- Quella?!- chiese Kris meravigliata.
- Proprio così. Minimalistica, eh?- le rispose ridendo Bruce Harper.
- Un tempo non era così. Credo l'abbiano ingrandita di recente- aggiunse Tom osservando attentamente l'edificio in distanza
Kris annuì assorta.
Perché aveva deciso di venire, alla fine? Forse desiderava solo conoscere meglio quelle facce nuove? Voleva…inserirsi in quel gruppo, quel gruppo i cui membri sembravano avere in comune tanti ricordi?
Come…questa casa…
- Penso sia per la palestra. Ivy mi ha accennato a qualcosa del genere-
- Ivy?! Tu ed Evelyn vi frequentate ancora, Bruce?-

Bruce Harper scosse la testa tristemente.

- No, ma la sento ancora, qualche volta. E' molto impegnata a stare dietro a Patty-
Tom annuì pensoso. Erano cambiate davvero molte cose in quegli anni, e quella casa che era stata il loro rifugio per un'estate fantastica, non era da meno.
- A cosa pensi, Tom?- s'intromise Holly, poggiando una mano sulla spalla dell'amico, che sobbalzò.
- Soltanto, che sono cambiate davvero molte cose-

Oliver Atton annuì, senza aggiungere nulla alle parole dell'amico.
Kris era sempre più confusa... Non capiva proprio cosa legasse i ragazzi a quella casa... E alle persone che la abitavano.
Poi, però, dopo aver osservato con attenzione ognuno di loro, sorrise, un po' più distesa. Di certo c'erano tante cose che non sapeva, che ovviamente non poteva conoscere…e anche se in quel momento si sentiva un po' fuori luogo ed esclusa da quella compagnia che sembrava così unita…
Ma…era davvero unita, così come le avevano suggerito le apparenze? O c'era qualche contrasto che ancora…ancora non aveva notato?

In ogni caso, era certa che, presto, li avrebbe conosciuti tutti meglio. E forse, un giorno, si sarebbe trovata a ridere con loro, come con dei vecchi, cari amici…

Solo Benji sembrava non intromettersi nel discorso. Camminava distante dagli altri, il berretto calato sul volto. "Sembra diverso dal solito…direi…urtato da qualcosa…ma cosa?", pensò Kris.

- Oh, ma Kristian non sa nulla!- esclamò ad un tratto Bruce, fermandosi - Forse dovremmo raccontargli qualcosa, prima che si spaventi!-
- Beh, in effetti...- mormorò Kris, speranzosa. Era un giorno intero che aspettava questo momento.
- Non c'è molto da dire - era stato Benji a parlare, scontroso - Sono persone che, purtroppo, conosciamo. Tutto qua-
- E' incredibile - ribatté Tom - come Alex abbia ancora tutta quest'influenza su di te, nonostante siano passati quasi quattro anni-
- Cosa vuoi dire?-
- Beh. che ha ancora il potere di renderti di cattivo umore!- esclamò, ridendo.
- Pessimo umore, pessimo - precisò Holly ridendo a sua volta.
- E' ovvio. La odio - ribatté Benji, risistemandosi il cappello.
- Nessuno ti ha costretto a venire- lo punzecchiò Bruce - se non volevi potevi anche...-
- Ti pare il caso di rifiutare un invito di Patricia, dato il suo livello di suscettibilità?-

Bruce annuì - Hai ragione, non è il caso di farla arrabbiare. Chissà cosa potrebbe combinarci! Ehi, ma quello non è... Mark?-

Accanto alla porta d'entrata della casa, ritto vicino al campanello, e fissandolo intensamente, stava Mark Landers, in felpa verde scuro e jeans.

- Ehi, Mark!- lo salutò Holly, mentre Benji e Tom si avvicinavano protettivamente a Kris.
- Già suonato?- chiese Bruce guardando l'amico divertito. Mark sembrava stranamente... Imbarazzato!
- No, non ancora. Sono appena arrivato-
- Ci hai visti arrivare ed hai aspettato?-
- Veramente no... Stavo cercando una scusa per andarmene-

Kris lo guardò stupefatta... Forse era il fratello gemello di Mark Landers... Non poteva essere quell'energumeno antipatico che l'aveva umiliata! Non poteva...

