Drunk


Yamcha accartocciò la lattina di alluminio in una mano. "Roba buona," esclamò, prendendone un’altra. "Yamcha," disse Pual, "davvero, non dovresti bere da Bulma. Non le piaci, ubriaco." "Oh, taci, Pual, perché a Bulma dovrebbe importare se bevo oppure no?" "E’ la sua birra, Yamcha." "Ha più soldi di quanti ne potrà mai spendere, non vedo perché dovrebbe prendersela per qualche lattina di birra. Dopotutto a lei piace il vino, non la birra." Yamcha aprì la propria lattina e bevve un gran sorso. Pual si accigliò, Yamcha non l’ascoltava mai. [B-chan parla di Pual al femminile: visto che in Italia nn è così, x comodità lo manterrò al maschile ND Fra ]. Se l’avesse fatto, Bulma non si sarebbe mai arrabbiata tanto con lui. "Dovresti provarne un po’, Pual, ti piacerebbe." Pual lanciò un’occhiata alla lattina di birra. Era grande quasi quanto lui. "No grazie, Yamcha, sai che non reggo l’alcool. E poi, non voglio che Bulma-san si arrabbi con me." "E come pensi che Bulma lo possa scoprire? E’ impegnata a lavorare a non so quale nuova macchina." "Cos’è che non dovrei scoprire?" venne una voce da dietro di loro. Puar e Yamcha si voltarono e si trovarono a faccia a faccia con Bulma e una delle sue assistenti. "Oh, ciao, Bulma, perché tu e la tua amica non bevete un bicchiere con noi?" Yamcha strizzò l’occhio alla ragazza dietro Bulma. Aveva notato che era piuttosto carina. Anche Bulma notò che stava guardando la ragazza e si accigliò. "E quando ti avrei detto che potevi prenderti la mia birra? Ho già abbastanza problemi a tenere il frigo pieno con Vegeta in giro." "Oh, dai, Bulma, forse dovresti bere qualcosa. Potrebbe rilassarti un po’." "Sei davvero patetico se pensi che mi lasci ubriacare. Se devi bere vai da qualche altra parte a farlo." "Ah, Bulma, mi giudichi troppo duramente," disse, alzandosi e mettendole un braccio intorno alle spalle. Lei lo spinse via come se fosse della polvere sulla sua maglia. "Fai in modo di essere sparito, quando tornerò," disse Bulma e marciò via. Yamcha sorrise alla ragazza. "E tu, ti va una bevuta?" La ragazza arrossì e fece un passo indietro. "No, grazie, devo aiutare Bulma-san," con ciò la ragazza si girò e se ne andò. Yamcha tornò a sedersi. "Be’, sembra che siamo solo io e te." Pual scosse la testa. "Yamcha, non reggo nemmeno una birra. Sei tu da solo." Yamcha si imbronciò. "Ma non voglio bere da solo." Proprio in quel momento si udì un sibilo e Pual si girò, e vide la gravity room scaricarsi e Vegeta uscire. Oh, no, pensò Puar. Si voltò a guardare Yamcha, che adesso aveva un’espressione pensosa. Si girò di nuovo a guardare Vegeta. Vegeta per una volta era vestito in modo veramente normale. In effetti stava piuttosto bene con un paio di pantaloni neri, una camicia bianca con le parole BAD MAN scritte sulla schiena, aperta, con sotto una maglietta bianca. Wow, pensò Pual, Bulma è riuscita davvero a mettergli dei vestiti decenti. Vegeta li individuò, e cominciò ad allontanarsi, con grande sollievo di Pual. Il momento di sollievo finì quando Yamcha chiamò "Hey Vegeta, vieni qui!" Il cuore di Puar praticamente si fermò quando Vegeta si fermò e si voltò verso di loro. "Ho qualcosa da darti!" spiegò Yamcha agitando la birra al di sopra della propria testa. "Yamcha, no!" squittì Puar. Yamcha lo ignorò. Vegeta sembrò considerare per un attimo la proposta, poi gli si avvicinò. "Che cosa voi?" chiese in tono scontroso. Yamcha fece un gran sorriso idiota e gli lanciò una lattina. Vegeta la afferrò facilmente, e la guardò "A che serve?" "Bevila," disse Yamcha. Vegeta glie la rilanciò indietro. "Non