Hukiushu


Nota: Hukiushu vuol dire vendetta in giapponese.

Leon Gauthier uscì dal tabaccaio ed accese una delle Gauloise del pacchetto che aveva appena comprato. Era solo, come sempre. Del resto, lo sapeva... Quando nella vita si fa il killer a pagamento (lui preferiva la parola mercenario!) a 65 anni si arriva ad essere soli. Con qualche soldo ma soli. E grazie di non essere morti prima, anche se Leon avrebbe voluto morire tanti, troppi anni prima.
Pensò a un suo collega più giovane, quell'Alex Krycek che aveva conosciuto in Asia cinque anni prima (come vola il tempo!) e che gli era piaciuto, più di quell'altro, quel sudamericano, Cardinal o come cavolo si chiamava. Gli piaceva perché somigliava a lui, alla sua età, perché era stato a sentirlo dopo quella storia in quella villa nei pressi di Tokyo mentre lui gli raccontava dell'Algeria e di Aicha e gli diceva di non perdere la sua umanità, per non rimanere solo, solo per sempre. Come lui.
Leon si incamminò lungo il vicolo: era sera e non c'era nessuno. Poi sentì dei passi, dei passi dietro di lui... Si girò. La vide. E la riconobbe. La ragazza di quella villa di Tokyo. La figlia del bastardo. La ragazza che Krycek non aveva voluto uccidere, perché era stufo di sangue quel giorno. La ragazza che l'aveva portato a parlare con Alex di quella ferita in Algeria, quando aveva rinnegato i suoi sentimenti ed Aicha, lasciando che la torturassero, lasciando che la uccidessero... Era lei, ed era venuta per lui.
Leon era stanco di combattere, stanco di uccidere, stanco di vivere, stanco di fumare: e lasciò che lei gli sparasse in fronte. Ora lei non c'era più... C'era Aicha, che lo aspettava da quarant'anni, che l'aveva perdonato, che non l'avrebbe più lasciato... mai più..

I due ragazzi si avvicinarono alla ragazza ancora con la pistola fumante:
"Hai rischiato grosso, Midori..."
"Non c'è da preoccuparsi... Mio padre era dentro di me e mi ha guidata.... Mi ha fatto vedere la sua paura, e cosa quel bastardo ha fatto.... Ma non è finita: ora tocca al terzo, in America... E per lui non sarà così facile... Lui deve morire soffrendo, e tanto! Mio padre mi parla ogni notte e mi dice che cosa ha fatto, e lo vedo ucciderlo a sangue freddo"
In un lampo i tre ragazzi sparirono: Midori aveva insegnato ai suoi amici tutta una serie di tecniche segrete ninja per sparire in frettissima, e nascondersi negli anfratti di una qualsiasi città.
Poco dopo una donna, portando a spasso il cane, trovò il cadavere di Leon e diede l'allarme. La polizia di Parigi commentò:
"Era un ex agente segreto... avrà pestato i piedi a qualcuno!"
e chiuse il caso.

Una settimana dopo.
"Cosa voleva Skinner da te, Scully?"
"Dopodomani viene in visita qui all'Edgar Hoover Building la figlia dell'ambasciatore giapponese a Washington, Mayumi Ichihara: devo farle da guida..."
"Congratulazioni!"
"Pensa che ha solo 16 anni, è nata qui in America, e vuole diventare agente federale! In attesa di quello il padre ha pregato Skinner di farle conoscere l'ambiente dell'FBI e così..."
"Del resto, Scully, ormai nemmeno più le ragazze giapponesi sono legate agli schemi del passato, non sono più geishe in abiti color pesca. Anzi, sono molto moderne ed emancipate, a volte troppo!"
"Beh, sai cosa penso Mulder? Che noi ci facciamo condizionare troppo dagli stereotipi!"
"Hai ragione Scully!" Si trovavano d'accordo su una cosa, ma malgrado le divergenze che c'erano tra lui e lei, una pragmatica e l'altro pronto all'insolito, avevano forse più punti in comune di tanti altri.
"Comunque Mulder la visita mi impegnerà al massimo un paio d'ore, così poi potrò aiutarti a mettere a posto quelle diapositive!"
"D'accordo!" Stavano scansionando e mettendo su cd rom tutta una serie di diapositive raccolte in giro su Ufo e simili. Un lavoro lungo, ma che svolgevano volentieri insieme.

Periferia di Washington.
"Allora è qui Midori che vuoi fare quella dimostrazione?", chiese Kenji, un ragazzo sui vent'anni.
"Certo, e se basterà quella non faremo altro", disse tranquilla Midori, la ragazza, mentre cominciava a disporre la dinamite.
"Speriamo che nessuno ci abbia visto!", disse Hiroshi, l'altro ragazzo, anche lui ventenne.
"Non ti preoccupare: qui alle nove di sera non c'è nessuno, questi sono vecchi stabilimenti, abbandonati, ma che presto, molto presto dovrebbero essere trasformati in un centro commerciale. Noi colpiremo qui, ora, e se non verremo ascoltati colpiremo altrove. Ho già in mente il piano. Spero non vorrete fermarvi: quel bastardo ha ucciso i nostri padri e deve morire! Loro non avranno pace finché lui non morirà: ho visto mio padre stanotte in sogno e mi ha detto di continuare, di arrivare fino in fondo..."
"D'accordo Midori, fino in fondo!"
I tre ragazzi terminarono di disporre le cariche di dinamite e poi si allontanarono: erano su una collina che guardava verso la vecchia zona industriale della periferia di Washington quando mezz'ora dopo tutto scoppiò.
"Se non si spaventano per questo...", disse Hiroshi.
"Non ti preoccupare, sono americani e temono questo più ancora di noi giapponesi, malgrado quello che ci è successo!", disse secca Midori.
L'esplosione scosse due quartieri residenziali nelle vicinanze e fu avvertita in quasi tutta Washington. Anche l'FBI fu subito allertato. Midori disse ai due suoi amici:
"Ed ora pronti a distribuire le videocassette!"

