GHOST
Una giovane donna fissava con intensità
il fuoco nel cammino, la notte cominciava a calare, e
riflessi del fuoco davano alla figura un che di incantato.
Era seduta su una sedia a dondolo, i due grandi occhi
azzurri erano leggermente velati di lacrime, i capelli,
lunghi e neri le cadevano soffici sul vestito azzurro. Unaltra
giornata era finita e con essa il suo dovere di
Celebrante di Odino.
E, come ogni sera, da quando era finita la battaglia
contro i cavalieri di Athena, Hilda si ritrovava a
pensare a tutto quello che era successo. Era tutto senza
senso, lei aveva sempre cercato di mantenere la pace ad
Asegard, poi uno stupido anello aveva mandato allaria
tutti i suoi propositi di pace e giustizia. Solo grazie
ai cavalieri di Lady Isabell il mondo era ancora vivo, la
cosa però che più la rattristava era che a causa della
sua poca forza di volontà i cavalieri del nord non cerano
più. Erano morti tutti: Thor, Luxor, Artax, Mime,
Megres, Mizar, Alcor e Orion, tutti, tutti, se nerano
andati tutti. Di loro restava solo la leggenda. Gli
mancavano i suoi cavalieri, tutti, ma uno in particolare.
Hilda chiuse gli occhi e con gli occhi del cuore rivide
un giovane abbastanza alto, con gli occhi di ghiaccio, e
i capelli color del miele leggermente mossi, era
rivestito di unarmatura scura, che dava al suo
aspetto fierezza. Ma dai suoi occhi, specie quando la
guardava, cera tanta dolcezza. Era così, infatti,
che Orion la guardava. Gli mancava, Orion gli mancava.
Ricordava bene cosa aveva provato, anche se imprigionata
dallanello del Nibelungo, quando Orion si era
buttato contro Sirya, scomparendo nel cosmo. Ricordava
persino le ultime parole che aveva detto a Sirya:
Nettuno mi salverebbe? Lui che ha obbligato Hilda a
sacrificare noi per sete di potere e che non ha mai
pensato ad Asegard? Perché anche la nostra terra sarebbe
scomparsa insieme ai ghiacci. Il tuo re ci ha solo usati
per i suoi scopi, tutto qui, non ha fatto altro! Come
posso crederti ancora? Ha cambiato lanimo di Hilda,
lha resa schiava del suo potere, lei che amava
Asgard e la sua gente più della sua vita! LA MIA REGINA!
Poi dopo averla affidata a Pegasuss era scomparso insieme
al generale del mare, nel cosmo. Una fitta tremenda le
aveva preso al cuore, le sembrava di morire. Si era
finalmente resa conto che amava Orion, ed ora, lui non cera
più. Chissà se anche quello che Orion provava per lei
andava oltre la semplice devozione che unisce un
cavaliere alla sua regina. Non lo avrebbe mai saputo.
- Hilda, la cena è servita.- una voce cristallina aveva
interrotto i suoi pensieri.
Una ragazza di circa 15 anni le stava davanti. Aveva dei
lunghi capelli biondi e ricci e dei bellissimi occhi
verdi, un abito bianco e rosa lungo fino ai piedi.
- Flare sei tu! Grazie ma non ho fame- rispose sorridendo
alla sorella. Flare se ne andò da sola, aveva capito che
la sorella voleva stare da sola.
Hilda guardò la sorella allontanarsi Anche Flare aveva
sofferto nel corso della battaglia contro i cavalieri di
Athena, infatti, aveva perso Artax al quale era legata da
una profonda e sincera amicizia, e forse da qualcosa di
più. Ma la sua giovane sorella ora aveva il cavaliere
del cigno accanto, al quale era molto legata: fra Flare e
Crystal, infatti, era nato qualcosa che andava ben oltre
la semplice amicizia. Era contenta per lei. Se aveva
fatto tutto quello che aveva fatto era anche per lenorme
affetto che la legava sua sorella. Lamava
moltissimo e desiderava con tutto il cuore che Flare
fosse felice, lo meritava.
