Sono qua... Il volto tra le braccia, appoggiate alle ginocchia... Guardo e riguardo un lembo del lenzuolo, ma è appannato...E' buio, attorno a me...
Solo lacrime, solo tenebra...

Non voglio, non devo....
Alzo lentamente il capo, mi duole...
E la vedo lì, come se fosse accanto a me, piangere sul letto, distesa, la faccia tra le lenzuola... Non mi ricordavo... Non mi ricordavo... Come ho potuto dimenticare??

Non posso piangere. L'ho promesso, giurato... A lei, che piange accanto a me... Ho giurato di essere forte, di non piangere più...

Guardo il suo corpo, un brivido di angoscia percorre il mio...
Non mi ricordavo...

Così.. grassa, così.. brutta.. Insicura.

Piange,piange,piange...

"Giulia, Giulia, Giulia..." singhiozzo, tra una lacrima e l'altra...

- Julie, stai bene?-


ENDINGS


Mi asciugo le lacrime...

- Nicola?-
- Sì, certo, sono io, il tuo adorato fratello... Chi altri?- rispose, sedendosi sul latto accanto a me, di spalle
- Già...- mormorai sottovoce, le lacrime sul punto di scendere nuovamente a torrenti dai miei occhi
- Sai, sono 10 giorni che non esci dalla tua stanza se non per andare a scuola...-
- Lo so...-
- .. e mi ricordi...-
- ... me sei anni fa?-
- Proprio!- mormorò, voltandosi verso di me e scompigliandomi i capelli con una carezza - Lo sai che io ti voglio bene, no?-
- Sì, lo so-
- Sei anni fa, continuavi a ripetere, tra le lacrime "Nessuno mi ama, nessuno mi vuole bene"... Ricordi?-

Annuìi... Ricordavo fin troppo bene, ora.

- Ma non era vero. E lo sapevi-
- Mi piace farmi del male, lo sai, no?- mormorai mentre scendeva una lacrima, poi un'altra, ed un'altra ancora, e ancora, ancora, ancora....
- Sssshhhhhhh- mormorò, prendendomi tra le braccia - Andrà tutto bene, anche questa volta, andrà tutto bene...-


- Satoshi?-
- Satoshi!-
- SAAAAATOOOOOOOOOSHHHHHHIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!-

Satoshi Miwa sobbalzò.

- Suzu??!?!??!Ma sei pazza ad urlarmi così nelle orecchie??!?!?!-
- Ma, cuginetto, non mi ascoltavi!!!-
- Suzu, non posso sempre stare a sentire le sciocchezze che dici!- rispose lui, brusco
- Ehi! Da quando sei anche maleducato?- chiese, imbronciata, la cuginetta... Era andata a trovare Satoshi per parlargli, ma sembrava proprio che il signorino non si degnasse d'ascoltarla...
- Perdonami, non sono proprio di buon umore... Cosa dicevi, Suzu?- risponde lui, cercando di sorridere.
- Parlavo di Miki e Kei... Lo sai che stanno insieme?-

Satoshi la guardò a bocca aperta per pochi secondi.

- No, non lo sapevo- risponde - E mi chiedo se Yuu lo sappia-
- Non credo- risponde Suzu - Ma forse dovresti dirglielo... NO?-
- E' meglio che glielo dica Miki- risponde il ragazzo. - E' meglio che parlino tra loro-
- Anche se si sono lasciati?-
- Sì- risponde Satoshi, di nuovo pensieroso, lo sguardo fisso nel vuoto - Anche se si sono lasciati -

Suzu osserva il cugino preoccupata.

- Ti manca molto, vero?-
- Sì...- risponde lui, senza volerlo, accorgendosene, si volta verso Suzu, come per giustificarsi.
- Allora- esclama lei allegra- Ti presenterò tante modelle carine fatte apposta per te!-
- Cosa vuoi che me ne freghi delle modelle!- esclamò il ragazzo, arrabbiato.
- Sato... Ok, non arrabbiarti, dicevo per dire- (<---goccgocc)rispose Suzu, politicamente, muovendo freneticamente le mani...
- Scusami, sono proprio di pessimo umore- rispose lui, sospirando pesantemente, lo sguardo rivolto verso il pavimento. Si sedette di scatto sulla poltrona, appoggiando la fronte sui pugni chiusi.
- Uhmmmmm- mormorò Suzu - Se ti può consolare, secondo me eravate proprio esteticamente spaiati!-


Mi guardo allo specchio. I miei occhi sono ancora rossi... Mi aspetta un nuovo giorno, di cui farei volentieri a meno.. Soprattutto, vorrei poter fare a meno di andare alle prove, oggi. Non voglio rivederlo, non voglio, non voglio....
L'angoscia mi attanaglia...

- Julie?-
- Sì, Nico?-
- Mamma al telefono- risponde lui, serio.
- E' successo qualcosa?-

Nicola non risponde, ci scambiamo uno sguardo profondo.

- Gliel'hai detto-
- Dovevo-

Annuisco, uscendo dalla porta scambiandomi un'altro sguardo profondo con lui.



Satoshi osservò nuovamente la porta dello studio di registrazione. Nulla. Sospirò Profondamente.

- Vedrai che arriva- mormorò Kei al suo fianco, cercando di sdrammatizzare.- In fondo, ha un ritardo di "solo" un'ora- riprese il ragazzo, enfatizzando il "solo"...
- Non credo verrà- rispose Satoshi voltando lo sguardo - Forse è meglio iniziare senza di lei, con le canzoni che canto io-

- Scusate il ritardo!- esclamò una voce alle sue spalle, con il fiato corto.

Sulla porta della sala era apparsa Julie, le guance rosse per la corsa, il fiatone, e un sorriso tirato sulle labbra. Satoshi cercò di controllarsi.

- E' successo qualcosa?- chiese, cercando di sorriderle spontaneamente.
- Purtroppo sì - rispose lei, ricomponendosi, riavviandosi i capelli con una mano - Brutte notizie-


Non posso fare a meno di cercare di convincermi che sia stata la cosa migliore. Ma, in questo momento, guardandolo, è una convinzione ben fragile. Oh, quanto è bello! Perché....?

- Cosa?- chiede, preoccupato, con quella piccola ruga sulla fronte che ha tutte le volte che qualcosa lo preoccupa.
- Parto presto - rispondo senza prendere fiato - Devo tornare in Italia-
- Cosa?????- è stupito. Non vorrei equivocasse... Non voglio che pensi che sto fuggendo da lui.. Che sto fuggendo, DI NUOVO.
- Mia madre mi ha telefonato dall'Italia, appena i miei vi hanno fatto ritorno, hanno formalmente chiesto loro che io frequentassi l'ultimo anno di scuola superiore e prendessi il diploma in Italia... Avevano fatto queste richieste anche a me, telefonicamente, ma non ci ho mai badato, fino a quando oggi, mia madre mi ha comunicato che l'ha visitata... Il mio Presidente-


- Stai scherzando?- chiede Kei, cercando di trattenere le risate, che gli salgono incontrollabili...
- No, purtroppo...-
- Vuoi dire- interrompe Satoshi - che il Presidente della Repubblica Italiana ha chiesto in via ufficiale e personalmente a tua madre che tu tornassi a studiare in Italia?- il suo tono era ironico, sorpreso.
- Esattamente- mormorai, sorridendo - Mi viene da ridere a pensarci.. Ce la vedi mia madre che si ritrova il Presidente e il suo staff in casa?-
Ci guardammo per tre secondi, e poi scoppiammo a ridere- io mi appoggiai allo stipite della porta, satoshi al muro... Continuo a ridere, e più ci guardiamo, più ridiamo, ci sbellichiamo dalle risate... E' finita. Posso tirare un bel sospiro di sollievo. E' finita... Eccoci qua, e il mondo gira ancora su se stesso. E non ci sono terremoti nelle previsioni sismiche di Tokyo.

Dopo qualche minuto, riusciamo a fermarci, Kei ci guarda sorridendo, mentre gli altri della band sono straniti...

- Quando - disse solo, il fiato ancora irregolare per le risate.
- Alla fine dell'estate- rispondo.
- Ahh, per fortuna! C'è tutto il tempo...-

Sorrido.

- .. di trovare qualcuno che ti sostituisca! Mi avevi fatto prendere uno spavento! Ma come avremmo potuto fare senza di te così, su due piedi? Eh, no, no, dobbiamo trovare qualcun altro...- dice lui assorto, lo sguardo rivolto al vuoto, la mano sotto il mento...

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Lo guardo malissimo, gli occhi rossi dalla rabbia, il...

- Julie-chan! Ti esce il fumo dalle orecchie!- esclama Kei ridendo. A lui si unisce tutta la band...

- SAAAATOOOSHHIIIIIIIIIIMIIWAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!- urlo, avventandomi su di lui, Satoshi cerca di scappare, e in men che non si dica, stiamo percorrendo ai 2000 all'ora tutta la sala di registrazione, passando sotto la tastiera e savalcando la chitarra elettronica...

I ragazzi ridono a squarciagola. Afferro la maglia di Satoshi, che frena all'improvviso, mandandomi a sbattere contro la sua schiena.

- Ahia!!! Satoshi! Sei solo un...-
- Presuntuoso Egocentrico Egoista- sentenziamo insieme. Lui si gira, ci guardiamo e scoppiamo nuovamente a ridere.

Dopo altri dieci minuti di risate collettive, ci riprendiamo, in tempo prima che il signor Wataru, il produttore, entri nella sala.

