Dedicata in particolare mia
mamma, e soprattutto alla mia migliore amica ed a mio
fratello, che mi hanno pazientemente ascoltato quando
l'ho raccontata loro più o meno un centinaio di volte.
Voglio davvero ringraziare queste tre persone che mi
hanno (chi senza saperlo, chi consapevolmente) sostenuto
fino alla fine. Grazie davvero.
Con affetto
Tonin@
La madre di Vegeta
La tristezza circondava quel luogo
senza tempo. La camera era buia, quasi completamente,
solo piccoli ed invisibili raggi di luce irrompevano
nell'atmosfera scura e triste, mentre, nello spazio
semivuoto delle mura, una figura pervasa da dolore e
malinconia. Una madre che, piangendo, stringeva al petto
il suo piccolo bambino, il suo tesoro più grande. Calde
e copiose lacrime le scendevano sul viso, le bagnavano le
guance e le appannavano la vista, mentre una dolce voce,
quasi come se provenisse dal nulla, riempiva l'aria,
senza avere una provenienza precisa, accompagnando lo
straziante e silenzioso pianto della madre: "
sono
molto felice, oggi finalmente è nato il mio bambino; è
indescrivibile la gioia che ho provato quando l'ho preso
per la prima volta fra le mie braccia, quando ho pianto
la prima lacrima di felicità per lui. Mio figlio:
bellissimo, e dolcissimo, come suo padre, anche se mio
marito non lo ha mai dato a vedere, in fondo lui è il re
della sua razza, orgogliosa per natura, razza Saiyan,
conquistatrice e spietata. Nostro figlio porterà il suo
nome, come è di tradizione di ogni cinque generazioni;
il nostro bambino si chiamerà Vegeta, principe che sarà
degno di portare il nome del suo pianeta natio
."
All'improvviso, una strana e scura figura si avvicinò
alla donna. Era avvolta nell'ombra, aveva un aspetto
cupo, ma sembrava stranamente infondere dolcezza. Essa
accarezzava dolcemente il capo della donna, ma i suoi
movimenti riuscivano perfettamente a suggerire quel senso
di malinconia che già abbondantemente aleggiava nella
stanza. Improvvisamente, irruppero degli uomini, come un
fulmine cade nella serenità della sera. Uomini che con
violenza strapparono il piccolo dalle braccia della
madre, lo diedero alla figura che rimaneva in penombra, e
portarono via la donna, che inutilmente tentava di
liberarsi, mentre continuava a piangere ancora più forte
e mentre la figura, stringendo il bambino che aveva in
braccio, guardava la scena con tanta paura e tanta
tristezza
Vegeta si svegliò di scatto, grondante di sudore, e si
guardò attorno. Sembrava tutto al proprio posto;
l'armadio, il comodino, Bulma che dormiva tranquillamente
accanto a lui
-
Era
era solo un sogno
Vegeta si asciugò il sudore sulla fronte, e si alzò,
dirigendosi verso la cucina. Prese un bicchiere, si versò
dell'acqua, e bevve, sedendosi su una sedia. Dopo aver
bevuto un sorso, poggiò il bicchiere sul tavolo accanto
a lui
-Che strano
- disse -
ho sognato mio padre
non
mi era mai successo prima d'ora
Infatti, anche se la figura era stata sempre e solo
avvolta nell'oscurità, Vegeta conosceva bene ogni
piccolo tratto del padre, il modo di muoversi, e non
aveva avuto nessun problema a riconoscerlo
-Vorrei sapere chi era quella donna
cosa c'entrava
mio padre con lei
e perché quella strana voce
era
una voce femminile
ma chi poteva essere
Vegeta poggiò la testa fra le mani, e rimase con lo
sguardo perso nel vuoto per qualche secondo. Poi si alzò
di scatto, ritornando con il solito sguardo imbronciato
di sempre
-Bha, queste stupidaggini mi hanno fatto perdere sonno,
non riuscirò di certo a dormire adesso
ne
approfitterò per allenarmi!
Detto questo si diresse verso la porta, la attraversò, e
la chiuse alle sue spalle.
-Insomma, mamma! Ma quante volte te lo devo ripetere!? Ti
ho detto e ridetto che non posso!
Lo sguardo di Bulma era piuttosto esasperato, mentre
reggeva nervosamente la cornetta del telefono
-Ma Bulma, si può sapere perché non puoi?
Sua madre, con cui la donna stava parlando al telefono,
cercava di convincerla, anche se inutilmente
-Ho detto di no! Non posso e basta!
-Ma lo sai che alla zia farebbe tanto piacere che tu
venissi
perché non ne vuoi proprio sapere di
raggiungere me e tuo padre qui? Che ti costerebbe?
Bulma sospirò un attimo, e poi riprese con tono più
calmo
-E Vegeta? E Trunks? Non posso lasciarli soli, lo sai
meglio di me che sono due bambini, uno peggio dell'altro!
E poi chi baderà alla casa durante la mia assenza? Non
immagino nemmeno come la potrei trovare, dopo averla
lasciata in mano a quei due! Per favore, mamma, facciamo
un'altra volta
non posso davvero
La madre di Bulma finalmente si rassegnò
-E va bene
dirò alla zia che sarà per un'altra
volta
ma ti avverto che non ne sarà molto contenta!
Lo sai che ti vuole bene!
Bulma, contenta per aver convinto la madre, le rispose
decisamente più calma di prima
-E dille che anch'io gliene voglio tanto
ciao mamma!
Divertiti, mi raccomando!
Ma adesso era sua madre ad essere arrabbiata con lei
-Ciao- disse nervosamente, prima di abbassare la cornetta.
Bulma soddisfatta fece lo stesso, mentre pensava
finalmente di essersi liberata anche di quel problema
-Perché gridavi a quel modo? Chi era al telefono?
Vegeta le era davanti, mentre la donna si voltò sorpresa
verso di lui
-Ah
sei qui
era mia madre
-E che voleva? Stavate litigando per caso?
Bulma sorrise, non rispondendo perfettamente a quella che
era la domanda del Saiyan
-Certe volte fa proprio bene alzare un po' la voce con la
propria madre
io lo trovo rilassante
-Tu trovi tutto rilassante
Vegeta le rispose seccato
-Tu non hai mai provato questa sensazione? Non hai mai
litigato con tua madre?
Il Saiyan la guardò interrogativamente
-Litigare con mia
madre!?
Ad un tratto Bulma si ricordò che l'infanzia di suo
marito non era stata come quella di tutti gli altri
esseri umani, e subito abbandonò l'attesa di risposta
alla sua domanda
-
oh, scusa
me ne ero dimenticata
tu sei
un Saiyan
Noncurante del marito che continuava a guardarla
stranamente, Bulma si allontanò tranquillamente,
dirigendosi verso un'altra camera.
Era una brutta giornata di inizio Aprile. Fuori scoppiava
un temporale. I fulmini infrangevano la serenità del
cielo, e la pioggia ticchettava intermittente sui vetri
delle finestre. Bulma era in salotto, e leggeva
tranquillamente un libro, seduta sul divano. Mentre,
assorta nella lettura, sognava di essere la protagonista
del romanzo, un forte tuono bruscamente la riportò alla
realtà, facendola sobbalzare
-Accidenti, che spavento!
Bulma sospirò, e guardò poi fuori dalla finestra
-Che tempaccio! Questa pioggia non accenna proprio a
smettere, e proprio adesso che non avevo niente da fare
ed avevo voglia di uscire un po'! Che sfortuna!
Mentre Bulma si apprestava nuovamente ad immergersi nella
lettura, sentì il campanello della porta suonare
-Sembra che oggi non possa proprio fare niente! Neanche
leggere, adesso ci si mette anche il campanello!
La donna si alzò leggermente irritata ed andò verso
l'ingresso. Aprì la porta, mentre si chiedeva chi poteva
essere con quella pioggia, e si trovò davanti una strana
signora, bagnata fradicia, che non aveva mai conosciuto
prima; la pelle ormai segnata dall'età ed i capelli
leggermente bianchi, potevano suggerire massimo una
sessantina d'anni, mentre gli occhi, azzurri e profondi,
ne dimostravano venti. La signora incominciò a parlare -Mi
scusi
- disse timidamente -sono in viaggio verso
Satan City e sono stata sorpresa dal temporale
mi
chiedevo se per caso potevate ospitarmi un po' almeno
finche non finisce di piovere
Bulma, dapprima incantata ad osservare la piccola
signora, che stranamente le sembrava avere un volto
familiare, uscendo fuori bruscamente dai suoi pensieri,
la fece entrare subito
-Ma certo, signora! Entri, è tutta bagnata
La signora entrò nell'ingresso, mentre Bulma chiuse
subito la porta d'entrata
-
grazie
lei è molto gentile
La signora Yue entrò nella casa, e si guardò attorno
attentamente
-io
non so proprio come ringraziarla
davvero
La timida signora arrossì leggermente. Bulma sorrise
-Oh, ma non si preoccupi, purtroppo il tempaccio di
questi ultimi giorni è terribile! -già
La signora si trovò d'accordo con quello che diceva
Bulma, quella pioggia che insisteva già da diversi
giorni era davvero insopportabile.
-Si accomodi in salotto, io le vado a preparare del tè,
scommetto che ne ha proprio bisogno!
Senza nemmeno far rispondere la donna, Bulma si avviò
verso la cucina. La signora annuì, e si diresse verso il
posto indicatole dalla padrona di casa. Mentre pensava
che fortunatamente persone educate ne esistessero ancora,
e nello stesso tempo si riprometteva di essere il meno
invasiva possibile, per il corridoio incontrò Vegeta,
che arrivava dal lato opposto. I due si fermarono,
rimanendo l'uno di fronte all'altra. Yue rimase immobile,
con gli occhi quasi spaventati, Vegeta si bloccò di
colpo, ad osservare la strana signora. Il Saiyan si
sentiva strano, come se avesse conosciuto la donna da
sempre, anche se non riusciva a ricordare una situazione
precedente a quella in cui avesse avuto modo di vederla.
"
Ma
lui
non può essere
sembra
proprio
" la signora Yue continuava a guardare
spaventata il Saiyan
-Chi
chi l'ha fatta entrare qui
cosa ci fa in
casa mia? E soprattutto
chi è lei?!
Il tono di Vegeta era ritornato quello antipatico ed
inospitale di sempre
-Bhè
io, veramente
-Ehi, Vegeta, ti sembra questo il modo di trattare gli
ospiti!?
Yue e Vegeta si voltarono e videro Bulma che guardava il
marito alquanto indispettita. Il Saiyan si rivolse a lei
nello stesso tono con cui si era rivolto all'anziana
donna poco fa
-L'hai fatta entrare tu, vero!?
-Certo, perché?
-Dovevo immaginarlo, tu fai sempre tutto senza preavviso!
La signora, mortificata, abbassò il capo
-Ehm
mi dispiace, io
non intendevo farvi
litigare
Ma marito e moglie non le diedero ascolto, e continuarono
la loro lite
-E allora!? La casa è anche mia, e ci faccio tutto
quello che voglio!
Vegeta replicò
-Che cosa significa questo!? Metà della casa è anche
mia!
-Ma intanto quella che porta i soldi in qui sono io, tu
non fai altro che allenarti, allenarti ed ancora
allenarti! Io lavoro dalla mattina alla sera, quasi ogni
santo giorno, mentre tu passi tutto il tempo in quella
maledetta palestra!
Vegeta intervenne indignato, quasi come se la sua grande
e ormai antica razza fosse stata offesa terribilmente
-Allenarsi non vuol dire non far niente, io sono un
Saiyan, ed i Saiyan devono esercitarsi sempre, in
qualunque luogo e momento!
