
Ehi
- Avevo tentato di trattenerlo, ma
non ne ebbi il tempo. Si era voltato un'ultima volta a
sorridermi e poi aveva ripreso la sua strada.
- Da quando ero arrivata ad Atene, non
avevo fatto che esercitarmi a combattere
Invece
quel giorno, conobbi la tenerezza. No, non avevi visto
solo il mio volto. Avevi anche messo a nudo la parte più
delicata e femminile della mia anima.- conclusi.
- Eri tu quella ragazza così dolce e sensibile
-
sussurrò.
- Adesso conosci il mio segreto, è stato
difficile rinunciare alla mia femminilità! Ma ho
dovuto farlo, era l'unico modo per diventare un
guerriero. E' stato un sacrificio enorme che ho
pagato a caro prezzo, ma che alla fine, mi ha
permesso di realizzare il mio sogno.- confermai. -
Capisci ora, perché devo ucciderti Pegasus?- gli chiesi.
- No, mi dispiace. Questo non lo capirò mai!-
- La dolcezza
- sussurrai. - E' un sentimento che un
guerriero non può certo permettersi!-
- Ma perché?-
Sentendo quelle parole, lo guardai con la coda
dell'occhio, mentre sentii le lacrime, sgorgare dai miei
occhi
Mi misi in posizione d'attacco: - Basta con
le sciocchezze! Combattiamo!-
- No, Tisifone aspetta!-
- Devi difenderti, cavaliere! Il cobra incantatore non
perdona!!-
- NOO!-
Ma anche se avevo svelato a Pegasus la ragione per la
quale era importante per me affrontarlo, lui non aveva
cambiato idea e continuava ad evitare i miei colpi, senza
contrattaccare: - PERCHE' NON TI VUOI
DIFENDERE, PEGASUS? COLPISCIMI!!-
- NO, NON LO FARO' MAI! NON POSSO
TISIFONE!!-
- E invece devi!!-
Continuò così per un bel po': quando riuscì a
bloccarmi, Pegasus si limitò a ribadire la sua decisione:
- Placa la tua ira, Tisifone, ti supplico! E' inutile,
non mi batterò più con te! Mettiti il cuore in pace!-
Lo guardai in viso, prima di svincolarmi bruscamente per
allontanarmi da lui.
- Tisifone
-
Qualche attimo dopo, avvertimmo entrambi qualcosa di
strano: - Ma che cos'è? Si direbbe un'energia cosmica di
inaudita potenza!-
- Lo penso anch'io.- concordai, indietreggiando. -
Appartiene
A un cavaliere dotato di un cosmo
superiore!-
Ma quello che riuscii a capire, avvertendo quel cosmo, mi
fece male: - NO!-
Mi diressi verso Pegasus dicendogli di andarsene
immediatamente: non potevo fare altro.
- EHI, MA CHE TI PRENDE, FINO A UN
MOMENTO FA GIURAVI DI VOLERMI UCCIDERE E ORA CERCHI DI
SALVARMI?-
- Conosco questa energia cosmica. L'ho avvertita tempo fa
ad Atene, è pericolosissima!-
Ma né io, né Pegasus facemmo in tempo ad andarcene:
Ioria, cavaliere d'oro di Leo, era venuto ad uccidere i
cavalieri di lady Isabel.
Volli affrontarlo per prima, ma fui messa fuori gioco e
Pegasus venne colpito dal Sacro Leo. Nonostante si fosse
reso conto della differenza esistente fra un cavaliere di
bronzo ed uno d'oro Pegasus aveva deciso di affrontare
Ioria comunque, benché fosse privo dell'armatura.
- Ti sei condannato da solo, Pegasus! PER IL SACRO LEON!!-
SPLOCH!