mi interessano i vostri beveraggi terrestri." Il sorriso di Yamcha scomparve e Vegeta cominciò ad allontanarsi. Pual sospirò di sollievo. "Ah, gente, Vegeta, non dirmi che non reggi?" Pual sentì che sarebbe svenuto. Vegeta si girò con un ringhio. "Che cosa vuoi dire?" Yamcha sorrise ancora. "Persino Bulma può reggere una lattina di birra." "Yamcha," squittì Pual, nel panico. Vegeta si avvicinò con decisinone, "Il mio stomaco saiya-jin può reggere dieci volte più del tuo, cosa diavolo intendi dire a proposito di quella merda?!" "Non si tratta di quanto puoi bere, ma di quanto puoi sopportare," Yamcha disse, l’aria ebete di nuovo sulla faccia. Spinse la lattina sul tavolo in direzione di Vegeta. Nella testa di Pual si accesero tutti gli allarmi. Un’equazione con un’immagine di Vegeta, una lattina di birra e la fine del mondo apparve nella sua mente. L’idea di un saiya-jin ubriaco gli mandò brividi lungo la schiena. I suoi pensieri si interruppero quando Vegeta parlò. "Bene." Prese la birra dal tavolo, la aprì di scatto, e la scolò tutta in un unico fluido movimento. La accartocciò e se la gettò oltre le spalle. Il sorrisetto di Yamcha crebbe mentre spingeva verso Vegeta altre tre birre. "Continua, devi bere ancora tre birre prima che siamo pari." Vegeta ringhiò e si sedette davanti a Yamcha, procedendo a pareggiare il punteggio. Sulla testa pelosa di Pual apparve una goccia mentre cercava di pensare a cosa fare. Avrebbe dovuto restare e cercare di fermarli prima che diventassero cattivi, o darsela a gambe? Diversi minuti passarono prima che decidesse di andare a trovare Bulma, lei li avrebbe fermati. Puar volò via in cerca di Bulma. Sfortunatamente tutte le volte che era stato alla Capsule Corps, era stato in compagnia di Yamcha. Non si accorse di non conoscere la strada finchè non si fu perso del tutto. * * * * * * * * * * * * Mezz’ora più tardi. Yamcha guardò Vegeta, leggermente sfocato, che distruggeva la sua ventitreesima birra. Doveva ammettere che per il saiyan erano acqua. Sembrava anche ok, anche se le sue guance erano rosse e aveva sul viso un’espressione rilassata. Yamcha, dal canto suo, stava cominciando ad essere piuttosto ubriaco. Non avevano sprecato tempo, e avevano superato il limite legale per guidare circa venticinque minuti prima. Yamcha staccò gli occhi dal saiya-jin insolitamente colorito per fissarli sulla lattina davanti a sé. Fece per prenderla e scrollò un momento la testa quando la mancò per alcuni centimetri. Finalmentè afferrò la lattina e la trangugiò. "24!" gridò, sbattendo giù la lattina. "E’ il tuo turno." Vegeta cercò il suo round successivo. "Non ce ne sono più." "C-credo che ssignifichi che ho vinto." "Cosa?!" gridò il principe. "Non ho nemmeno cominciato, dobbiamo concludere." "A-alora potremmo andare a un ba-bar e prendercene qualcun altrrra." "Bene, fai strada." Yamcha si alzò e prese la sua giacca. Uscì in giro per la città con Vegeta. C’era sempre un bar aperto, da qualche parte. * * * * * * * * * * * Bulma si pulì le mani con uno strofinaccio guardando nei circuiti du qualche strano genere di macchinario. "Forse dovremmo scambiare questi?" disse la sua assistente. "No, questo diminuirebbe l’energia del 25%. Dobbiamo ridisegnare questo pezzo così che funzioni in entrambi i modi." "Potrebbe volerci un po’." "Già, ma risparmieremmo soldi, alla fin fine. Disegna il nuovo pezzo e dammi il progetto per la prossima settimana. Per il resto, non c’è molto altro da fare. Perché non vai a casa a riposarti, darò io una ripulita qui." "Grazie, Bulma-san." Proprio allora Pual volò nel