DOLLS
Centro
Commerciale Marilyn's, Washington DC.
Yumi Izawa uscì felice dal Barbie's Club, in borsa la
sua nuova Barbie, Liz Taylor vestita come in Cleopatra.
Erano le sei e un quarto ormai, doveva reintrare a casa,
vicino al Campidoglio, farsi una doccia e poi
sovrintendere alla cena di lavoro di suo padre. Dopo la
morte della madre era lei a doversi occupare di quello.
Si incamminò giù dalle scale mobili, verso il
parcheggio. Dietro di lei tante persone camminavano.. poi
sempre meno.. poi una sola.. Yumi si diresse verso la sua
Daewoo parcheggiata. Di colpo due mani la afferrarrono,
una stringendole un bavaglio contro la bocca.. Un
bavaglio intriso di qualcosa... Yumi tentò di camminare,
ma poi cadde... Lui le fu addosso.. Eccone un'altra,
un'altra a cui bisognava insegnare a vivere....
Frances
Scully girò nella strada che le era stata indicata.
Eccola qui la casa. Eccoli lì sua cugina e il marito. La
cugina Dana. I suoi genitori avevano accettato di
malumore la sua scelta di laurearsi in lingue orientali a
Berkley ed ora un suo lavoro in una casa editrice che
traduceva fumetti giapponesi a Washington appariva a loro
quanto mai contro corrente. Avrebbe avuto uno stipendio?
Sì, ma meglio che abitasse da Dana, una persona seria,
un agente federale...
Frances ricordava una donna con cui non aveva mai avuto
molto a che fare.. C'erano parecchi anni di differenza,
quasi dieci. E poi non era fantasiosa e fuori di testa
come la cugina Missy.. Povera Missy, era morta. Ma la
Dana che le venne incontro era simpatica, benevola.. per
non parlare del marito.. Come è già che si chiamava?
Fox Mulder.. Il collega di Dana.
"Benvenuta!", disse Dana abbracciandola.
"Benvenuta anche da parte mia". Fox era alto,
di bell'aspetto ma non leccato, simpatico...
"Scusatemi se vi disturbo.. non vorrei mai stare con
voi, ma sapete come sono fatti i miei.. appena ingrano
con il lavoro mi troverò un appartamento per conto mio!"
"Nessun problema", disse Scully, "un'ora
fa è arrivato il corriere con la tua roba, lo spazio per
te c'è, avrai una camera e il bagno. E non credo proprio
che ci disturberai. Tu sei grande e hai la tua vita, io e
Mulder abbiamo la nostra. Spesso anzi saremo via per
lavoro. O ci fermiamo a dormire giù in città
nell'appartamento da scapolo di Mulder o siamo in giro..
Per cui..."
Bene, il soggiorno si presentava piacevole. Dana era più
carina di come la ricordava. Curioso che lei e Fox si
chiamassero per cognome.
"Se ti serve una mano per disfare i bagagli chiama!",
disse Scully.
Frances annuì ed iniziò a mettere tutto a posto. Aveva
un suo ordine mentale, in tanto caos. I suoi abiti, tutti
in un cassettone. Le librerie, stipate di libri, fumetti,
art book e videocassette. La sua collezione di gadget
ispirati ai manga e agli anime. Il suo computer. Il
televisore con videoregistratore. I poster di Sailor
Moon, di Rayearth, di Ranma, di Lamù, di Lady Oscar. La
sua passione diventata lavoro.
Ad un tratto Scully entrò nella sua stanza, con in mano
un po' di frutta.
"Ti farà piacere.. accidenti, posso chiamare
Mulder, credo che adorerà questa camera!"
"Sono felice che qualcuno mi apprezzi..."
"Dai, Frances, perché dici così? Sei una ragazza
in gamba, piena di interessi e passioni, stai per fare il
lavoro dei tuoi sogni..."
"Vedi..." Frances sentiva che poteva parlarne
con Dana. "Mamma e papà preferirebbero una figlia
diversa, meno matta.. Sono mesi che rompono, soprattutto
da quando quella smorfiosa di Catherine, sai quella che
doveva essere la mia amica del cuore, si è sposata!"
"Frances.. Io ho sempre ragionato come te. Facevo
cose diverse, è vero, ma ho studiato per anni, prima
fisica, poi medicina, poi a Quantico.. E' giusto che tu
alla tua età ti realizzi.. Poi, se quando sarai più
grande troverai una persona come Mulder per me, allora..."
"Il solito discorso!"
"Vedi.. io ero piuttosto scettica.. Mulder è stato
prima di tutto un collega di lavoro.. a cui mi sono
affezionata. Poi è diventato il mio migliore amico. Ho
scoperto che non eravamo diversi, che avevamo molto da
dirci e tanto da darci. Poi mi sono innamorata di lui. E
alla fine.. beh poi siamo arrivati a sposarci. Fai bene a
non avere fretta. La fretta è cattiva consigliera. Io ho
aspettato ed ora sono felice. Io e Mulder siamo in
simbiosi in tutto.. Ed è meraviglioso!"
Frances rimase in silenzio e in quel momento entrò
l'argomento del discorso. Dallo sguardo che Frances vide
che lanciava a sua cugina, capì che amore c'era tra loro.
Un amore vero, non da spot pubblicitario.
"Che bella camera!", disse Mulder, stringendo
istintivamente la mano a sua moglie.
Frances ringraziò. Beh, almeno era con gente simpatica.
Ho
aspettato questo momento con ancora più impazienza delle
altre sere. La mia Scully ha detto cose splendide su di
me. E io devo ricompensarla... Chiudo la porta della
nostra camera e prendo la sua bocca con la mia. La
accarezzo e piano piano inizio a spogliarla.. La
ricompensa... La spingo sulla poltrona, le allargo le
gambe, libero il suo corpo e butto la mia bocca lì. I
suoi gemiti mi inebriano... Geme e sussurra mentre mi
impegno a dimostrarle il mio amore e il mio desiderio con
bocca, lingua, dita.. Lo faccio finché non viene più
volte e poi ora posso pensare al mio di piacere... Mentre
mi spoglio lei delicatamente bacia la cicatrice sul mio
petto di quella volta che mi sparò.. Io bacio la base
del suo collo... E poi ci stringiamo di nuovo, sono
dentro di lei, una cosa sola con lei...
Ci siamo sposati. Ma nel mio cuore io ero sposato con lei
dalla prima volta che l'ho vista. La rompiscatole mandata
a rompermi le uova nel paniere... Una donna che ho
adorato subito.. La persona giusta per me.. Sul mio petto
mi sembre di sentire ora le sue lacrime. Lo fa spesso,
dopo che facciamo l'amore. Credo che sia il rimorso di
non potermi dare un figlio. Io sto zitto e la cullo. La
mia adorata Scully che ha una cuginetta straordinaria e
che dice cose bellissime. La mia amica, alleata, collega,
compagna ed amante.
Siamo diventati amanti come ultima cosa.
Al suo ritorno dall'Africa, al mio ritorno dalla follia.
Quando quel giorno che venne a dirmi che Diana Fowley era
morta le chiesi di rimanere con me.
Rimanemmo a lungo sul divano, le mani unite, senza dire
niente. E poi, dopo anni che mi trattenevo, che la
desideravo in silenzio, la presi tra le mie braccia e la
baciai. Un bacio dolce ma vero.
