Demone
Tentatore
"NAMAGOMIIII!!!!!!!!!!"
ovvero 'Tutti gli strilli di Philia-chan'
Se l'era trovato di
fronte un giorno, improvvisamente.
Viveva fra gli umani da tre anni e ormai si era
perfettamente abituata a mantenere quella forma in
qualsiasi occasione. Ma in quella tarda mattinata di
settembre la coda le schizzò fuori da sotto il vestito,
mostrando il grosso fiocco rosa che lo ornava a tutti i
suoi clienti.
Philia aveva i brividi... che sensazione orribile!
Sembrava che l'aria si fosse fatta improvvisamente
pesante e le stesse cadendo addosso in appiccicosi
brandelli di ragnatela. Quel disagio si faceva più
intenso man mano che la ragazza si avvicinava
all'ingresso del suo elegante negozio di anticagl... ehm,
antiquariato.
Una figura oscura si stagliava contro la luce del
mattino, ma lei non aveva bisogno di vederlo in volto per
capire chi fosse. La sua coda si tese al massimo e i
clienti cominciarono prudentemente ad allontanarsi,
dirigendosi verso l'uscita di sicurezza.
Xelloss se ne stava tranquillamente in piedi accanto ad
un espositore: teneva un vaso con due dita e lo osservava
con aria critica, leggermente schifata.
Dietro di lui Philia gli si stava avvicinando, minacciosa.
Prese fiato, spalancò la bocca e... il grido di
battaglia che la ragazza-drago stava preparando si mutò
improvvisamente in uno strillo isterico quando il demone,
data un'ultima occhiata al prezioso oggetto, se lo gettò
dietro alle spalle con uno sbuffo. Philia si lanciò in
un tuffo disperato nel tentativo di recuperarlo.
Cadendo rovinosamente a terra riuscì a salvare il vaso
per un soffio ma purtroppo, nella foga del suo slancio,
aveva urtato e fatto saltare il cavalletto di sostegno di
una collezione di ceramiche orientali. Come uscito dal
nulla, Gourabos li prese tutti al volo, reggendoli in
equilibrio su più parti del corpo.
Sfortunatamente, l'ingombrante tavola sulla quale i
piatti erano esposti non fermò la sua parabola aerea,
centrando in pieno un marmo antico e diversi altri
oggetti alla sua destra e alla sua sinistra. Jiras,
ancora impegnato nel piano di sfollamento del negozio (quando
è possibile, meglio evitare le vittime civili), guardava
quella desolazione con occhi sbarrati.
Il tutto in quattro secondi e 37 centesimi.
Xelloss fece un giro su se stesso e poi, con viso
ridente, si addentrò nel negozio semidistrutto,
calpestando 'qualcosa' di morbido. Abbassò lo sguardo al
pavimento: "Oh, buongiorno Philia!" la salutò
affabilmente, evitando la di lei mazza chiodata, diretta
alla sua mascella.
Il volto della giovane drago dorato stava prendendo tutte
le tinte possibili tra l'ocra e il prugna finche, con
occhi iniettati di sangue, sbraitò: "NAMAGOMIIIII!!!!!!"
[1]
"Sì, anch'io sono felice di vederti. Ti trovo bene.
E come sta Val-chan?"
"Per te non sta! Tu prova solo ad avvicinarti a lui
e ti mostrerò la mia personale interpretazione della
frase 'raccolta differenziata dei rifiuti'!!!"
*Hai-hai... cominciamo bene!* pensò Xelloss, mentre il
suo volto si atteggiava ad un'angelica espressione del
tipo 'ma che le avrò mai fatto?'. Litigare subito sul
delicato argomento Valgarv non era il modo migliore per
cominciare una pacifica conversazione, così decise di
sorvolare e ripartire dall'inizio.
"Bel negozio, Philia-san. Chi è l'arredatore?"
Le tenebre calarono su di lui quando la pesante mazza di
Philia riuscì finalmente a colpirlo in mezzo agli occhi.
"Ma dove cavolo
l'ho nascosta?" Philia stava cercando qualcosa,
infilata per metà nella sua dispensa. Intorno al lei
regnava il caos più totale: pentole, piatti e cibarie di
varia natura sommergevano il pavimento e buona parte
della mobilia. Più che una cucina, quello sembrava un
campo di battaglia.
La bionda scattò in piedi, cominciando a lamentarsi ad
alta voce, infuriata "Ah no, questo è troppo! Prima
arriva Xelloss a rovinarmi una giornata cominciata
splendidamente, poi Jiras mi costringe a portarlo IN CASA
MIA, perché se lo lasciavo sanguinante nel negozio ci
rovinava il commercio... e per finire in bellezza,
Gourabos mi 'suggerisce' di starmene qui, visto che ci
sono, a far da balia a quello sgorbio perché non combini
altri guai. Sono incavolata nera... e non riesco neanche
a trovare la Nutella!!!" [2]
Per salvaguardare la sua linea e i suoi risparmi, era
certa di aver nascosto la preziosa crema in un luogo
sicuro e poco in vista... ma non ricordava più quale!
Aveva già ribaltato il bagno, la sua camera e il
ripostiglio. Niente.
Escludendo a priori la stanza di Valgarv, era passata
alla cucina:
forse l'aveva riposta nel luogo più convenzionale perché
sapeva che non sarebbe mai andata a cercarla lì, se
fosse stata colta da raptus 'mangiandi'... idea
ingegnosa, no?
Invece era stato un altro buco nell'acqua. Si stava
veramente spazientendo.
In salotto? Hm, no, aveva già sperimentato che i luoghi
banali non la ispiravano, però... la botola sul soffitto!
Ma certo! Scavalcando le sue provviste per l'inverno passò
nella stanza attigua, spostò un paio di poltrone e si
apprestò a raggiungere lagognata preda.
"Salve!" ^^
Xelloss le era apparso all'improvviso sopra la testa,
proprio mentre era arrampicata sulla cima di una scala
dall'equilibrio precario. "AAARGH!!"
Pardon. una scala senza equilibrio. Philia precipitò
rovinosamente a terra. Chissà perché, ogni volta che lo
incontrava finiva sempre in quel modo... "Fatta
male?" Il demone smise di fluttuare e le si avvicinò,
osservando interessato lo stampino che lei aveva lasciato
nel pavimento.
"Stupido mazoku! [3] Ma ti sembra il modo di
apparire? Per poco non ci lasciavo le scaglie!!"
"Dovresti usare una scala più solida..."
rispose lui, dando un calcio a quel che ne restava.
"Bada ai fatti tuoi! Quella scala era solidissima
prima che arrivassi tu!"
"Allora forse dovresti metterti a dieta. Guarda che
razza di voragine hai lasciato per terra..."
"CHE COSA HAI DETTO!?!" Philia sfoderò la
mazza e si preparò a lanciarsi verso quel demone
impudente, quando "HUGH!" rimase bloccata.
"Ohi Philia, ti sei incantata?"
"AAAAAAH! Non riesco a muovere la schiena! Mi sono
rotta qualcosa... NOOOO! Non potrò più lavorare, gli
affari andranno male, faremo bancarotta e finiremo in
mezzo a una strada... e tutto per colpa tua! Avrai il
destino di un'intera famiglia sulla coscienza, dannato
demonio!"
"Su Philia, non esagerare: voi non siete una
famiglia."
Gli occhi della ragazza-drago mandavano scintille.