- Non hai ancora visto Sally?- chiese all'improvviso Benji Price.
Mark scosse il capo
- No, l' ho già vista. E' proprio questo il problema.
- Eh? In che senso?- chiese Bruce incuriosito.

Anche Kris era curiosa... Benji non le aveva forse detto che Mark usciva con una certa Maki? Ma sì... Lo ricordava bene perché le era parso un avvenimento davvero…incredibile! Anche se aveva stentato a crederci, forse quell'essere probabilmente privo di sentimenti poteva addirittura innamorarsi di una ragazza…

- Ci siamo incontrati sulla porta della casa di Danny - iniziò a spiegare Mark - lei stava rientrando ed io stavo... salutando Maki - terminò imbarazzato.
- Ahia! Davvero una situazione spinosa! Ma scusa, e i lividi?- chiese Bruce, girandogli attorno in cerca di segni di percosse e varie.
- Abbiamo solo avuto una discussione... una discussione ... accesa, direi - rispose irritato Mark, suonando il campanello di riflesso al ronzargli attorno di Bruce. Più che "accesa", avrebbe dovuto definire "bollente", quella discussione iniziata in soggiorno e... terminata in tutt'altra stanza della casa.

Il suono del campanello rimbombò per la casa. Si sentì uno scalpitio e finalmente la porta si aprì. Kris trattenne il respiro ma, si accorse, non era la sola...

- Ragazzi! Benvenuti!- li accolse una voce calorosa. Kris, ne era assolutamente sicura, non conosceva quella ragazza... Non le era neppure un volto familiare che non riusciva ad associare ad un nome, come era stato per Alexandra... Più bassa di lei di diversi centimetri, i capelli castani scuri sciolti, fermati solo da un cerchietto rosa scuro, come il resto del suo abbigliamento composto da una semplice polo accollata e degli stretti jeans elasticizzati. Graziosa, ma nient'altro; non attirava certo l'attenzione come Patricia!

- Evelyn!- esclamò Bruce Harper avvicinandosi per salutare la ragazza. Ricordandosi della conversazione di pochi istanti prima, Kris capì che si trattava della ragazza che Bruce aveva nominato.
- Bruce! E anche Tom, Holly, Benji e... Mark! Che bello rivedervi tutti!- concluse, con un largo e caldo sorriso la ragazza, facendo cenno loro di accomodarsi all'interno della casa.
Poi, come se l'avesse vista solo in quel momento, soffermò lo sguardo su di lei e, sempre con un grande sorriso, esclamò:
- E tu devi essere Kris!-
Lei annuì e tese la mano, che l'altra ricambiò, stringendola dolcemente.
- E' un piacere conoscerti. Io sono Evelyn, ma tutti mi chiamano Ivy -
- Piacere di conoscerti... Ivy -
Evelyn lasciò la sua mano e, richiusa la porta, fece loro strada verso il terrazzo.

Dire che rimase stupita, sarebbe poco... Lo spettacolo che le si presentò davanti l' immobilizzò... Il mare, di una limpidezza sconvolgente, rispecchiava i colori caldi del tramonto, facendoli risplendere come gemme gettate sul fondale che, colpite da un raggio ribelle di luce, rifulgono.
Abbagliava gli occhi e li catturava, quel tramonto, tanto che anche i ragazzi erano rimasti stupiti e ipnotizzati a guardarlo. Non si accorsero nemmeno che qualcuno era arrivato prima di loro, e sedeva, scesi i gradini e già sulla sabbia, ad una lunga tavola apparecchiata. Furono quindi questi a notarli, e salutando con la mano, richiamarono la loro attenzione.

- Julian, Philip! - esclamò Holly entusiasta, avvicinandosi agli amici e stringendo loro la mano.
- Holly! E Tom, Benji... Addirittura Mark!- esclamò scherzoso Philip.
- E Kristian - aggiunse Julian sorridendo e stringendo la mano della ragazza - Se sei qui, vuol dire che finora sei sopravvissuto agli allenamenti di Benji!-
Kris lo guardò, ridacchiando per la battuta.
Beh, sapeva bene che gli allenamenti di Benji non erano uno scherzo, spesso, infatti, erano davvero faticosissimi. Ma lei…lei non li aveva mai trovati insopportabili... Forse perché... perché qualcosa fatto con Benji non le poteva essere insopportabile?