E lei mi fissò con i suoi occhi stupiti e ricordo come
si rannicchiò contro il mio petto.
Le sussurrai:
"Scully, è la tua ultima possibilità di andartene..
Tra poco non risponderò più delle mie azioni..."
E lei mi rispose:
"Mulder.. io.. succeda quello che deve succedere..
Ti chiedo solo scusa anticipato.."
"Per cosa?"
"Non sarò un gran che..."
Mi viene sempre da sorridere pensando a quelle parole..
Perché la mia algida Dana Scully, quella volta si
trasformò da timida e fredda in una vera furia..... Lei
mi ha detto che sono stato io a farla cambiare.. Io ho
solo fatto quello che dovevo.. Ho preso possesso del suo
corpo.. in ogni modo possibile.. Beh, alla fine ho capito
che le avevo dato il suo primo orgasmo. E orgoglioso l'ho
stretta a me.. Con lei è sempre stato tutto bello e
soddisfacente. Sesso compreso.
La abbraccio più forte e prima di addormentarmi passo un
dito sui suoi capezzoli, ancora rigidi ed arrossati per
il lavoro della mia bocca e le infilo un dito dentro.
Umidissima.. Certe cose è proprio meglio farle che
vederle nei film porno.
Miami.
Il salone
della casa di Gonzales era bellissimo, ma pesante, tra
stucchi spagnoleschi e marmi italiani. Alex Krycek si
sentiva a disagio. Non gli piacevano i narcotrafficanti.
Proprio niente. E non capiva perché uno di loro, il più
potente, lo avesse convocato.
Pedro Gonzales era un vecchio pieno di rughe, dagli occhi
scuri e intimidatori. Gli venne incontro:
"Mi hanno parlato molto bene di lei".
"Davvero? Vede, io..."
"Lo so: la droga non fa parte dei suoi interessi.
Non è per la droga che l'ho chiamata".
Pedro Gonzales tirò fuori una foto e la porse ad Alex.
Alex la guardò: una ragazza, dai capelli scuri e lunghi,
e dagli occhi verdi, giocava con un gatto persiano.
"Mia nipote Olga. L'unica figlia del mio unico
figlio morto. Scomparsa da cinque giorni".
Alex stava per dirgli che forse poteva trattarsi di una
qualche vendetta di altri clan, ma Gonzales lo prevenì:
"Nessuno del giro oserebbe fare qualcosa a lei. C'è
qualcosa di peggio. Mia nipote sta a Washington, città
che lei conosce molto bene. Ha 23 anni. Sta per laurearsi
in veterinaria. Avrà molti soldi. La deve ritrovare e
punire chi ha osato farle del male. Qui c'è tutto quello
che so."
Alex stava per dire che lui di solito faceva altro quando
sfiorò distrattamente la foto con un dito.
Di colpo un lampo gli attraversò la testa. Era in uno
stanzino buio... Era Olga.. E qualcuno voleva farle del
male... Qualcosa nella sua mente lo portò ad annuire.
Doveva salvarla. Doveva.
In aereo per Washington, Alex iniziò a dare un'occhiata
alla documentazione su Olga Gonzales. Suo padre era
Ernesto Gonzales, sua madre si chiamava Dorothy Sanders.
Erano morti entrambi quando la bambina aveva otto anni in
un incidente. Olga era cresciuta tra governanti e
camerieri, il nonno l'aveva sempre aiutata da lontano.
Adorava gli animali. Soprattutto gatti e cavalli. E
studiava da veterinaria. Frequentava compagni di
università e gente del canile dove faceva volontariato.
Praticava equitazione. Ed era sparita. Alex cercò di
capire se la morte dei genitori di Olga fosse stata
voluta, una vendetta. No. Era stata fatalità, adoravano
entrambi la montagna, ed erano caduti nel Grand Canyon.
Alex si assopì un attimo..
"Puttana, tu preferisci i libri e le bestie al tuo
vero dovere di donna... Ti insegnerò io a compiacere un
uomo, e a fare la superiore..."
Delle mani che strappano vestiti, si è indifese, e poi
lui ha qualcosa in mano, qualcosa di osceno, per farmi
male....
Alex si svegliò con un sussulto mentre l'hostess
annunciava l'arrivo a Washington.
Era appena fuori dal gabbiotto della Hertz, dove aveva
affittato un'auto, quando il suo cellulare squillò. Non
poteva essere Gonzales. Era quell'altro.
"Alex.. in Florida c'erano cose interessanti?"
"Le ho già detto che io lavoro per chi voglio!"
"Certo.. ma un vecchio datore di lavoro non va mai
dimenticato.. ti ricordo che devi riprendere la
sorveglianza dei nostri due piccioncini..."
La parola piccioncini fu detta con tono sarcastico.
Krycek si sentì risentito. Mulder e Scully non lo
avrebbero mai creduto, ma lui era felice per loro. Si
amavano. Le uniche due persone al mondo di sesso opposto
che aveva mai visto amarsi davvero. C'era qualcosa di
strano che lo attirava verso di loro.. In ogni caso
Skinner doveva, pena gravi problemi, rivelargli ogni cosa
su Mulder e Scully.
Siamo
appena arrivati in ufficio, il vantaggio di essere
sposati con la propria collega è che non ci sono più
ritardatari. Stiamo controllando la posta elettronica, c'è
una tipa che racconta di essere stata rapita dagli omini
verdi, la sua storia sembra un B-Movie di fantascienza
anni Cinquanta, io e Scully la liquidiamo così.
Squilla il telefono: è Skinner. Ci vuole nel suo ufficio.
E' una cosa importante.
Ci accoglie insieme ad un uomo, un orientale, più o meno
suo coetaneo.
"Signor Izawa, questi sono gli agenti Mulder e
Scully. Mulder, Scully, Hiroshi Izawa, ambasciatore del
Giappone negli Stati Uniti."
"Piacere", dico io piegando leggermente la
testa, come è d'uso. Izawa ci guarda e poi guarda
Skinner, che porge a me e Scully un fascicolo.
Una ragazza orientale, giovane e bellissima, ci sorride
dalle foto.
"Ieri pomeriggio Yumi Izawa, figlia
dell'ambasciatore Izawa, non è tornata a casa.
Sospettiamo che possa esserle successo qualcosa di grave",
esordisce il nostro vicedirettore.
"Quanti anni ha e cosa fa sua figlia?", chiede
Scully.
"Mia figlia", dice Izawa in un inglese quasi
perfetto, "ha ventun anni e studia alla scuola per
diplomatici. Per il resto colleziona.. bambole e pratica
equitazione. Ha diverse amicizie normali, e non è mai in
ritardo. Vi prego..."
"Ha già ricevuto telefonate con richieste di
riscatto?", chiedo io.
"No. E questo mi preoccupa ancora di più..",
risponde lui.
"Indizi?", chiede Scully.
"C'è l'auto di Yumi parcheggiata dove ha fatto le
ultime commissioni. Anche i suoi acquisti. Agenti Mulder
e Scully, ritengo che voi abbiate la sensibilità e la
preparazione di seguire questo caso. Lo affido pertanto a
voi..", conclude Skinner, che promette poi ad Izawa
di seguire lui stesso lo sviluppo delle indagini.
Quando scompare una giovane donna, chiamano sempre me..