Ora però era un po gelosa della sorella, Flare
aveva ricominciato a vivere grazie a Crystal, ma lei
pensava che nessuno mai avrebbe preso il posto di Orion
nel suo cuore. Solo ora che Orion non cera più lei
aveva preso atto dei sentimenti che provava per lui,
Hilda si chiedeva se anche il cavaliere aveva mai provato
qualcosa per lei. Cosa non avrebbe dato pur di scoprirlo.
-Orion- mormorò mentre una lacrima solcava il suo
candido volto.
Si meravigliò nello scoprire come fosse vivo in lei il
ricordo del suo bel cavaliere, se chiudeva gli occhi
vedeva ancora il suo viso fiero, sentiva la sua voce
calda e sicura
Andò a letto pensando ancora ad Orion.
Nel corso dei giorni seguenti Hilda si comportò come
sempre, regnava con saggezza, adempiva al suo compito di
celebrante e agli altri suoi compiti.
Ma Flare si accorse che qualcosa non andava nel
comportamento di sua sorella, agli occhi degli altri
poteva sembrare sempre la stessa, ma non a quelli della
sorella. Lei la conosceva meglio degli altri e sapeva che
qualcosa turbava profondamente lanimo di Hilda.
Avrebbe dato qualsiasi cosa perché il suo sorriso
tornasse ad essere vero, voleva aiutarla ma non osava
intromettersi, forse Hilda non gradiva il suo aiuto, se lera
sempre cavata da sola, ma sentiva che qualcosa non andava.
Doveva sapere cosa turbava la regina di Asegard.
Una sera Hilda era fuori sullenorme terrazza e
guardava malinconica la terra di cui era regina. Ad un
tratto sentì dei passi dietro a lei si voltò e vi trovò
Flare. Si girò di nuovo e continuò a guardare davanti a
lei. Poi disse:
- E bella non è vero?-
- Cosa Hilda?- chiese Flare non capendo a cosa si
riferisse Hilda.
- Asegard.-
- Si, hai ragione, Asegard è bellissima.- disse Flare
Le due sorelle lo pensavano davvero: Asegard possedeva
qualcosa che le altre città non possedevano. Non aveva
gli enormi grattacieli di New York, non possedeva la
bellezza sofisticata di Londra, non era piena di opere darte
come Roma, non era tecnologica come Tokyo. Era semplice.
Lenorme palazzo in cui vivevano era grande, ma
aveva uno stile semplice che lo rendeva accogliente e
sobrio; le piccole, ma accoglienti case erano sparse qua
e la in modo casuale. La città era circondata da alte
montagne e da foreste di Sempreverdi, costantemente
ricoperte dalla neve, la quale nel corso della giornata
non era sempre bianca, ma prendeva le sfumature del cielo
della città. Ogni tanto si vedeva qualche fiore sbucare
dalla neve, non durava più di una giornata, ma
spuntavano regolarmente, a rendere più bella la città,
a volte, verso la sera, si potevano ammirare delle
splendide aurore boreali, che toglievano il fiato. La
notte, se non nevicava, era serena e il cielo pieno di
brillanti stelle. Anche gli abitanti contribuivano a
renderla più bella, i loro abiti, infatti, erano
pesanti, ma coloratissimi, le donne soprattutto
indossavano lunghe tuniche bianche, e sopra qualche
mantella colorata; in testa portavano dei para orecchi
molto originale( per intenderci come quella cuffia rosa
che porta sempre Flare). Tutto ciò dava alla città un
aspetto magico, quasi incantato. Come i luoghi da sogno
che a volte si sentono nelle favole che si raccontano ai
bambini, o delle leggende. Anche i cavalieri di Athena si
erano accorti, che Asegard pur non essendo calda, e pur
essendo priva di verdi prati come la loro Nuova Luxor,
aveva qualcosa che i cinque amici definivano
onirico
- sarebbe tutto perfetto, e tornerebbe tutto come era
prima che ci fosse quel maledettissimo anello del
Nibelungo, se solo
- aveva detto Hilda, non
accorgendosi di aver dato voce ai suoi pensieri.
