K&K CAPITOLO 7
*We are islands, but never too far, we are islands Ore 7.15 del mattino. Kristine era distesa sul letto, ancora sotto le coperte, con il viso sprofondato nel cuscino. La musica di Mike Oldfield le teneva compagnia, riempiendo la stanza e la sua mente di note leggere, accompagnate da una voce femminile, dolce ma appassionata
Islands, from the first time we saw, we can wait for this moment, like rocks on the shore Price era ancora unisola? Laveva sempre creduto forte, molto più forte di lei. Anche se in realtà, per stare da soli si deve essere molto forti. Solo in apparenza Benji era come laveva sempre conosciuto.
We can never be closer someone, for the moments that lasts, is this moment now Sì, e in quellattimo si era sentita vicina a lui. Molto vicina.
When the nights on fire, will you keep the candlelight burning, hold on to your hearts desire Era stato per poco, è vero, ma aveva visto dentro Benji. Laveva capito.
When you see one bird into the wind, anothers ones turning and the two can fly much higher Cavoli. Qualcosa, però, non andava. Si sentiva strana.
We are islands, but never too far, we are islands And I need your light tonight, and I need your light tonight Oh, accidenti. Oldfield sembrava leggerle nel cuore. "Sì, siamo isole ognuno per motivi e da punti di vista diversi, ma lo siamo. E proprio per questo, ci attraiamo forse abbiamo bisogno luno dellaltra?". Kris si alzò di scatto dal letto. "Mmh non dovrei pensarci troppo non ora ", disse risoluta. Ma la musica continuava così le parole
Islands, never been to before, and we climb so high To where the wild birds soar, theres a new path that We found just today, I was lost in the forest, and you showed me the way "Forse abbiamo perso entrambi la strada uff ". La ragazza sospirò, guardandosi allo specchio. Si fissò a lungo, mentre il ritornello si ripeteva. "Accidenti, forse penso troppo. Non mi fa bene pensare troppo, e dire che lo so ", mormorò. "Scusa Kris, posso entrare?". Kristine girò la testa verso la porta. "Oh, buongiorno, Alex sì, vieni pure ". Il fratello della ragazza si avvicinò. Lespressione sul suo viso non era particolarmente allegra. "Ascolta ". Kris lo guardò, mostrandogli invece il migliore dei sorrisi. "Che succede, fratellino?". "Beh ", iniziò il ragazzo. Si sedette sulla sponda del letto. Per un attimo, titubante, fissò il pavimento. Poi rialzò il viso verso Kris e le parlò deciso. "Sono preoccupato. So che mi nascondi qualcosa. Quello che mi hai raccontato non è la verità. Ne sono certo". "Eh?", esclamò sorpresa laltra, senza agitarsi minimamente. "E perché non dovrebbe essere la verità?". Alex si rialzò in piedi improvvisamente. "Perché non lo è!". Kristine fissò senza parole gli occhi verdi del ragazzo. Non se lo sarebbe aspettato. Almeno, non così presto. Beh, in ogni caso, a questo punto, tanto valeva confessare subito Però "E vero", mormorò abbassando gli occhi. "Non lo è. Scusa se ti ho mentito, ma ancora adesso non posso dirti tutto". "E per quale motivo? Non riesco più a vederti ritornare a casa a orari impossibili Ti sei cacciata in qualcosa di pericoloso? Guarda che se qualcuno ti infastidisce, o ". Kristine lo interruppe. "No, no! Niente di simile è solo qualcosa unicamente mio. Ti prego, Alex, fidati di me. Un giorno ti racconterò tutto, spero potrai capire le mie ragioni. Ma, per adesso, fidati. Ti scongiuro". Lui rimase immobile, a guardarla negli occhi. "Come posso fidarmi? Lo sai io mi sento responsabile nei tuoi confronti. Sono responsabile nei tuoi confronti!". "Lo so. Ma questa volta, non devi. Non dire