laboratorio e si agganciò alla spalla di Bulma, ansimando pesantemente. "Pual, qual è il problema?" "Y-Yamcha… bi-birra… V-V-V…" ‘’Oh, non capisco. Calmati e dimmi cosa vuoi." Disse Bulma, sbuffando. Pual tirò qualche altro respiro profondo. "Yamcha ha sfidato Vegeta!" "Cosa?! Quell’idiota, non sa che Vegeta è enormemente più forte di lui?" "No," ansimò Pual. "Non un duello." "Cosa allora?" "Yamcha ha sfidato Vegeta a bere!" Bulma lo guardò, completamente sconvolta. "Quell’imbecille! Cosa pensa di fare, e se Vegeta perde il controllo?! Potrebbe far esplodere la terra." La povera assistente di Bulma non aveva idea di cosa stesse succedendo. Qualcosa a proposito di un vegetale che si ubriacava e faceva esplodere il mondo. Doveva davvero essere stanca. "Perdonami, potresti pulire tu? Devo fare una cosa importante." Prima che la assistente potesse replicare, Bulma era sparita, trascinandosi dietro Pual per la lunga coda blu. * * * * * * * * * * * Era stato un bene che Yamcha non avesse deciso di guidare. Il suo senso dell’orientamento era del tutto incasinato. Aveva girato dalla parte sbagliata cercando di raggiungere il suo bar preferito, e adesso era in una parte della città che non conosceva. Si voltò per guardare Vegeta che lo seguiva ancora. Teneva le braccia incrociate mentre camminava, con la faccia ancora di un vago color rosso, ma aveva perso l’aria rilassata, tornando al suo solito cipiglio seccato. Spero che non stia già tornando sobrio, devo trovare un bar in fretta, o tornerà alla casella uno mentre io sarò già ubriaco, pensò Yamcha fra sé. "Bene," disse la voce di Vegeta. "Se non fossi certo del contrario direi che non hai idea di dove stai andando." "Certo che lo so Vegeta," si guardò rapidamente intorno e individuò un bar. Non era uno di quelli che frequentava normalmente, ma un bar è un bar. Purchè servissero alcool, andava bene. "Guarda, Vegeta, laggiù, è un bar," disse, indicando il locale. Vegeta ringhiò e si diresse verso la costruzione, Yamcha lo seguì, e insieme entrarono nel locale. Era un bar piuttosto normale, con i tavoli in ordine, un bancone, e dozzine di sgabelli. Era anche piuttosto affollato, c’era gente che rideva e si sbronzava. Non male, pensò Yamcha. Prese mentalmente nota per cercare di ricordare come ci era arrivato, non che ci riuscisse. Aveva già scordato come erano capitati lì. Yamcha si avvicinò al bancone e si sedette su uno degli sgabelli, e fece segno a Vegeta di sedersi su quello accanto. Vegeta fissò lo sgabello come se potesse morderlo, prima di sedersi. Il barista sorrise loro e si avvicinò. Yamcha notò che era piuttosto giovane, con i capelli biondi e amichevoli occhi verdi. "Be’, non ho mai visto una bella coppia come voi due qui prima d’ora, cosa prendete?" "Birra, e molta." Il barista annuì e riempì due grandi boccali. "Credo fosse il tuo turno," disse Yamcha, voltandosi verso Vegeta. Vegeta senza dire nulla prese il bicchiere e lo svuotò in un unico sorso. Il barista fischiò e riempì di nuovo il bicchiere di Vegeta appena lo riappoggiò. "Ragazzo, certo che sai bere, come ti chiami?" Yamcha rispose per Vegeta, sapendo che il principe dei saiyan non era molto socievole. "Vegeta, e io sono Yamcha. Dobbiamo scoprire chi può bere di più fra noi due." Con ciò scolò la sua birra allo stesso modo di Vegeta. "Dannazione," disse il barista. "Questa dovrebbe essere interessante." * * * * * * * * * * * Bulma sfrecciò per la taverna e frenò di colpo. Si guardò intorno, mancavano sia umani che saiyan. "Vegeta! Dove sei, cretino! Yamcha! Quando ti prendo ti uccido!" Un Pual sconvolto