-
Quella?!- chiese Kris meravigliata.
- Proprio così. Minimalistica, eh?- le rispose ridendo
Bruce Harper.
- Un tempo non era così. Credo l'abbiano ingrandita di
recente- aggiunse Tom osservando attentamente l'edificio
in distanza
Kris annuì assorta.
Perché aveva deciso di venire, alla fine? Forse
desiderava solo conoscere meglio quelle facce nuove?
Voleva
inserirsi in quel gruppo, quel gruppo i cui
membri sembravano avere in comune tanti ricordi?
Come
questa casa
- Penso sia per la palestra. Ivy mi ha accennato a
qualcosa del genere-
- Ivy?! Tu ed Evelyn vi frequentate ancora, Bruce?-
Bruce Harper scosse la testa tristemente.
- No, ma la sento ancora, qualche volta. E' molto
impegnata a stare dietro a Patty-
Tom annuì pensoso. Erano cambiate davvero molte cose in
quegli anni, e quella casa che era stata il loro rifugio
per un'estate fantastica, non era da meno.
- A cosa pensi, Tom?- s'intromise Holly, poggiando una
mano sulla spalla dell'amico, che sobbalzò.
- Soltanto, che sono cambiate davvero molte cose-
Oliver Atton annuì, senza aggiungere nulla alle parole
dell'amico.
Kris era sempre più confusa... Non capiva proprio cosa
legasse i ragazzi a quella casa... E alle persone che la
abitavano.
Poi, però, dopo aver osservato con attenzione ognuno di
loro, sorrise, un po' più distesa. Di certo c'erano
tante cose che non sapeva, che ovviamente non poteva
conoscere
e anche se in quel momento si sentiva un
po' fuori luogo ed esclusa da quella compagnia che
sembrava così unita
Ma
era davvero unita, così come le avevano
suggerito le apparenze? O c'era qualche contrasto che
ancora
ancora non aveva notato?
In ogni caso, era certa che, presto, li avrebbe
conosciuti tutti meglio. E forse, un giorno, si sarebbe
trovata a ridere con loro, come con dei vecchi, cari
amici
Solo Benji sembrava non intromettersi nel discorso.
Camminava distante dagli altri, il berretto calato sul
volto. "Sembra diverso dal solito
direi
urtato
da qualcosa
ma cosa?", pensò Kris.
- Oh, ma Kristian non sa nulla!- esclamò ad un tratto
Bruce, fermandosi - Forse dovremmo raccontargli qualcosa,
prima che si spaventi!-
- Beh, in effetti...- mormorò Kris, speranzosa. Era un
giorno intero che aspettava questo momento.
- Non c'è molto da dire - era stato Benji a parlare,
scontroso - Sono persone che, purtroppo, conosciamo.
Tutto qua-
- E' incredibile - ribatté Tom - come Alex abbia ancora
tutta quest'influenza su di te, nonostante siano passati
quasi quattro anni-
- Cosa vuoi dire?-
- Beh. che ha ancora il potere di renderti di cattivo
umore!- esclamò, ridendo.
- Pessimo umore, pessimo - precisò Holly ridendo a sua
volta.
- E' ovvio. La odio - ribatté Benji, risistemandosi il
cappello.
- Nessuno ti ha costretto a venire- lo punzecchiò Bruce
- se non volevi potevi anche...-
- Ti pare il caso di rifiutare un invito di Patricia,
dato il suo livello di suscettibilità?-
Bruce annuì - Hai ragione, non è il caso di farla
arrabbiare. Chissà cosa potrebbe combinarci! Ehi, ma
quello non è... Mark?-
Accanto alla porta d'entrata della casa, ritto vicino al
campanello, e fissandolo intensamente, stava Mark
Landers, in felpa verde scuro e jeans.
- Ehi, Mark!- lo salutò Holly, mentre Benji e Tom si
avvicinavano protettivamente a Kris.
- Già suonato?- chiese Bruce guardando l'amico divertito.
Mark sembrava stranamente... Imbarazzato!
- No, non ancora. Sono appena arrivato-
- Ci hai visti arrivare ed hai aspettato?-
- Veramente no... Stavo cercando una scusa per andarmene-
Kris lo guardò stupefatta... Forse era il fratello
gemello di Mark Landers... Non poteva essere
quell'energumeno antipatico che l'aveva umiliata! Non
poteva...