nulla a nessuno. E comunque quella che ti ho raccontato è una mezza verità". Lui sospirò. "Ah, e questo dovrebbe rassicurarmi? Kris, sei impossibile ". La sorella rise. "Dai, non esagerare. Se ti dico di non preoccuparti, non devi farlo! Ok?". Il ragazzo la guardò di traverso. "Uhm uff, ci proverò", disse infine, ormai arreso. Mise le mani nelle tasche dei pantaloncini blu che indossava. "Adesso ti prepari ed vai subito a scuola?" Lei si stiracchiò, sbadigliando. "Sì, devo incontrarmi con Judith prima che inizino le lezioni. Deve farmi copiare matematica ". Alex le lanciò unocchiataccia. "Come sempre non fai i compiti per conto tuo, eh? Sei la solita". La ragazza gli fece la linguaccia. "Ho preso da te, sai?". Scoppiarono entrambi a ridere. Subito dopo, però, Alex ritornò serio, e, dirigendosi verso il corridoio, salutò la sorella. "Esco subito anchio. Ci vediamo più tardi, allora. Chiudi tutto, mi raccomando". "Sì, ma oggi non dovresti avere lezione così presto, alluniversità, o mi sbaglio?". "No, infatti. Devo incontrarmi prima con una persona". Kris lo punzecchiò. "Un appuntamento, eh? Con una ragazza?". Alex non sembrò notare il tono scherzoso di Kris. "Sì, con Nicole", disse dopo un po. "Cosa?". Kristine non credeva di aver sentito bene. Nicole? Nicole, quella Nicole, la segretaria dei suoi? 28 anni, per metà giapponese e per metà olandese? Che era sempre stata una seconda sorella, una seconda madre, per loro? No, forse non era lei non poteva essere lei "Nicole Henger". Kristine rimase un attimo immobile, schokata. "Ma cosa cosa vi lega esattamente? Voglio saperlo", mormorò poi. Alex, girato di spalle, le rispose duramente. "Non sono cose che ti riguardano". La sorella del ragazzo, a quelle parole, lo fissò negli occhi, fulminandolo con lo sguardo. "Ah, non sono cose che mi riguardano? Scusami tanto e allora per quale motivo tu, invece, volevi sapere cosa faccio io?", esclamò Kristine a voce alta, indignata. "Sono due cose diverse". "Ma davvero? Ti informo, nel caso in cui non te ne fossi accorto, che Nicole è molto più grande di te! Vi distanziano quasi 10 anni! E poi, cosa diavolo è successo? E sempre stata una sorella, per noi, e tutto ad un tratto, tu ". "Non sai niente, Kristine. Non immischiarti". "Smettila! Mi fai schifo!". Le ultime parole gridate da Kris rimasero nella testa nel fratello, ripetendosi più volte, come uneco. Per un po Alex non disse nulla, poi girò leggermente la testa di lato, guardando unultima volta la sorella prima di uscire dalla stanza. "Hai ragione, su questo punto. Ho vergogna di me stesso. Scusami", mormorò tristemente. Detto questo, il ragazzo se ne andò, chiudendo piano la porta. Kris rimase ferma, con gli occhi spalancati, a fissare lanta chiusa. Forse aveva esagerato. Non sapeva cosa le fosse preso, ma no, non poteva crederci. Alex e Nicole avevano una storia. E poi, chissà da quanto questa andava avanti senza che lei ne avesse mai saputo nulla. Suo fratello come aveva potuto essersi innamorato di Nicole? Era come se davvero, si fosse innamorato di una loro stretta parente O forse le cose erano ancora più complicate. E lei, non ne sapeva davvero nulla. "Cavoli ci mancava anche questa. Ma bene ". Si lavò e vestì in fretta, cercando di non pensare a quellennesima preoccupazione. Se suo fratello non voleva dirle nulla, va bene. Non erano affari suoi, vero. Certo, la cosa le dava fastidio, ma forse, in quel momento, non era il caso di crearsi altri problemi. Prima o poi si sarebbe anche scusata per come si era comportata prima. Ma adesso, basta. Fece colazione, e andò a scuola.