- Solo perché non l' ha ancora allenato Alex - insinuò una voce alla loro destra
(NdJ prometto che questa volta non farò arrivare tutti da dietro!!! Al massimo.... Da tutte le altre direzioni!! ^^;;;;) (brava Sis!! ^_- eh eh!! Nd Ley).

I capelli neri sciolti al vento, un twin set rosso e una minigonna cortissima dello stesso colore, le scarpe col tacco in mano e i piedi affondati nella sabbia stava ancora una volta davanti a lei Patricia .... In quest'occasione però, sorridente di un sorriso abbagliante.

- Solo perché non avrà mai te, come allenatrice - ribatté, poco distante, una figura emersa dall'acqua come una sirena. Mentre le gocce d'acqua le scendevano lungo il corpo, Alexandra afferrò un asciugamano e si coprì il due pezzi, lasciando libere le spalle.

- Vero - li stupì Patricia - Per sua GRANDE fortuna.... Ma non hai freddo?-
Alex scosse il capo - Ci sono abituata. Il mare è la mia seconda casa, dovresti saperlo oramai!-
- Lo sappiamo anche noi!- ridacchiò Bruce Harper, e gli altri lo seguirono, a spezzare la lieve barriera di tensione che si era creata sin da prima del loro ingresso nella casa.
- Uno di questi giorni, ti verranno le squame di pesce, e ti trasformerai in un pesce-palla!-
Kris si voltò stupita a guardare Benji, che aveva parlato... Lo guardò con occhi spalancati e stupefatti... Non conosceva questo lato di Benji... Il sarcasmo con cui aveva detto quelle parole... Era questo il "Benji" di cui le aveva parlato la prima volta che era capitata davanti a casa sua?
Il silenzio era calato tra tutti... Nessuno fiatava, e fissavano tutti o Alex, o Benji, che la guardava con occhi di sfida. Alex, che aveva risposto con uno sguardo di profondo rancore, dopo pochi istanti scostò gli occhi, come in segno di sconfitta, come se... Non avesse la forza di reggere lo sguardo di lui...
Notò subito i mormorii di stupore degli altri. Alex le passò accanto salendo i primi gradini e fermandosi a pochi centimetri da Benji. Si tolse l'asciugamano fradicio e, gettandoglielo addosso, gli sussurrò, in modo che anche gli altri sentissero:
- Io diventerò un pesce... E pure palla... Quando tu riuscirai ha dimostrare che io... Non sono femminile - terminò, sorridendogli, mentre Benji, in evidente imbarazzo, distoglieva lo sguardo, come se quello che aveva detto Alex, avesse un significato preciso.
Quest'ultima, rientrò in casa probabilmente per cambiarsi, mentre le risate degli altri salivano al cielo.
- Ancora una volta, ti ha fregato!- esclamò Tom ridendo... La familiarità con cui aveva parlato Tom, aveva stupito Kris... Aveva parlato, come se quello che era accaduto tra Alex e Benji fosse usuale, e, soprattutto, come se lui, loro, fossero soliti ad assistere a quei litigi...
- Scusate - iniziò Patricia, distogliendo Kristine dai suoi pensieri - se vi ho fatto aspettare. Pensavo che oltre ad Evelyn ci fossero le altre in casa, ma saranno in ritardo come il solito! - terminò, raggiungendoli e tendendo la mano verso Kris - In ogni caso rimedio subito: benvenuto Kristian in questa … non tanto umile casa. Per voi - disse, voltandosi verso i ragazzi mentre stringeva la mano di Kris - Non credo serva fare gli onori di casa. Comunque, bentornati - sorrise. Ma l'aria sembrava comunque pesante, ed il silenzio era sceso. Fu Holly a romperlo.
- Perché ci hai invitati? Non solo per una cena di cortesia… Non dopo quattro anni - disse, estremamente serio. Patricia annuì, aprendo la bocca per parlare, ma fu interrotta dalle risate di qualcuno appena uscito sulla terrazza. Insieme ad Ivy, Kimberly ed Alexandra, c'erano tre nuovi volti. Ma Kris non ebbe difficoltà a riconoscere i tre nuovi arrivi. La prima verso sinistra era una ragazza dai capelli scuri che ricadevano all'altezza del mento in riccioli sbarazzini. Portava un'aderentissimo vestito bianco perla che le arrivava parecchi centimetri sopra le ginocchia, con una camicetta semi - trasparente che non copriva affatto l'ampia scollatura del vestito. Poi veniva Kim e, accanto a lei un'altra ragazza, dai capelli castano - rossi lunghi fin sotto la vita, sciolti. I cortissimi pantaloncini verdi s'intravedevano appena sotto la lunghissima felpa, verde anch'essa, colore identico a quello dei suoi grandi occhi. Alla sua destra, Alex, poi Evelyn, ed infine l'ultima, una ragazza dai capelli biondo - rossi portati a caschetto, che portava jeans, un top e un giubbotto di jeans, il tutto in giallo. Erano, ne era sicura, rispettivamente Jennifer York, centrale ala della squadra insieme a Kimberly e ottima pattinatrice, Celine Gloucester, centrale e abile ginnasta, e Amily Plange, alzatrice della squadra e campionessa mondiale di ginnastica ritmica.

