LIFE
GO ON
7
- OLD FRIENDS MEET AGAIN
TURN OVER
JUST A LITTLE MORE! (Girati solo un po' di più!)
LEAN FORWARD! (Sposta il busto in avanti!)
THIS WAY! YOU'RE PERFECT! DON'T MOVE ....... (Così! Sei
perfetta! Non muoverti...)
click, click, click....
Michael era appena entrato nello studio fotografico ed
era stato subito sommerso da un'enorme confusione e da
urla scomposte probabilmente appartenenti ad un fotografo
nel pieno della sua ispirazione artistica.
Abbassò la testa sconsolato....
(E io dovrei entrare a far parte di questo mondo di
pazzi?)
"Che ti prende Michael?" A parlare era stato
Kei Tsuchiya.
Dopo il loro incontro di quella mattina stessa avevano
scoperto che dovevano recarsi nello stesso posto, perciò
avevano fatto la strada insieme. Michael doveva andare a
fare un provino per lavorare come fotomodello, a causa di
una promessa che gli avevano estorto i suoi genitori, e
aveva, con sua grande sorpresa, appreso che la sua
allieva, nonchè amica, di un tempo, si trovava a girare
un servizio fotografico proprio nel posto che gli avrebbe
offerto almeno un'ora buona di tortura.
"Eh?... Ah, niente, niente. Solo che non riesco
ancora a capire come abbia potuto farmi incastrare in
questo modo! Non credo riuscirò a sopportare di stare in
questo posto per la sola durata di questo provino,
figurarsi fare di questa pagliacciata un lavoro! E'
meglio se ci faccio quattro risate sopra sin d'adesso...."
"Infatti! Che ti tormenti a fare? Non durerà
neanche tutta la giornata e sicuramente nessuno potrà
costringerti a fare qualcosa che non vuoi. E poi almeno
potrai rivedere una vecchia amica..." lo incoraggiò
Kei.
"Che sorpresa! Sei diventato un essere ottimista!
Quando è avvenuto il grande cambiamento?" disse
Michael sarcastico.
"Divertente! Se tratti a pesci in faccia tutti
quelli che cercano di darti una mano, anche solo
moralmente, non mi meraviglio che tu non abbia ancora una
fidanzata!"
"E tu che ne sai? Ho un sacco di ammiratrici io!"
"Due indizi lo dimostrano inconfutabilmente, Michael
: uno, ti ho sorpreso a sbavare su copertine di riviste
femminili, due, appena ti ho detto che conoscevo la
modella della rivista, mi hai chiesto di presentartela.
Se questi non sono i sintomi di un' astinenza da donne...."
Michael era sul punto di rispondergli, ma poi riprese il
controllo e si ricordò che la cosa che riusciva meglio a
Kei era farlo innervosire e che, arrabbiandosi, avrebbe
solo fatto il suo gioco. E poi, in fondo, da quanto era
che non qualcuno non si divertiva a stuzzicarlo così? Già,
era proprio divertente dopotutto...
"Be'? Mi aspettavo già di vederti sbraitare e dare
fuori di testa e invece niente?" disse Kei divertito.
"Sai, col tempo ho imparato a non rispondere a certe
ragazzate..." rispose Michael soddisfatto di non
aver ceduto all'istinto.
"Che sorpresa! Sei diventato un adulto! Quando è
avvenuto il grande cambiamento?" lo prese in giro
Kei, imitandolo.
"Divertente...."
"Occhio per occhio, dente per dente!"
Fino a quel momento i due avevano camminato per un lungo
corridoio, ma poi , dopo aver svoltato un angolo si
trovarono davanti una piccola folla di persone, tutte che
si accalcavano davanti ad una porta non proprio
larghissima.
"LOOK! THERE SHE IS!" (Guarda! Eccola lì!)
"SHE'S SO BEAUTIFUL!" (E' così bella!)
"I CAN'T SEE ANYTHING!" (Non vedo niente!)
"Quanto chiasso! Deve esserci qualcuno di famoso..."
osservò Michael.
