DISCLAIMERS: Marmalade boy e
tutti i personaggi e le situazioni sono © di Yoshizumi
Wataru e di tutti gli aventi diritto. I sopradetti non
sono usati a scopo di lucro.
La storia è la libera rivisitazione dell'episodio
dell'anime n°37, corrispondente all'episodio italiano n°33
(Il ritorno di Nik). Sono stati utilizzati i nomi
originali.
Dedico questa storia a tutti quelli che, come me, hanno
invano desiderato e sperato nella storia tra Meiko e
Satoshi, in particolar modo a quella scrittrice
straordinaria che è la mia amica Sara.
Compiaciuto con se stesso, compose il numero telefonico
che conosceva a memoria già da tantissimo.
Dopo pochi squilli rispose la domestica.
- Le passo immediatamente la signorina - disse soltanto.
Lui prese un profondo respiro tranquillizzante. Si
sentiva agitato come un ragazzino alla prima telefonata
importante.
- Satoshi-kun, che sorpresa!-
- Avrei due biglietti per un concerto, ti va di venire
con me?
- Volentieri!-
- Bene, allora è deciso!
- D'accordo, a che ora?-
- Alle 15, passo a prenderti sotto casa-
- Così presto?-
- Beh sì... pensavo che fosse carino andare a mangiare
prima qualcosa insieme... ti va? Di' di sì, ti prego.
- Dico di sì- rispose lei sorridendo tra se. Satoshi
Miwa non si smentiva proprio mai!
- Fantastico! A domani allora!-
- A domani...- salutò lei riattaccando. Appoggiò il
telefono alle labbra arrossendo.
"Un pomeriggio... Un intero pomeriggio..."
FINALMENTE AMARTI
- E' stato un vero colpo di fortuna, non ci speravo più
ormai... Poi mi ha chiamato un mio amico e mi ha dato la
bella notizia...-
- Non mi dici proprio nulla?- chiese incuriosita lei
sorridendo.
Satoshi scosse il capo energicamente.
- Assolutamente no! Che sorpresa sarebbe?-
Sorrise nuovamente. Buffo. La scorsa volta, quando
l'aveva portata in quel posto, si era rifiutata di
sorridere... Ricordava ancora alla perfezione quel giorno...
E il loro primo bacio...
Decisamente diverso però dal secondo...
Come mai non riusciva a smettere di pensarci e di
arrossire al ricordo?
- Ma Satoshi-kun! Ti prego... Sono troppo curiosa! E poi...
non conosco neppure i tuoi gusti in campo musicale! E
decisamente, non so se posso fidarmi dei tuoi gusti!-
- Quanta fiducia!- ribatté lui ridendo - Dimmi, non ti
è forse piaciuto il concerto che abbiamo organizzato per
il festival scolastico?-
- Certo che mi è piaciuto! Ma che domande fai?-
- Beh, quelli sono i miei gusti- rispose lui
semplicemente.
- D'accordo... Vada per i gusti... Ma vorrei almeno
sapere dove mi stai portando! Ti prego!-
Satoshi poggiò il mento su entrambi le mani appoggiate
con i gomiti al tavolo e osservò Meiko ad occhi
spalancati.
- Uhmmmmm- borbottò
- Allora?-
- Uhmmmm-
- Satoshi-kun?- chiese Meiko, iniziando ad irritarsi.
- Uhmmmmmmm-
- Allora?-
- Non te lo dico!- rispose lui deciso, lasciandola a
bocca aperta per qualche istante.
Intimamente avrebbe voluto risponderle, come in occasione
del loro primo *appuntamento* che le avrebbe risposto in
cambio di un bacio... Ma le cose erano diverse, e anche i
sentimenti che provava per lei erano andati ben oltre
l'interesse e la cotta... Ora non avrebbe mai potuto
forzarla in questo, mai...
- Non cambi proprio mai, eh?- rispose lei, imbronciata,
afferrando la borsa.
Temendo guai, Satoshi iniziò a sventolare le mani in
segno di scusa...