Kris sapeva che tutte e sei erano ottime amiche oltre che compagne di squadra nella nazionale di pallavolo femminile, ma i giornali di certo non avevano mai riferito nulla su una loro convivenza….

Poi, prima… Bruce e Mark parlando avevano nominato una certa "Sally"… La Gloucester, sicuramente. Quindi… Quindi, tutti, ragazze e ragazzi, si conoscevano?
L'aria era nuovamente tesa… Sentiva attraversarla una fitta ragnatela di sguardi. Il sole era calato, e per pochi istante la risacca fu l'unico rumore percettibile…
Era come un dipinto in cui tutti i personaggi sembrano star per compiere un'azione ma non possono, perché l'autore li ha bloccati in quella scena…

Fu proprio in quell'istante, che Kris ebbe la netta sensazione che, inevitabilmente e per la seconda volta in quel breve periodo, la sua vita sarebbe di nuovo cambiata.

- Siete di nuovo in ritardo - sentenziò la voce calda di Patricia, con tono perentorio.
- E' colpa mia, scusatemi! - esclamò a voce esageratamente alta Kimberly, sorridendo - Hanno dovuto aspettarmi perché mi ero fermata.. a finire… una cosa… alla scuola d'arte -
Patricia annuì, con un sorriso strano stampato in volto che Kris non riusciva a decifrare. Si avvicinò alle compagne.
- Ragazze, vi presento Kris Grover, il nuovo… pupillo di Alex. Kristian, loro sono Jen, Sally ed Amily, mie compagne di squadra, nonché migliori amiche…-
Kris si inchinò brevemente per salutare - E' un piacere conoscervi - disse soltanto.
- Piacere mio! - esclamò Amily sorridendo. Sally si limitò ad un cenno del capo, mentre Jen le si avvicinò:
- E così da domani… sarai tu il nuovo giocattolo di Alex? Buona fortuna!- terminò, sorridendo beffarda mentre Alexandra le lanciava uno sguardo storto.
Kris la guardò esterrefatta per un attimo, poi, esitante, rispose - Per me è un grande onore essere allenato dall'IGK-
Risa soffocate accompagnarono la sua affermazione.
Kimberly le si avvicinò posandole una mano sulla spalla e sussurrandole divertita:
- Te ne accorgerai! -

INTRECCI - Kris alla cena
SORPRESE PER CENA


Erano arrivati al dolce parlando del più e del meno, quando la domanda di Holly fu riproposta da Julian Ross.
- Allora, perché siamo tutti qua?-

Le ragazze si scambiarono qualche sguardo, e come al solito a prendere parola fu Patricia.