Mulder e Scully non si occuparono quella notte delle immediate conseguenze dell'esplosione, pur sapendo quasi subito del fatto. Si telefonarono per consultarsi.
"Cosa ne dici Mulder? Sarà stato il racket, o cosa?"
"Sarà... ma mi sembra strano.."
"Dirai mica che ci sono di mezzo gli alieni!"
"Il racket può essere plausibile, però... non mi convince... Sì, volevano fare un centro commerciale e può darsi ci fossero delle lotte dietro... però.... Sentiremo domani mattina al lavoro!"
Appena arrivati all'Edgar Hoover Building furono subito convocati da Skinner:
"Qualcuno ha lasciato questa videocassetta vicino al palazzo... indirizzata a lei, agente Mulder! Videocassette simili sono state lasciate fuori dal Washington Post, di alcuni distretti di polizia e di un paio di emittenti televisive. E' legata ai fatti di stanotte!"
Fox Mulder mise la cassetta nel lettore e sullo schermo comparve una ragazza giapponese giovane, vestita come gli antichi ninja.
"Mi chiamo Midori Ikeda. L'esplosione è opera mia: voglio una cosa dal governo americano, altrimenti capiterà di peggio. Cinque anni fa mio padre, insieme ai padri di altri due miei amici, è stato assassinato da tre rinnegati. Uno, Luis Cardinal, è morto in carcere. L'altro, Leon Gautier, è stato giustiziato da noi a Parigi la scorsa settimana. Il terzo, Alex Krycek, è ancora latitante. Chiediamo al governo degli Stati Uniti, all'FBI e a Fox Mulder di consegnarcelo vivo per giustiziarlo. Merita di morire. Se non lo farete, ne pagherete le conseguenze come suoi complici. Ed ora un messaggio per Fox Mulder: ti do l'opportunità di vendicare te e la tua collega, aiutami!".
"Laconica!", commentò Scully. Mulder era rimasto in silenzio. Skinner commentò:
"Bisogna capire fin dove questa qui è una ragazza viziata che gioca e fin dove fa sul serio. Onestamente, Alex Krycek lo stiamo cercando anche noi, da parecchio tempo, ma non sappiamo dove sia... Inoltre, dati i precedenti non possiamo certo liquidare una cosa del genere come una banale ragazzata: vista l'entità dell'esplosione stanotte direi comunque che si tratta di gente organizzata..."
Mulder continuava a tacere. Krycek aveva ucciso il padre di quella ragazza, che lui vedeva come una creatura provata dal dolore, sotto quella maschera feroce che indossava. Certo, c'era dolore in lei, ma anche fanatismo... Ma in fondo Krycek aveva ucciso il padre di Midori, come suo padre, come Melissa Scully. Capiva il desiderio di vendetta di Midori, e in una parte di sé lo condivideva. Trovare Krycek e fargliela pagare per tutto, per il suo tradimento, per la morte di suo padre, per essere con il Consorzio, per la morte di Melissa, per il rapimento di Scully, per tutto. Che tentazione meravigliosa, eccezionale. Ma qualcosa in lui diceva che era inaccettabile, che era la strada per portare se stessi e il mondo alla rovina, alla fine di ogni cosa bella... Certo che la tentazione era forte.
"Agenti Mulder e Scully, cercate di scoprire quali potrebbero essere le prossime mosse di questa persona... avete capito?"
Mulder compose subito il numero di telefono di Langly, grande appassionato ed esperto di Giappone.
"Sai già quella storia, vero? Senti, cercami notizie su questa Ikeda, su suo padre, qualcosa, ti prego!"
"Sarà fatto! Ho saputo che si è rivolta anche a te, certo che vuole vendicarsi, vero?"
"Io lo capisco Langley, ma non posso approvare!"
"Certo, vedrò cosa posso trovare!"
Un paio di ore dopo Langly chiamò Mulder:
"Ascolta... Toshio Ikeda, il padre di questa Midori, era un pezzo grosso della yakuza, la mafia giapponese. E' stato assassinato per mano ignota cinque anni fa, insieme a Shingo Kurumada, suo collega, e Masami Araki, il suo autista. Hanno lasciato un figlio per uno... Che dirti Mulder? Questi tre ragazzi pare abbiano mollato la scuola e siano spariti, per preparare la loro vendetta... Inoltre pare che la ragazza, Midori, si sia sempre interessata di poteri paranormali, e dopo l'assassinio del padre sosteneva di essere in contatto con lui... Possono essere molto pericolosi e determinati."
"L'animo dei kamikaze!"
"E degli antichi ninja. Cose ancora presenti nella società giapponese, malgrado tutto. Del resto, se pensi alle nostre sette. Non sottovalutateli, ma soprattutto ricordate che saranno imprevedibili."
"Anche volessimo, non sappiamo dove sia finito Krycek!"
"Lo so: ma loro non si fermeranno... Attenzione!"

Sede del Consorzio.
"Hai sentito?", disse uno dei membri all'Uomo che Fuma.
"La storia della ragazza giapponese? Sì, ho sentito!"
"E cosa facciamo?"
"Noi non possiamo fare niente. Solo guardare. E' un tipo in gamba, potrebbe esserci utile!"
"E se facesse qualche pazzia?"
"Allora potremmo anche sacrificare Krycek, tutto sommato... Un tipo scomodo... A proposito, dove sarà finito?"
"Non sappiamo..."

