Il dono di Alain
Parte II


…la vita è come una candela, e non c'è nulla di peggio che quando ci mettono sopra un bicchiere…Ma si può rinascere in tanti modi, come in tanto altri si può morire e questo avviene più volte nella vita di tutti noi. I sopravvissuti alle guerre, in particolare, soffrono di una devastazione interiore non indifferente.


Tutto era tornato come prima…La vita di Alain scorreva insieme alle stagioni, come l'aria che abbraccia e accarezza la terra…Cercava di ricordare il meno possibile, riempiendosi in ogni attimo della bellezza del mare. Quando è crudele, grigio, iroso e spumoso…quando è placido, tiepido come un letto, e le onde ti accarezzano le gambe come una mamma che ti rimbocca le lenzuola.
Non era più andato a Parigi. Tanto non era cambiato nulla, lo sapeva.
Morta Maria Antonietta, il popolo era rimasto come prima. Tutta l'ira primitiva che si era sfogata per le strade, il giorno dell'esecuzione, aveva lasciato il posto ad una sorta di sgomento, di vuoto…i problemi erano rimasti, e ora con chi prendersela?
- dei veri bambini…- aveva detto un giorno, masticando un filo d'erba.

Guardava l'orizzonte. Era una di quelle rare mattine gelide e placide, quando luce e aria si fondono per rendere preziosi e indimenticabili i colori intorno…I prati, il mare…le pianticelle che crescevano esitanti...le zolle di terra rivoltate per la semina…Anche le due croci di pietra sembravano essere vivaci e abbaglianti...la piccola croce fatta con due assi di legno, posta alla loro sinistra, dava un'idea sgradevole di sgomento…di chi si chiede perché ….

Quel giorno, poi, il cielo era di un turchese pieno brillante, come gli occhi di …

Stava quasi per pensarlo, perché il verde profondo dei prati e quel turchese si sfioravano a est e gli ricordavano lo sguardo dei suoi cari amici ma si era impegnato a non pronunciare più i loro nomi, perché pensando a tutto ciò che aveva visto gli veniva voglia di camminare verso l'orizzonte del mare, fine a fondersi con lui e abbandonare quella vita ingiusta e dolorosa, aspra come il sale e gli scogli. Se pensava, ricordava. Dunque non doveva pensare.

La domenica andava al paese, si sedeva all'osteria. Sentiva le chiacchiere della gente, bevendo del pessimo vino….Tutto gli scorreva intorno, gli sembrava vano…chi era il ragazzone che, anni prima, cantava in piedi sui tavoli? Non più lui…Aiutava i pescatori con le barche, perché era robusto e forte, fissava il fuoco accesso sulla spiaggia…i ciottoli ruvidi dei sentieri, e poi ancora le croci…

Quando i ricordi venivano a galla, soprattutto nelle giornate di neve, quando dal mare grigio salivano vapori bianchi che riempivano l'aria, cercava invano di scacciarli e si sentiva impazzire nel vuoto della sua casa…camminava avanti e indietro portandosi le mani nei capelli, stringendo le ciocche e digrignando i denti…
"Sangue…sangue…vite spezzate e sangue!! Mi viene da vomitare, pensando che il sangue nel corpo ce l'ho pure io!!"
Nessuno abitava lì vicino, poteva anche gridare…tanto il rumore del mare riempiva l'aria, rendendo insignificante quella protesta disperata. 1
Quando si calmava i suoi occhi erano spenti, assenti…come se ciò che era lì fosse solo il suo corpo, mentre il suo spirito era già altrove… Sempre silenzio, per Alain…il flauto di Scricciolo abbandonato sul camino, in una scatola due ciocche di capelli, della madre e dell'amata sorella. Poi un fiore secco, che aveva scostato da un corpo nella notte del 13 Luglio 1789, e il fazzoletto rosso che era solito portare al collo, e che si era macchiato di sangue la mattina del giorno successivo…erano i ricordi di vite luminose a cui non era stato permesso di brillare, come candele coperte da un bicchiere.
Per calmarsi strappava un filo d'erba e lo poggiava sulle labbra, ascoltando il suono che ne derivava…Non era una melodia, erano note rozze e sparse, ma era importante - per lui- ricordare chi gliel'aveva insegnato…Il suo unico, carissimo amico era molto bravo a improvvisare melodie con i fili d'erba e nelle notti insonni, passate fare la guardia in caserma, aveva insegnato anche a lui.