- Julie, sei arrivata! Bene! Possiamo iniziare ragazzi?-
- Sì- rispondo sorridendo a Satoshi e leggendo nel suo sguardo - Possiamo iniziare-


- E così, te ne vai. Non posso ancora crederci.- Mormora, socchiudendo gli occhi e assaporando il venticello di Aprile.
- Perché no? Non è la prima volta - rispondo, sedendomi accanto a lui sulla panchina. E' ormai il tardo tramonto, quasi le otto e mezza, a giudicare dal blu che sta chiazzando l'arancione del calar del sole. Gli passo il suo trancio di pizza, sorridendogli.
- Pizza, eh?-
- Cosa c'è che non va nella pizza?-
- Ti senti già a casa- risponde, con un pizzico di malinconia nella voce.
- Uff, Satoshi! Non ne farai un melodramma, ora! Ho preso la pizza solo perché qui vicino hanno aperto una pizzeria italiana in cui vendono anche le cose da asporto! Non intendevo certo comunicarti in modo indiretto che non vedo l'ora di tornare in Italia!-
- Perdonami - risponde lui guardandomi e sorridendo, triste.
- E comunque, non muoio certo dalla voglia di tornarci... Come puoi pensarlo? Mi vedi esultante forse? E per cosa, poi? Per tornare a vivere 24 ore su 24 con i miei? O per i giornalisti che scattano foto anche se ti affacci alla finestra quando la apri la mattina, dopo esserti svegliato? Oppure per i miei *amici*? -
- Ti ho già detto di perdonarmi, ok?- risponde lui, secco, addentando un pezzo di pizza.
- Che hai?- gli chiedo. Non ha mai risposto male, non a me, almeno.
- Niente di particolare- risponde lui, senza guardarmi in faccia. Mi alzo in piedi, e butto la pizza nel cestino della spazzatura vicino, cercando di *farglielo* notare.
- Ma Julie, cosa...?-
- Mi è passata la fame- rispondo, senza voltarmi - E' meglio che io torni a casa, ora. CIAO -
- Ehi, aspetta!- dice, evidentemente arrabbiato, raggiungendomi dopo aver posato la pizza non-so-dove. Mi afferra per un braccio, bloccandomi.
- Cosa vuoi?- gli dico, divincolandomi dalla stretta, e incrociando le braccia.
- Cosa vuoi tu- risponde - pensavo fossimo AMICI -
- Ah! Davvero? Beh, mi pare che sia tu, quello che cerca di far sentire in colpa- risponde, proseguendo il mio tragitto verso non so neppure quale luogo.
- Cooosaaa? TU te ne stai andando!-

Mi blocco, di colpo, e per poco non mi travolge cercando di fermarsi.

- Satoshi. O siamo amici, o non lo siamo. Ed io tornerò comunque in Italia, perchè non posso farne a meno. E se potessi farne a meno, non te ne avrei neanche parlato. E forse te ne ho parlato anche perché speravo in un MINIMO di comprensione da parte tua - mi giro verso di lui, ha abbassato gli occhi, scruta attentamente i granelli di terreno. Ha capito cosa volevo dirgli, per quale ragione mi ero arrabbiata.

Mi avvicno a lui, e lo abbraccio, gli passo le mani dietro la schiena, e affondo il viso nel suo petto... Il suo odore, quanto mi è mancato! Cerco di trattenere le lacrime, ci sto provando con tutta me stessa...

- Mi mancherai tanto -
- Mi mancherai moltissimo anche tu - risponde, stringendomi, e affondando il capo tra i miei capelli. Piange. Non sono la sola, allora.



- Julie! Che ci fai attaccata al frigo?-
- Nico, per fortuna!- dico, girandomi verso di lui. - Non c'è più niente di appetibile, in questo frigorifero, né nella dispensa! Eppure la tata ha fatto la spesa ieri!-
- Non avevi già cenato quando sei tornata a casa?-
- Sì, ma ora ho di nuovo fame!-
- Non è passata neanche un'ora-
- Beh, mi è venuta fame ORA-
- Julie-
- Nicola- ripeto il suo nome con lo stesso tono usato da lui nel pronunciare il mio. Secco, impudente, arrabbiato, ironico tendenzialmente auto-distruttivo.
- Finiscila- risponde - Non troverai nulla con cui abbuffarti. Ho dato precisi ordini alla tata-
- Nico, tu non hai fiducia in me?-
- No, non in questo caso almeno. So che sei depressa per quello che è successo con Satoshi. E SO anche che quando sei depressa, non ragioni più a mente lucida-
- Sono cambiata-
- Sì. Bene, allora ti farò vedere le foto di sei anni fa- risponde, testardo. So che ha ragione, lo so, dannazione!

Abbasso il capo e mi "abbatto" contro il frigo, guardando negli occhi mio fratello.

- Hai ragione- ammetto, alla fine. Ho avuto diversi problemi di disordini alimentari, sei anni fa. E' stato un periodo bruttissimo per me e per la mia famiglia... Ne sono uscita soltanto grazie alla scrittura, al coraggio che mi ha trasmesso... E a Nico, ovviamente. Se non ci fosse stato lui... Comunque, il cibo è rimasto la mia isoletta contro la depressione, sempre. E questa volta non fa eccezione... Solo prima di incontrare Dan, però, ho avuto problemi di peso, e ci è voluta una vita prima che capissero qual'era il problema della mia obesità... Non potevo certo dire ai medici "guardate che se sono depressa apro il frigo e mangio".
Quando è morta la madre di Dan, mi hanno tenuta così sotto stretta sorveglianza, che non ho avuto il tempo di avere questi problemi. Sono stata troppo impegnata a cercare di dimenticare, anche. Ma ora...


- Tu sei molto forte, se vuoi-
- Nico... Non so se ce la faccio, Nico...- Quando ho ricominciato a piangere?
- Certo che ce la fai... Sei la mia super-sorella- risponde lui, abbracciandomi - E poi, se non ce la fai, io morirò affogato!-risponde, scherzando.

Rido, tra le lacrime...

- Ora basta, però!- dice, con tono scherzoso e una voce colma d'affetto dopo qualche minuto.
- Ok- rispondo.
- Così ti voglio, sorelluccia!-
- Nico, ti prego, sorelluccia..NO!- lo intimo, minacciosa.
- Uff, ma era carino, Juls!-
- Juls va bene. Ti posso accordare anche SORELLINA, per oggi, ma null'altro, chiaro?-
- Cristallino, mio capitano! Se il capitano permette, io andrei sotto coperta, signore!-
- Ha il mio permesso, sergente-
- La ringrazio Capitano Juls!- dice infine, chinandosi a schioccarmi un bacio sulla guancia prima di tornare alle sue prove con il violino.
- Nicola, ti voglio bene-
- Anch'io sorelluccia, anch'io!-
- Nico!!!!!- gli urlo dietro, mentre lui si rifugia nella stanza per le prove ridendo.

Respiro a pieni polmoni, lanciando un'occhiata veloce al frigorifero... No. Non questa volta. Non ora. Non adesso che è stata una mia scelta, una scelta d'amore...
Il telefono squilla interrompendo i miei pensieri.
Corro velocemente a rispondere, e riesco ad intercettare la cornette del cordlex prima del decimo squillo.

- Telefonata intercontinentale - mi comunicano dall'altra parte dell'apparecchio. Sospiro, aspettandomi il peggio... O mia madre...O Andrew... O Carrie, o ancora peggio... Dan... No, Dan non mi chiamerebbe mai...
- Pronto, chi parla?-
- Giulia, sono io, Elena!-
- Elena, sei davvero tu? Fantastico! Cavoli!! E' un sacco di tempo che non sento la tua voce!-
- Mi è arrivata la tua lettera oggi, e ho pensato di telefonarti... Ti aspettavamo in chat, la scorsa settimana.
- Oh, è vero, perdonami! Me ne sono completamente dimenticata!-
- Beh, dopo che ho letto la tua lettera, ho capito... Julie, stai bene?-
- Oh, non volevo farti preoccupare per me, davvero! Io sto benissimo, ti assicuro...Anzi, ho una bella notizia da darti...-


Ho passato 2 ore e mezza al telefono con Elena, è stato fantastico, come hai vecchi tempi... Sono molto felice...Sono qua, nel mio letto, guardo il soffitto, e sono felice. Sembra un sogno...
Elena è una mia carissima amica... La conosco da qualche anno, anche se l'ho vista solo poche volte... Elena l'ho incontrata su Internet, prima di diventare una scrittrice importante, e da quel lontano giorno, siamo sempre state amiche... Una delle poche, forse quasi l'unica... Che mi sia rimasta amica senza secondi fini. Che sia rimasta, anche solo con il cuore, con me, sempre... Anche questa volta... Dalla mia lettera ha capito che ero triste, giù di morale, e che avevo comunque bisogno di lei... Anche se lontana...
E' un'amica speciale, come Satoshi. E come Satoshi, non vorrei perderla per nulla al mondo... Il Destino ci ha fatte incontrare...
Il Fato mi ha dato tanto, ed io ancora così poco, in cambio, per equilibrare il conto... Quello che ho ricevuto, l'ho ricevuto per un motivo... Gioie, dolori, fama, successo, delusioni... Tutto ha una ragione... Molto tempo fa, Elena ha detto, quando mi sono fatta questa stessa domanda dopo la morte della madre di Dan, che era perché io riuscivo ad aiutare gli altri. A farli sorridere, piangere, gioire, attraverso i miei libri, e potevo solo, in cambio, scrivere, e continuare a far felici quelle persone... Ha ragione. La mia Elena ha quasi sempre ragione..... Mi è sempre stata amica... Ci siamo incontrate per caso, e abbiamo scoperti di avere tantissime cose in comune. E' una persona straordinaria, ma soprattutto un'amica eccezionale...
L'amica che IO vorrei essere, ma che, pare, non riesca proprio ad essere. Con Meiko.. Io pensavo di fare la cosa migliore dicendole quello che le ho detto, ed invece probabilmente non ho mai fatto errore peggiore. Il suo sguardo...
Quello che voglio è che sia felice, serana, soltanto questo. Ed ora non lo è. Posso leggerglielo negli occhi... Non sempre nella vita avere delle certezze è fonte di felicità... Ricordo una volta...


