IDENTITA'
Il
direttore del New Times Osgood squadrò con simpatia
Isabel Jones, una delle sue migliori giornaliste free
lance:
"Complimenti davvero, non so quale dei tuoi due
articoli presentare a quel premio giornalistico, se
quello sui ragazzi di Liverpool non solo hoolingans o
quello sulle ragazze musulmane in Francia sospese dalla
scuola perché indossavano il velo..."
"Vedi tu", sorrise Isabel. Era una bella
giovane donna, dai capelli scuri e dagli occhi verdi.
"Sai, credo che quel viaggio con reportage negli
Stati Uniti tu te lo sia proprio meritato..."
"Grazie!", disse lei... Ma la parola Stati
Uniti l'aveva messa a disagio: non ci era mai andata,
c'era qualcosa là che la inquietava, e non erano le
statistiche sulla violenza nelle città....
"Pamela verrà con te..." Pamela Stewart,
fotografa, la sua più cara amica, da sempre.
"Grazie ancora".
"Meraviglioso
andare in America, non trovi?", le disse Pamela,
seduta con lei al ristorante messicano, "ho giusto
bisogno di cambiare un po' d'aria per dimenticare quello
stronzo di Tony, mi ha ben piantata!"
"Sì, effettivamente..."
"Isabel, ti vedo perplessa..."
"C'è qualcosa che mi inquieta, qualcosa..."
Pamela stette zitta: sapeva benissimo cosa c'era che non
quadrava nella vita di Isabel.
Isabel
Jones era una brillante giornalista specializzata in
reportage sui giovani e le donne. Era carina, ambiziosa
ma simpatica, volitiva. Ma la vita per lei era cominciata
solo 21 anni, quando aveva 14 anni, ed era stata...
trovata dai suoi genitori adottivi, Rick e Betty Jones,
nella campagna vicino ad Oxford. Non ricordava niente di
prima, né da dove venisse, né se aveva avuto dei
genitori, niente di niente.
E Rick e Betty, già sconvolti dalla morte della loro
vera figlia, in un incidente di moto, avevano preferito
tacere e prenderla con loro. Nessuno si era mai fatto
vivo per Isabel. Isabel era intelligente, aveva
recuperato subito la scuola, adorava scrivere, adorava i
gatti, adorava giocare a Monopoli e Risiko. Era
infastidita dalla luce troppo intensa ed aveva paura
degli oggetti affilati.
Un
particolare che pochi conoscevano, solo i suoi genitori
adottivi e il dottor Baker, il suo medico privato, era
che aveva al tempo del suo ritrovamento, diverse
cicatrici ad ipsilon vicino ai polsi, sul petto, sulla
schiena, sul collo. Con gli anni erano quasi sparite,
senza che nessun avesse voluto e potuto svelare il suo
mistero.
Ma Isabel aveva un ricordo, un ricordo che ritornava: un
ragazzino castano con i suoi stessi occhi, che vedeva
qualche volta in sogno, sempre più sovente ultimamente,
un ragazzino gentile ed affettuoso, che lei vedeva che
piangeva... per lei.
E poi era
successo un altro fatto. A Parigi, mentre si documentava
sull'articolo sulle ragazze islamiche, aveva avuto un
piccolo incidente d'auto, battendo la testa. E nei sogni,
accanto al ragazzino, le compariva ora un uomo abbastanza
giovane, alto, bello e dallo sguardo triste, che la
aspettava, da qualche parte.
Ne aveva parlato con Pamela, che aveva scosso la testa ed
aveva detto:
"Sei la solita sognatrice!"
Eppure era tutto molto strano ed inquietante. Isabel
voleva sapere dove era stata i primi 14 anni della sua
vita, e chi era quel ragazzo. Ma nello stesso tempo
temeva di scoprire qualcosa di terribile.
Osgood salutò lei e Pamela in partenza da Heathrow per
New York:
"Mi raccomando, voglio tante foto ed articoli!"
Lei e la sua amica annuirono, ma nello stesso tempo
Isabel fu presa da una paura improvvisa: sentiva che
qualcosa sarebbe cambiato per lei, per sempre.
Dana Scully
entrò nell'appartamento 42 a Martha Vineyard, dal suo
collega Fox Mulder. Collega o cosa? Era sempre molto
difficile definire il loro rapporto, che ora aveva avuto
un'evoluzione molto particolare.
Quando Teena Mulder, sua madre, si era suicidata, Fox era
disperato: e Dana era rimasta per tutta la notte vicina a
lui, sul suo stesso letto, a stringerlo, cullarlo e
consolarlo.
Da allora, il copione si era riproposto: succedeva sempre
più spesso che o lei andasse a casa di lui o lui venisse
a casa sua.