- Ah!!-
- Che cosa?-
Pegasus si era visto coperto di sangue all'improvviso,
senza capire cosa fosse accaduto
E nemmeno Ioria se ne era accorto
Ero stata io
Frapponendomi fra Pegasus e Ioria,
avevo impedito al cavaliere d'oro di Leo di colpire il
mio acerrimo rivale. Avevo salvato Pegasus
Perché
- TISIFONE! PERCHE' L'HAI FATTO??- mi chiese: era
sconvolto. - Perché Tisifone? Che cosa ti ha spinto
-
mi sorresse, inginocchiandosi sull'erba, mentre mi
accasciavo al suolo. -
a sacrificarti in questo
modo per me?-
Lo sentii, quel giorno: sentii il cosmo di Pegasus. Me lo
ricordo ancora. Era così dolce
Così gentile
- Avevo due
- gli risposi. -
Possibilità di
salvare la mia dignità di sacerdotessa dal disonore
Una era quella di ucciderti
L'altra era
Quella di AMARTI
-
- EH?-
In quel momento, solo una cosa volli chiedergli: -
Promettimi, Pegasus che non ti farai mai sopraffare
dall'oscurità. NON PERDERE LA TUA VITA CON ME! E
soprattutto
Non odiarmi perché ho osato tanto, ti
prego, Pegasus. Perdonami.-
Poi persi i sensi
Da quel giorno, passai dalla parte di lady Isabel
Ed aiutai Pegasus in più di un'occasione, sia durante la
battaglia alle dodici case, sia durante la battaglia nel
regno di Asgard.
Quando Atena venne rapita da Nettuno, infine, avevo
raggiunto i cavalieri di Atena allo scopo di portare loro
le vestigia di Libra che avrebbero permesso
l'abbattimento delle sette colonne degli abissi
Dopo aver dato a Kiki le sacre vestigia, mi occupai di
Didis, il cavaliere sirena al servizio di Nettuno:
Pegasus era riuscito a sconfiggere il Generale degli
Abissi alla guardia della prima colonna
La colonna
del Pacifico del Nord. E subito dopo, con l'arrivo di
Kiki, la aveva abbattuta.
Una volta superato il primo ostacolo, Pegasus si diresse
alla colonna successiva, incrociando me, mentre
affrontavo il cavaliere sirena.
Come al solito, mi offrì il suo aiuto, ma subito dopo,
ammise lui stesso che non era necessario in quel momento:
e riprese il cammino.
Invece fui io a chiedere il suo aiuto, quando avendo
deciso di affrontare Nettuno, abbattei definitivamente
Didis, che non mi avrebbe lasciato andare e una volta che
mi fui diretta al Tempio del dio dei Mari, venni messa
fuori gioco...
Stavo cadendo al suolo e lentamente, stavo perdendo
conoscenza: - La vista mi si annebbia
Perdo ogni
contatto con la realtà
-
Piansi
Riuscii a riprendere possesso dei miei
pensieri per un attimo ed invocai il suo nome: - Pegasus.
PEGASUUUS!-
La mia invocazione lo raggiunse, e presto anche lui
giunse al Tempio di Nettuno: - TISIFONE!
ANCHE TU QUI??-
Sebbene fosse affaticato, si avvicinò a me,
sorreggendomi: - Sei viva? RISPONDI, SEI VIVA?- mi
chiese, con calore.
Ma io ero troppo debole per potergli rispondere.
- RISPONDIMI TI PREGO! NON BASTA QUESTO RESPIRO!-
Un attimo dopo, vedendo sollevarsi il pannello che
fungeva da parete, del tempio, fu costretto a lasciarmi e
mi ripose sul pavimento: in lontananza, alle spalle del
dio, c'era la colonna portante, alta ed imponente, nella
quale Atena era prigioniera
La battaglia non sarebbe stata affatto facile
Pegasus, Dragone e Cristal erano stati privati tutti e
tre delle loro armature: eppure, non avevano alcuna
intenzione di arrendersi.
Poi, all'improvviso una luce dorata sulla testa di
Pegasus, aveva abbagliato Julian: - Che succede??-
- UN' ARMATURA D'ORO!!-
- E' l'armatura di Sagitter ed è qui per aiutarci!-
spiegò Sirio.
- Micene ha mantenuto la promessa che fece quel giorno al
grande tempio!-
L'armatura di Sagitter si era disposta sul corpo di
Pegasus, permettendo al protetto di Atena di portare
definitivamente i suoi colpi alla velocità dei cavalieri
d'oro
Alla velocità della luce. Ma ciò era stato
inutile, comunque, contro Nettuno.
Un'ultima carta restava da giocare
La freccia d'oro:
- Tenderò da questo arco la freccia di Sagitter. UN
CONSIGLIO, CEDIMI IL PASSO!! PERCHE' QUESTO DARDO
SARA' CAPACE DI PERFORARE LE TUE VESTIGIA MARINE!!-
- Non stento a crederlo. E' vero la freccia di Sagitter
ha virtù sorprendenti, conosco la leggenda di Micene. Ti
chiedo comunque di riflettere su un particolare, ora. Che
cosa succederà Pegasus, se la freccia, come prima il
fulmine tornerà indietro?-
Ma nonostante la veridicità delle parole di Nettuno,
Pegasus non volle, né avrebbe potuto tirarsi indietro:
la freccia d'oro era l'ultima speranza.
