Sono qua... Il volto tra le braccia,
appoggiate alle ginocchia... Guardo e riguardo un lembo
del lenzuolo, ma è appannato...E' buio, attorno a me...
Solo lacrime, solo tenebra...
Non voglio, non devo....
Alzo lentamente il capo, mi duole...
E la vedo lì, come se fosse accanto a me, piangere sul
letto, distesa, la faccia tra le lenzuola... Non mi
ricordavo... Non mi ricordavo... Come ho potuto
dimenticare??
Non posso piangere. L'ho promesso, giurato... A lei, che
piange accanto a me... Ho giurato di essere forte, di non
piangere più...
Guardo il suo corpo, un brivido di angoscia percorre il
mio...
Non mi ricordavo...
Così.. grassa, così.. brutta.. Insicura.
Piange,piange,piange...
"Giulia, Giulia, Giulia..." singhiozzo, tra una
lacrima e l'altra...
- Julie, stai bene?-
ENDINGS
Mi
asciugo le lacrime...
- Nicola?-
- Sì, certo, sono io, il tuo adorato fratello... Chi
altri?- rispose, sedendosi sul latto accanto a me, di
spalle
- Già...- mormorai sottovoce, le lacrime sul punto di
scendere nuovamente a torrenti dai miei occhi
- Sai, sono 10 giorni che non esci dalla tua stanza se
non per andare a scuola...-
- Lo so...-
- .. e mi ricordi...-
- ... me sei anni fa?-
- Proprio!- mormorò, voltandosi verso di me e
scompigliandomi i capelli con una carezza - Lo sai che io
ti voglio bene, no?-
- Sì, lo so-
- Sei anni fa, continuavi a ripetere, tra le lacrime
"Nessuno mi ama, nessuno mi vuole bene"...
Ricordi?-
Annuìi... Ricordavo fin troppo bene, ora.
- Ma non era vero. E lo sapevi-
- Mi piace farmi del male, lo sai, no?- mormorai mentre
scendeva una lacrima, poi un'altra, ed un'altra ancora, e
ancora, ancora, ancora....
- Sssshhhhhhh- mormorò, prendendomi tra le braccia -
Andrà tutto bene, anche questa volta, andrà tutto bene...-
- Satoshi?-
- Satoshi!-
- SAAAAATOOOOOOOOOSHHHHHHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!-
Satoshi Miwa sobbalzò.
- Suzu??!?!??!Ma sei pazza ad urlarmi così nelle
orecchie??!?!?!-
- Ma, cuginetto, non mi ascoltavi!!!-
- Suzu, non posso sempre stare a sentire le sciocchezze
che dici!- rispose lui, brusco
- Ehi! Da quando sei anche maleducato?- chiese,
imbronciata, la cuginetta... Era andata a trovare Satoshi
per parlargli, ma sembrava proprio che il signorino non
si degnasse d'ascoltarla...
- Perdonami, non sono proprio di buon umore... Cosa
dicevi, Suzu?- risponde lui, cercando di sorridere.
- Parlavo di Miki e Kei... Lo sai che stanno insieme?-
Satoshi la guardò a bocca aperta per pochi secondi.
- No, non lo sapevo- risponde - E mi chiedo se Yuu lo
sappia-
- Non credo- risponde Suzu - Ma forse dovresti dirglielo...
NO?-
- E' meglio che glielo dica Miki- risponde il ragazzo. -
E' meglio che parlino tra loro-
- Anche se si sono lasciati?-
- Sì- risponde Satoshi, di nuovo pensieroso, lo sguardo
fisso nel vuoto - Anche se si sono lasciati -
Suzu osserva il cugino preoccupata.
- Ti manca molto, vero?-
- Sì...- risponde lui, senza volerlo, accorgendosene, si
volta verso Suzu, come per giustificarsi.
- Allora- esclama lei allegra- Ti presenterò tante
modelle carine fatte apposta per te!-
- Cosa vuoi che me ne freghi delle modelle!- esclamò il
ragazzo, arrabbiato.
- Sato... Ok, non arrabbiarti, dicevo per dire- (<---goccgocc)rispose
Suzu, politicamente, muovendo freneticamente le mani...
- Scusami, sono proprio di pessimo umore- rispose lui,
sospirando pesantemente, lo sguardo rivolto verso il
pavimento. Si sedette di scatto sulla poltrona,
appoggiando la fronte sui pugni chiusi.
- Uhmmmmm- mormorò Suzu - Se ti può consolare, secondo
me eravate proprio esteticamente spaiati!-
Mi guardo allo specchio. I miei occhi sono
ancora rossi... Mi aspetta un nuovo giorno, di cui farei
volentieri a meno.. Soprattutto, vorrei poter fare a meno
di andare alle prove, oggi. Non voglio rivederlo, non
voglio, non voglio....
L'angoscia mi attanaglia...
- Julie?-
- Sì, Nico?-
- Mamma al telefono- risponde lui, serio.
- E' successo qualcosa?-
Nicola non risponde, ci scambiamo uno sguardo profondo.
- Gliel'hai detto-
- Dovevo-
Annuisco, uscendo dalla porta scambiandomi un'altro
sguardo profondo con lui.
Satoshi
osservò nuovamente la porta dello studio di
registrazione. Nulla. Sospirò Profondamente.
- Vedrai che arriva- mormorò Kei al suo fianco, cercando
di sdrammatizzare.- In fondo, ha un ritardo di "solo"
un'ora- riprese il ragazzo, enfatizzando il "solo"...
- Non credo verrà- rispose Satoshi voltando lo sguardo -
Forse è meglio iniziare senza di lei, con le canzoni che
canto io-
- Scusate il ritardo!- esclamò una voce alle sue spalle,
con il fiato corto.
Sulla porta della sala era apparsa Julie, le guance rosse
per la corsa, il fiatone, e un sorriso tirato sulle
labbra. Satoshi cercò di controllarsi.
- E' successo qualcosa?- chiese, cercando di sorriderle
spontaneamente.
- Purtroppo sì - rispose lei, ricomponendosi,
riavviandosi i capelli con una mano - Brutte notizie-
Non posso fare a meno di cercare di
convincermi che sia stata la cosa migliore. Ma, in questo
momento, guardandolo, è una convinzione ben fragile. Oh,
quanto è bello! Perché....?
- Cosa?- chiede, preoccupato, con quella piccola ruga
sulla fronte che ha tutte le volte che qualcosa lo
preoccupa.
- Parto presto - rispondo senza prendere fiato - Devo
tornare in Italia-
- Cosa?????- è stupito. Non vorrei equivocasse... Non
voglio che pensi che sto fuggendo da lui.. Che sto
fuggendo, DI NUOVO.
- Mia madre mi ha telefonato dall'Italia, appena i miei
vi hanno fatto ritorno, hanno formalmente chiesto loro
che io frequentassi l'ultimo anno di scuola superiore e
prendessi il diploma in Italia... Avevano fatto queste
richieste anche a me, telefonicamente, ma non ci ho mai
badato, fino a quando oggi, mia madre mi ha comunicato
che l'ha visitata... Il mio Presidente-
- Stai scherzando?- chiede Kei, cercando
di trattenere le risate, che gli salgono incontrollabili...
- No, purtroppo...-
- Vuoi dire- interrompe Satoshi - che il Presidente della
Repubblica Italiana ha chiesto in via ufficiale e
personalmente a tua madre che tu tornassi a studiare in
Italia?- il suo tono era ironico, sorpreso.
- Esattamente- mormorai, sorridendo - Mi viene da ridere
a pensarci.. Ce la vedi mia madre che si ritrova il
Presidente e il suo staff in casa?-
Ci guardammo per tre secondi, e poi scoppiammo a ridere-
io mi appoggiai allo stipite della porta, satoshi al muro...
Continuo a ridere, e più ci guardiamo, più ridiamo, ci
sbellichiamo dalle risate... E' finita. Posso tirare un
bel sospiro di sollievo. E' finita... Eccoci qua, e il
mondo gira ancora su se stesso. E non ci sono terremoti
nelle previsioni sismiche di Tokyo.
Dopo qualche minuto, riusciamo a fermarci, Kei ci guarda
sorridendo, mentre gli altri della band sono straniti...
- Quando - disse solo, il fiato ancora irregolare per le
risate.
- Alla fine dell'estate- rispondo.
- Ahh, per fortuna! C'è tutto il tempo...-
Sorrido.
- .. di trovare qualcuno che ti sostituisca! Mi avevi
fatto prendere uno spavento! Ma come avremmo potuto fare
senza di te così, su due piedi? Eh, no, no, dobbiamo
trovare qualcun altro...- dice lui assorto, lo sguardo
rivolto al vuoto, la mano sotto il mento...
<--gocc
<--gocc
Lo guardo malissimo, gli occhi rossi dalla rabbia, il...
- Julie-chan! Ti esce il fumo dalle orecchie!- esclama
Kei ridendo. A lui si unisce tutta la band...
- SAAAATOOOSHHIIIIIIIIIIMIIWAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!-
urlo, avventandomi su di lui, Satoshi cerca di scappare,
e in men che non si dica, stiamo percorrendo ai 2000
all'ora tutta la sala di registrazione, passando sotto la
tastiera e savalcando la chitarra elettronica...
I ragazzi ridono a squarciagola. Afferro la maglia di
Satoshi, che frena all'improvviso, mandandomi a sbattere
contro la sua schiena.
- Ahia!!! Satoshi! Sei solo un...-
- Presuntuoso Egocentrico Egoista- sentenziamo insieme.
Lui si gira, ci guardiamo e scoppiamo nuovamente a ridere.
Dopo altri dieci minuti di risate collettive, ci
riprendiamo, in tempo prima che il signor Wataru, il
produttore, entri nella sala.
