LIFE GO ON 4 - Walking in New York A New York i grattacieli sono così alti che sembrano voler chiudere la vista del cielo alle persone. Almeno questo è il pensiero di un ragazzo che vaga per le vie della grande mela in preda alla più afosa caluria. (Ma chi me l'ha fatto fare di venire qui?) .... (Lo so io chi ! I miei genitori. Ma non potevano chiamare il caro fratellino per quel piacere che devono fare a quei loro spocchiosi amici? E pensare che stavo tanto bene in Giappone, in quella piccola e tranquilla città, coi due bambini che mi facevano sganasciare dalle risate ...) BE-BEP! BE-BEP! Il suono frastornante e fastidioso di un claxon risveglia il ragazzo da quei pensieri e lo fa tornare alla dura e triste realtà. "E invece ora sono qui, in questa mia fastidiosa e natia città, con questo tassista noioso che mi suona il claxon!!" E così dicendo tira fuori la lingua e fa una smorfia al guidatore del taxi che lo aveva rimproverato, affrettandosi ad attraversare la strada mentre il semaforo era da tempo ormai in rosso. Proseguendo il suo cammino, si ritrova davanti alle vetrine di una libreria. (Almeno, in questo posto, con l'aria condizionata, dovrebbe essere fresco ...) Le porte scorrevoli si aprono davanti a lui, che si ritrova in una moderna libreria, ben illuminata dal sole, ma anche dalle lampade alogene. Il primo scaffale che si presenta alla sua attenzione è ricoperto di riviste femminili: consigli per la casa, per la cucina, e poi, le solite riviste di moda, piene di bellissime modelle che si atteggiano nelle pose più provocanti e impensabili. E', però, la copertina di uno dei più prestigiosi settimanali femminili americani ad attirare la sua attenzione, anzi, più precisamente la meravigliosa modella dai capelli biondi, gli occhi castani, piegata in avanti, il cui vestito con scollatura mozzafiato lascia intravedere buona parte del seno. Nonostante la posa e il vestito però, la ragazza ha sul viso uno sguardo sbarazzino, sebbene sorrida ammiccando seducentemente. Presa in mano la rivista, il ragazzo si ritova a pensare ... (Chissà perchè questa ragazza mi sembra di rivederla da bambina ... non credo di averla mai conosciuta però ... una così non me la sarei certo lasciata scappare!) Dietro di lui si avvicina una figura che all'improvviso, accortasi di lui, lo saluta, "MICHAEL!" Michael, tirato fuori di forza dai suoi pensieri, trasale e si volta per scoprire chi lo ha chiamato. Si ritrova faccia a faccia con una persona che credeva non avrebbe mai più rivisto; certamente cresciuto e maturato il viso del ragazzo manteneva la stessa aria da snob che glielo aveva reso antipatico all'inizio. "Sei tu, Kei?" Ma da tempo aveva perso l'antipatia nei suoi confronti: quello che li aveva resi nemici era il comune affetto per Miki. Ma ora, sparito quello, gli tornavano in mente solo ricordi di tre anni prima, ricordi di due bambini viziati che si contendevano la stessa ragazza senza capire i suoi veri sentimenti. Anche per Kei era sicuramente lo stesso, vista la gioia con la quale lo aveva salutato. "Certo che sono io. Sono anni che non ci vediamo, eh! Da quanto sei tornato in America?" "In verità non sono ancora tornato definitivamente. Sono solo in vacanza." "Qui?! Potevi fare una scelta migliore come luogo di villeggiatura ..." "Okay, 'in vacanza' non è l'espressione corretta, sono qui perchè i miei genitori avevano bisogno di me." "Ah, ecco. Io invece sono in tour. Sai, ho avuto parecchio successo negli ultimi tempi, e ora sto andando in giro per gli Stati uniti a far sentire la mia musica a più gente possibile." "Allora alla fine, sei riuscito a farti strada nel mondo della musica. Ma bravo!" "Sento ironia nelle tue parole, Michael ... Scusa, mi è venuto un dubbio, hai detto prima che nonn sei ancora tornato definitivamente, questo vuol dire che vivi ancora a casa di Miki?" "Sei perspicace! Sì, è proprio così, con Miki e i suoi due nuovi fratellini!" "I suoi genitori hanno avuto altri figli? Certo che, se li hanno fatti secondo le nuove coppie, ora sarà molto difficile stabilire i rapporti di parentela fra loro, Miki e Yu! "Già, ma sono ancora troppo piccoli