Sono un esperto, con una sorellina mai più tornata e la
mia Scully rapita... Ma se riesco a fare queste cose lo
devo solo a Dana e alla sua forza. Raggiungiamo subito il
resto della squadra al Marilyn's.
Io piano
piano ispeziono la Daewoo di Yumi: libretto di
circolazione, documenti di revisione, un libro di diritto
internazionale, un gattino di peluches. Con i ragazzi
controlliamo se ci sono impronte, o tracce di qualcosa.
Ma dubito. Mi inginocchio per terra e raccolgo la
borsetta di Yumi, messa in un sacchetto. Delicatamente la
apro: ci sono duecento dollari, tre carte di credito, un
pacco di kleenex, un portafoglio in pelle, uno
specchietto da borsetta. Non è la rapina il movente.
Guardo la Barbie Liz Taylor. Una buona idea chiedere al
negozio dove l'ha comprata. Altra buona idea guardare se
ci sono dei filmati ripresi dalle telecamere a circuito
interno.
La signorina Burnett, proprietaria di Barbie's club, è
seriamente choccata e preoccupata:
"Conosco Yumi da anni, viene sempre a comprare da me
e porta sempre sue amiche collezioniste. La vedo anche
quando facciamo le fiere. Ieri era normale, normalissima,
ha comprato Liz Taylor in Cleopatra, ha scambiato due
parole e poi mi ha detto che doveva andare a casa perché
aveva una cena con suo padre."
"Le ha mai detto cose strane?", chiede Scully.
"No... aspetti, una settimana fa mi disse che aveva
l'impressione che qualcuno la seguisse qui dentro al
centro commerciale. Mi disse che era un po' di tempo che
aveva quest'impressione.."
Con Scully guardiamo le registrazioni nel parcheggio. E
ad un tratto vediamo in lontananza una figura che salta
addosso ad una ragazza che sembra Yumi, e la trascina via
dalla visuale. Purtroppo non c'è altro, ma ora sappiamo
che è stata rapita. Cerchiamo di allargare il
particolare, ma è troppo piccolo. Occorre agire anche in
altro modo.
Chiamo i Gunmen, e li prego di controllare il computer di
Yumi ed ogni eventuale movimento intorno alla sua
famiglia. E poi con Scully decidiamo di andare a fondo
nella vita di lei.
Non che ci sia molto da scoprire. Una scuola che la
occupa dieci ore al giorno e la passione per la
collezione delle bambole. Ogni tanto qualche cavalcata. E
un amore per la musica classica e l'opera. Beh, iniziamo
dalla scuola.
Alex Krycek
si affacciò alla porta di miss Marge, la portinaia della
casa dove c'era l'appartamento di Olga.
"Signora? Sono un detective privato, sto indagando
sulla scomparsa della dottoressa Gonzales, la veterinaia..."
Un donnone gli venne incontro:
"Sono disperata... una così brava ragazza.. ma dove
può essere finita.. ci sono i suoi gatti
nell'appartamento... tutto come lei l'ha lasciato..."
"Io sono qui per scoprirlo.. mi aiuti a scoprirlo..."
Alex salì al secondo piano. Aprì la porta e si trovò
in un alloggetto che rifletteva in pieno l'amore di Olga
per gli animali, e non solo per i due gattoni meticci che
dormivano su un divano e che gli vennero incontri,
speranzosi che fosse tornata Olga. C'erano poster di
animali, animali di peluche, libri sugli animali. Persino
un acquario, stranamente simile a quello di Fox Mulder.
Alex aprì il computer e ispezionò le directory, piene
di casi clinici sugli animali, di relazioni, di poesie
sui gatti, di foto. Gli amici di penna di Olga erano
tutti animalisti, di varie parti d'America, e due
italiani anche. Da nessuna lettera venivano fuori minacce
o cose strane. Olga era una ragazza amata..
Alex pensò alla vendetta di qualcuno di geloso.. non
c'erano accenni all'attività del nonno. Solo alcune
lettere su carta, in un cassetto, piene d'amore del
vecchio Gonzales. La perquisizione continuò per un paio
d'ore. Non c'erano tracce di niente.
Miss Marge aprì la porta con una brioche per Alex.
"Lavorava oltre il giardino, qui di fronte, nelle
case di là..."
"Non parli di lei al passato", disse Alex,
"la ritroverò.."
"Lo spero..."
"Signora, le aveva mica parlato di telefonate
minatorie o altre stranezze?"
"Beh... mi aveva detto di non far entrare nessuno
per lei..."
"Capisco.. perché?"
"Boh, non so..."
Alex si guardò attorno un attimo e poi ebbe una
folgorazione: non centrava magari niente ma non aveva
ispezionato la pattumiera.
Aprì l'immondizia sotto il lavandino della cucina:
scatolette di cibo per gatti, il nailon che avvolge le
riviste aperto, la sabbia usata dai gatti, altra
immondizia varia.. e una videocassetta.
Alex la studiò: non era rotta... La mise nel
videoregistratore e sentì il suo cuore fermarsi.
Qualcuno aveva filmato Olga.. Al lavoro, dietro la
finestra.. In casa.. Mentre faceva jogging... Con sopra
delle scritte che dicevano: "Tu sarai solo mia!"
Olga si era spaventata ed aveva buttato via la cassetta..
Alex sentiva la sua paura... Il suo disgusto... Mise da
parte la videocassetta.. Skinner aveva un patto con lui..
Un patto che doveva mantenere... I laboratori dell'FBI
erano molto efficienti quando volevano...
Prima però voleva fare un sopralluogo nel giardino
pubblico davanti a casa.
"Attraversava il giardino per andare a lavorare?",
chiese a Marge.
"Sì, sempre.. Amava molto stare in mezzo al verde...."
Continuavano a parlare di lei al passato. Brutto segno.
Alex si addentrò nel giardino. Un bel giardino pubblico.
Ma solitario. Troppo solitario. Il posto ideale per
sorprendere una persona.. Alex vedeva una scena.. Olga
che attraversava il giardino per tornare a casa.. il
bastardo dietro... riusciva a sorprenderla.. C'erano
degli alberi.... alberi alti... Alex si voltò e scrutò
in una siepe... C'era uno strano involto. Si avvicinò..
Era una borsa blu, piuttosto grande.. una di quelle borse
sportive... Buttata per terra.. Alex la aprì. Un
portafoglio con 200 dollari e carte di credito. Due libri
di anatomia animale comparata. Qualcosina di necessaire
di toeletta per una persona che lavorava molto. Una
patente e un documento. Olga Gonzales. Era roba sua.
Raccolse le prove e corse all'auto. La telefonata a
Skinner diventava importante...
La scuola
per diplomatici accoglie me e Scully. Il direttore
Benning ci accoglie dopo poco. Non ha molto da dirci su
Yumi: ragazza modello, studentessa modello, intelligente
ed in gamba. Ci dà il permesso di fare domande in giro,
ad insegnanti e studenti. E io e Scully le facciamo. Ma
non viene fuori niente che possa aiutarci. Yumi era
precisa, molto precisa e molto orgogliosa dei suoi studi.
Adorava suo padre. Aveva questo lato bambino della
collezione di bambole. Punto. Nessuna stranezza, niente
di niente. Mentre in auto stiamo riordinando le idee per
capire dove andare a fare domande e come muoversi, ci
telefona Byers. Ha trovato una mail nel computer di Yumi
in cui dice ad una sua amica collezionista di Barbie,
tale Carrie di Los Angeles, che c'è un tipo che la
perseguita mandandole lettere normali oscene e altre cose.