Chiesa di Sainte Marie, Washington.
Alex Krycek stava in silenzio, dentro. Gli era giunta notizia che Leon Gautier era morto. Leon. Avevano lavorato insieme, e di tutte le persone che aveva incontrato sentiva che era una persona straordinaria, particolare. Solo, terribilmente solo, pieno di rimpianti, l'aveva preso in simpatia quasi come se fosse stato il figlio che non aveva avuto. Il figlio suo e della sua Aicha, di cui gli aveva raccontato la storia là in Giappone. Era morto, e si sapeva poco del come: forse era rimasto vittima di una rapina, forse di un vecchio regolamento di conti.
"Riposa in pace con la tua Aicha, Leon...", disse Alex uscendo dalla chiesa.

Giardini del Campidoglio, Washington.
Era quasi sera, ma c'erano molti turisti, anche giapponesi. Tre ragazzi sembravano conversare piacevolmente, ma in realtà la realtà era ben diversa:
"Non ci hanno preso sul serio", disse Midori, "nessuno ci dice niente: dobbiamo attaccare domani, per vendicarci!"
"Forse è il caso di aspettare....", suggerì timidamente Kenji, "magari non sanno dove è..."
"Stanotte ho sognato mio padre", disse Midori, "e lui mi ha detto che ci stanno ingannando... Dobbiamo agire!"
"Come vuoi tu!", dissero all'unisono Hiroshi e Kenji.
Ormai era tutto deciso.

Edgar Hoover Building, mattino dopo.
Dana Scully sorrise alla ragazza dai lineamenti orientali, vestita con la classica uniforme alla marinara degli studenti giapponesi. Mayumi Ichihara era davvero molto carina.
"Buon giorno Mayumi, siamo onorati di avere una tua visita!", disse Dana, chinando leggermente il capo.
"L'onore è mio. Io vi ammiro, voglio diventare come voi!"
Per un attimo Dana Scully pensò che forse i nonni di Mayumi si sarebbero rigirati nella tomba, ricordando i tempi in cui Stati Uniti e Giappone erano mortali nemici. Ma quei tempi erano finiti, per sempre, e per fortuna. Mayumi era una persona del nuovo millennio, molto di più di lei e di Fox Mulder. Mayumi sembrava molto interessata a quello che lei le avrebbe raccontato.
Bill Wills, uno dei guardiani, un massiccio uomo di colore, sorrise ad entrambe:
"Che bella giornata, oggi, vero...."
Non riuscì a terminare la frase che di colpo tutto si annebbiò, nell'atrio dell'Edgar Hoover Building. Una nebbia fitta e pesante avvolse tutto, facendo piegare a terra, le persone presenti. Dana Scully sentì una fitta ai polmoni, si sentì svenire e sentì due braccia decise che la afferravano. Una pistola puntata alla tempia. Ma non poteva reagire.

Per mezz'ora l'atrio dell'edificio fu un inferno di nebbia ed esalazioni: dovettero intervenire i pompieri a diradare la coltre e a quantificare i danni: tutti i presenti avevano una leggera intossicazione, niente di grave. E molti ricordavano di avere visto Bill, Dana Scully e Mayumi Ichihara in un angolo della sala. Loro tre mancavano all'appello.
Fox Mulder era in ufficio, un po' sperso dalla mancanza di Scully. Non vedeva l'ora che lei tornasse e gli raccontasse tutto. Sentì l'allarme anti incendio, cercò di infilarsi nell'atrio, di capire cosa succedeva. Arrivò nell'atrio per sentire dire che probabilmente era stato un attacco misterioso, forse terroristico, e che non si trovavano più tre persone, tra cui l'agente Scully.
Disperato, si guardò attorno, tossendo per il gas, non mortale ma fastidioso, cercando di vedere se lei c'era. Poi il cellulare suonò. Una voce di donna, una voce di donna giovane.
"Agente Mulder?"
"Chi parla?"
"Midori Ikeda. Abbiamo la sua collega Scully e altri due ostaggi, il guardiano Bill Wills e la figlia dell'ambasciatore giapponese Mayumi Ichihara".
"Dove siete?"
"Sotto i vostri piedi, nel vano caldaie. Niente scherzi, o facciamo saltare tutto l'edificio..."
"Cosa volete?"
"Alex Krycek, vivo, per giustiziarlo".
Fox Mulder fu preso dal panico: facevano sul serio, non erano solo tre ragazzini viziati che giocavano. Skinner e Langly avevano ragione.
"Non avete scampo....", tentò una frase, temendo per le conseguenze.
"Voi non avete scampo: abbiamo messo vicino ai bocchettoni dell'aria dei contenitori con gas nervino ed abbiamo piazzato una bomba. Avete dodici ore per portare qui Krycek!"
"Ma non sappiamo dove si trova!", la sua voce tremava. Se l'FBI avesse saputo dove era forse lo avrebbe già arrestato. O forse no. Fox temeva che l'agente Krycek avesse amicizie molto altolocate e particolari. Era sparito nel nulla dopo il rapimento di Scully, e si faceva vivo e poi scompariva in continuazione. Tutti i suoi indirizzi erano falsi. Certo che era coperto, ma come smuovere la sua copertura...
"Lasciate andare gli ostaggi..."
"Ci servono.... Agente Mulder, io Midori Ikeda, desidero trattare solo con lei!"
Skinner ed altri agenti si avvicinarono a Mulder:
"Sono qui", disse lui, "quei tre ragazzi giapponesi hanno preso in ostaggio l'agente Scully, Mayumi Ichihara e Bill Wills. Sono nel vano cantine, e pare che siano armati e che abbiano minato l'edificio. Vogliono Krycek, vivo".
"Assurdo!", disse Skinner, "lo ricerchiamo anche noi... Fatemi parlare..."
Midori sussurrò nella cornetta a Mulder:
"Tu lo devi trovare.... Vieni giù e guarda da fuori che non scherziamo.. solo!"