Xel abbassò la testa, dicendo in tono afflitto "Ho
capito, ho capito... vediamo che si può fare" poi
le si avvicinò, prendendola in braccio.
"AAAH! Ma sei impazzito? Potrei avere delle lesioni
alla colonna
vertebrale, non devi muovermi!"
"Non dire stupidaggini! Al massimo avrai qualche
livido... comunque credo che tu debba metterti veramente
a dieta. Pesi"
Philia gli addentò la spalla.
Alcuni minuti (e incidenti) dopo, Xelloss la depositò su
di una sedia dall'altro lato della stanza.
Il mazoku si prese il mento in una mano "Dunque,
quale potrei usare?"
"Ehi, che intenzioni hai?"
"Niente di particolare, pensavo solo che se ti fossi
davvero rotta qualcosa ti saresti già curata da sola con
un incantesimo. Secondo me la schiena ti fa male perché
sei sempre nervosa e di conseguenza hai tutti i muscoli
rigidi..."
"Chiudi il becco, io non sono nervosa! Sei tu che mi
innervosisci!"
"Certo, certo..." Xelloss schioccò le dita:
uno dei tavolini del salotto prese vita e cominciò a
camminare verso di loro.
Philia osservava inorridita.
Quando quella 'cosa' li ebbe raggiunti, Xelloss la fermò
e tolse la tovaglia di lino. Come in gioco di prestigio,
sotto apparvero diverse boccette di vetro scuro.
"Vediamo... questo no, questo nemmeno..." il
demone le stava esaminando con aria da intenditore.
"Che roba è?"
"Oli per massaggi"
"COSA?"
"Oli per massaggi"
"Ma tu sei matto!"
Fece per alzarsi ma ad un nuovo schiocco di dita del
demone i braccioli della sedia le imprigionarono le
braccia, impedendole di muoversi.
"Che schifo! Lasciami andare!"
"Ah, ecco qui! Mirra! Proprio quello che cercavo"
"LIBERAMI!"
"Sta buona, Philia. Sono un maestro in queste cose"
"Non me ne frega niente! Non voglio"
"Io invece mi diverto, perciò tu chiudi il becco e
sopporti" e si spostò alle sue spalle,
raccogliendole i lungi capelli biondi in cima alla testa,
in una crocchia disordinata.
Philia provò a teletrasportarsi, ma sembrava che Xelloss
le avesse bloccato i poteri. Non poté far altro che
osservarlo con orrore mentre appoggiava i guanti sul
tavolino semovente, per poi riempire l'incavo della mano
con un liquido ambrato. Un aroma di spezie si diffuse per
la stanza... poi sentì freddo sulla schiena.
"Che stai facendo?"
"Ti apro il vestito"
"AH! Maniaco! Pervertito!"
"Preferiresti che te lo macchiassi con questa roba?"
e così dicendo le appoggiò le mani sulle spalle,
scendendo verso le clavicole.
Philia era del tutto spiazzata e, in quella situazione
decisamente imbarazzante, non trovò condotta migliore
che mostrarsi fredda e distaccata, come se nulla stesse
accadendo.
Naturalmente, dentro di se moriva di vergogna.
Rimase con le spalle dritte e la testa alta mentre le
dita del demone le picchiettavano la base del collo,
accarezzavano la nuca e poi scivolavano verso le scapole,
disegnando fitte spirali.
Si era creato un silenzio strano, del tipo che precede
momenti carichi di aspettative. Non lo sopportava. Lo
infranse. "Cosa ci fai qui?" chiese, impettita.
Xelloss non smise di armeggiare dietro di lei "Uh?
Non te l'ho ancora detto? Che smemorato! Vengo a stare da
te." fu la sua angelica risposta.
Di nuovo silenzio.
Quella totale mancanza di reazioni da parte di Philia
suonava sospetta.
Il demone si curvò un poco in avanti, quel tanto che
bastava per riuscire a guardarla in volto: la ragazza
aveva gli occhi chiusi, i lineamenti inespressivi.
"Puoi ripetere?" gli sussurrò.
"Ehm... sono venuto qui per farmi ospitare un po' di
tempo. Tutto chiaro?"
"Ma certo! E quale stanza preferisci? La mia, quella
di Valgarv o ti è più congeniale il bidone
dell'immondizia?" Ribatté lei con voce mielata.
"Non stare a disturbarti... mi risulta che tu abbia
una stanza degli ospiti, no? Mi accontenterò di quella.
Tanto io non dormo nemmeno!"
Con Xelloss ogni sarcasmo era sprecato...
Philia ci aveva provato, giurò a Cepheed che aveva
tentato di rimanere tranquilla, comportandosi da ragazza
fine e signorile. Lei era una ragazza fine e signorile!
Era Xelloss che aveva il potere di farla andare in
bestia, non era colpa sua...
"TI SEI BEVUTO IL CERVELLO STAMATTINA?"
"Hm-hmm. Ma non il mio."
Lei ignorò il commento "E per quale inderogabile
ragione un drago di nobili origini come me dovrebbe
insozzare la propria dimora dando asilo ad un essere
indegno quale tu sei?!" Philia ansava dalla rabbia,
ma sembrava che il mazoku non si fosse nemmeno accorto di
quella tirata. Le sfiorò la colonna vertebrale con i
polpastrelli, strappandole un brivido.
"Su, Philia-chan! In onore dei vecchi tempi..."
"Tu chiamami ancora Philia-chan e di te non
resteranno altro che quelle belle memorie!"
La ragazza drago era irritata, oltremodo irritata, ma
infine la curiosità ebbe comunque il sopravvento "Giusto
per saperlo... qual è il motivo che ti costringe a
venire da me ad elemosinare un letto?"
"Sore wa himits... [4] anzi, no! Facciamo così: io ti
racconto cosa ci faccio qui e tu, in cambio, mi ospiti.
Ci stai?"
"Sognatelo."
"Ok, è deciso. Vedi di non rimangiarti la parola,
eh?"
Philia scosse piano la testa. Le stava venendo una
tremenda emicrania.
"Allora... come te lo posso spiegare? Trovato! Di
certo a scuola ti avranno insegnato che noi mazoku non
siamo altro che bruti massacratori di poveri draghi
indifesi..." Philia cercava di non ascoltare. Si
limitava a far entrare le parole di Xelloss in un
orecchio tentando di scacciarle dall'altro senza che
arrecassero troppi danni. "... ma è una
generalizzazione . In genere la mia specie preferisce
giocare d'astuzia: se opportunamente manovrato, anche un
essere insignificante può diventare un'importante pedina
del gioco..." Solo quando il rombo che le occupava
il cervello sfumò, la ragazza-drago iniziò ad afferrare
la portata di quello che le stava dicendo. "...Per
tornare a noi, credo che tu sappia che vicino a questa
città sorge un famoso monastero. Ecco, lì vive un
monaco che molti reputano giusto e saggio. Il classico
sant'uomo, hai presente?..." Xelloss le stava
esponendo i suoi piani. "...In realtà è solo un
povero idiota, ma grazie alla considerazione che gode
presso la popolazione, una volta portato dalla nostra
parte risulterà molto utile."
Xelloss le stava svelando un segreto.
Ne parlava con lo stesso tono di voce che avrebbe usato
per decantare le lodi di un gelato, ma quello che stava
raccontando era innegabilmente serio.
"Anch'io conosco la fama di quel monaco e so di per
certo che possiede una tempra di ferro. Cosa ti fa
credere che riuscirai a traviarlo?"