"
Saiyan?" Pensò Yue, meravigliata, come
se non avesse mai sentito quella parola; ma i suoi
pensieri furono immediatamente distolti dai due, che
continuavano a discutere
-Allora era tanto meglio se sposavo Yamcha, almeno lui
avrebbe pensato anche un po' a noi, e non solo ad
allenarsi coma fai sempre tu!
-che
che cosa
?!
Vegeta spalancò gli occhi, e Bulma sogghignò; sapeva di
aver colpito il marito nel suo punto più debole; lo
conosceva bene e sapeva perfettamente che non riusciva a
sopportare la sua precedente relazione con quel ragazzo
-
se
se davvero preferivi quel babbeo
allora
-
disse suo marito a fatica. Calò il silenzio. Vegeta
aspettava che la moglie ribattesse, mentre Bulma
attendeva la fine della frase di Vegeta
-
STUPIDA!
-INSENSIBILE!
I due si voltarono le spalle l'un l'altra, mentre la
povera signora si sentiva sempre più in imbarazzo
-Ehm
su, non fate così
forse c'è un modo per
sistemare le cose
Finalmente Bulma sembrò accorgersi di lei
-Tutte sciocchezze, quell'idiota è testardo come un mulo!
-Idiota a chi!?
Vegeta si voltò nuovamente verso la moglie. La lite
sembrava essere ricominciata
-Sì, hai sentito bene, stupido!
-Grrr
certe volte mi chiedo proprio perché ti ho
sposato, maledetta umana!
Vegeta voltò le spalle e se ne andò via, mentre Bulma,
rassegnata, sospirò. L'anziana signora, per niente
scoraggiata dalla distrazione dei coniugi nei suoi
confronti, si rivolse nuovamente a Bulma
-Io
mi dispiace
non volevo farvi litigare
-Ah, non si preoccupi, mio marito non è un tipo molto
accogliente
-ma
voi avete litigato per colpa mia
Il sorriso ritornò sulle labbra di Bulma
-
gli passerà
Bulma in quel momento, però, non si era affatto
distratta, come al contrario credeva il marito. La donna,
infatti, era perfettamente al corrente del fatto che lui
in quel momento stesse origliando, ed infatti continuava
ad osservarlo con la coda dell'occhio, senza che lo
stesso spiante ne fosse al corrente. Naturalmente non
trovava molto educato quel comportamento, come del resto
non lo avrebbe trovato nessuno. E già esasperata dal
fatto che tutto il suo lavoro e la sua fatica non fossero
state riconosciute dal Saiyan, decise di fargliela
pagare, ferendolo nel suo orgoglio. Bulma si rivolse alla
donna
-Signora
-
sì?
-Per caso lei ha un posto dove stare a Satan City?
-
bhè
veramente no
ma perché me lo
chiede?- chiese la donna, sempre più meravigliata
Bulma si rallegrò, ora che aveva la certezza del fatto
che la sua piccola vendetta poteva compiersi, e che anche
questa volta l'avrebbe avuta vinta sul marito
-
e allora che ne direbbe di stare qualche settimana
con noi?
Yue rispose meravigliata
-
c
che cosa?
Bulma continuava a guardare Vegeta, e le rispose
-Ma certo! La casa è grande, c'è spazio per dieci
persone, perché non per quattro? E poi i miei genitori
sono partiti per un viaggio, non faranno ritorno per
molto, ed io mi sento tanto sola in questa casa così
grande, con mio marito che è così noioso!
Bulma pronunciò quest'ultima affermazione con "leggero"
disappunto di Vegeta (e questo forse mi sembra anche un
po' logico ^___^)
-
sarebbe molto gentile
ma
io non
Bulma, senza nemmeno sentire il suo parere, la trascinò
con sé
-Niente domande, le farò vedere subito la sua camera!
Non faccia complimenti!
La signora tentò ancora di replicare, ma senza risultato
-
ma
veramente
Bulma continuava a trascinare via la
povera Yue, mentre Vegeta, avendo, come sappiamo, sentito
tutto, strinse forte i pugni. Aveva cantato vittoria
troppo presto quando i genitori di Bulma se ne erano
andati; quel po' di pace che desiderava sembrava così
vicina, ed invece
ecco che sua moglie, per una
piccola lite, decideva di vendicarsi togliendogli anche
quel piccolo momento di quiete!
"Maledetta
" pensò "
la conosco
bene, lo sta facendo per vendicarsi di me
chissà
perché mi è passata in mente la stupida idea di
sposarla!"
Anche Bulma, mentre si tirava dietro l'imbarazzatissima
signora, e la conduceva per gli immensi corridoi della
Capsule Corp., pensava soddisfatta al suo lavoro: "ti
farò vedere adesso, Vegeta, cosa è capace di fare Bulma
Brief!" mentre malignamente sperava che la donna che
aveva invitato a casa sua senza nemmeno conoscerne il
nome, sarebbe riuscita a recitare bene la parte di sua
madre, mentre quella originale era assente a causa di un
viaggio di piacere con il marito.
Anche Yue pensava; stranamente, però, quello che passava
nella sua mente non aveva alcuna attinenza né con la
lite di poco prima, né con l'invito che era stata
forzata ad accettare; "non può essere
eppure
sembra
proprio lui
" Mentre la parola "Saiyan",
pronunciata da Vegeta durante il "piccolo"
scontro con la moglie, non smetteva di rimbombare nella
sua mente, senza che lei potesse fare nulla per
scacciarla via dai suoi pensieri. Non credeva che, dopo
tutti quegli anni che erano trascorsi, avrebbe nuovamente
avuto modo di sentirla, come invece era successo poco
prima.
Vegeta si allenava nella camera gravitazionale; a solo un
anno dalla sconfitta di Majin-bu, grazie agli allenamenti
a cui ultimamente si sottoponeva, era diventato molto più
forte, e di certo non aveva intenzione di fermarsi a quel
livello, per lui ancora troppo basso.
Solitamente non si esercitava a quell'ora, ma in quel
momento ne sentiva il bisogno, soprattutto per distendere
un po' i nervi dopo la discussione con la moglie. Anche
se non era quello l'argomento principale su cui erano
concentrati i suoi pensieri. Non era la prima volta che
lui e Bulma avevano un diverbio di quel tipo, e sapeva
per esperienza che dopo solo un'ora sarebbe già stato
dimenticato tutto. Lui pensava particolarmente alla donna
che era servita per i meschini piani di Bulma, la strana
signora che la persona con cui aveva deciso di passare
l'intera vita aveva ospitato senza avvisare nessuno. In
particolare ripensava all'istante in cui l'aveva
incrociata nel corridoio. Soprattutto ai suoi
profondissimi occhi azzurri che lo guardavano con tanta
paura. Appena li aveva fissati un brivido gli aveva
attraversato la schiena. Perché sentiva di conoscerla
così bene? Perché aveva l'impressione di aver già
visto quegli occhi? Perché ricordava quel suo sguardo
anche se sapeva perfettamente di non averla mai
incontrata prima? Perché strane sensazioni lo avevano
invaso quando lei lo aveva guardato spaventata? E perché
Ma non ebbe il tempo di farsi altre domande, poiché la
porta della palestra si spalancò, facendolo sobbalzare,
soffermato com'era sui suoi pensieri. Era il piccolo
Trunks, che fu poco sorpreso di incontrarlo lì, dato che
lo aveva cercato per tutta la casa e non era riuscito a
trovarlo.
-Cosa ci fai qui?- disse Vegeta seccato
-Avevo voglia di allenarmi
Trunks non era certo spaventato, abituato com'era al
solito tono del padre. Vegeta non rispose
-Papà, chi è quella donna che è con la mamma? Tu per
caso la conosci?
Trunks lo guardò con aria interrogativa, in attesa di
risposta
-Non lo so, che ne posso sapere io! Non è nessuno!
-Come "Nessuno"!?
Ma Vegeta non rispose, e Trunks dovette abbandonare il
suo desiderio di chiarimento, anche se non tanto a
malincuore, perché in fondo conosceva perfettamente quei
consueti silenzi del padre. Intanto, il ragazzino si
trasformò in Super Saiyan, per incominciare il suo
esercizio
-Comunque- il padre sembrò aver ripreso la parola -sono
contento che tu stia iniziando ad allenarti anche di tua
iniziativa-; e, detto questo, riprese il suo allenamento
interrotto poco fa.
La signora era nella sua nuova camera da qualche minuto,
rossa in viso, seduta su una piccola sedia, e lasciata lì
da Bulma che sarebbe tornata fra qualche secondo,
allontanatasi con il fine di "prendere le lenzuola"
per preparare il letto dell'ospite. Yue rifletteva su
come tirarsi fuori da quel guaio; non che quella casa
bellissima non le facesse piacere, ma non poteva
certamente accettare il fatto di essere talmente
maleducata da approfittare dell'ospitalità della
padrona, che, per giunta, a causa sua aveva litigato con
il marito
già
il marito. Quel "Saiyan"
che lei aveva già visto, e che senza dubbio era proprio
lui, era proprio Vegeta
Bulma entrò nella camera, sommersa dalle bianche e
profumate lenzuola. Yue si alzò di scatto
-Mi scusi tanto, ma davvero non posso accettare
Il tono della signora era molto deciso, ma anche il volto
di Bulma lo era. O almeno lo sembrò, perché, sommersa
da quella montagna di lenzuola, non si riusciva a vedere
nemmeno un centimetro della sua faccia.
-Cosa c'è, per caso la camera non è di suo gradimento?
Questa a mio parere è la più bella, ma se non le piace,
ce ne sono tante altre, tutte per lei!
Il tono di Bulma era quello più accogliente, ed anche
quello più falsamente ingenuo, che si potesse mai aver
udito prima. Sembrava che davvero la donna non capisse
l'imbarazzo di Yue, anche se, naturalmente, Bulma sapeva
il perché della tale riluttanza della donna, che
probabilmente non voleva recare disturbo a nessuno.
-No, la sua è una casa bellissima, questa camera è
molto spaziosa ed accogliente
-E allora? Cosa c'è che non va?
-Io non vorrei provocare disturbo ad una persona così
gentile come lei
Bulma sorrise nuovamente
-Ma quale disturbo! Anzi, lei mi farebbe un grandissimo
favore!
La signora Yue non capì, e Bulma le spiegò
-Vede, mio marito non fa altro che allenarsi, mio figlio
seguirà sicuramente le orme del padre, e poi il lavoro
non mi lascia mai un po' di tempo per me
ho tanto
bisogno di compagnia, e lei mi sembra proprio la persona
giusta
e poi lei non ha dove andare, dico bene?
Sempre meglio una casa come questa che gli alberghi di
Satan City, ci sono stata per qualche giorno e non vedevo
l'ora di uscirne! Ovunque c'è l'immagine di Mr Satan,
sembra davvero di soffocare!
-
ma
io
veramente
Yue guardò il volto di Bulma, che speranzosa, aspettava
una risposta
-
e va bene, mi ha convinto
Yue guardò leggermente divertita la donna, che aveva
stampato sulle labbra un ampio sorriso di soddisfazione.
-Vedrà- disse Bulma -non si pentirà di aver accettato!
Bulma si girò per sistemare le lenzuola sui letti
-
ma
la voce di Yue fece voltare la donna, il cui sguardo,
dapprima soddisfatto divenne interrogativo. Cosa poteva
esserci ancora che non andava? Che la signora fosse stata
così ferma nella sua decisione da cambiare idea
all'improvviso? Bulma sperava di no, non solo perché la
sua vendetta in tal modo non avrebbe potuto compiersi, ma
anche perché aveva realmente bisogno di compagnia e
quella donna le era parsa particolarmente simpatica.
-Veramente
io
non conosco ancora il suo nome
Bulma tirò un sospiro di sollievo
-Oh, ma certo, che sbadata!- poi, porgendo la mano alla
signora -io sono Bulma, e lei?