- Dai Mei... Akizuki- si corresse - Non voglio farti
arrabbiare, ma una sorpresa è una sorpresa!!!-
Meiko cercò di non sorridere e di restare imbronciata.
Quando, come in quel momento, si comportava da buffone
per scusarsi, assumeva un'aria divertente e molto dolce.
- D'accordo - rispose allora, fingendosi altezzosa - ma
solo perché è una sorpresa-
Satoshi sorrise e annuì soddisfatto, fermandosi a
guardarla mentre, dopo aver preso un boccone della
crostata di frutta che aveva ordinato, assaporava un
sorso di the ad occhi chiusi... Avrebbe voluto sporgersi
dal tavolo e baciarla, ma si trattenne.
Camminavano per una via affollata. Era
davvero agitato... Era quasi ora, e voleva che tutto
fosse più che perfetto...
Gli era costato così tanto prendere quella decisione...
Però lo credeva giusto... Finalmente....
- Non è ancora presto?- chiese lei all'improvviso - Il
concerto non fa di certo i nostri comodi!-
Satoshi sorrise...
- No, non è presto. Siamo in perfetto orario- rispose
lui.
Meiko lo guardò attentamente per un istante... Cose le
nascondeva?
Non solo era insolitamente silenzioso ma sembrava anche
concentrato altrove... Un moto di disappunto la pervase...
Quello avrebbe dovuto essere il loro primo vero...
appuntamento...
Com'era imbarazzante pensarci!
Pensare a quello che era successo pochi giorni prima...
- Akizuki, c'è qualcosa che non va?-
- Eh? No, no, perché?-
- Sei diventata tutta rossa, sicura di star bene?-
Ecco, n'era stato sicuro sin da prima di chiamarla...
qualcosa avrebbe interrotto quella magia...
- Certo, sto bene. Sto benissimo. Ma starei meglio se
arrivassimo in questo benedetto posto e....-
- Meiko, aspetta!- esclamò lui, afferrandola per una
mano e facendola girare verso di sé...
Si guardarono negli occhi ed il mondo sembrò
paralizzarsi per una manciata di secondi...
- Eh?- domandò, senza smettere di guardarlo.
- Per di qua- rispose soltanto lui, indicando una
stradina che Meiko, superandolo per non farsi accorgere
d'essere ancora rossa in volto, aveva superato.
- Oh, scusa - rispose lei, arrossendo nuovamente, mentre
il suo sguardo cadeva sulle loro mani ancora unite... La
mano di Satoshi era calda... emanava un tepore
rassicurante ma non solo... Era una sensazione che non
riusciva a spiegare... Nuova ed elettrizzante... Non
voleva che lasciasse la sua mano...
Il suo cuore batteva forte... Ancora, il tempo sembrava
essersi fermato, come se non volesse lasciarli
allontanare da quel luogo... Come se... Se fossero
rimasti lì, sarebbe accaduto qualcosa... Era una
sensazione che la penetrava tutta...Se non avesse fatto
qualcosa... Quelle sensazioni che provava... Non sapeva né
come né perché, ma era certa che sarebbero finite...
Inaspettatamente, gli strinse la mano, e mormorò
soltanto un timido - Andiamo?-
Lui la guardò con occhi spalancati e pieni di stupore.
Poi sorrise di un sorriso dolcissimo che le fece
sobbalzare il cuore.
Mano nella mano, si avviarono nella nuova strada mentre,
poco distante da dove si erano fermati poco prima,
arrivava una ragazza di corsa. Era una compagna di Meiko.
La chiamò. Aveva una notizia importante da darle. Ma
c'era molta gente e, per una frazione di secondo, la sua
voce non raggiunse Meiko Akizuki.
- Siamo quasi arrivati-
- Inutile chiederti perché da queste parti non c'è un
grosso teatro o uno stadio immagino-
- Immagini bene, è inutile chiedermelo. Tra poco lo
vedrai da sola-
- Bene allora! Dove si va ora?- chiese Meiko, quando
davanti a loro si presentò un bivio.