Tutto sta a trovare queste cose. Crediamo entrambi che
Yumi le getti via.
Ci precipitiamo a casa di Izawa e chiediamo il permesso
di poter ulteriormente perquisire la camera di Yumi ed
eventualmente l'immondizia. Nella stanza della ragazza c'è
un bellissimo caminetto. Scully nota dei pezzi bruciati
di alcuni foglietti. Li prende e li mette in una busta.
Li faremo esaminare. Nell'immondizia troviamo una
videocassetta, mezza scassata. Byers la rimette a posto
quel tanto per farci capire che qualcuno ha filmato Yumi
per giorni interi. Mentre va a scuola, mentre va a fare
shopping, mentre mangia... Anche in camera sua, ripresa
dal basso. Notiamo che la casa di fronte alla casa di
Izawa, che si affaccia come quella su un bellissimo viale
pieno di alberi, ha un ponteggio. Niente di più
probabile che il maniaco, di sera, sia montato lì per
osservare e filmare Yumi. Sa anche come si fa un po' di
montaggio, visto che sulle immagini ci sono scritte come
Sarai mia e Non mi sfuggirai.
Yumi ha una vita regolare e piena. Occorrerà ancora
lavorarci sopra molto per capire come e dove può aver
incontrare il suo rapitore. Lo dico di nuovo a Scully,
anche prima di addormentarmi. E lei è d'accordo con me.
Lui si tira
su. Carina la nuova vicina di casa. Sta cominciando a
stancarsi di quelle due stronzette sotto in cantina. Per
quanto le umili, per quanto lui sia superiore a loro,
dopo un po' stancano. Senza contare tutte quelle venute
prima. Quasi meglio per la prossima giocare in casa.
Niente più giri tra ristoranti, maneggi e centri
commerciali. Ora bisogna solo che capisca se è della
solita pasta, quella che gli piace piegare e spezzare.
Tanto poi sono come bambole, prima o poi si rompono.
Meglio, così non torneranno mai più in giro a fare le
stupide e a credersi migliori dei loro padroni. Anche
quella è come le altre. Anche quella sarà divertente e
poi verrà voglia di buttarla via. Ma prima sarà
divertente. Sì, riconosce il tipo. Lavora. Male. Ha
studiato, ha la stanza piena di libri.. e di altre
cavolate, fumetti e disegni strani, tutte scemate. Lui le
farà vedere chi comanda. Deve stare attento al lui e
alla lei con cui la tipa vive, sembrano due piantagrane,
probabilmente sono della polizia. Ma alla fin fine se la
saprà cavare.
Skinner
entrò nell'auto e si accorse di non essere solo.
Conosceva troppo bene l'altro uomo.
"Krycek, cosa vuoi da me?"
"Fare esaminare nel laboratorio dell'FBI alcuni
oggetti che ho raccolto per lavoro.. Una ragazza
scomparsa... E poi sapere a cosa stanno lavorando i
nostri due amici..."
"Non credo che tu sia diventato di colpo onesto.. In
ogni caso, Mulder e Scully non credo che stiano creando
problemi ai tuoi datori di lavoro.. indagano sulla
scomparsa di una ragazza, la figlia dell'ambasciatore
giapponese..."
"Interessante.. voglio saperne di più.. Procurami i
loro dossier..."
"Krycek, lasciali in pace..."
"Vedi.. sai che mi devi aiutare..."
Skinner annuì, Krycek poteva ucciderlo in un attimo. Si
ripromise di portare le prove in laboratorio. Ma i
dossier erano tutti in mano a Mulder e Scully, che se li
erano portati a casa.
"Beh, credo che li andrò a trovare..", disse
Krycek, allontanandosi in auto.
Skinner scosse la testa. Doveva stare al gioco. Consegnò
in laboratorio il materiale, una borsa e una
videocassetta e poi si diresse a casa. Purché non
facesse loro del male...
Erano le undici passate quando Krycek arrivò sotto casa
di Mulder e Scully. Parcheggiò l'auto e fece per
scendere.. Forse stavano già dormendo, o chissà facendo
cosa.. Notò che nella casa vicina c'era qualcuno che si
attardava sveglio.. Di colpo una sensazione lo fece
vacillare. Era legato.. qualcuno lo stava picchiando,
voleva violentarlo con un fallo finto.. si sentì
prendere dal dolore, gemette, si piegò a metà.. si
accorse che stava sanguinando da dietro..
Con uno sforzo corse fino alla porta.. Scully era un
medico, lo avrebbe aiutato..
Sto già
dormendo.. sono avvolto in Scully, ho Scully avvolta in
me.. calda, meravigliosa, ancora umida.. Sento la sua
femminilità palpitante contro di me.. meraviglioso il
senso di appagamento e di potere che provo.. lei è mia,
solo mia.. sono io che la apro con le dita, io che passo
la lingua su ogni parte del suo corpo, io che la gusto
finché non mi sazia con il suo nettare, io che divento
tutt'uno con lei.. in tutti i modi. Il suo corpo è mio..
ogni cosa mi appartiene. Nel primo sonno già profondo la
stringo ancora.. sento che si muove, e per puro possesso
le infilo un dito dentro.
"Mulder, qualcuno sta bussando sotto!" Apro gli
occhi: è vero. Sbuffando mi infilo la vestaglia e scendo
dietro a Scully. E' quasi mezzanotte.
Vado ad aprire, Scully è dietro di me. Storco il naso e
il volto: quel maledetto figlio di puttana di Alex Krycek
è davanti a me. Lo aggredisco:
"Che cazzo vuoi traditore!!!" Strano che però
passi dalla porta principale, i ratti di fogna
normalmente entrano di soppiato. Alzo una mano per
pestarlo, ma la mia Scully mi interrompe:
"Mulder, non vedi che non sta bene, lascialo parlare"
Ha preso la pistola, sono più tranquillo.
"Mulder", ansima Krycek, "forse stiamo
lavorando entrambi su una cosa simile. Lasciami parlare".
Alex Krycek
raccontò dell'incarico assegnatogli da Gonzales, mostrò
le prove che aveva raccolto e cosa aveva scoperto. Era
tutto incredibilmente speculare al caso Izawa. Stessa
modalità, cose identiche, sparizione misteriosa.
Anche Mulder si convinse, tutto sommato.
"Mi pare che per una volta ti abbiamo dato un lavoro
civile!"
"Io non volevo lavorare per uno spacciatore, ma io
ho visto un nonno disperato per sua nipote, e ho sentito
che dovevo aiutarlo.."
Scully lo guardò attentamente: c'era dell'altro.
"Krycek, c'è qualcosa che non ci hai detto, vero?"
Mulder stava per saltargli addosso, ma di colpo il tono
stravolto di Krycek lo interruppe:
"Io... non so cosa mi succede... da quando ho preso
in mano per la prima volta la foto di Olga Gonzales è
come.. come se sentissi quello che fanno a lei, quello
che le succede.. Quel bastardo l'ha portata in una stanza
scura, una cantina, e si sta divertendo con lei... e per
conto mio ha preso anche Yumi Izawa. Vi prego, aiutatemi"
Nè Mulder né Scully avevano mai visto Alex così.