-Io
io mi chiamo Yue- disse la donna, stringendo la
mano di Bulma con lo stesso calore con cui le veniva
rivolto il saluto.
Ultimamente era raro riuscire a vedere il sole. Esso,
infatti, negli ultimi tempi rimaneva la maggior parte
della giornata nascosto sotto una fitta coltre di nuvole,
mentre le minuscole goccioline di pioggia continuavano a
cadere. Nonostante fosse un tempo solitamente autunnale,
e nonostante fosse Aprile, la pioggia non cessava mai di
smettere; certe volte finiva di piovere solo per qualche
minuto, ma poi ricominciava più incessante di prima.
Bulma, seduta accanto ad una finestra, osservava l'acqua,
che sembrava non finire mai, scorrere per i vetri,
deformando il paesaggio fuori dalla casa. La donna, con
il gomito appoggiato sul davanzale, ed il viso appoggiato
su una mano, guardando tutto questo si lasciò scappare
una piccola riflessione ad alta voce
-Ma guarda un po'- disse -un tempo così non era mai
capitato da queste parti
mette un'ansia! Sembra
proprio che fra poco stia per accadere qualcosa di
terribile
qualcosa
qualcosa che cambierà le
nostre vite!- la frase fu terminata ironicamente dalla
donna, e poi accompagnata da una leggera risata.
Naturalmente Bulma scherzava fra sé e sé, sapeva
benissimo che quella pioggia era frutto di qualche causa
naturale a lei sconosciuta, e di certo non era mai
successo che la pioggia fosse segno di brutto presagio.
Anche se
forse Bulma, pur scherzando, non si era del
tutto sbagliata. Qualcosa stava per accadere, ed in un
futuro non tanto prossimo. La donna, per niente scossa da
questi problematici pensieri, si alzò dalla sedia, e si
diresse verso l'uscita della stanza.
Anche quel giorno, l'ora amata da tutti i Saiyan, quella
di pranzo, era arrivata; quel giorno, il secondo che la
signora Yue passava in quella casa, Bulma aveva
personalmente preparato qualcosa di speciale per
accogliere la donna, che, stranamente senza alcun
imbarazzo, era seduta vicino a Vegeta che naturalmente si
ingozzava di ogni ben di Dio, senza fare caso alla penosa
figura che faceva davanti alla ospite. "In fondo è
un Saiyan
" pensò Bulma esasperata, quasi per
consolarsi. Trunks, seduto casualmente davanti a suo
padre, non era in quel momento intento a mangiare. Non la
smetteva, infatti, di osservare prima suo padre e poi Yue.
Girava lo sguardo ogni tanto verso l'uno, e poi verso
l'altra. Vegeta se ne accorse, mentre con l'abituale tono
imbronciato, si rivolse al figlio
-Ehi, si può sapere cos'hai da guardare!?
Il bambino non nascose il suo stupore, quando si rivolse
al padre dicendo -è
è prodigioso!
Vegeta lo guardò con una strana aria interrogativa
-Che cosa è prodigioso!?
Bulma si intromise nella conversazione
-Cosa stai dicendo?
-siete due gocce d'acqua!- disse Trunks, con non poca
sorpresa di tutti
Vegeta era leggermente seccato. Non gli piaceva per
niente essere disturbato mentre consumava il suo pasto
-Cosa stai blaterando!?
Ma Trunks non si arrese
-Mamma, guarda anche tu, papà e la signora si somigliano
tantissimo!
-????
Tutti guardarono sorpresi il ragazzino. Bulma
distrattamente osservò meglio i due, e si rese conto che
il figlio aveva ragione. Vegeta e l'anziana ospite
sembravano avere gli stessi occhi, l'unica differenza era
il colore, anche se lo sguardo aveva la stessa profondità,
ed anche se questa poteva essere soltanto una curiosa
coincidenza; ritenne comunque meglio cambiare argomento,
per non irritare il marito ancora di più. Si rivolse a
suo figlio
-
ehm
Trunks, ma cosa stai dicendo
la
signora non assomiglia a papà
non può
assomigliargli
-Ma ti dico che è vero, si somigliano tantissimo!- il
bambino continuava ad insistere, ma anche la madre non
era da meno; di nascosto, fece segno a Trunks di
smettere, ed il bambino capì al volo. Tentò comunque di
riparare la situazione come meglio poteva
-Ehm
ahahahah, ci siete cascati, era solo uno
scherzo, ahahah
ehm
Bulma assecondò il figlio
-Già
ahahahahah
divertente
ma Vegeta non trovò affetto divertente tutto ciò
-Finiamola con queste buffonate!
Il Saiyan si alzò da tavola ed andò via seccato.
-Sempre il solito
non cambierà mai!- Bulma sembrava
furiosa. Yue cercò di calmarla, addossandosi la colpa
-Mi dispiace di creare tanto
scompiglio
davvero
se volete
io posso
anche andarmene
-Non si azzardi a dire una cosa simile, lei è
graditissima qui da noi, non deve fare caso a mio marito
lui
è così, a quanto pare anche i suoi familiari erano
uguali a lui
Dopo aver sentito quell'affermazione, Yue si alzò di
scatto dalla sedia
-Questo non è affatto vero!
Bulma e Trunks la guardarono sbalorditi e quasi
spaventati da quella sua reazione improvvisa
Yue se ne accorse, e subito si sedette, timidamente
-ehm
scusate
La signora poggiò il piatto sulla tavola e si alzò
-Io
avrei finito
con il vostro permesso andrei
a riposare
se non vi da fastidio
Bulma, ancora sorpresa dalla reazione improvvisa della
signora, rispose -no, non si preoccupi, vada pure
Yue andò via. Rimasero soltanto Bulma e Trunks nella
stanza
-Comunque avevo ragione io, si somigliano molto
Il bambino ribadì il suo pensiero, e Bulma finalmente fu
libera di esprimere un suo commento. Anche a lei quella
somiglianza non la lasciava indifferente
-Già
me ne sono accorta anch'io
-Secondo te come mai?
Bulma ci pensò un po' su
-Non lo so
è davvero molto strano
-Forse proviene anche lei dal pianeta Vegeta?
-Io lo escluderei
i Saiyan sono spietati e crudeli,
lei sembra tanto dolce e ingenua
e poi hai notato,
non ha la coda, ha i capelli bianchi, mentre quelli dei
Saiyan rimangono sempre neri
ha più l'aria di una
terrestre che di una Saiyan
Tunks annui. Bulma continuò a parlare, ma questa volta
sembrava non rivolgersi al figlio; anzi, pronunciò la
frase quasi a bassa voce, come se stesse parlando a se
stessa
-E' tutto davvero molto strano
sarà una
coincidenza, solo una banalissima coincidenza!
Yue era in camera sua seduta sul letto. Mille e più
tristi pensieri le passavano per la testa e non
accennavano ad andarsene; continuava a guardare per
terra, senza alzare lo sguardo, che in quel momento era
triste e malinconico, mentre la donna viaggiava
lentamente a ritroso nel tempo. E mentre viaggiava,
ritrovava lei, ragazza, assieme alle sue sorelle più
piccole che giocavano nel piccolo prato vicino casa.
Sembrava tutto tranquillo, ridevano e si divertivano,
ancora racchiuse nella purezza della loro candida gioventù.
L'ampia distesa verde, ricordava Yue, si protraeva per
metri e metri, sembrava non avere fine, come anche il
cielo chiaro e limpido, dove risplendeva, in quella calda
giornata di giugno, il sole, simile ad un enorme disco
dorato in mezzo a quell'immenso oceano azzurro. In
quell'atmosfera di pace e serenità, la giovane ragazza
non poteva nemmeno immaginare che proprio quel giorno
sarebbe cambiato l'intero suo destino. Infatti, nella
tranquillità di quel pomeriggio, ad un tratto il sole si
oscurò. Yue alzò la testa. Non era una nuvola che
provocava quell'ombra, ma una navicella spaziale, che,
dall'alto, si avvicinava sempre di più a lei. Anche le
sue sorelle interruppero i loro giochi e rivolsero lo
sguardo a quello strano oggetto volante che si apprestava
ad atterrare. Yue, presa quasi da uno strano impulso, le
prese per mano, e camminando velocemente, le condusse
fino ad un'alta quercia a pochi metri di distanza, dove
guardarono la scena di nascosto. L'astronave atterrò
poco vicino da loro. Il portellone si aprì, e da esso
uscirono fuori due strane figure; sembravano quasi due
esseri umani, erano vestiti con abiti fuori dal normale,
avevano fisici possenti, capelli ed occhi nerissimi, e,
quello che era più strano, da dietro spuntavano loro due
lunghe code simili a quelle di una scimmia. I due
iniziarono a guardarsi intorno, e ad un tratto uno di
loro incominciò a parlare
-
bha
che insulso pianeta!
Anche l'altro disse qualcosa, con lo stesso tono
disprezzante del primo
-Ora capisco perché al re non interessava! Guarda
l'energia dei terrestri! È davvero debolissima!
Il suo compagno continuò seccato
-Ecco, abbiamo fatto questo viaggio per niente! Non vale
proprio la pena di conquistare anche questo pianeta,
sarebbe soltanto un'inutile perdita di tempo! Lo sapevo
che non dovevo fidarmi di te!
L'altro si schermì, e ribatté offeso
-Che cosa!? Guarda che nemmeno tu conoscevi questo
pianeta! Non è soltanto colpa mia!
-Chissà perché ti do sempre ascol
Lo strano essere si interruppe di colpo
-Ehi, perché ti sei fermato!?
Colui che poco prima si era bloccato di colpo, aveva uno
strano sguardo assorto. Si rivolse a chi gli aveva
chiesto spiegazioni con un tono tanto distratto quanto
anche seccato
-Stai zitto!
-Perché, scusa, lo posso sapere!? Possibile che tu certe
volte debba essere così strano!?
-Ti ho detto di stare zitto!
Detto questo, capendo di non ottenere il silenzio del
compagno con le parole, gli tirò un pugno nello stomaco
-AHI! Mi hai fatto male! Ma sei impazzito!?
Quello sembrò non ascoltarlo più, mentre invece era
molto visibilmente concentrato su qualche altra cosa che
distoglieva la sua attenzione
-Non la senti anche tu?
-Cosa dovrei sentire!?
-Questa debole energia
è qualcosa di vicinissimo
-Io non sento niente! Ne sei proprio sicuro!?
Ma quello, sempre fingendo di non averlo sentito, alzò
il braccio e lo puntò contro un alto albero di fronte a
lui. Yue tremava dalla paura, e stringeva a se le sue
sorelle. L'albero scelto da quella specie di essere umano
era proprio la quercia dove loro avevano trovato rifugio.
Una piccola sfera di energia uscì dalla mano
dell'alieno, e l'albero, colpito in pieno, si incenerì
di colpo. Le ragazzine guardarono con occhi pieni di
paura la figura che aveva distrutto la grande quercia con
una mano sola
I due sorrisero malignamente
-Ma guarda cosa abbiamo qui
-Forse non torneremo a casa senza niente da portare con
noi
La giovane Yue prese il coraggio in due mani, e, anche se
impercettibilmente, parlò
-
chi
chi siete
cosa volete da noi
-Non importa chi siamo, ragazzina! Quello che è
importante è che
-
sappiamo che non torneremo sul pianeta Vegeta a
mani vuote!
Lo sguardo dei due si fece ancora più crudele. Quello
che aveva parlato si rivolse all'altro
-Ci mancavano proprio degli schiavi a palazzo! Era tempo
che noi Saiyan non conquistavamo più pianeti, ed i servi
iniziavano a scarseggiare
il re sarà felice del
nostro bottino!