"E ancora non hai capito chi è? Hmph.... io invece
ci sono abituato ormai, questo è l'effetto-Suzu!"
E così dicendo Kei si avvicinò alla porta e cercò di
avvistare la persona che stava trattenendo dall'irrompere
nella stanza tutta quella ressa. Era una donna americana
sulla quarantina, che stava cercando con tutte le sue
forze di calmare la gente.
"Calma signori! Calma! Dopo che la signorina avrà
finito il servizio, verrà qui a firmare qualche
autografo....Oh, sei tu! Avanti, entra pure! Fate spazio!"
Kei era stato riconosciuto dalla signora e fece cenno con
la mano a Michael di muoversi, "Che fai ancora lì?
Vuoi rimanere fuori?"
Michael non se lo fece ripetere oltre e a fatica seguì
Kei, facendosi largo tra la gente.
Si ritrovò in una grande stanza piuttosto scura, e la
sua attenzione si concentrò immediatamente sull'unico
punto illuminato, dove su uno sfondo bianco illuminato da
luci abbaglianti stava una ragazza che indossava un
elegante abito scuro con una profonda spaccatura sulla
schiena. La ragazza in questione si muoveva con grazia e
sorrideva alla macchina fotografica con la spigliata
disinvoltura di una modella professionista.
Lo sguardo di Michael era rimasto praticamente
paralizzato e lui lo distolse a malincuore solo quando la
mano di Kei cominciò ad agitarglisi davanti alla faccia.
"Finalmente ti sei svegliato dal sogno Michael! E'
un minuto buono che ti dico di venire qui! Volevo
presentarti la signora che ci ha fatto passare, la
manager di Suzu. Signora, le presento Michael Grant, un
vecchio amico mio e di Suzu."
"Piacere..." disse Michael alla signora,
stringendole la mano, senza ancora però essersi ripreso
del tutto da quello che aveva visto, e perciò non
completamente sicuro di quello che gli avevo detto
qualche attimo prima Kei. "...lei sarebbe?"
"Ma se te l'ho detto cinque secondi fa!" lo
prese in giro Kei.
"Non ti preoccupare, Kei, mi è già capitato altre
volte. Tutti rimangono paralizzati davanti alla bellezza
della mia pupilla. Sono la manager di Suzu Sakuma,
Michael."
"Ah...mi scusi per poco fa." rispose Michael
imbarazzato. "... ma come fa a conoscere il mio
nome, signora?"
"Sei un caso disperato!" disse Kei mettendosi
una mano sulla fronte, mentre la signora tratteneva a
stento le risate.
"Suzu ti ha proprio ipnotizzato, ragazzo! Comunque
eccola che arriva!"
Poco secondi fa infatti, Suzu aveva ricevuto il "Basta
così per adesso!" del fotografo e ora si stava
dirigendo verso di loro. Poichè i suoi occhi non si
erano ancora abituati all'oscurità, non si rese conto
della presenza di altre due persone e si rivolse solo
alla sua manager.
"Allora, secondo te, come è andata ?"
Nella sua fretta, pur essendo arrivata vicinissima a
Michael e a Kei, continuò a non accorgersi di loro, e si
diresse rapida verso una sedia su cui era appoggiato
un'asciugamano e una bottiglia d'acqua.
"Impressioni? Commenti sul lavoro fatto?"
continuò Suzu portandosi alla bocca la bottiglia per
dissetarsi.
"Meravigliosa..." sentì provenire Suzu da una
voce maschile e si girò velocemente per capire chi
avesse parlato.
Michael si mise una mano sulla bocca, come se si fosse
lasciato sfuggire chissà quale frase.
"Certo che fra Michael che non ci sente e tu, Suzu,
che non ci vedi, fate proprio una bella accoppiata!"
esordì Kei.
Riconoscendo la voce, il volto di Suzu si illuminò e
senza pensarci due volte, saltò tra le braccia di Kei.
"KEI! QUANTO TEMPO! Sempre con le battutte argute,
eh! Non ti smentisci mai!"
"Già!" rispose felice Kei mentre l'abbracciava
e a Michael sembrò che il suo viso fosse un pochino
troppo felice di rivederla.