"D'accordo, Alex, con che cosa cominciamo?",
gli chiese Scully.
"Io direi di cercare analogia con altri casi del
genere", disse Alex, "voi dormite pure, basta
che mi diate un Pc con collegamento ad Internet, io
inizio subito. Fidatevi di me".
E' notte
profonda, e io sono alzato a lavorare. Con Alex Krycek.
Se me l'avessero detto anche solo poche ore fa non ci
avrei creduto. E sto ammirando un aspetto che non
conoscevo di lui: la sua professionalità, la sua capacità
di discutere. Professionale anche quando non si tratta di
piantare una pallottola in testa a un malcapitato di
turno, ma soprattutto quando si tratta di trovare tracce
su un fatto. Incredibile.
Il caso su cui noi indaghiamo appartiene all'ambito
vastissimo delle violenze contro le donne. Io non capisco
cosa può scattare nella testa di un uomo da spingerlo a
fare cose di questo tipo. Perché non c'è dubbio che sia
un uomo la persona che cerchiamo e non solo per le
visioni di Krycek.
Anch'io sono stato respinto, anch'io ho avuto delle
delusioni d'amore, ho atteso per anni di manifestare il
mio amore alla donna che amavo più di ogni altra, ma non
mi è mai, dico mai, passato per la testa di andare in
giro a molestare e aggredire ragazze e donne per queste
mie frustrazioni. Anche il discorso della pornografia:
leggo e ho letto riviste porno, ho guardato e guardo
ancora dei film (molto eccitanti vederli con Scully
stretta a me, ho notato che molte cose eccitano anche lei)
ma queste cose non mi hanno spinto a cercare
soddisfazioni violente in giro. Con Scully ho un rapporto
completo, il sesso che facciamo è totale, forse a volte
può sembrare eccessivo, ma c'è tra di noi una tale
comunione e un tale amore che rende tutto meraviglioso.
Ad un tratto arriva una segnalazione dai Gunmen, hanno
notizie per me.
Sono riusciti a ricostruire dei messaggi di posta
elettronica inviati sia a Yumi che a Olga, probabilmente
da posti pubblici, Internet café o simili, dove un
misterioso tipo le riempe di battute pesanti, e di cose
folli del tipo: "Tu hai bisogno di un vero uomo, che
ti domi!"
"Un talebano, a quanto pare", mormora Krycek,
"questo qui non vuole che le donne lavorino, che
studino , che abbiano degli interessi, le vuole a sua
disposizione e basta"
"Sono in tanti di noi a pensarla così",
osservo. Non io. Io adoro avere una donna come Scully
accanto.
"Nemmeno io la penso così", dice lui.
In quei messaggi, non tanti ma abbastanza da essere stati
fastidiosi per entrambe sono descritte pratiche sessuali
estreme, o comunque rese estreme dalla violenza e dal
discorso sotto.
Cosa mi rende diverso da questo tipo? Per sette anni ho
fatto dei pensieri su Scully non proprio puri e casti,
sognavo per esempio di ammanettarla alla sedia e poi di
divertirmi a farla venire in tutti i modi possibili, ma
non avrei mai pensato di costringerla con la forza, mai,
né di fare qualcosa che lei non gradiva. La mia Scully
ama i rapporti orali, sia attivi che passivi, ama il
sesso anale, ama essere sculacciata ogni tanto come gioco
aggiuntivo.. ma ama queste cose fatte con me perché ama
me, e non è una bambola in mano mia, ma una donna da
amare..
Ad un tratto Krycek dice:
"Guarda questa cosa che è successa a Seattle l'anno
scorso".
Quattro ragazze scomparse e poi ritrovate morte, in
maniera orribile. I dettagli i giornali non li hanno
avuti, Krycek il Topastro si è infilato in un sito
privato della polizia. Margaret Bowen, ballerina; Sylvia
Merton, aspirante avvocatessa, una ragazza di colore;
Regina Carter, comproprietaria di un negozio
sull'esoterismo; Christine Rossi, praticante giornalista.
Stesse modalità di sparizione. E forse un sospetto,
sparito poi nel nulla.
A Seattle Scully ed io abbiamo un buon amico, l'agente
Craig Willmore. Credo sia il caso di contattarlo, gli
mando una mail urgente e un messaggio al cellulare.
"Credo che sia il caso di fare un giro a Seattle",
dico ad Alex. Questo bastardo è anomalo, di solito i
serial killer ed affini scelgono le loro vittime nel loro
stesso ceppo etnico, ma qui c'è una afroamericana e una
asiatica. Il colore dei capelli e degli occhi delle
ragazze varia. Hanno un solo denominatore comune,
l'indipendenza. Un fottuto talebano di merda. Ecco chi è
l'assassino. Ecco chi è probabilmente l'uomo che
cerchiamo.
"Posso cominciare ad andare io a Seattle", dice
Alex, "se il vostro amico mi dà una mano, cerco di
raccogliere informazioni anche sull'identità del
sospetto. Mulder, ti giuro che non ti sto fregando".
Gli credo. E' tardi. Vorrei andare a dormire, anche solo
un paio di ore, vicino alla mia Scully.
Sopra anche Frances sta dormendo. E Alex.. potrei
metterlo alla porta, ma lui mi dice:
"Guarda, tu vai a dormire, io vedo se riesco a
scoprire qualcosa. Non ti farò niente, e domani mattina
partirò per Seattle appena sarà possibile".
Accetto. Sento di potermi fidare.
Alex rimase
solo nel salotto di Mulder e Scully. In fondo, pensò,
stava facendo il suo lavoro, per conto dei suoi due
datori di lavoro. Che calore c'era in quella casa, e che
cooperazione tra loro due. Cercò di non immelanconirsi
troppo con il pensiero che lui non avrebbe mai avuto
quello che vedeva tra Mulder e Scully.
Rimpiangeva di non essere un genio dell'informatica come
i Gunmen. Un giorno che avesse avuto tempo, non gli
sarebbe spiaciuto prendere un po' di lezioni da loro.
Come fare centomila altre cose.
Vide che c'era in arrivo un messaggio proprio di loro tre.
Di nuovo intercettazioni?
No, Langly aveva scoperto il nome del presunto sospetto
della polizia e dell'FBI di Seattle. Eccolo qui il
bastardo: Maurice Carr, 40 anni, di professione occupato
occasionalmente. Doveva risiedere con la madre Mary, di
70 anni. Era sparito da Seattle un anno prima. E dove era
finito? Krycek sapeva molto bene che negli States basta
spesso dichiarare di aver perso i documenti e prendere
una nuova identità. Aveva un precedente alla Boston
University, che non aveva ultimato, per molestie sessuali
contro una compagna, tale Anne Wyss, che risiedeva a
Richmond, in Virginia. E poi c'erano tutta una serie di
suoi comportamenti strani, a sfondo maniaco. Ottimo,
grandi Gunmen, si disse Alex. Il problema ora era capire
dove quel bastardo fosse finito.
Frances si
alzò presto: magnifico, aveva tempo per una visita dal
giornalaio prima di andare a lavorare. Giusto giù dalla
Alley ce ne era uno fornitissimo. Scese dalle scale,
salutò Mulder e Scully appena svegli che facevano
colazione probabilmente con un altro agente (carino!!!!)
e poi si diresse verso il giornalaio, a larghi passi.