"Piantala, io non sono capace a fare 'ste cose da bravi ragazzi! Si addicono a te, mica a me!!"
"Secondo me, se provi, ti scopri bravo…Sotto i peli, sei un bravo ragazzo!!"
"Che coosa?!"
"ah,ah!"

Gli tornavano in mente bei ricordi, che per quanto dolci non avevano forza sufficiente per sconfiggere l'orrore di cui era stato testimone, il carico di dolore che portava nell'animo e che lo rodeva dentro, lo mangiava a morso a morso, lasciando un corpo vuoto di vita…
"Perché Dio mi ha lasciato in vita? Per farmi seppellire tutte le persone care?! Per farmi seppellire la speranza?! Crede, questo Dio, che io sia forte dentro come sembro all'esterno? Pensa che un corpo grosso non debba provare tristezza?! Meglio una coltellata alla schiena, alla quale saprei reagire, che questo dolore!!"



- Bernard, sei sicuro che non gli faremo del male, così?…-
- Tesoro, ti fai sempre troppi scrupoli. Per ogni uomo arriva il momento in cui deve fare i conti con la propria vita… -
Rosalie giocava nervosamente con un oggetto di stoffa che teneva in mano, fissandolo con uno sguardi timido e triste.
- E' vero, ma tu non li hai conosciuti come li ho conosciuti io… io capisco perché Alain sia quasi impazzito dal dolore…Lui sembra così forte, così spavaldo …ma in realtà è sensibile come…il suo migliore amico…E la lealtà, il coraggio che ha incontrato nel suo…comandante…non sembra, ma Alain è un uomo che si affeziona…Lui vede l'amicizia come una cosa sacra, più dell'amore. Fa suo ogni dolore, combatte…ma contro la morte non si può…-
Rosalie aveva fatto molta fatica a dire quelle poche parole, che Bernard non poteva capire appieno ma solo intuire. Anche per lei certi ricordi erano strazianti. Pur essendo abituata a piangere, non le scendevano più lacrime quando pensava a quelle due persone…si era sentita custode del loro messaggio di forza e d'amore, testimone vivente di una storia magnifica e tremendamente dolorosa …stranamente piangeva spesso per loro quando erano vivi, ma ora che erano morti non reputava giusto piangerli, le sembrava un errore …non poteva….Viveva lucidamente quello strazio interiore che era il ricordo, con una dignità antica che aveva colpito Bernard
"Mi ricordi Antigone…" le aveva detto, e passandole le dita tra i capelli aveva iniziato a raccontarle una storia che Rosalie non sapeva , ma che la commosse molto. Quella sera, Rosalie era tornata dal carcere, pallida e stanca, dopo aver assistito la donna che era stata regina di Francia. Tra le mani stringeva un oggetto di stoffa bianca, lo stesso con il quale stava giocherellando in carrozza.

- Siamo arrivati, Rosalie. Su, fa un bel respiro…lo senti, il mare?…-
- Si. Andiamo…-