I giorni seguenti passarono tranquilli. Mentre gli allenamenti con la squadra si erano limitati a tre giorni la settimana, Benji e Kris iniziarono a incontrarsi sempre più frequentemente alla villa del ragazzo Price insegnava a Grover ogni sua tecnica, ogni suo movimento e ogni suo trucco lei imparava in fretta, impegnandosi con tutta se stessa. Doveva, voleva diventare ciò che il suo allenatore sperava. Per lui, per se stessa, per gli altri. Non era mai stanca, e gli allenamenti non conoscevano soste. Ma era contenta. Soprattutto, felice di poter stare con lui. Con Benji. "Aspetta no, Kristian, più inclinato in avanti. Così sei sbilanciato", eclamò il portiere dopo aver osservato, critico, Grover che, fra i due pali, seguiva le sue istruzioni. Price si avvicinò quindi a Kristine, posizionandosi dietro a lei. "Anche le braccia, e le mani ", disse severo, prendendogli i polsi e spostandoglieli in avanti. "Ehm io penso di aver capito ", rispose imbarazzata Kristine. Non si era certo dimenticata di essere una ragazza, e la vicinanza con Benji la metteva in agitazione. Soprattutto, quando era così vicino e quando le sue mani la toccavano "Giusto ecco, così. Il busto, dicevo, non va bene ", continuò poi lui, abbassando le braccia e mettendo le mani sui fianchi e la vita di Grover. "Devi ". A quel tocco, Kris si allontanò improvvisamente da Price, girandosi poi verso di lui. "Ah ecco, vedi dovrei andare un attimo in bagno ". Accidenti, non le era venuto in mente nientaltro da dire come scusa Price la fissò, un po stupito. "Oh certo, figurati, fai pure sai dovè, vero?". "Ehm sì, sì, grazie". Kristine corse via dal campo, entrando come un fulmine in casa. Una volta dentro la villa, richiuse il portone dietro di sé. "No, no, no. Non ci devo far caso. Devo far finta di nulla ", si disse, cercando di tranquillizzarsi. Respirò profondamente, chiudendo gli occhi. Li riaprì. "Oh, ma cavoli, però non posso reprimere le mie sensazioni!", gridò nel salone deserto, mentre la sua voce rimbombava, moltiplicandosi allinfinito. Alzò gli occhi al soffitto arabescato, disperata. "Quello che mi preoccupa è che stiamo diventando davvero amici. Molto amici. E questo mi fa paura ". Aveva previsto che sarebbe successo. E adesso, adesso Sospirò ancora. "Sono Kristian. Solo Kristian. Deve entrarmi in testa assolutamente. Al diavolo le mie sensazioni ed emozioni non mi comporterò come Kristine. In campo, Kristine non esisterà mai ". Ma sapeva, dentro di sé, che non ce lavrebbe fatta ad obbedire a quel comando a lungo. Sarebbe bastato poco, molto poco, per rovinare tutto. E sarebbe successo, purtroppo. Anche se Kris, quel pomeriggio, non poteva immaginare neanche lontanamente come
"Ehi, oggi non hai una gran bella faccia, sai?", disse Judith guardando pensierosa Kristine che, con occhi vacui, camminava di fianco a lei, nel cortile interno del liceo Syutetsu. "Eh?", rispose laltra, voltando lentamente la testa verso la graziosa ragazza bruna. Jude quasi saltò davanti allespressione spenta e assonnata dellamica. "Mamma mia, fai davvero spavento è tutta la mattina che hai quello sguardo ma stanotte hai dormito?". Kris si fermò un attimo. "Uhm sì credo di sì o forse no ", borbottò. Judith la fissò. "Senti, ma si può sapere che cosa ti sta succedendo?". Mise entrambe le mani sulle spalle di Kris. "Sono seriamente preoccupata, davvero!". Kristine la guardò a sua volta negli occhi, questa volta seria. "Jude ". " s sì?". " Hai presente il dottor Jekyll e Mr. Hyde? Ecco, mi sono resa conto di quanto sia interessante lo sdoppiamento della personalità Certo, non penso che in me coesistano un mostro e una persona buona e gentile, però se analizziamo ". "Eeeeeh?". Laltra la prese per mano. "Ehm Kris, forse è meglio andare in classe così mettiamo via le cose e ce ne torniamo a casa. Poi parliamo con calma, ok?". Kristine si lasciò condurre docilmente verso laula da Judith, mentre questi, sconsolata, scuoteva la testa, ormai convinta dellinstabilità mentale dellamica Arrivarono nel corridoio. Una misteriosa folla di studenti di prima circondava la sezione C dellultimo anno, mentre alcuni professori e un paio di strani individui vestiti in nero cercavano di allontanare a forza i ragazzi, sia femmine che maschi, dalla porta dellaula. "Indietro, state indietro fatelo uscire ", diceva a voce alta uno degli insegnanti aprendo un varco tra il