- Julie, sei arrivata! Bene! Possiamo iniziare ragazzi?-
- Sì- rispondo sorridendo a Satoshi e leggendo nel suo
sguardo - Possiamo iniziare-
- E così, te ne vai. Non posso ancora
crederci.- Mormora, socchiudendo gli occhi e assaporando
il venticello di Aprile.
- Perché no? Non è la prima volta - rispondo, sedendomi
accanto a lui sulla panchina. E' ormai il tardo tramonto,
quasi le otto e mezza, a giudicare dal blu che sta
chiazzando l'arancione del calar del sole. Gli passo il
suo trancio di pizza, sorridendogli.
- Pizza, eh?-
- Cosa c'è che non va nella pizza?-
- Ti senti già a casa- risponde, con un pizzico di
malinconia nella voce.
- Uff, Satoshi! Non ne farai un melodramma, ora! Ho preso
la pizza solo perché qui vicino hanno aperto una
pizzeria italiana in cui vendono anche le cose da asporto!
Non intendevo certo comunicarti in modo indiretto che non
vedo l'ora di tornare in Italia!-
- Perdonami - risponde lui guardandomi e sorridendo,
triste.
- E comunque, non muoio certo dalla voglia di tornarci...
Come puoi pensarlo? Mi vedi esultante forse? E per cosa,
poi? Per tornare a vivere 24 ore su 24 con i miei? O per
i giornalisti che scattano foto anche se ti affacci alla
finestra quando la apri la mattina, dopo esserti
svegliato? Oppure per i miei *amici*? -
- Ti ho già detto di perdonarmi, ok?- risponde lui,
secco, addentando un pezzo di pizza.
- Che hai?- gli chiedo. Non ha mai risposto male, non a
me, almeno.
- Niente di particolare- risponde lui, senza guardarmi in
faccia. Mi alzo in piedi, e butto la pizza nel cestino
della spazzatura vicino, cercando di *farglielo* notare.
- Ma Julie, cosa...?-
- Mi è passata la fame- rispondo, senza voltarmi - E'
meglio che io torni a casa, ora. CIAO -
- Ehi, aspetta!- dice, evidentemente arrabbiato,
raggiungendomi dopo aver posato la pizza non-so-dove. Mi
afferra per un braccio, bloccandomi.
- Cosa vuoi?- gli dico, divincolandomi dalla stretta, e
incrociando le braccia.
- Cosa vuoi tu- risponde - pensavo fossimo AMICI -
- Ah! Davvero? Beh, mi pare che sia tu, quello che cerca
di far sentire in colpa- risponde, proseguendo il mio
tragitto verso non so neppure quale luogo.
- Cooosaaa? TU te ne stai andando!-
Mi blocco, di colpo, e per poco non mi travolge cercando
di fermarsi.
- Satoshi. O siamo amici, o non lo siamo. Ed io tornerò
comunque in Italia, perchè non posso farne a meno. E se
potessi farne a meno, non te ne avrei neanche parlato. E
forse te ne ho parlato anche perché speravo in un MINIMO
di comprensione da parte tua - mi giro verso di lui, ha
abbassato gli occhi, scruta attentamente i granelli di
terreno. Ha capito cosa volevo dirgli, per quale ragione
mi ero arrabbiata.
Mi avvicno a lui, e lo abbraccio, gli passo le mani
dietro la schiena, e affondo il viso nel suo petto... Il
suo odore, quanto mi è mancato! Cerco di trattenere le
lacrime, ci sto provando con tutta me stessa...
- Mi mancherai tanto -
- Mi mancherai moltissimo anche tu - risponde,
stringendomi, e affondando il capo tra i miei capelli.
Piange. Non sono la sola, allora.
- Julie! Che ci fai attaccata al frigo?-
- Nico, per fortuna!- dico, girandomi verso di lui. - Non
c'è più niente di appetibile, in questo frigorifero, né
nella dispensa! Eppure la tata ha fatto la spesa ieri!-
- Non avevi già cenato quando sei tornata a casa?-
- Sì, ma ora ho di nuovo fame!-
- Non è passata neanche un'ora-
- Beh, mi è venuta fame ORA-
- Julie-
- Nicola- ripeto il suo nome con lo stesso tono usato da
lui nel pronunciare il mio. Secco, impudente, arrabbiato,
ironico tendenzialmente auto-distruttivo.
- Finiscila- risponde - Non troverai nulla con cui
abbuffarti. Ho dato precisi ordini alla tata-
- Nico, tu non hai fiducia in me?-
- No, non in questo caso almeno. So che sei depressa per
quello che è successo con Satoshi. E SO anche che quando
sei depressa, non ragioni più a mente lucida-
- Sono cambiata-
- Sì. Bene, allora ti farò vedere le foto di sei anni
fa- risponde, testardo. So che ha ragione, lo so,
dannazione!
Abbasso il capo e mi "abbatto" contro il frigo,
guardando negli occhi mio fratello.
- Hai ragione- ammetto, alla fine. Ho avuto diversi
problemi di disordini alimentari, sei anni fa. E' stato
un periodo bruttissimo per me e per la mia famiglia... Ne
sono uscita soltanto grazie alla scrittura, al coraggio
che mi ha trasmesso... E a Nico, ovviamente. Se non ci
fosse stato lui... Comunque, il cibo è rimasto la mia
isoletta contro la depressione, sempre. E questa volta
non fa eccezione... Solo prima di incontrare Dan, però,
ho avuto problemi di peso, e ci è voluta una vita prima
che capissero qual'era il problema della mia obesità...
Non potevo certo dire ai medici "guardate che se
sono depressa apro il frigo e mangio".
Quando è morta la madre di Dan, mi hanno tenuta così
sotto stretta sorveglianza, che non ho avuto il tempo di
avere questi problemi. Sono stata troppo impegnata a
cercare di dimenticare, anche. Ma ora...
- Tu
sei molto forte, se vuoi-
- Nico... Non so se ce la faccio, Nico...- Quando ho
ricominciato a piangere?
- Certo che ce la fai... Sei la mia super-sorella-
risponde lui, abbracciandomi - E poi, se non ce la fai,
io morirò affogato!-risponde, scherzando.
Rido, tra le lacrime...
- Ora basta, però!- dice, con tono scherzoso e una voce
colma d'affetto dopo qualche minuto.
- Ok- rispondo.
- Così ti voglio, sorelluccia!-
- Nico, ti prego, sorelluccia..NO!- lo intimo, minacciosa.
- Uff, ma era carino, Juls!-
- Juls va bene. Ti posso accordare anche SORELLINA, per
oggi, ma null'altro, chiaro?-
- Cristallino, mio capitano! Se il capitano permette, io
andrei sotto coperta, signore!-
- Ha il mio permesso, sergente-
- La ringrazio Capitano Juls!- dice infine, chinandosi a
schioccarmi un bacio sulla guancia prima di tornare alle
sue prove con il violino.
- Nicola, ti voglio bene-
- Anch'io sorelluccia, anch'io!-
- Nico!!!!!- gli urlo dietro, mentre lui si rifugia nella
stanza per le prove ridendo.
Respiro a pieni polmoni, lanciando un'occhiata veloce al
frigorifero... No. Non questa volta. Non ora. Non adesso
che è stata una mia scelta, una scelta d'amore...
Il telefono squilla interrompendo i miei pensieri.
Corro velocemente a rispondere, e riesco ad intercettare
la cornette del cordlex prima del decimo squillo.
- Telefonata intercontinentale - mi comunicano dall'altra
parte dell'apparecchio. Sospiro, aspettandomi il peggio...
O mia madre...O Andrew... O Carrie, o ancora peggio...
Dan... No, Dan non mi chiamerebbe mai...
- Pronto, chi parla?-
- Giulia, sono io, Elena!-
- Elena, sei davvero tu? Fantastico! Cavoli!! E' un sacco
di tempo che non sento la tua voce!-
- Mi è arrivata la tua lettera oggi, e ho pensato di
telefonarti... Ti aspettavamo in chat, la scorsa
settimana.
- Oh, è vero, perdonami! Me ne sono completamente
dimenticata!-
- Beh, dopo che ho letto la tua lettera, ho capito...
Julie, stai bene?-
- Oh, non volevo farti preoccupare per me, davvero! Io
sto benissimo, ti assicuro...Anzi, ho una bella notizia
da darti...-
Ho passato 2 ore e mezza al telefono con
Elena, è stato fantastico, come hai vecchi tempi... Sono
molto felice...Sono qua, nel mio letto, guardo il
soffitto, e sono felice. Sembra un sogno...
Elena è una mia carissima amica... La conosco da qualche
anno, anche se l'ho vista solo poche volte... Elena l'ho
incontrata su Internet, prima di diventare una scrittrice
importante, e da quel lontano giorno, siamo sempre state
amiche... Una delle poche, forse quasi l'unica... Che mi
sia rimasta amica senza secondi fini. Che sia rimasta,
anche solo con il cuore, con me, sempre... Anche questa
volta... Dalla mia lettera ha capito che ero triste, giù
di morale, e che avevo comunque bisogno di lei... Anche
se lontana...
E' un'amica speciale, come Satoshi. E come Satoshi, non
vorrei perderla per nulla al mondo... Il Destino ci ha
fatte incontrare...
Il Fato mi ha dato tanto, ed io ancora così poco, in
cambio, per equilibrare il conto... Quello che ho
ricevuto, l'ho ricevuto per un motivo... Gioie, dolori,
fama, successo, delusioni... Tutto ha una ragione...