- Se solo?- Chiese la sorella.
Hilda si accorse di aver pensato a voce alta e che la
sorella aveva udito la sua frase, non sapeva se
continuare a parlare o meno. Poi decise che poteva anche
confidarsi con lei, Flare era una ragazzina gentile e
buona, e le due sorelle si erano confidate spesso.
- Se solo ci fosse ancora Orion.- concluse
- Hilda tu lo
?-
- Si Flare, io lo amavo.-
- E glielo hai mai detto?_
- No.-
- Perché?-
- Perché ho preso piena coscienza di ciò che provavo
per lui solo quando
lui è morto, e ora non glielo posso più dire- e così
dicendo una lacrima solcò il volto della regina di
Asegard.
- Hilda
- mormorò Flare
- Sai cosa vorrei sapere ora?-
- no, cosa?-
- Se anche lui provava per me quello che io provo per lui.-
- Be sicuramente ti era molto fedele-
- No Flare, io so che Orion mi rispettava, ma io vorrei
sapere se mi considerava qualcosa di più della sua
regina, credimi, non pretendo di sapere che quello che
lui provava per me era amore, mi basterebbe sapere che
lui mi considerasse una buona sovrana o una buona amica.
Mi accontenterei.-
- Sorellina
- Flare le si avvicinò e labbracciò
dolcemente mentre erano così abbracciate Hilda fece una
domanda.
- Flare, tu amavi Artax?-
- No. E vero che quando lui è morto ho sofferto
moltissimo, e anchio pensavo di essermi innamorata
di lui, poi mi sono resa conto che il dolore per la sua
scomparsa era uguale a quello per gli altri cavalieri.
Forse un pochino diverso visto che io e lui siamo
cresciuti insieme. Il dolore che provo per la sua
scomparsa è quello di chi ha perso un amico dinfanzia,
non di chi ha perso luomo che amava. Lo comprendo
bene ora che vedo i tuoi occhi pieni di dolore per lunico
uomo che hai mai amato, per il tuo Orion.-
Hilda e Flare si abbracciarono con più intensità, aveva
cominciato a nevicare, e laria della notte si
faceva sempre più fredda ma le due sorelle stavano bene,
riscaldate da quel abbraccio fraterno. Poi Flare sorrise
di nuovo alla sorella e le disse
- Sai Hilda però credo di essermi innamorata di una
persona..-
- Fammi indovinare
un bel giovane dai biondi
capelli, dagli occhi azzurri come il cielo in primavera,
che viene da Nuova Luxor, cavaliere di Athena e che
risponde al nome di Crystal?- chiese Hilda un po
ironica
- Co
come fai a saperlo?
Hilda le sorrise poi rispose
- Io sono tua sorella Flare, e ti conosco troppo bene,
sono felice per te.-
- Grazie.-
Restarono ancora un po abbracciate poi la notte si
fece ancora più fredda e rientrarono a palazzo e
andarono a dormire.
Flare ora sapeva cosa turbava sua sorella, il dolore che
provava doveva essere soffocante, eppure apparentemente
era sempre la stessa, Sorrideva e continuava a svolgere i
suoi doveri di regina di Asegard. Lammirava
moltissimo. Flare in cuor suo pregò che il tempo
aiutasse la sorella a soffrire di meno, a dimenticare a
trovare un nuovo amore. Se lo augurava con tutto il cuore.