- Non hai ancora visto Sally?- chiese all'improvviso
Benji Price.
Mark scosse il capo
- No, l' ho già vista. E' proprio questo il problema.
- Eh? In che senso?- chiese Bruce incuriosito.
Anche Kris era curiosa... Benji non le aveva forse detto
che Mark usciva con una certa Maki? Ma sì... Lo
ricordava bene perché le era parso un avvenimento
davvero
incredibile! Anche se aveva stentato a
crederci, forse quell'essere probabilmente privo di
sentimenti poteva addirittura innamorarsi di una ragazza
- Ci siamo incontrati sulla porta della casa di Danny -
iniziò a spiegare Mark - lei stava rientrando ed io
stavo... salutando Maki - terminò imbarazzato.
- Ahia! Davvero una situazione spinosa! Ma scusa, e i
lividi?- chiese Bruce, girandogli attorno in cerca di
segni di percosse e varie.
- Abbiamo solo avuto una discussione... una discussione
... accesa, direi - rispose irritato Mark, suonando il
campanello di riflesso al ronzargli attorno di Bruce. Più
che "accesa", avrebbe dovuto definire "bollente",
quella discussione iniziata in soggiorno e... terminata
in tutt'altra stanza della casa.
Il suono del campanello rimbombò per la casa. Si sentì
uno scalpitio e finalmente la porta si aprì. Kris
trattenne il respiro ma, si accorse, non era la sola...
- Ragazzi! Benvenuti!- li accolse una voce calorosa.
Kris, ne era assolutamente sicura, non conosceva quella
ragazza... Non le era neppure un volto familiare che non
riusciva ad associare ad un nome, come era stato per
Alexandra... Più bassa di lei di diversi centimetri, i
capelli castani scuri sciolti, fermati solo da un
cerchietto rosa scuro, come il resto del suo
abbigliamento composto da una semplice polo accollata e
degli stretti jeans elasticizzati. Graziosa, ma
nient'altro; non attirava certo l'attenzione come
Patricia!
- Evelyn!- esclamò Bruce Harper avvicinandosi per
salutare la ragazza. Ricordandosi della conversazione di
pochi istanti prima, Kris capì che si trattava della
ragazza che Bruce aveva nominato.
- Bruce! E anche Tom, Holly, Benji e... Mark! Che bello
rivedervi tutti!- concluse, con un largo e caldo sorriso
la ragazza, facendo cenno loro di accomodarsi all'interno
della casa.
Poi, come se l'avesse vista solo in quel momento, soffermò
lo sguardo su di lei e, sempre con un grande sorriso,
esclamò:
- E tu devi essere Kris!-
Lei annuì e tese la mano, che l'altra ricambiò,
stringendola dolcemente.
- E' un piacere conoscerti. Io sono Evelyn, ma tutti mi
chiamano Ivy -
- Piacere di conoscerti... Ivy -
Evelyn lasciò la sua mano e, richiusa la porta, fece
loro strada verso il terrazzo.
Dire che rimase stupita, sarebbe poco... Lo spettacolo
che le si presentò davanti l' immobilizzò... Il mare,
di una limpidezza sconvolgente, rispecchiava i colori
caldi del tramonto, facendoli risplendere come gemme
gettate sul fondale che, colpite da un raggio ribelle di
luce, rifulgono.
Abbagliava gli occhi e li catturava, quel tramonto, tanto
che anche i ragazzi erano rimasti stupiti e ipnotizzati a
guardarlo. Non si accorsero nemmeno che qualcuno era
arrivato prima di loro, e sedeva, scesi i gradini e già
sulla sabbia, ad una lunga tavola apparecchiata. Furono
quindi questi a notarli, e salutando con la mano,
richiamarono la loro attenzione.
- Julian, Philip! - esclamò Holly entusiasta,
avvicinandosi agli amici e stringendo loro la mano.
- Holly! E Tom, Benji... Addirittura Mark!- esclamò
scherzoso Philip.
- E Kristian - aggiunse Julian sorridendo e stringendo la
mano della ragazza - Se sei qui, vuol dire che finora sei
sopravvissuto agli allenamenti di Benji!-
Kris lo guardò, ridacchiando per la battuta.
Beh, sapeva bene che gli allenamenti di Benji non
erano uno scherzo, spesso, infatti, erano davvero
faticosissimi. Ma lei
lei non li aveva mai trovati
insopportabili... Forse perché... perché qualcosa fatto
con Benji non le poteva essere insopportabile?