- Ho deciso! Scoccherò la freccia!-
- No, Pegasus!- sussurrai. - Non farlo ti supplico!-
Anche Sirio e Cristal avrebbero voluto trattenerlo: - I
tuoi amici hanno capito.- gli disse Nettuno. - Rinuncia,
è impossibile per te sopravvivere se scoccherai quella
freccia.-
- DEVO TIRARE a qualsiasi prezzo!-
E con quelle parole, Pegasus scagliò la freccia d'oro,
che
Arrivò fino a Julian, ma si fermò senza
colpirlo, e rimbalzò, roteando nell'aria, facendo marcia
indietro.
Ritornando dall'alto, in direzione opposta, si stava
dirigendo verso Pegasus!
- No!-
- Allontanati!!- urlò Sirio.
- No, NON PUO', è troppo tardi!!- lo corresse il
cavaliere del Cigno. E aveva ragione.
SPOLCH
Non si mosse più nessuno: Pegasus era
stato colpito, vicino al cuore
"La freccia
Mai verità è stata rivelata
a un risveglio così doloroso. Costui è veramente un dio
capace di rendere vana ogni offesa! La freccia
Anch'essa è tornata indietro. Come potrà il fulmine che
tante vittorie mi ha donato in passato
Come potrei
aver ragione di costui? Come potrei aver ragione di un
dio dalle virtù celesti, disposto a tutto pur di
vincere?? -
- No
Non ci posso credere.- sussurrai.
- Il suo battito, è molto debole.- constatò Sirio.
- Pegasus
-
Il dio dei Mari stava fissando la colonna
portante che si ergeva imponente dietro al suo tempio:
"Isabel
Sei ancora viva, o anche il tuo cuore
ha cessato di battere? Non lo capisco! E' scomparso il
tuo cosmo come scompare una goccia nell'aria
Isabel!
Sono io il vincitore, eppure è strano, non riesco a
gioire!"
Proprio in quel momento, si accorse che Pegasus si stava
rialzando e si voltò: - CAVALIERE! E' successo il
miracolo, le vestigia d'oro ti hanno salvato. Potevi
approfittarne però, fingendoti morto!-
- Nettuno
Per chi mi hai preso, per un vigliacco
tuo pari?- ribatté Pegasus, furente, sebbene fosse
provato dalla ferita.
Estrasse la freccia dal proprio petto, puntandola
nuovamente contro il dio degli oceani:- Che vuoi fare?-
chiese Julian. Vedere Pegasus imbracciare nuovamente
l'arco dorato gli faceva venire da ridere. - Sei forse
impazzito, ripeterai lo stesso errore!-
- NO!- urlai. - Basta, sfidi troppo la sorte!-
- Questa volta non ce la farà, dobbiamo intervenire!-
esclamò Sirio.
- Ma come possiamo fare?-
- Ti avverto, prima che tu decida di tentare di nuovo.-
gli disse Nettuno. - E' vero Pegasus, la prima volta ti
sei salvato, ma la seconda ti sarà fatale!-
- Parli
con molta sicurezza.- ribatté Pegasus. -
Ma chi può sapere che cosa accadrà l'istante successivo.
Il bersaglio della freccia sei tu! Questa volta potresti
non uscirne illeso!-
Ma nessuno tra di noi credeva si sarebbe salvato: e lo
stesso Pegasus, ne era consapevole, sebbene fosse deciso
a scagliare nuovamente la freccia d'oro.
I suoi occhi vacillavano, ma ciò non lo spinse a
desistere: scagliò la freccia d'oro
Che per
l'ennesima volta venne respinta!
- NO! SUCCEDE DI NUOVO! Stavolta è finita per me!-
sussurrò.
- Amore
-
SPLOCH
- AH!-
Sploch
Sploch
Sploch
Ancora una volta
Avevo trovato la
forza di raggiungere Pegasus prima che venisse colpito
Non avrei mai potuto accettarlo,
No
Una
seconda volta, no!
- No! Questo è troppo
-
- Non dirlo ti supplico, tu eri pronto a donare
la vita per gli uomini. Non impedire a me di rimediare.