Hilda pensò che le aveva fatto bene parlare con la
sorella
Flare non aveva tentato di consolarla con le
parole, che in alcune situazioni non servono a nulla, ma
laveva abbracciata semplicemente. Si ricordò che
una volta parlando con i cavalieri di Athena, Phoenix le
aveva detto che quando lui e suo fratello erano più
piccoli, e lui era triste per qualche motivo, Andromeda
cercava di consolarlo semplicemente abbracciandolo. Hilda
penso allora che quella di abbracciare i fratelli
maggiori quando erano in difficoltà, doveva essere un
dono che gli dei avevano voluto dare ai fratelli minori.
Ma nonostante tutto Orion le mancava ancora. Tantissimo .
nemmeno la sua adorata sorella era riuscita a farglielo
dimenticare, almeno per una sera.
Nei giorni seguenti accaddero alcune cose che lasciarono
un po interdetta la regina di Asegard: un giorno
stava scendendo le scalinate allinterno del palazzo
, aveva messo male un piede ed era scivolata, contando
che era allinizio della scala, avrebbe dovuto farsi
molto male, e invece non solo non aveva un graffio, o un
livido ma si era ritrovata quasi in piedi davanti alla
fine della scala. Allinizio non ci badò molto
pensava che siccome mentre cadeva aveva chiuso gli occhi,
e non si ricordava bene cosa avesse fatto, fosse stata
lei in qualche strano, e misterioso modo a far si che non
si facesse nulla. Unaltra volta era uscita per una
breve passeggiata e mentre camminava, qualcuno lanciò un
pugnale, che se non fosse stato deviato da una forza
avrebbe colpito Hilda in pieno petto, uccidendola. Ma non
era stato il cosmo di Hilda a deviarlo. Ne era certa, non
si era accorta del pugnale se non allultimissimo
momento, e anche volendo utilizzare il proprio potere non
avrebbe fatto in tempo a deviare larma. Che fosse
stato il suo subconscio? E chi lo sa? Inoltre la sera si
sentiva protetta, sentiva la presenza di qualcuno. Ma era
impossibile. La sua stanza era vitata a tutti tranne che
a Flare, e di certo Flare non era li, e nemmeno possedeva
un cosmo proprio.
Possibile che quegli eventi fossero tutti collegati fra
loro? Possibile che qualcuno la stesse proteggendo? Ma
chi ? era questo il punto. Pegassuss forse? visto che
aveva promesso ad Orion di proteggerla, magari il suo
cosmo la continuava a proteggere anche se lontano. Oppure
il cosmo di Athena? No
forse più semplicemente era
Odino , il dio aveva molto a cuore la sua città e magari
la voleva proteggere perché in questo modo proteggeva
anche la sua città. O forse, cosa ancora più probabile
era solo frutto della sua immaginazione, o della
malinconia che provava ora che non cerano più i
suoi cavalieri a difenderla, e specialmente Orion.
Hilda decise quindi di non darci molta importanza e di
continuare la propria vita come se niente fosse, ma non
sapeva , che presto. Molto presto, avrebbe saputo la
verità.
Un giorno, come sempre era sul picco ghiacciato che
pregava Odino , come le imponeva il suo ruolo di
Celebrante. Mio signore Odino che regni su Asegard,
elevo a te una preghiera in nome della mia gente. Viviamo
agli estremi confini della terra, in terre inospitali e
banditi al resto del mondo, non abbiamo mai visto la luce
del sole, nei verdeggianti campi dellEuropa. Ci hai
dato questo compito per la sicurezza delle altri genti,
perché la pace regni nel mondo di buon grado abbiamo
accettato questingrata sorte, però Ti prego, non
ci abbandonare, fa che Asegard ascolti di nuovo la tua
voce che reca conf
Hilda non fece in tempo a terminare la sua preghiera, il
vento si era alzato, il mare era terribilmente mosso; una
tempesta di neve era in arrivo. Era meglio rientrare, ma
non fece in tempo , un onda più forte delle altre sinfrasse
contro il picco facendolo traballare, Hilda impreparata a
quel colpo, perse lequilibrio e cadde in acqua.