- Julie -
- Mmmmmh-
- Julie, dai, svegliati-

Non riesco a capire di chi sia la voce che mi chiama. Mi stiracchio lentamente e apro gli occhi.

- Buongiorno -
- Sato???????- esclamo, mettendomi a sedere di scatto - che ci fai qua? -
- Nicola mi ha fatto passare - mormora, sedendosi sul letto in modo da rimbalzare leggermente un paio di volte. Mi stropiccio gli occhi.
- Ma che ore sono? -
- Le cinque -
- Le cinque di mattina???-
- No, del pomeriggio. Hai dormito per più di 15 ore -
- Cooosaaaa???? O mamma! Ma io avevo un sacco di cose da fare!!!! Capperi!- esclamo, ributtandomi tra i cuscini - E tu non ridere - lo intimo, scorgendo la sua espressione, tipicamente una sto-per-scoppiarti-a-ridere-in-faccia-ma-mi-trattengo...
- E come posso non ridere?-
- Satoshi!-
- Ok, ok. Cercherò di trattnermi- mormora, ridacchiando.
- Piuttosto, cosa ci fai tu qua?- gli chiedo, cercando di fargli capire dal mio tono di voce scocciato che "non è carino" che rida di me.
- Volevo farti vedere una cosa che ho scritto dopo che sono tornato a casa, ieri sera - risponde, serio, estraendo un foglio dalla giacca che ha appoggiato accanto a sé ai piedi del letto.
- Una nuova canzone?-
Annuisce, passandomi il foglio.
- Endings - leggo a bassa voce.


E' finito...
Tutto finisce,
Non pensavo anche noi...
Come potevo saperlo?

Pensavo fosse eternità...
Te ne andrai, ora?
Conosco la risposta...
E' la fine...
Della nostra storia della nostra avventura...
Ma non del nostro ricordo..

Andrò avanti, ti ricorderò, sempre.
Sarai nel mio cuore.
Crescerò con te dentro...

E' così
E' la vita.
Ogni fine, ha anche un nuovo inizio dentro di sè...
Ogni finale ha in sé l'inizio per un nuovo racconto
Ogni storia non finisce mai...
Cambiano i protagonisti, forse, ma continua, per sempre, fino ad un finale che non c'è...

Finali...
Cosa sono?
Tu sei sempre qua, comunque..
Mi guardo indietro...
E tu ci sei...
E' la storia della mia vita...
E' il finale di noi, ma non della storia...

La storia non finisce mai...

E' così
E' la vita.
Ogni fine, ha anche un nuovo inizio dentro di sè...
Ogni finale ha in sé l'inizio per un nuovo racconto
Ogni storia non finisce mai...
Cambiano i protagonisti, forse, ma continua, per sempre, fino ad un finale che non c'è...

Siamo qua, al finale,
ma il finale non c'è...
La storia continua.
Io andrò avanti, così sarà per te...
E un giorno, la storia ti riporterà qua,
E che ruolo ti riserverà?
Chi può dirlo....
Chi decide il finale?
Chi può saperlo...
Se il finale non c'è...

E' così
E' la vita.
Ogni fine, ha anche un nuovo inizio dentro di sè...
Ogni finale ha in sé l'inizio per un nuovo racconto
Ogni storia non finisce mai...
Cambiano i protagonisti, forse, ma continua, per sempre, fino ad un finale che non c'è...

E' la fine di noi,
ma l'inzio di me...
Addio
o, arrivederci... Ad un finale che non c'è...


Ora lo so... Ho fatto la scelta migliore. Senza dire nulla, qualche lacrima che sto cercando disperatamente di respingere, Mi siedo a fianco a lui e appoggio il capo sulla sua spalla.


- E così, partirai entro la fine dell'estate?-
- Già, non ho molta scelta-
- Uff, è un vero peccato! Mi mancherai un sacco!-
- Anche tu mi mancherai, Miki. Tantissimo- le rispondo, sorridendole.
- Non ne puoi proprio fare a meno?-
- Purtroppo no, se solo potessi...-
- Ciao Miki, Julie, posso sedermi con voi?-
- Meiko! Certo, vieni!- esclama Miki, facendole posto al nostro tavolino... In questi ultimi giorni, durante la pausa per il pranzo, non l'abbiamo vista. Le sorrido incoraggiante, e lei mi sorride a sua volta, con quel suo sorriso particolare... Dolce, maturo, comprensivo. Le faccio posto anch'io, e Meiko prende una sedia e si mette tra me e Miki.
- Cosa sono quelle facce funeree, ragazze? Si vede da un metro che siete tristi- chiede lei dolcemente.
- Oh, Meiko, sapessi... Julie se ne va!-
- In che senso? Torni in Italia?-
- Sì, doveri di Stato, o qualcosa di simile- risponde Miki per me.

Meiko solleva un sopracciglio perplessa e mi guarda, così inizio a raccontarle di mia madre e del Presidente...Ovviamente, le risate non si sprecano.
Fino al suono della campanella, ovviamente. Poi dobbiamo tornare in classe. Sono felice di aver visto Meiko un po' tranquilla e rilassata.


- Julie! Aspettami! Torniamo a casa insieme?- mi chiede Meiko, rincorrendomi all'uscita da scuola. La sua proposta mi sorprende, è molto tempo che non facciamo la strada insieme...
- Certo!- le rispondo, girandomi verso di lei e sorridendole. Mi sorride a sua volta ed iniziamo ad incamminarci verso casa.
- Mi dispiace moltissimo che tu te ne debba andare via, davvero-
Mi dice, ad un tratto, sorprendendomi.
- Davvero?- le chiedo.
- Certo. Sei una mia cara amica, Julie-
- Meiko, io... Volevo dirti che mi dispiace per tutto quello che ti ho detto di cattivo quel giorno, non intendevo assolutamente essere sgarbata e...-
- Non preoccuparti- mi blocca, sfiorandomi il braccio con una mano - Ho capito quello che volevi dirmi...O almeno credo-
- Fiuu, per fortuna - esclamo, in un modo proprio di Miki, facendola sorridere - Avevo paura di perderti -

Sembra sorpresa da questa mia ultima osservazione.

- Perché?-
- Eh? Perché sei una mia cara amica, è ovvio!-
- Davvero? Julie... Tu hai fatto tanto per me, ed io nulla per te-
- L'affetto non si conta soltanto in base alle cose che si fanno per una persona, no?-
- Hai proprio ragione- mormora, sorridendo. - Grazie-
- Adesso tocca a me chiederti perché!- esclamo.
- Perché mi sei amica. Oltre a Miki non ho mai avuto *veri* amici, fino a quando non sei arrivata tu... Anche se Matsuura e Ginta mi sono amici... Beh, non è la stessa cosa-
- Lo capisco. Ci sono tanti tipi di amici... I conoscenti, gli amici e gli amici speciali...O almeno, è così che sono solita classificarli io!- sorridamo entrambe, guardandoci negli occhi - Comunque - aggiungo - E' un onore essere tua amica. Perché sei una persona molto speciale -
- Julie... Per me è un onore essere tua amica!- esclama Meiko, arrossendo.
- Ok, allora siamo entrambe onorate di essere amiche l'una dell'altra, ok? Oppure se vuoi, possiamo sempre...uhhhmmmm... Fare a gara per stabilire chi è più onorata?- dico, cercando di sembrare pensierosa.
- Ok, ok - dice Meiko sorridendo e ricominciando a camminare, ma, mentre mi supera mormora - Tanto vincerei io-
La seguo sorridendo.
- Ti va un gelato? - le chiedo, mentre passiamo di fronte a Bobson's.
- Certo!-
- E' un vero peccato non poterne più scroccare a Miki-
Ride
- Già, un vero peccato!-


Ci sediamo su una panchina di un parco, di fronte al laghetto, assaporando i nostri gelati.

- Sai,- mi dice ad un tratto, interrompendo nuovamente il silenzio per prima - Ho dovuto riflettere molto prima di capire quello che mi volevi dire. In realtà, quello che mi *volevate* dire. Tu sei stata solo l'ultima di una lista di persone che hanno cercato di farmi capire... Nacchan, Miwa, ed ora tu... Ma prima, non avevo capito proprio un bel niente. Non avevo capito davvero cosa volesse dire.. .Crescere, e fare delle scelte. Pensavo che, avendo vissuto quello che avevo vissuto con i miei, io fossi cresciuta prima, fossi più matura. Riuscissi ad essere più consapevole e saggia... Già grande, insomma. Sicura di me, di quello che volevo... E che quello che volevo fosse la scelta più giusta, la più idonea. Stare con il prof. Sposare il prof. ... Era tutto quello che desideravo... Finché non è successo davvero. Ne ero felice, all'inizio. Ma poi sono arrivati i primi problemi... Non ho capito nulla, finché non mi hai sbattuto tu in faccia la realtà. E la realtà è che ho quasi 18 anni. E sto per sposarmi. Passare tutta la vita con la persona che amo... Ma, in realtà, io non so neppure cosa sia la vita... La mia vita si riduce ai problemi con i miei, le giornate in biblioteca o a passeggio con il prof, il tempo che passo con Miki, e il mio scrivere... Pensavo fosse abbastanza, desideravo che mi bastasse soltanto stare con l'uomo che amo, il mio primo amore... Ma forse non è così. Ho bisogno anche di qualcos'altro... Ho bisogno...-
- ... di vivere?- termino io.