Dana Scully emerse dal torpore provocato dal gas. Era legata con le mani dietro alla schiena, ad una sedia. Vicino a lei c'era Mayumi, terrorizzata ma lucida, e poco più in là Bill.
Tre ragazzi, dai lineamenti orientali e molto giovani, erano davanti a loro. Stavano piazzando vicino alle bocchette d'aria delle specie di bombe, con dentro un liquido che luccicava pericolosamente. C'era anche una bomba, vicino alla caldaia... Ecco dove era, si disse Scully, nel locale caldaie.
La ragazza venne verso di lei e le sorrise, un sorriso asciutto:
"Ben svegliata agente Scully. Se tutto andrà come deve andare, lei presto sarà libera."
"Cosa volete?"
"Il traditore rinnegato Alex Krycek, ex agente federale, nonché assassino di mio padre, e dei padri di Hiroshi e Kenji, i miei compagni ed amici. Morirà, noi lo giustizieremo, per le sue colpe. E' mio padre che mi guida, in questa vendetta, lo vedo davanti a me, insanguinato, che chiede che Krycek muoia, per quello che gli ha fatto".
"Noi dell'FBI non possiamo aiutarvi..."
"Sì che potete, potete eccome. Il suo collega mi aiuterà a trovarlo e me lo porterà qui... Altrimenti moriremo tutti..."
Dana Scully fu terrorizzata dalla luce di odio e di determinazione negli occhi della ragazza.
"Non sappiamo nemmeno noi dove cercarlo..."
"Ho chiesto l'aiuto del suo collega, Fox Mulder. Dovreste esserci grati..."
"Grati?"
"So tutto su quello che quel rinnegato ha fatto a lei e al suo collega. Ha ucciso il padre di Mulder a sangue freddo, ha trucidato sua sorella Melissa, agente Scully, ha fatto in modo che lei venisse rapita e sottoposta a chissà cosa... stupita? Io voglio conoscere il mio nemico per abbatterlo.. Pagherà per tutto!"
Una parte di Scully capiva il desiderio di Midori di vendicarsi... Ma la giustizia non deve essere vendetta... Non deve, anche se farebbe comodo, se farebbe tanto comodo. Vide l'immagine di Melissa, davanti a sé, Melissa con le sue credenze New Age, con i suoi abiti zingareschi e vivaci, la sua profonda etica, Melissa che preparava sculture in pasta di sale da vendere per finanziare il canile, Melissa che le parlava del karma e del buddhismo... Melissa che discuteva con il parroco della zona sui delitti dell'Inquisizione. Melissa con tanta voglia di vivere, uccisa a sangue freddo.
"Non vede mai sua sorella Melissa che chiede vendetta? Io mio padre lo vedo, lo sento, è sempre vicino a me che mi guida!"
Scully pensò che tutto sommato la presenza di Mulder poteva essere preziosa: quella ragazza aveva un qualche potere probabilmente che lui avrebbe trovato interessante. Lei sognava Melissa, ma la Melissa che sognava era una Melissa calma, tranquilla, non vendicativa. A volte rivedeva in sogno lei e sua sorella bambine, a giocare, e ricordava quanto Missy sapesse inventare fiabe, sapesse far sognare. Avrebbe potuto essere una bravissima scrittrice per bambini. Una notte aveva sognato di quella volta che Missy l'aveva guardata con costernazione dopo che lei aveva ucciso quel serpentello nella boscaglia. Quella volta in cui Dana Scully aveva imparato il valore della vita, per tutti, anche per un serpente, grazie anche agli occhi muti e severi della sua sorellina. Ma nei suoi sogni non c'era mai violenza o desiderio di vendetta, legato a Melissa.


