HENRY & NONNIE: an african love

Capitolo 1 - Impatto africano


Sam guardava dal finestrino dell'aereo il suolo sotto di lei.
Deserto.
Desolazione.
Al suo fianco James. Anche lui guardava il paese nel quale stavano per atterrare con circospezione.
All'aeroporto vennero accolti da un uomo di colore che comunque parlava correttamente inglese. I due ragazzi vennero accompagnati ad una jeep, caricarono le loro valige e si misero in viaggio verso Hunter Streef.
Il caldo era soffocante e l'aria molto secca. Si avvertiva chiaramente la vicinanza del deserto.
Il paesaggio presto si trasformò. Le case e le strade asfaltate lasciarono il posto a spazi aperti e piste sabbiose. La vegetazione era rada e secca.
Il viaggio per arrivare a destinazione era abbastanza lungo e i due ragazzi per ingannare il tempo si misero ad osservare attentamente tutto quello che riuscivano a scorgere…
Giraffe, elefanti…era quasi incredibile quello spettacolo! Specialmente per chi era abituato alla "giungla" di New York e delle grandi metropoli.
James che conosceva bene Henry ancora si chiedeva come l'amico avesse potuto abbandonare senza rimorsi la sua vita per restare in quel posto dimenticato da Dio e in cui il padre era stato barbaramente assassinato.
Scosse la testa. Presto avrebbe avuto una risposta a tutti i suoi interrogativi, anche se non poteva negare di essere molto nervoso. Quattro anni di lontananza non erano pochi…
Sam fece alcune fotografie ad alcune giraffe poi si voltò verso il loro autista e gli chiese:
- Manca ancora molto per arrivare ad Hunter Streef?
- No signorina! Ancora una mezz'ora e saremo a destinazione!
James si voltò verso di lei.
- Ancora trenta minuti e rivedremo Henry!
La loro guida lo interrupe:
- Non credo che potrete vedere il signor Winslow in giornata.
- E perché? - volle sapere Sam.
- Perché è partito in mattinata insieme a Mopani per una ricognizione.
- Ricognizione?
- Si, sono andati a cercare i bracconieri! Comunque non dovete preoccuparvi! Ci sarà la signorina Nonnie ad attendervi!
- Nonnie? E chi è? - chiese incuriosito James.
- Nonnie Parker! La figlia del vecchio commissario all'ambiente assassinato con la moglie quattro anni fa! Ora la signorina stà studiando per prendere il posto del padre e nel frattempo aiuta Mopani nella caccia ai bracconieri e aiuta i locali insegnando ai bambini l'inglese.

Nonnie era nella sua stanza. Fissava la gabbia degli uccellini che Henry le aveva regalato.
Si sentiva stranamente nervosa. Sapeva che era a causa dell'arrivo dei due amici di Henry. Lei era sempre vissuta in Africa e si trovava a disagio a contatto con gente di un altro ambiente. Anche con Henry all'inizio aveva potuto avvertire quella differenza. Era sempre così quando si trovava di fronte a persone che non amavano l'Africa come lei. Ora però avrebbe dovuto accoglierli da sola in quanto il ragazzo era partito in ricognizione con Mopani.
"Accidenti!" pensò "Ma quando tornano mi sente!"
Si guardò allo specchio. Indossava un leggero vestito di cotone giallino che metteva in evidenza la sua pelle dorata dal sole e i suoi capelli biondi. Niente trucco. Non ne aveva bisogno. Non lì in Africa. Con un sospiro scese le scale e andò in salone dove alcune donne della comunità stavano preparando le ultime cose per l'arrivo degli ospiti.
Ad Hunter Streef era raro avere ospiti e ogni occasione era buona per fare qualche festicciola.
Si guardò in torno con un piccolo sorriso. La casa che avevano ricostruito era bellissima. Ed era fiera che i suoi sforzi fossero valsi a qualcosa…
Insieme a Henry e a Mopani avevano ricostruito non solo la casa, ma anche la loro vita.
Non sognava di vivere da nessun'altra parte. Nonostante a quel luogo fossero legati tanti tristi ricordi sapeva che quella era casa sua e lo sarebbe stata per sempre. I ricordi facevano parte di lei e non voleva cancellarli. Anche Henry lo diceva sempre…
Sorrise pensando al ragazzo. Non vedeva l'ora che tornasse a casa. Dopo la morte dei genitori e l'incredibile avventura che avevano vissuto quando erano stati costretti ad attraversare il deserto del Kalahari per sfuggire alla furia di Rikez…avevano capito che i sentimenti che provavano l'uno per l'altra erano profondi e di un'intensità che stupiva loro stessi per primi. Si erano appoggiati l'uno all'altra per andare avanti e ora…sapevano che il loro amore era qualcosa di meraviglioso.
A quel pensiero una sottile vena d'apprensione velò l'animo della ragazza.
Samantha.
L'ex ragazza di Henry.
Era possibile che rivedendola il ragazzo potesse sentire rinascere i sentimenti che una volta provava per lei?
Sapeva di essere irrazionale, ma Nonnie non riusciva a liberarsi di quella paura. Lei era vissuta in mezzo al deserto per tutta la vita. Non sapeva come ci si comportava in quei frangenti, non era sofisticata e spigliata come le ragazze che a volte vedeva in televisione. Quel pensiero la infastidì. Perché doveva sentirsi così? Era fiera di se stessa, era sopravvissuta a tutte le prove che il destino le aveva messo davanti e stava vivendo la vita che aveva scelto e che amava. Eppure, nonostante tutto, non riusciva ad essere tranquilla…