volò accanto a lei. "Bulma-san, li vedi?" "NO!" gridò al gatto azzurro. Scorse il tavolo coperto di lattine e si avvicinò di corsa. Ne prese una e la guardò. "Maledizione," disse, accartocciandola. Pual tornò al suo fianco e guardò a sua volta il tavolo, dovevano esserci almeno quattro dozzine di lattine. "Oh, cosa non farò a Yamcha se lo prendo," ruggì. "Non posso credere che abbia trascinato Vegeta in tutto questo, a che stava pensando. Vegeta è capace di darmi mooolto sui nervi, ma almeno ha un minimo di buon senso. Se Yamcha comincia a insegnargli a importunare le ragazze, lo scuoio vivo." Una goccia di sudore apparve sulla testa di Pual. "Dove pensi che siano andati?" Bulma ci pensò per un momento. "Dato che nessuno di loro è qui, significa che probabilmente non sono ancora svenuti per il troppo alcool. E, conoscendo Vegeta, la gara non finirà finchè uno dei due non lo sarà. Devono essere usciti per prendere altra birra." "Ma, in che bar saranno andati? Yamcha ne frequenta diversi e ne cerca sempre di nuovi," osservò Pual. "Non so," Bulma ringhiò, frustrata. "Dovremo andare fuori anche noi e controllare ogni bar della zona, finchè non li troviamo." "Potrebbe volerci tutta la notte." "OH! Ucciderò Yamcha! Vieni Pual, abbiamo una lunga notte davanti a noi." * * * * * * * * * * * Un piccolo gruppo si era formato intorno ai due mentre bevevano, e divenne sempre più grande man mano che il tempo passava. Né Yamcha né Vegeta prestavano molta attenzione alla folla, in effetti erano troppo sbronzi per curarsene. Vegeta da ubriaco era molto migliore di Yamcha. Il saiyan era appoggiato al bancone con un gomito in modo molto casual, con un autentico sorriso sulle labbra. Yamcha non lo aveva mai visto così, era davvero bello. Forse Vegeta dovrebbe cominciare a bere più spesso, la sua personalità ne risentiva parecchio. Anche Yamcha era appoggiato al bancone, anche se soprattutto per supporto. Ancora una volta era il turno di Yamcha, non riusciva nemmeno a ricordare quanti ne avesse già fatti. Con qualche difficoltà prese il bicchiere e lo svuotò. Cercò di rimettere il bicchiere sul ripiano del banco, ma scoprì che non poteva raggiungerlo, dal pavimento. Buffo, non ricordo di essere caduto dal mio sedile, pensò. Poteva sentire la folla, che ora era piuttosto grande, ridere rumorosamente. Guardò in su e vide che anche Vegeta ridacchiava contro il bicchiere che aveva alle labbra. "Hai vinto," disse Yamcha. "Ti arrendi di già," socchiuse le palpebre mentre pronunciava le parole a bassa voce. [ per la verità il verbo era to purr, cioè fare le fusa… gente ormai è andato… ^^’’’ ND Fra ] Yamcha potè solo annuire mentre altri due uomini lo aiutavano a tornare sul suo sgabello. Barcollò leggermente, e uno dei due si sedette sul sedile vicino al suo, avvolgendogli la vita con un braccio per tenerlo su. "Calma, calma, Jake. Questi due sono venuti come coppia. Non posso lasciarti stuzzicarli mentre sono così ubriachi," disse il barista, che aveva appena cominciato a pulire il casino. Yamcha cercò di pensare a cosa intendesse con questo il barista. "Coppia?" "Non siete amici speciali, voi due?". La folla ridacchiò. Yamcha guardò Vegeta, che stava ancora bevendo. "Noi? Nnon sciamo neanche amisci. Ss-sciamo venuti qui ssciolo per bere un po’." "Vuoi dire che non avete un appuntamento, o cose così?" "No." La folla impazzì a quel punto, e l’uomo strinse di più la vita di Yamcha. Qualcosa non andava in come stava sorridendo, pensò Yamcha. Notò anche che molti dei ragazzi si erano raccolti intorno a Vegeta e gli stavano facendo un sacco di