Philia non aveva potuto esimersi dal commentare.
Alle sue spalle, il demone sogghignò divertito. Si chinò
in avanti e le sussurrò "Io so essere molto
convincente, quando voglio..."
Xelloss si era appoggiato alla sua schiena nuda e mentre
le parlava le labbra le sfioravano l'orecchio. Philia
sentiva il fiato caldo del demone lambirgli la pelle a
ogni parola.
Una ciocca di lisci capelli scuri le era scivolato sulla
spalla e le solleticava la pelle, accarezzandole l'incavo
del collo.
Quell'insieme di sensazioni piacevoli... troppo piacevoli...
generava un terribile contrasto con le parole che Xelloss
le stava sussurrando:
dove andare, chi cercare, come sedurre, in quale modo
corrompere...
Tutto ragionato e calcolato nei minimi dettagli, ed
esposto con glaciale tranquillità. Lo stesso gelo che
serpeggiava nella sua voce, facendola apparire tanto
diversa dal solito.
Lo stesso pericoloso freddo che avvertiva all'origine di
tutto questo, come una massa d'acqua scura che incombeva,
pronta a travolgerla. Le sembrava di impazzire, ma per
quanto si sforzasse non riusciva a chiudere la mente a
quella percezione di tenebre. Allora si concentrò su di
essa, cercando di capirla, carpirne il segreto, così da
annullarla.
Quel peso, quella pressione quasi fisica, veniva da
dietro di lei... da Xelloss? Forse... A pensarci bene,
ricordava molto l'intenso fastidio che provava ogni qual
volta avvertisse la presenza di un mazoku vicino a se.
Solo, centinaia di volte più intenso.
Qualsiasi cosa fosse, doveva essere strettamente legato
all'intima natura di demoni.
Come ogni ryuzoku [5] lei non aveva le capacità per
avvertirlo così a fondo, si era sempre limitata a
sentirne l'ombra, il riflesso... Perché questa chiarezza
ora?
Spalancò gli occhi e sentì il sangue defluirle dal viso.
Era Xelloss, non c'era altra spiegazione.
Lui le stava mostrando le nere profondità della sua
anima.
Philia non volle chiedersi il perché, non voleva saperlo.
Cercò disperatamente di uscire da quello stato di trance.
Niente.
Tentò di nuovo, ma era ancora in trappola. Eppure doveva
riuscirci o sentiva che non sarebbe più stata in grado
di staccarsi da quell'oscurità avvolgente, tanto fredda
da... da... da bruciare. Come la neve.
Boccheggiò, quasi le mancasse l'aria: sentiva che il
buio la stava sopraffacendo, quando Xelloss si scostò.
Aveva terminato la sua esposizione di massacri e
tentazioni che lei, nonostante quella disperata battaglia
interna, aveva ascoltato fino all'ultima sillaba.
La ragazza chiuse gli occhi. Si sentiva la pelle coperta
da un velo di sudore, e aveva il fiato corto. Cercò di
calmarsi respirando profondamente. Quando rialzò lo
sguardo, notò che il demone le si era spostato davanti e
la osservava, sorridente.
"Ecco, ho finito!" Parlò usando il solito tono
idiota. Incredibile quanto potesse essere veloce nel
mutare i suoi atteggiamenti. Philia lo stava studiando
con lo sguardo, ma lui ignorò volutamente la sua
espressione turbata "Per finire il discorso, quello
che mi si prospetta è un lungo lavoro di strategia. Mi
ci vorranno settimane per portare a compimento ogni
dettaglio e non voglio passare questo tempo andando
avanti e indietro tra qui e la Wolf Pack Island... Potrei
affittare una stanza in locanda, ma sai com'è fatta la
gente: basta che una persona abbia qualche atteggiamento
un poco fuori dal comune e subito le chiacchiere si
sprecano. Capirai anche tu che non posso proprio attirare
l'attenzione su di me, o ne andrebbe della buona riuscita
del mio incarico! In definitiva, stare da te è la
soluzione migliore."
Philia non era proprio nello stato d'animo idoneo per
ribattere, ma c'era talmente abituata che lo fece
d'istinto "Bella scusa quella della troppa distanza
tra qui e quel letamaio della tua abitazione... ma chi
vuoi prendere in giro? Con il teletrasporto ci metteresti
un attimo!"
Xelloss mise un broncio da bambino "Suvvia... non
sporco, non dormo e mangio solo gelati..."
"Suvvia un corno! Tu non stai a casa mia, punto e
basta!"
Il mazoku le mise l'indice davanti al viso, scuotendolo
"No-no, Philia!
Noi abbiamo fatto un patto e adesso devi rispettare la
tua parte!" Poi si osservò il polso, come per
guardare le ore da un orologio che non aveva "Ops!
Sono in ritardo già dal primo giorno di lavoro... devo
scappare!" Fece tre passi in direzione della porta,
ma svanì prima di raggiungerla.
Nell'attimo in cui la sua presenza si dissolse dalla
stanza, Philia tornò in possesso dei suoi poteri e la
sedia la lasciò libera. Chiudendosi il vestito, la
ragazza gettò un'occhiata al salotto: ad eccezione del
tavolino fuori posto, niente dava segno che qualcosa
fosse successo.
Mentre si appoggiava al davanzale della finestra si
sciolse i capelli e cominciò a pettinarli con una mano.
Le si agitava dentro un turbinio di pensieri sfocati e
confusi, ma lei chiuse ermeticamente la sua mente. Non
voleva pensare.
Posò pigramente lo sguardo sulla vita che le scorreva
davanti agli occhi, osservando le massaie che
passeggiavano in gruppetti, il fruttivendolo davanti a
casa che decantava la sua merce, il carrettiere che
incitava il mulo a proseguire... Lasciò che il
tranquillo tran tran quotidiano dei suoi concittadini le
calmasse l'animo.
"Mi sono lasciata fregare..." disse, senza
rivolgersi a nessuno in particolare. Poi girò su se
stessa e tornò risolutamente al suo lavoro.
NOTE:
1= "namagomi"-->
"spazzatura fresca". E' così che Philia
interpella Xel
durante Slayers Try.
2= "Nutella" -->
arcana sostanza originaria del profondo occidente.
Provoca forme maniacali di dipendenza, tanto da
costringere le autorità a
dichiararla fuori legge. Tuttavia è ancora possibile
recuperarla sul
mercato nero (a costi esorbitanti, naturalmente)
3= "mazoku"--> "demone"
da MA/demone e ZOKU/razza.
Per pignoleria, preciso che esiste almeno un'altra
possibile
traduzione: MAZO/masochista e KU/paura, agonia.
Fate un po' voi... ^^...
4= Xel stava per dire 'Sore wa
himitsu desu!', ovvero 'questo è un
segreto!' La sua solita battuta, insomma...
5= "ryuzoku"-->
"drago" da RYU/drago e ZOKU/razza.
Questa
casa non è un albergo! (forse...)
Per Philia Ul Copt:
Ehilà Philia!
Prepara le camere per gli ospiti: saremo lì a giorni.
Rina Inverse & Gourry Gabriev
Philia aveva ricevuto
questo corto messaggio solo da un paio di giorni e il suo
primo pensiero era stato "adesso dove li infilo
anche questi?". Comunque, nonostante alcuni piccoli
problemi organizzativi, fu oltremodo felice di vedere la
coppia di amici entrare rumorosamente nel suo negozio.