E la piega cominciava ad essere... imbarazzante. Due
notti prima, a casa di Scully, i due si erano
addormentati abbracciati e in pigiama. Nel cuore della
notte, nel dormiveglia, Scully aveva sentito che Mulder...
la stava esplorando con le mani. Le aveva toccato il
collo, coccolando dove sentiva il battito del suo cuore,
i seni, la schiena, le natiche, le gambe, il ventre,
sfiorandole leggermente l'inguine.
Scully era rimasta ferma, anche se si sentiva fremere e
tremare dentro di sé. I suoi seni si erano induriti, si
era sentita stranamente umida... E poi lui le aveva dato
un bacio sulla bocca, un po' più profondo di quello che
le aveva dato a Capodanno... E lei, medico o non medico,
aveva capito che prima o poi sarebbe successo qualcosa di
particolare. Ed aveva deciso di farlo accadere.
Non era
preoccupata per questo. La preoccupava la rassegnazione
di Mulder, che ormai credeva Samantha morta. Stranamente,
ora era lei a volerla ritrovare a tutti i costi, a tutti
i costi... Era lei a non volersi arrendere, mai....
Non poteva accettare che quella bambina fosse morta, che
Mulder avesse dedicato la sua vita e le sue
investigazioni a una persona scomparsa da oltre vent'anni:
scomparsa nella luce delle stelle.. ma che assurdità.
A questo punto lei avrebbe scoperto la verità, per
restituirgli almeno una tomba su cui piangere e portare
dei fiori insieme.
Pamela si
guardò attorno: era davvero eccitante essere in America
con Isabel. Avevano programmato un giro alla ricerca
delle varie realtà giovanili. Prima tappa New York, con
una visita a Park Avenue, a vedere i giovanissimi della
nuova aristocrazia e l'altra ad Harlem e nel Bronx. Poi
il New England, tra vecchi e nuovi ricchi, le antiche
magie degli avi e il mondo contadino. In seguito Miami.
Poi la vita dei giovani a Washington. Una puntata in
Montana, per vedere come vivevano i giovanissimi nel
glorioso West. New Orleans, la città maledetta. E per
finire San Francisco e Los Angeles. Isabel però era
strana e preoccupata, e dire che normalmente le cose come
questa la eccitavano enormemente. Finì di concordare il
noleggio dell'auto e poi si diresse con lei verso i taxi,
taciturna e tremante.
"Non so Pamela cosa mi stia succedendo", disse.
Central
Park era una vera fonte di informazioni, e Isabel
sembrava aver ritrovato un po' di brio. Avevano fatto
decine di foto, di riprese e di interviste a giovani di
ogni tipo e look. Ad un tratto Isabel impallidì e si
fermò. Pamela guardò in direzione del suo volto e vide
che c'era un uomo anziano, intento a fumare, con vicino
un'infermiera. Aveva uno sguardo torvo e inquietante, ma
in fondo era solo un vecchietto con il vizio della
sigaretta...
Isabel tremava come una foglia, era terrorizzata.
Pamela le posò una mano sulla spalla:
"Dai..."
Gli occhi di Isabel si incontrarono con quelli dell'uomo
che fumava, che la fissò per un attimo. Poi scappò, a
gambe levate, inseguita da Pamela:
"Cos'hai?"
"Sono sicura di averlo già visto, in un posto dove
mi facevano male.... "
"Isabel..."
"Ma ti rendi conto che io non so niente dei miei
primi 14 anni di vita?"
Pamela annuì. Sapeva di questa tragedia della sua amica.
Ma in fondo perché preoccuparsi? Era bella, amata,
intelligente.... Certo che non sapere niente del proprio
passato poteva essere un tormento, e Pamela lo capiva.
L'uomo con la sigaretta rimase perplesso: quella ragazza
aveva paura di lui. Non poteva essere una dei bambini,
nessuno era ancora vivo.. nemmeno Samantha. O meglio
Samantha era scomparsa...
Una storia assurda.
Ma quegli occhi... decise di chiedere per curiosità chi
fosse quella ragazza. Non poteva rischiare che ci fosse
in giro qualcuno che ricordasse.
Scully
scosse la testa, frustrata. Voleva scoprire la verità su
Samantha, ma tutte le tracce si arenavano lì dove erano
finite. Non c'era altro. Diede alcune foto alla sua amica
Christine, di professione grafica, perché le ritoccasse
e cercasse di scoprire come poteva essere diventata.
Glielo doveva a Mulder. Ora più che mai.