Inizialmente cercò di risalire, ma inutilmente, la
corrente era troppo forte, poi sentì che le forze labbandonavano
e si lasciò andare. Ad un certo punto però si senti
leggerissima e al sicuro da qualsiasi pericolo. Chiuse
gli occhi per lasciarsi avvolgere da quellatmosfera
di incredibile serenità e sicurezza.
Quando si riprese si accorse , con sua grande meraviglia,
di non avere più un corpo, era solo spirito. Si guardò
intorno
quel posto aveva poco, per non dire nulla di
Asegard.
Non cera traccia da nessunissima parte di neve, e
di ghiaccio, ma enormi distese di prati fioriti, inondati
dalla calda luce del sole, sole che ad Asegard non cera
quasi mai, e comunque, non con quella intensità. Quello,
pensò Hilda, doveva essere il paradiso, e se quello era
il paradiso, lei doveva essere morta( per forza, non cè
un altro modo per andarci, eheheh ^^)
Si guardò attorno, e cominciò a camminare senza una
meta e la cosa che la colpì fu che non cera
nessuno in quel luogo splendido. Aveva visto qualche
anima come lei, poi però dopo un po non le vedeva
più. Ad un tratto notò un enorme portone, tutto
ricamato con bellissimi motivi angelici e floreali. Non
vi erano maniglie, - probabilmente per aprirle basta
toccare il portone- pensò Hilda.
La mano di Hilda stava per posarsi sullelegante
portone, quando una voce alle sue spalle la fermò.
- no, non fatelo!-
Hilda si bloccò come raggelata. Aveva riconosciuto la
voce che le aveva parlato da dietro. Si girò lentamente,
e un ragazzo alto dagli occhi azzurri come il cielo, e i
capelli mossi color del miele, le stava dinnanzi, e
la guardava con infinita dolcezza.
- Orion
. Sei proprio tu!- disse la ragazza con voce
tremante.
- Si mia regina.- le disse lui sorridendole.
- Perché non devo toccare quella porta?- chiese.
- Quella è la porta del paradiso se la varcate non
potrete più tornare indietro!- le rispose.
- Io
io non capisco
non sono morta? E questo
posto se non è il paradiso cosè? Devo restare
qui???- chiese confusa la regina di Adegard.
- No, non siete ancora morta. E questo posto è un luogo
intermedio tra la terra e il paradiso- sinterruppe.
Si fermò a guardarla. Era splendida, proprio come la
ricordava.
- e tu sei intrappolato qui?- chiese Hilda
- no, io al momento della mia morte sono stato mandato in
paradiso, anche se non so cosa ho fatto per meritarlo.-
Hilda lo fissò. Era rimasto lo stesso. Lo stesso Orion
che aveva conosciuto sulla terra. Umile e generoso. Cosa
aveva fatto per meritare il paradiso? Troppo . per
restarle fedele aveva violato lordine dato da
Nettuno, lordine che la Hilda cattiva
gli aveva dato, aveva ceduto lo zaffiro di Odino a
Pegassus, laveva affidata a lui, e poi aveva
affrontato Sirya ed era morto, così. Come un vero eroe.
A Hilda sembrava che il paradiso fosse troppo poco per
Orion dopo tutto quello che lui aveva fatto per lei.
- Perché ti trovi qui allora?- chiese incuriosita.
- Quando ho visto che siete caduta in acqua sono venuto a
salvarvi. Ma ora non pensate a me. Venite andiamo sulla
terra così potrete riunire la vostra anima al vostro
spirito.- Orion la guardò bene in viso e vide che
piangeva.
- Qualcosa non va?.- Le chiese
Hilda ascoltando lultima frase di Orion aveva
capito tutto era stato Orion . Orion laveva salvata
quando stava per cadere dalle scale, laveva salvata
dal pugnale, e vegliava su di lei la notte, non pegassus,
non Athena o Flare, ma Orion, il suo Orion!