Era tanto che non si vedevano e poi... aveva bisogno di
qualcuno con cui poter parlare.
"Philia! Quanto tempo!" Rina si stava
sbracciando nel salutarla, mentre attraversava la stanza
con il suo solito fare baldanzoso.
"Ciao Philia! Come te la passi?" Gourry veniva
proprio dietro di lei, con un largo sorriso sulla sua
faccia da bravo ragazzo.
Philia era alla cassa, dove stava finendo di
impacchettare l'acquisto di una cliente.
"Ragazzi! Che piacere vedervi! Un momento e sono
subito da voi" Poi, rivolgendosi alla donna "Ecco
a lei signora Trikosky. E torni ancora a trovarci!"
Mentre lei era impegnata in quelle formule di cortesia,
Rina si era buttata a sedere sul bancone, mettendosi ad
osservare il negozio. Era una sala molto luminosa, con un
alto soffitto di travi dalle quali pendevano alcuni rami
di rampicante. Espositori e vetrine riempivano lo spazio,
coprendo le pareti e creando un piccolo labirinto di
porcellane lucenti.
Emise un fischio di ammirazione "Niente male Philia!
Ti sei ingrandita parecchio dall'ultima volta che siamo
stati qui"
"Ti piace come ho sistemato il negozio?"
"Devo ammettere di sì...questo posto ti si addice
proprio"
"Grazie Rina! Allora fammi un favore: leva
immediatamente il tuo sedere dal MIO preziosissimo
bancone in noce! Non te lo avevo già detto?"
"Che pignola..." la maga saltò a terra con uno
sbuffo.
"Gourry, Rina! E' un sacco che non passate a
trovarci!"
I due si voltarono in direzione della voce e videro
Gourabos uscire da uno sgabuzzino, armato di una scopa di
saggina.
"Salve!" Gourry si avvicinò al grosso troll,
battendogli cameratescamente una mano sulla spalla.
"Uh, sì... salve Gourabos e... -mpfh!- complimenti
per il look!" La maga si stava quasi strozzando
mentre cercava (senza molto successo) di trattenersi dal
ridere.
Gourabos abbassò le orecchie, arrossendo violentemente,
e portando lo sguardo sull'adorabile, leggiadro
grembiulino che indossava "E' Philia che insiste per
farmelo mettere..." bofonchiò tra i denti, mentre
Rina era ormai prossima al collasso.
"Insisto perché voglio dare un aspetto ordinato e
professionale a questo negozio! Come farebbero altrimenti
i miei clienti a riconoscere i commessi?" Fu
l'irritata replica della bionda.
Gourry pensò che Gourabos non era certo tipo da passare
inosservato, ma non s'azzardò a proferir parola (aveva
ormai da tempo imparato che per la sua salute era molto
meglio non contraddire le sue care amiche...)
"Hm, già - riprese Rina, non appena le riuscì di
tirar il fiato- e poi devo ammettere che i colori
pastello si intonano perfettamente con quello della tua
pelle... pfh!!!"
"SGRUNTH!" Il povero troll le lanciò
un'occhiataccia mentre Gourry, imbarazzatissimo, tentava
di convincerla a ricomporsi "Andiamo, Rina! Non è
gentile da parte tua ridere così di lui solo perché è
grosso, gobbo, orbo, brutto, verde e quel vestito lo fa
sembrare un maniaco..."
A quel punto Gourabos se ne andò via, avvilito. Uscì
dal negozio e si mise a spazzare l'ingresso, prima che lo
spadaccino potesse dedicargli altre 'gentili parole'.
Rina stava ancora sghignazzando, accasciata contro il
bancone.
Philia sospirò "Non siete stati per nulla gentili
con lui... ma sapete quanto tempo mi ci è voluto per
convincerlo a mettersi quell'uniforme? Guai a voi se per
colpa di questa discussione si rifiutasse ancora di
indossarla! Prima di partire andrete a scusavi, intesi?"
La rossa si rimise in piedi, asciugandosi le ultime
lacrime "...hm, sì, certo!... Senti, ma Jiras che
fine ha fatto? Anche lui lavora ancora per te?"
"Oh, certo! Oggi sta sbrigando degli affari in giro
per la città, se volete lo potrete incontrare più tardi.
Adesso che ne dite di una buona tazza di tea? Siete
arrivati in tempo per la mia pausa delle cinque!"
"Ottima idea! Avevo giusto un languorino..."
A quelle parole Philia aprì la porta che si trovava
dietro il bancone, proprio accanto a lei, mostrando delle
ripide scale che salivano verso il piano superiore. Poi
fece strada, precedendo gli amici verso il suo
appartamento.
Lo 'spuntino' venne un
po' lungo e andò ad accavallarsi alla cena, a causa del
fatto che Rina quel giorno aveva saltato il pranzo (sfortunata
coincidenza o, più probabilmente, colossale menzogna).
Alla fine Philia si era decisa ad ordinare il pasto in un
ristorante nei dintorni, essendosi accorta troppo tardi
di non avere sotto mano cibo a sufficienza per sfamare i
suoi ospiti.
Ormai la cena era agli sgoccioli: la ragazza drago
sorseggiava tranquillamente un infuso dall'aroma delicato
mentre Rina e Gourry erano impegnati a dar fondo a una
crostata di frutta. Valgarv sedeva tranquillo sul
pavimento, dall'altro capo del confortevole salotto.
Da quando Jiras lo aveva riaccompagnato a casa si era
tenuto alla massima distanza da Rina e con lei aveva
aperto bocca solo due volte, per mostrarle la lingua.
Adesso il bambino si stava dedicando a uno dei suoi
divertimenti preferiti: con dei coloratissimi mattoncini
da costruzioni edificava torri, piramidi, recinti merlati...
poi prendeva la mira e li abbatteva a pallonate.
La maga lo osservava da alcuni minuti. "...
inquietante..."
"Beh, dipende dai punti di vista - ribatté Philia,
versandosi dell'altro tea- Credo che alcuni psicologi lo
definirebbero catartico"
"Hm... meglio le costruzioni che il mondo. A
proposito, funziona bene il rifrattore?" [6]
"Come puoi vedere... ad ogni luna nuova lo carico
con un incantesimo di trasformazione, e Val ormai si è
abituato ad averlo sempre al collo"
Rina si portò una mano al petto, con fare drammatico
"Ah, che brava ragazza sono! Se non fosse stato per
me che due anni fa ho sudato sangue per creare quel
talismano, ora il piccolo Valgarv ci svolazzerebbe
attorno sotto forma di draghetto... Che indole generosa
possiedo!"
"Generosa un corno! Me lo hai fatto pagare un occhio
della testa quell'aggeggio... però devo ammettere che
hai fatto un ottimo lavoro -Philia
spostò lo sguardo sul bambino- Grazie a questo Val
riesce a vivere normalmente, ad avere degli amici, ad
andare a scuola..."
"A scuola?!" Gourry aveva un'espressione
sconvolta "Ma non è troppo piccolo? Poverino,
iniziano a torturarlo già da adesso..." e scosse il
capo, come per scacciare ricordi poco felici.
"Oh, non preoccuparti! Non è una vera scuola...
Questa è una città di mercanti e molti genitori non
hanno il tempo di seguire i propri figli tutto il giorno,
così alcune donne hanno organizzato un servizio di
assistenza per i bimbi più piccoli. Li accolgono dal
mattino fino al tardo pomeriggio, facendoli giocare tutto
il tempo... è piacevole, e davvero molto comodo."