Ci guardiamo. Mi alzo, buttando i fazzoletti con cui mi sono pulita in un cestino, avvicinandomi poi alla sponda del laghetto...

- Sei anni fa, ho avuto un brutto periodo. C'erano moltissimi problemi tra i miei genitori, avevamo problemi finanziari e, a coronare questo bel momento, io e Nicola, mio fratello, abbiamo scoperto che lui... E' stato adottato dai miei genitori. Mia madre non avrebbe dovuto avere la possibilità di avere figli, così adottarono Nicola, ma io nacqui comunque due anni dopo... Quando scoprii che Nicola non era mio fratello... fu uno shock per me... Anche per lui, ovviamente... Non solo, in quel periodo io ebbi anche dei problemi di salute... Non era proprio un momento felice... Ed io, mi lasciai... Andare alla deriva. Perso molto la voglia di vivere, e passavo il mio tempo chiusa in casa, a piangermi addosso... Ed il peggio è che arrivai quasi ad abituarmici... Finché, per scherzo, inviai delle mie poesie ad un concorso... Forse, inconsciamente, per farmi del male... Vinsi, e fu come un raggio di luce nell'oscurità, una speranza. Gli aiuti che mi erano sempre arrivati inutili perché non li vedevo, comparvero finalmente ai miei occhi, e ricominciai, pian piano, a capire cosa volesse davvero vivere... Anche per questo, forse, non riesco a tollerare di vivere una vita di *routine*... Meiko, io non credo che tu sia diversa da me... Per molto tempo forse non ti sei accorta di cosa volessi veramente dalla vita, ed ora capisci che forse, una vita monotona non fa per te... Da parte mia, credo che sia così... Onestamente, non ti vedo a fare la donna di casa per i prossimi ottant'anni-

- Julie... Mi dispiace, io...-
- Non potevi saperlo - rispondo, girandomi verso di lei - Non preoccuparti di questo. L'importante, ora, è che tu sia felice e serena-
- Io... Ho deciso che questo fine settimanaquando il prof. verrà da Hiroshima gli parlerò.-
- Bene. Sono sicura che andrà tutto bene, comunque finisca- rispondo, pogiandole una mano sulla spalla, rassicurante - Andiamo ora?-
- Sì- mormorò Meiko. Anche se non le aveva detto tutto quello che doveva dirle... per oggi era abbastanza...
- Senti, Julie. Io e Nacchan saremmo dovuti andare con Miki ad un concerto di Kei, Domenica. Non potresti andarci anche tu con Satoshi?- mi dice, sulla porta di casa sua.
- Penso di poterci andare, certo. Ma non è il caso che Satoshi venga- rispondo.
- Perché?- chiede - Se me lo vuoi dire, ovviamente!- aggiunge poi come per scusarsi della domanda.
- Non è il caso che usciamo insieme dato che è passato poco tempo-
- Non capisco...- mormora lei.
- Miki non te l'ha detto? Io e Satoshi ci siamo lasciati-


Anche se sono passati già quattro giorni, non riesco a dimenticare la faccia di Meiko quando le ho detto di me e Satoshi... Forse neppure lei se ne accorge. Forse verrà il giorno in cui lo capirà. L'importante ora, è che possa essere felice. Con o senza qualcuno accanto a lei.
Non so cosa pensare di Miki. Mi auguro davvero che Kei possa farla felice, anche se non ne sono troppo sicura. E'ancora presa totalmente da Yuu. E forse è vero che ha bisogno di qualcuno, ma...
Oggi sembravano stare bene, assieme. Kei ha fatto un'esecuzione stupenda, e Nicola che è venuto con noi, non ha fatto che adularlo tutto il tempo. E' stata una giornata piacevole.
Spero che Miki e Meiko possano essere felici, glielo auguro con tutto il cuore, eppure...

Scocciata, mi alzo dal letto e scendo in salone. La casa è silenziosa, Nicola dorme. Accendo il telvisore, ma non c'è nulla di passabile in tv. Allora inizio ad osservare le videocassette sugli scaffali.

Romantico. Deprimente. Visto già tre volte. Guerra. Deprimente. Deprimente. Deprimente. Nulla di interessante, cavoli! Proprio mentre sto per darmi per vinta, suona il campanello. "ADORO le visite notturne", penso, sospirando.

Mi avvio verso la porta, la apro e con sorpresa c'è... Meiko.
Non piange, ma sembra molto triste, il suo sguardo è spento.

- Tutto bene?-
- Ci siamo lasciati.-


-La osservo dall'entrata del salone, ho in mano due camomille bollenti e sto per ustionarmi le mani, ma voglio guardarla un attimo prima di parlarle. Fissa il vuto con uno sguardo triste. Come se qualcosa si fosse spento, in lei... Però... Non piange, non sembra... Non sembra... Me quando io e Dan ci siamo lasciati. Che paragone sciocco! Era una situazione completamente diversa! Però... E' come se, da un lato, un peso le si fosse tolto dal cuore.

- Meiko... Ecco la tua camomilla - le mormoro, porgendole la tazza.
- Grazie. E' proprio quello di cui ho bisogno.-
- Prego -

Mi siedo accanto a lei sul divano accanto a lei e sorseggio la camomilla, ascoltando il silenzio tra noi.
Dopo un po' rompe il silenzio. Sembra che sia una sua abitudine, ormai.

- Perdonami se sono piombata qua, ma non avevo proprio voglia di tornare a casa-
- Figurati, non è un problema, anzi. Non riuscivo a prendere sonno, quindi sei doppiamente la benvenuta!- esclamo, con un po' troppa enfasi.
- Ti ringrazio- risponde, sorridendomi forzatamente.
- Hai voglia di parlarne?-
- Sì- risponde semplicemente.

Annuisco, aspettando che sia lei a parlare.

- Oggi ci siamo visti. Siamo usciti insieme a pranzo e poi siamo andati all'acquario, il luogo del nostro ultimo appuntamento prima che lui diventasse il mio professore. E' lì che gli ho parlato. Gli ho detto che per quanto tenessi a lui, io sono davvero solo una ragazzina, che lui ha sempre avuto ragione. Sono solo una ragazzina cocciuta, questo gli ho detto. Che avevo bisogno di tempo, non ti fuggire dai miei problemi...
Che mi rendevo conto di aver sbagliato, e sbagliando non solo avevo fatto soffrire delle persone in precedenza, ma lui ora... Che non ero pronta per vivere una vita che sapevo già come sarebbe stata. Che sarei stata felice di essere al suo fianco, ma in un altro modo, non come la moglie che lo aspetta a casa la sera. Lui ha detto soltanto "E' finita"... Volevo dirgli in quel momento che, forse, un giorno, sarei tornata da lui... Ma se ne è andato prima che potessi parlare. E non so se sarebbe stato come mentirgli o no- rimane in silenzio un attimo - E' finita - aggiunge - Non tornerà più -

Come se lo capisse davvero solo ora, Meiko scoppia in lacrime. Le prendo la tazza dalle mani, la poso sul tavolino e la abbraccio.
Sento il ticchettio dell'orologio. Meiko ha il volto nascosto tra le mani, una ciocca di capelli libera dalla coda che le cade sugli occhi, il mio braccio intorno alle spalle... Oh Meiko, Meiko, cosa posso dirti, ora?

- Ascoltami... Andrà tutto bene, te lo prometto, andrà tutto bene...-


- Grazie Julie, il tuo pigiama mi sta a pennello- mormora Meiko girando su se stessa e slegando i lunghi capelli - Grazie anche per avermi lasciato fare una doccia. Non avrò disturbato qualcuno?-
- Non preoccuparti, mio fratello ha un sonno da ghiro- le dico sorridendo
- Grazie - mi risponde, sorridendomi. Un sorriso sincero.
- E di che? Se non si fanno di queste cose tra amiche!-

Si mette a sedere sul mio letto, sulla sponda, mentre io sono appoggiata contro la testata, raggomitolata con la testa appoggiata sulle ginocchia.

- Se vuoi, puoi dormire qua, il letto è grande e morbido, più che nella camera degli ospiti!- aggiungo.
- Davvero potrei? Julie, io...-
- No, no! Non farti problemi! Davvero!-
- Ok. Grazie ancora, allora-

Le sorrido.

- Va meglio, ora?-
- Sì, va meglio. Sai, sono triste, sì. E posso dire anche che mi manchi già un po'... Però è un sollievo pensare di poter riprogrammare la mia vita da zero, ora. Come se tutto quello che è stato finora, non contasse nulla. Fosse stato spazzato via da un spugna insaponata. Sono triste, ma ho più fiducia nel futuro che mai...-
- Questo è un bene... Alle volte bisogno cancellare il passato per poter continuare con più energie, ma soprattutto per poterlo poi ricordare con tenerezza nel futuro, dimenticati i dolori. Vedrai che sarà così. E poi non sei sola! C'è Miki... E anche se io andrò via dal Giappone, non vuole affatto dire che non ti sarò vicina!-
- Sai sempre dire la cosa giusta, ma come fai?-
- Dote di natura - rispondo, sorridendo.
- L'estate è vicina-
- Fin troppo-

Meiko distende la schiena sul letto, osservando il soffitto.

