Fear - Paura
Di Aria (crune@coqui.net), traduzione di
Claudia (betelgeuse_85@yahoo.it)
La vita alla quale prima ero rimasta
aggrappata a caro prezzo, cominciò ad affievolirsi
mentre le pallottole mi colpivano.
Non sapevo neanche dove sentivo un dolore penetrante e
dopo una sensazione come di andare alla deriva.
Con occhi che in quel momento sembravano non essere i
miei guardai il cielo. Dopo li chiusi velocemente.
Non c'era nessuno a condurmi lontano da questa vita?
Dovevo andarmene da sola?
La paura mi raggiunse e cominciai a tremare violentemente--Sentivo
freddo, così freddo
"Rosalie, asciugale il viso" sentii comandare
da una voce.
Con uno strano distacco mi chiesi perché avevo bisogno
che qualcuno asciugasse il mio viso.
Doveva essere per via del sangue, riflettei in silenzio.
Il mio sangue
Mi stavo dissolvendo velocemente, mi ci voleva così
tanto per inspirare e per tutto il tempo dentro di me
maledissi il mio amore
Che tu sia maledetto Andrè! Maledetto perché mi stai
lasciando qui da sola! Maledetto!
Dopo, una pace improvvisa scese su di me.
//Amore mio
//
Lo sentii. Non ero impazzita! Lo sentii veramente!
//Non ti ho abbandonata
//
Ma ero così spaventata
//Non esserlo, io sono qui//
Mi guiderai?
//È per questo che sono qui//
Posso osare credere che questo sia reale e non soltanto
un'illusione?
//Io sono reale, Oscar//
Dove sei?
//sopra di te, nel cielo//
Con le poche forze rimaste aprii gli occhi e guardai
fisso verso l'alto.
Mi accorsi di un bellissimo colombo bianco che volava in
cerchio su di me. Gli uccelli possono essere considerati
maligni presagi di morte, il corvo infame per esempio--eppure
io non avevo più paura. Credevo in Andrè, sapevo che mi
avrebbe guidata e che sarebbe stato con me. Sentii la
poca vita che mi era rimasta sgocciolare via, vagamente
conscia delle grida intorno a me. Ma non avevo paura.
Con un "Adieu" era finita.
La sensazione di distacco mi consumava mentre guardavo
curiosa e impassibile quello che era stato il mio corpo.
"Oscar!"
Seppi istintivamente chi fosse.
"Sapevo che non mi avresti mai lasciato"
"Mai", ripeté e mi tese la mano
Io la presi e ci allontanammo insieme, lui che mi guidava
verso l'ignoto.
Ma io non avevo paura.
FINE
Nota dell'autrice:
la storia doveva essere intitolata "Il colombo
bianco" e non era stato assolutamente immaginato che
fosse come questa, ma come tutti sapete le storie tendono
a scriversi da sole e noi scrittori siamo
fondamentalmente stupidi schiavi delle nostre muse
cattive e viziate (La musa mi ha fatto fare questo!)
o almeno lo sono.
In ogni modo essendo la felice scrittrice tormentata che
sono, ho deciso di andare avanti con questa storia e sono
abbastanza contenta così. E ancora, l'idea di base degli
ultimi momenti di Oscar ha lasciato spazio a
manovre. Dunque scusate se non è perfetta, e state
sintonizzati--potrei uscirmene con un'altra "Oscar
postmortem story".
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