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Productions 1972-1973, Tokyo Movie Shinsha Co. 1979-1980.
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Figures in the Moonlight
by Aria
Rosalie
guardò fuori dalla finestra e sospirò felice, poi,
realizzando di aver provato felicità, si accigliò e si
morse le labbra. Non aveva alcun diritto di esser felice,
sua madre era morta... Le memorie l'avvolsero e lei si
sentì soffocare da sentimenti confusi: tristezza, dolore
ed una furia così ardente da bruciare nelle sue vene.
Sua madre non era solo morta, avrebbe potuto sopportarlo
fosse stato così, no, era stata uccisa.
Le parole della donna echeggiarono tra le orecchie di
Rosalie--"Se hai dei problemi vieni a Versailles..."
Ma Versailles non avrebbe riportato indietro sua madre...
e non avrebbe protetto quella donna se Rosalie l'avesse
rivista.
Guardando ancora verso i cortili Jarjayes, le labbra di
Rosalie formarono un debole sorriso-- Andre stava
mettendo via i cavalli. Avevano fatto così tanto per lei...
Lady Oscar... e Andre. Si sentiva inadeguata, non avrebbe
mai potuto ripagarli ed Oscar si era anche offerta di
aiutarla a trovare l'assassino di sua madre. Con
quest'ultimo pensiero, Rosalie uscì dalla sua stanza e
scese le scale.
Trovò il giovane comandante delle guardie a tavola, in
cucina, una vista che continuava a sorprenderla, aveva
sempre immaginato che i nobili mantenessero una certa
distanza dai servitori.
"Hai dormito bene Rosalie?" le fu chiesto
Rosalie chinò la sua testa in assenso--"Sì, molto
bene, posso portarvi qualcosa?" prese una tazza.
Oscar si alzò. "Rosalie, non sei un servitore in
questa casa."
Fissò il pavimento, "Non sono una nobile,
madamigella."
"Qui non importa, finché resterai in questa casa
non servirai nessuno, hai avuto la tua parte da quel
punto di vista quando vivevi nelle strade."
Rosalie non riuscì ad evitarlo, le lacrime iniziarono a
scendere sulle sue guance e lasciò la stanza correndo.
Pochi
momenti più tardi entrò Andrè.
"Rosalie stava piangendo," disse semplicemente
Oscar sospirò, "Immagino non sia facile per lei
abituarsi alla gentilezza quando per tutta la sua vita è
stata trattata come se fosse senza valore, la sola
persona che l'apprezzava era sua madre, e beh... ha
bisogno di un amico."
Ci fu un breve silenzio, poi Oscar parlò di nuovo:
"Potrebbe essere duro per lei confidarsi con me..."
Osservò argutamente il suo amico d'infanzia.
Andre si appoggiò contro il muro, sapendo bene cosa
Oscar stava per chiedergli e lei sapendo con certezza che
sapeva, continuò.
"Andre, sai che è vero, non si confiderà mai con
me, considera il gap tra le classi troppo grande."
In un disperato tentativo di convincerlo, continuò,
"Andre, lei ha bisogno di un amico, qual è il tuo
problema con questo?"
Stava guardando verso il pavimento, ma quando disse
quello, Andre alzò lo sguardo.
"Io non ne ho, ma non mi piace che sembri che tu me
lo stia ordinando," disse debolmente.
Sulla difensiva, gli occhi di Oscar si strinsero.
"Non sto ordinando, possibile che sia così duro per
te dedicare un po' del tuo tempo a Rosalie?"
"Dimentica quel che ho detto, non importa, sarò il
suo migliore amico, se questo è cosa vuoi--Non discuto
con te, dopo tutto non perdi mai," si girò per
andarsene.
"Andre!" Urlò Oscar, "Non capisco! Qual
è il tuo problema?!"
Ma era andato e tutto quello a cui Oscar poteva pensare
era le ultime parole che le aveva rivolto.
"dopo tutto non perdi mai..."
Cosa significava?
Andre
non sapeva cosa gli era preso, ma l'idea di Oscar di
gettarlo come un'offerta di pace a Rosalie non si
adattava bene nella sua mente. Non gli piaceva cosa le
aveva detto, era stata sincera nei suoi motivi, aveva
solo contorto le sue parole... Ma ad ogni modo, si stava
guardando in giro per provare a trovare Rosalie nel
cortile dei Jarjayes.
La trovò vicino alla fontana, lei aveva un'espressione
calma sul suo viso e quando si avvicinò vide i suoi
occhi chiusi.