La ragazza non riusciva più a parlare. La paura la
paralizzava, la bocca sembrava aver perso il dono della
parola, la gola era terribilmente secca, e quasi non
riusciva a respirare. Ricordò soltanto che i due
avanzarono sempre di più verso di lei, e poi
poi
più
nulla. Solo qualche ora dopo ella si era svegliata in
un'ampia e scura stanza, ma le sue sorelle non erano più
con sé. Era sola. Allora non sapeva che non le avrebbe
più riviste per il resto della sua vita.
La donna ritornò al presente, a quella camera
nell'immensa Capsule Corp., alla grande ospitalità e
gentilezza di Bulma
-Non so proprio
- disse -come poi abbia fatto ad
innamorarmi di re Vegeta
e di come lui si sia
innamorato di me
nonostante mi abbia portato via le
mie adorate sorelline
- e detto questo ritornò al
suo viaggio nel passato. Ricordi ancora più duri e
tristi le risalirono alla mente; avvenimenti che, anche
se accaduti anni e anni prima, non facevano altro che
tormentarla, e che il suo cuore, nonostante tutti i suoi
sforzi, non riusciva a cancellare. In particolare quelli
terribili dell'alleanza con Freezer; quel maledetto segno
indelebile, che aveva cercato in tutti i modi di
cancellare, di espellere del suo cervello, me che non vi
era, e mai ci sarebbe riuscita. Forse perché quel
tristissimo momento le aveva cambiato drasticamente la
vita. Quel giorno avrebbe dovuto abbandonare suo marito,
quel pianeta, tutta la vita che si era costruita nel
pianeta dei Saiyan, e, soprattutto, il suo piccolissimo
bambino. Nonostante tutto quel tempo avesse dovuto
gelosamente nascondere la sua reale identità terrestre,
con la complicità del marito, a tutti, sentiva di essere
felice della vita che aveva trascorso lì, anche se era
stata un'esistenza coperta dalla menzogna e dalla perenne
guerra che quella razza forte e fiera muoveva contro
tutti i popoli di pianeti vicini e lontani. Un po' di
quel pianeta, del pianeta Vegeta, faceva anche parte di
lei. I suoi paesaggi spesso desolati e trascurati le
infondevano, ogni volta che li guardava, le stesse
identiche sensazioni che le provocavano le sue dolci e
verdi colline nella sua campagna, nel suo pianeta, dove
aveva vissuto da giovane. Ed era proprio in quei lunghi
momenti di contemplazione, che un profondo pensiero
volava alla sua precedente vita terrestre, ed alle sue
sorelle, sperdute chissà dove, ma che erano perennemente
presenti nel suo cuore.
Il giorno che dovette abbandonare quel pianeta, che
dovette nuovamente essere strappata con la forza alla sua
terra, fu il più terribile di tutta la sua vita. Proprio
mentre stringeva al petto il suo bambino, piangendo
amaramente, con accanto il suo re che la consolava
silenzioso con tutta quella dolcezza che non era mai
fuoriuscita dal suo animo, delle guardie la portarono via
con la forza. Quella straziante immagine di suo marito e
suo figlio che si allontanavano sempre di più era fissa
nella sua mente, come se fosse successa soltanto poco
tempo prima. Ed invece erano passati tantissimi anni
tantissimi
anni, da quando era stata costretta ad abbandonare il
pianeta per non essere eliminata da Freezer, che
l'avrebbe certamente scoperta. Contro la sua volontà
aveva dovuto lasciare anche la sua seconda Terra, ed
ancora adesso, a differenza di anni, portava con sé
quella terribile ferita che mai si sarebbe rimarginata.
Yue uscì fuori dai suoi pensieri e ricordi questa volta
completamente. Una triste ed amaro sorriso le si dipinse
sul volto
-Forse
- sussurrò impercettibilmente -
è vero
che siamo nati tutti per soffrire
Ma quel sorriso non durò a lungo. Due lacrime
trasparenti le rigarono il volto, sino ad aumentare
sempre di più. Ormai non riuscendo più a mentire a se
stessa, essendo consapevole del fatto che il suo triste
passato le faceva ancora tanto male, con il viso tra le
mani si abbandonò a tutta la tristezza che in quel
momento provava dentro di sé; -
Vegeta
il mio
piccolo Vegeta
- ed ogni volta che pronunciava il
nome del Saiyan la sua voce si faceva ancora più bassa e
le lacrime scendevano ancora più abbondanti, mentre una
nuova, improvvisa, ed ormai solita fitta lancinante allo
stomaco la fece piegare in due dal dolore.
Vegeta si dirigeva verso la palestra, assorto in chissà
quali pensieri. Mentre attraversava il lungo corridoio
che separava la sua camera da quel luogo di allenamento,
distrattamente passò davanti ad uno specchio, e ne vide
la sua immagine riflessa. Si fermò. Senza nemmeno
lontanamente pensare che fosse soltanto una stupidaggine
da donne, e per di più terrestri, rimanere imbambolato a
guardarsi allo specchio, indirizzò il suo sguardo verso
quel vetro che sembrava chiamarlo. Osservò la sua
immagine riflessa, e stranamente lo fece anche lungo; ma
il suo non era un atto di vanità, di certo il grande
principe dei Saiyan non poteva perdere tempo con quelle
stupidaggini; continuò a guardare il suo volto riflesso,
e si vide come era. Fu come essere faccia a faccia con se
stesso
ma subito si ritrasse di scatto, quasi
inorridito. Il cuore gli cominciò a battere forte; lo
invase uno strano senso di smarrimento quando si accorse
che nei suoi occhi era riflessa la stessa ed intensa luce
presente anche nel chiarissimo sguardo di Yue.
I giorni passavano alla Capsule Corp.; la dose
giornaliera di pioggia iniziava già a diminuire, anche
se erano pochi e duravano scarsamente quei momenti di
tregua. Massimo una scarsa mezz'ora e la pioggia
riprendeva a cadere sempre più fitta, mentre l'aria
diveniva sempre più umida ad ogni nuovo temporale. Quel
tempo sembrava innervosire tutti; era praticamente
impossibile vedere persone passeggiare nella strada, se
non qualche raro passante che scendeva da casa per fare
provviste e comprare quello che gli occorreva. Bulma,
brontolando, passeggiava per il corridoio con le braccia
incrociate ed uno sguardo che forse ricordava quelli
soliti del marito.
-Oh, insomma! Qui non se ne può più! Questa maledetta
pioggia dovrà pur finire prima o poi! Io non resisto!
Sento che sto per scoppiare! Maledetto maltempo, quando
verrà l'Estate giurò che uscirò ogni giorno, anche per
le cose più stupide, anche se Vegeta me lo impedirà con
tutte le sue forze! Non ce la faccio davvero più!
Yue fece capolino dalla sua camera, e trovo Bulma che
camminava avanti ed indietro nervosamente
-C'è qualcosa che non va?
Bulma si voltò, sorpresa di trovarla lì
-Ah, è lei
no, vede, il fatto è che non riesco più
a stare chiusa in casa in questo modo! Un tempo così
strano da queste parti non era mai capitato, sono ormai
settimane che piove incessantemente i miglioramenti degli
ultimi tempi sono davvero scarsi
IO NON RESISTO PIÙ!!!!!!!
Yue si ritrasse spaventata dallo scoppio della donna
-ehm
mi dispiace davvero tanto
Bulma si accorse di aver esagerato, e di aver spaventato
la signora, quindi subito ritornò al suo stato "normale"
-Mi scusi, signora Yue
non era mia intenzione
spaventarla
-Ma non si preoccupi
la capisco benissimo
anche
nella campagna in cui vivevo da piccola era un peccato
non uscire quando pioveva, quei prati avrebbero attirato
chiunque fuori e con qualsiasi tempo!
-Dovrebbe essere bello vivere in campagna
Bulma sembrò ritrovare il buonumore dopo aver
pronunciato questa affermazione
-Oh, sì
è davvero bellissimo
Anche se Bulma desiderava ascoltare i racconti della
donna, ad un tratto sembrò ricordarsi di qualcosa
-Scusi
- disse Bulma preoccupata -potrebbe dirmi
che
ore sono
?
Yue guardò l'orologio che portava al polso
-Quasi le due
perché?
-Che
che cosa!?
Bulma sobbalzò
-Quasi le due! Mi sono dimenticata di preparare il pranzo!
Mio Dio, Vegeta sarà furioso! Mi scusi davvero, devo
scappare
-Io
forse potrei essere utile!
Bulma si voltò quasi sorpresa verso di lei. Yue continuò
-Sono qui quasi da una settimana, e non ho ancora trovato
il modo per sdebitarmi! Per me sarebbe un piacere poterla
aiutare in cucina!
Ma Bulma non voleva che la signora di stancasse
-
forse
però
Yue sorrise
-Niente ma, sarei felicissima se potessi rendermi un po'
utile! Su, andiamo, altrimenti si farà troppo tardi!
Yue prese sottobraccio l'ancora incredula Bulma e la portò
con sé verso la cucina.
Mente Yue tagliava le verdure, Bulma cuoceva la pasta.
Oltre al leggero bollire della pentola, riecheggiavano
nella stanza le risate ed i discorsi che le due si
scambiavano. Erano entrambe soddisfatte di quel momento
che stavano passando insieme; Bulma era felice di aver
trovato una adeguata e piacevole compagnia per quei
giorni di incessante maltempo, mentre invece Yue era
contenta di aver trovato in Bulma un'ottima amica, forse
l'unica che lei avesse mai potuto dire con certezza di
aver avuto. Il tempo passava gradevolmente; Bulma amava
ascoltare i racconti dell'infanzia trascorsa in campagna
di Yue, e Yue non si stancava mai di ricordare assieme a
lei quei dolci e stupendi paesaggi che avevano
accompagnato la sua gioventù. Solo di una cosa l'anziana
donna non parlava mai. Di un certo periodo della sua vita
non ne faceva mai parola, e Bulma non riusciva a
spiegarsene il perché. Cosa era successo in quegli anni?
La donna era curiosa di saperlo, anche se non osava mai
chiederlo alla signora. Non voleva correre il rischio di
risvegliare in lei malinconici ricordi di una
probabilmente triste esistenza.
-Sapete, oggi la signora Yue mi ha aiutato in cucina!
Orgogliosa, Bulma si lasciò scappare questa frase
durante il pranzo
-E dovreste vedere come è abile! È davvero bravissima!
Yue si imbarazzò abbastanza, mentre sperava con tutte le
sue forze che Bulma avesse finito di parlare. Trunks, da
persona educata quale era, le fece i suoi complimenti, ma
Vegeta, al contrario, sembrò proprio non ascoltare la
moglie, continuando (ed anche indecentemente) a mangiare
come se non fosse successo niente. Anche se quel cibo,
dopo quella rivelazione, gli sembrò mutare sapore. Ma
come mai si sentiva così? Per quale motivo, quello che
fino a poco tempo fa per lui era stato semplice cibo era
diventato come
"qualcosa di più"? Per
quanto si sforzasse, Vegeta non ne riusciva a trovare il
motivo.
Vegeta, durante l'allenamento che stava svolgendo nella
camera gravitazionale, non faceva altro che pensare a
Yue, quella donna che gli infondeva così strane e sempre
nuove sensazioni. Ormai ne era certo, ella non gli era
del tutto indifferente; lo aveva capito, anche se non
sapeva perché
perché ogni volta che gli
ritornavano alla mente quegli occhi spaventati che lo
vedevano per la prima volta sentiva di diventare sempre
più vulnerabile? Spaventato dalla visione che aveva
avuto davanti allo specchio, quando aveva visto quella
luce, cercava di dimenticare tutta la situazione che
aveva attorno tuffandosi a capofitto nell'allenamento,
dove forse riusciva a trovare quel po' di pace che stava
cercando. Possibile che tutto quello che gli stava
accadendo fosse soltanto frutto della sua immaginazione?