- E' semplice… Visto che, al termine del vostro campionato nazionale e di eventuali altri impegni come nazionale giovanile, entrerà anche per voi in vigore il progetto "Japan 2000"…-
- Ehi, aspetta un attimo, cos'è?- chiese Bruce, interrompendola.
- Kirk Pearson non ve ne ha parlato? - e, vedendo lo smarrimento negli occhi dei ragazzi, proseguì - E' un progetto che riforma completamente l'organizzazione sportiva del paese… Non ci saranno più singole federazioni, ma un unico organo direttivo, con diramazioni in ogni settore. Ogni squadra nazionale dovrà effettuare un ritiro complessivo annuale di sei mesi, ritiro che si terrà nella speciale sede di "Japan 2000", attrezzata per ospitare TUTTI gli atleti e le squadre giapponesi!-
- Sì, forse il signor Pearson ci aveva accennato qualcosa -
- Tom ha ragione, ma io non ci avevo capito un granché!- sentenziò, risollevato, Bruce Harper.
- La spiegazione era molto dettagliata, ma ancora non si capisce perché ci avete invitato tutti qui, stasera- s'intromise Mark Landers. Sally gli lanciò uno sguardo divertito, al quale Mark rispose voltandosi dall'altra parte.
Patricia, in risposta, fece un cenno del capo ad Evelyn, che si alzò e rientrò in casa, tornando con un grosso tubo di carta arrotolato tra le mani.
Facendo spazio sul tavolo, Patricia iniziò a srotolare parte del tubo.
- Semplice, perché saremo… Vicini di casa - disse, con una risata cristallina, indicando loro un punto della mappa.
Accanto al suo dito, stavano le scritte "Dormitorio M Juniores calcio" e, dopo la scritta "Porta divisoria", "Dormitorio F seniores pallavolo".
I volti dei ragazzi, che poco prima erano stati incollati alla cartina, si sollevarono all'unisono, guardando quelli delle ragazze come per chiedere una conferma. Queste sorrisero, mentre Kris osservava la scena sempre più confusa e perplessa su quello che le stava accadendo intorno.
- E' uno scherzo - disse, con un tono sul terrorizzato, Mark.
- Affatto - rispose Sally, sempre ridacchiando.
- Vorrei sapere chi ha avuto questa grandiosa idea! - sbottò Benji.
- Semplice, il consiglio direttivo generale - rispose Patricia.
- Ci sei anche tu, non è così? E' un'idea tua, Patty?-
- Non scherzare Philip, certo che no! E' stata un'idea di Eleonore. Appoggiata da Kirk -
- E perché il Presidente della federazione sportiva dovrebbe volerci vicini di stanza? - chiese Julian.
- Mai sentito parlare di pressione psicologica?- s'intromise Amily, che fino a pochi istanti prima era rimasta ferma, seduta al proprio posto, ad osservare la scena. Si alzò e si avvicinò al gruppetto di quelli in piedi, piazzandosi, casualmente, di rimpetto a Julian Ross - Spirito di competizione, desiderio di vittoria, comparazione… Tutte cose che spingono a dare il meglio di sé - terminò, sorridendo, e guardandolo dritto negli occhi. Julian arrossì e abbassò lo sguardo.
- Io non capisco perché… dovrebbe esserci spirito di competizione - affermò Holly quando già il silenzio era calato - Voi giocate a pallavolo, noi a calcio. Non abbiamo nulla a che vedere con voi -
- Sbagli - rispose Patricia - Noi… abbiamo la vostra stessa età… ci conosciamo da diversi anni eppure… mentre voi siete ancora nella nazionale juniores… noi siamo La nazionale di pallavolo femminile… La nazionale di pallavolo femminile che ha vinto le olimpiadi.
Holly rimase stupito dalle parole della ragazza. Annuì lentamente, e si risedette al proprio posto.
- Solo per questo? - chiese, dopo qualche istante.
- Sì, certo - rispose lei, secca. Se Holly davvero pensava che, dopo quello che era successo quattro anni prima, sarebbe stata lei a fare un ipotetico primo passo per qualcosa di diverso da una riconciliazione tra amici, si sbagliava. La colpa di quello che era successo, era sua. Era lui che l'aveva allontanata. Ed ora doveva sopportarne tutte le conseguenze.
La cosa comunque non riguardava solo lei. Anche le altre ragazze erano state d'accordo per quella cena, ma solo in quei termini. Considerando anche l'ultima discussione che aveva avuto con Eleonore, il Presidente di quello che ormai era "Japan 2000", il cercare di aver econ i ragazzi rapporti quantomeno civili, era praticamente necessario. Eleonore voleva affidarli a loro sei, renderle i loro "tutor". Dopotutto, i ragazzi erano gli unici "fuori dal mondo". I restanti sportivi giapponesi, si conoscevano tra di loro, e spesso erano amici intimi. Lei stessa era amica di tutti i capitani delle varie squadre, e spesso anche di qualche atleta singolo. Era questo che doveva essere "Japan 2000", nei suoi progetti. Una grande famiglia di amici che si aiutano e correggono gli uni con gli altri. Era l'unica soluzione possibile per il Giappone sportivo, almeno al momento.
Annuì tra sé e sé. Si, quella cena era stata la soluzione migliore. Era solo l'inizio di un lungo cammino, ma era almeno un inizio. E lei - anche le altre, ma soprattutto lei - aveva dovuto mettere da parte la cosa a cui più teneva, l'orgoglio. In qualche modo comunque, ci sarebbe stata l'occasione di umiliare Oliver Hatton.