Molto tempo fa, Elena ha detto, quando mi sono fatta
questa stessa domanda dopo la morte della madre di Dan,
che era perché io riuscivo ad aiutare gli altri. A farli
sorridere, piangere, gioire, attraverso i miei libri, e
potevo solo, in cambio, scrivere, e continuare a far
felici quelle persone... Ha ragione. La mia Elena ha
quasi sempre ragione..... Mi è sempre stata amica... Ci
siamo incontrate per caso, e abbiamo scoperti di avere
tantissime cose in comune. E' una persona straordinaria,
ma soprattutto un'amica eccezionale...
L'amica che IO vorrei essere, ma che, pare, non riesca
proprio ad essere. Con Meiko.. Io pensavo di fare la cosa
migliore dicendole quello che le ho detto, ed invece
probabilmente non ho mai fatto errore peggiore. Il suo
sguardo...
Quello che voglio è che sia felice, serana, soltanto
questo. Ed ora non lo è. Posso leggerglielo negli occhi...
Non sempre nella vita avere delle certezze è fonte di
felicità... Ricordo una volta...
- Julie -
- Mmmmmh-
- Julie, dai, svegliati-
Non riesco a capire di chi sia la voce che mi chiama. Mi
stiracchio lentamente e apro gli occhi.
- Buongiorno -
- Sato???????- esclamo, mettendomi a sedere di scatto -
che ci fai qua? -
- Nicola mi ha fatto passare - mormora, sedendosi sul
letto in modo da rimbalzare leggermente un paio di volte.
Mi stropiccio gli occhi.
- Ma che ore sono? -
- Le cinque -
- Le cinque di mattina???-
- No, del pomeriggio. Hai dormito per più di 15 ore -
- Cooosaaaa???? O mamma! Ma io avevo un sacco di cose da
fare!!!! Capperi!- esclamo, ributtandomi tra i cuscini -
E tu non ridere - lo intimo, scorgendo la sua
espressione, tipicamente una sto-per-scoppiarti-a-ridere-in-faccia-ma-mi-trattengo...
- E come posso non ridere?-
- Satoshi!-
- Ok, ok. Cercherò di trattnermi- mormora, ridacchiando.
- Piuttosto, cosa ci fai tu qua?- gli chiedo, cercando di
fargli capire dal mio tono di voce scocciato che "non
è carino" che rida di me.
- Volevo farti vedere una cosa che ho scritto dopo che
sono tornato a casa, ieri sera - risponde, serio,
estraendo un foglio dalla giacca che ha appoggiato
accanto a sé ai piedi del letto.
- Una nuova canzone?-
Annuisce, passandomi il foglio.
- Endings - leggo a bassa voce.
E' finito...
Tutto finisce,
Non pensavo anche noi...
Come potevo saperlo?
Pensavo fosse eternità...
Te ne andrai, ora?
Conosco la risposta...
E' la fine...
Della nostra storia della nostra avventura...
Ma non del nostro ricordo..
Andrò avanti, ti ricorderò, sempre.
Sarai nel mio cuore.
Crescerò con te dentro...
E' così
E' la vita.
Ogni fine, ha anche un nuovo inizio dentro di sè...
Ogni finale ha in sé l'inizio per un nuovo racconto
Ogni storia non finisce mai...
Cambiano i protagonisti, forse, ma continua, per sempre,
fino ad un finale che non c'è...
Finali...
Cosa sono?
Tu sei sempre qua, comunque..
Mi guardo indietro...
E tu ci sei...
E' la storia della mia vita...
E' il finale di noi, ma non della storia...
La storia non finisce mai...
E' così
E' la vita.
Ogni fine, ha anche un nuovo inizio dentro di sè...
Ogni finale ha in sé l'inizio per un nuovo racconto
Ogni storia non finisce mai...
Cambiano i protagonisti, forse, ma continua, per sempre,
fino ad un finale che non c'è...
Siamo qua, al finale,
ma il finale non c'è...
La storia continua.
Io andrò avanti, così sarà per te...
E un giorno, la storia ti riporterà qua,
E che ruolo ti riserverà?
Chi può dirlo....
Chi decide il finale?
Chi può saperlo...
Se il finale non c'è...
E' così
E' la vita.
Ogni fine, ha anche un nuovo inizio dentro di sè...
Ogni finale ha in sé l'inizio per un nuovo racconto
Ogni storia non finisce mai...
Cambiano i protagonisti, forse, ma continua, per sempre,
fino ad un finale che non c'è...
E' la fine di noi,
ma l'inzio di me...
Addio
o, arrivederci... Ad un finale che non c'è...
Ora lo so... Ho fatto la scelta migliore.
Senza dire nulla, qualche lacrima che sto cercando
disperatamente di respingere, Mi siedo a fianco a lui e
appoggio il capo sulla sua spalla.
- E così, partirai entro la fine
dell'estate?-
- Già, non ho molta scelta-
- Uff, è un vero peccato! Mi mancherai un sacco!-
- Anche tu mi mancherai, Miki. Tantissimo- le rispondo,
sorridendole.
- Non ne puoi proprio fare a meno?-
- Purtroppo no, se solo potessi...-
- Ciao Miki, Julie, posso sedermi con voi?-
- Meiko! Certo, vieni!- esclama Miki, facendole posto al
nostro tavolino... In questi ultimi giorni, durante la
pausa per il pranzo, non l'abbiamo vista. Le sorrido
incoraggiante, e lei mi sorride a sua volta, con quel suo
sorriso particolare... Dolce, maturo, comprensivo. Le
faccio posto anch'io, e Meiko prende una sedia e si mette
tra me e Miki.
- Cosa sono quelle facce funeree, ragazze? Si vede da un
metro che siete tristi- chiede lei dolcemente.
- Oh, Meiko, sapessi... Julie se ne va!-
- In che senso? Torni in Italia?-
- Sì, doveri di Stato, o qualcosa di simile- risponde
Miki per me.
Meiko solleva un sopracciglio perplessa e mi guarda, così
inizio a raccontarle di mia madre e del Presidente...Ovviamente,
le risate non si sprecano.
Fino al suono della campanella, ovviamente. Poi dobbiamo
tornare in classe. Sono felice di aver visto Meiko un po'
tranquilla e rilassata.
- Julie! Aspettami! Torniamo a casa
insieme?- mi chiede Meiko, rincorrendomi all'uscita da
scuola. La sua proposta mi sorprende, è molto tempo che
non facciamo la strada insieme...
- Certo!- le rispondo, girandomi verso di lei e
sorridendole. Mi sorride a sua volta ed iniziamo ad
incamminarci verso casa.
- Mi dispiace moltissimo che tu te ne debba andare via,
davvero-
Mi dice, ad un tratto, sorprendendomi.
- Davvero?- le chiedo.
- Certo. Sei una mia cara amica, Julie-
- Meiko, io... Volevo dirti che mi dispiace per tutto
quello che ti ho detto di cattivo quel giorno, non
intendevo assolutamente essere sgarbata e...-
- Non preoccuparti- mi blocca, sfiorandomi il braccio con
una mano - Ho capito quello che volevi dirmi...O almeno
credo-
- Fiuu, per fortuna - esclamo, in un modo proprio di
Miki, facendola sorridere - Avevo paura di perderti -
Sembra sorpresa da questa mia ultima osservazione.
- Perché?-
- Eh? Perché sei una mia cara amica, è ovvio!-
- Davvero? Julie... Tu hai fatto tanto per me, ed io
nulla per te-
- L'affetto non si conta soltanto in base alle cose che
si fanno per una persona, no?-
- Hai proprio ragione- mormora, sorridendo. - Grazie-
- Adesso tocca a me chiederti perché!- esclamo.
- Perché mi sei amica. Oltre a Miki non ho mai avuto *veri*
amici, fino a quando non sei arrivata tu... Anche se
Matsuura e Ginta mi sono amici... Beh, non è la stessa
cosa-
- Lo capisco. Ci sono tanti tipi di amici... I
conoscenti, gli amici e gli amici speciali...O almeno, è
così che sono solita classificarli io!- sorridamo
entrambe, guardandoci negli occhi - Comunque - aggiungo -
E' un onore essere tua amica. Perché sei una persona
molto speciale -
- Julie... Per me è un onore essere tua amica!- esclama
Meiko, arrossendo.
- Ok, allora siamo entrambe onorate di essere amiche
l'una dell'altra, ok? Oppure se vuoi, possiamo sempre...uhhhmmmm...
Fare a gara per stabilire chi è più onorata?- dico,
cercando di sembrare pensierosa.
- Ok, ok - dice Meiko sorridendo e ricominciando a
camminare, ma, mentre mi supera mormora - Tanto vincerei
io-
La seguo sorridendo.
- Ti va un gelato? - le chiedo, mentre passiamo di fronte
a Bobson's.
- Certo!-
- E' un vero peccato non poterne più scroccare a Miki-
Ride
- Già, un vero peccato!-
Ci sediamo su una panchina di un parco, di
fronte al laghetto, assaporando i nostri gelati.
- Sai,- mi dice ad un tratto, interrompendo nuovamente il
silenzio per prima - Ho dovuto riflettere molto prima di
capire quello che mi volevi dire. In realtà, quello che
mi *volevate* dire. Tu sei stata solo l'ultima di una
lista di persone che hanno cercato di farmi capire...
Nacchan, Miwa, ed ora tu... Ma prima, non avevo capito
proprio un bel niente. Non avevo capito davvero cosa
volesse dire.. .Crescere, e fare delle scelte. Pensavo
che, avendo vissuto quello che avevo vissuto con i miei,
io fossi cresciuta prima, fossi più matura. Riuscissi ad
essere più consapevole e saggia... Già grande, insomma.
Sicura di me, di quello che volevo... E che quello che
volevo fosse la scelta più giusta, la più idonea. Stare
con il prof. Sposare il prof. ... Era tutto quello che
desideravo... Finché non è successo davvero. Ne ero
felice, all'inizio. Ma poi sono arrivati i primi problemi...