- Solo perché non l' ha ancora allenato Alex - insinuò
una voce alla loro destra (NdJ prometto che
questa volta non farò arrivare tutti da dietro!!! Al
massimo.... Da tutte le altre direzioni!! ^^;;;;) (brava
Sis!! ^_- eh eh!! Nd Ley).
I capelli neri sciolti al vento, un twin set rosso e una
minigonna cortissima dello stesso colore, le scarpe col
tacco in mano e i piedi affondati nella sabbia stava
ancora una volta davanti a lei Patricia .... In
quest'occasione però, sorridente di un sorriso
abbagliante.
- Solo perché non avrà mai te, come allenatrice -
ribatté, poco distante, una figura emersa dall'acqua
come una sirena. Mentre le gocce d'acqua le scendevano
lungo il corpo, Alexandra afferrò un asciugamano e si
coprì il due pezzi, lasciando libere le spalle.
- Vero - li stupì Patricia - Per sua GRANDE fortuna....
Ma non hai freddo?-
Alex scosse il capo - Ci sono abituata. Il mare è la mia
seconda casa, dovresti saperlo oramai!-
- Lo sappiamo anche noi!- ridacchiò Bruce Harper, e gli
altri lo seguirono, a spezzare la lieve barriera di
tensione che si era creata sin da prima del loro ingresso
nella casa.
- Uno di questi giorni, ti verranno le squame di pesce, e
ti trasformerai in un pesce-palla!-
Kris si voltò stupita a guardare Benji, che aveva
parlato... Lo guardò con occhi spalancati e stupefatti...
Non conosceva questo lato di Benji... Il sarcasmo con cui
aveva detto quelle parole... Era questo il "Benji"
di cui le aveva parlato la prima volta che era capitata
davanti a casa sua?
Il silenzio era calato tra tutti... Nessuno fiatava, e
fissavano tutti o Alex, o Benji, che la guardava con
occhi di sfida. Alex, che aveva risposto con uno sguardo
di profondo rancore, dopo pochi istanti scostò gli
occhi, come in segno di sconfitta, come se... Non avesse
la forza di reggere lo sguardo di lui...
Notò subito i mormorii di stupore degli altri. Alex le
passò accanto salendo i primi gradini e fermandosi a
pochi centimetri da Benji. Si tolse l'asciugamano
fradicio e, gettandoglielo addosso, gli sussurrò, in
modo che anche gli altri sentissero:
- Io diventerò un pesce... E pure palla... Quando tu
riuscirai ha dimostrare che io... Non sono femminile -
terminò, sorridendogli, mentre Benji, in evidente
imbarazzo, distoglieva lo sguardo, come se quello che
aveva detto Alex, avesse un significato preciso.
Quest'ultima, rientrò in casa probabilmente per
cambiarsi, mentre le risate degli altri salivano al cielo.
- Ancora una volta, ti ha fregato!- esclamò Tom ridendo...
La familiarità con cui aveva parlato Tom, aveva stupito
Kris... Aveva parlato, come se quello che era accaduto
tra Alex e Benji fosse usuale, e, soprattutto, come se
lui, loro, fossero soliti ad assistere a quei litigi...
- Scusate - iniziò Patricia, distogliendo Kristine dai
suoi pensieri - se vi ho fatto aspettare. Pensavo che
oltre ad Evelyn ci fossero le altre in casa, ma saranno
in ritardo come il solito! - terminò, raggiungendoli e
tendendo la mano verso Kris - In ogni caso rimedio subito:
benvenuto Kristian in questa
non tanto umile casa.
Per voi - disse, voltandosi verso i ragazzi mentre
stringeva la mano di Kris - Non credo serva fare gli
onori di casa. Comunque, bentornati - sorrise. Ma l'aria
sembrava comunque pesante, ed il silenzio era sceso. Fu
Holly a romperlo.
- Perché ci hai invitati? Non solo per una cena di
cortesia
Non dopo quattro anni - disse,
estremamente serio. Patricia annuì, aprendo la bocca per
parlare, ma fu interrotta dalle risate di qualcuno appena
uscito sulla terrazza. Insieme ad Ivy, Kimberly ed
Alexandra, c'erano tre nuovi volti. Ma Kris non ebbe
difficoltà a riconoscere i tre nuovi arrivi. La prima
verso sinistra era una ragazza dai capelli scuri che
ricadevano all'altezza del mento in riccioli sbarazzini.