- eri tu
..sei stato tu a proteggermi
- ma non
finì la frase Orion si era avvicinato a lei e la
guardava dolcemente.
- Si sono stato sempre io. In realtà dal giorno in cui
sono morto non ho mai smesso di vegliare su di voi e di
starvi accanto come un fantasma.-
- Sei sempre fedele alla tua regina eh?- chiese lei
tremante.
- No, la mia non e semplice fedeltà a voi. Cè
qualcosa di più.- si fermò prese fiato e riprese- Hilda
io vi amo. Vi ho sempre amata da quando vi ho incontrata
la prima volta.- ecco era riuscito a dirglielo, da morto
è vero, ma sempre meglio che niente.
Hilda si gettò fra le sue braccia piangendo. Un peso le
si era tolto dal cuore. Ora lo sapeva, Sapeva che Orion
ricambiava il suo amore. Che lamava, che laveva
sempre amata. Orion la strinse a sé. Ahhhhh per quanto
tempo aveva sognato di tenerla abbracciata così.
- Orion anchio ti ho sempre amato.- ecco era
riuscita a dirlo anche lei.
Orion sorrise. Era felice, davvero felice. Poi Hilda
continuò
- Orion, non voglio tornare sulla terra voglio restare,
qui con te, per sempre!-
Era quello che pensava davvero stava bene fra le sue
braccia, non desiderava nientaltro che restare così
per sempre. Non le interessava tornare sulla terra.
Orion rimase colpito da quella frase. Non che non gli
facesse piacere, ma Hilda poteva ancora vivere, e
tenerla, li con lui, anche se in paradiso, era un atto
estremamente egoistico.
- Non dite così, Hilda. Voi dovete tornare sulla terra.-
- Non cè niente che mi trattenga li. Invece qui ci
sei tu!- le rispose lei
- Ma quello che dite non è vero, sulla terra cè
ancora chi ha bisogno di voi! La gente di Asegard,
Asegard stessa, e la principessa Flare. Se voi moriste
cosa ne sarebbe di lei? Senza contare che la vostra vita
non è ancora finita. Vi prego tornate laggiù, la gente
che amate ha ancora bisogno di voi e del vostro amore!-
le disse Orion
Hilda fu sciocchata dalle parole di Orion e in un primo
momento non voleva ascoltarlo, poi però capì che se non
era ancora giunta la sua ora, le parole di Orion avevano
senso.
- Va bene tornerò sulla terra, ma mi mancherai tanto
amore mio.- esclamò Hilda con le lacrime agli occhi.
Orion le asciugo le lacrime e la guardò intensamente.
- Avrai una vita stupenda, Vivila anche per me!- le disse
Orion con voce dolcissima.
- Mi aspetterai?- le chiese lei tremante.
Orion fece cenno di si con la testa, la strinse forte a
se. Voleva assaporare ogni attimo di quel poco tempo che
gli dei gli avevano concesso.
- Si, aspetterò con ansia il giorno in cui tornerete
qui, da me, e allora vedrete non ci lasceremo mai.- le
disse lui
- Oh, Orion
-
- Veglierò sempre su di voi, io vi proteggerò qui, dal
paradiso-
- Sarai il mio angelo, anzi il mio fantasma!- sorrise lei
fra le lacrime.
Le dispiaceva enormemente lasciare Orion, luomo che
amava proprio ora che lo aveva ritrovato. Lui rispose al
suo sorriso, poi si chinò su di lei e la baciò
dolcemente. Fu un baciò lungo, appassionato, e molto,
molto dolce.
Si staccarono, e si guardarono entrambi dolcemente. Il
silenzio fra di loro, diceva più di mille parole,
avevano tante cose da dirsi, ma il silenzio parlava per
loro.