- Prima di proseguire, devi farmi un promessa-
- Una promessa? Che genere di promessa?- chiese lei,
preoccupata. Voleva fidarsi di lui, ma le veniva naturale
il contrario... D'altronde era proprio questo che rendeva
il loro rapporto così particolare, perché cambiarlo?
- Dovresti... tenere gli occhi chiusi finché non te lo
dirò io-
- Cooooosaaaa??? E io dovrei fidarmi di te?-
- Ehm... sì, direi di sì... E comunque ti prometto che...
Non ti importunerò-
Meiko si pentì immediatamente della reazione esagerata.
La dolcezza e la preoccupazione con le quali Satoshi
aveva pronunciato le sue scuse, l'avevano davvero colpita...
Da quella sera, lui si comportava in modo... diverso...
Come se cercasse... Di essere come lei lo voleva... O
forse, era una sua impressione?
- D'accordo, terrò gli occhi chiusi, lo prometto-
- Ti ringrazio - le disse lui con dolcezza, stringendole
la mano che non aveva mai lasciato.
Meiko chiuse gli occhi ed inspirò profondamente.
Come le sembrava tutto diverso!
L'odore dell'aria, il respiro di Satoshi al suo fianco
che la guidava, il calore della sua mano...
Satoshi si fermò. Sentì che bussava ad una porta tre
colpi, e poi due. Poi nulla. Satoshi cercò qualcosa
nelle tasche del giubbotto, e aprì la porta che
scricchiolò lentamente. Entrò per primo, l'avvisò del
gradino, e poi richiuse la porta. Era più buio, ed il
pavimento, lo sentiva, era di legno.
Il cuore le batteva all'impazzata, le gambe le tremavano...
Non sapeva cosa aspettarsi.
Iniziarono a scendere per dei gradini. Poi Satoshi si
fermò, la fece muovere verso sinistra e le disse di
sedersi. Tastando Meiko trovò la poltrona, abbassò il
sedile e si sedette. Lui le si avvicinò. Poteva sentire
il suo respiro profumato sulla guancia.
- Io torno tra poco, Akizuki. ti prego, tieni gli occhi
chiusi finché non... te lo dirò. D'accordo?- Lei annuì
- E non sbirciare!- aggiunse lui, lasciandole la mano e
allontanandosi.
Il suo cuore non aveva smesso di battere all'impazzata.
Cercò di accomodarsi sulla poltrona, ma ad ogni
scricchiolio il suo cuore sobbalzava, e lei si risedeva
rigidamente... La tentazione di aprire gli occhi era
grandissima, soprattutto per la tensione... Ma aveva
promesso, per cui cercò di ignorare i rumori di
sottofondo e quelle che sembravano delle voci in distanza.
Poi, il silenzio. Solo il suo respiro per quella che le
sembrò un'eternità.
Una luce, e poi un rumore di strumenti... Una chitarra,
un piano... Forse doveva aprire gli occhi ma non riusciva...
Erano incollati...
Fu solo quando sentì la calda voce di Satoshi
pronunciare le prime parole della canzone che li riaprì,
per vedere lui, con la chitarra in mano, al centro di un
palcoscenico con la band del festival scolastico...
Non riuscì a cogliere altri particolari, perché fu
subito ammaliata dalla canzone e dalle parole...
Un giorno - semplicemente un giorno - ti ho visto.
Non lo ricorderai.
I nostri sguardi, incrociati per un istante.
Ed io, paralizzato...
Forse ti avevo già vista ma... Averti visto dentro per
un istante è... Completamente diverso.
E' stato strano il modo in cui ho pensato
"Sarà Mia"
Perché di tante volte che l'avevo pensato.
E' stata come
La prima volta
Non m'importava sai, che tu amassi un altro,
Perché sapevo che
un giorno mi avresti visto
con lo sguardo con cui io guardo te.