- Passiamo al dolce? - chiese timidamente Evelyn, distogliendola dai suoi pensieri. Patricia annuì, e la ragazza rientrò in casa per prendere l'ultima portata. Si risedettero tutti, e sembrava che ognuno stesse riflettendo sull'avvenire e sul da farsi. Ma qualcosa comunque era cambiato. Sally e Mark, che avevano cercato di evitarsi dall'inizio della serata, si scambiavano qualche sguardo di sfuggita, ed anche Julian ed Amily. E sentiva su di sé lo sguardo di Holly. Continuò a sorridere, e a guardare altrove. Non gli avrebbe dato nessun tipo di soddisfazione.
Poi notò lo sguardo di Kris che, pensierosa e un po' confusa, cercava spiegazioni sui volti degli altri ragazzi. Sorrise. Ecco il nuovo argomento di conversazione!

- Ci siamo dimenticati - incominciò - che il nostro amico Kristian non sa nulla! - esclamò, attirando su di sé l'attenzione di tutti.
- In effetti…- mormorò, per la seconda volta quella sera, Kris, sperando di nuovo vivamente che qualcuno le spiegasse quella situazione ingarbugliata.
- E' vero, scusaci Kris! - esclamò Kim sorridendo, seduta due posti accanto a lei. - Finora abbiamo parlato senza tener conto di te! Siamo imperdonabili! - sorrise. E gli altri annuirono.
- Non c'è problema, figuratevi! - rispose Kris sorridendo a sua volta, felice che finalmente potesse capire di cosa stavano parlando gli altri. Patricia annuì, mentre Evelyn tornava appoggiando sul tavolo una gigantesca torta-gelato con budino.

- Allora… - iniziò Patricia, affondando il cucchiaino nel suo pezzo di torta - Noi sei, Evelyn compresa, ci conosciamo praticamente da sempre… I nostri genitori, nonni e bisnonni e così via, sono sempre stati migliori amici, e così è successo a noi. Non ci siamo separate che nove anni fa, -
- Dopo i mondiali di Parigi? - chiese Kris, interrompendola.
- Sì, esattamente. All'epoca se ne deve essere parlato molto -
Kris annuì, evitando di dire che, da appassionata e giocatrice di pallavolo che era stata, aveva sempre visto, in quella squadra di sei ragazzine quasi sue coetanee, una specie di mito, un esempio da seguire.
- Quando ci siamo divise, ognuna è andata per la sua strada. Sally è tornata alla sua vita normale, in Giappone, e, per mezzo del cugino Danny, ha conosciuto Mark. Anche Jenny ha continuato a vivere in Giappone, trasferendosi però ad Hokkaido, dove ha conosciuto Philip. Alex e Kimberly invece, al divorzio dei genitori, sono andate a vivere una in Germania, e l'altra a Parigi. Così, quando Benji si è trasferito in Germania, Freddy Marshall ha chiesto ad Alex di allenarlo, mentre il padre di Tom ha conosciuto quello di Kimberly, e così anche loro si sono incontrati. Amy e Julian frequentavano la stessa scuola a Tokyo, e così è stato anche per me, Evelyn, Holly e Bruce - terminò, sorridendo.
Allora era solo una casualità? Erano semplici conoscenti? No, non lo credeva…
- Hai dimenticato la parte in cui fai la manager della nostra squadra - sentenziò Bruce.
- Sai, certe cose spiacevoli tendo a rimuoverle - rispose ironicamente Patricia, terminando il suo pezzo di torta.