- ora dovete andare-
Hilda fece segno di si con la testa. Si diedero un altro
bacio. Ma quando Orion riaprì gli occhi la sua Hilda non
cera più, la vita laveva pretesa per se
strappandola a lui. Una lacrima solcò il viso di Orion.
Flare, era nella camera di Hilda, sua sorella era
sdraiata sul letto, respirava ancora, ma non aveva ancora
ripreso i sensi. Si sentiva impazzire al pensiero di
perdere lunico componente della sua famiglia.
Fortunatamente un soldato aveva visto cadere in acqua
Hilda, si era tuffato per salvarla. Il dottore aveva
detto che lui aveva fatto tutto quanto era in suo potere
per salvarla, ma che ora dipendeva da lei.
Flare continuava a pregare che la sorella non se ne
andasse, le voleva un mondo di bene e senza di lei
sarebbe impazzita, ne era certa.
Ad un certo punto vide una luce avvolgere il corpo della
sorella, Flare pensò che la sorella fosse morta e che
quella luce fossero degli angeli che la venivano a
prendere, già si stava disperando quando notò che il
corpo di Hilda si muoveva. Era viva, sua sorella era viva.
Non laveva lasciata sola al mondo.
- Hilda? Hilda mi senti?- chiese Flare
- Flare sei tu?-
- Si certo, chi dovrei essere?- le sorrise Flare
- Io
devo essere tornata in vita dopo il bacio di
Orion-
- Orion? Che centra?- chiese lalta allibita.
Hilda si sedette riprese fiato, e raccontò del suo
incontro onirico con Orion, le disse che avrebbe voluto
restare con lui, ma che Orion laveva convinta a
tornare, le disse pure che Orion le aveva confessato di
amarla, e di tutto il resto che era successo fra loro.
- Sono così contenta per te sorella, e contenta che tu
sia ritornata da me. Ma non ti pentirai della tua scelta?
Voglio dire hai preferito tornare qui piuttosto che
restare da lui!- disse Flare.
Hilda rimase un po in silenzio, no non era pentita,
certo Orion le mancava da spezzare il fiato, ma Hilda
aveva capito che la sua vita non era ancora giunta al
termine, e che cera qualcuno che aveva ancora
bisogno di lei, soprattutto Flare. Certo Flare aveva lamore
di Crystal, ma quello che poteva lui le poteva dare era lamore
di un uomo, e non poteva sostituire laffetto della
sorella e Hilda lo sapeva. Lamore di un uomo e laffetto
fratello sono due cose diverse. Ma non era stato solo
questo a spingerla a tornare. Era perché Orion glielaveva
chiesto, e per amor suo aveva deciso di non farlo
soffrire.
- No Flare, non sono pentita perché è questo che Orion
voleva!-
Flare abbracciò la sorella, Hilda ricambio il suo
abbraccio , restarono così ancora un po, poi la
sera scese sulla città le due sorelle si addormentarono.
Hilda rimase un attimo a guardare fuori dalla finestra,
la notte era tempestata di brillanti stelle, brillanti
coma diamanti, scorse le stelle dellorsa erano
tutte brillanti ma una particolarmente: quella di Orion
Si lui lavrebbe vegliata per sempre. Lei si sentiva
più forte perché sapeva che Orion la guardava, e la
proteggeva sempre. Si, il suo amore lavrebbe
protetta per tutta la vita. E poi un giorno, quando la
sua vita sarebbe davvero terminata, sarebbe tornata da
lui. Ma ora doveva continuare a vivere. Lo doveva fare
per Asegard e la sua gente , per sua sorella, per Orion e
per se stessa .
- Aspettami Orion!- disse lei addormentandosi.
Orion da paradiso rispose alla donna che amava sorridendo.
- Ti aspetterò con impazienza.- rispose lui.
Si, un giorno, due anime che non si erano potute amare in
vita, ma che al quale gli dei avevano dato lopportunità
di dichiararsi dopo la morte di una di esse, si
rincontrarano e si ameranno per sempre. Per Sempre.
FINE
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