"Di che Michael parli?" riprese Suzu. "Hai
portato un amico? Ah, eccoti, piacere di conoscerti,
Michael, e grazie per il complimento!" disse Suzu,
staccandosi dall'abbraccio di Kei e, scorgendo il ragazzo
dietro di lui, tese il braccio per salutarlo.
Michael rimase stupito. Era cambiato così tanto da non
poter essere riconosciuto? Ma poi pensò che era la
penombra in cui si trovavano e decise di prenderla in
giro, tendendole a sua volta la mano.
"Piacere mio. Io mi chiamo Michael Grant e sono un
tuo grande ammiratore!"
"Grazie! Il tuo amico è davvero simpatico Kei! Lo
sai, adesso che lo guardo meglio, assomiglia proprio a
..."
"...a..."
".... Michael. Michael Grant." lo disse
debolmente, come se lo dicesse solo per ricordarlo a se
stessa o lo pronunciasse per la prima volta. Il pensiero
l'aveva colta come un lampo, ma si riprese quasi subito
e, come aveva fatto con Kei, lo abbracciò con slancio.
"MICHAEL! Con te posso davvero dire 'quanto tempo!'!
Saranno quasi tre anni che non ci vediamo! Come stai? Lo
sai, che non ti avevo quasi riconosciuto?"
Michael si trovò completamente colto di sorpresa dal
gesto. Non gli capitava spesso di essere abbracciato così.
Ma poi l'abbracciò a sua volta, e mentre lo faceva, notò
una leggero velo di disappunto nello sguardo di Kei, che
stava davanti a lui. Decise di ignorarlo.
"Me ne sono accorto! Pensavo di non dirti neanche
chi ero finchè non te ne fossi accorta da sola!"
"Cattivo!" lo rimproverò scherzosamente Suzu,
dandogli una pacca sulle spalle. "Che ci fai qui a
New York? Sei tornato a viverci?"
"No, ma lasciamo perdere. E' una lunga e noiosa
storia..."
"Ma no è divertente, invece! La devi sentire a
tutti i costi Suzu!" intervennè prontamente Kei.
Michael avrebbe voluto fulminarlo, se fosse stato
possibile. Doveva proprio raccontarglielo?
"Ma forse è meglio se vai a metterti un po' comoda
prima e ti cambi d'abito. Anche se, sia chiaro, per me
stai benissimo così!" continuò Kei.
(Ma che razza di commenti erano quelli ?) pensò Michael.
"Sempre il solito galante, Kei. Sì, in effetti,
devo andare a cambiarmi. Ma solo per mettermi un altro di
questi abiti. Sapete devo fare alcune foto con alcuni
ragazzi che faranno un provino fra poco..."
"Lo sappiamo. Sai che..." Kei venne interrotto
da una gomitata, non poi così leggera, di Michael.
"Sì, vai pure. Ti aspettiamo qui!" finì
Michael.
"Okay! Allora ci vediamo fra poco!" disse Suzu,
che non si era accorta di niente, correndo nel camerino a
cambiarsi.
Solo allora Kei parlò, "Sei diventato pazzo? Perchè
mi hai picchiato? Stavo solo dicendo la verità! Prima o
poi lo verrà a sapere lo stesso. Anzi, più probabile
prima che poi."
"Se non ti dispiace vorrei essere io a scegliere
quando e come rendere pubblici gli affari miei!"
rispose Michael acido. E poi continuò, "'Sempre il
solito galante, eh'? Ma non era la tua ex-fidanzata? Ci
stai provando ancora allora?"
"Come hai detto tu, sono 'affari miei'!"
E con quest'ultima frase rimasero zitti entrambi,
appoggiandosi al muro e cercando di volgere lo sguardo in
tutte le direzioni tranne che verso la faccia dell'altro.
E così rinasceva un'antica rivalità. Gli stessi
contendenti, un premio diverso. Ma forse questa volta
avrebbero giocato la partita con armi diverse e il premio
non sarebbe andato ad un altro.
CONTINUA...
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