Attraverso la porta del vano caldaie comparve la figura di Mulder. Gli bastò un'occhiata per capire che la situazione era molto grave. Non c'era modo di entrare e fare un blitz. Non c'era modo di fermarli. Quei tre avevano lo spirito dei kamikaze.
Midori gli disse:
"Mi aiuti, agente Mulder, ed io aiuterò lei. Mi dica che non vede l'ora di vedere quel bastardo pagare i suoi crimini, morire come un cane, come ha fatto morire i nostri padri... Per colpa sua io, Hiroshi, Kenji ed io siamo orfani di padre; per colpa sua la sua collega ed amica fedele Dana Scully ha perso l'adorata sorella; per colpa sua l'agente Dana Scully è stata rapita e sottoposta ad indicibili torture... Morirà, e le darà l'onore di assistere..."
Fox Mulder rimase in silenzio: quella ragazza lo tentava, lo tentava. Vedere Krycek ridotto all'impotenza, a terra, ucciso a sangue freddo era qualcosa che gli dava un'eccitazione incredibile. Scully sarebbe tornata a lavorare con lui. Bill Wills sarebbe ritornato al suo posto di lavoro. Mayumi Ichihara sarebbe andata a Quantico per diventare agente federale. E Krycek avrebbe pagato. Per tutto. Fox Mulder pensò al giorno in cui suo padre era morto, ucciso a sangue freddo in bagno, perché aveva avuto la debolezza, dopo una vita di menzogne, di chiamare suo figlio e cercava di confidarsi con lui. Pensò a Dana vicina al letto di morte di Missy, di quella creatura straordinaria che l'aveva colpito, con la quale stava per confidarsi perché lei gli aveva letto nel cuore. Se lei fosse vissuta la sua vita sarebbe stata diversa. Pensò a Dana Scully, dietro al cui rapimento c'era senz'altro Krycek, Krycek che l'aveva ostacolato in ogni modo, mentre lui correva a salvarla, che aveva ucciso quel povero pazzo di Duane Barry, l'unico che poteva ancora parlare, e che per danneggiarlo l'aveva tradito e colpito in ciò che aveva di più caro. L'angoscia che aveva provato mentre Dana era sparita, e la rabbia cieca di ritrovarla in coma, tutta distrutta dentro... Anche se lei si era ripresa qualcosa di rabbioso in lui era rimasto. Qualcosa che usciva oggi, che aveva di fronte Midori.
Dana gli lanciò uno sguardo, come per dire che quella non era la strada giusta. Ma bisognava comunque trattare, e prendere tempo.
"Midori, vedi tuo padre?"
"Sì, agente Mulder, lui è sempre con me, lui chiede vendetta e l'avrà, mi costasse la vita!"
"Te lo troverò Midori... vedrai! Te lo porterò qui", le disse. Si intendeva abbastanza di psicologia per capire che Midori era da accontentare, almeno all'apparenza. E poi era inutile, ma l'abisso in cui quella ragazza era caduta attirata anche lui. Una volta aveva rinunciato di vendicarsi, per correre da Scully, per portarle in quello che poteva essere l'ultimo momento della sua vita la sua presenza e il suo calore. Ora si trattava di barattare la vita di tre persone innocenti, un civile ligio al suo lavoro, una ragazzina piena di sogni e la sua collega, la persona più importante per lui al mondo, con quella di un assassino. Viva i principi etici, ma lì c'era qualcosa di davvero più importante sotto. Senza contare che la minaccia era quella di distruggere tutto l'Edgar Hoover Building: un prezzo un po' caro da pagare per la vita di un solo uomo.
Ma una parte di Fox Mulder non voleva neanche che quei tre ragazzi si macchiassero di nessun omicidio: era giovani, dovevano vivere la loro vita. Tanti, troppi sentimenti si agitavano in lui.
Skinner lo bloccò:
"Dove sta andando?"
"A cercare Krycek..."
"Non possiamo...."
"accontentarli? Sarebbe un'occasione d'oro, una volta per tutte... E poi bisogna prendere tempo, capisce?"
"Agente Mulder, capisco la sua posizione, capisco anche cosa vogliono quei ragazzi, ma la vita non è così semplice, non possiamo ragionare con buono e cattivo, con il cattivo da eliminare... anche se farebbe comodo.."
"Mi terrò in contatto con Midori. Voi cercate di vedere cosa potete fare, ma attenzione! E' una situazione pericolosa!"
"Capisco... Agente Mulder, Krycek è un traditore, ma lei capisce che non possiamo per ragioni... varie consegnarlo a loro che lo uccidano a sangue freddo...."
"Mentre sarebbe più morale chiuderlo in qualche penitenziario e tra 15 anni spedirlo sulla sedia elettrica? Io voglio che Scully esca viva da questa storia. Voglio che Bill Wills e Mayumi escano vivi. Voglio che tutti ne escano vivi. E se il prezzo da pagare è la vita di Krycek, non so quanto possa valere, ma..."
"Agente Mulder, anch'io voglio quello che vuole lei....."
Mulder sentì un attimo di smarrimento. Voleva vendicarsi, certo, ma in lui stava prevalendo il senso di giustizia... L'idea di un uomo ucciso a sangue freddo, per vendetta, non gli piaceva. Non aveva voluto farlo lui, di vendicarsi, quando gliene era stata data l'opportunità, aveva preferito stare con Scully, mentre pensava che l'avrebbe lasciato per sempre. Ora voleva salvarla. Nel suo ufficio, iniziò a scartabellare tutto quello che aveva raccolto su Alex Krycek. Niente di preciso. Aveva un indirizzo, falso. Una patente, contraffatta. Doveva cercare, meglio, ma dove?
Suonò il telefono: era Langly.
"Ho scoperto che poco prima di venire ucciso, il padre di Midori fu quasi incriminato per una brutta storia di sequestro di bambine...."
"Vera?"
"Non so..."
"Ma che centra con quello che sta succedendo?"
"Forse niente..."
"Krycek non ha lasciato tracce, vero?"
"No, posso cercare, se vuoi...."

L'ambasciatore giapponese porse al suo interlocutore una confezione di sigarette:
"La prego mi aiuti, in nome dell'amicizia che ha già legato mio padre e mio zio a voi".
L'uomo che fuma lo guardò con rispetto: Toshio Ichihara era un uomo su cui potevi contare. La sua era una famiglia di persone davvero d'onore. E sua figlia Mayumi era in pericolo. Doveva aiutarlo.
"Come vuole... incaricherò un nostro uomo di liberarla...."
"Non deve rischiare.... chiedono uno scambio, lei è disposto a..."
"Ci devo pensare. Krycek è uno dei miei migliori uomini, certo che è un tipo scomodo.... Vedrò!"
Aspettò che Ichihara uscisse e poi compose il numero di telefono di una persona che conosceva:
"Hai sentito? Devi liberare la figlia dell'ambasciatore giapponese... centri tu nella trattativa, datti da fare!"