Alain stava zappando la terra, e con gran gusto. Metteva nelle braccia tutta la forza che aveva , per sentirsi sfinito, per ricordare al suo corpo che era ancora , suo malgrado, vivo.
Era una mattinata di sole, il sudore gli colava sul viso. Sfuggì una goccia, quando sentendo il rumore di una carrozza, alzò bruscamente il volto..
Trattenne a fatica un moto di fastidio.
L'uomo che scese dalla carrozza, Alain non lo poteva sopportare. Fisicamente. Perché nonostante avesse un buon carattere, e fosse degno di stima, Bernard aveva un difetto che agli occhi di Alain appariva imperdonabile: guardandolo di sfuggita, somigliava molto al suo più caro amico.
- Ciao, Alain…- gli disse avvicinandosi.
- Uelià, Chatelet! Sei rimasto a vivere in quella manica di matti che è Parigi?- rise, stringendogli bonariamente il braccio. Rosalie, che era dietro di loro, inorridì: solo la bocca di Alain sorrideva. Il suo sguardo era profondamente triste e spento.
- E tu?! Ah, Rosalie…vieni, vieni qui che mica ti mangio…Non patisco la fame, qui…mangio poco, ma la fame no…-
Rosalie sorrise. E andò a salutarlo. Si era fatta una bella donna, dal viso dolce e serio.
Dopo i convenevoli di rito, si trovarono un istante in silenzio, a guardarsi. Poi il loro occhi finirono , inevitabilmente, sulle due croci bianche della collina.
- Mi ricordano tanto quelle di…- mormorò Bernard
- Zitto! Non lo dire!- Alain lo interruppe bruscamente, quasi gridando - Lo so…non serve ripeterlo.-
- Già…-
Rosalie sgranò gli occhi - Ma…Alain...scusa…sbaglio o c'è una piccola croce di legno, lassù?-
- No, non sbagli piccola Rosalie…- gli veniva spontaneo chiamarla "piccola", perché così l'aveva conosciuta dalle parole dei suoi amici. - Lì riposa Scricciolo…un regalo, o una beffa…fate un po' voi…mandatomi dal cielo…-
- Senti Alain…- Bernard arrivò al sodo- vuoi sapere cos'è successo di recente?
- No. Affatto. Voi siete una manica di pazzi. Che combattete a fare per la libertà se poi lasciate che muoiano persone su persone? A che serve la ghigliottina, i processi? Alla libertà o al suo contrario? - si irritò - A parole dite belle cose, tu e il tuo amico Robespierre ma…-
- …Robespierre è morto.- Bernard disse quella frase con un tono cupo e lapidario.
- Morto?!- Alain rimase esterrefatto.
- …ghigliottinato con Saint Just, e con tanti altri…A quanto pare i fatti vogliono darti ragione…Non ti nego che la morte di Robespierre è stata una scossa e una sofferenza. Anche se non eravamo più vicini come un tempo, tuttavia…Io non voglio che tutto vada perduto, Alain. E sono qui per chiedere il tuo aiuto. Basterebbe una parola, un racconto…anche un solo fiato può aiutarci a salvare la parte migliore delle Rivoluzione, la parte vera…-
- Ah, ah…- Alain scoppiò in una risata tanto rumorosa quanto amara e aggressiva- e tu pensi che io mi metta a raccontarti cosa ho visto di buono? Morte! Morte e morte! Io invidio chi è morto, perché io vivo con la condanna del ricordo! In un certo senso, anche io sono morto perché se vivo ricordo…allora faccio finta di non essere vivo, lo dimentico! Capito?!-
Bernard tacque e abbassò il capo. Quanto dolore, quanto disfacimento per costruire un mondo nuovo.. ….
- Alain…- Rosalie aprì bocca esitante. Come una bambina gli porse l'oggetto che aveva tra le mani
- Eh? Una rosa di stoffa?-
- Mh-mh -
- E che vuol dire?-
- Vedi Alain…non si può fingere di essere morti…fino all'ultimo serve dignità…Io, grazie a Bernard, ho potuto assistere…quella che fu la regina, nelle carceri…anche se aveva perso tutto e tutti, cercava di dare un senso ai suoi ultimi giorni…-
- E a me, che me ne frega? Lo sa quanta gente è morta, mentre lei metteva le corna la marito?!- la voce brusca di Alain non aveva un tono convincente. Cercava di essere cinico per nascondere la sua disperazione.
- Credo che tu mi possa aiutare. Lei stessa fece questa rosa di stoffa, ma non aveva i colori per tingerla. Così me l'ha affidata chiedendomi di metterla sulla tomba di…di…-
- Ho capito, va' avanti…-
- Ecco, io ho vissuto con madamigella per anni…ma non le ho mai chiesto di che colore preferisse le rose. Maria Antonietta ha messo gli ultimi giorni della sua vita in questa bella rosa, io ho promesso di dipingerla e di portarla sulla tomba di madamigella…ma come devo dipingerla? Io non lo so…Oh, aiutami Alain…-
Lui si sedette in riva la mare, silenzioso. Rosalie lo seguì e Bernard decise di non aprire più bocca.
Guardarono la spuma del mare, così effimera e lucente, così fragile e indimenticabile, così bella da volerla avere per sempre, ma che inesorabile scivola via lasciando la luce di un ricordo …così pura, bianca
- Non lo so…non lo so Rosalie…Ma…- si alzò e la guardò negli occhi - Credo siano le rose bianche. Andrè avrebbe certamente detto così.-
Andrè… Aveva detto Andrè…
Alain e Rosalie si guardarono un istante negli occhi, stupiti da quel nome, poi scoppiarono insieme a piangere, dopo anni, come non avevano potuto fare, in passato…Bernard si allontanò, per rispetto di quel momento
- E' vero…Andrè avrebbe detto che Oscar è come una rosa bianca…-
- Già…Andrè e Oscar…portagliela…portagliela…-