A quella notizia Gourry si sentì molto sollevato.
"Sentite, è un po' che ve lo volevo chiedere...
avete più visto Zelgadiss?"
Durante il (lungo) pasto i suoi commensali le avevano
narrato per filo e per segno tutto quello che era
capitato loro nei due anni che erano passati dall'ultima
visita. Ora Philia era curiosa di conoscere le vicende
dell'altro compagno di avventure.
"No- le rispose Gourry, con un sospiro triste- non
si è più fatto vivo..."
"Credo che stia ancora cercando la sua cura - lo
interruppe Rina- ormai sarà giunto nell'angolo più
remoto del nuovo continente... e probabilmente ne avrà
anche scoperto un altro."
Philia sorrise "Già... non si fermerà finche non
tornerà un ragazzo normale"
Rina si batté pensosamente sul mento la forchettina da
dessert "Sinceramente mi chiedo il perché! Se
tornerà completamente umano sarà anche meno potente,
meno resistente... e con tutti i nemici che si è fatto
non so quanto gli convenga"
Gourry riemerse dalla contemplazione del dolce (una torta
di pasta soffice, ricoperta di panna e costellata di
fragole: la crostata era ormai finita da un pezzo) "Anche
di Amelia non abbiamo più saputo nulla"
"Io invece sì!"
"Davvero?"
Philia si servì una fetta di torta (dopotutto pagava lei!)
e poi spiegò "Io e lei siamo le uniche ad avere un
domicilio fisso, perciò abbiamo deciso di tenerci in
contatto via lettera. La posta ci mette un po' a
viaggiare tra qua e Saillone, ma manteniamo comunque una
fitta corrispondenza..."
Rina era raggiante "Bene! Allora, che notizie ci dai
della nostra principessa? Sempre a lottare per la
giustizia?"
"Più o meno... credo che abbia ormai arrestato ogni
brigante del suo regno, e anche in quelli limitrofi.
Nella sua ultima lettera mi annunciava di voler partire
per un viaggio..."
"Ha finito i cattivi e ne va a cercare altri?"
Rina aveva la parola 'tipico' scritta in fronte.
Philia rise "Credo di sì... e credo anche che tutti
quegli impegni di stato l'abbiano un po' stressata.
Comunque mi ha spiegato di voler partire in cerca di sua
sorella maggiore, scomparsa da anni" [7]
"Sorella maggiore?! Non sapevo che Amelia ne avesse
una..."
"Io sì!" Era stato Gourry a parlare. Le due
ragazze lo fissarono, allibite.
"COSA?! -Rina riprese fiato- E sentiamo un po':
quand'è che te lo avrebbe detto?"
Gourry si prese la testa fra le mani, in un evidente
sforzo di meningi "E' stato... aspetta... ci sono!
Stavamo cercando nonmiricordocosa per combattere contro
Valgarv e io avevo ancora la mia adorata Hikari no Ken [8]... Dovevamo raggiungere una
montagna a forma di cono gelato e, per qualche motivo, io
camminavo con Amelia appesa al braccio. Sembrava molto
arrabbiata per qualcosa, così le ho fatto un
complimento, le ho detto che era diventata più alta, e
lei... sì, a quel punto mi ha risposto che era normale,
perché in casa sua erano tutti molto alti, anzi sua
sorella maggiore era alta tanto quanto me..." Lo
spadaccino abbandonò la testa sul tavolo, stremato da
quel colossale lavoro di memoria.
Rina batte i palmi delle mani " Ma certo, mi ricordo!
Jiras ci aveva ingannati e ci stava accompagnando in una
trappola... Prima di partire avevamo partecipato ad una
specie di estrazione, per formare le 'coppie perfette'.
Amelia si era arrabbiata tantissimo perché Zel era
finito con me... Invece Philia si era rifiutata di
accompagnarci perché avrebbe dovuto formar coppia con
Xelloss!" La maga si interruppe, ridacchiando.
"Che cos'è che ti diverte tanto?" La voce di
Philia suonò 'leggermente' irritata.
"Uh, niente... è solo che mi è tornato alla mente
un particolare "
"Cioè?"
"Beh... io ero lì, a braccetto con Zelgadiss, e
stavo pensando che non era poi tanto male camminare così,
anzi..." Philia sgranò gli occhi, guardando
preoccupata in direzione di Gourry, ma Rina le fece segno
di lasciarla continuare "...così, con la mia voce
più amabile gli faccio 'Zel, a cosa stai pensando?' e
lui 'A Xelloss' -Rina sogghignò ancora una volta- Poi ha
aggiunto che non si fidava di lui e che non riusciva
proprio ad indovinare quali fossero le sue vere
intenzioni... ma vi assicuro che quando mi ha detto che
stava pensando a quel demone da quattro soldi ci sono
rimasta malissimo!"
La maga concluse la frase con un gesto enfatico delle
braccia, poi si girò verso Philia, osservandola "E
non sono la sola, a quanto pare. Ho nominato Xel due
volte, e per due volte tu hai fatto una faccia da
funerale... c'è qualcosa che non va, Philia?"
Per tutta la serata la ragazza-drago aveva cercato il
momento buono per esporre il suo problema. Ora che gliene
se ne offriva l'occasione la tranquilla, equilibrata
esposizione dei fatti che aveva mentalmente preparato andò
a farsi benedire e lei iniziò a narrare i fatti alla
rinfusa, con rimandi e anticipazioni, raccontando come il
mazoku le si fosse installato in casa e tutto quello che
era capitato fino a quel giorno. Concluse con enfasi
"Ormai sono due settimane che Xelloss mi tormenta!
Arriva sempre alle ore più indegne, sbucando fuori dai
posti più impensati: dalla doccia, dalla dispensa, dalle
anfore nel negozio, dalle pareti, dal pavimento... mai
che usi la porta! Una volta è persino uscito da sotto il
letto di Val... adesso, quando viene a dirmi che in
camera sua c'è un mostro cattivo, come faccio a dirgli
che non è vero?"
Rina ascoltò con attenzione lo sfogo precipitoso
dell'amica. Masticò un altro paio di bocconi, mentre
soppesava e confrontava fra loro tutte le informazioni in
suo possesso. Infine si decise a parlare "Stavo
pensando... in questi ultimi tre anni Xelloss non ha mai
smesso di tenermi d'occhio, quindi adesso potrebbe essere
qui per controllare me. In qualche modo sarà riuscito a
sapere che saremmo venuti a farti visita, e ha deciso di
precederci..."
"Brava Rina-san! Ottimo intuito!" ^^
Quella voce gioviale proveniva dall'alto, all'incirca dal
soffitto.
La maga non alzò nemmeno lo sguardo, ma si prese la
testa tra le mani, esasperata "Allora Xelloss, mi
vuoi dire perché sei qui?"
"Che modi! Sono almeno quattro mesi che non ci
vediamo e tu mi accogli così? Philia cara, credo che
dovresti riferire a Luna di questo suo comportamento
maleducato..."
Philia aveva incrociato le braccia sul petto, e lo
osservava con aria di sufficienza "Non credo proprio
che un demoniaccio come te possa permettersi di
pronunciare con tanta leggerezza il nome del Cavaliere di
Cepheed... e scendi da lassù, che mi sta venendo il
torcicollo!"
Ubbidiente, il demone iniziò ad abbassarsi verso di loro.