Portava un'aderentissimo vestito bianco perla che le
arrivava parecchi centimetri sopra le ginocchia, con una
camicetta semi - trasparente che non copriva affatto
l'ampia scollatura del vestito. Poi veniva Kim e, accanto
a lei un'altra ragazza, dai capelli castano - rossi
lunghi fin sotto la vita, sciolti. I cortissimi
pantaloncini verdi s'intravedevano appena sotto la
lunghissima felpa, verde anch'essa, colore identico a
quello dei suoi grandi occhi. Alla sua destra, Alex, poi
Evelyn, ed infine l'ultima, una ragazza dai capelli
biondo - rossi portati a caschetto, che portava jeans, un
top e un giubbotto di jeans, il tutto in giallo. Erano,
ne era sicura, rispettivamente Jennifer York, centrale
ala della squadra insieme a Kimberly e ottima
pattinatrice, Celine Gloucester, centrale e abile
ginnasta, e Amily Plange, alzatrice della squadra e
campionessa mondiale di ginnastica ritmica.
Kris sapeva che tutte e sei erano ottime amiche oltre che
compagne di squadra nella nazionale di pallavolo
femminile, ma i giornali di certo non avevano mai
riferito nulla su una loro convivenza
.
Poi, prima
Bruce e Mark parlando avevano nominato
una certa "Sally"
La Gloucester,
sicuramente. Quindi
Quindi, tutti, ragazze e
ragazzi, si conoscevano?
L'aria era nuovamente tesa
Sentiva attraversarla
una fitta ragnatela di sguardi. Il sole era calato, e per
pochi istante la risacca fu l'unico rumore percettibile
Era come un dipinto in cui tutti i personaggi sembrano
star per compiere un'azione ma non possono, perché
l'autore li ha bloccati in quella scena
Fu proprio in quell'istante, che Kris ebbe la netta
sensazione che, inevitabilmente e per la seconda volta in
quel breve periodo, la sua vita sarebbe di nuovo cambiata.
- Siete di nuovo in ritardo - sentenziò la voce calda di
Patricia, con tono perentorio.
- E' colpa mia, scusatemi! - esclamò a voce
esageratamente alta Kimberly, sorridendo - Hanno dovuto
aspettarmi perché mi ero fermata.. a finire
una
cosa
alla scuola d'arte -
Patricia annuì, con un sorriso strano stampato in volto
che Kris non riusciva a decifrare. Si avvicinò alle
compagne.
- Ragazze, vi presento Kris Grover, il nuovo
pupillo di Alex. Kristian, loro sono Jen, Sally ed Amily,
mie compagne di squadra, nonché migliori amiche
-
Kris si inchinò brevemente per salutare - E' un piacere
conoscervi - disse soltanto.
- Piacere mio! - esclamò Amily sorridendo. Sally si
limitò ad un cenno del capo, mentre Jen le si avvicinò:
- E così da domani
sarai tu il nuovo giocattolo di
Alex? Buona fortuna!- terminò, sorridendo beffarda
mentre Alexandra le lanciava uno sguardo storto.
Kris la guardò esterrefatta per un attimo, poi,
esitante, rispose - Per me è un grande onore essere
allenato dall'IGK-
Risa soffocate accompagnarono la sua affermazione.
Kimberly le si avvicinò posandole una mano sulla spalla
e sussurrandole divertita:
- Te ne accorgerai! -
INTRECCI
- Kris alla cena
SORPRESE PER CENA
Erano arrivati al dolce parlando del più e del meno,
quando la domanda di Holly fu riproposta da Julian Ross.
- Allora, perché siamo tutti qua?-
Le ragazze si scambiarono qualche sguardo, e come al
solito a prendere parola fu Patricia.
- E' semplice
Visto che, al termine del vostro
campionato nazionale e di eventuali altri impegni come
nazionale giovanile, entrerà anche per voi in vigore il
progetto "Japan 2000"
-
- Ehi, aspetta un attimo, cos'è?- chiese Bruce,
interrompendola.