- Ora ho solo paura... Di non essere mai più amata da nessuno. Shin'ichi è stata la prima persona ad amarmi. Non i miei genitori... Solo lui... Era la mia famiglia, mi faceva sentire protetta. Per questo lo amavo..- Meiko si interruppe, accorgendosi di aver usato il passato nell'ultima frase. - Incredibile, sono poche ore, eppure...-
- Sai, se c'è una cosa che ho imparato è che più una persona ci fa sentire "a casa" più noi ci affezioniamo a questa persona. E lo dico io che comunque ho sempre ricevuto moltissimo affetto dai miei genitori! Magari tu hai amato molto il professor Namura per questo. Ma forse nel tempo il sentimento, senza che tu te ne accorgessi, è diventato semplicemente un desiderio di protezione e amore... Prima di incontrare Dan, per me è stato così-
- Dan? Il ragazzo che c'era alla premiazione? E' lui il tuo ex??- chiese Meiko, stupita.
- Sì, proprio lui. Rispondo, lasciando scivolare i piedi distesi sul letto, girandomi di 180° e poggiando il capo vicino a quello di Meiko, i piedi sul muro subito sopra la testata del letto.
- Io... Non lo sapevo. Non è stato lui il tuo primo amore?-
- Oh, no! Ho conosciuto Dan a 14 anni, Meiko!-

Scoppiammo a ridere.

- In Europa siete molto precoci!-
- Fin troppo - rispondo - Il mio primo amore risale... A dieci anni!-
- Accipicchia!-
- Ma la persona a cui mi riferivo io è un'altra... Un mio amico... Avevo un sacco in comune con lui. Riuscivo a parlare di tutto, e quasi pensavo che mi potesse leggere nella mente... Avevamo gli stessi gusti, soprattutto eravamo un po' due "emarginati" dal gruppo scot di cui facevamo parte. Io avevo 12 anni, lui 15... Penso sia stata la prima volta che ho pianto per amore............ Ma poi ho capito che non era la persona adatta a me. Non c'era niente di stimolante tra di noi, nessuna attrazione. Mi piaceva tantissimo, ma non mi dava nulla, se non sicurezza. Nulla. Con Dan, invece, è stato tutto diverso. Divertente, stimolante, entusiasmante... Mi rimpiva tutta di un'ebrezza stare con lui, come se fossi ubriaca di lui, solo di lui... C'eravamo io e lui ed il mondo non esisteva più...Non so come descriverlo, non posso descriverlo! Non ho mai scritto tanto come in quel periodo. Era come se lui fosse il mio "Muso Ispiratore"... Gli devo così tanto... Quello che sono ora, l'ho scoperto nel periodo in cui ero con lui. Anche se è finita, mi rimarrà dentro per sempre-

Silenzio, soltanto i nostri respiri.

- E Satoshi - chiede, ad un tratto.
- Satoshi... E' una cosa completamente diversa. Lui è... Spiritoso, divertente, galante, stupido, insistente, geniale, romantico, intelligente... E' stupendo... Riesce a darti tantissimo in una sola giornata che passi con lui... Riesce a farti sognare... A farti sentire assolutamente unica e speciale. Ad entusiasmarti, a coinvolgerti... E' fantastico... Soprattutto perché spesso è così enigmatico... Ma basta un solo istante, una corda toccata nel modo esatto, e si trasforma in una persona diversa...-
- Già...- mormora Meiko sorridendo.
- Non trovi nessuno come Satoshi in TUUTTTO il mondo, neppure se lo vai a cercare, credimi!-
- Ci credo... E poi è così buffo! Riesce a farti sorridere ed arrabbiare nello stesso momento. E poi ti accorgi che l'ha fatto solo per distrarti, per tirarti su di morale-

Sorrido. E mi appoggio su un gomito ad osservarla.

- Se passi troppo tempo con lui rischi di non poter fare a meno di amarlo-

Mi guarda sorpresa. Un largo sorriso, come a darmi ragione, le si stampa sul volto. Ma dirlo, sarebbe troppo, perché lo ammetterebbe a se stessa, ed è ancora presto, troppo.

- Posso chiederti una cosa?-
- Vuoi sapere perché ci siamo lasciati?-

Annuisce energicamente, facendosi seria. Si gira da un lato, così ci guardiamo negli occhi. Non è solo curiosità la sua. Vuole saperlo. Deve.

- Innanzitutto - inizio - perché ci volevamo troppo bene per stare ancora insieme-
- Cioè?-
- Beh... Ci sono quei momenti nella vita in cui capisci che una cosa, anche se ti trovi bene ed è fantastica, è sbagliata o non va bene. E' andato tutto bene, finché non è arrivato Dan, credo. E' proprio perché amo Satoshi che non posso stare con lui quando amo così tanto un'altra persona. E così era anche per lui- aggiungo, guardandola.

Meiko arrossisce di botto.

- Vuoi dire che lui... -
- Ti ama ancora? Sì, certo - rispondo, seria.

Lei si mette una mano sulla bocca e abbassa il capo. Un ciuffo di capelli le ricade sugli occhi, e, togliendo la mano dalla bocca, lei lo sposta nuovamente dietro l'orecchio.

- Io non lo sapevo, pensavo...-
- Tu sei... La prima persona che riesce ad amare... Dopo tutte le delusioni che gli hanno procurato i suoi genitori, Satoshi era sconvolto... Ha passato dei periodi molto brutti, è arrivato ad auto-convincersi che sarebbe diventato come suo padre, e per questo ha iniziato ad uscire con molte ragazze, e da qui la sua fama di latin-lover e dongiovanni. Ma, quando ha incontrato te, che eri così diversa dalle altre, qualcosa in lui è cambiato. Non chiedermi cosa, perché non l obene neppure io... Però per lui sei stata come una luce di speranza.- termino, sorridendo. Meiko è rossa in viso, sembra scossa dalle cose che le ho detto. Forse non pensava che fosse così profondo il sentimento che lui provava. Ma so che Satoshi è fin troppo bravo a dissimulare i propri sentimenti. Allora, aggiungo sorridendo - E da quel momento, non ha più portato ragazze nella villa di Karuizawa-

Meiko sgrana gli occhi e mi osserva, sorpresa.

- Tu... Sei stata con lui lì?- mi chiede poi, diventando pian piano bordeaux.
- No, non mi ha mai portata, non c'è stata l'occasione-
- Ma voi... siete stati insieme?-

La guardo, sorpresa dalla domanda. Ho capito bene?

- Sì...- rispondo, voltando lo sguardo.
- E... Le voci che girano a scuola su di lui sono vere?-
- Che voci?-
- Beh...- dice, poggiando sulle mani e mettendosi così a sedere - Che lui sia... molto...bravo-
- Meiko!- esclamo, stupita e imbarazzata - Come puoi chiedermi queste cose??- afferro un cuscino e glielo lancio addosso, ridendo.
- Ehi!- Meiko lo afferra proprio mente io ne sto prendendo uno, ed afferratolo a due mani, mi "aggredisce".
- Vuoi la guerra?- le urlo, ridendo.
- Sì!- esclama, colpendomi con tutte le forze che ha, e così faccio io.

Alla fine, scoppiamo a ridere una a fianco all'altra, distese ad osservare il soffitto.
Respiriamo a pieni polmoni ridacchiando ancora un po'. Stringo il cuscino al petto.

- Sì, molto- rispondo infine.

Ci guardiamo e scoppiamo a ridere ancora una volta.
Dopo un po' finalmente ci siamo calmate.

- Lui ti ama molto, davvero. L'ho capito bene quando ha deciso di cantare "My only love" all'ultimo concerto, dopo averti vista così triste.-
- "My only love" è una canzone bellissima, ma cosa centra?-
- L'ha scritta lui. Le ha scritte tutte lui, anche le musiche... Ricordi? Ve lo stavo dicendo, al primo concerto, prima che mi trascinasse via-
- Tutte?-
- Tutte- rispondo.
- Sono molto belle - sussurra Meiko, come sperduta.
- Aspetta un attimo - Mi alzo ed esco dalla stanza. Quando rientro, Meiko è seduta con la schiena appoggiata alla testiera del letto - Ecco - le dico, porgendole un cd - Questa è la prima registrazione del nostro cd. Non è la versione definitiva, ma puoi tenerla. Ascoltale bene-
- Julie... grazie. Le ascolterò tutte bene...Io... Non so che dire.-
- Non dire nulla - dico, sedendomi sulla sponda del letto, accanto a lei - se non che ci penserai-
- Ci penserò. Tanto.- mormora, sempre rossa in volto - Grazie -
- E di che?- le rispondo, sorridendo.
- Beh, perché sei come il mio angelo custode-
- Bello... E' un ruolo davvero grazioso - mormoro, come tra me e me - Ma ora dormiamo, che è tardi e domani dobbiamo andare a scuola!-
- D'accordo! - Esclama Meiko - Però prima, dovrei chiederti un ultimo piacere ... -


Mi copro gli occhi sorridendo, mentre osservo l'ultima cabina della ruota panoramica. Mi giro verso Miki che sorride tutta soddisfatta, e non posso fare a meno di sorridere a mia volta. Quando è venuta da me qualche giorno fa tutta preoccupata per Ginta e Arimi, era un'altra. Ora invece è uno spettacolo! Sembra che tutto, alla fin fine, si stia mettendo per il meglio.