Ignorando i brividi che la scuotevano automaticamente al
sol sentire il nome della temuta sorella, Rina riprese
con voce minacciosa "Allora, ti decidi? Cosa cavolo
ci fai qui?!"
Il mazoku allungò l'indice destro davanti al viso "Sore
wa himitsu desu!" ^^
"XELLOSS!!!!!"
Quello si sturò le orecchie con un dito "Diamine
Rina! Volevi assordarmi?"
"Rispondi!"
"D'accordo, d'accordo... mi è venuta nostalgia del
vecchio gruppo e così ho approfittato di un'occasione di
lavoro per rincontrarvi"
"Certo, e Zolmaister esiste... oh, io ci rinuncio!"
"Che cattiva! Credi che ti abbia mentito? Comunque,
sai che non mi hai ancora salutato? Vabbè, adesso
rimedio io..." e così dicendo prese il viso di lei
fra le mani, avvicinandolo al suo.
Si teletrasportò prima di riuscire a baciarla,
riapparendo poco più in là. Dove fino a qualche istante
prima era stato il suo corpo ora si trovavano il destro
della maga, la mazza di Philia e una catasta di legno e
schegge che era stato il tavolo da pranzo.
Con una prontezza di riflessi degna della sua fama,
Gourry aveva salvato quanto rimaneva della torta e
continuava beatamente ad ingozzarsi, in piedi dietro al
demone sorridente.
Rina guardò la mazza di Philia e poi l'amica,
continuando a passare lo sguardo dall'una all'atra,
perplessa. Sembrava chiedersi il perché di quella
reazione.
La ragazza drago recuperò la sua arma, nascondendola
velocemente dietro la schiena mentre ridacchiava,
imbarazzata dal proprio gesto impulsivo.
Si girò verso il demone "Ehm... Xe-Xelloss!
Maledetto Mazoku Maniaco [M.M.M.^^]! Sapevo che eri un
pervertito, ma non tollero che tu ti permetta certe mosse
lascive davanti agli innocenti occhi del mio Valgarv.
Capito?! IN CASA MIA QUESTE COSE NON SI FANNO!!!"
In tutta risposta il demone scese a terra e passò un
braccio dietro le spalle della maga "Ok! Vieni Rina,
andiamo fuori..."
Con un ruggito, Philia fece ruotare la mazza in direzione
della sua testa: Xel la evitò nuovamente,
rimaterializzandosi sospeso nell'aria.
Sfiorato per pochi millimetri dalla morte sotto forme di
quattro quintali di ferro lanciati alla velocità di 75
chilometri orari, Gourry si accasciò a terra,
ringraziando LoN di essere ancora tutto intero.
"Pare che tu sia ancora molto nervosa... il mio
trattamento non ti ha fatto effetto? -il demone parlava
in faccia alla bionda, che era completamente fuori di se-
O forse sei solo gelosa... vuoi un bacetto anche tu?"
Senza darle il tempo di reagire, la prese per le spalle e
le schioccò un sonoro bacio sulle labbra.
Gli occhi di Philia sembravano due palline da tennis,
mentre le mascelle di Rina e Gourry erano cascate sul
pavimento.
Il mazoku si spostò fra i due amici, chiudendo loro la
bocca con un gesto gentile.
"Rina, per questa volta vi cedo la stanza degli
ospiti. Dovrebbe spettare a me, dato che sono arrivato
prima, ma stanotte ho voglia di fare una passeggiata. Ci
vediamo domani!" e uscì dalla finestra,
galleggiando nell'aria.
Nella stanza ora regnava il silenzio, e per cinque minuti
buoni l'unico rumore udibile fu quello prodotto dalle
distruzioni di Valgarv.
Philia era pallida come un cencio "Co... co... co...!"
aveva riacquistato la parola, ma riusciva solo a
farfugliare monosillabi.
"Domani. Spiamo. Xelloss." Rina si era ripresa
e guardava verso la finestra dalla quale il demone se ne
era andato. "Dobbiamo assolutamente scoprire se è
veramente qui a fare quello che ti ha raccontato o se c'è
sotto qualcos'altro. Ci si alza presto anche domani,
grandioso! Credo che sia meglio andare a dormire..."
"Sì, credo anch'io..." Ancora sotto shock,
Philia portò a letto Valgarv, poi augurò la buona notte
ai suoi ospiti e ognuno si ritirò nella propria stanza.
Gourry, lascia stare il
divano! Stanotte dormi tu sul letto..."
"Cosa?! MI lasci il posto più comodo? Sarebbe la
prima volta! Non ci credo... Rina, ti senti bene?"
"Brutto stupido! Se quando sono gentile mi rispondi
così non meravigliarti se poi ti tratto sempre male..."
Lo spadaccino era un po' imbarazzato "Scusa.. grazie
allora!" e le sorrise.
"Oh, di niente! In questo modo, se Xelloss volesse
farmi lo scherzo di materializzarsi nel mio letto
troverebbe una brutta sorpresa..."
Sweatdrop [9] "Ma Rina..."
"Oh, smettila! Domani ci aspetta un lavoro duro e
per farlo come si deve è necessario che io sia in piena
forma! Pensi che riuscirei a dormire bene al pensiero che
quello svitato potrebbe approfittare del mio sonno per
giocarmi qualche scherzo di cattivo gusto?"
Gourry sospirò, rassegnato.
Dopo qualche momento di silenzio, la maga prese a
camminare avanti e indietro per la stanza, pensierosa.
L'amico smise di sistemare le sue cose e la osservò
"C'è qualcosa che non va?"
"Uh? Beh, stavo pensando allo strano comportamento
di Xelloss. Sono un po' preoccupata per Philia: da quello
che ci ha raccontato, sembrerebbe quasi che quel demone
stia cercando di corteggiarla..."
"EH? Stai parlando sul serio?"
"No, probabilmente mi sto sbagliando..." La
maga si buttò a sedere sul divano, ma continuava a
tormentarsi nervosamente una ciocca di capelli.
"Rina, c'è dell'altro?"
Dopo un attimo di silenzio, lei rispose "... sì.
Valgarv."
"E perché? Quell'affare che gli hai costruito
funziona che è una meraviglia!"
"Non è per quello, è solo che... insomma, hai
notato che non mi sopporta?"
Gourry ridacchiò "Non riesci a dormire perché non
stai simpatica a un bambino?"
"Non dire stupidaggini! Il problema è un altro...
Da quando è rinato questa è la prima volta che incontro
Val nella sua forma umana, eppure gli sono stata
antipatica fin dall'inizio. E' come se gli fosse rimasto
un po' dell'odio che nella sua vita precedente nutriva
nei miei confronti..." Si fermò un momento a
riflettere, poi riprese "Forse mi sbaglio, ma... e
se non fosse rimasto solo quello? Cosa succederebbe se
gli tornassero alla mente i terribili ricordi del suo
passato? Che accadrebbe se ricordasse Garv? [10] -sospirò, osservando il cielo
attraverso i vetri della finestra- A volte mi chiedo se
la decisione di LoN di farlo rinascere sia stato un dono...
o una punizione" Rina ricordava distintamente quanto
Valgarv, giunti alla drammatica conclusione della
battaglia contro Dark Star, desiderasse morire.
"Cosa stai dicendo? E' stato sicuramente un
risarcimento per tutto quello che ha passato!" Il
guerriero la guardava con un'espressione di stupore
dipinta sul volto gioviale "Come fa la vita ad
essere una punizione?"