Era davvero Patty, quella? La sua Patty… No, non più sua… Non aveva più alcun diritto di dirla sua perché… era stata una sua scelta. Lei aveva solo agito di conseguenza. E aveva anche cercato di dirgli quello che le era accaduto tanti anni, ma lui… Lui non aveva ascoltato nel modo giusto. Ricordava ancora le sue parole…
- Perché, non te l' ho mai detto prima, e avrei dovuto. -
- E' tanto importante?-
- Potrebbe esserlo. Potresti odiarmi-
La odiava, ora? Forse… Per lo più, non riusciva a sopportare la situazione… Odiare, era un termine un po' troppo pesante.

Le cose si facevano più chiare… Patty era stata la manager della New Team. E, da quel che le risultava, la manager della New Team negli anni delle medie, era stata anche mascotte della nazionale. Normale quindi, che si conoscessero bene. Alex aveva allenato Benji, e Tom e Kim… si erano incontrati, in una città straniera, concittadini…
Ma allora perché Tom non gliene aveva parlato?

- Ah, a proposito di Germania… come sta Josie? - chiese all'improvviso Benji.

Il silenzio cadde nuovamente.

- Beh, che avete? Cosa sono quelle facce funeree? - chiese il ragazzo, vedendo in volto le amiche. Si erano tutte improvvisamente rattristate.
- E' morta - rispose semplicemente Kimberly.
- Cosa? Quando? - chiese Tom, sconvolto.
- Quest'estate - rispose di nuovo Kimberly.

All'improvviso, Alex si alzò, andandosene velocemente, senza dire nulla, in direzione della spiaggia.
I ragazzi si guardarono, stupiti, tra loro.

- Scusate… ma chi è?- chiese Bruce, formulando una domanda che rimbombava anche nelle orecchie degli altri.
- La mia sorellina - rispose Kim.
- Mi spiace… Non lo sapevo - rispose Benji - Le volevo bene - terminò, abbassando lo sguardo.
Kim annuì. - Tutti le volevano bene. Ma non credo che tu debba dirlo a me - concluse, sorridendo tristemente. Benji annuì e si alzò, dirigendosi nella stessa direzione presa da Alex.

Ecco perché… Siete tanto cambiate… Ma perché, perché non me l' hai detto, Kim? Pensavo di essere il tuo migliore amico… Kim…

Benji la raggiunse in poche, lunghe falcate. Se ne stava accasciata contro su una roccia, il capo vicino alle onde.

- Neanche a me è poi piaciuta così tanto la cena - disse, ironicamente, avvicinandosi e sedendosi sul bordo interno dello scoglio.
- Davvero divertente, Price - rispose Alex, comparendogli accanto. Benji le passò un fazzoletto, e lei si asciugò la bocca. - Grazie - rispose semplicemente.
- Quando me lo ridai, lo voglio lavato per bene, e non in lavatrice, mi raccomando -
Alex lo fulminò con lo sguardo per pochi istanti, ma lui, con il berretto sollevato e le braccia conserte, continuava ad osservare le stelle. Scosse il capo e sorrise. - Non sei affatto cambiato, essere -
- Tu invece, sei molto cambiata - disse lui - Avresti potuto dirmelo. Io le volevo bene, davvero -
Alex rimase in silenzio per qualche istante. - Ti ho mandato una lettera. E ti ho lasciato dei messaggi in segreteria -
- In luglio? - chiese lui.
Lei annuì mestamente.
- Mi spiace, io… Li ho ricevuti. Ma non ti ho mai richiamato perché…-
- Non preoccuparti, l'avevo capito. Non volevi sentire la mia orribile voce, non è così?-
- Alex… Avevo appena avuto l'incidente e…-
- Ti prego, smettila. Non hai bisogno di scuse. Probabilmente è meglio così - lo fermò lei bruscamente, mentre si alzava per andarsene. Benji la fermò per un braccio, facendola voltare.
- Ehi, aspetta! Io volevo davvero bene a Josie! Avresti almeno potuto… Lasciarmelo detto in segreteria, no?-
- Oh, sì, certo. " Bip. Ciao Benji, sono Alex. Josie è morta. Bip" - rispose lei, acida.
- Mi spiace io…-
- Lascia perdere - disse, divincolandosi e scomparendo velocemente nella notte, lasciandolo solo sulla spiaggia.