Meiko mi ha chiesto se poteva scrivere un romanzo con una trama simile ad uno che ho scritto io molto tempo fa...
L'ho scritto nel periodo che ho passato l'estate nella villa estiva di Dan. L'ho iniziato nel periodo in cui io e lui a mala pena ci parlavamo e ci odiavamo cordialmente, non so neppure perché. Probabilmente era geloso di sua madre... E' la storia di due persone che si amano, ma non riescono mai a trovarsi... E alla fine si ritrovano, in un giorno di pioggia, in una grotta da cui si vede benissimo l'arcobaleno...

Non ho detto nulla a Satoshi, se non che Meiko ha lasciato Namura. Mi è sembrato sorpreso, e, in un certo modo, FELICE. Gliel'ho fatto notare e, arrossendo, ha cercato di scusarsi.
Abbiamo parlato tutta la notte di Meiko e Dan.

E' questione di giorni. La partenza è vicina. Spero solo che a casa ci sia l'arcobaleno.


- Yuu tornerà?- chiedo, stupita, al telefono con Miki.
- Sì. Sono un po' preoccupata- risponde.
Sorrido, trattenendo le risate.
- Miki! Smettila di fare così! Ti farai vneire un'ulcera! Cerca piuttosto di vivere il momento! Capiterà quello che deve capitare!-
- E come faccio a dirgli che esco con Kei-kun?-
- Diglielo e basta! Vedrai che non ci sono problemi!-
- Uff, la fate facile tu e Meiko! State complottando contro di me, confessa!-
Ridacchio, incapace di trattenermi.
- Non essere sciocca! Perché dovremmo? Io ho dovuto dire a Dan che Satoshi era il mio ragazzo di fronte ad un centinaio di persone, Miki! Non sarà facile, ma non è neanche una cosa da "fine del mondo"!-
- Mi sa che hai ragione...-
- HO ragione, e tu lo sai!-
- Comunque, tu e Meiko, cosa state complottando che state sempre insieme?-
- Nulla, mi sta solo aiutando a fare i bagagli, giuro!-
- Davvero?-
- Davvero!-
- Nulla alle mie spalle?-
- Miki!-
- Ok, ok. Adesso vado a prepararmi spiritualmente-
- D'accordo... A domani allora!-
- Domani?-
- Non devo passare da K's?-
- Aaaaaah, è vero. hai ragione! A domani, allora. E se vedi Meiko, salutamela! Non l'ho trovata a casa, oggi!-
- D'accordo. Ciao!-

Riattacco il telefono e scoppio a ridere.

- Non dovresti ridere di lei-
- E' più forte di me, Meiko-
- Lo so - dice, cercando di trattenere le risate a sua volta - di nuovo in crisi?-
- Infatti-
- E tu mi lasci a fare di nuovo la "migliore amica di Miki" da sola? Come farò, povera me!- scoppiamo a ridere entrambe. Mi appoggio al davanzale del mio studio e prendo un grande respiro per cercare di fermare l'attacco di risa. Meiko si appoggia al davanzale, accanto a me.

Dopo qualche minuto, smettiamo, ed io mi allontano leggermente, girandomi ad osservare l'estate fuori dalla finestra.

- Meiko, dal tuo sguardo penso che tu non sia venuta soltanto per farmi un saluto- osservo.
- Già, l'ho finito- mormora, porgendomi una grossa busta gialla, che avevo già notato. - Vorrei che tu mi dicessi che cosa ne pensi, Julie-
- Sarà un piacere... Ed un onore-

Meiko arrosisce di botto.

- Ma daiiiii, non dire così...- mormora, sempre più rossa.
- Perché? Tu sei bravissima!-
- Julie!-

Sono felice di vederla così, solare, sorridente, serena. La magia non è ancora completata, ma è a buon punto. Ho solo paura di partire prima di vederne il finale. Ma, in fondo, come dice la canzone di Satoshi, il finale non c'è, e quindi non c'è nulla da perdere.

- Ho ascoltato il cd- dice poi - Tante volte - aggiunge arrossendo.
- E?-
- Beh, penso che lo capirai con il libro- risponde - Comunque, non ho mai ascoltato una cosa così, in vita mia. Ho pianto. Ho riso... Siete fantastici!-
- E' fantastico.-

Sorridiamo.


- Tra tre giorni per due giorni? Ma Julie parte tra cinque giorni!-
- Miki, non ti devi preoccupare! Anzi, meglio così... Non mi sono mai piaciuti gli addi lunghi. Andate pure a divertirvi!-
- Ma, Julie...-
- Niente "ma", Miki. Davvero, è meglio così! Ci saluteremo dopodomani.-
- Uff... Però io volevo venire all'aereoporto a salutarti!-
- Scherzi? Lacrime-fazzolettini-lacrime-fazzolettini? Nononono! Molto meglio così!!!!-
- Visto Miki, se Julie è d'accordo possiamo benissimo andare tutti!-
- Uhmm. Va bene. Però il giorno prima faremo un mega-addio!-
- Oh, no! Miki, ti prego! Il mega-addio no!-
- Ah no, Miki ha ragione Julie-chan si merita un mega-addio con tanto di lacrime!- esclama Meiko.
- Grazie Meiko, sei una *vera* amica-
- Prego, e di che?- dice, ridacchiando, battendomi una mano sulla spalla.

Fantastico! Proprio quello di cui avevo voglia!


- Non verrà nessuno? Cosa vuol dire?-
- Mi spiace Julie... Ma non hanno fatto bene i calcoli e sono tutti indietro nel preparare il materiale per la gita.- mormora Meiko in tono di scusa - io sono venuta perché non vado con loro...-
- Ehi, dove sono tutti?- esclama una voce dietro Meiko.
- Satoshi! Almeno tu sei venuto!-
- Miwa - lo saluta Meiko sorridendogli e arrossendo leggermente.
- Akizuki - ricambia lui sorridendo a sua volta e cercando di capire cosa non quadra - che fine hanno fatto?-
- A casa, a prepararsi per la *GITA*- rispondo, decisamente arrabbiata.

Più che arrabbiata sono delusa. Non che mi piacciano gli addii, ma almeno un saluto... Sarebbe stato bello, ecco.

- Andiamo a cena? Sperando che al ristorante non ci uccidano perché siamo in 3 anziché in undici!-
- Al ristorante? Addirittura? -
- Certo, è già tutto prenotato, è un giorno che Yuu mi stressa! E poi non viene, quello sciagurato... Ma se lo becco io...-
- E chi pagherebbe? Tu?- domando, sospettosa.
- No, cara, il nostro manager! Per la tua cena d'addio, questo ed altro!-
- Ma Satoshi, la cena d'addio con la band l'abbiamo fatta ieri sera!-
- E tu gliel'hai detto? Io no!-
- Scemo!- esclamo, girandomi su me stessa - Vado a cambiarmi - annuncio indispettita.

Sento Meiko e Satoshi scoppiare a ridere appena mi sono allontanata.

- Non sospetta niente-
- No nulla- risponde Meiko a bassa voce sempre ridendo.
- Meglio così!- afferma Satoshi sorridendo e guardando verso Meiko.
- Già- mormora lei gurdandolo a sua volta, proprio nello stesso istante. Per una frazione di secondo si guardano negli occhi, e sempre simultaneamente scostano gli sguardi, arrossendo. Meiko trova molto interessanti le sue scarpe, mentre Satoshi, passandosi una mano dietro il collo, osserva il cielo.

- Bella giornata, eh?-


- Tutto sommato, forse è meglio così. Nessun addio, nessun piagnisteo... E' più sano e fa meglio alla salute, no?-

Meiko e Satoshi annuiscono all'unisono, in modo DECISAMENTE sospettoso. Tiro fuori le chiavi di casa sorridendo tra me e me. Forse sarei partita con l'arcobaleno in cielo.

- SOOOOOOOORRRRRRPPPPPPPRRRRRREEEEEEEEEEEEESSSSSSAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!-
- Ma cosa....- Ci sono tutti, dal primo all'ultimo. Anche la professoressa Ryoko! Sull'entrata di casa mia, dallo scalone alla parete c'è un grande striscione con so scritto "Ci Mancherai Julie-chan". Sono commossa... Sono così commossa che potrei piangere!
- Julie!- esclama Miki, gettandosi al mio collo - mi mancherai COSI' tanto!-
- Anche a noi, mancherai, Julie-chan- esclamano gli altri in coro.

Sto per partire. Sto davvero per partire
.


E' tempo di saluti. E' tardi e tutti stanno per andarsene. Uno ad uno, mi saluteranno. Mi piange il cuore. Ma devo cercare di non fare piangere anche gli occhi! Cavoli, mi mancano già tutti così tanto!

I primi a salutarmi sono Ginta e Arimi, mano nella mano.