Adorava la mattina presto, vedere le case che si
svegliavano pian piano, andare a comprare le cose che le
stavano più a cuore. Prese il Washington Post per tutti
e le dispense del suo corso di hindi per lei. Poi rincasò.
Il tempo di mangiare qualcosa, e poi doveva andare al
lavoro.
Fuori dalla casa vicino a quella dove lei stava c'era un
tizio, piuttosto sgradevole.
"Scusi se la disturbo", esordì, "è già
fuori di prima mattina?"
"Sì", rispose Frances, "dovevo fare una
commissione, ora vado a lavorare".
"Ah, lei lavora... Non avrebbe voglia di farmi un
po' di compagnia, visto che abitiamo vicini? Sa io cerco
una fidanzata da tempo.."
"No, grazie", rispose Frances stizzita, "non
sono interessata a questo tipo di contatti. E ora mi
scusi, ho da fare" e se ne andò arrabbiata.
Come osava,
quella smorfiosa? Le avrebbe fatto capire quale era il
suo posto. A questo punto tanto valeva triplicare il
divertimento, prendendo anche lei. E bisognava fare
presto. Poi le bambole si sarebbero rotte.
Ho
ascoltato con attenzione il rapporto di Krycek, ho già
sentito sia i Gunmen che Craig Willmore, il caso si sta
delineando. Ottime cose. Scully ha già detto che vuole
andare da Anne Wyss a Richmond, Krycek andrà a Seattle e
io mi concentrerò su entrambi i casi qui. Ho ancora
parecchie persone da sentire, e devo capire dove ha
tenuto d'occhio le ragazze. Mi arriva via mail tramite
Willmore una foto e un identikit di Carr. Non fa mai un
lavoro fisso, si occupa sempre di lavorare in posti tipo
palestre o maneggi come impiegato, non eccellendo come
rendimento. Poi periodicamente scompare, e cambia posto.
C'è già molto su cui lavorare.
Saluto Alex che parte per Seattle con una stretta di mano.
Da non credere. Vedo che lui è soddisfatto del nostro
rapporto.
Dana Scully
parcheggiò davanti alla biblioteca della Richmond
University, di cui Anne Wyss era la responsabile. L'aveva
avvisata, e le venne incontro, una donna sulla quarantina
affascinante e simpatica, molto volitiva.
"Certo che mi ricordo quel maniaco di Carr. Un tipo
assurdo, con il suo odio per le donne a parte sua madre.
Terrorizzava le ragazze con i suoi discorsi, ma se la
prendeva con i tipi come me, che sgobbavano
ventiquattr'ore al giorno per fare l'università, perché
non avevamo un comportamento consono secondo i suoi
schemi, non sbavavamo dietro agli uomini, in particolare
a lui. Mi ha perseguitata per mesi, finché non l'ho
denunciato. Ha lasciato l'Università".
"Può dirci ancora qualcosa?"
"Si mormorava che avesse fatto cose grosse a
Laketown, la cittadina dove era cresciuto, nei pressi di
Chicago. In ogni caso la goccia che fece traboccare il
vaso fu quando mi tramortì con del sonnifero e mi legò
al suo letto. Mi misi a gridare, lui voleva fare dei
giochi con me, per fortuna lo faceva in una casa vicino a
una strada molto frequentata, e arrivarono i rinforzi e
mi liberarono".
"Non fu condannato?"
"Gli venne riconosciuta l'infermità mentale,
comunque fu espulso dall'Università, con nota di
demerito per tutte le Università del paese. Se la cavò
con qualche mese ai servizi sociali. Che schifo, non
trova?"
Scully annuì.
Di colpo Anne fece:
"Guardi, mi viene in mente che potremmo controllare
sul computer se c'è qualcosa sul suo passato a Laketown".
"Sul computer?"
"So dove cercarlo".
Anne Wyss sarebbe andata d'accordissimo con i Gunmen.
Impallidì e disse:
"Se non era per lei.. Guardi queste due ragazzine
scomparse a Laketown, venticinque anni fa... Ecco perché
scappa periodicamente".
"E ora è a Washington", disse Scully, mentre
tirava giù le notizie appena trovate.
Ho fatto
rivedere la foto di Carr nei posti frequentati da Yumi e
da Olga, e direi che ci siamo, forse. La negoziante delle
bambole dove va Yumi l'ha riconosciuto, dice che spesso
lo vedeva fuori dal negozio, anche se le pare che ora
abbia i baffi. Anche un collega dello studio veterinario
di Olga giura di averlo visto fuori, verso il giardino
dove secondo Krycek (ma credo che abbia ragione) Olga è
stata rapita. Tutto sta scoprire come si chiama ora e
dove abita.
Suona il telefono, è Scully.
"Mulder, ho parlato con Anne Wyss, è a nostra
disposizione ancora. Ascolta, pare che il nostro amico
fosse implicato nella sparizione di due ragazzine nella
sua città natale, Laketown. Venticinque anni Myrna Lee e
Sandra Ready, giocatrici di pallavolo e redattrici del
giornalino di classe scomparvero, pare che lui le
ossessionasse. Ti ricordi che cinque anni fa presso
Laketown furono trovati in quella capanna quei due
scheletri identificati? Credo sia il caso di contattare
le autorità, ecco come ha cominciato, vedi se riesci a
parlare con Krycek e i Gunmen".
Alex Krycek
fu accolto da Craig Willmore che gli mise a disposizione
tutto quello che aveva raccolto sul caso. Iniziò a
vagare per Seattle. Stessa storia tutte e quattro le
volte. Con una variante, Regina e Margaret, la negoziante
e la ballerina, erano omosessuali e convivevano
apertamente con una compagna. Un'onta incredibile per
quel bastardo, Monica, la compagna di Regina, non volle
parlare con Alex e Willmore in quel negozio pieno di
pozioni e di libri di magia, tanto ormai aveva già detto
tutto, e la colpa era delle autorità che si erano fatti
scappare quel bastardo. Linda, la compagna di Margaret,
invece acconsentì a parlare.
"Io la amavo tanto, volevamo mettere su insieme una
scuola di danza ed invecchiare una accanto all'altra.
Quel bastardo ha rovinato tutto, la perseguitava, la
seguiva..."
"Lei crede che fosse Maurice Carr?"
"Ne sono sicura. Lavorava nella palestra dove
Margaret dava lezioni di danza parallelamente all'attività
in teatro, era insopportabile, stressante, insistente, e
maleducato".
"E per le altre tre ragazze, come pensa che le abbia
contattate?"
"Faceva poche ore al giorno, per il resto era sempre
a zonzo. Poi mi pare.. aspetti, dove insegnava Margaret,
alla Wonder, c'erano corsi di vario genere, e mi sembra
che.. le altre ragazze venissero anche lì"
Bastò poco perché Alex scoprisse che Regina aveva fatto
atletica in quella palestra, Sylvia presciistica,
Christine aerobica. Lurido bastardo, ecco come
adocchiava, partiva da cose vicine a lui, e poi le
iniziava a seguire. Questo a Seattle. E a Washington?
Chiamò Mulder.
"Bisogna capire se Yumi e Olga frequentassero
qualche posto in comune.. andavano a cavallo entrambe,
no?"
"Infatti, ci stavo arrivando... Se sapessimo come
adesso il tipo si fa chiamare saremmo avvantaggiati, non
credi? In ogni caso Scully ha scoperto alcune cose
importanti sul passato di quel bastardo. Tu adesso torni?"