Non ho capito nulla, finché non mi hai sbattuto tu in
faccia la realtà. E la realtà è che ho quasi 18 anni.
E sto per sposarmi. Passare tutta la vita con la persona
che amo... Ma, in realtà, io non so neppure cosa sia la
vita... La mia vita si riduce ai problemi con i miei, le
giornate in biblioteca o a passeggio con il prof, il
tempo che passo con Miki, e il mio scrivere... Pensavo
fosse abbastanza, desideravo che mi bastasse soltanto
stare con l'uomo che amo, il mio primo amore... Ma forse
non è così. Ho bisogno anche di qualcos'altro... Ho
bisogno...-
- ... di vivere?- termino io.
Ci guardiamo. Mi alzo, buttando i fazzoletti con cui mi
sono pulita in un cestino, avvicinandomi poi alla sponda
del laghetto...
- Sei anni fa, ho avuto un brutto periodo. C'erano
moltissimi problemi tra i miei genitori, avevamo problemi
finanziari e, a coronare questo bel momento, io e Nicola,
mio fratello, abbiamo scoperto che lui... E' stato
adottato dai miei genitori. Mia madre non avrebbe dovuto
avere la possibilità di avere figli, così adottarono
Nicola, ma io nacqui comunque due anni dopo... Quando
scoprii che Nicola non era mio fratello... fu uno shock
per me... Anche per lui, ovviamente... Non solo, in quel
periodo io ebbi anche dei problemi di salute... Non era
proprio un momento felice... Ed io, mi lasciai... Andare
alla deriva. Perso molto la voglia di vivere, e passavo
il mio tempo chiusa in casa, a piangermi addosso... Ed il
peggio è che arrivai quasi ad abituarmici... Finché,
per scherzo, inviai delle mie poesie ad un concorso...
Forse, inconsciamente, per farmi del male... Vinsi, e fu
come un raggio di luce nell'oscurità, una speranza. Gli
aiuti che mi erano sempre arrivati inutili perché non li
vedevo, comparvero finalmente ai miei occhi, e
ricominciai, pian piano, a capire cosa volesse davvero
vivere... Anche per questo, forse, non riesco a tollerare
di vivere una vita di *routine*... Meiko, io non credo
che tu sia diversa da me... Per molto tempo forse non ti
sei accorta di cosa volessi veramente dalla vita, ed ora
capisci che forse, una vita monotona non fa per te... Da
parte mia, credo che sia così... Onestamente, non ti
vedo a fare la donna di casa per i prossimi ottant'anni-
- Julie... Mi dispiace, io...-
- Non potevi saperlo - rispondo, girandomi verso di lei -
Non preoccuparti di questo. L'importante, ora, è che tu
sia felice e serena-
- Io... Ho deciso che questo fine settimanaquando il prof.
verrà da Hiroshima gli parlerò.-
- Bene. Sono sicura che andrà tutto bene, comunque
finisca- rispondo, pogiandole una mano sulla spalla,
rassicurante - Andiamo ora?-
- Sì- mormorò Meiko. Anche se non le aveva detto tutto
quello che doveva dirle... per oggi era abbastanza...
- Senti, Julie. Io e Nacchan saremmo dovuti andare con
Miki ad un concerto di Kei, Domenica. Non potresti
andarci anche tu con Satoshi?- mi dice, sulla porta di
casa sua.
- Penso di poterci andare, certo. Ma non è il caso che
Satoshi venga- rispondo.
- Perché?- chiede - Se me lo vuoi dire, ovviamente!-
aggiunge poi come per scusarsi della domanda.
- Non è il caso che usciamo insieme dato che è passato
poco tempo-
- Non capisco...- mormora lei.
- Miki non te l'ha detto? Io e Satoshi ci siamo lasciati-
Anche se sono passati già quattro giorni,
non riesco a dimenticare la faccia di Meiko quando le ho
detto di me e Satoshi... Forse neppure lei se ne accorge.
Forse verrà il giorno in cui lo capirà. L'importante
ora, è che possa essere felice. Con o senza qualcuno
accanto a lei.
Non so cosa pensare di Miki. Mi auguro davvero che Kei
possa farla felice, anche se non ne sono troppo sicura.
E'ancora presa totalmente da Yuu. E forse è vero che ha
bisogno di qualcuno, ma...
Oggi sembravano stare bene, assieme. Kei ha fatto
un'esecuzione stupenda, e Nicola che è venuto con noi,
non ha fatto che adularlo tutto il tempo. E' stata una
giornata piacevole.
Spero che Miki e Meiko possano essere felici, glielo
auguro con tutto il cuore, eppure...
Scocciata, mi alzo dal letto e scendo in salone. La casa
è silenziosa, Nicola dorme. Accendo il telvisore, ma non
c'è nulla di passabile in tv. Allora inizio ad osservare
le videocassette sugli scaffali.
Romantico. Deprimente. Visto già tre volte. Guerra.
Deprimente. Deprimente. Deprimente. Nulla di
interessante, cavoli! Proprio mentre sto per darmi per
vinta, suona il campanello. "ADORO le visite
notturne", penso, sospirando.
Mi avvio verso la porta, la apro e con sorpresa c'è...
Meiko.
Non piange, ma sembra molto triste, il suo sguardo è
spento.
- Tutto bene?-
- Ci siamo lasciati.-
-La osservo dall'entrata del salone, ho in
mano due camomille bollenti e sto per ustionarmi le mani,
ma voglio guardarla un attimo prima di parlarle. Fissa il
vuto con uno sguardo triste. Come se qualcosa si fosse
spento, in lei... Però... Non piange, non sembra... Non
sembra... Me quando io e Dan ci siamo lasciati. Che
paragone sciocco! Era una situazione completamente
diversa! Però... E' come se, da un lato, un peso le si
fosse tolto dal cuore.
- Meiko... Ecco la tua camomilla - le mormoro, porgendole
la tazza.
- Grazie. E' proprio quello di cui ho bisogno.-
- Prego -
Mi siedo accanto a lei sul divano accanto a lei e
sorseggio la camomilla, ascoltando il silenzio tra noi.
Dopo un po' rompe il silenzio. Sembra che sia una sua
abitudine, ormai.
- Perdonami se sono piombata qua, ma non avevo proprio
voglia di tornare a casa-
- Figurati, non è un problema, anzi. Non riuscivo a
prendere sonno, quindi sei doppiamente la benvenuta!-
esclamo, con un po' troppa enfasi.
- Ti ringrazio- risponde, sorridendomi forzatamente.
- Hai voglia di parlarne?-
- Sì- risponde semplicemente.
Annuisco, aspettando che sia lei a parlare.
- Oggi ci siamo visti. Siamo usciti insieme a pranzo e
poi siamo andati all'acquario, il luogo del nostro ultimo
appuntamento prima che lui diventasse il mio professore.
E' lì che gli ho parlato. Gli ho detto che per quanto
tenessi a lui, io sono davvero solo una ragazzina, che
lui ha sempre avuto ragione. Sono solo una ragazzina
cocciuta, questo gli ho detto. Che avevo bisogno di
tempo, non ti fuggire dai miei problemi...
Che mi rendevo conto di aver sbagliato, e sbagliando non
solo avevo fatto soffrire delle persone in precedenza, ma
lui ora... Che non ero pronta per vivere una vita che
sapevo già come sarebbe stata. Che sarei stata felice di
essere al suo fianco, ma in un altro modo, non come la
moglie che lo aspetta a casa la sera. Lui ha detto
soltanto "E' finita"... Volevo dirgli in quel
momento che, forse, un giorno, sarei tornata da lui... Ma
se ne è andato prima che potessi parlare. E non so se
sarebbe stato come mentirgli o no- rimane in silenzio un
attimo - E' finita - aggiunge - Non tornerà più -
Come se lo capisse davvero solo ora, Meiko scoppia in
lacrime. Le prendo la tazza dalle mani, la poso sul
tavolino e la abbraccio.
Sento il ticchettio dell'orologio. Meiko ha il volto
nascosto tra le mani, una ciocca di capelli libera dalla
coda che le cade sugli occhi, il mio braccio intorno alle
spalle... Oh Meiko, Meiko, cosa posso dirti, ora?
- Ascoltami... Andrà tutto bene, te lo prometto, andrà
tutto bene...-
- Grazie Julie, il tuo pigiama mi sta a
pennello- mormora Meiko girando su se stessa e slegando i
lunghi capelli - Grazie anche per avermi lasciato fare
una doccia. Non avrò disturbato qualcuno?-
- Non preoccuparti, mio fratello ha un sonno da ghiro- le
dico sorridendo
- Grazie - mi risponde, sorridendomi. Un sorriso sincero.
- E di che? Se non si fanno di queste cose tra amiche!-
Si mette a sedere sul mio letto, sulla sponda, mentre io
sono appoggiata contro la testata, raggomitolata con la
testa appoggiata sulle ginocchia.
- Se vuoi, puoi dormire qua, il letto è grande e
morbido, più che nella camera degli ospiti!- aggiungo.
- Davvero potrei? Julie, io...-
- No, no! Non farti problemi! Davvero!-
- Ok. Grazie ancora, allora-
Le sorrido.
- Va meglio, ora?-
- Sì, va meglio. Sai, sono triste, sì. E posso dire
anche che mi manchi già un po'... Però è un sollievo
pensare di poter riprogrammare la mia vita da zero, ora.
Come se tutto quello che è stato finora, non contasse
nulla. Fosse stato spazzato via da un spugna insaponata.