- Buon viaggio, Julie. Ci mancherai un sacco-
- Soprattutto perché così non ci sarà più nessuno a far fare figuracce a Miki sui campi di tennis!. aggiunge Ginta.
- Ehi, TU!!!!!!!- urla Miki da dietro.
Sorrido.
- Grazie ragazzi- mormoro, abbracciandoli entrambi. Ginta diventa rosso come un peperone, ed inizia a gonogolare, ma Arimi lo uccide con lo sguardo e lo tira verso la porta.
Poi Rokutanda e Yayoi.
Suzu con una sua foto con dedica (^^;), Anju sorridendo dolcemente. Michael, e poi Kei, con il quale mi raccomando di passare a trovarci, casomai venisse in Europa per qualche conocorso. Poi la professoressa Ryoko, con la quale mi sono già scambiata l'inidirizzo, e sarà l'unica insegnante della mia vita che ricorderò con affetto, credo.
Poi c'è Yuu, con il quale mi scambio un abbraccio, e non perdo certo l'occasione per sussarrargli nell'orecchio un rassicurante - Fatti valere - e, anche se mi guarda perlesso, gli sorrido rassicurante, e lui mi mormora un grazie veloce.

Infine, Miki. Meiko e Satoshi mi saluteranno poi dopodomani, alla partenza.
Miki mi si avvicina con gli occhi pieni di lacrime, pronta a mettersi a piangere a fontana.

- BUUUUUUAAAAAAAAAAAAAAAWWWWWWWWWWWWWWWW! Julieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee mi mancheraaaaaaaiii!!!!- dice, innondando la mia maglia di lacrime.
- Dai, Miki, non fare così!! Non vado mica al patibolo! Ci sentiremo per telefono, per posta e anche su internet! E magari un giorno verrò a trovarti, o tu verrai a trovare me!-
- Sniffsniffsniff D'accordo...- mormora, cercando di calmarsi.
- Ti voglio bene, Miki- esclamo, abbracciandola di scatto.
- ANchhh'ioooo Juulieeeeeeee... buaaaaaaawwwwwwwwwwwwwwwwww-

Oh, no, ha ricominciato! (^^;)


- E' tutto pronto?-
- Tutto-
- TUTTOTUTTOTUTTOTUTTOTUTTO? Non hai dimenticato nulla?-
- Satoshi!-
- Peccato!-
- Satoshi!-
- Allora parti?-
- Manca ancora Meiko-
- Giusto. E' in ritardo?-
- No, le ho detto io di venire un po' più tardi. Doveva sistemare delle cose da portare al suo editore, dopo.-
- Ho capito... Julie, senti io... Volevo dirti che... Se incontrerai Dan, devi dirgli da parte mia che... E' un uomo fortunato-
- Satoshi!-
- No. Ti prego, non dire nulla-
- D'accordo. Io non ho bisogno di dirlo, a lei. Lo sa già-
- Gliel'hai detto?-
- Forse - mormoro, sorridendogli. Mi volto ad osservare la casa piena di scatoloni. Passeranno presto a prendere tutto.
- Julie!- esclama prendendomi per un braccio e facendomi voltare a guardarlo
- Mi manchi già- mormoro, appoggiando il viso sul suo petto, ed iniziando a piangere.
- Anche tu - mormora abbracciandomi - Anche tu -

Rimaniamo così finché non sento un rumore e mi scosto da lui, asciugandomi gli occhi.
Meiko sta arrivando.

- Satoshi, fammi solo un favore-
- Dimmi- risponde serio.
- Lasciati guidare dall'amore, soltanto da quello. TU sei TU, e nessun altro.-
- Julie... Grazie. Di tutto- mormora, avvicinandosi. Mi abbraccia ancora una volta, l'ultima. E mi bacia sui capelli.
- Sei il mio Angelo Custode- aggiunge.
- Anche il tuo? Allora sono un angelo molto impegnato!- esclamo, staccandomi da lui, e iniziando ad avviarmi verso l'uscita della mia stanza per recuperare le valige e scendere.
- Faccio io - dice, bloccandomi e afferrando le mie due valige.

Osservo la stanza ormai praticamente vuota, soltanto il letto, mas enza materasso né reti, l'armadio, aperto e vuoto, la cassettiera. Un senso di tristezza mi invade del tutto. Una malinconia indicibile, provata poche volte prima.

- E' finita - mormoro. Lottando con le lacrime, prendo il mio bagaglio a mano e scendo le scale.


- Allora... Chiama quando arrivi a casa, ok?-
- Sissignore!-
- E non andare a dormire, chiama prima, va bene?-
- Sì certo-
- Che se non mi fai preoccupare perché io farò tutti i miei calcoli e...-
- Satoshi! B-A-S-T-A!-
- Ok, ok... Lo sai che l'aereo mi mette soggezione!-
- Sì, da quando la prima amante di tuo padre te ne regalò uno giocattolo- sbotto, sospirando, mentre Meiko sta facendo di tutto per trattenersi dallo scoppiare a ridermi in faccia.
- E tu come fai a saperlo?- esclama Satoshi fingendo sorpresa. (^^;)

Meiko non si trattiene più, e inizia a sbellicarsi dalle risate.

- Buffissimo, sembri una madre ansiosa Miwa!!!!- dice, fra una risata e l'altra.-
- Sì, sì, è vero!- scoppio a ridere anch'io e Satoshi ci guarda entrambe scocciato
- Insensibili - mormora, ma è ancora più divertete!

Riprendo fiato e sorrido.

- Addio, ragazzi- mormoro, avvicinandomi per abbracciarli.
- No, - mormora Meiko - Arrivederci -
- Grazie - rispondo io, sorridendole, le lacrime negli occhi.
- No, grazie a te, Angelo - mormora lei, cercando di non piangere. E' splendente nel suo vestito a fiori rossi lungo con una maglietta accollata bianca dalle mezze maniche. I capelli semi-legati. Penso che ricorderò così Meiko. Splendente, in una giornata di sole, con le lacrime agli occhi.

Ora è il turno di Satoshi. Ci guardiamo in silenzio per qualche istante.

- Alla prossima, Giulia- mormora, sorridendomi triste.
- Alla prossima - rispondo io, aprendo lo sportello della macchina.
- Risalutatemi tutti- aggiungo poi- Specialmente Miki & Yuu- Stamattina mi ha telefonato Miki dal cellulare di Kijima, così ho saputo la bella notizia... Sono di nuovo insieme... Alla fine, l'amore trionfa, pare.
- D'accordo- mormora Meiko, trattenendosi a stento dallo scoppiare, questa volta, in lacrime.
- Bene. Ciao, allora- dico, salendo in macchina e chiudendo dietro di me lo sportello. Nicola saluta e sale a sua volta. CI allontaniamo di pochi metri, ma poi lo faccio fermare. Ho dimenticato qualcosa! Scendo dalla macchina e, in fretta e furia, estraggo dal bagaglio a mano nel baule la busta giallo. Meiko e Satoshi intanto mi sono corsi incontro.

- Che succede?- chiede lui.
- Avevo dimenticato di ridarti questa, Meiko- mormoro.
- Potevi tenerla - dice lei, accarezzandola con le mani.
- No, non se ne parla! Io voglio la prima copia autografata!- esclamo.
- Allora... Va bene?-
- E' meraviglioso- rispondo. Ci scambiamo uno sguardo intensissimo e poi risalgo in macchina. Partiamo. Ci allontaniamo. Posso finalmente poggiarmi a piangere silenziosamente contro il finestrino

E' finita.


La macchina si allontana sempre di più ed infine gira l'angolo, sparendo dalla vista dei due ragazzi che l'osservavano. Satoshi si appoggia ad un muretto, il capo rivolto verso il terreno. Qualche lacrima che cade sulla maglia blu come i suoi occhi. Meiko si stringe intorno alla busta gialla.

I minuti passano, così, nel silenzio. Ad un tratto, Meiko si gira verso di lui e, allungando la mano, raggiunge la maglia blu e gliela tira leggermente. Satoshi alza lo sguardo stupito.

- Mi stringeresti per un po'?-

Si guardano per un istante, poi lui la afferra dolcemnte per un braccio e la stringe a sé.
Solo quando ha il capo affondato nel petto del ragazzo, Meiko scoppia finalmente in lacrime. Satoshi appoggia il mento tra i suoi capelli, piangendo a sua volta. E stringendola come non volesse lasciarla andare mai più.

- Grazie - mormora lei, poi, scostandosi e asciugandosi gli occhi lentamente - Grazie mille, Satoshi-

Lui sorride. Lei è così bella... E l'ha chiamato per nome... Ed è libera, ora. Gliel'ha detto Julie, prima di partire. Ma non può, comunque non può. Gliel'ha promesso. Ha promesso che non l'avrebbe più corteggiata... Per quanto straziante sarebbe stato.

- Figurati - mormora in risposta - Piuttosto, devo portarti da qualche parte? Ho la macchina dietro-
- Uhmmmmm- Meiko è pensierosa - C'è da fidarsi se guidi tu?-
- Sì, certo. Sono un OTTIMO guidatore!- esclama lui, dirigendosi verso l'auto e aprendo lo sportello per Meiko.
- Visto che sei così gentile, farò finta di fidarmi - dice lei sedendosi in auto sorridendogli. Satoshi chiude lo sportello e si dirige verso il proprio. Fermandosi a guardare la grande villa ora vuota. La malinconia lo stringe, ma, si ricorda. Ha fatto una promessa.