- Kirk Pearson non ve ne ha parlato? - e, vedendo lo
smarrimento negli occhi dei ragazzi, proseguì - E' un
progetto che riforma completamente l'organizzazione
sportiva del paese
Non ci saranno più singole
federazioni, ma un unico organo direttivo, con
diramazioni in ogni settore. Ogni squadra nazionale dovrà
effettuare un ritiro complessivo annuale di sei mesi,
ritiro che si terrà nella speciale sede di "Japan
2000", attrezzata per ospitare TUTTI gli atleti e le
squadre giapponesi!-
- Sì, forse il signor Pearson ci aveva accennato
qualcosa -
- Tom ha ragione, ma io non ci avevo capito un granché!-
sentenziò, risollevato, Bruce Harper.
- La spiegazione era molto dettagliata, ma ancora non si
capisce perché ci avete invitato tutti qui, stasera-
s'intromise Mark Landers. Sally gli lanciò uno sguardo
divertito, al quale Mark rispose voltandosi dall'altra
parte.
Patricia, in risposta, fece un cenno del capo ad Evelyn,
che si alzò e rientrò in casa, tornando con un grosso
tubo di carta arrotolato tra le mani.
Facendo spazio sul tavolo, Patricia iniziò a srotolare
parte del tubo.
- Semplice, perché saremo
Vicini di casa - disse,
con una risata cristallina, indicando loro un punto della
mappa.
Accanto al suo dito, stavano le scritte "Dormitorio
M Juniores calcio" e, dopo la scritta "Porta
divisoria", "Dormitorio F seniores pallavolo".
I volti dei ragazzi, che poco prima erano stati incollati
alla cartina, si sollevarono all'unisono, guardando
quelli delle ragazze come per chiedere una conferma.
Queste sorrisero, mentre Kris osservava la scena sempre
più confusa e perplessa su quello che le stava accadendo
intorno.
- E' uno scherzo - disse, con un tono sul terrorizzato,
Mark.
- Affatto - rispose Sally, sempre ridacchiando.
- Vorrei sapere chi ha avuto questa grandiosa idea! -
sbottò Benji.
- Semplice, il consiglio direttivo generale - rispose
Patricia.
- Ci sei anche tu, non è così? E' un'idea tua, Patty?-
- Non scherzare Philip, certo che no! E' stata un'idea di
Eleonore. Appoggiata da Kirk -
- E perché il Presidente della federazione sportiva
dovrebbe volerci vicini di stanza? - chiese Julian.
- Mai sentito parlare di pressione psicologica?-
s'intromise Amily, che fino a pochi istanti prima era
rimasta ferma, seduta al proprio posto, ad osservare la
scena. Si alzò e si avvicinò al gruppetto di quelli in
piedi, piazzandosi, casualmente, di rimpetto a Julian
Ross - Spirito di competizione, desiderio di vittoria,
comparazione
Tutte cose che spingono a dare il
meglio di sé - terminò, sorridendo, e guardandolo
dritto negli occhi. Julian arrossì e abbassò lo sguardo.
- Io non capisco perché
dovrebbe esserci spirito
di competizione - affermò Holly quando già il silenzio
era calato - Voi giocate a pallavolo, noi a calcio. Non
abbiamo nulla a che vedere con voi -
- Sbagli - rispose Patricia - Noi
abbiamo la vostra
stessa età
ci conosciamo da diversi anni eppure
mentre voi siete ancora nella nazionale juniores
noi siamo La nazionale di pallavolo femminile
La
nazionale di pallavolo femminile che ha vinto le
olimpiadi.
Holly rimase stupito dalle parole della ragazza. Annuì
lentamente, e si risedette al proprio posto.
- Solo per questo? - chiese, dopo qualche istante.
- Sì, certo - rispose lei, secca. Se Holly davvero
pensava che, dopo quello che era successo quattro anni
prima, sarebbe stata lei a fare un ipotetico primo passo
per qualcosa di diverso da una riconciliazione tra amici,
si sbagliava. La colpa di quello che era successo, era
sua. Era lui che l'aveva allontanata. Ed ora doveva
sopportarne tutte le conseguenze.