Vegeta non avrebbe mai potuto credere a questo, poiché
si fidava ciecamente del suo "sesto senso";
eppure era quella l'ipotesi che sperava maggiormente
fosse esatta. Cosa lo portava a sentirsi in quel modo?
Chi era quella donna? Una semplice ospite o qualcuno
qualcuno
di molto, molto più importante? Assorto nei suoi
pensieri non si accorse subito della terribile sfera di
energia che lo stava per colpire, ma solo pochi secondi
prima. Ritornato immediatamente alla realtà, fece per
spostarsi, ma era ormai troppo tardi. La sfera lo colpì
violentemente al braccio, ed il Saiyan cadde per terra.
-AAAAAAAAAAH!!!!!!!!- il braccio di Vegeta sanguinava, ed
il dolore che provava in quel momento era piuttosto forte.
Si alzò, dirigendosi verso la porta, tenendosi la ferita
con l'altra mano e stringendo i denti. Yue passava di lì,
e quando lo vide gli accorse subito incontro preoccupata
-Mio Dio, Vegeta
come è successo
?
Il Saiyan, nonostante il male che provava, si rivolse a
lei come se non avesse assolutamente bisogno di aiuto
-Non sono affari che la riguardano
AAAAAAAAAAAAAH!!!!!!
Non riuscì a trattenere un nuovo lamento di dolore,
chiudendo gli occhi e sforzandosi terribilmente. La donna
gli prese delicatamente il braccio ferito, stando attenta
a non provocargli un ulteriore dolore, e noncurante del
sangue che le cominciava a sporcare i vestiti
-Bisognerebbe medicarlo subito
Quel leggero contatto permise di dimenticare per un
secondo a Vegeta la sua terribile ferita. La donna, con
quel tocco caldo ed affettuoso, lo fece sentire subito
strano. Quelle dita che lo sfioravano lo facevano sentire
protetto. Era una situazione d'estasi per il principe dei
Saiyan, e forse, nel profondo del suo cuore avrebbe
voluto che quel contatto così rassicurante non finisse
mai. Ma quel senso era nuovo per lui, non era la stessa
cosa che provava quando era assieme alla sua Bulma; aveva
su di lui quasi lo stesso effetto, ma ne percepiva
distintamente la differenza. Non lo conosceva, e già
dopo qualche secondo gli iniziò a fare paura, forse
anche troppa. Ritirò immediatamente il braccio,
lasciando la donna tanto spaventata quanto anche sorpresa
-So benissimo badare da solo a me stesso! Non ho affatto
bisogno di lei!
Dopo aver detto questo, e con tono estremamente freddo,
sentì immediatamente il bisogno di allontanarsi subito
da lei. E così fece.
Quella notte, anche il sonno di Bulma era disturbato da
strani incubi; un diario, visibilmente antico e rilegato
in cuoio, era sospeso davanti a lei, senza avere un
appoggio preciso, sembrava volasse. Sulla vecchia
copertina si leggeva con non poca difficoltà un nome
un
nome di tre lettere, che la donna, nonostante tutti i
suoi sforzi, non riusciva a decifrare. Solo dopo un po'
Bulma riuscì a leggervi il nome di Yue. La donna sentiva
ormai l'irrefrenabile desiderio di aprire quel diario, ma
mentre tendeva le braccia per prenderlo, esso si
allontanava sempre di più, e lei, nonostante
l'impossibilità della cosa, non rinunciava, e continuava
ad allungare le mani, cercando di afferrarlo, di
prenderlo, tanto era morboso il desiderio di violarne il
misterioso contenuto. Ma Bulma non ebbe la possibilità
di concludere quel suo sogno, che subito si svegliò; aprì
gli occhi, e guardò l'orologio. Era abbastanza buio, per
cui non fu sicura dell'ora che lesse dalla sveglia, ma,
da quello che aveva intuito, mancavano solo poche ore
all'alba. Anche se comunque sentiva che ormai il sonno
l'aveva abbandonata. Per qualche minuto rimase stesa sul
letto, riflettendo sul sogno fatto poco fa, ma senza dire
parola. Sapeva di aver già visto quel diario, e, grazie
alla scritta, ricordava anche che esso era riposto sul
comodino accanto al letto di Yue. Ma perché nel suo
sogno aveva tanta voglia di aprirlo? Cosa la spingeva a
farlo? Fu proprio su questo che Bulma si soffermò più a
lungo, mentre un'idea già le incominciava a passare per
la mente. In fondo cosa le sarebbe costato intrufolarsi
nella camera della ospite e leggere soltanto qualche riga
di quello che in quel momento era oggetto del suo
desiderio? Nessuno lo sarebbe venuto a sapere, e tutta
quella storia sarebbe tranquillamente finita lì.
Silenziosa e soprattutto convinta di quello che faceva,
Bulma scese dal letto, ed ancora più silenziosamente uscì
dalla camera, dirigendosi verso quella che era la strada
per la stanza dell'ospite.
Qualche minuto dopo anche Vegeta si svegliò, afflitto da
uno strano presentimento, che aumentò ancora di più
quando non vide Bulma accanto a sé. Si alzo
immediatamente anche lui, mentre continuava a pensare
dove poteva essere finita sua moglie.
Bulma aprì furtivamente la porta della camera, ed in
punta di piedi entrò. Yue dormiva tranquillamente,
inconsapevole di quello che stava succedendo proprio a
due passi da lei. La giovane donna fece la massima
attenzione, non riuscendo ad immaginare la minima scusa
da pronunciare alla signora che, svegliatasi di colpo, le
avrebbe chiesto spiegazioni per la sua presenza.
-
eccolo finalmente
Dopo essersi guardata attorno, Bulma nell'oscurità era
riuscita a trovare il diario, ed ora lo rigirava fra le
mani soddisfatta, senza nemmeno rivolgere il minimo
pensiero alla negatività del suo gesto. Con l'aiuto
della luce di una piccola candela, Bulma aprì ad una
delle prime pagine, ed iniziò a leggere, con il cuore
colmo di emozione. "Caro diario, le mie sorelle mi
mancano tantissimo. Non faccio altro che pensare a loro,
non riesco a togliermele dalla testa. Purtroppo so che
non le rivedrò mai più, ma mi rende felice pensare che
forse
sì, forse loro sono riuscite a sfuggire a
quello che è stato il mio triste destino; il mio cuore
spera ardentemente che adesso vivano felici, senza le mie
stesse preoccupazioni, senza il dolore che provo in
questo momento, e che ormai mi è divenuto amico. In me,
però, non finirà mai la speranza di rivederle,
riabbracciarle di nuovo
" Bulma rimase sorpresa
dalle parole che aveva appena letto. Yue le aveva detto
di aver avuto delle sorelle, ma la donna non sapeva che
lei avesse anche dovuto abbandonarle. Qualcosa era
nascosto in quelle pagine ormai invecchiate, e la donna
iniziava a sentire sempre di più il bisogno di sapere,
conoscere tutti quegli altri segreti che erano custoditi
in quel diario. Improvvisamente, però, l'emozione che
l'aveva accompagnata fino a quel momento iniziò subito
tramutarsi in sgomento e confusione, quando, mentre
continuava a voltare le pagine, iniziò a leggervi sopra
nuove memorie; "finalmente ci siamo sposati, io ed
il mio re
ho paura per noi; anche se perennemente
porto un velo che mi copre i capelli biondi e sto attenta
a nascondere i miei occhi azzurri, potrebbe venire un
giorno in cui il popolo Saiyan scoprirà queste mie
diverse caratteristiche
per fortuna la gente non
sospetta nemmeno della mia vera provenienza terrestre,
pensa invece che io sia una Saiyan come tutti; spero che
questo duri a lungo, non oso pensare a quello che
succederebbe se si venisse a sapere la verità
avrei
pensato di dirlo pubblicamente, prima che il popolo lo
possa scoprire da solo, ma mio marito ha pensato che
fosse meglio tacere. Credo abbia ragione"
Bulma continuava a guardare ammutolita le pagine del
vecchio diario. Senza dubbio in quelle pagine si parlava
dei Saiyan, la razza ormai estinta di cui faceva parte
anche Vegeta. Solo pochi conoscevano la vera storia di
quel popolo
ma quella signora come era venuta a
saperlo? Come poteva sapere dei Saiyan? Speranzosa di
trovare nuove risposte ai suoi interrogativi, e facendosi
forza, continuò a voltare le pagine. "Sono molto
felice, oggi finalmente è nato il mio bambino; è
indescrivibile la gioia che ho provato quando l'ho preso
per la prima volta fra le mie braccia, quando ho pianto
la prima lacrima di felicità per lui. Mio figlio:
bellissimo, e dolcissimo, come suo padre, anche se mio
marito non lo ha mai dato a vedere, in fondo lui è il re
della sua razza, orgogliosa per natura, razza Saiyan,
conquistatrice e spietata. Nostro figlio porterà il suo
nome, come è di tradizione di ogni cinque generazioni;
il nostro bambino si chiamerà
Bulma pronunciò l'ultima parola con un filo di voce -
Vegeta
-;
la donna non riusciva ancora a crederci
-
non può essere
Ed invece era proprio così. In quella pagina c'era
scritto proprio il nome di suo marito
-
Yue
Vegeta
non è possibile
Bulma lasciò cadere il diario, mentre il suo sguardo
continuava a perdersi nel vuoto. Cosa significava tutto
questo? Ella sperava che tutto fosse solo un brutto
incubo, o un sogno ad occhi aperti, uno scherzo della sua
immaginazione
anche se sapeva benissimo che quella
era la più assoluta realtà. Come era potuto succedere?
Possibile che quella donna apparentemente estranea, fosse
proprio
proprio
Bulma non riusciva a pensarci.
Era tutto troppo inverosimile per convincersi della realtà
del fatto, eppure
-
L'
l'hai scoperto alla fine
La donna fu sorpresa da una voce dietro di lei, ed il suo
primo impulso fu quello di voltarsi. Così fece, e vide
che Yue si era ormai svegliata, e, in piedi di fronte a
lei, continuava a tenere lo sguardo malinconicamente
rivolto verso il basso.
-
Bulma
io
-C
cosa vuol dire questo
?
Bulma sentiva le lacrime che inspiegabilmente le
incominciavano a scendere dagli occhi, mentre Yue,
impotente, le stava davanti senza pronunciare alcuna
parola
-Cosa vuol dire questo!? Cosa!? Cosa!?
Le lacrime, ormai, le iniziavano a scendere sempre più
abbondanti, e la tristezza, assieme quella indecifrabile
e confusa rabbia, le aumentava nel cuore
-Come fa lei a sapere di re Vegeta!? Come può sapere
della razza Saiyan!?
La voce di Yue era rotta dalla malinconia, mentre
pronunciava quella che era la risposta alla domanda che
Bulma le aveva rivolto fra le lacrime
-Io
io so tante cose
che tu nemmeno immagini
-Ma
lei non può essere
no
-
sì
Bulma
io
io
La voce di Yue era visibilmente rotta dal pianto. La
donna tentava con tutte le sue forze di trattenere le
lacrime
-
la
la madre di Vegeta
Bulma pronunciò la frase forse inconsapevolmente, mentre
quella terribile atmosfera di tristezza aumentava nella
camera
-io
non avrei voluto che tu lo scoprissi
Yue continuava a tenere gli occhi diretti verso il basso
-Cosa significa tutto questo!?
Una voce improvvisa fece voltare le due donne verso la
porta. Vegeta era davanti a loro, con la confusione che
si riusciva a leggere anche nell'impenetrabilità del suo
sguardo
-Vegeta
Bulma guardava spaventata il marito. Non avrebbe mai
potuto immaginare che lui la fosse venuta a cercare a
quell'ora. Anche se in quel momento il Saiyan aveva
dimenticato il motivo per cui era là; egli aveva avuto
modo di sentire i discorsi delle due donne, ed ancora non
riusciva a crederci. Strinse i pugni, mentre sentiva la
rabbia che aumentava sempre di più in lui
-Come
come osa dire che lei
lei è
Bulma si asciugò le lacrime, mentre si rivolse
nuovamente a Vegeta
-Calmati, Vegeta
ti prego
-IO NON MI CALMO AFFATTO!!!