Sono triste, ma ho più fiducia nel futuro che mai...-
- Questo è un bene... Alle volte bisogno cancellare il
passato per poter continuare con più energie, ma
soprattutto per poterlo poi ricordare con tenerezza nel
futuro, dimenticati i dolori. Vedrai che sarà così. E
poi non sei sola! C'è Miki... E anche se io andrò via
dal Giappone, non vuole affatto dire che non ti sarò
vicina!-
- Sai sempre dire la cosa giusta, ma come fai?-
- Dote di natura - rispondo, sorridendo.
- L'estate è vicina-
- Fin troppo-
Meiko distende la schiena sul letto, osservando il
soffitto.
- Ora ho solo paura... Di non essere mai più amata da
nessuno. Shin'ichi è stata la prima persona ad amarmi.
Non i miei genitori... Solo lui... Era la mia famiglia,
mi faceva sentire protetta. Per questo lo amavo..- Meiko
si interruppe, accorgendosi di aver usato il passato
nell'ultima frase. - Incredibile, sono poche ore, eppure...-
- Sai, se c'è una cosa che ho imparato è che più una
persona ci fa sentire "a casa" più noi ci
affezioniamo a questa persona. E lo dico io che comunque
ho sempre ricevuto moltissimo affetto dai miei genitori!
Magari tu hai amato molto il professor Namura per questo.
Ma forse nel tempo il sentimento, senza che tu te ne
accorgessi, è diventato semplicemente un desiderio di
protezione e amore... Prima di incontrare Dan, per me è
stato così-
- Dan? Il ragazzo che c'era alla premiazione? E' lui il
tuo ex??- chiese Meiko, stupita.
- Sì, proprio lui. Rispondo, lasciando scivolare i piedi
distesi sul letto, girandomi di 180° e poggiando il capo
vicino a quello di Meiko, i piedi sul muro subito sopra
la testata del letto.
- Io... Non lo sapevo. Non è stato lui il tuo primo
amore?-
- Oh, no! Ho conosciuto Dan a 14 anni, Meiko!-
Scoppiammo a ridere.
- In Europa siete molto precoci!-
- Fin troppo - rispondo - Il mio primo amore risale... A
dieci anni!-
- Accipicchia!-
- Ma la persona a cui mi riferivo io è un'altra... Un
mio amico... Avevo un sacco in comune con lui. Riuscivo a
parlare di tutto, e quasi pensavo che mi potesse leggere
nella mente... Avevamo gli stessi gusti, soprattutto
eravamo un po' due "emarginati" dal gruppo scot
di cui facevamo parte. Io avevo 12 anni, lui 15... Penso
sia stata la prima volta che ho pianto per amore............
Ma poi ho capito che non era la persona adatta a me. Non
c'era niente di stimolante tra di noi, nessuna attrazione.
Mi piaceva tantissimo, ma non mi dava nulla, se non
sicurezza. Nulla. Con Dan, invece, è stato tutto diverso.
Divertente, stimolante, entusiasmante... Mi rimpiva tutta
di un'ebrezza stare con lui, come se fossi ubriaca di
lui, solo di lui... C'eravamo io e lui ed il mondo non
esisteva più...Non so come descriverlo, non posso
descriverlo! Non ho mai scritto tanto come in quel
periodo. Era come se lui fosse il mio "Muso
Ispiratore"... Gli devo così tanto... Quello che
sono ora, l'ho scoperto nel periodo in cui ero con lui.
Anche se è finita, mi rimarrà dentro per sempre-
Silenzio, soltanto i nostri respiri.
- E Satoshi - chiede, ad un tratto.
- Satoshi... E' una cosa completamente diversa. Lui è...
Spiritoso, divertente, galante, stupido, insistente,
geniale, romantico, intelligente... E' stupendo... Riesce
a darti tantissimo in una sola giornata che passi con lui...
Riesce a farti sognare... A farti sentire assolutamente
unica e speciale. Ad entusiasmarti, a coinvolgerti... E'
fantastico... Soprattutto perché spesso è così
enigmatico... Ma basta un solo istante, una corda toccata
nel modo esatto, e si trasforma in una persona diversa...-
- Già...- mormora Meiko sorridendo.
- Non trovi nessuno come Satoshi in TUUTTTO il mondo,
neppure se lo vai a cercare, credimi!-
- Ci credo... E poi è così buffo! Riesce a farti
sorridere ed arrabbiare nello stesso momento. E poi ti
accorgi che l'ha fatto solo per distrarti, per tirarti su
di morale-
Sorrido. E mi appoggio su un gomito ad osservarla.
- Se passi troppo tempo con lui rischi di non poter fare
a meno di amarlo-
Mi guarda sorpresa. Un largo sorriso, come a darmi
ragione, le si stampa sul volto. Ma dirlo, sarebbe
troppo, perché lo ammetterebbe a se stessa, ed è ancora
presto, troppo.
- Posso chiederti una cosa?-
- Vuoi sapere perché ci siamo lasciati?-
Annuisce energicamente, facendosi seria. Si gira da un
lato, così ci guardiamo negli occhi. Non è solo
curiosità la sua. Vuole saperlo. Deve.
- Innanzitutto - inizio - perché ci volevamo troppo bene
per stare ancora insieme-
- Cioè?-
- Beh... Ci sono quei momenti nella vita in cui capisci
che una cosa, anche se ti trovi bene ed è fantastica, è
sbagliata o non va bene. E' andato tutto bene, finché
non è arrivato Dan, credo. E' proprio perché amo
Satoshi che non posso stare con lui quando amo così
tanto un'altra persona. E così era anche per lui-
aggiungo, guardandola.
Meiko arrossisce di botto.
- Vuoi dire che lui... -
- Ti ama ancora? Sì, certo - rispondo, seria.
Lei si mette una mano sulla bocca e abbassa il capo. Un
ciuffo di capelli le ricade sugli occhi, e, togliendo la
mano dalla bocca, lei lo sposta nuovamente dietro
l'orecchio.
- Io non lo sapevo, pensavo...-
- Tu sei... La prima persona che riesce ad amare... Dopo
tutte le delusioni che gli hanno procurato i suoi
genitori, Satoshi era sconvolto... Ha passato dei periodi
molto brutti, è arrivato ad auto-convincersi che sarebbe
diventato come suo padre, e per questo ha iniziato ad
uscire con molte ragazze, e da qui la sua fama di latin-lover
e dongiovanni. Ma, quando ha incontrato te, che eri così
diversa dalle altre, qualcosa in lui è cambiato. Non
chiedermi cosa, perché non l obene neppure io... Però
per lui sei stata come una luce di speranza.- termino,
sorridendo. Meiko è rossa in viso, sembra scossa dalle
cose che le ho detto. Forse non pensava che fosse così
profondo il sentimento che lui provava. Ma so che Satoshi
è fin troppo bravo a dissimulare i propri sentimenti.
Allora, aggiungo sorridendo - E da quel momento, non ha
più portato ragazze nella villa di Karuizawa-
Meiko sgrana gli occhi e mi osserva, sorpresa.
- Tu... Sei stata con lui lì?- mi chiede poi, diventando
pian piano bordeaux.
- No, non mi ha mai portata, non c'è stata l'occasione-
- Ma voi... siete stati insieme?-
La guardo, sorpresa dalla domanda. Ho capito bene?
- Sì...- rispondo, voltando lo sguardo.
- E... Le voci che girano a scuola su di lui sono vere?-
- Che voci?-
- Beh...- dice, poggiando sulle mani e mettendosi così a
sedere - Che lui sia... molto...bravo-
- Meiko!- esclamo, stupita e imbarazzata - Come puoi
chiedermi queste cose??- afferro un cuscino e glielo
lancio addosso, ridendo.
- Ehi!- Meiko lo afferra proprio mente io ne sto
prendendo uno, ed afferratolo a due mani, mi "aggredisce".
- Vuoi la guerra?- le urlo, ridendo.
- Sì!- esclama, colpendomi con tutte le forze che ha, e
così faccio io.
Alla fine, scoppiamo a ridere una a fianco all'altra,
distese ad osservare il soffitto.
Respiriamo a pieni polmoni ridacchiando ancora un po'.
Stringo il cuscino al petto.
- Sì, molto- rispondo infine.
Ci guardiamo e scoppiamo a ridere ancora una volta.
Dopo un po' finalmente ci siamo calmate.
- Lui ti ama molto, davvero. L'ho capito bene quando ha
deciso di cantare "My only love" all'ultimo
concerto, dopo averti vista così triste.-
- "My only love" è una canzone bellissima, ma
cosa centra?-
- L'ha scritta lui. Le ha scritte tutte lui, anche le
musiche... Ricordi? Ve lo stavo dicendo, al primo
concerto, prima che mi trascinasse via-
- Tutte?-
- Tutte- rispondo.
- Sono molto belle - sussurra Meiko, come sperduta.
- Aspetta un attimo - Mi alzo ed esco dalla stanza.
Quando rientro, Meiko è seduta con la schiena appoggiata
alla testiera del letto - Ecco - le dico, porgendole un
cd - Questa è la prima registrazione del nostro cd. Non
è la versione definitiva, ma puoi tenerla. Ascoltale
bene-
- Julie... grazie. Le ascolterò tutte bene...Io... Non
so che dire.-
- Non dire nulla - dico, sedendomi sulla sponda del
letto, accanto a lei - se non che ci penserai-
- Ci penserò. Tanto.- mormora, sempre rossa in volto -
Grazie -
- E di che?- le rispondo, sorridendo.
- Beh, perché sei come il mio angelo custode-
- Bello... E' un ruolo davvero grazioso - mormoro, come
tra me e me - Ma ora dormiamo, che è tardi e domani
dobbiamo andare a scuola!-
- D'accordo! - Esclama Meiko - Però prima, dovrei
chiederti un ultimo piacere ... -
Mi copro gli occhi sorridendo, mentre
osservo l'ultima cabina della ruota panoramica. Mi giro
verso Miki che sorride tutta soddisfatta, e non posso
fare a meno di sorridere a mia volta. Quando è venuta da
me qualche giorno fa tutta preoccupata per Ginta e Arimi,
era un'altra. Ora invece è uno spettacolo! Sembra che
tutto, alla fin fine, si stia mettendo per il meglio.