"Mi sa di sì"
Le autorità
di Laketown non fecero storie a riaprire la storia dei
due scheletri, sepolti nel cimitero sotto il nome di Jane
Doe entrambi. Scully raccolse in uno scambio di mail via
Internet varie notizie sull'infanzia di Carr, le sue
ossessioni venute fuori fin da subito, e si convinse di
quale era stato il destino di quelle due bambine
venticinque anni prima.
Vado a
riprendere Alex all'aeroporto. E' di nuovo mattino, ha
fatto presto. Lo ragguaglio sulle ultime cose, compresa
la storia di Laketown, e lo vedo inorridire. Andiamo in
ufficio da me, dove c'è anche Scully, per mettere
insieme i documenti. Ad un tratto Frohike ci chiama.
Hanno scoperto il nome di Carr qui: Carl. Originale il
bastardo, no?
Ma c'è dell'altro. Lavora al maneggio Golden Pony, dove
Yumi cavalcava e Olga lavorava e ogni tanto cavalcava.
Ecco qui lo schema che si ripresenta. A Seattle era una
palestra, prima erano le scuole.. Le adocchia lì, le
inizia a seguire e ossessionare e poi passa all'azione.
Ci dirigiamo tutte e tre al Golden Pony, lo
interrogheremo, e dallo sguardo di Alex percepisco che
lui vuole fare qualcosaltro.
Il Golden
Pony era un maneggio bellissimo, molto frequentato. Il
direttore Smith spiegò agli agenti che erano tre giorni
che Carl mancava, si era preso un periodo di ferie.
Lavorava poche ore alla settimana. Sì era un tipo
strano, infatti stava progettando di lasciarlo a casa
quando tornava dalle vacanze. Aveva un ufficio, se
volevano perquisirlo. Purtroppo di lui aveva solo un
numero di cellulare. Mulder lo trasmise ai Gunmen
sperando che riuscissero a rintracciare la sua abitazione.
Krycek cominciò a perquisire i cassetti, ma non trovò
niente di rilevante. Tranne un appunto: Oggi è il giorno
del gioco. Lo porse a Mulder disgustato.
Ringraziarono di tutto il direttore e poi se ne andarono.
Il cerchio si stava stringendo, Krycek chiamò Gonzales
per dirgli quello che aveva scoperto.
"Pensi che i Gunmen riusciranno a risalire
all'indirizzo del tipo?"
"Di solito ci riescono. Senti, domani io e Scully
andiamo a Laketown credo si tratti di un pro forma, per
la storia dei due scheletri. Poi ci risentiamo, tu magari
vedi cosa riesci a scoprire".
"Va bene", di colpo Alex si piegò in due,
qualcuno la stava picchiando, sul ventre, bastardo...
Sentì che bagnava le mutande con qualcosa che comprese
essere sangue, maledetto, cosa le stava facendo... Si
contorse dal dolore, mentre Mulder accostava e Scully
correva in suo soccorso.
"Non
ha lesioni di nessun tipo", mi dice Scully. Siamo a
casa, ha visitato Alex personalmente, ho visto un po' di
imbarazzo negli occhi di lui, lo capisco, una donna come
Scully che ti mette le mani addosso, sia pure
professionalmente, è un'esperienza molto eccitante.
"Però ha perso del sangue dall'ano, come se
qualcuno gli avesse infilato dentro qualcosa",
continua lei.
Sarei tentato di dire una battutaccia poco gentile, ma mi
trattengo. Bastardo o non, forse devo cominciare a
rispettarlo.
"Non capisco cosa sia Mulder..", conclude lei.
Alex insiste per andarsene, dice che vuole raccogliere
altre notizie. Noi ci prepariamo per Laketown, Frances ci
ha preparato un magnifico sushi. Protesta per un tizio
che sono due mattine che le rompe le scatole, dice che
abita qui vicino.
Decido che se continuo gliene dirò quattro. Un tizio che
rompe le scatole... dobbiamo sempre distinguerci noi
uomini.
Era tutto
pronto anche per la terza bambola. Sua madre sbuffava,
diceva che si era esposto troppo, che lei non poteva
continuare a coprirlo per sempre, ma lui alzò le spalle.
Quella smorfiosa avrebbe finito di andare in giro da
sola, di leggere schifezze e si sarebbe dedicata ad un
uomo, finalmente. Come dovrebbero fare tutte le donne.
Carini i giochetti con le due, peccato che cominciassero
a rompersi. Peggio per loro, così imparavano a fare cose
non da donne, e a non sottomettersi di loro spontanea
volontà. Poi avrebbe dovuto trovarsi un altro lavoro, lo
sapeva, là non gli piaceva, troppe donne a lavorare.. e
poi forse si era già bruciato, o forse no, era sempre
così brutto cambiare casa, e smontare la sua stanza dei
giochi..
Laketown
sarebbe un posto bellissimo. Il Michigan è stupendo. Le
foreste sono stupende. Una famiglia di procioni ci ha
tagliato la strada. Ma siamo qui per ridare un'identità
a due bambine che hanno pagato caro il fatto di andare a
scuola, di amare lo sport e i sogni. Per colpa di
qualcuno che va preso. E al più presto. Credo che nel
loro cuore i familiari di Myrna e Sandra sapessero che
non sarebbero mai più tornate, sapessero che quei due
scheletri non erano di due barboni infreddoliti (qui non
ce ne sono) ma delle loro bambine. Li vedo quasi
sollevati, quando finalmente, dopo gli accertamenti e i
paragoni, hanno un nome. Il fratello di Sandra ha un paio
d'anni più di me, lo sento vicino a me in questo
frangente.
"Io ho sempre pensato che fosse Maurice. Quel
bastardo una volta strappò di mano a Sandra un libro e
glielo bruciò, dicendo che le donne devono solo essere
al servizio degli uomini. Fermatelo, vi prego. E ora che
smetta, per sempre".
Ci riavviamo a casa, e ci contatta Frohike per dirci che
ci sono altri casi strani, analoghi, in altre città dove
senz'altro ha risieduto il nostro uomo: a Dallas, a
Phoenix e a San Diego. Dice che sta raccogliendo
materiale, e presto ce lo invierà o ce lo farà avere.
Chiamo Alex, che mi dice essere a caccia di tracce, nei
posti frequentati da Olga, e che ci sono molti
avvistamenti. La gente l'ha notato. Ma noi potremo solo
essere contenti quando le due ragazze saranno salve. E se
Carr non sarà più messo in condizione di nuocere.
Alex Krycek
era stato in giro tutto il giorno. Era di nuovo vicino a
casa di Olga, a guardare quel giardino che le era stato
fatale. Da una certa ora in poi si riempiva di gente che
portava a spasso i cani, forse bastava uscire un'ora dopo
e non le sarebbe successo niente. Krycek notò un barbone
che non aveva visto prima sedersi su una panchina. Non
era di quelli molesti, aveva un gattone fulvo che stava
paziente ai suoi piedi. Il gattone.. Olga...
Alex gli si avvicinò:
"Mi scusi, conosce questa ragazza?"
"Certo che la conosco. Io sono due settimane che non
sto più qui, hanno cercato di rimandarmi in
quell'ospizio, ma io sto bene qui, là non mi lasciano
tenere Napoleone... Lui, cioè. Sa che Olga me l'ha
guarito? Che brava!!"