Una settimana prima la loro relazione si era trasformata
da una grande amicizia ad amore. Ora lei passava le sue
notti abbracciata a lui, ad ascoltare il suo respiro e a
pensare a come renderlo felice. Lui l'amava, non c'erano
dubbi. Ma lei voleva che fosse sereno davvero, e non
perché si era arreso.
Suonò il cellulare: era Christine, le aveva preparato
quelle immagini.
Era stata bravissima, ecco come potevano essere i volti
di Samantha se fosse stata ancora viva. Ma ora cosa
poteva fare? Beh si sarebbe rivolta ai Gunmen, per
inoltrare quel volto su Internet per vie parallele e
magari confrontarlo con gli archivi anagrafici.
Pamela e
Isabel entrarono nel centro commerciale, a due passi
dalla Pensylvania Avenue. Il loro giro stava procedendo
bene, eccetto per quello che era successo qualche sera
prima, mentre passavano vicino ad una vecchia base
militare abbandonata.
Di nuovo Isabel aveva iniziato a tremare e piangere, a
dire cose strane, parlando di torture e esperimenti.
Pamela le aveva suggerito di sottoporsi a degli
esperimenti di ipnosi una volta tornata in Inghilterra.
Ma a questo punto Isabel non era più sicura di voler
scoprire la verità.
In fondo, aveva il suo lavoro, tante certezze... quelle
visioni erano spaventose e la lasciavano distrutta dentro.
E se scoprire la verità l'avesse distrutta?
Mulder e
Scully si sedettero alla tavola calda all'interno del
centro commerciale: ogni tanto era bello venire a
mangiare lì. Mulder era dolce come sempre, e si misero a
sfogliare qualche rivista sugli ufo in attesa di essere
serviti. Intorno a loro il locale si stava riempiendo.
Scully alzò lo sguardo dalla rivista che leggeva per
guardare verso il bancone e di colpo il suo cuore si fermò.
C'era una giovane donna identica al migliore dei
fotoritocchi di Christine. Era lei. Poteva essere
Samantha.
Isabel girò
lo sguardo intorno, alzandolo dai suoi appunti. Carina
quella rossa che la fissava... carino lui.... mamma mia,
ma era quello dei suoi sogni!!!
Rimase a bocca aperta. Lui.. lo sognava sempre... ed era
davanti a lei!
"Esiste, Pamela, esiste.. il ragazzo dei miei sogni!"
"Beh, complimenti..."
"Oddio, ma cosa mi sta succedendo?"
Isabel cercò
di concentrarsi sul lavoro, ma troppi pensieri le
attraversavano la testa. Tutti quei ricordi strani e
spaventosi e la presenza di quell'uomo giovane...
Un bussare alla porta della sua camera d'albergo la
riscosse. Aprì: e vide stupita la giovane con i capelli
rossi che era insieme all'uomo dei suoi sogni.
"La signorina Isabel Jones? Sono Dana Scully, agente
federale"
Isabel rimase per un attimo interdetta:
"Tutti i miei documenti sono a posto...."
"Non vengo qui in modo ufficiale. Sono qui a titolo
personale e privato. Ho fatto delle indagini sul suo
conto e credo che lei possa essere una persona che io sto
cercando".
"Io sono Isabel Jones, e sono una giornalista. Sono
negli Stati Uniti per un reportage sui giovani"
"So anche che lei non ricorda nulla dei suoi primi
14 anni di vita."
Isabel sentì che poteva fidarsi di Scully:
"E' vero. Ho strani stralci di qualcosa di orribile..."
Scully le porse un dossier:
"E' relativo a una ragazza scomparsa: Samantha
Mulder, la sorella dell'uomo che lei oggi ha guardato con
tanto interesse. Da tutta una serie di rilievi credo di
poter dire che lei sia Samantha..."
Isabel scorse il dossier: lei aveva avuto un altro nome..
oddio riconosceva il bambino delle sue visioni, suo
fratello Fox.. La sua abilità nei giochi di società...
Le sue paure....
No, non poteva essere vero. Lei non poteva essere questa
Samantha, ceduta dal padre per sporchi giochi di potere,
sottoposta ad esperimenti da fare invidia al dottor
Mengele.. non ricordava niente, aveva cominciato da zero,
aveva preso il diploma e poi la laurea in giornalismo,
aveva imparato tre lingue, aveva viaggiato, aveva
imparato ad andare a cavallo.... non poteva essere vera
una cosa così orribile..
"Io.. non so che dire, non ricordo niente di preciso...
ho una mia vita, un lavoro, questo cosa significherebbe?"
"Significherebbe portare gioia ad una persona che ha
sofferto per lei per oltre vent'anni, fino a rassegnarsi.