La vita è un bene prezioso, ma senza di te non
avrebbe senso! Non ne avrebbe Pegasus. NON
RIFIUTARE IL MIO SACRIFICIO UN'ALTRA VOLTA!-
Non ne potevo più
Perché si ostinava a
rifiutarmi? In quel momento non lo sapevo ancora, ed
insistetti anche per questo
Anche quando lo vidi
piangere
Sì, Pegasus stava versando lacrime
- No! Tisifone! Non chiedermelo! Come posso accettare in
dono la tua vita come supremo sacrificio? No, tu non
dovresti chiedermi questo! NON DOVRESTI!!-
- Perché?- chiesi. - Perché non desideri il sacrificio
di una donna, o perché non vuoi il mio sacrificio? Oh
Pegasus, che importa ora, la posta in gioco è più alta
dell'amore di una donna! Fatti coraggio! Tenta di nuovo,
adesso puoi, ti farò io da scudo!- lo incoraggiai,
mentre cercavo di estrarre la freccia dalla mia schiena.
Ancora una volta Pegasus tentò di dissuadermi dal farlo:
- NON ESTRARRE LA FRECCIA, TISIFONE! E' troppo
pericoloso, la ferita potrebbe ingrandirsi e tu
morire!!-
- Rischierò, non abbiamo scelta!- ribattei. E la
estrassi.
Fui costretta a sciogliermi dal suo abbraccio, facendo
qualche passo indietro, per ritrovare l'equilibrio, ma lo
sentivo comunque vicino a me, che era avanzato, venendomi
incontro: - Ora Pegasus!- gli dissi.
Ci misi un po' a convincerlo
Doveva salvare Atena,
cosa importava a quale prezzo: - PRENDI QUESTA FRECCIA,
CORAGGIO!!-
- D'accordo, lo farò!- mi rispose,
quando finalmente riuscii a convincerlo. Afferrò la
freccia, puntandola contro il sovrano degli oceani, ma
- E' COSI' DUNQUE!- urlò Nettuno.- UN CAVALIERE D'ATENA
ACCETTA DI SACRIFICARE UNA DONNA PUR DI VINCERE. AVEVO
BEN RAGIONE IO A VOLERVI COMBATTERE!!-
- Faresti bene a tacere, miserabile!
Queste tue parole offendono il cielo e gli dei! GLI
STESSI DEI CHE TI SONO TANTO CARI!!-
Con quelle parole, Pegasus scagliò per la terza volta la
freccia di Sagitter, ancora una volta, senza successo: -
TORNA INDIETRO ANCHE STAVOLTA???-
In quel momento la situazione era sfuggita al mio
controllo: sentii le forti braccia di Pegasus afferrarmi
dolcemente, e mi accorsi che aveva intenzione di girare
su se stesso. - AH
PEGASUS!!-
- Tisifone, perdonami! Ma non posso
permetterti, di sacrificare la tua vita per me! NON
SOLAMENTE PERCHE' TU SEI DONNA! Ma soprattutto perché la
tua vita mi è molto cara!-
Non potevo credere alle mie orecchie
E' per questo
che non avrebbe mai voluto permettermelo?
- Pegasus
Questo significa
- riuscii solo a
sussurrare.
Il cuore mi stava battendo all'impazzata, anche se mi
rendevo conto che in una situazione simile, c'era ben
altro da fare, piuttosto che farsi prendere dalle
emozioni
Ma forse, in fin dei conti, io non ne sono
mai stata capace
O per orgoglio, o per amore
In un modo o nell'altro non sono mai riuscita ad essere
del tutto imparziale
.
Sto ripercorrendo le tappe della mia storia con Pegasus,
mentre sono affacciata alla finestra del salotto della
mia casa: la maschera è riposta sul comodino della
camera da letto.
Indosso un sobrio abito di seta, semplice, scollato sulla
schiena, con maniche a sciarpa, ma corto sulla coscia,
verde oltremare. Da quando l'epoca delle battaglie è
finita, sono tornata a Nuova Luxor: ma questa volta
insieme a Pegasus. Sto aspettando il suo rientro
Non manca molto ormai
Mi alzo dalla finestra, mi tolgo il vestito ed indosso il
pigiama, accendo la piccola abat-jour sul comodino e mi
infilo sotto le coperte. Proprio in questo momento sento
la porta d'ingresso di casa aprirsi e mi giro, anche se
rimango avvolta nelle coperte. Lo vedo, che entra e si
spoglia, prima di sdraiarsi al mio fianco: si accorge che
sono sveglia e mi sorride, alzando il braccio per
circondarmi la spalla.