domande. Vegeta rispondeva, e generalmente si comportava in modo piuttosto amichevole e affabile. "Quanti anni hai?" "28." (ma se nella saga di freaser ne aveva 31 mha?) "Dove abiti?" "Alla Capsule Corps." "Ti vedi con qualcuno?" "Vedo te." La folla scoppiò in un altro coro di risatine e il ragazzo arrossì leggermente. Adesso che Yamcha ci pensava c’era qualcosa che non andava in questo bar. Si guardò attorno, erano soprattutto uomini. Vide una donna snella e dai lunghi capelli e le sorrise. La donna ricambiò il sorriso e gli si avvicinò. "Ciao, come ti chia-chiami?" "Dan." Rispose [ ancora purred ND Fra ] con voce profonda. "I tuoi capelli sciono m-molto belli Pan." "Dan." "Cosha?" "Mi chiamo Dan, non Pan." Yamcha riflettè un attimo nella sua mente annebbiata. Normalmente non avrebbe mai detto qualcosa di così maleducato a una bella donna, ma la sua mente non funzionava bene. "Ma Dan non è un nome da uo-uomo?" La ragazza ridacchiò. "Lo sento dire spesso, molta gente mi scambia per una ragazza." "Sei un uomo?" Lui/Lei si allontanò di qualche centimetro dalla faccia di Yamcha. "Sì." "UN UOMO!" Tutti quanti si voltarono verso Yamcha in piena crisi di panico. "Qual è il problema, Yamcha?" chiese [ purred ND Fra ] Vegeta. "E’ un uomo!" disse, puntando un dito verso il tizio dai capelli lunghi. Per la sorpresa riusciva a parlare normalmente. "Sì, e allora?" "ALLORA! Vegeta, pensavo che fosse una donna." "Ha, non essere stupido, non ci sono donne in questo bar." "Cosa?!" Yamcha esaminò di nuovo l’ambiente, c’erano diverse persone che sembravano donne, ma tutte gli strizzavano l’occhio in modo strano. "Come accidenti fai a saperlo?" "Stupido umano, i tuoi sensi non sono acuti come i miei. E’ dal momento in cui siamo entrati in questo posto che so che tutti qui dentro erano uomini." Si appoggiò all’indietro sul bancone, quel sorriso affascinante e l’aria rilassata lo rendevano molto figo. "E’ facile dirlo dall’odore. I maschi hanno un odore molto diverso dalle femmine." "AH!" gridò Yamcha rendendosi conto che si erano infilati in un bar gay. Si voltò di nuovo verso il barista. "Ho bisogno di un altro drink." Il barista riempì un boccale pulito e glie lo passò. Lo bevve e ne chiese un altro. Vegeta guardò senza capire l’improvviso cambiamento di umore di Yamcha. Non comprendeva perché fosse così scosso dal fatto che non c’erano femmine nella sala. Probabilmente sperava in un po’ di azione, decise Vegeta. I suoi pensieri furono interrotti dal ragazzo sullo sgabello accanto a lui. "Posso offrirti da bere?" Vegeta guardò il suo bicchiere vuoto, poi di nuovo il tipo. Sorrise. "Certo." * * * * * * * * * * * Bulma stava per strillare dalla rabbia. Erano stati in tutti i bar che Puar sapeva che Yamcha frequentava abitualmente e là nessuno li aveva visti. Dopotutto non era facile che un tizio dai capelli a fiammata, ingrugnato come Vegeta e una faccia sfregiata da dongiovanni come Yamcha passassero inosservati. "Dove sono" ringhiò fra i denti. "Devono essere andati in un nuovo bar," disse piano Pual, temendo che Bulma riversasse su di lui la sua frustrazione. "Ovviamente, Pual!" scattò, e avviò l’auto. "Oh, ucciderò Yamcha!" Pual deglutì e sperò di trovarli presto, per la propria salvezza oltre a quella del mondo. * * * * * * * * * * * Yamcha in breve tempo aveva bevuto tanto da non capire assolutamente più niente, così tanto da dimenticare che l’uomo di fianco a lui non era una donna, e che i tizi intorno non erano semplicemente molto amichevoli. Qualcuno aveva acceso della musica rock, e molti si erano divisi in coppie e stavano