La loro guida li avvertì dell'imminente arrivo.
- Guardate la in fondo! Quelle case! Siamo arrivati ad Hunter Streef!
- Finalmente! - esclamò Sam - Non ce la facevo più! Queste strade sono terribili! Sono tutta un dolore!
Pochi istanti dopo la jeep si fermava davanti alla grande casa centrale.
I due ragazzi scesero lentamente. James fece un paio di flessioni sulle ginocchia per sgranchirsi le gambe, mentre Samantha si guardava intorno con curiosità.
Il posto era carino…la casa davanti alla quale si erano fermati era molto grande e sembrava dotata di tutte le comodità.
Mentre il loro autista scaricava i bagagli una ragazza scendeva lentamente i gradini dell'entrata della casa.
Quando si avvicinò i due americani poterono studiarla bene. Era chiaramente un'occidentale, aveva la pelle abbronzata dal sole, ma i capelli brillavano come miele sotto la luce dei raggi solari. Era snella e un pochino più bassa di Samantha, doveva avere più o meno la loro età.
- Buongiorno! - li salutò con il sorriso sulle labbra anche se il tono restava un po' distaccato.
- Salve! - disse James. Samantha si limitò ad un cenno del capo.
- Voi dovete essere James Black e Samantha Jones, vero?
I due annuirono.
- Piacere di conoscervi! - disse lei stringendo le loro mani - Io sono Nonnie Parker! Venite pure dentro! Sarete stanchi del viaggio immagino! Vi faccio vedere le vostre camere e vi preparo qualcosa di fresco…
- Oh si grazie! - disse Sam - non ce la faccio più sotto questo sole!
Nonnie le lanciò uno strano sguardo poi li fece accomodare in salotto.
La casa era davvero molto bella anche se di stile rustico e anche Sam e James poterono notarlo.
Nonnie si sentiva veramente a disagio. Non sapeva di che parlare con loro! Era così chiaro che appartenevano ad un'altra realtà…
- Mi dispiace che Henry non sia qui ad accogliervi, ma dovrebbe tornare in serata. Spero comunque che il vostro soggiorno qui sia piacevole.

La ragazza si stava alzando per preparare qualcosa da bere ai due ragazzi quando dall'entrata posteriore fece capolino la figura del dottor Steward.
- Dottor Steward? Ha già terminato il giro questo pomeriggio?
- Si Nonnie! Fortunatamente è andato tutto bene!
In quel momento l'uomo alto dai folti capelli corvini si accorse della presenza di James e Samantha.
- Oh..scusatemi! Vi ho forse interrotto?
Nonnie gli sorrise.
- Dottore…le presento James Black e Samantha Jones, due vecchi amici di Henry! Lui è il dottor Steward il veterinario che si occupa degli animali di questa zona. E' arrivato qui da circa quattro mesi e ha già guarito un sacco di elefanti…è davvero in gamba!
- Nonnie non esagerare! - esclamò mettendosi a ridere Matt Steward - Comunque è un piacere conoscere gli amici del nostro Henry!

I tre si misero a chiacchierare tranquillamente in salotto mentre Nonnie pensava alle bibite.
Come aveva previsto…si sentiva a disagio con quei ragazzi. Sentiva il dottor Steward parlare con loro tranquillamente. Raccontava aneddoti di quando lavorava allo zoo di New York e i ragazzi saputo che anche il veterinario era newyorkese si rilassarono un po' e iniziarono a raccontare gli ultimi avvenimenti principali della loro comune città.
Anche durante la cena fu Matt a tenere viva la conversazione mentre Nonnie restava un po' in disparte.
Dopo cena la ragazza avvertì gli ospiti che probabilmente Henry avrebbe fatto tardi e che quindi non era il caso di aspettarlo alzato.
James e Samantha stravolti dal lungo viaggio non fecero resistenza e si ritirarono nelle loro rispettive stanze.


continua...