Aveva visto tutto. Non aveva sentito quello che si erano detti, era troppo lontana. Ma aveva visto… Una cosa era certa. Non erano di certo solo allenatrice e allievo.

- Non preoccuparti, è normale che litighino - disse una voce alle sue spalle. Kris non si girò, e Kimberly giunse accanto a lei, sedendosi accanto a lei sull'ultimo gradino prima della spiaggia.
- Mi dispiace per vostra sorella, Kimberly -
La ragazza annuì, lo sguardo rivolto verso il mare.
- Non ti sarà facile allenarti con quei due -
Questa volta fu lei ad annuire. Alex e Benji… Ogni volta che erano insieme, sembravano fare scintille.
- Ma sarà interessante. E anche divertente, se litigano per delle sciocchezze - aggiunse, sorridendo.
- Perché litigano? Si odiano? - chiese, istintivamente
Kim scosse il capo - No, al contrario. Solo perché si assomigliano molto, e sono due testardi e duri di comprendonio -
- Questo non è proprio il contrario di odiare -
- Vuoi sapere se si amano, Kristine? - chiese immediatamente lei, voltandosi per incontrare il suo sguardo.
- Te l' ha detto Tom? - no… Aveva promesso… aveva promesso che non l'avrebbe detto a nessuno…
- Non direttamente. Molto tempo fa mi aveva parlato di te, come Kristine Grover, ovviamente. Poi Alex mi ha detto che Freddy voleva farle conoscere un certo Kristian Grover… Ho fatto due più due, e quando ti ho vista, ho avuto la conferma -
- Eh? - chiese lei, stupita - si vede... così tanto?-
- No, anzi! Sei stata molto brava! Ma io sono una ragazza, e mi diletto a fare la stilista, per questo è normale che io ti abbia scoperto -
Kris annuì, spostando lo sguardo al suolo, mesta - Qualcun altro potrebbe … -
- Non ti devi preoccupare. Adesso non sei più sola! Hai ben sette alleate in più! E, questo è poco ma sicuro, nessuna di noi svelerà mai il tuo segreto. - disse, strizzandole l'occhio in segno d'incoraggiamento.
- Ti ringrazio - rispose semplicemente.
- Bene! E' ora di andare a dormire! - esclamò Kim, stiracchiandosi - Domani ti aspetta l'allenamento più duro della tua vita! -
- Temo anch'io…- sussurrò Kris, riferendosi a qualcosa di diverso dagli esercizi ginnici però.
- Alex ha capito subito che sei una ragazza, sai? Appena ti ha vista. Lei ha un occhio incredibile. E' un bene che ti alleni lei. Penso che il modo in cui un ragazzo deve essere allenato sia molto diverso da quello per una ragazza, sai? -
- Kim… - la bloccò, mentre stava salendo i primi scalini
- Sì, dimmi -
- Alex e Benji, beh, ecco, loro… - chiese, imbarazzata.
- No, Kris, non sono mai stati insieme. Ma io credo… Lo credo da sempre… Che in questo loro continuo battibecco, ci sia qualcosa di più… Qualcosa di molto profondo. E che, può darsi, un giorno… lo capiranno anche loro se ne avranno la possibilità -
- Cosa vuoi dire, Kim? -
- Semplice! Che se una persona ci piace… Non per forza deve essere la persona giusta per noi, e magari c'è qualcun altro che potrebbe esserlo, e aspetta solo di dimostrarcelo. Non è forse così? - terminò, sorridendo maliziosamente.

Era così trasparente? I suoi sentimenti per Benji erano così… evidenti? Anche Kim l'aveva capito… Una persona che conosceva da poche ore.

Era stata una serata particolare… Come condividere la stessa nuvoletta con nuovi, specialissimi amici. Amici… e rivali.
Julian Ross, Philip Challaghan, Mark Landers e, a quanto pareva… anche Alex e Kim.



Vuoi sentire ulteriori spiegazioni sulla situazione?

O

Andare al primo allenamento di Alex, Benji e Kris?