Meiko mi ha chiesto se poteva scrivere un romanzo con una
trama simile ad uno che ho scritto io molto tempo fa...
L'ho scritto nel periodo che ho passato l'estate nella
villa estiva di Dan. L'ho iniziato nel periodo in cui io
e lui a mala pena ci parlavamo e ci odiavamo
cordialmente, non so neppure perché. Probabilmente era
geloso di sua madre... E' la storia di due persone che si
amano, ma non riescono mai a trovarsi... E alla fine si
ritrovano, in un giorno di pioggia, in una grotta da cui
si vede benissimo l'arcobaleno...
Non ho detto nulla a Satoshi, se non che Meiko ha
lasciato Namura. Mi è sembrato sorpreso, e, in un certo
modo, FELICE. Gliel'ho fatto notare e, arrossendo, ha
cercato di scusarsi.
Abbiamo parlato tutta la notte di Meiko e Dan.
E' questione di giorni. La partenza è vicina. Spero solo
che a casa ci sia l'arcobaleno.
- Yuu tornerà?- chiedo, stupita, al
telefono con Miki.
- Sì. Sono un po' preoccupata- risponde.
Sorrido, trattenendo le risate.
- Miki! Smettila di fare così! Ti farai vneire un'ulcera!
Cerca piuttosto di vivere il momento! Capiterà quello
che deve capitare!-
- E come faccio a dirgli che esco con Kei-kun?-
- Diglielo e basta! Vedrai che non ci sono problemi!-
- Uff, la fate facile tu e Meiko! State complottando
contro di me, confessa!-
Ridacchio, incapace di trattenermi.
- Non essere sciocca! Perché dovremmo? Io ho dovuto dire
a Dan che Satoshi era il mio ragazzo di fronte ad un
centinaio di persone, Miki! Non sarà facile, ma non è
neanche una cosa da "fine del mondo"!-
- Mi sa che hai ragione...-
- HO ragione, e tu lo sai!-
- Comunque, tu e Meiko, cosa state complottando che state
sempre insieme?-
- Nulla, mi sta solo aiutando a fare i bagagli, giuro!-
- Davvero?-
- Davvero!-
- Nulla alle mie spalle?-
- Miki!-
- Ok, ok. Adesso vado a prepararmi spiritualmente-
- D'accordo... A domani allora!-
- Domani?-
- Non devo passare da K's?-
- Aaaaaah, è vero. hai ragione! A domani, allora. E se
vedi Meiko, salutamela! Non l'ho trovata a casa, oggi!-
- D'accordo. Ciao!-
Riattacco il telefono e scoppio a ridere.
- Non dovresti ridere di lei-
- E' più forte di me, Meiko-
- Lo so - dice, cercando di trattenere le risate a sua
volta - di nuovo in crisi?-
- Infatti-
- E tu mi lasci a fare di nuovo la "migliore amica
di Miki" da sola? Come farò, povera me!- scoppiamo
a ridere entrambe. Mi appoggio al davanzale del mio
studio e prendo un grande respiro per cercare di fermare
l'attacco di risa. Meiko si appoggia al davanzale,
accanto a me.
Dopo qualche minuto, smettiamo, ed io mi allontano
leggermente, girandomi ad osservare l'estate fuori dalla
finestra.
- Meiko, dal tuo sguardo penso che tu non sia venuta
soltanto per farmi un saluto- osservo.
- Già, l'ho finito- mormora, porgendomi una grossa busta
gialla, che avevo già notato. - Vorrei che tu mi dicessi
che cosa ne pensi, Julie-
- Sarà un piacere... Ed un onore-
Meiko arrosisce di botto.
- Ma daiiiii, non dire così...- mormora, sempre più
rossa.
- Perché? Tu sei bravissima!-
- Julie!-
Sono felice di vederla così, solare, sorridente, serena.
La magia non è ancora completata, ma è a buon punto. Ho
solo paura di partire prima di vederne il finale. Ma, in
fondo, come dice la canzone di Satoshi, il finale non c'è,
e quindi non c'è nulla da perdere.
- Ho ascoltato il cd- dice poi - Tante volte - aggiunge
arrossendo.
- E?-
- Beh, penso che lo capirai con il libro- risponde -
Comunque, non ho mai ascoltato una cosa così, in vita
mia. Ho pianto. Ho riso... Siete fantastici!-
- E' fantastico.-
Sorridiamo.
- Tra tre giorni per due giorni? Ma Julie
parte tra cinque giorni!-
- Miki, non ti devi preoccupare! Anzi, meglio così...
Non mi sono mai piaciuti gli addi lunghi. Andate pure a
divertirvi!-
- Ma, Julie...-
- Niente "ma", Miki. Davvero, è meglio così!
Ci saluteremo dopodomani.-
- Uff... Però io volevo venire all'aereoporto a
salutarti!-
- Scherzi? Lacrime-fazzolettini-lacrime-fazzolettini?
Nononono! Molto meglio così!!!!-
- Visto Miki, se Julie è d'accordo possiamo benissimo
andare tutti!-
- Uhmm. Va bene. Però il giorno prima faremo un mega-addio!-
- Oh, no! Miki, ti prego! Il mega-addio no!-
- Ah no, Miki ha ragione Julie-chan si merita un mega-addio
con tanto di lacrime!- esclama Meiko.
- Grazie Meiko, sei una *vera* amica-
- Prego, e di che?- dice, ridacchiando, battendomi una
mano sulla spalla.
Fantastico! Proprio quello di cui avevo voglia!
- Non verrà nessuno? Cosa vuol dire?-
- Mi spiace Julie... Ma non hanno fatto bene i calcoli e
sono tutti indietro nel preparare il materiale per la
gita.- mormora Meiko in tono di scusa - io sono venuta
perché non vado con loro...-
- Ehi, dove sono tutti?- esclama una voce dietro Meiko.
- Satoshi! Almeno tu sei venuto!-
- Miwa - lo saluta Meiko sorridendogli e arrossendo
leggermente.
- Akizuki - ricambia lui sorridendo a sua volta e
cercando di capire cosa non quadra - che fine hanno
fatto?-
- A casa, a prepararsi per la *GITA*- rispondo,
decisamente arrabbiata.
Più che arrabbiata sono delusa. Non che mi piacciano gli
addii, ma almeno un saluto... Sarebbe stato bello, ecco.
- Andiamo a cena? Sperando che al ristorante non ci
uccidano perché siamo in 3 anziché in undici!-
- Al ristorante? Addirittura? -
- Certo, è già tutto prenotato, è un giorno che Yuu mi
stressa! E poi non viene, quello sciagurato... Ma se lo
becco io...-
- E chi pagherebbe? Tu?- domando, sospettosa.
- No, cara, il nostro manager! Per la tua cena d'addio,
questo ed altro!-
- Ma Satoshi, la cena d'addio con la band l'abbiamo fatta
ieri sera!-
- E tu gliel'hai detto? Io no!-
- Scemo!- esclamo, girandomi su me stessa - Vado a
cambiarmi - annuncio indispettita.
Sento Meiko e Satoshi scoppiare a ridere appena mi sono
allontanata.
- Non sospetta niente-
- No nulla- risponde Meiko a bassa voce sempre ridendo.
- Meglio così!- afferma Satoshi sorridendo e guardando
verso Meiko.
- Già- mormora lei gurdandolo a sua volta, proprio nello
stesso istante. Per una frazione di secondo si guardano
negli occhi, e sempre simultaneamente scostano gli
sguardi, arrossendo. Meiko trova molto interessanti le
sue scarpe, mentre Satoshi, passandosi una mano dietro il
collo, osserva il cielo.
- Bella giornata, eh?-
- Tutto sommato, forse è meglio così.
Nessun addio, nessun piagnisteo... E' più sano e fa
meglio alla salute, no?-
Meiko e Satoshi annuiscono all'unisono, in modo
DECISAMENTE sospettoso. Tiro fuori le chiavi di casa
sorridendo tra me e me. Forse sarei partita con
l'arcobaleno in cielo.
-
SOOOOOOOORRRRRRPPPPPPPRRRRRREEEEEEEEEEEEESSSSSSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!-
- Ma cosa....- Ci sono tutti, dal primo all'ultimo. Anche
la professoressa Ryoko! Sull'entrata di casa mia, dallo
scalone alla parete c'è un grande striscione con so
scritto "Ci Mancherai Julie-chan". Sono
commossa... Sono così commossa che potrei piangere!
- Julie!- esclama Miki, gettandosi al mio collo - mi
mancherai COSI' tanto!-
- Anche a noi, mancherai, Julie-chan- esclamano gli altri
in coro.
Sto per partire. Sto davvero per partire.
E' tempo di saluti. E' tardi e tutti
stanno per andarsene. Uno ad uno, mi saluteranno. Mi
piange il cuore. Ma devo cercare di non fare piangere
anche gli occhi! Cavoli, mi mancano già tutti così
tanto!
I primi a salutarmi sono Ginta e Arimi, mano nella mano.
- Buon viaggio, Julie. Ci mancherai un sacco-
- Soprattutto perché così non ci sarà più nessuno a
far fare figuracce a Miki sui campi di tennis!. aggiunge
Ginta.
- Ehi, TU!!!!!!!- urla Miki da dietro.
Sorrido.
- Grazie ragazzi- mormoro, abbracciandoli entrambi. Ginta
diventa rosso come un peperone, ed inizia a gonogolare,
ma Arimi lo uccide con lo sguardo e lo tira verso la
porta.