Si sedettero sull'erba, con le lacrime che brillavano per il bel sole…
- Tu non devi fare così Alain…li uccidi di nuovo...-
- Io? Io?!-
- Si Alain…non devi aver paura dei ricordi…Loro ci tengono in vita, danno un senso a ciò che siamo…Io credo che da qualche parte, loro ti stiano guardando …-
Alain volse la testa per nascondere un sorriso. - parli come Scricciolo.- disse
- Scricciolo? Chi è ?-
- La vedi quella crocetta sulla collina. Rosalie?-
- Si…-
- Allora…-

Alain iniziò a raccontarle di quella ragazzina sfortunata, di come si era sentito e come sentiva, di quella storia triste e disincantata come le musiche dei pescatori

-…Allora, dopo questo tu credi ancora che io debba essere felice di sopravvivere? Anche Scricciolo, che era l'ultima speranza ?-
- Oh, Alain…ma certo! Tu…tu hai un dono1 Un dono che non tutti hanno…Bernard, per quanto sia buono e innamorato, lui non l'ha…
- Un dono?-
- Si, Alain, il tuo dono è conoscere cos'è davvero l'amore! Accetta questo dono …Ama la vita, ama ciò che è stato…Io sono sicura che tu puoi farlo….Hai sopportato tanti lutti, Alain, forse troppi e li hai dovuti affrontare da solo…sei stato il più solo e sfortunato, in questo senso…Ma tu sai cos'è l'amore! Ama la vita, Alain. Dalle un senso... Io sono convinto che loro ti vedono, e amano la vita con te….-
- Questi discorsi da femminuccia…- borbottò, coprendosi con la falda del cappello con gli occhi lucidi.

Rosalie e Bernard ripartirono dopo breve tempo. A Bernard dispiacque aver visto Alain in quello stato "l'ennesima vittima della rivoluzione" ma aveva un impegno importante, doveva trovare altri testimoni di quei giorni.
Promise a Rosalie che sarebbe andati ad Arras la settimana seguente, perché quella rosa bianca avesse la giusta collocazione.

Alain rimase solo. Fissava il paesaggio senza pensare. Andò al paese e comprò una quattro rose bianche.
Tornato a casa, ne mise una sulla tomba della sorella, una su quella della madre e una davanti a quella di Scricciolo. Ne rimaneva una sola, bellissima, forte della sua purezza e fragile dl suo candore.
- e adesso? Che ti resta da fare?- si disse Alain
Guardò l'orizzonte del mare, si sentiva attratto da quel nulla pieno di pace …iniziò a camminare verso la spiaggia, poi entrò in acqua e continuò ad avanzare. Sorrideva stanco
- Questa rosa, ve la darò di persona…Oscar…Andrè…-
Pensò di aver finalmente deciso: era stato anni ad indugiare, pensando che lasciarsi andare nell'acqua sarebbe stato l'unico modo per fuggire dall'orrore che portava dentro.
Ora lo stava facendo. Aveva un fascino strano, perverso, il desiderio di morire. Quando l'acqua gli arrivò alla cintola si sentiva rilassato, privo di desideri, pronto per scomparire…un granchio gli pizzicò il piede e Alain lasciò cadere la rosa. Imprecò contro il granchio e recuperò la rosa. Bagnata dell'acqua del mare brillava di tante stelle. Tutto il mare intorno a lui era vivo di stelle, scaglie di luce che danzavano alla musica del vento…Il vento portò una nube bianca davanti al sole, e questa diventò rosa e poi dorata, lasciò filtrare i raggi del sole mostrandoli in tutta la loro maestà.
La rosa brillava, le onde del mare brillavano e accarezzavano la vita di Alain formando un merletto di spuma, l'azzurro del cielo brillava…gli occhi di Alain, dopo anni, brillarono di nuovo.
Si trovò incantato di felicità a guardare tutto ciò che lo circondava….
Sorrise alla rosa, ne strappò i petali e li gettò intorno a se, sulle onde. Li vide giocare con la spuma e adornare il brillio del mare, seguire le correnti prima di essere ricoperti dall'acqua.
- Oscar…Andrè…questa è per voi…Vi ringrazio…questa vostra rosa è stato l'ennesimo regalo che mi avete fatto…mascalzoni, non volete proprio che mi lasci andare, eh?! Mi reputate proprio un osso duro…Se lo dite voi…-
Rise, si voltò e tornò a riva sorridendo…
Quella rosa l'aveva riconciliato con la vita. La rosa di Oscar e di Andrè.


FINE


Raggio di luna


1 Chi ha letto il manga si ricorderà che Alain, addirittura, non si rende conto che la sorella si sta decomponendo.Quindi questo comportamento è attribuibile ad Alain, al alto oscuro del suo carattere. Anche se questa situazione può ricordare quella di Zaites Shion…