per capire!" "Ma guarda ... le cose sono proprio cambiate in Giappone mentre ero via. Cosa stavi leggendo di interessante?" "Oh, niente, stavo solo guardando la copertina di questa rivista ..." Così dicendo, Michael allunga a Kei il settimanale. Kei, presolo in mano, lo fissa per qualche istante e poi si rivolge ironico verso Michael, "Proprio carina la mia ex-fidanzata, non è vero?" "La tua ex-fidanzata?! Ma hai tutte le fortune tu! Dove l'hai conosciuta una così? Sei ancora in contatto con lei? Presentamenla, dai!" Kei lo fissa incredulo per più di un attimo, "Stai scherzando vero?" Michael replica, "E perchè mai dovrei? Non avresti anche tu voglia di conoscerla una ragazza come quella? Anche se tu, devi averla conosciuta anche fin troppo, adesso che ci penso ..." "Non parlavo di questo! Non ho bisogno di presentartela, la conosci già, Michael! Possibile che tu non l'abbia riconosciuta?!" "In effetti mi sembrava che avesse qualcosa di familiare ... ma non è possibile, ti starai sbagliando Kei, me lo ricorderei sicuramente!" "A me, invece, sembra che la tua memoria faccia cilecca, Michael! Sei stato anche il suo insegnante d'inglese!" " ...Insegnante d'inglese ..." La memoria di Michael torna indietro nel tempo. Nella sua mente si fanno largo le immagini di una ragazzina dal viso sbarazzino e un po' capricciosa, che non faceva altro che parlargli del suo lavoro di modella, durante le lezioni che le impartiva senza troppo successo. " ... E' impossibile ... E' Su-su-su ..." " ...zu. Suzu Sakuma." Finì per lui Kei. Lo sguardo di Michael, da sbigottito, passa a piacevolmente sorpreso. "E' proprio lei. Certo, che nel suo caso, si può proprio dire che la crescita fa miracoli! Non l'avevo riconosciuta per niente. E' diventata fantastica! E, si è fatta strada a quanto pare! Questa, per quel poco che ne so, è una delle riviste più famose d'America! .... Un attimo, che vuol dire 'la tua ex-fidanzata', Kei?" "Siamo stati assieme per un breve periodo, circa due anni fa. Ma non ha funzionato, eravamo troppo diversi." "Fossi in te me ne pentirei adesso, amico!" "Ma no, e poi siamo rimasti in buoni rapporti. Ogni tanto ci rivediamo per ricordare i vecchi tempi. So perfino dov'è adesso! Per dire la verità, stavo andando a trovarla, ma era ancora troppo presto, così, mi sono fermato qui un attimo per comprare qualche spartito. Ehi, che ne dici di venire con me?" "Mi piacerebbe, ma devo andare in un posto per fare un favore ai miei genitori. Pensa che hanno fatto vedere le foto dei loro 'amati figlioli' ad alcuni loro facoltosi amici ed uno di questi, un talent scout, mi ha notato. Senza neanche chiedere il mio parere, gli hanno promesso che avrei accettato un lavoro da fotomodello ...Bhla! Rabbrividisco ancora al solo pensiero. Ho cercato di rifiutare, ma i miei genitori hanno attaccato con le loro solite storie, dicendo che un favore potevo pure farglielo, che era troppo tempo che stavo in Giappone, che questa sarebbe stata un' occasione per rivederli e per fare una nuova esperienza. Le solite sciocchezze! Così, grazie al fatto che mi hanno incastrato per bene, sono stato costretto a tornare negli Stati uniti per l'estate, e oggi dovrò presentarmi ad un provino! Ah, ma farò di tutto perchè mi escludano!" "A Suzu dispiacerà non poterti rivedere. Ma forse, se continuassi per questa strada, e finissi per lavorare nel campo della moda, un giorno le vostre strade potrebbero incrociarsi!" disse Kei, ironico. "Suzu potrebbe valerne la pena, ma credo che non sarei mai disposto a distruggere la mia vita in questo modo solo per una donna!" "Ma dai! Dicevo così per dire! Oh, adesso sono davvero in ritardo, sarà meglio che mi avvii!" "Devo andare anch'io!" Avviandosi all'uscita i due si salutarono calorosamente, promettendo di rivedersi di lì a poco; ma, all'uscita dalla libreria Michael prese esattamente la stessa strada di Kei. E Kei "Scusa, ma dov'è che vai, di preciso?" Una volta che Michael gli ebbe detto il posto, Kei sorrise di gusto, "Allora, amico, credo proprio che rivedrai Suzu prima di quanto tu non possa immaginare!".
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