Si sedette di fianco a lei.
"Amo questo posto," disse sorprendendolo.
"Pensavo stessi dormendo," commentò lui.
Rosalie aprì i suoi occhi e rise. "Di mattina, no
mai! Come può una persona dormire la mattina, il sole è
luminoso e tutto è felice e brillante e--"
Andre la interruppe con un grosso sbadiglio. Rosalie lo
colpì giocosamente poi riprese a ridere. Vedendo
quant'era contagiosa la risata, in neanche un attimo
anche Andre stava ridendo.
Qualche minuto più tardi Rosalie si stava asciugando le
lacrime
"Non sapevo che una persona potesse piangere, se
rideva troppo," disse sorridendo, poi seriamente si
girò verso Andre, "Ti ringrazio, ne avevo bisogno."
Ci fu silenzio.
"Dimmi di te."
"Heh?"
Rosalie sorrise. "Mi piace sapere qualcosa delle
persone che sono gentili con me."
Di nuovo ci fu silenzio.
"Arrivai qui quando avevo circa sei anni,"
cominciò Andre.
"Perché?" chiese Rosalie
Andre sospirò. "Entrambi i miei genitori sono
morti, morirono di malattia, penso, quando ero molto
giovane e mi ha cresciuto mia nonno, era la bambinaia di
Oscar, Pregò per il mio bene ed il padrone mi permise di
diventare servo di Oscar."
"Rosalie si alzò, tese la sua mano.
Felice di conoscerti Andre."
Andre
non aveva davvero parlato con Oscar da quella discussione
e lei sentiva un vago senso di sconforto, avevano
litigato prima ma non era mai stato così.
Oscar non capiva cosa c'era di sbagliato. Era diventato
amico di Rosalie, comunque, come aveva chiesto, li poteva
vedere camminare in giro per il cortile nel mattino. Si
chiese perché lui era stato così arrabbiato...
Rosalie era felice, era in grado di vedere quello e
cancellava un po' del dolore che sentiva per le parole di
Andre, poteva non averle capite con chiarezza, ma era
certa non fossero un complimento e le erano rimaste
sempre in mente-- giorno e notte. In quel momento entrò
Rosalie e la vide distratta dai suoi pensieri.
La ragazza parlò velocemente e molto eccitata, "Madamigella
Oscar, Andre ed io stiamo andando nei campi, è molto
bello, venite con noi."
Il viso di Oscar s'illuminò ma catturando come uno
scintillio di Andre attraverso la finestra, suo viso si
fece più scuro.
"No, andate voi due senza di me, non mi sento molto
bene."
Non volendo che Rosalie notasse il suo dolore ed il suo
dispiacere e parzialmente perchè non voleva vedere la
sua espressione ferita, si girò.
Rosalie, addolorata e confusa dalle azioni di Oscar,
semplicemente lasciò.
"Sono
molto preoccupata per lei," disse ad Andre quella
mattina.
Andre si fece quieto, ma questo accadeva sempre, ogni
volta che lei portava su l'argomento di Oscar e questo
sempre la confondeva. Questa volta lui rispose.
"Probabilmente è solo stanca, solo quello."
"Non penso, è più che altro depressa."
"Perchè mai sarebbe depressa?"
"Non so."
E Rosalie abbandonò la questione così-- sapeva che
Andre, come tutti loro, aveva i suoi demoni privati e non
avrebbe fatto pressione.
Cominciò a realizzare quanto lui fosse importante per
lei. Anche se la morte di sua madre ancora l'addolorava,
in qualche modo la presenza di Andre calmava il dolore e
così iniziò a raccontargli della sua infanzia nelle
strada e come dura era stata per sua madre... e per lei
Tornarono tardi a Palazzo Jarjayes.
Prima di entrare comunque, Rosalie si girò per essere di
fronte ad Andre.
Gli sorrise gentilmente, "Andre," disse
dolcemente, "grazie."
"Per cosa?"
"Per essere qui... con me," e dicendo questo si
sporse verso di lui e le loro labbra s'incontrarono.
Oscar
stava fissando fuori dalla finestra e per coincidenza
vide due figure unite in un bacio. Il primo pensiero che
passò per la sua testa fu-- com'è bello.
E lo era, ma lo scintillio della luna circondò entrambe
in una luce argentea rivelando Rosalie... ed Andre.
La vista del loro bacio, era ancora innegabilmente bella,
ma Oscar prese un passo indietro, mise la testa tra le
mani e si chiese perchè stava sentendo un tale, acuto
dolore...
FINE
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