Poi Rokutanda e Yayoi.
Suzu con una sua foto con dedica (^^;), Anju sorridendo
dolcemente. Michael, e poi Kei, con il quale mi
raccomando di passare a trovarci, casomai venisse in
Europa per qualche conocorso. Poi la professoressa Ryoko,
con la quale mi sono già scambiata l'inidirizzo, e sarà
l'unica insegnante della mia vita che ricorderò con
affetto, credo.
Poi c'è Yuu, con il quale mi scambio un abbraccio, e non
perdo certo l'occasione per sussarrargli nell'orecchio un
rassicurante - Fatti valere - e, anche se mi guarda
perlesso, gli sorrido rassicurante, e lui mi mormora un
grazie veloce.
Infine, Miki. Meiko e Satoshi mi saluteranno poi
dopodomani, alla partenza.
Miki mi si avvicina con gli occhi pieni di lacrime,
pronta a mettersi a piangere a fontana.
- BUUUUUUAAAAAAAAAAAAAAAWWWWWWWWWWWWWWWW!
Julieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee mi mancheraaaaaaaiii!!!!-
dice, innondando la mia maglia di lacrime.
- Dai, Miki, non fare così!! Non vado mica al patibolo!
Ci sentiremo per telefono, per posta e anche su internet!
E magari un giorno verrò a trovarti, o tu verrai a
trovare me!-
- Sniffsniffsniff D'accordo...- mormora, cercando di
calmarsi.
- Ti voglio bene, Miki- esclamo, abbracciandola di scatto.
- ANchhh'ioooo Juulieeeeeeee...
buaaaaaaawwwwwwwwwwwwwwwwww-
Oh, no, ha ricominciato! (^^;)
- E' tutto pronto?-
- Tutto-
- TUTTOTUTTOTUTTOTUTTOTUTTO? Non hai dimenticato nulla?-
- Satoshi!-
- Peccato!-
- Satoshi!-
- Allora parti?-
- Manca ancora Meiko-
- Giusto. E' in ritardo?-
- No, le ho detto io di venire un po' più tardi. Doveva
sistemare delle cose da portare al suo editore, dopo.-
- Ho capito... Julie, senti io... Volevo dirti che... Se
incontrerai Dan, devi dirgli da parte mia che... E' un
uomo fortunato-
- Satoshi!-
- No. Ti prego, non dire nulla-
- D'accordo. Io non ho bisogno di dirlo, a lei. Lo sa già-
- Gliel'hai detto?-
- Forse - mormoro, sorridendogli. Mi volto ad osservare
la casa piena di scatoloni. Passeranno presto a prendere
tutto.
- Julie!- esclama prendendomi per un braccio e facendomi
voltare a guardarlo
- Mi manchi già- mormoro, appoggiando il viso sul suo
petto, ed iniziando a piangere.
- Anche tu - mormora abbracciandomi - Anche tu -
Rimaniamo così finché non sento un rumore e mi scosto
da lui, asciugandomi gli occhi.
Meiko sta arrivando.
- Satoshi, fammi solo un favore-
- Dimmi- risponde serio.
- Lasciati guidare dall'amore, soltanto da quello. TU
sei TU, e nessun altro.-
- Julie... Grazie. Di tutto- mormora, avvicinandosi. Mi
abbraccia ancora una volta, l'ultima. E mi bacia sui
capelli.
- Sei il mio Angelo Custode- aggiunge.
- Anche il tuo? Allora sono un angelo molto impegnato!-
esclamo, staccandomi da lui, e iniziando ad avviarmi
verso l'uscita della mia stanza per recuperare le valige
e scendere.
- Faccio io - dice, bloccandomi e afferrando le mie due
valige.
Osservo la stanza ormai praticamente vuota, soltanto il
letto, mas enza materasso né reti, l'armadio, aperto e
vuoto, la cassettiera. Un senso di tristezza mi invade
del tutto. Una malinconia indicibile, provata poche volte
prima.
- E' finita - mormoro. Lottando con le lacrime, prendo il
mio bagaglio a mano e scendo le scale.
- Allora... Chiama quando arrivi a casa,
ok?-
- Sissignore!-
- E non andare a dormire, chiama prima, va bene?-
- Sì certo-
- Che se non mi fai preoccupare perché io farò tutti i
miei calcoli e...-
- Satoshi! B-A-S-T-A!-
- Ok, ok... Lo sai che l'aereo mi mette soggezione!-
- Sì, da quando la prima amante di tuo padre te ne regalò
uno giocattolo- sbotto, sospirando, mentre Meiko sta
facendo di tutto per trattenersi dallo scoppiare a
ridermi in faccia.
- E tu come fai a saperlo?- esclama Satoshi fingendo
sorpresa. (^^;)
Meiko non si trattiene più, e inizia a sbellicarsi dalle
risate.
- Buffissimo, sembri una madre ansiosa Miwa!!!!- dice,
fra una risata e l'altra.-
- Sì, sì, è vero!- scoppio a ridere anch'io e Satoshi
ci guarda entrambe scocciato
- Insensibili - mormora, ma è ancora più divertete!
Riprendo fiato e sorrido.
- Addio, ragazzi- mormoro, avvicinandomi per abbracciarli.
- No, - mormora Meiko - Arrivederci -
- Grazie - rispondo io, sorridendole, le lacrime negli
occhi.
- No, grazie a te, Angelo - mormora lei, cercando di non
piangere. E' splendente nel suo vestito a fiori rossi
lungo con una maglietta accollata bianca dalle mezze
maniche. I capelli semi-legati. Penso che ricorderò così
Meiko. Splendente, in una giornata di sole, con le
lacrime agli occhi.
Ora è il turno di Satoshi. Ci guardiamo in silenzio per
qualche istante.
- Alla prossima, Giulia- mormora, sorridendomi triste.
- Alla prossima - rispondo io, aprendo lo sportello della
macchina.
- Risalutatemi tutti- aggiungo poi- Specialmente Miki
& Yuu- Stamattina mi ha telefonato Miki dal cellulare
di Kijima, così ho saputo la bella notizia... Sono di
nuovo insieme... Alla fine, l'amore trionfa, pare.
- D'accordo- mormora Meiko, trattenendosi a stento dallo
scoppiare, questa volta, in lacrime.
- Bene. Ciao, allora- dico, salendo in macchina e
chiudendo dietro di me lo sportello. Nicola saluta e sale
a sua volta. CI allontaniamo di pochi metri, ma poi lo
faccio fermare. Ho dimenticato qualcosa! Scendo dalla
macchina e, in fretta e furia, estraggo dal bagaglio a
mano nel baule la busta giallo. Meiko e Satoshi intanto
mi sono corsi incontro.
- Che succede?- chiede lui.
- Avevo dimenticato di ridarti questa, Meiko- mormoro.
- Potevi tenerla - dice lei, accarezzandola con le mani.
- No, non se ne parla! Io voglio la prima copia
autografata!- esclamo.
- Allora... Va bene?-
- E' meraviglioso- rispondo. Ci scambiamo uno sguardo
intensissimo e poi risalgo in macchina. Partiamo. Ci
allontaniamo. Posso finalmente poggiarmi a piangere
silenziosamente contro il finestrino
E' finita.
La macchina si allontana sempre di più ed
infine gira l'angolo, sparendo dalla vista dei due
ragazzi che l'osservavano. Satoshi si appoggia ad un
muretto, il capo rivolto verso il terreno. Qualche
lacrima che cade sulla maglia blu come i suoi occhi.
Meiko si stringe intorno alla busta gialla.
I minuti passano, così, nel silenzio. Ad un tratto,
Meiko si gira verso di lui e, allungando la mano,
raggiunge la maglia blu e gliela tira leggermente.
Satoshi alza lo sguardo stupito.
- Mi stringeresti per un po'?-
Si guardano per un istante, poi lui la afferra dolcemnte
per un braccio e la stringe a sé.
Solo quando ha il capo affondato nel petto del ragazzo,
Meiko scoppia finalmente in lacrime. Satoshi appoggia il
mento tra i suoi capelli, piangendo a sua volta. E
stringendola come non volesse lasciarla andare mai più.
- Grazie - mormora lei, poi, scostandosi e asciugandosi
gli occhi lentamente - Grazie mille, Satoshi-
Lui sorride. Lei è così bella... E l'ha chiamato per
nome... Ed è libera, ora. Gliel'ha detto Julie, prima di
partire. Ma non può, comunque non può. Gliel'ha
promesso. Ha promesso che non l'avrebbe più corteggiata...
Per quanto straziante sarebbe stato.
- Figurati - mormora in risposta - Piuttosto, devo
portarti da qualche parte? Ho la macchina dietro-
- Uhmmmmm- Meiko è pensierosa - C'è da fidarsi se guidi
tu?-
- Sì, certo. Sono un OTTIMO guidatore!- esclama lui,
dirigendosi verso l'auto e aprendo lo sportello per Meiko.
- Visto che sei così gentile, farò finta di fidarmi -
dice lei sedendosi in auto sorridendogli. Satoshi chiude
lo sportello e si dirige verso il proprio. Fermandosi a
guardare la grande villa ora vuota. La malinconia lo
stringe, ma, si ricorda. Ha fatto una promessa.
- Eccoci arrivati- esclama, posteggiando -
Allora, sono un guidatore così terribile?-
- No, affatto- risponde Meiko sorridendogli - Ora so che
posso scroccarti dei passaggi senza rischiare la vita!-
- Vuoi che ti aspetti?- chiede sorridendo. Gli piace
battibeccare con lei, gli è sempre piaciuto.
- Oh, no, grazie. Ci metterò un sacco di tempo! Il mio
editore è un tipo MOLTO pignolo!-
- Beh, non è che io abbia molto da fare, oggi- risponde
lui.