Alex Krycek sapeva tutto. Maledizione, lui non voleva che finisse così. Non lei, non la figlia di quel bastardo a cui aveva salvato la vita per motivi suoi. Non doveva morire più nessuno per questa storia. Quei tre bastardi avevano finito di uccidere. Ed ora lui doveva tirare fuori la figlia dell'ambasciatore. E forse era un trucco per ucciderlo. Già per liberarsi di lui. Doveva fare una tregua, con un suo nemico, che era ben più leale di quei vecchi. Con Fox Mulder. Per portare a termine la missione affidatagli. Per salvare gli ostaggi. Perché nessuno morisse, mai più, per colpa di quei tre. Si preparò: sapeva che non poteva non essere all'Edgar Hoover Building. Vicino a Scully. Né lui né il Consorzio avevano potuto dividerli. E ne provava piacere, tutto sommato. Ma ora voleva portare a termine un lavoro: far smettere tre brutali assassini di uccidere.

Fox Mulder rifece per l'ennesima volta il numero di telefono dei Gunmen dal suo ufficio:
"Niente novità?"
"No, Mulder, tranne che la ragazza pare che si sia unita per un certo periodo ad una setta di ninja che vive fuori dalle città giapponesi... E' in gamba, in gambissima, con lei non si scherza...", disse Byers
"Chiede qualcosa di inaccettabile, da un certo punto di vista.... Ma io la capisco, la capisco..."
"Soprattutto non ci puoi scherzare.... Di Krycek non ci sono tracce da nessuna parte... e lei ha dato un ultimatum...", disse Frohike
"E io malgrado tutto non posso perdonare quello che sta facendo a Scully... Ma non voglio che comunque quei tre ragazzi muoiano, sono così giovani... Hanno una vita davanti..."
"E' una manipolatrice, sa dove sei debole, e dove colpirti... pericolosa, direi.... Abbi cura di te, ti chiamiamo appena possibile... Certo che se quella Midori facesse la diva della tv, o leggesse i manga o facesse le foto nuda per le riviste per i vecchi sporcaccioni del suo Paese sarebbe meglio!", aggiunse Langly.
Mulder sorrise amaramente: Langly era un patito del Paese del Sol levante, e grazie a lui in questo caso aveva scoperto cose molto interessanti.
Depose il telefono e si avviò al computer... Un movimento brusco dietro di sé, di colpo... E si trovò disteso sulla scrivania, con Krycek che gli puntava una pistola:
"Guarda chi si vede!", fece lui, "parli del diavolo... Cosa vuoi?"
"Aiutarti!", rispose Alex.
"E io ti credo, bastardo, topo da fogna...."
"Non hai scelta... Sai la condizione di quella ragazza..."
"Sì, e devo dire che la cosa non mi dispiacerebbe affatto..."
"Quanto bell'odio che mi circonda..."
"Sei un assassino, punto e basta".
Alex Krycek si sollevò e disse a Mulder:
"Posso parlarti?"
"Cosa puoi avere da dire, maledetto bastardo?"
"Raccontarti perché sono qui, innanzitutto. Ho due lavori da portare a termine..."
"E cioé?"
"Salvare la figlia dell'ambasciatore giapponese.... e fare in modo che tre assassini la smettano di uccidere.."
"I tre ragazzi..."
"No,sto parlando dei loro padri!"
"Che tu hai ucciso, come hai ucciso mio padre, come hai ucciso Melissa, come hai ucciso..."
"Dobbiamo parlare solo di quei tre... Non ti interessa sapere perché li ho uccisi?."
"Indovino: stavano sulle balle ai tuoi capi.... O qualcosa del genere, vero?"
"Il Consorzio non centra proprio niente. E' un lavoro che ho fatto quando ero in Oriente..."
"Chiamalo lavoro! Cosa era, un regolamento di conti tra yakuza?"
"No..... Quei tre erano.... tre bastardi, tre esseri ignobili...."
"Da che pulpito...", malgrado la pistola, Fox Mulder stava diventando ironico.
"Mi concedi un po' di minuti di tregua? Grazie! Toshio Ikeda era un capo yakuza, come il suo amico Shingo Kurumada. Masami Araki era l'autista di Ikeda. Avevano un passatempo, e sai che passatempo? Adocchiavano bambine e ragazzine fuori dalle scuole, ai giardini o in giro e le rapivano. Le portavano nella villa di Ikeda e lì venivano torturate, seviziate, violentate, mutilate ed uccise! L'hanno fatto più di dieci volte, per il gusto di farlo, con atroce premeditazione..."
Fox Mulder voleva dire qualcosa, ma il delitto che gli stava descrivendo Krycek era qualcosa di veramente terribile.
"Vennero da me, Leon e Louis un gruppo di persone. La nonna di una delle vittime, la migliore amica di un'altra, i genitori di due o tre, un paio di insegnanti, il fratello.... Venne anche il poliziotto che aveva tentato di fermarli, sapendo tutto e che per vendetta aveva trovato sua moglie fatta a pezzi e torturata... Ci offrirono dei soldi, per farli fuori... E noi accettammo..."
"L'avete fatto per i soldi!"
"Non abbiamo tenuto niente di quei soldi, li abbiamo dati ad un orfanotrofio.... Non sono pentito di quel lavoro, sono contento di averlo fatto, molto contento, perché quei tre bastardi meritavano solo quello. Tu non hai visto cosa avevano fatto a quelle bambine, non hai letto le loro cartelle cliniche... eravamo disgustati, sto male al solo pensiero... Mi posso pentire di mille altre cose che ho fatto, ma di quella no... Perché quelli non erano esseri umani, erano peggio del peggio.... Avrebbero continuato e nessuno li avrebbe fermati.."
Fox Mulder rimase in silenzio: era orribile, tutto orribile. Farsi giustizia, certo, ma su brutali assassini, capaci di azioni orrende...
"E la figlia?", chiese Mulder.
"Quel pomeriggio arrivammo nella villa. Ikeda stava incaricando il suo autista di portargli una bambina che aveva visto ai giardini... Voleva frustarla a sangue e poi stuprarla.. Il suo amico rideva, e diceva che gli avrebbe dato una mano... Siamo entrati: è morto prima l'autista, l'ha sistemato Leon, con una pistolettata in fronte. Poi Kurumada ha tentato di fuggire, e Luis gli ha sparato... e poi l'ha finito. E poi è venuto il turno di Ikeda: quel bastardo diceva che noi non capivamo niente, che il loro era solo un gioco... ed io non l'ho ucciso facilmente, l'ho fatto soffrire, sparandogli poco per volta, come lui aveva fatto soffrire quelle bambine... Stava agonizzando quando è entrata sua figlia. Mi ha visto, e io non l'ho voluta uccidere. No. Basta sangue innocente. Lei doveva vivere, lei deve vivere. Perché lei non centrava niente... Perché lei aveva gli stessi occhi delle vittime, innocenti e pieni di sogni, e l'orrore doveva risparmiarla... Purtroppo Leon è poi morto, ucciso da lei, ma bisogna fermarla, con i suoi due amici, una volta per tutte!"
"Già peccato che ora...", fece Fox Mulder.
"Io ho promesso una cosa a quelle persone: quei tre avrebbero smesso di uccidere, per sempre. Ci sono tre vittime ancora da salvare, oltre agli ostaggi. La facciamo questa tregua, per un po'!"
Mulder annuì. Provò per un attimo impercettibile quasi stima per Alex Krycek.