"E' scomparsa, immagino che lei non lo sappia"
"Lo sapevo che quel farabutto l'avrebbe rapita, la
seguiva sempre, l'ho anche detto in giro, ma mai nessuno
che mi ascolti!"
"Chi era?"
"Un tipo, tozzo e brutto, non che io sia bellissimo..
La seguiva sempre o visto o non visto, la filmava, faceva
di tutto".
Alex tremò. Se quel barbone fosse stato presente
l'avrebbe salvata. E avrebbe fermato il bastardo. Oh, sì.
"E il buon Apache, che sono io, è sempre affidabile.
Quella carogna arrivava sulla Taurus, e doveva vedere
come guardava con disprezzo il mio Napoleone, ma lui gli
soffiava sempre, vero micione?"
"Aveva una Taurus, signor Apache?"
"Apache e basta. Sì una Taurus, io sono un patito
di auto, quelle degli altri, ovviamente, se ne trovo
qualcuna rotta la rendo la mia casa, con Napoleone. Aveva
la seguente targa: W1331."
Alex mise in mano a Apache un fascio di soldi:
"Questi sono per te, prenditi una vera casa, per te
e Napoleone. E ne avrai altri. Grazie!!"
"Grazie a te, Napoleone ha nostalgia dei croccantini
della bella signorina".
Alex cercò
spasmodicamente un locale con Internet. Si collegò, andò
dove gli avevano insegnato, e immise la targa.
Venne fuori una foto, di una donna, Mary Carl, la madre
di Maurice il bastardo.
E un indirizzo di Crystal City, vicino a Washington.
Oddio. Alex lo lesse e rilesse. Non lì, proprio lì.
Doveva avvisarli e di fretta, doveva correre là. Mulder
e Scully erano in aereo e non riusciva a raggiungerli. Si
diresse di corsa là, da loro. Sarebbe arrivato prima.
Mulder e
Scully scesero dall'aereo e riaccesero il cellulare.
Squillò subito. Era Frohike.
"Ho scoperto dove sta Carr, ho scoperto dove sta
Carr"
"Dove?", chiese Mulder.
"E' un tuo vicino di casa, Mulder".
Di colpo Mulder si irrigidì. Il tipo che dava fastidio a
Frances. Certo, c'era sempre stato un tipo che dava
fastidio. Dovevano correre subito.
Frances uscì
dall'auto, il tempo di rinfrescarsi e poi una corsa al
supermercato dove avrebbe comprato un bel pollo tandoori
per sua cugina e il caro Mulder. Era davvero fortunata
Scully ad avere un marito così eccezionale, così dolce,
adorabile.. A lei venivano dietro solo brocchi orrendi,
persone che non capivano il suo mondo interiore, che non
volevano condivididere il suo modo di vivere. Meglio
sole, allora. Di colpo una mano con il cloroformio la
afferrò, mentre cadeva vide che era il rompipalle del
mattino..
Alex arrivò
a rotta di collo di fronte a casa di Mulder. C'era l'auto
di Frances ferma. E la borsa buttata lì vicino.
Maledetto, per sua disgrazia era diventato imprudente.
Peggio per lui. Alex Krycek suonò con fare noncurante
alla casa del maniaco. Una, due volte. Una donna dall'età
indefinibile gli venne incontro.
"Cosa vuole?"
"Voglio parlare con suo figlio"
"Mio figlio è stanco, sta dormendo".
"Lo svegli"
"No, non posso..."
"Beh, io entro lo stesso!", diede il calcio
della pistola su quella donna. E vide mentre cadeva che
lei sapeva tutto, che lei stava a guardare il figlio
commettere i suoi crimini. Bastarda, a te penserò dopo
si disse.
Entrò in casa.. Erano in cantina, ne era sicuro...
Si diresse là, aprì la porta, erano in tre.. Olga e la
ragazza giapponese legate a tavoli di tortura.. e la
terza ragazza, oddio era la cugina di Scully, era ancora
vestita e legata ad una sedia. Lui corse giù, le sciolse
dalle corde, cercando di tenere a freno la sua
indignazione e il suo odio, ora era pieno di odio,
riviveva violenze su violenze dentro di sé, in un lampo,
cominciando da due ragazzine in riva ad un lago, due
ragazzine piene di vita spezzata di colpo... e poi altre
donne, mille altri volti uccisi da questo bastardo, lui e
la sua ossessione...
Alex sentì che le ragazze erano vive, malgrado due
fossero conciate male, e si sentì sollevato. Vi porterò
fuori, non sarete più bambole ma donne...
Un rumore lo fece girare. Il mostro era lì. Bastardo,
assassino.
Gli si avventò contro:
"Maledetto, mi hai rovinato il gioco, erano solo
bambole da sottomettere!"
Alex sguizzò via, e colpì con un pugno Carr.
"Prega che arrivi l'FBI nei prossimi dieci secondi",
disse puntandogli contro la pistola.
"Loro non devono studiare, non devono avere altro
che non i nostri cazzi per la testa!", farfugliò
lui.
"Come no", fece Alex facendogli scoppiare il
cranio. Poi si dispiacque. Aveva privato i detenuti di un
divertimento assicurato.
Un urlo lo sorprese. La mammina del mostro lo stava
guardando dall'altro della scala, stravolta.
"Lui aveva ragione, lui aveva ragione, noi dobbiamo
servirlo..." si stava avventando contro di lui,
quando una pallottola la fermò. Erano arrivati Mulder e
Scully.
Frances ora
dorme tranquilla. Per Yumi e Olga tornare a vivere sarà
dura, dopo quello che hanno subito, Scully si è detta
disponibile a offrire la sua consulenza, e anch'io potrei
ricordarmi di avere una volta preso una laurea in
psicologia. Izawa stringe la mano ad entrambi, e poi si
inchina, seguendo antiche tradizioni.
Vedo Gonzales stringere la mano ad Alex Krycek, porgergli
dei soldi che lui rifiuta, scrivendogli su un foglietto
la persona a cui darli. Credo si tratti del barbone
gattofilo.
Abbiamo scoperto che Carr era implicato in varie
sparizioni, e sua madre, ora grave ma fuori pericolo era
sua complice. Non solo: sua madre aveva ucciso il marito,
colpevole di trascurarla per altre cose. Anche se Carr è
morto, e ho visto la ferocia negli occhi di Krycek per
averlo ucciso, in ogni caso il caso è ancora aperto,
anche se lo seguirà più che altro la polizia.
Alex si allontana da Gonzales e viene verso di noi:
"Mulder perchè due persone si possono comportare
così? Cosa li ha resi così mostri?"
Non ho una risposta. Passo un braccio intorno a Scully,
noi abbiamo sfidato le regole del Bureau, continuiamo a
lavorare e stiamo insieme, ci amiamo follemente, abbiamo
visto tanto male intorno a noi, ma non abbiamo una
risposta. Esistono esseri come Carr. E basta.
"Io sono più mostro perché l'ho ucciso? Non credo,
sai.... Non mi sento tale... Ci rivediamo"
Lo vedo andare via. E sento di dargli ragione. Carr
andava fermato. Lui e i suoi folli giochi con le bambole.
Vado a casa con Scully. La bacio in auto, so già cosa
faremo. La voglio, la amo, una donna, non una bambola.
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