La cosa comunque non riguardava solo lei. Anche le altre
ragazze erano state d'accordo per quella cena, ma solo in
quei termini. Considerando anche l'ultima discussione che
aveva avuto con Eleonore, il Presidente di quello che
ormai era "Japan 2000", il cercare di aver econ
i ragazzi rapporti quantomeno civili, era praticamente
necessario. Eleonore voleva affidarli a loro sei,
renderle i loro "tutor". Dopotutto, i ragazzi
erano gli unici "fuori dal mondo". I restanti
sportivi giapponesi, si conoscevano tra di loro, e spesso
erano amici intimi. Lei stessa era amica di tutti i
capitani delle varie squadre, e spesso anche di qualche
atleta singolo. Era questo che doveva essere "Japan
2000", nei suoi progetti. Una grande famiglia di
amici che si aiutano e correggono gli uni con gli altri.
Era l'unica soluzione possibile per il Giappone sportivo,
almeno al momento.
Annuì tra sé e sé. Si, quella cena era stata la
soluzione migliore. Era solo l'inizio di un lungo
cammino, ma era almeno un inizio. E lei - anche le altre,
ma soprattutto lei - aveva dovuto mettere da parte la
cosa a cui più teneva, l'orgoglio. In qualche modo
comunque, ci sarebbe stata l'occasione di umiliare Oliver
Hatton.
- Passiamo al dolce? - chiese timidamente Evelyn,
distogliendola dai suoi pensieri. Patricia annuì, e la
ragazza rientrò in casa per prendere l'ultima portata.
Si risedettero tutti, e sembrava che ognuno stesse
riflettendo sull'avvenire e sul da farsi. Ma qualcosa
comunque era cambiato. Sally e Mark, che avevano cercato
di evitarsi dall'inizio della serata, si scambiavano
qualche sguardo di sfuggita, ed anche Julian ed Amily. E
sentiva su di sé lo sguardo di Holly. Continuò a
sorridere, e a guardare altrove. Non gli avrebbe dato
nessun tipo di soddisfazione.
Poi notò lo sguardo di Kris che, pensierosa e un po'
confusa, cercava spiegazioni sui volti degli altri
ragazzi. Sorrise. Ecco il nuovo argomento di
conversazione!
- Ci siamo dimenticati - incominciò - che il nostro
amico Kristian non sa nulla! - esclamò, attirando su di
sé l'attenzione di tutti.
- In effetti
- mormorò, per la seconda volta quella
sera, Kris, sperando di nuovo vivamente che qualcuno le
spiegasse quella situazione ingarbugliata.
- E' vero, scusaci Kris! - esclamò Kim sorridendo,
seduta due posti accanto a lei. - Finora abbiamo parlato
senza tener conto di te! Siamo imperdonabili! - sorrise.
E gli altri annuirono.
- Non c'è problema, figuratevi! - rispose Kris
sorridendo a sua volta, felice che finalmente potesse
capire di cosa stavano parlando gli altri. Patricia annuì,
mentre Evelyn tornava appoggiando sul tavolo una
gigantesca torta-gelato con budino.
- Allora
- iniziò Patricia, affondando il
cucchiaino nel suo pezzo di torta - Noi sei, Evelyn
compresa, ci conosciamo praticamente da sempre
I
nostri genitori, nonni e bisnonni e così via, sono
sempre stati migliori amici, e così è successo a noi.
Non ci siamo separate che nove anni fa, -
- Dopo i mondiali di Parigi? - chiese Kris,
interrompendola.
- Sì, esattamente. All'epoca se ne deve essere parlato
molto -
Kris annuì, evitando di dire che, da appassionata e
giocatrice di pallavolo che era stata, aveva sempre
visto, in quella squadra di sei ragazzine quasi sue
coetanee, una specie di mito, un esempio da seguire.
- Quando ci siamo divise, ognuna è andata per la sua
strada. Sally è tornata alla sua vita normale, in
Giappone, e, per mezzo del cugino Danny, ha conosciuto
Mark. Anche Jenny ha continuato a vivere in Giappone,
trasferendosi però ad Hokkaido, dove ha conosciuto
Philip. Alex e Kimberly invece, al divorzio dei genitori,
sono andate a vivere una in Germania, e l'altra a Parigi.
Così, quando Benji si è trasferito in Germania, Freddy
Marshall ha chiesto ad Alex di allenarlo, mentre il padre
di Tom ha conosciuto quello di Kimberly, e così anche
loro si sono incontrati. Amy e Julian frequentavano la
stessa scuola a Tokyo, e così è stato anche per me,
Evelyn, Holly e Bruce - terminò, sorridendo.
Allora era solo una casualità? Erano semplici
conoscenti? No, non lo credeva
- Hai dimenticato la parte in cui fai la manager
della nostra squadra - sentenziò Bruce.