Detto questo Vegeta uscì dalla camera, sbattendo
violentemente la porta. In lui era iniziato ad aleggiare
un esteso senso di vuoto, incolmabile, che lo tormentava
terribilmente. Poteva tranquillamente non credere alle
parole di Yue, ma c'era sempre qualcosa, quel qualcosa,
che gli faceva pensare il contrario. Anche se la rabbia
non gli dava tregua, nella sua mente iniziavano a
scorrere tutti i momenti in cui si era sentito alterato
per colpa di quella donna. Pensò a quando l'aveva
incontrata per la prima volta, a quella visione che aveva
avuto davanti allo specchio, al leggero contatto fisico
che avevano avuto quando lei gli aveva dolcemente preso
il braccio ferito, ed anche a tutta quella premura che la
donna aveva adoperato per non provocargli ulteriore
dolore. Ci ripensava mentre mille e mille brividi gli
attraversavano il corpo, e mille e mille pensieri gli
torturavano la mente, senza concedergli un minimo momento
di tregua.
Bulma rimase in quella camera ancora per qualche secondo;
nessuna delle due riusciva a dire la minima parola. Quel
silenzio era insopportabile, troppo, sia per Bulma, sia
per Yue, ed ognuna sembrava volerne la fine. Ma l'una
aspettava che fosse l'altra ad intervenire per prima
-
forse
- Bulma finalmente si decise -
sarebbe
meglio che vada
Yue non rispose, e Bulma, lentamente, si diresse verso la
porta
-
dietro l'orecchio
Bulma si voltò verso Yue appena sentì la frase che ella
aveva pronunciato. La donna continuava a non capire
-
Vegeta
ha una piccola cicatrice dietro
l'orecchio destro
la ha da quando era piccolo
-
poi continuò -
io
io non sto mentendo, Bulma
La dolce e triste voce di Yue risuonava nella stanza.
Bulma guardò la signora per un attimo, e vide riflesso
nei suoi occhi lo sguardo più sincero che avesse mai
visto, il più profondo ed allo stesso tempo il più
indecifrabile, ma tanto, tanto penetrante. Lentamente,
senza dire alcuna parola, uscì fuori dalla camera. Prima
un lampo abbagliante, e qualche secondo dopo un forte
tuono, annunciarono che la pioggia, la quale era cessata
pochi minuti fa, era ripresa inesorabilmente a cadere.
La giornata era incominciata male, quella mattina. Gli
avvenimenti della notte precedente avevano sconvolto
tutti, tranne il piccolo Trunks, che, non sapendo nulla
di quello che era accaduto, continuava sempre a chiedersi
motivo di quella atmosfera instabile e pesante che era
calata in casa sua. Bulma era in salotto, adagiata su una
comoda poltrona, mentre sfogliava distrattamente una
rivista. Anche se tentava di prestare ad essa almeno un
po' di attenzione, sapeva che, nonostante tutti i suoi
sforzi, non ci sarebbe riuscita. Fu infatti subito
costretta a poggiarla sul tavolino alla sua sinistra. Non
riusciva a pensare a qualcos'altro, qualunque cosa
passasse per la sua mente, essa finiva sempre per avere
lo stesso punto centrale; percepiva distintamente la
tensione che si era creata nella casa, da quelle
rivelazioni della sera prima era tutto cambiato, la vita
di prima era mutata completamente, e lei non poteva fare
a meno di pensarci
-Devo trovare qualcosa che mi faccia per un attimo
dimenticare tutto questo
Bulma pronunciò questa frase mentre già si guardava
attorno in cerca di idee. Ma dopo un po' dovette smettere.
Non c'era niente che l'avrebbe distolta, anche per poco,
da quella che era la situazione in cui in quel momento si
trovava, e che, in prima persona, stavano vivendo anche
Yue e Vegeta. Ad un tratto, mentre abbassava lo sguardo e
sospirava delusa, gli occhi di Bulma avvistarono il
piccolo mobile in cui suo padre teneva gelosamente
custoditi i dischi che più amava ascoltare. Essendo la
parola "ordine" probabilmente non presente nel
vocabolario del genitore, Bulma decise di riordinare
tutta quella musica che era disordinatamente riposta nei
ridotti scaffali di legno
-In fondo
anche se non mi riuscisse a distrarre come
vorrei, mio padre ne sarà felice
Bulma, soddisfatta, si avvicinò al mobile ed iniziò a
prendere i cd, raddrizzando quelli che erano poggiati
dalla parte sbagliata, e rimettendo quelli mancanti nelle
apposite custodie. Mentre compiva questo lavoro, la sua
attenzione fu attratta da un disco fuori posto. La
copertina era di un rosa appena accennato come sfondo.
Sopra vi era raffigurato un pianoforte, e, accanto ad
esso, una rosa rossa dal colore profondissimo ed
estremamente intenso. Bulma lo prese. Si avvicinò al
lettore, che era proprio di fianco al mobile, e vi infilò
il cd, aspettando che la musica incominciasse. Dapprima
una singola ed impercettibile nota uscì dalle casse; poi
un'altra
ed ancora un'altra
ognuna diversa, che
però, unita alle altre, contribuiva alla creazione di
una stupenda melodia. La donna, estasiata da quella
musica soave, si sedette sul divano. Il suono del
pianoforte accompagnava i suoi pensieri, che dapprima
tristi, piano piano divennero sempre più leggeri, fino a
non rappresentare più alcuna preoccupazione per lei. Si
perdeva in quella stupenda musica, delicata e lenta,
allegra ma allo stesso tempo malinconica. Ed era
dolcissimo per lei smarrirsi, nel silenzio della camera,
in quell'insieme di note che la trasportava altrove,
lontana da quelli che erano in quel momento i problemi
che la affliggevano, e che, anche se non li viveva in
prima persona, la riguardavano piuttosto da vicino.
Mentre la musica continuava a crescere, come il senso di
pace che essa stessa creava, Bulma chiuse gli occhi,
passando lentamente dalla veglia al sonno, e ritrovando
il sorriso che in quel lasso di tempo che era passato
dalla scoperta al momento che stava vivendo, le era parso
molto, molto lontano.
Anche Vegeta passava per di là. Al suo orecchio non poté
fare a meno di giungere la stessa musica che ascoltava
sua moglie, e che stranamente lo attirava come non mai.
Si sedette per terra, con la spalle appoggiate al muro, e
posò la testa vicino alla fredda parete, continuando ad
ascoltare le note di quel pianoforte che gli iniziavano a
penetrare nella mente e nel cuore. Il Saiyan, questa
volta, non si tirò indietro davanti a quello che sentiva
di provare internamente; per la prima volta ebbe il
coraggio di abbandonarsi completamente a quelli che erano
i suoi pensieri e le sue emozioni, senza alcun
pregiudizio, e senza il minimo intervento del suo
orgoglio. E, forse per un attimo, ebbe la possibilità di
sfuggire, anche se per poco e solo per parte, a quelli
che erano gli avvenimenti che lo stavano tormentando.
Iniziarono, così, a trascorrere lunghi giorni in cui la
tensione raggiungeva livelli sempre più alti. E se prima
Vegeta disprezzava Yue, come soleva fare con la maggior
parte delle persone che gli vivevano intorno, adesso il
Saiyan passava la maggior parte delle giornate nella
camera di allenamento, esercitandosi molto più di quello
che soleva far prima, saltando i pasti e perdendo ingenti
quantità di ore di sonno. Non aveva la forza di
riprendere quella che era la sua vita di prima, e
preferiva dedicarsi completamente a quello che era il suo
allenamento, dove riusciva perfettamente a trovare le
condizioni più adatte per chiudersi in se stesso. E Yue
si sentiva sempre più in colpa. La donna era diventata
chiusa, non era più lo spirito allegro e vivace di una
volta. Il suo passato adesso le faceva ancora più male
di quello che avrebbe potuto farle prima. Gli si
prostrava nuovamente davanti agli occhi, e nuovamente lo
stava vivendo, ma adesso, oltre a lei, stavano soffrendo
anche la povera Bulma, e, soprattutto, il suo Vegeta. Non
sapeva proprio cosa fare, anche se, ne era sicura, quella
non era la prima volta che si trovava così indecisa.
Quel pomeriggio Vegeta si era assopito sul letto,
distrutto dalla dura fatica provocata dal suo ancor più
duro allenarsi nella camera gravitazionale. Bulma
socchiuse lentamente la porta, ed entrò, accorgendosi di
lui. Lo guardò dolcemente. Le sembrava un piccolo ed
ingenuo bambino messo davanti a problemi infinitamente più
grandi di lui. Solo a guardarlo le infondeva tenerezza,
così tanta tenerezza
Ad un tratto, però, alla
mente della donna tornarono in mente le parole di Yue.
Bulma non sapeva come, per quale motivo, ma ricordò le
ultime parole della donna, che, quella maledetta notte,
aveva pronunciato prima che lei andasse via "
Vegeta
ha
una piccola cicatrice dietro l'orecchio destro
la ha
da quando era piccolo
". Forse spaventata,
avanzò verso il marito, che dormiva beatamente. Con
quanta delicatezza le era possibile, gli spostò
l'orecchio destro, e subito, si ritirò immediatamente
indietro. Il cuore le incominciò a battere forte, il
respiro le si fermò, quando scoprì quel segno di cui
non aveva mai sospettato l'esistenza;
-
questo
questo vuol dire che
Bulma non riusciva a pensarci. La signora Yue aveva
ragione, per quanto Bulma non volesse minimamente
crederci. Ma come aveva fatto Yue a saperlo? Bulma, per
quanto fossero tanti gli anni che viveva accanto a
Vegeta, non se ne era mai accorta, né aveva mai visto
quel segno che il Saiyan si portava sin da piccolo. Come
come
poteva Yue sapere anche di questo? Immediatamente corse
verso la stanza che ospitava la signora, e bussò
ripetutamente alla porta
-Signora Yue? Signora Yue!?
La voce della donna lasciava intuire una certa
preoccupazione, ma, nonostante l'urgenza della cosa, Yue
continuava a non rispondere
-Signora, è in camera? Le devo assolutamente parlare! La
prego, apra!
La voce di Bulma era sempre più impaziente e leggermente
confusa, ma la signora ancora non dava segni di vita.
Bulma abbandonò l'impresa rassegnata, contro la sua
volontà
-Forse starà dormendo
Ma qualcosa non la convinceva. Non era da quella dolce ed
ingenua signora che aveva conosciuto qualche settimana
prima comportarsi così. Presa da uno strano riflesso,
Bulma spalancò la porta. La voce di Bulma divenne più
flebile e spaventata, impercettibile, quando le si
presentò, davanti agli occhi, quella visione.
-
s
signora Yue
La signora Yue aveva avuto un mancamento, e giaceva a
terra svenuta. Il suo corpo sembrava assolutamente non
suggerire nemmeno la più minima presenza di vita.
Un dottore dall'ampio camice bianco era davanti a Bulma,
che, molto preoccupata, aspettava impazientemente una
risposta, mentre nervosamente le sue dita giocherellavano
con il manico dell'ombrello. Tutt'attorno, il cupo studio
medico, colmo di medicine ed altri apparecchi che Bulma
non aveva mai visto prima, non sembravano minimamente
alleviare quelle che erano le preoccupazioni ed i sensi
di colpa della donna.
-
c
come sta?
La profonda voce del dottore rimbombò nella camera. Il
tono triste suggeriva che probabilmente lo stato di
salute della donna non era dei migliori
-È una sua parente?