- Eccoci arrivati- esclama, posteggiando - Allora, sono un guidatore così terribile?-
- No, affatto- risponde Meiko sorridendogli - Ora so che posso scroccarti dei passaggi senza rischiare la vita!-
- Vuoi che ti aspetti?- chiede sorridendo. Gli piace battibeccare con lei, gli è sempre piaciuto.
- Oh, no, grazie. Ci metterò un sacco di tempo! Il mio editore è un tipo MOLTO pignolo!-
- Beh, non è che io abbia molto da fare, oggi- risponde lui.
- Finiresti col deprimerti. Perché piuttosto non ci vediamo verso le 18 per andare a prendere gli altri?-
- D'accordo, va bene!-
- Bene! Ora devo scappare!- esclama Meiko aprendo lo sportello dell'auto. E poi, sporgendosi verso di lui aggiunge - A più tardi Saotshi!- e gli da un veloce bacio sulla guancia, uscendo poi in tutta fretta dall'auto. Satoshi rimane sconvolto per diversi minuti, poi si riprende e, sorridendo beato, si appoggia allo schienale del sedile.

- Fosse sempre così..- mormora tra sé e sé.

Poi, d'un tratto, si accorge che Meiko non gli ha detto DOVE trovarsi alle 18. Sospira. Non può certo entrare a disturbarla, la aspetterà. Butta l'occhio sul sedile su cui era seduta la ragazza, e vede immediatamente la bustona gialla che le aveva lasciato Julie.

- Che sbadata...- mormora sorridendo. Poi, girando la busta vede la scritta che Meiko ha fatto poco prima, dopo avergli chiesto una biro con cui scrivere. Aveva pensato fosse una cosa da consegnare all'editore. E invece, nella chiara scrittura di Meiko, c'era scritto "Per Satoshi ". Satoshi sorrise e avviò la macchina. Un automobile non era il posto migliore per leggere un romanzo.


Meiko uscì di corsa dal palazzo in cui si trovava lo studio dell'editore. Non era in ritardo, ma doveva fare una bella strada per arrivare dove voleva. Sorride. Non vede l'ora di arrivare lì. E tutto grazie a Julie.

Si incammina velocemente cercando di mantenere un passo costante, ma le è difficile visto che non è abituata. Però ne vale la pena, pensa, col fiatone. Immersa nei suoi pensieri, non ha sentito che la chiamavano finché qualcuno non la afferra per un braccio e la ferma.

- Meiko!-
- Nacchan?!?!!-
- Proprio te cercavo... La tua governante mi ha detto che avevi questo appuntamento, nel pomeriggio-
- Nacchan, io.. Devo andare...- mormora lei, confusa.
- Ti prego, aspetta. Io volevo dirti che ti amo, Meiko. E che hai ragione tu hai bisogno di vivere come una ragazza della tua età. DEVI viverla. Ed io sono qua per viverla con te.-


Sono già le 18 e 10. Ma il palazzo dove l'ha lasciata è lontano, si dice. Forse avrebbe dovuto aspettarla là... Ma non era quello che lei voleva... Satoshi si appoggia al tronco umido del cipresso, e respira quell'aria particolare a pieni polmoni. E' la stessa che c'era quel giorno di poche settimane prima. Socchiude gli occhi, e aspetta. Potrebbe aspettare tutta la vita, si dice. Ha già aspettato così tanto!
Ma intanto sono le 18.20. E poi le 18.30. Ed ancora, le 19. Satoshi vorrebbe telefonare, ma non vuole allotanarsi... E se lei arrivasse nel frattempo? Si accascia contro il tronco, e si siede tra due radici abbastanza comode, appoggiando il capo contro il tronco. Socchiude di nuovo gli occhi. Sono le 19.30. Satoshi si appisola lentamente. La notte prima l'ha passata a parlare con Julie, di Meiko. E' stanco. Sono le 20. E poi le 20.30.

- Non verrà- mormora - Julie, Meiko non verrà, ti sbagliavi- Cinge le gambe con le braccia, e appoggia il capo tra quest'ultime, cercando di non piangere.

Anche se il romanzo finisce con un amore ritrovato sotto un cipresso, quello probabilmente è il cipresso sbagliato. O è lui la persona, sbagliata. Pensa, addormentandosi.

21:30

- Satoshi - mormora qualcuno con la voce affannata scuotendolo dal sonno - Satoshi, perdonami-
- Meiko?-
- Sì, sono io.. Perdonami. Ho perso l'autobus. Ho dovuto fare tutta la strada a piedi, e....- Ma lei non ha il tempo di finire, perchè lui si alza in piedi e la stringe forte a sé.
- Ho avuto paura, ho avuta tanta paura...-
- Perdonami, perdonami...- per colpa di Nacchan ha perso l'autobus che le avrebbe fatto fare solo metà della strada a piedi. Per dovergli ripetere che non voleva più saperne di lui. "Non starai andando da lui?""". Da lui. Solo da lui.
- Ora sei qua...- mormora lui, scostandosi e guardandola negli occhi. Le passa una mano sotto gli occhi e sulla guancia, asciugandole le lacrime.
- Temevo non avresti aspettato-
- Ti aspetterei anche tutta la vita, se ce ne fosse bisogno. Io ti amo, Meiko.-

Meiko copre la mano di lui sulla guancia con la propria.

- Mi sei mancato, Satoshi- mormora - E anch'io, ti amo. Sono proprio cotta di te-

Sorride, e si guardano per un po'. Poi lui si avvicina, e la bacia, stringendola nuovamente a sé.

L'arcobaleno.




Sospiro, soddisfatta, guardandoli da lontano. Ho dovuto aspettare 6 ore, ma ne è valsa la pena. Li guardo ancora una volta prima di allontanarmi tra la boscaglia. Su una panchina del parco ci sarà mio fratello ad aspettarmi. Mi chiederà perché ho detto ai miei amici che partivo dieci ore prima della reale partenza. Penso che gli risponderò che è dovere di ogni Angelo, portare a termine la propria missione.



FINE


Riguardo soddisfatta le ultime righe e la parola fine scritta elegantemente. Un po' mi dispiace averne terminato un altro. Eppure tutti i romanzi hanno una fine, ed i miei non fanno eccezione. Ci sarebbero state tante altre cose da raccontare... A distanza di dieci anni, non le ricordo tutte... Magari quando Kei ha tentato di insegnarmi a suonare il pianoforte, o della gita al mare durante le vacanze primaverili assieme a Miki e Meiko, o di quelle sulla neve, quando Roku non faceva altro che lamentarsi di essere solo... Oppure i miei giri di shopping assieme a Suzu. I pomeriggi a sentire suonare Anju e Nicola in duetto, il che voleva dire sentir suonare Anju e stonare Nicola... O anche tutti i momenti condivisi con Satoshi... Le nottate in bianco, prima della mia partenza, passate in alternanza a parlare con Satoshi di Meiko, e con Meiko di Satoshi.
Ma non ho raccontato nulla di tutto ciò. C'è ancora tempo.

Bussano alla porta.

- Prego - dico, sistemando i fogli nell'ordine esatto e non in quello di scrittura.
- Buongiorno! Ti sei svegliata presto, stamattina-
- Dovevo finire di scrivere una cosa- rispondo dolcemente, mettendo la "copertina" sopra gli altri fogli. "Like a White Angel", c'è scritto.
- Il "regalo di nozze" per quei tue due amici giapponesi che si sposano tra due settimane?-
- Sì...-
- Hai finito?- Mormora, avvicinandosi a me e abbracciandomi da dietro.
- Sì, finito-
- E ci sono anch'io?-
- Ne dubiti, forse? Sei praticamente in tutti i miei romanzi!- rispondo scherzosa, mentre lui, dopo avermi schioccato un bacio sulla guancia si rialza.
- Li ho incontrati a quella tua premiazione, vero?-
- Esattamente- rispondo, alzandomi e posando il manoscritto in una vetrinetta.
- E, fammi indovinare, mi hai fatto chiamare anche questa volta Dan?-
- Ebbene sì... Ti spiace?-
- Affatto. E' un bellissimo nome, Daniel. E Dan è un bel diminutivo. Sarebbe bello poter chiamare un nostro figlio così- aggiunge, con una punta di amarezza.
- Io preferisco il tuo, di nome. E' molto più dolce- gli mormoro all'orecchio dopo averlo abbracciato, passando le mani tra i suoi capelli bioni e osservando i suoi occhi azzurri.

Ci baciamo, finché non bussano alla porta. Sospiro.

- Devi proprio andare?-
- Ho alternative?-
- No- rispondo.
- Vorrei venire con te, in Giappone-
- Lo so, anch'io non vorrei andarci senza di te. Ma devo e voglio andare-
- Ed io devo restare. Però tornerai prima per iniziare a spacchettare i regali di nozze, no?-
- Sei mesi prima?-
- E' il minimo! Inizieranno ad arrivare a valanghe, credimi-
- Non vedo l'ora- mormoro, roteando gli occhi. Bussano nuovamente alla porta. E' già tanto che non entrino. Sorrido, divincolandomi tristemente dall'abbraccio.
- A stasera- dice, avviandosi verso la porta.
- A stasera- rispondo

Sta per andarsene. Non lo vedrò per almeno dodici ore.

-
Wills- lo blocco - Ti ho già detto che ti amo, oggi?-
- No, però è sempre bello sentirselo dire. Anch'io ti amo, Juls- risponde, chiudendo la porta verso di sé.

Sorrido, sedendomi sulla poltroncina e appoggiando la testa allo schienale, socchiudo gli occhi. Sta per iniziare un'altra, faticosissima giornata. Un'altra faticosissima, entusiasmante giornata di vita vera.

Presto sarò di nuovo in Giappone, Rivedrò tutti, dal primo all'ultimo. Ma soprattutto, vedrò Meiko e Satoshi. Sembra proprio che io non sia niente male, come Angelo Custode.


FINE?