ballando. C’erano ancora alcuni ragazzi riuniti intorno a Vegeta. Anche lui era completamente rincretinito, ogni tipo nel locale gli aveva offerto almeno un drink. Nonostante tutto quell’alcool nel sangue Vegeta non era ancora svenuto. In effetti in questo stato dava un senso di grazia innaturale, per lui. Stava ridacchiando stupidamente per qualcosa che aveva detto qualcuno, quando sentì la mano di qualcuno posarsi sul suo fondoschiena. Si voltò verso il proprietario della mano, che aveva un’espressione sognante negli occhi. "La tua mano è sul mio culo." "E’ così," disse [ purred ND Fra ] l’uomo avvicinandosi un po’ di più, e andando un po’ più giù. Vegeta pensò che il debole umano stesse cercando di cominciare un combattimento afferrandogli la coda. Stupido umano, non sembra capire che non ce l’aveva più. "Se stai cercando la mia coda non la troverai." "Oh," il tipo spostò la mano sulla gamba di Vegeta. "Ci sono più vicino?" L’uomo improvvisamente fu spedito a volare oltre le teste delle coppie danzanti. "Wow, sei piuttosto forte," disse un ragazzo dai capelli azzurri. Vegeta si voltò verso di lui. "Ti va di ballare?" chiese il ragazzo. I super sensi di Vegeta lo tradirono, e a lui la creatura davanti a sé sembro molto Bulma. Non glie lo aveva mai detto, ma la trovava molto attraente. Vegeta sorrise uno dei suoi sorrisi da sbronzo e si alzò. Tese la mano al ragazzo dai capelli azzurri. Lui la prese, e tirò Vegeta verso la pista da ballo. Una volta là Vegeta avvolse con le braccia il ragazzo dai capelli azzurri. "Prova a scappare se puoi," bisbigliò [ purred ND Fra ]. Il ragazzo presto scoprì che il suo partner era un eccellente ballerino, molto più bravo di lui stesso. Ancora una volta si formò un cerchio intorno a Vegeta e lui si trovò a ballare con molte persone diverse. Non gli importava più se erano del suo stesso sesso. Uno dei suoi partner esclamò, senza fiato: "Sei troppo grande per essere umano!" "Ha! Non sono umano, sono Saiya-jin!" ruggì. La folla subito cominciò a scandire la parola Saiya-jin. In qualche modo, si trovò a ballare con un biondo sul bancone. Stava cominciando a venirgli davvero caldo con tutta quella birra e quel ballare come un forsennato. Spinse il suo partner di nuovo in mezzo alla folla, che lo acchiappò e lo spostò trasportandolo al di sopra delle teste. Vegeta si tolse la sua camicia BAD MAN e la gettò via. Qualcuno nella mischia gridò ‘Take it off ’ [toglitelo: SPOGLIATI! ND Fra ]. In breve l’intera folla cominciò a scandire ‘Take it off’ e ‘Saiya-jin’. Vegeta sogghignò con uno dei suoi mezzi sorrisi e cominciò a togliersi i vestiti pezzo dopo pezzo. * * * * * * * * * * * Bulma stava strillando, erano stati in praticamente ogni bar della città e nessuno aveva visto né Vegeta né Yamcha. Svoltò violentemente un angolo con l’auto e Pual squittì, terrorizzato. "Bulma-san, per favore, calmati." "Calmati! CALMATI! Sono perfettamente CALMA!" "Forse sono tornati a casa o da Yamcha?" Bulma sbattè il piede sul freno facendo quasi volare fuori Pual. "Perché non l’hai detto prima, probabilmente sono sbronzi, a casa sua! Andiamo!" Bulma si guardò intorno. "Umm, Pual, dove siamo?" Pual si guardò intorno a sua volta. "Non so, Bulma-san, non sono mai stato qui prima d’ora." "Grande," ringhiò e riavviò l’auto. Avevano percorso solo alcuni isolati quando si fermò di nuovo. "Bulma, cosa c’è che non va? Perché ci siamo fermati?" "Lo senti?" "Senti cosa?" chiese Pual, ma poi anche lui sentì gridare a ritmo cadenzato ‘Saiya-jin’ e ‘take it off’. "Saiya-jin?" "Dev’essere Vegeta," disse Bulma, con un sorriso che