gruppo. Kris e Judith si fermarono ad osservare la scena qualche metro distanti, incuriosite. "Ma che cosa succede secondo te?", domandò Kristine riprendendosi improvvisamente dalla catalessi. Cercò di vedere oltre la folla, alzandosi sulla punta dei piedi. Jude si avvicinò un po. "Mhh forse ho capito ". "Capito che cosa?". "Chi è la persona che suscita tanto scalpore". "E cioè?". Proprio in quel momento il misterioso personaggio uscì dalla classe. Tutti gli studenti iniziarono a gridare, mentre le ragazze, spingendo nella ressa, allungavano le braccia nel tentativo di toccare lalto giovane dai capelli bruni che stava sfilando davanti a loro. "E mio! Lasciatemelo abbracciare!". "Ti prego! Facci un autografo!". Il ragazzo sorrideva, salutando con una mano i giovani ammiratori intorno a lui. Circondato da quelle che sembravano essere una sorta di guardie del corpo, si diresse verso latrio, proprio nella direzione delle due amiche. Lammasso di studenti lo seguirono, tenuti però a distanza dai personaggi in nero. Kristine sbiancò. "Beh è Benjiamin Price, il portiere più forte del Giappone nellambito del calcio giovanile sai, ogni anno è la stessa storia! Tutti gli studenti di prima non credono ai loro occhi quando scoprono che frequenta la nostra scuola, anche perché la maggior parte di loro non sanno nemmeno che abita a Fujisawa e ", spiegò Judith. Ma la ragazza non riuscì a terminare la frase, perché Kristine le afferrò violentemente un braccio, iniziando poi a correre nel corridoio opposto a quello da cui stava arrivando Price. "Ma ma che sei, impazzita??", gridò Jude, guardando con occhi sgranati Kris. "Piano, mi farai caderee! Kristineee!". "Zitta, e vieni via! Ne va della mia esistenza oh, ma dimmi se mi deve capitare anche questa ", rispose laltra, senza fermarsi. Finalmente, uscite dalla visuale del ragazzo, le due si appoggiarono al muro dellaula di chimica, la prima classe in cui Kris si era fiondata senza pensarci due volte. Rimasero qualche secondo a riprendere fiato, o almeno, così fece Judith, non certo allenata alla corsa come invece lo era lamica. "Ma uff che che cavolo uff ti è preso? Si può sapere?", mormorò poi con la poca voce che le era rimasta, sedendosi per terra. "Prima voglio sapere che cavolo ci fa Price in questa scuola!". Judith alzò lo sguardo verso Kris, in piedi davanti a lei. "Ah è vero tu non lo puoi sapere, visto che sei arrivata a Fujisawa questa estate", disse quindi la ragazza, un po sorpresa dal tono di Kris. "Benjiamin Price frequenta da sempre la Syutetsu, ma a causa di un infortunio alla gamba capitatogli qualche tempo fa, ha dovuto abbandonare per un po la scuola. In tutto questo periodo lo hanno seguito degli insegnanti privati, e solo questa mattina è finalmente ritornato a frequentare le lezioni regolarmente. In ogni caso, visto che è ricco sfondato, non penso che la cosa sarebbe cambiata molto, anche se fosse rimasto a casa però, non credi che sia un tipo incredibilmente affascinante? E poi ". Kris si inchinò allimprovviso, lanciandole uno sguardo di fuoco. "Questa mattina? E io dovero questa mattina? Perché non me ne sono accorta? Perché non me lo hai raccontato??". "Ehm mi fai paura calmati ", balbettò laltra, un po spaventata. "Se ben ti ricordi, stamattina sei arrivata in ritardo se fossi stata puntuale, avresti assistito alla stessa scena di prima e poi beh, tu non mi hai chiesto nulla, perché avrei dovuto ". "Ma si può sapere che avete in questo periodo tutti quanti? Siete sempre a criticare il mio comportamento a scuola ". "Kristine fa un bel respiro, ti prego ". Kris ascoltò il consiglio, sospirando, anche se per l esasperazione. Con le mani fra i capelli, si lasciò cadere di fianco alla ragazza. "Sigh le cose dovevano per forza complicarsi mi sembra ovvio ", gemette flebilmente, nascondendo il viso fra le ginocchia. Judith, dopo aver atteso qualche secondo per assicurarsi che lamica non reagisse in altri modi imprevisti, le mise una mano sulla spalla. "Ehi seriamente, non mi vuoi raccontare in che guaio enorme ti sei cacciata?", le disse calma. "Qualcosa ti lega a Price, non è così?". Kris rialzò la testa, e, guardando lamica, sospirò nuovamente. "E non solo a lui. Jude, promettimi che quello che ti dirò ora non uscirà da questa stanza". Laltra sorrise, comprensiva. "Ma certo. Sai che di me ti puoi fidare, o no?". Kris ricambiò il sorriso. "Già".