- Finiresti col deprimerti. Perché piuttosto non ci
vediamo verso le 18 per andare a prendere gli altri?-
- D'accordo, va bene!-
- Bene! Ora devo scappare!- esclama Meiko aprendo lo
sportello dell'auto. E poi, sporgendosi verso di lui
aggiunge - A più tardi Saotshi!- e gli da un veloce
bacio sulla guancia, uscendo poi in tutta fretta
dall'auto. Satoshi rimane sconvolto per diversi minuti,
poi si riprende e, sorridendo beato, si appoggia allo
schienale del sedile.
- Fosse sempre così..- mormora tra sé e sé.
Poi, d'un tratto, si accorge che Meiko non gli ha detto
DOVE trovarsi alle 18. Sospira. Non può certo entrare a
disturbarla, la aspetterà. Butta l'occhio sul sedile su
cui era seduta la ragazza, e vede immediatamente la
bustona gialla che le aveva lasciato Julie.
- Che sbadata...- mormora sorridendo. Poi, girando la
busta vede la scritta che Meiko ha fatto poco prima, dopo
avergli chiesto una biro con cui scrivere. Aveva pensato
fosse una cosa da consegnare all'editore. E invece, nella
chiara scrittura di Meiko, c'era scritto "Per
Satoshi ". Satoshi sorrise e avviò la
macchina. Un automobile non era il posto migliore per
leggere un romanzo.
Meiko uscì di corsa dal palazzo in cui si
trovava lo studio dell'editore. Non era in ritardo, ma
doveva fare una bella strada per arrivare dove voleva.
Sorride. Non vede l'ora di arrivare lì. E tutto grazie a
Julie.
Si incammina velocemente cercando di mantenere un passo
costante, ma le è difficile visto che non è abituata.
Però ne vale la pena, pensa, col fiatone. Immersa nei
suoi pensieri, non ha sentito che la chiamavano finché
qualcuno non la afferra per un braccio e la ferma.
- Meiko!-
- Nacchan?!?!!-
- Proprio te cercavo... La tua governante mi ha detto che
avevi questo appuntamento, nel pomeriggio-
- Nacchan, io.. Devo andare...- mormora lei, confusa.
- Ti prego, aspetta. Io volevo dirti che ti amo, Meiko. E
che hai ragione tu hai bisogno di vivere come una ragazza
della tua età. DEVI viverla. Ed io sono qua per viverla
con te.-
Sono già le 18 e 10.
Ma il palazzo dove l'ha lasciata è lontano, si dice.
Forse avrebbe dovuto aspettarla là... Ma non era quello
che lei voleva... Satoshi si appoggia al tronco umido del
cipresso, e respira quell'aria particolare a pieni
polmoni. E' la stessa che c'era quel giorno di poche
settimane prima. Socchiude gli occhi, e aspetta. Potrebbe
aspettare tutta la vita, si dice. Ha già aspettato così
tanto!
Ma intanto sono le 18.20. E poi le 18.30.
Ed ancora, le 19. Satoshi vorrebbe
telefonare, ma non vuole allotanarsi... E se lei
arrivasse nel frattempo? Si accascia contro il tronco, e
si siede tra due radici abbastanza comode, appoggiando il
capo contro il tronco. Socchiude di nuovo gli occhi. Sono
le 19.30. Satoshi si appisola lentamente.
La notte prima l'ha passata a parlare con Julie, di Meiko.
E' stanco. Sono le 20. E poi le 20.30.
- Non verrà- mormora - Julie, Meiko non verrà, ti
sbagliavi- Cinge le gambe con le braccia, e appoggia il
capo tra quest'ultime, cercando di non piangere.
Anche se il romanzo finisce con un amore ritrovato sotto
un cipresso, quello probabilmente è il cipresso
sbagliato. O è lui la persona, sbagliata. Pensa,
addormentandosi.
21:30
- Satoshi - mormora qualcuno con la voce affannata
scuotendolo dal sonno - Satoshi, perdonami-
- Meiko?-
- Sì, sono io.. Perdonami. Ho perso l'autobus. Ho dovuto
fare tutta la strada a piedi, e....- Ma lei non ha il
tempo di finire, perchè lui si alza in piedi e la
stringe forte a sé.
- Ho avuto paura, ho avuta tanta paura...-
- Perdonami, perdonami...- per colpa di Nacchan ha perso
l'autobus che le avrebbe fatto fare solo metà della
strada a piedi. Per dovergli ripetere che non voleva più
saperne di lui. "Non starai andando da lui?""Sì".
Da lui. Solo da lui.
- Ora sei qua...- mormora lui, scostandosi e guardandola
negli occhi. Le passa una mano sotto gli occhi e sulla
guancia, asciugandole le lacrime.
- Temevo non avresti aspettato-
- Ti aspetterei anche tutta la vita, se ce ne fosse
bisogno. Io ti amo, Meiko.-
Meiko copre la mano di lui sulla guancia con la propria.
- Mi sei mancato, Satoshi- mormora - E anch'io, ti amo.
Sono proprio cotta di te-
Sorride, e si guardano per un po'. Poi lui si avvicina, e
la bacia, stringendola nuovamente a sé.
L'arcobaleno.
Sospiro, soddisfatta, guardandoli da lontano. Ho dovuto
aspettare 6 ore, ma ne è valsa la pena. Li guardo ancora
una volta prima di allontanarmi tra la boscaglia. Su una
panchina del parco ci sarà mio fratello ad aspettarmi.
Mi chiederà perché ho detto ai miei amici che partivo
dieci ore prima della reale partenza. Penso che gli
risponderò che è dovere di ogni Angelo, portare a
termine la propria missione.
FINE
Riguardo soddisfatta le ultime righe e
la parola fine scritta elegantemente. Un po' mi dispiace
averne terminato un altro. Eppure tutti i romanzi hanno
una fine, ed i miei non fanno eccezione. Ci sarebbero
state tante altre cose da raccontare... A distanza di
dieci anni, non le ricordo tutte... Magari quando Kei ha
tentato di insegnarmi a suonare il pianoforte, o della
gita al mare durante le vacanze primaverili assieme a
Miki e Meiko, o di quelle sulla neve, quando Roku non
faceva altro che lamentarsi di essere solo... Oppure i
miei giri di shopping assieme a Suzu. I pomeriggi a
sentire suonare Anju e Nicola in duetto, il che voleva
dire sentir suonare Anju e stonare Nicola... O anche
tutti i momenti condivisi con Satoshi... Le nottate in
bianco, prima della mia partenza, passate in alternanza a
parlare con Satoshi di Meiko, e con Meiko di Satoshi.
Ma non ho raccontato nulla di tutto ciò. C'è ancora
tempo.
Bussano alla porta.
- Prego - dico, sistemando i fogli nell'ordine esatto e
non in quello di scrittura.
- Buongiorno! Ti sei svegliata presto, stamattina-
- Dovevo finire di scrivere una cosa- rispondo
dolcemente, mettendo la "copertina" sopra gli
altri fogli. "Like a White Angel", c'è scritto.
- Il "regalo di nozze" per quei tue due amici
giapponesi che si sposano tra due settimane?-
- Sì...-
- Hai finito?- Mormora, avvicinandosi a me e
abbracciandomi da dietro.
- Sì, finito-
- E ci sono anch'io?-
- Ne dubiti, forse? Sei praticamente in tutti i miei
romanzi!- rispondo scherzosa, mentre lui, dopo avermi
schioccato un bacio sulla guancia si rialza.
- Li ho incontrati a quella tua premiazione, vero?-
- Esattamente- rispondo, alzandomi e posando il
manoscritto in una vetrinetta.
- E, fammi indovinare, mi hai fatto chiamare anche questa
volta Dan?-
- Ebbene sì... Ti spiace?-
- Affatto. E' un bellissimo nome, Daniel. E Dan è un bel
diminutivo. Sarebbe bello poter chiamare un nostro figlio
così- aggiunge, con una punta di amarezza.
- Io preferisco il tuo, di nome. E' molto più dolce- gli
mormoro all'orecchio dopo averlo abbracciato, passando le
mani tra i suoi capelli bioni e osservando i suoi occhi
azzurri.
Ci baciamo, finché non bussano alla porta. Sospiro.
- Devi proprio andare?-
- Ho alternative?-
- No- rispondo.
- Vorrei venire con te, in Giappone-
- Lo so, anch'io non vorrei andarci senza di te. Ma devo
e voglio andare-
- Ed io devo restare. Però tornerai prima per iniziare a
spacchettare i regali di nozze, no?-
- Sei mesi prima?-
- E' il minimo! Inizieranno ad arrivare a valanghe,
credimi-
- Non vedo l'ora- mormoro, roteando gli occhi. Bussano
nuovamente alla porta. E' già tanto che non entrino.
Sorrido, divincolandomi tristemente dall'abbraccio.
- A stasera- dice, avviandosi verso la porta.
- A stasera- rispondo
Sta per andarsene. Non lo vedrò per almeno dodici ore.
- Wills- lo blocco -
Ti ho già detto che ti amo, oggi?-
- No, però è sempre bello sentirselo dire. Anch'io ti
amo, Juls- risponde, chiudendo la porta verso di sé.
Sorrido, sedendomi sulla poltroncina e appoggiando la
testa allo schienale, socchiudo gli occhi. Sta per
iniziare un'altra, faticosissima giornata. Un'altra
faticosissima, entusiasmante giornata di vita vera.
Presto sarò di nuovo in Giappone, Rivedrò tutti, dal
primo all'ultimo. Ma soprattutto, vedrò Meiko e Satoshi.
Sembra proprio che io non sia niente male, come Angelo
Custode.
FINE?
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