La maga sospirò, preferendo lasciar cadere il discorso
"Probabilmente hai ragione tu, solo che... no,
niente. Buona notte Gourry."
"Buona notte Rina, e sogni d'oro"
"Ci puoi scommettere!"
Era ormai il tramonto
del giorno successivo quando i due si ripresentarono a
casa di Philia, stanchi morti e con i capelli pieni di
foglie secche.
"Philia, ci devi un bagno!" esordì Rina.
"E anche una cena abbondante" concluse Gourry
per entrambi.
Philia tentò di non pensare a ciò che l'espressione
'cena abbondante' significasse per il suo portafoglio e
si preparò a ricevere i frutti della giornata "Allora?"
"Allora cosa?" Rina si stava sfilando un
rametto dalle ciocche rosse.
"Allora cosa avete scoperto!"
La maga si appoggiò al muro, mentre Gourry sprofondava
in una soffice poltrona.
"Xelloss è stato al monastero tutto il giorno. Ha
minacciato, sorriso, terrorizzato, rubato e corrotto...
si è comportato per tutto il tempo da perfetto demone
tentatore"
Philia era quasi delusa "Tutto normale allora..."
"Normale un corno! - saltò su Rina- Quando mai
quello si è comportato in modo regolare? E' un tipo
strano anche per essere un mazoku!... No, secondo me ha
recitato per tutto il tempo: sapeva che lo stavamo
spiando."
"Ma non è possibile! - protestò Gourry- Siamo
stati attentissimi a non farci scoprire... ci siamo anche
travestiti da alberi!"
"Voi cosa...?" Philia era allibita
"Ci siamo travestiti da alberi, hai presente? Ti
sporchi la faccia con la terra, ti riempi di foglie
vestiti e capelli, prendi in mano un paio di rami e sei
un albero perfetto! Beh, io ero un albero... Rina
assomigliava di più a un cespuglio... COHF!"
"Per favore, non commentare..." borbottò la
maga all'amica, mentre ritraeva il pugno dallo sterno
dello spadaccino "Ad ogni modo, lui sapeva che
eravamo là, e ha messo in atto una bella recita.
Dovrebbe fare l'attore!"
"Troppo gentile, Rina-san" le sussurrò
all'orecchio una voce profonda, mentre il demone usciva
dalla parete alle sue spalle.
La maga fece un salto olimpionico, atterrando addosso al
povero Gourry che, nel frattempo, si era appisolato.
"Xel-Xelloss?! Per poco non mi fai venire un infarto!
Lo sai che non sta bene spiare le conversazioni altrui?"
"Potrei dire la stessa cosa a te" ^^
Rina fece come per castare [11] un incantesimo ma ci ripensò,
limitandosi a dedicargli un'occhiataccia per poi
ignorarlo totalmente, rivolgendosi alla sua ospite "Philia,
me lo faresti un favore?"
"Di pure..."
"Io e Gourry partiamo domattina: ho saputo che una
banda di briganti famosa per i suoi tesori si nasconde in
una foresta ad est della città... Possiamo lasciarti i
nostri bagagli in custodia per qualche giorno?"
"Non c'è problema!"
Xelloss intervenne "Non allontanarti troppo, Rina-san:
potresti perderti il gran finale!"
"Per tua informazione non me ne frega un tubo di
quel che stai progettando di fare a quei monaci... né di
qualsiasi altra idea malata tu abbia in mente!" gli
sbraitò in faccia la rossa.
"Sicura?..." sussurrò il mazoku fra se e se.
NOTE:
6= "rifrattore" E' un
particolare tipo di talismano: una volta caricato con un
incantesimo si scatenerà contro chiunque lo tocchi. Rina
ne aveva già avuto a che fare nel capitolo tre del manga
disegnato da Shoko Yoshinaka.
Immagino che per l'occasione sia stato un po' modificato.
7= ho tratto questo particolare da
"Slayers 25%". Spero che Alina non me ne voglia...
8= "hikari no ken"-->
"spada di luce"
9= "sweatdrop"-->
"gocciolone"
10= Oh, my Gaav-sama!
11= Castare: termine usato
soprattutto nei giochi di ruolo - italianizzazione del
termine inglese to cast che significa lanciare, gettare.
Ritorni
Erano passati otto
giorni.
Rina non era ancora tornata, ma Philia non se ne
preoccupava affatto. Conoscendola, probabilmente aveva
trovato qualche altro affare vantaggioso nei paraggi e
aveva deciso che, dopotutto, lei e i bagagli potevano
aspettare. Tipico.
Quel che le sembrava strano era non avere più visto
Xelloss.
Il demone non si faceva vivo da tre giorni (un po'
sospetto, vista la cadenza giornaliera con la quale era
solito andarle a rompere le scatole), e per quanto si
ripetesse che quella era decisamente una fortuna, Philia
non riusciva a crederci del tutto.
Una leggera inquietudine le impediva di star ferma più
di cinque minuti e... accidenti! Quel dannato mazoku le
mancava.
"Almeno se lo vedo posso controllare quello che fa..."
mormorò fra le labbra, senza staccare gli occhi dal
lavoro a maglia che aveva in grembo.
Stava tentando fare un maglione per Valgarv. Dalla cesta
ai suoi piedi usciva un filo di un caldo color indaco che
si sarebbe accordato benissimo con l'inusuale verde dei
suoi capelli.
Era a casa da sola. Aveva lasciato il negozio prima
dell'orario di chiusura perché quel giorno era riuscita
a combinare solo disastri. Si era concessa qualche ora di
pausa, lasciando a Jiras l'incarico di andare a prendere
Valgarv a scuola, più tardi.
Sbuffò stizzita: aveva perso un altro punto. Forse
doveva cambiare aghi... Accantonò il lavoro, infilandolo
alla rinfusa nel cesto di vimini. Era troppo inquieta per
quell'opera di pazienza, inoltre iniziava ad esserci poca
luce, doveva accendere la lanterna.
Alzò il capo e lo vide.
"Buonasera Philia"
Questa volta Xelloss era entrato convenzionalmente, dalla
porta.
"Ancora qui?"
"Beh sai, ho ancora qualche affaruccio da sbrigare
nei dintorni..."
"Così non perdi occasione per venire a rompere,
vero? Fuori dai piedi Xelloss!" Così dicendo lo
prese per le spalle, con l'intenzione di buttarlo fuori
lei stessa, quando si accorse che il viso del mazoku si
contraeva in una smorfia di dolore. Subito Philia scostò
il mantello: il busto del demone era attraversato da
un'enorme squarcio, che andava da una spalla fino al
centro del petto. [12]
"... ho avuto un qualche problema sul lavoro e dato
che sono un po' debole l'autorigenerazione è più lenta
del solito..." Sorrideva come sua abitudine, ma
aveva la fronte imperlata di sudore.
"E hai pensato bene di venire a farti curare"
"Un drago non può curare un demone"
"Dettagli" Lo costrinse a sedersi e poi gli si
mise a fianco, appoggiando le mani sui lembi della
ferita, una sul petto e una sulla schiena. Quel che
restava della maglia di Xelloss la impediva, così la
strappò via del tutto per poi tornare a concentrarsi sul
suo lavoro.
Il sorriso di Xel si allargò, mutando in un ghigno
sinistro, ma Philia non se ne accorse.
"Che cosa stai facendo?"
"Ti passo energia, così potrai usare la tua
autorigenerazione"
"Perché?"
"Cosa...?"