Alla fine del racconto, Jude scoppiò a ridere. "Ah ah ah ah!! Mio dio, Kris, hai avuto un gran bel coraggio! Mi immagino in che situazioni fantastiche ti sarai trovata ". La ragazza si accasciò sul pavimento, piegata in due dalle risate. "Smettila! Non cè proprio niente da ridere anzi, è una tragedia ", disse a metà strada fra loffeso e limbarazzato Kristine, incrociando le braccia e guardando di lato. "Una vera tragedia ". Jude si rialzò da terra, asciugandosi le lacrime. "Ah ah ehm, no scusa scherzavo ma dove la vedi la tragedia? Basta evitarlo qui a scuola, no? Tanto noi siamo del quarto anno, non cè pericolo che ti veda in classe ". Kristine arrossì ancora di più. "Non è quella la tragedia, infatti". "Ah beh, sì, è vero, quello aggrava solo la situazione uhm, ok, ti sei innamorata perdutamente di lui, e quindi? Non trovo che ". Kris si rigirò subito verso lamica. "Cosa??? Ma guarda che non mi sono innamorata di Benji! Come cavolo ti viene in mente?". "Eh eh ", ridacchiò la ragazza dai corti capelli neri, un po mossi. "Non me la dai a bere tutto quello che mi hai descritto e raccontato ne è una prova Price è speciale molto speciale! Non negarlo ". Kristine abbassò lo sguardo minaccioso che aveva rivolto a Jude qualche istante prima, per fissare tristemente il freddo pavimento bianco. "Già. E il guaio è ". " che tu devi rimanere un semplice amico per lui, visto che per tutta la New Team sei Kristian. Giusto?". Laltra assentì col capo. "Sì. Ma cè anche Becker. E non capisco, con Tom, dove sia il confine tra lamore e lamicizia non capisco dove si situa quello che provo per lui e quanto è differente da quello che provo per Price anzi non capisco più nulla dei miei sentimenti. Sono così confusa e la mia vita sta diventando così complicata con questa mia doppia identità ". Judith rimase in silenzio per qualche secondo. "Lo so, Kris. Mi dispiace. Vedrai che con il passare del tempo, capirai cosa realmente ti vuol dire il tuo cuore. E comunque, se ti può far star meglio, io sarò qui, accanto a te, pronta ad aiutarti. Avrai sempre il mio sostegno morale". "Grazie. Sei una vera amica". "Figurati. E poi, come posso non aiutare una ragazza combattiva e determinata come te? Oggi sono così poche le persone che inseguono quello in cui credono, soprattutto, poi, quando questo sogno sembra irrealizzabile! Ti ammiro molto, davvero". Le due ragazze si guardarono, sorridendo. "Ora forse è meglio andare. Tanto Price sarà già uscito!". "Ok!". Si rialzarono. "Io devo scappare oggi ho un altro allenamento", disse Kristine sistemandosi la giacca della divisa. "Devo correre a casa a cambiarmi ". Judith alzò la testa. "Un allenamento? Questo pomeriggio?", esclamò, interessata. "S sì perché? ", rispose Kris con un po di timore. Guardò Judith: lespressione dellamica era completamente cambiata, e non prometteva nulla di buono! "Jude, non penserai ". "E invece sììì!", gridò laltra, prendendo le mani di Kris. "Voglio venire con tee!". "No no senti non mi pare proprio il caso ". "Ma dai! Che problemi ci sono? Voglio solo rifarmi un po gli occhi con qualche atletico calciatore ". "Ehhhh?". "Dai, scherzo!!", disse subito Judith, ridendo. "Ma in questo modo potrò starti vicina e aiutarti, no?". Kris la guardò storto. "Ehm e cosa vorresti fare per aiutarmi?" "Semplice! Ti darò il sostegno morale di cui ti parlavo!". Judith battè allegra una mano sulla schiena di Kristine, che stava iniziando ad agitarsi, visibilmente preoccupata. Purtroppo, anche se conosceva Jude solo da pochi mesi, aveva già imparato a fondo il carattere dellesuberante amica "Stai tranquilla, Kris!". "Non so perché ", disse lei, per niente rassicurata. " ma qualcosa mi dice che non dovrei ascoltarti, proprio no ". Judith le strizzò un occhio. "Fidati, ti dico! La mia presenza accanto a te è proprio quello che ti ci vuole!". fine 7° capitolo * In questo capitolo: © "Islands", by Mike Oldfield, Vocals by Bonnie Tyler, Co produced by Mike Oldfield, Tom Newman and Alan Shacklock for Multi Media London Ltd. An Oldfield Music Production. © 1987 Virgin Records Ltd. |