- Sai, certe cose spiacevoli tendo a rimuoverle - rispose
ironicamente Patricia, terminando il suo pezzo di torta.
Era davvero Patty, quella? La sua Patty
No, non
più sua
Non aveva più alcun diritto di dirla sua
perché
era stata una sua scelta. Lei aveva solo
agito di conseguenza. E aveva anche cercato di dirgli
quello che le era accaduto tanti anni, ma lui
Lui
non aveva ascoltato nel modo giusto. Ricordava ancora le
sue parole
- Perché, non te l' ho mai detto prima,
e avrei dovuto. -
- E' tanto importante?-
- Potrebbe esserlo. Potresti odiarmi-
La odiava, ora? Forse
Per lo più,
non riusciva a sopportare la situazione
Odiare, era
un termine un po' troppo pesante.
Le cose si facevano più chiare
Patty era stata la
manager della New Team. E, da quel che le risultava, la
manager della New Team negli anni delle medie, era stata
anche mascotte della nazionale. Normale quindi, che si
conoscessero bene. Alex aveva allenato Benji, e Tom e Kim
si erano incontrati, in una città straniera,
concittadini
Ma allora perché Tom non gliene aveva parlato?
- Ah, a proposito di Germania
come sta Josie? -
chiese all'improvviso Benji.
Il silenzio cadde nuovamente.
- Beh, che avete? Cosa sono quelle facce funeree? -
chiese il ragazzo, vedendo in volto le amiche. Si erano
tutte improvvisamente rattristate.
- E' morta - rispose semplicemente Kimberly.
- Cosa? Quando? - chiese Tom, sconvolto.
- Quest'estate - rispose di nuovo Kimberly.
All'improvviso, Alex si alzò, andandosene velocemente,
senza dire nulla, in direzione della spiaggia.
I ragazzi si guardarono, stupiti, tra loro.
- Scusate
ma chi è?- chiese Bruce, formulando una
domanda che rimbombava anche nelle orecchie degli altri.
- La mia sorellina - rispose Kim.
- Mi spiace
Non lo sapevo - rispose Benji - Le
volevo bene - terminò, abbassando lo sguardo.
Kim annuì. - Tutti le volevano bene. Ma non credo che tu
debba dirlo a me - concluse, sorridendo tristemente.
Benji annuì e si alzò, dirigendosi nella stessa
direzione presa da Alex.
Ecco perché
Siete tanto cambiate
Ma
perché, perché non me l' hai detto, Kim? Pensavo di
essere il tuo migliore amico
Kim
Benji la raggiunse in poche, lunghe falcate. Se ne stava
accasciata contro su una roccia, il capo vicino alle onde.
- Neanche a me è poi piaciuta così tanto la cena -
disse, ironicamente, avvicinandosi e sedendosi sul bordo
interno dello scoglio.
- Davvero divertente, Price - rispose Alex, comparendogli
accanto. Benji le passò un fazzoletto, e lei si asciugò
la bocca. - Grazie - rispose semplicemente.
- Quando me lo ridai, lo voglio lavato per bene, e non in
lavatrice, mi raccomando -
Alex lo fulminò con lo sguardo per pochi istanti, ma
lui, con il berretto sollevato e le braccia conserte,
continuava ad osservare le stelle. Scosse il capo e
sorrise. - Non sei affatto cambiato, essere
-
- Tu invece, sei molto cambiata - disse lui - Avresti
potuto dirmelo. Io le volevo bene, davvero -
Alex rimase in silenzio per qualche istante. - Ti ho
mandato una lettera. E ti ho lasciato dei messaggi in
segreteria -
- In luglio? - chiese lui.
Lei annuì mestamente.
- Mi spiace, io
Li ho ricevuti. Ma non ti ho mai
richiamato perché
-
- Non preoccuparti, l'avevo capito. Non volevi sentire la
mia orribile voce, non è così?-
- Alex
Avevo appena avuto l'incidente e
-
- Ti prego, smettila. Non hai bisogno di scuse.
Probabilmente è meglio così - lo fermò lei
bruscamente, mentre si alzava per andarsene. Benji la
fermò per un braccio, facendola voltare.
- Ehi, aspetta! Io volevo davvero bene a Josie! Avresti
almeno potuto
Lasciarmelo detto in segreteria, no?-
- Oh, sì, certo. " Bip. Ciao Benji,
sono Alex. Josie è morta. Bip" -
rispose lei, acida.