-
io
veramente
Il dottore capì che Bulma non riusciva a parlare e
continuò
-Signora Brief
vede, purtroppo non sta molto bene
-Cosa
cosa le è accaduto?
Bulma sapeva che non sarebbe riuscita ulteriormente a
trattenere le lacrime
-La signora Yue è gravemente malata, e anche da qualche
anno, a quanto pare
la sua è una malattia molto
rara, di cui si conosce ancora molto poco
il virus,
appena entrato nell'organismo, inizia a lacerare gli
organi interni, fino a che non ne rimane più niente
noi
medici sfortunatamente non conosciamo ancora bene le
cause della contrazione della malattia, né il modo per
fermare questa distruzione
A Bulma sembrò di impazzire, mentre provava ad
immaginare tutto il dolore che Yue provava. Iniziò forse
inconsapevolmente a piangere, mentre continuava ad
ascoltare le parole del dottore, che cercava di
consolarla
-Mi dispiace, ma sarò franco
ci sono poche
probabilità che la signora viva ancora per molto, ed un
ricovero in ospedale sarebbe soltanto inutile
mi
dispiace davvero tanto, signora, ma purtroppo non c'è
alcuna speranza
credo sia meglio che quel poco tempo
che le rimane lo passi con i suoi cari, sarebbe
maggiormente meglio per lei
la sua è una malattia
strana, molto rara, e per i pazienti in questione non c'è
mai possibilità di salvezza
-
c
capisco
-Adesso può portarla a casa, lì starà meglio
mi
dispiace tanto, signora Brief
Bulma rispose soltanto con un triste gesto di
ringraziamento verso il dottore, e, asciugandosi le
lacrime, con passo mesto si diresse verso il corridoio
dell'ospedale.
Vegeta, inconsapevole di tutto quello che era successo,
era nella camera d'allenamento, anche se non riusciva a
dedicarsi completamente a quello che sarebbe stato il più
logico il motivo per cui era lì. Era invece seduto in un
angolo, con lo sguardo perso nel vuoto. Continuava a
pensare; alla signora Yue, alla notte in cui aveva
scoperto tutto
a sua madre
anche se gli era
molto più difficile riflettere su questo terzo
argomento, per il semplice fatto che lui una madre non
l'aveva mai avuta. No. Lui aveva avuto soltanto un padre,
che lui tanto ammirava, che gli aveva insegnato a vivere
ed a combattere, che lo aveva reso uno dei Saiyan più
forti e rispettati del suo pianeta. La figura della madre
non aveva mai minimamente accennato ad immaginarla. Non
si era mai chiesto il motivo per cui Bulma, ed anche lo
stesso Trunks, avessero una persona che volesse loro un
bene dell'anima, che si preoccupava per la loro
educazione, una persona a cui nei momenti più difficili
ci si poteva sempre rivolgere, sapendo che qualunque
consiglio fosse fuoriuscito dalle sue labbra sarebbe
sempre stato quello giusto, e lui invece no. Non aveva
mai lontanamente pensato di immaginare la figura materna,
e non si era mai azzardato a chiedere qualcosa di lei a
suo padre; non solo perché il suo unico scopo era quello
di pensare a combattere e ad allenarsi, a distruggere
tutto quello che incontrava, ma anche perché non ne
aveva mai trovato un eccessivo bisogno. Il Saiyan avrebbe
potuto tranquillamente non credere a quella stupida
storia, ma c'era qualcosa che lo turbava profondamente.
La stessa sensazione che aveva provato la prima volta che
l'aveva vista. Conoscerla da sempre, eppure non averla
mai incontrata. Solo a guardarla, ormai se n'era accorto,
sembrava che lei sapesse tutto di lui, ogni suo piccolo
segreto. Vegeta era confuso, come forse lo è stato poche
volte nella sua vita; fino a quel momento non gli era
importato nulla del fatto di non avere una madre, ed
invece in quell'istante, la situazione cominciava e
continuava a premergli parecchio. Cosa stava cambiando in
lui?
Yue era in camera sua, stesa sul letto ed avvolta in una
calda coperta. Vicino al suo letto, seduta su una sedia,
c'era Bulma, che a stento riusciva a trattenere le
lacrime. Nella voce di Yue, nonostante tutto quello che
era successo, si potevano chiaramente cogliere intense
sfumature di ottimismo, ma accompagnate dal altre colme
di rassegnazione
-C'è qualcosa che no va, giusto?
Bulma alzò lo sguardo, fino ad incrociare il suo
-
io
signora
Yue sorrise nuovamente
-
non ti preoccupare
lo sapevo già
Bulma abbassò nuovamente il capo
-
mi dispiace tanto
-Anche a me
ma purtroppo non si può fare nulla
La signora Yue sospirò per un attimo, e sorrise
-Grazie, Bulma
Bulma la guardò sorpresa
-
e
e di cosa
??
-Per la tua grande ospitalità
te ne sarò
infinitamente grata, davvero
Ma Bulma sentì l'irrefrenabile bisogno di cambiare
argomento
-Signora Yue
io le vorrei chiedere una cosa
vede
è
importante
Yue la interruppe
-Mi dispiace di aver causato tutti questi problemi
so
cosa vuoi chiedermi, ma sei libera di non crederci, Bulma
siamo
tutti liberi di credere a ciò che vogliamo
-Ma per Vegeta è importante
non era mai stato così
male
lei deve dirmi la verità, Yue, me la deve dire
assolutamente
ne ho bisogno
anche se ha mentito
rimarrà sempre la benvenuta
A Yue incominciarono a passare davanti agli occhi tutti i
momenti terribili che aveva vissuto; dalla separazione da
suo marito e da suo figlio, agli orrori che l'alleanza
con Freezer avevano provocato al pianeta Vegeta. Guardava
Bulma, che aspettava pazientemente una risposta
-
n
non ho mentito, Bulma
per quanto ti
possa sembrare falso
è la verità
Yue abbandonò completamente la testa sul cuscino, e
continuò, anche se provando tantissima difficoltà, a
parlare
-Tanto tempo, mentre ero con le mie sorelle
arrivò
una nave
io fui rapita da due Saiyan, e le mie
sorelle
non so dove poi siano andate loro
Bulma ascoltava attentamente ogni minima parola che la
donna pronunciava
-
divenni schiava nel palazzo reale
e fu lì
che conobbi il re
dove nacque il mio Vegeta
L'intensità con cui Yue pronunciò quest'ultima frase
provocò una forte scossa emotiva nell'animo di Bulma. La
donna stava incominciando a crederci. Tutto quello stava
divenendo sempre di più una certezza; sentiva che quella
donna non stava mentendo; quelle parole per lei erano la
pura verità. Senza dir niente, prese fra le mani una
mano di Yue e la strinse a sé, incominciando a piangere.
Yue si alzò di scatto, accogliendola fra le braccia e
cullandola dolcemente
-Che cosa c'è Bulma? Su, non piangere
Bulma si strinse a lei, continuando a far scendere le
lacrime -
spero
spero di fare la cosa giusta
credendole
-
disse poi, a voce bassa, e forse Yue non la sentì. Bulma
rimase ancora per molto stretta a lei, anche se non
sapendone il perché. Sapeva, in cuor suo, che quelli
sarebbero stati gli ultimi giorni in cui avrebbe potuto
godere dell'incredibile tenerezza di quella stupenda
persona.
La notte era calata sulla città. Tutta la casa dormiva,
tranne Vegeta, che, come ultimamente soleva fare, era
rimasto ad allenarsi fino a tardi. A notte fonda il
Saiyan uscì finalmente fuori dalla camera d'allenamento,
mentre qualcosa, forse la tristezza che aleggiava
nell'aria, gli suggeriva la presenza di qualcosa che non
andava. Si girò attorno, osservando quel lungo ed
immenso corridoio, non tanto differente dagli altri della
Capsule Corp.. Non si fermò fino a che non scorse la
porta della camera di Yue. Quasi senza aver alcuno
controllo dei suoi movimenti, si diresse lentamente verso
di essa, e la socchiuse leggermente. Yue dormiva, ma
sembrava non stare troppo bene.
Provando forse per la prima volta una certa e strana
compassione, Vegeta aprì del tutto la porta ed entrò
silenziosamente nella camera. Poggiò il suo asciugamano
su una sedia, e si guardò attorno; Nemmeno quella camera
era tanto diversa dalle altre dell'immensa casa in cui
viveva, nulla lo rendeva né sorpreso né colpito. Solo
un piccolo oggetto, posto in un angolo, attirò la sua
attenzione; un vecchio diario. Esso era poggiato lì, in
un angolo di quella camera buia. Vegeta Lo prese in mano,
ed aprì una pagina a caso. Iniziò a leggere; "sono
molto felice, oggi finalmente è nato il mio bambino; è
indescrivibile la gioia che ho provato quando l'ho preso
per la prima volta fra le mie braccia, quando ho pianto
la prima lacrima di felicità per lui
" Ma il
Saiyan si bloccò di colpo, quando si accorse che quelle
parole non erano del tutto nuove alle sue orecchie. Era
sicuro di averle già sentite, anche se non riusciva a
ricordare né dove né quando
fino a che, egli ebbe
come un flash
-
n
nel mio sogno
non può essere
Immediatamente poggiò il diario da dove lo aveva preso,
ed uscì velocemente dalla camera. Era forse quella la
donna che aveva sognato, che c'entrava con suo padre?
In
fondo quello era uno stupido sogno, non poteva
significare nulla, eppure
Vegeta iniziò ad
innervosirsi. Quella stupida situazione non faceva altro
che provocargli sempre nuovi problemi ed ulteriori
domande. Cercò di cancellare tutto dalla mente, ma non
ci riuscì. Quando sarebbe finito quell'incubo? Ma a
questa domanda iniziò subito a sostituirsi un'altra,
diversa, ma tanto, tanto strana. Perché aveva la
sensazione di sentire
sì, di sentire di iniziare a
provare dolce e profondo bene per quella donna che
improvvisamente gli aveva sconvolto la vita?
-È stato qui, stanotte
Yue si era appena svegliata, era mattina ma mancava
ancora qualche ora allo spuntare del sole. Un felicissimo
sorriso era stampato sul suo volto, e messi a confronto
con esso, i suoi occhi terribilmente stanchi sembravano
non avere alcuna importanza. Continuava, infatti, a
rigirare fra le mani l'asciugamano che il Saiyan aveva
dimenticato lì dopo l'allenamento, quando era entrato in
camera sua
-
forse posso ancora sperare
ha capito che io
sono sua madre
Vegeta
Ma, ai sogni, tempestivamente si sostituirono le
illusioni
-
forse
forse, però, non mi crede ancora
Yue guardò di nuovo l'asciugamano, questa volta con
sguardo triste; le ricominciava a sembrare ancora tanto
lontano l'attimo in cui avrebbe potuto riabbracciare suo
figlio, ed ormai credeva che non ci sarebbe mai più
riuscita. Ma fu un secondo, uno scatto; qualcosa nel suo
corpo si fermò all'improvviso, mentre il respiro le
incominciò a mancare.
Vegeta quella notte fece nuovamente lo stesso sogno; sognò
la donna, il bambino, suo padre, la voce. Adesso però,
gli appariva tutto, anche se leggermente, più chiaro. Ma
non ebbe il tempo di perdersi in altre riflessioni, che
subito, svegliandosi bruscamente, la sensazione di un
terribile presentimento lo pervase completamente, ed il
cuore del Saiyan si riempì di paura, incominciando a
battere forte. Si alzò di scatto, ed iniziò a correre
verso quella che era la stanza di Yue, spalancando la
porta spaventato.