Una persona che rappresenta il migliore dei fratelli che
si possano avere. Una persona magnifica! Una persona di
cui essere fiera, come credo lui lo sarebbe di lei"
"Lei tiene molto a quella persona, non è vero? Mi
spiace, ma non so se posso aiutarla... per tanti anni ho
voluto scoprire cosa era stato di me i primi 14 anni
della mia vita, ma ora ho solo paura.."
"La capisco, ma pensi a tutto quello che Fox ha
fatto per lei e in nome suo."
Isabel distolse lo sguardo, stravolta. Come poteva?
La porta si aprì di scatto. Entrò Pamela, tremante come
una foglia, seguita da un uomo giovane con una pistola in
mano.
"Krycek!"; urlò Scully.
"Vedo che sei venuta a trovare questa persona molto
interessante, Scully. Credo che sia davvero qualcuno di
interessante, non trovi? Altrimenti il nostro amico con
la sigaretta non mi avrebbe ordinato di tenerla d'occhio."
Isabel si sedette:
"Mi spiace... ma io non posso aiutare nessuno di voi...
non ho niente da dirvi e darvi. Io ho la mia vita.. e non
voglio rinunciarvi. Non so cosa dire..."
Scully abbassò lo sguardo, mentre le lacrime le rigavano
il volto. Niente da fare, non sarebbe mai andata da
Mulder. Anche Krycek abbassò l'arma.
"Che svista!", disse uscendo dalla stanza.
Scully uscì poco dopo, sconsolata. Krycek l'aveva
aspettata all'ascensore:
"E' la sorella di Mulder, vero?", chiese ma
senza minacciarla.
"No. Lo credevo. Ma lei è un'altra persona".
"Beh dirò al mio capo che Samantha Mulder è
scomparsa per sempre. Non è così vero?"
Scully non disse più niente.
Quella
notte Isabel si addormentò. E sognò. Sognò una casetta
dove aveva giocato con suo fratello, sognò di essere
rapita e torturata, sognò di non aver mai perso l'amore
per suo fratello e la speranza di rivederlo, sognò di
essere fuggita e di aver chiesto in una preghiera
disperata di avere una seconda possibilità... E l'aveva
avuta, era rinata Isabel Jones, giornalista brillante e
simpatica. Aveva la sua vita. Aveva avuto la sua seconda
possibilità. Prima c'era stato solo odio e violenza. Ma
c'era stato suo fratello. Era il suo pensiero che l'aveva
tenuta in vita, era il suo pensiero che le aveva dato la
forza di scappare, era il suo pensiero che l'aveva spinta
a cercare di avere una seconda possibilità.
Lei era Isabel Jones, ma era anche Samantha Mulder. E
doveva fare una cosa, doveva.
Mulder e
Scully stavano preparandosi per uscire, dovevano prendere
dei contatti per andare a investigare su un caso a
Chicago. Di colpo suonarono alla porta. Mulder andò ad
aprire: strano, gli sembrava di conoscere quella ragazza.
"Salve... signor Mulder.. Fox.. io... sono..credo di
essere tua sorella Samantha!"
Scully arrivò dopo e vide Mulder incredulo che stringeva
a sé Isabel o Samantha.
Era riuscita nel suo intento. Era riuscita a dare
qualcosa di grande a Mulder. A ridargli la serenità. E
anche ad Isabel-Samantha. Si avvicinò a loro e strinse
anche lei Fox e Samantha. Avrebbero avuto tempo per le
spiegazioni e per raccontarsi tante cose. Ma ora dovevano
stringersi e darsi affetto.
"Comprerò
il tuo libro!", disse Mulder, "e mi raccomando,
fatti sentire!"
"Certo", disse Isabel, "non voglio
perderti.. anche se per una volta che ho incontrato un
ragazzo di cui potrei innamorarmi lui ha già una
bellissima fidanzata e per di più è mio fratello!"
"Legge di Murphy", disse Scully, "auguri e
complimenti per il tuo lavoro. Ho letto i tuoi appunti e
continua così! Mi raccomando, però sii prudente.. non
divulgare questa cosa in giro!"
"Certo.. ufficialmente voi siete i miei migliori
amici.. Sono felice di essere venuta qui... e di avervi
conosciuti!"
Pamela li raggiunse dopo poco. Che simpatici i nuovi
amici di Isabel, un po' strani ma grandiosi! E anche lei
stava meglio.
"A presto Fox... Dobbiamo finire una partita,
ricordi?"
"Sì, ma ora sono diventato bravo!!!"
"Non ci credo! Ciao!"
Isabel Samantha partì. Ma questa volta suo fratello
sapeva dove viveva, sapeva cosa faceva, e sapeva che
l'avrebbe rivista. E che ci sarebbero state tante cose
tra di loro, ancora.
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