- Mi spiace io
-
- Lascia perdere - disse, divincolandosi e scomparendo
velocemente nella notte, lasciandolo solo sulla spiaggia.
Aveva visto tutto. Non aveva sentito quello che si erano
detti, era troppo lontana. Ma aveva visto
Una cosa
era certa. Non erano di certo solo allenatrice e allievo.
- Non preoccuparti, è normale che litighino - disse una
voce alle sue spalle. Kris non si girò, e Kimberly
giunse accanto a lei, sedendosi accanto a lei sull'ultimo
gradino prima della spiaggia.
- Mi dispiace per vostra sorella, Kimberly -
La ragazza annuì, lo sguardo rivolto verso il mare.
- Non ti sarà facile allenarti con quei due -
Questa volta fu lei ad annuire. Alex e Benji
Ogni
volta che erano insieme, sembravano fare scintille.
- Ma sarà interessante. E anche divertente, se litigano
per delle sciocchezze - aggiunse, sorridendo.
- Perché litigano? Si odiano? - chiese, istintivamente
Kim scosse il capo - No, al contrario. Solo perché si
assomigliano molto, e sono due testardi e duri di
comprendonio -
- Questo non è proprio il contrario di odiare -
- Vuoi sapere se si amano, Kristine? - chiese
immediatamente lei, voltandosi per incontrare il suo
sguardo.
- Te l' ha detto Tom? - no
Aveva promesso
aveva promesso che non l'avrebbe detto a nessuno
- Non direttamente. Molto tempo fa mi aveva parlato di
te, come Kristine Grover, ovviamente. Poi Alex mi ha
detto che Freddy voleva farle conoscere un certo Kristian
Grover
Ho fatto due più due, e quando ti ho vista,
ho avuto la conferma -
- Eh? - chiese lei, stupita - si vede... così tanto?-
- No, anzi! Sei stata molto brava! Ma io sono una
ragazza, e mi diletto a fare la stilista, per questo è
normale che io ti abbia scoperto -
Kris annuì, spostando lo sguardo al suolo, mesta -
Qualcun altro potrebbe
-
- Non ti devi preoccupare. Adesso non sei più sola! Hai
ben sette alleate in più! E, questo è poco ma sicuro,
nessuna di noi svelerà mai il tuo segreto. - disse,
strizzandole l'occhio in segno d'incoraggiamento.
- Ti ringrazio - rispose semplicemente.
- Bene! E' ora di andare a dormire! - esclamò Kim,
stiracchiandosi - Domani ti aspetta l'allenamento più
duro della tua vita! -
- Temo anch'io
- sussurrò Kris, riferendosi a
qualcosa di diverso dagli esercizi ginnici però.
- Alex ha capito subito che sei una ragazza, sai? Appena
ti ha vista. Lei ha un occhio incredibile. E' un bene che
ti alleni lei. Penso che il modo in cui un ragazzo deve
essere allenato sia molto diverso da quello per una
ragazza, sai? -
- Kim
- la bloccò, mentre stava salendo i primi
scalini
- Sì, dimmi -
- Alex e Benji, beh, ecco, loro
- chiese,
imbarazzata.
- No, Kris, non sono mai stati insieme. Ma io credo
Lo credo da sempre
Che in questo loro continuo
battibecco, ci sia qualcosa di più
Qualcosa di
molto profondo. E che, può darsi, un giorno
lo
capiranno anche loro se ne avranno la possibilità -
- Cosa vuoi dire, Kim? -
- Semplice! Che se una persona ci piace
Non per
forza deve essere la persona giusta per noi, e magari c'è
qualcun altro che potrebbe esserlo, e aspetta solo di
dimostrarcelo. Non è forse così? - terminò, sorridendo
maliziosamente.
Era così trasparente? I suoi sentimenti per Benji
erano così
evidenti? Anche Kim l'aveva capito
Una persona che conosceva da poche ore.
Era stata una serata particolare
Come
condividere la stessa nuvoletta con nuovi, specialissimi
amici. Amici
e rivali.
Julian Ross, Philip Challaghan, Mark Landers e, a quanto
pareva
anche Alex e Kim.
Vuoi sentire
ulteriori spiegazioni sulla situazione?
O
Andare al primo
allenamento di Alex, Benji e Kris?
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