Bulma e Vegeta erano seduti silenziosamente nella candida
sala d'attesa dell'ospedale. Il terribile groppo in gola
che in quel momento affliggeva loro contemporaneamente,
non riusciva a fargli pronunciare la minima parola. I due
guardavano verso il pavimento, con sguardo abbattuto e
triste. Una malinconia che Vegeta aveva provato rare
volte lo colse improvvisamente, mentre il terribile senso
di vuoto continuava ad aumentare sempre di più in lui.
Un'infermiera li chiamò da lontano, e Vegeta corse
immediatamente incontro a lei, con un'impazienza che mai
aveva provato prima
-Perché ci ha fatto aspettare così tanto!?
La preoccupazione dell'infermiera sovrastava
completamente quel leggero barlume di imbarazzo presente
in minima quantità nella sua voce
-
io
veramente
Ma Vegeta non volle sentire ragioni
-Si levi subito da mezzo, voglio vederla!
L'infermiera continuò a parlare con lo sguardo rivolto
verso il basso
-
mi dispiace darle una brutta notizia, ma
-Ma!?
-
purtroppo
non c'è stato nulla da fare
Anche Bulma rivolse lei una domanda, infinitamente
preoccupata, mentre sperava che la risposta non fosse
quella che stava immaginando
-
c
cosa vuol dire questo
?
-
la signora
la signora è in fin di vita
Vegeta e Bulma si bloccarono di colpo, mentre il dolore
aumentava loro nel cuore
-
che cosa sta dicendo
non può morire!
-
potete vederla
se volete
Vegeta, senza nemmeno concedere la possibilità
all'infermiera di concludere la frase, entrò nella sala,
dove ebbe la più pietosa e terribile visione che avesse
mai potuto vivere. Yue era distesa su un letto, soffriva
visibilmente, mentre, aiutata da vari tubi che aveva
attorno, respirava faticosamente. Bulma si avvicinò a
lei, con le lacrime agli occhi.
-Yue
Vegeta, anche essendo terribilmente preoccupato,
continuava ad essere scettico; la guardava come se
l'avesse vista per la prima volta, con uno strano
sguardo, impenetrabile, illeggibile, ma tanto, tanto
triste. Le stava, vicino. Voleva allontanarsi da lei,
sentiva il bisogno di uscire dalla camera e di lasciarsi
tutto alle spalle, ma non ci riusciva. Forse per la prima
volta nella sua vita aveva moltissima paura, paura che lo
bloccava, non gli permetteva il minimo movimento, che gli
accelerava il battito cardiaco e gli rendeva difficile il
respiro. Yue allungò il braccio con le sue ultime forze,
fino a prendere una mano del Saiyan fra le sue. Vegeta
non la ritrasse; non voleva. Il corpo della donna era in
fin di vita, ma era indescrivibile la vita ed il calore
che quella piccola mano infondeva nell'anima di Vegeta.
Egli non poteva fare a meno di quel contatto, era come
una linfa vitale per lui, qualcosa nel suo cuore cresceva
sempre di più, qualcosa di confortante, di caldo, di
rassicurante. Ormai ne era sicuro, il tocco di quella
donna lo faceva sentire protetto, protetto da qualsiasi
pericolo, niente più rappresentava anche il minimo
problema per lui, che, stupido, quel giorno non se ne era
accorto, ed aveva preferito ritirare il braccio, scappare
via da quei nuovi e confortanti sentimenti che stava
iniziando a provare. Quella mano era calda, infondeva
strane sensazioni, e Vegeta, contrariamente a quello che
era il suo solito atteggiamento, non la tirò indietro.
Anzi, forse quasi inconsapevolmente, la strinse ancora di
più. Ma lui era sicuro che quello strano calore non
fosse soltanto frutto della sua immaginazione? Chi gli
garantiva che non fosse solo il suo bisogno della
protezione di una madre, che lo faceva sentire così? E
come poteva essere sicuro che la donna morente davanti a
lui non fosse soltanto una persona che voleva prendersi
gioco di lui, facendogli credere chissà cosa e facendo
nascere nuovi dubbi ed incertezze nel suo animo?
-
Vegeta
ascoltami
Vegeta continuava a guardarla, mentre la donna incominciò
a parlare
-
forse tu non mi credi
e probabilmente non mi
crederai mai
ma voglio che tu mi ascolti lo stesso
perdonami
All'improvviso la donna si fermò. Fu un momento di
silenzio ed estrema tensione; Yue era visibilmente
impedita nel parlare, ma ella si fece forza lo stesso
-
sento ormai dentro di me tutto quanto che si sta
arrestando
fra poco non farò mai più parte di
questo mondo
ma vorrei tanto che tu mi possa
perdonare
per non essere stata vicino a te, per non
essere stata una buona madre
conoscevo tuo padre, e
sono contenta che ti abbia educato bene
è per me la
cosa più bella vederti felice, con una moglie, con un
figlio
forse ti sarò mancata qualche volta
ma
sappi che
La voce di Yue continuava a divenire sempre più bassa
-
io
ti voglio bene
mio piccolo Super
Sayan
"
Super Saiyan"
questa parola rimbombò
improvvisamente nella mente di Vegeta; "Super Saiyan
mio
piccolo Super Saiyan
" ebbe un sobbalzo nel
sentire le ultime parole della donna, e ne conosceva
anche il motivo
era proprio così che, anche se
rarissime volte, soleva chiamarlo suo padre, quando gli
diceva che sarebbe diventato un Super Saiyan, che sarebbe
divenuto il più forte dell'Universo
ma quella donna
come faceva a sapere
come poteva
non poteva
saperlo
forse era proprio
era davvero
sua
madre
Vegeta la stava incominciando a sentire come
una fondamentale parte di se stesso. Tutto,
all'improvviso gli stava apparendo con occhi diversi, a
tutti i dubbi che lo avevano accompagnato sino a quel
momento si sostituirono chiare e sempre più confortanti
certezze. Sentiva di averlo capito; quella donna lo
conosceva, lui conosceva lei, il rapporto che li legava
era lo stesso che saldamente unisce una madre ed un
figlio. Il peso di tutte quelle volte in cui non l'aveva
nemmeno osata immaginare adesso stava calando tutto sul
suo cuore, ma, allo stesso tempo, esso si dissolveva come
neve si scioglie al sole
ma
anche se
era
ormai troppo tardi. il battito cardiaco di Yue era
cessato, la donna aveva esalato il suo ultimo respiro. Il
suo corpo, ormai privo di vita, giaceva adagiato sul
morbido letto d'ospedale. Ed ora che tutti i problemi
erano stati risolti, proprio in quel momento che madre e
figlio si erano ritrovati, Yue era morta.
-
no
non è vero
non può essere
Vegeta, accecato dalla disperazione, iniziò a prendere a
scossoni il corpo di Yue, mentre Bulma, con gli occhi
colmi di pianto, cercava inutilmente di fermarlo
-
fermati, Vegeta
ti prego
Ma lui non l'ascoltava, mentre calde lacrime gli
sgorgavano dagli occhi. Lacrime di tristezza e di rabbia,
che gli appannano la vista, che scendono copiose lungo le
guance, che lo facevano impazzire. Vegeta continua a
gridare.
-
non può essere morta
non è giusto
non
doveva morire
Anche Bulma cercava di mascherare il terribile senso di
tristezza che l'affliggeva, ma senza alcun risultato
-
ti prego
calmati
ormai non possiamo fare
più niente
Ma il Saiyan non le dava ascolto
-
Non doveva morire, non doveva
LEI ERA MIA
MADRE!!!!!!
Vegeta incominciò a piangere ancora più forte, mentre
una sua lacrima cadde accidentalmente sulla fronte di Yue.
Fu un attimo, un secondo, la fronte di Yue s'illuminò di
uno strano ed intenso bagliore; apparve all'improvviso il
simbolo dei Saiyan, su quella donna, quella terrestre; ma
Vegeta, accecato dal dolore, anche se accorgendosene,
continuava noncurante a piangere nella sua più profonda
disperazione.
Ormai il corpo privo di vita di Yue era stato portato via.
Vegeta e Bulma erano fuori dall'ospedale, seduti su una
panchina nel parco accanto all'edificio. La pioggia, dopo
settimane e settimane di attesa era finalmente cessata,
ed il sole stava per sorgere; quel luogo era deserto,
solo quelle due figure tristi, sedute su un'umida
panchina, rompevano la monotonia di quel paesaggio
mattiniero. I due sembravano essersi calmati, anche se la
tristezza continuava a far parte di loro. L'umida aria
che penetrava loro nei polmoni, la piacevole brezza
mattiniera e le minuscole goccioline di pioggia sulle
foglie degli alberi appena fioriti, anche essendo un
meraviglioso spettacolo, suscitavano in marito e moglie
poco interesse. La malinconia li affliggeva, quanto il
dispiacere di avere perso una persona molto, molto cara
ed importante. Ma Bulma, in quel momento non riusciva a
pensare a se stessa. Pensava invece al suo Vegeta, che,
con gli occhi ancora arrossati, le stava vicino, senza
avere il coraggio di pronunciare alcuna parola. Forse la
situazione sarebbe, anche se poco, migliorata se lei
avesse incominciato a parlare, ed a consolarlo
-Sai
- disse -
lei era una terrestre
come
me
come tutti
Vegeta si voltò verso di lei, facendo una flebile
smorfia simile ad un sorriso
-
no
non era una terrestre
lei
lei
era una Saiyan
Vegeta finalmente aveva appreso anche questo grande
segreto. Si era finalmente reso conto che Saiyan non si
nasce, ma si diventa. Yue aveva tante volte respirato
l'aria del pianeta Vegeta, era stata capace di fondersi
con il paesaggio, considerandolo quel pianeta come una
seconda Terra, la sua seconda patria. La sua vita era
stata legata a quel luogo, amava un Saiyan ed aveva un
figlio Saiyan. Era riuscita a diventare un individuo di
quella razza, nonostante non avesse né capelli neri come
il carbone né occhi scuri come la pece. E questo Vegeta
l'aveva capito.
Bulma si avvicinò un po' di più a lui, e gli accarezzò
il viso. La donna riusciva ancora a leggere perfettamente
negli occhi di Vegeta tutto l'abbattimento che in quel
momento provava, mentre sentì l'irrefrenabile desiderio
di consolarlo. Lo abbracciò dolcemente, e Vegeta si
strinse a lei. La calda voce della donna gli risuonò
soavemente nell'orecchio, mentre pronunciava parole che
egli non si sarebbe mai più dovuto dimenticare per tutta
la sua vita
-
tua madre
-
io
Bulma, io l'ho persa per sempre
Bulma gli passò nuovamente una mano sul il volto
-Vegeta
non l'hai persa
lei rimarrà per sempre
nel tuo cuore
nei nostri cuori
hai imparato a
volerle bene, e questo tuo sentimento non si spegnerà
mai
anche tu hai avuto una mamma, Vegeta
ed
ogni volta che vedrai gli occhi di nostro figlio, ogni
volta che io vedrò i tuoi
noi la riconosceremo
Il Saiyan si sentì infinitamente confortato da quelle
parole. Lui l'avrebbe per sempre portata nel suo cuore,
e, ne era più che convinto, il bene che adesso provava
per lei non sarebbe mai cessato
-
Bulma
grazie
La donna lo zittì dolcemente
-
torniamo a casa
Vegeta si alzò, e Bulma fece lo stesso; insieme si
allontanarono, mano nella mano, mentre il sole iniziava
lentamente a spuntare dietro di loro; Vegeta continuava a
ripensarci; il ricordo di Yue, di sua madre, mai sarebbe
mai svanito. Sarebbe sempre rimasto rassicurante,
confortante, ma soprattutto vivo e felice nel suo cuore,
mentre un giorno, in un futuro prossimo, forse un giorno
in cui l'avesse accompagnato la stessa, intermittente e
forse anche confortante, pioggia d'Aprile, l'avrebbe
finalmente rivista e riabbracciata. Ed il Saiyan di
questo era sicuro.
FINE
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