Finalmente Amarti
senza ostacoli
Solo io e te
Solo noi e Amore
In un lungo, interminabile sogno
di luci e momenti
Non volevo sai,
dentro di me,
ingannarti ma temevo che
sarebbe stato l'unico modo, l'unico mezzo, per poter
respirare la tua stessa aria
per rimirare il tuo volto
anche senza sorriso.
Mi bastava questo, vederti, conoscerti, e anche irritarti
e divertirti perché
speravo così tu conoscessi me,
il vero me
che è rimasto nascosto da un giorno lontano di dolore
ed ho scoperto una parte di te,
immersa nel dolore come me
E allora, nulla è più bastato a fermarmi
perché ho capito
che nulla era più importante e sapevo che
un giorno avresti capito di me
quello che io ho capito di te
Finalmente Amarti
senza ostacoli
Solo io e te
Solo noi e Amore
In un lungo, interminabile sogno
di luci e momenti
E' arrivato quel momento
in cui ho capito di non poter fare a meno di te
E tutto quello che potevo fare per colmare
il vuoto delle ore in cui non ti vedevo
era aiutarti come potevo
E per tanto, ho vissuto aggrappato ad un'esile speranza...
Perché sapevo,
quello che avremmo potuto essere
E sapevo,
quanto avevamo bisogno di noi
E ora lo so,
so che l' hai capito anche tu,
non so per quanto, non so fino a quando
ma ora tu hai bisogna di me come io di te
un giorno, il giorno, è arrivato
e tutto quello che posso fare è
Finalmente Amarti
senza ostacoli
Solo io e te
Solo noi e Amore
In un lungo, interminabile sogno
di luci e momenti
Ti prometto...
Il mio amore non finirà...
E tutto quello che deve venire, lo affronteremo insieme
perché mi basta un tuo sorriso per diventare invincibile
E afferrerò ogni momento,
rendendolo ancora più prezioso di quelli che sono stati...
Perché possano essere perfetti per te,
che meriti ogni stella del cielo
ed ogni luce del mattino
ed ogni fiore appena colto
Tutto quello che posso fare per te è...
Finalmente Amarti
L'eco delle note si spense lentamente, ma lei rimase
immobile, paralizzata. Le lacrime, le rigavano le guance,
e non riusciva a bloccarle...
Satoshi scese dal palco e si avvicinò, mentre gli altri
membri della band si allontanavano con discrezione.
Automaticamente, si alzò anche lei, ed iniziò a
scendere i restanti tre gradini dell'anfiteatro di
poltrone.
Si incontrarono a metà strada.
Lui era completamente rosso in volto, lei continuava a
piangere.
- Meiko...- mormorò lui, allungando la mano per
asciugarle le lacrime
- L' hai... scritta tu?-
Satoshi annuì silenziosamente
- Ma il mio scopo non era certo quello di farti piangere-
aggiunse dolcemente.
- E'... bellissima-
- Forse... forse... perché è scritta per una persona,
bellissima- disse lui, con uno sforzo tremendo.
Gliel'aveva detto, si ricordò Meiko, che per lui era
difficilissimo dire le cose "serie"...
- O forse - aggiunse lei asciugandosi le lacrime - perché
parla in modo straordinario di un sentimento
straordinario-
- Oh, Meiko...- mormorò lui in un misto tra il commosso
e il felice.
Il suo nome, pensò Meiko, non le era mai sembrato più
dolce di quando lo pronunciava Satoshi.
Gli sorrise, e socchiuse gli occhi aspettando.
Satoshi le prese il viso tra le mani, e la baciò
dolcemente e cercando di trasmettere tutte le emozioni
che non era riuscito a mettere nella sua canzone.
Si allontanarono solo quando mancò loro l'aria.
Sorridendo imbarazzati, si presero nuovamente mano nella
mano ed iniziarono ad uscire dal vecchio teatro.
- Sai, - mormorò Meiko mentre si appoggiava alla sua
spalla e lui la circondava con un braccio - sembra
proprio che tu stia riuscendo finalmente a farmi
innamorare perdutamente di te, Satoshi Miwa -
FINE
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