I tre ragazzi erano sempre asserragliati nel locale caldaie: Skinner stava cercando di trattare, ma senza risultato. Vide arrivare Fox Mulder e sorpresa! Alex Krycek.
"Non ci posso credere, ti sei consegnato...", fece, trattenendo l'impulso di mollargli un cazzotto.
"Ho da fare un lavoro... e vi posso aiutare", fece lui asciutto. "Voglio parlare con il megafono..."
Alex Krycek si pose davanti al megafono ed iniziò a dire:
"Mi ascoltate voi tre? Eccomi, è me che volete! Lasciate andare quei tre ostaggi, non vi servono a niente..."
La voce di Midori risuonò tagliente:
"Ti giustizieremo davanti a tutti e solo dopo che sarai morto gli ostaggi saranno liberi!"
Mulder trattenne una smorfia: erano ossi duri.
"Non macchiatevi del sangue di innocenti", continuò Alex, "voi non siete come loro, come i vostri padri..." e raccontò tutta la storia, tutta la vera storia.

Koji guardò sia Hiroshi che Midori, era disgustato.
"Io non sapevo che mio padre facesse quello...."
"Cosa importa?", disse Midori, "è un assassino..."
"Voi due fate come volete... io mi arrendo e porto via un ostaggio!" e sciolse Bill Wills. In quel momento Koji pensava a tante cose strane di suo padre, a tanti sotterfugi, ricordava una discussione tra lui e sua madre prima che lei se ne andasse in cui la donna gli diceva:
"Smettila di fare quello, come puoi continuare, d'accordo che ti paga ma ti rendi conto di cosa ti sei reso complice?"
Koji uscì con le mani in alto e Wills vicino: non si girò indietro a guardare gli altri due. Del resto lui era complice di un assalto terroristico, ma Leon non l'aveva ucciso. Avrebbe avuto da scontare degli anni in carcere, ma contava sui poteri della diplomazia del suo Paese.
"Fallo, fallo", disse Midori, "noi non sappiamo che farcene di te e lui! Vigliacco!"
Koji uscì dalla stanza e fu prontamente arrestato. Bill Wills era esausto:
"Quei tre non scherzano!"
Koji si rivolse verso Mulder, Krycek e Skinner:
"Vi chiedo perdono per i peccati di mio padre!"
"Perdono accordato", disse Fox Mulder, che poi sussurrò a Skinner, "se la caverà con poco, vero?"
Il suo capo annuì e disse a Koji:
"Dobbiamo parlarci... Se collabori avrai un notevole sconto di pena!"

Hiroshi stava in silenzio, poi disse a Midori:
"Ma vuoi davvero ammazzare tutti?"
"E' una questione d'onore... se non ci danno quello che vogliamo"
"Ascolta.. ora loro hanno Krycek... Lo processeranno... vedrai che non se la caverà... il gioco è troppo grosso, ormai..."
"Ha ucciso tuo padre e tu vuoi arrenderti?"
Voglio un futuro, si disse Hiroshi. E vorrei essere insieme a te.. Quello che aveva detto Krycek stava risuonando nelle sue orecchie, e tanti piccoli particolari venivano fuori dalla sua memoria: strani sguardi di suo padre, strane urla una notte dalla cantina sotto casa, una strana foto di una ragazza troppo giovane per essere definita tale nuda... Tutto girava intorno a lui: suo padre era un pedofilo assassino. E forse non era del tutto sbagliato quello che gli era successo.
Prese una decisione:
"A questo punto è una questione tua!" e uscì, arrendendosi. Anche lui non aveva ancora ucciso nessuno. Anche lui voleva vivere.
Midori scosse la testa e puntò la pistola contro Scully e Mayumi:
"A questo punto, che vengano a prendermi!", urlò.