le si allargava sulla faccia. "Da quella parte," disse indicando nella direzione da cui veniva il coro. Guidò a tavoletta fino davanti ad un bar. "Be’, sembra che finalmente li abbiamo trovati." "Bulma-san, questo è un bar gay." "Cosa?!" Guardò all’insegna, e poco ma sicuro, quello era un bar gay. "OH! Ucciderò Yamcha!" gridò saltando giù dalla macchina e puntando verso la porta. Pual la seguì. Una volta arrivata aprì la porta, e rimase inchiodata sulla soglia. "Bulma-san, cosa c’è che non va?" Chiese, sbirciando all’interno del bar. Rimase a bocca aperta davanti a quel che vide. Suonava una musica rock a tutto volume e un grande gruppo di uomini, raccolto intorno al bancone, gridava. Sul bancone, esibendo i propri muscoli e muovendosi con immenso stile, c’era un Vegeta completamente rosso in viso in nient’altro che un paio di pantaloni neri slacciati sul davanti, e appiccicati a lui per il sudore. Pual vide Yamcha nella folla a cantilenare con gli altri. Pual stava giusto per dire qualcosa a Bulma, quando Vegeta afferrò i suoi pantaloni per i fianchi e se li strappò via. Pual si coprì gli occhi e udì Bulma tirare un respiro profondo. La folla impazzì, e Pual azzardò un’occhiata, e lasciò un sospiro di sollievo. Per una volta nella sua vita Vegeta aveva deciso di indossare un paio di boxers. Di seta nera. Bulma si riscosse e cominciò a farsi largo fra la folla. "Vegeta!" gridò. Finalmente raggiunse il bancone e gridò più forte che poteva. "VEGETA!" Il Saiya-jin smise di ballare e guardò giù. Si stese sulla pancia sul bancone, davanti a lei, e le sorrise con il suo sorriso ubriaco. "Bulma-chan." Bulma era sotto choc, non solo Vegeta le si era rivolto in modo affettuoso, ma era incredibilmente sexy steso così sul bancone, con addosso soltanto un paio di boxers neri ed un sorriso. Poteva sentire l’odore dell’alcool nel suo respiro, si riprese. "Vegeta, sei molto, MOLTO ubriaco. Andiamo a casa." "Ok," le sorrise in un modo che le fece sentire le ginocchia di gelatina, e scivolò giù dal ripiano del bancone. La folla si imbestialì, quando le circondò le spalle con un braccio. "Hey, questo è un bar gay, che ci fai tu qui!?" "Togligli le mani di dosso!" "Vai a trovartene un altro, questo è nostro!" "Troia!" Bulma stava diventando rossa di rabbia e stava per strillargli qualcosa in risposta, quando sentì un colpetto sulla spalla. Si voltò e vide il barista. Le porse un biglietto. "Dagli questo quando si sentirà meglio e chiedigli se gli va di lavorare qui." Disse con un sorriso innocente sulla faccia. Bulma diventò rossa, ma non di rabbia. "Mi spiace tanto essere io a rovinarvi tutto ragazzi, ma Vegeta non è GAY!" La folla rimase zitta un momento, ma il silenzio finì quando qualcuno urlò. "Col cazzo che non lo è!" Bulma sospirò quando ricominciarono a urlarle contro e cominciò a spingere Vegeta verso la porta. Si fermò quando scorse una faccia sfregiata e familiare. "Scusa un momento, Vegeta," disse. Vegeta le sorrise e rimase in piedi, appoggiandosi al muro per stare dritto. Lei si avvicinò a Yamcha e rimase in piedi di fornte a lui. Lui le sorrise. "Bulma, che ne dici di un bicchiere? Offro io." Bulma gli diede la sua risposta: un ben mirato calcio in mezzo alle gambe. "Spero che ti violentino in massa, idiota!" e con ciò si voltò e raggiunse Vegeta, mentre la folla taceva. "Che donna!" disse Vegeta e le avvolse le spalle con un braccio. Lei lo guardò e sorrise. "Vegeta, sei davvero ubriaco. Domattina avrai un terribile mal di testa." Bulma lo guidò fino alla macchina, lo mise nel sedile posteriore e guidò verso casa.


FINE