Mi appoggiò al suo petto, assecondando il suo gesto:
rimaniamo in silenzio per un po', nella penombra,
guardando il soffitto.
Poi sussurro il suo nome: - Pegasus
-
- Che cosa c'è?- mi chiede, dolcemente. Percepisco la
preoccupazione nella sua voce.
Alzo la testa dal suo petto e lo guardo: vedo i suoi
occhi, che mi fissano preoccupati. E gli sorrido,
dolcemente. "Non puoi stare sempre in ansia a causa
mia!" penso.
Avvicinandomi a lui, gli sfioro le labbra, con le mie:
ricambia il mio gesto, accarezzandomi la guancia, prima
di portare la mano dietro la mia nuca, mentre io mi
stendo sul suo corpo e sento l'altro suo braccio, dietro
la mia schiena, che mi accarezza dolcemente, soprattutto
sulle cicatrici
Sa che tre di esse, me le sono
procurate per salvarlo.
Appoggiando le mani al materasso, mi sollevo, per
guardarlo nuovamente in viso: mi sorride, con dolcezza,
mentre mi guarda tristemente. Quello sguardo è lo stesso
che gli riservo io per prima
Da sempre, proprio in
virtù dei ricordi che ci legano, ci siamo sempre fissati
così. Ma sappiamo entrambi di essere felici: se non
fosse accaduto, quello che è successo, io e Pegasus non
ci saremmo mai incontrati
Ed ora io sarei una
sacerdotessa guerriera spietata e sanguinaria
Devo
ammetterlo
Da quel giorno in Terra di Grecia
Da quando quel bambino mi ha bendato la ferita al polso
Io ho visto uno smorzamento brusco della mia strada
Che mi ha segnata per sempre, anche sei anni dopo
Quando l'ho rivisto cresciuto, anche se lui non mi ha
riconosciuta
.
Mi appoggio al suo petto, fissando il vuoto, nella stanza:
lui non dice nulla, non obbietta niente
Solo,
aspetta che io continui
Che gli dica ciò che
vorrei dirgli.
- Ti amo
- riesco infine a sussurrare. Sento le sue
mani che mi stringono, che mi accarezzano i capelli, la
sua voce che mi risponde:- Ti amo anch'io
-
Sorrido, dolcemente, mentre mi stringo maggiormente a lui:
mi sento al sicuro tra le sue braccia. Lo sento che si
solleva, facendomi rotolare, per mettersi sopra di me.
Mi bacia, dolcemente, per poi farsi dare un bacio sulla
fronte e appoggiarsi al mio petto. Restiamo in silenzio
Non c'è più bisogno di parole
Il nostro è stato un amore proibito
Perché
eravamo nemici. Ma in fin dei conti, questo non ha
nessuna importanza. Né per me, né per Pegasus
Lui, in particolare non ha mai avuto rancore nei miei
confronti
Non ha mai avuto un motivo valido per
considerarmi una sua nemica a tutti gli effetti
In
fin dei conti
Sono stata io a intestardirmi tanto
E poi l'ho difeso. Che stupida! Ma d'altronde, in quale
altro modo avrei potuto dirgli la verità?
No
Ora basta pensare al passato
Ora sono
felice
E conta solo questo
Ma sia chiaro, non
ho cambiato idea! Se Pegasus dovesse trovarsi nuovamente
in pericolo mi comporterei ancora come ho fatto in
passato
Ma questa volta è diverso! Perché ho la
certezza di non essere sola
Perché so che anche
lui sarà pronto a rischiare la sua vita per me
Perché so, che i miei sforzi non verranno mai più
gettati al vento
Perché so che ora non sono più
sola
D'altronde era l'unica possibilità che avevo.
Pegasus era l'unico che avrebbe potuto riuscirci, proprio
per come è fatto. E l'ho incontrato come nemico. Era
scritto nel mio destino di sacerdotessa: l'ho capito il
giorno in cui è riuscito a strapparmi la maschera. Perché
lui è stato l'unico cavaliere che sia riuscito a tanto.
Non avevo nessun altra scelta, se non vivere questo amore
Anche se proibito.
FINE
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