Fox Mulder guardò Hiroshi negli occhi:
"Ti dichiariamo in arresto..."
"Vi prego, tiratela fuori viva da lì", sussurrò, tradendo per un attimo l'amore che provava.
Fox si diresse verso la stanza:
"Midori, vengo a parlarti!"
Krycek gli si affiancò:
"Ed io ti accompagno! Ho un lavoro da fare, ricordi?"

I due uomini entrarono nella stanza. Midori sorrise loro, si avvicinò con fare fulmineo a Scully e le puntò una pistola alla gola. Mulder fu preso dal panico:
"Cosa vuoi farle?"
"Niente. Ma tu spara a Krycek... Ma non ucciderlo, voglio che muoia come mio padre, soffrendo come un cane... Hai sentito? Non sei felice, ti do la possibilità di vendicarti..."
Scully mormorò:
"Midori lascia perdere la vendetta, ti prego, ti prego..." e poi guardò il suo collega ed amico. La persona a cui teneva di più al mondo. Che per lei avrebbe fatto di tutto. Ma che non riusciva ad uccidere in quel momento un suo nemico. Non così, non a sangue freddo, non su ordine di un'altra persona.
"Perdonami, Midori, non ce la faccio... Non dopo quello che lui mi ha detto..."
"E' un bastardo, Mulder, ha ucciso tuo padre, il mio, i padri di Koji ed Hiroshi, la sorella di Scully, perché non riesci ad ucciderlo?"
"Perché.." Non riusciva a dirlo, ma avrebbe voluto dire: perché in questo caso capisco le sue ragioni; perché lui vuole che per questa storia non muoia più nessuno; perché tu non ti macchi di un delitto e possa vivere...
"Ascoltami!", urlò Krycek, "è con me che ce l'hai, vero? Lascia stare l'agente Scully, o un'altra persona soffrirà... Tu non sei come tuo padre, io ti ho salvata perché avessi la tua vita, perché lui non uccidesse più nessuno.. salva la tua vita.... ti prego!"
Midori rimase in silenzio per alcuni attimi infiniti. Vedeva suo padre davanti a sé. Lo vedeva sporco di sangue, che le diceva di vendicarlo.
Gli chiedeva: "E' vero quello di cui ti accusano, è vero?"
Suo padre stava zitto, ma in un lampo di colpo qualcosa entrava in Midori. E lei di colpo vide tutto, vide le bambine torturate ed uccise, la moglie del poliziotto fatta a pezzi per vendetta, la gioia sadica di suo padre a commettere quegli atti.... E suo padre la stava facendo diventare come lui, aveva fatto di lei un'assassina, per continuare ad uccidere.
Suo padre, un pedofilo e un torturatore. Il suo assassino, un uomo strano, coraggioso, che l'aveva salvata. I due agenti federali e la ragazza, giovane come lei un tempo, con una vita, ed innocenti. Innocenti loro ma non lei, figlia di un uomo maledetto, incapace di obbedire all'onore, ma anche assassina, rovinata per sempre... Midori voltò la pistola verso di sé e premette il grilletto... Mulder vide Scully vacillare, ma salva, e Krycek urlare per l'orrore e non riuscire a salvare Midori, non questa volta... Il sangue di lei che schizzava, che andava sulla camicetta bianca che indossava, con il colore dei petali di ciliegio... Poi entrarono gli artificieri a disinnestare il tutto, e Mayumi uscì e corse ad abbracciare suo padre, e lui strinse a sé Scully, con amicizia ed affetto... Ma in loro due c'era tanta amarezza.
Con la coda dell'occhio vide Krycek che si allontanava: non fece nulla per trattenerlo, non quella volta. Erano in tregua, e a lui sembrò di scorgere delle lacrime nel suo volto, come gli sembrò di vedergli accarezzare il volto di Midori, ormai morta, prima di andarsene.

Pacific Coast
Nell'aria sul mare si mescolava della cenere: un uomo solo stava in mezzo, scuotendo la testa. Missione non compiuta, non compiuta per sempre, ed una morsa amara stringeva il suo cuore. Salvare una vita, salvare per sempre tutti. Dare speranza anche se sei tu disperato. Dare un futuro... Si scosse: doveva tornare al lavoro......

Rapporto dell'agente Fox Mulder sui fatti accaduti all'Edgar Hoover Building.
Gli ostaggi sono stati rilasciati, godono di buona salute. Mayumi Ichihara vuole ancora di più intraprendere la carriera di agente federale, Wills ha preso un periodo di ferie per riprendersi dal trauma e l'agente Scully mi ha ringraziato per il ruolo che ho avuto nella risoluzione della crisi. Hiroshi Kurumada e Koji Araki sono stati rinviati a giudizio per atti di terrorismo, ma pare che la sentenza sarà mite. I due ragazzi intendono tornare in Giappone dopo aver scontato la pena e ritirarsi in un monastero buddhista. Midori Ikeda è stata per sua espressa volontà cremata e le sue ceneri sparse sull'Oceano Pacifico. Non capisco fino in fondo il coinvolgimento di Alex Krycek nella vicenda e il suo desiderio soprattutto di salvare Midori. Come dicono gli orientali non c'è luce senza buio, e anche nel male più profondo può albergare qualcosa di bene. Mi ritorna in mente anche una massima ebraica: "Chi salva anche una sola vita è come se salvasse l'umanità". Non voglio essere retorico, ma se dietro alle azioni di Krycek ci fosse questo desiderio inconscio? Forse fantastico, forse non ho visto la sua disperazione mentre mi parlava delle bambine torturate ed uccise, né quando Midori è morta... Forse....



Fine