"Perché lo fai? Tu sai bene che questa è una
ferita che mi sono procurato battendomi contro una
creatura del bene. Perché mi aiuti?"
"Tu hai aiutato me, io aiuto te. Non voglio avere
debiti con un mazoku"
"Sicura...?"
Xelloss si alzò in piedi, aprendo gli occhi. La ferita
aveva preso a rimarginarsi a gran velocità, e il demone
sembrava di nuovo nel pieno delle sue forze. Fece un
passo verso di lei e Philia, istintivamente, ne fece uno
indietro.
Chissà per quale motivo, improvvisamente aveva paura e,
un passo dopo l'altro, Philia aveva finito la stanza.
Il sole era tramontato senza lasciarle l'occasione per
accendere un lume e Xelloss continuava ad avanzare verso
di lei, piano, nella penombra del crepuscolo.
L'espressione sul volto del mazoku le metteva i brividi...
non era quella di un assassino ma un'altra, che non
riusciva a decifrare. Che faceva ancor più paura.
"Phi... Philia?" Una vocina proveniva
dall'ingresso.
Valgarv stava sulla porta, cercando di scorgere qualcosa
nella stanza ombrosa, senza osare entrare.
Dietro di lui si sentiva la voce trafelata di Jiras, che
cercava di raggiungerlo "Valgarv! Non correre, fai
il bravo draghetto!"
Senza staccare gli occhi da Philia, Xelloss incurvò le
labbra in un mezzo sorriso "Bel tempismo, Val-chan".
Poi, ricomponendo il suo viso nella solita espressione da
jolly, recuperò mantello e staffa "Tornerò. A
Presto Philia"
Sparito.
Andato.
Era salva.
Non sapeva da cosa (non voleva assolutamente sapere da
cosa!) ma era salva.
Era ancora immersa nel buio. L'oscurità le strisciava
addosso, espandendosi dentro e fuori di lei... si
precipitò al tavolo, afferrando la lanterna con tanta
forza da creparne il vetro. Fiammiferi! Si guardava
intorno per cercarli, quasi in preda a una crisi di
nervi, quando si accorse di Valgarv fermo all'entrata.
Cosa avrebbe pensato, vedendola cedere al panico?
Era solo un cucciolo, non doveva spaventarlo.
Con movimenti controllati, Philia recuperò i cerini e
provvide ad accendere la lanterna, per poi passare ad
ogni candela, ad ogni lume che si trovasse nella stanza.
Solo quando ogni più nascosto angolo fu illuminato si
rilassò e corse ad abbracciare il bambino.
"Ciao! Hai fatto il bravo oggi?"
"Certo!... cof! Philia-chan, mi fai male!"
La ragazza allentò la presa sul piccolo e sorrise
forzatamente a Jiras, che da poco si trovava alle spalle
del bambino "Jiras! Ma che bella sorpresa... prego
accomodati!"
Bella sorpresa?!? Ma se era ormai un'abitudine che fosse
lui a riaccompagnare Valgarv a casa tutte le sere... mah!
Intanto Philia continuava con la sua 'recita di normalità':
"Non ti ringrazierò mai abbastanza per l'aiuto che
mi dai con il piccolo Val... ci sono! Che ne dici di
fermarti a cena?"
La volpe, che inizialmente aveva avuto l'intenzione di
schermirsi iniziando un discorso su quanto lui dovesse a
Valgarv ecc-ecc, accantonò subito ogni proposito di
modestia, la fissò con occhioni stellati e se ne uscì
con un "Sul serio TESORO???!!! Sapevo che un giorno
ti saresti accorta di me, pupa!"
A Philia passò immediatamente la voglia di averlo fra i
piedi, ma ne aveva ancor meno di restare da sola, così
fece buon viso a cattivo gioco e cominciò a darsi da
fare con le cibarie. Cucinò montagne di roba e ce la
mise tutta per tirar tardi, tanto che ad un certo punto
perfino Jiras non ce la fece più.
"Philia, tesoro... non offenderti: a me piace
moltissimo la vostra compagnia, ma dopo aver lavorato
tutto il giorno nel tuo negozio sono stanco morto... che
ne dici, resto qui a dormire?"
I Draghi sono esseri millenari, quasi eterni e, in quanto
tali, immensamente pazienti. Con questa piccola eccezione.
Jiras si trovò spedito in orbita da un potente calcio
nel sottocoda. Fortunatamente, non atterrò troppo
lontano da casa.
La serata era finita, anche Valgarv faticava a tenere gli
occhi aperti, ma Philia non aveva la minima voglia di
andare al dormire trovandosi da sola al buio...
"YAWN!"
"Hai sonno Valgarv?"
"No! No, -yawn- per niente... Philia-chan..."
"Hum... che ne dici? Dormiamo insieme 'stanotte?"
"Ah? Davvero? Davvero possiamo? Evviva!"
La ragazza-drago si stava vergognando profondamente:
aveva sempre imposto a Val di dormire da solo 'perché
non è da ometti comportarsi così'. e adesso glielo
stava proponendo perché... AVEVA PAURA DI STARE DA SOLA!
Ma ormai non poteva più ripensarci: il bimbo si era
fiondato nella sua stanza, tuffandosi letteralmente nel
morbido materasso del suo grosso letto. Philia non fece
nemmeno in tempo ad ordinargli di mettersi il pigiama: si
era addormentato.
Sentendosi molto materna (era un sentimento che Val
spesso suscitava in lei) lo cambiò, infilandosi a sua
volta la leggera camicia da notte. Rimase un po' in
piedi, tormentando con la mano il raso rosa del
baldacchino a parete, infine si decise a infilarsi sotto
le coperte.
La stanza era quasi del tutto buia ma non ebbe la
fermezza di spegnere anche l'ultima candela, posata sul
comodino. Inutile pensare cose tipo 'su Philia, a che ti
serve la luce mentre dormi?'. Sapeva che non avrebbe
chiuso occhio.
Si sdraiò, incurvando il proprio corpo intorno a quello
di Valgarv e cominciò ad accarezzargli i lunghi capelli
setosi, mentre pensava quanto fosse ridicolo credere che
la sua presenza lì avrebbe potuto proteggerla da Xelloss.
Ritrasse la mano, stringendola a pugno.
Era vero, inutile negarselo ancora. Era lui la fonte del
suo terrore.
Ma perché? Aveva sempre saputo che era pericoloso, e
nonostante questo non lo aveva mai temuto.
Quel pomeriggio era andato da lei per farsi curare, non
per minacciarla. Perché quella paura?
Ebbe di nuovo davanti agli occhi l'immagine del mazoku
che avanzava verso di lei nell'oscurità... Scosse la
testa e si strinse forte il lenzuolo intorno alle spalle,
cercando di non pensare a niente. Ma come si fa?
Impossibile, soprattutto quando centinaia di sussurri si
accalcano nei pressi della coscienza, ansiosi di farsi
sentire...
Trattenerli era troppo faticoso.
Xelloss l'aveva cercata dopo tanto tempo.
Perché? Per non fare il pendolare? Decisamente
improbabile.
Rina le aveva intimato di stare in guardia, perché
Xelloss non agiva mai a caso. Oh, ma questo lo sapeva
molto bene anche lei!
Il punto era: quali potevano essere i suoi secondi fini
se, senza mezzi termini, le aveva chiaramente spiegato
chi e come intendeva massacrare nei pressi della città?
Philia ricordava benissimo quella inusuale confidenza
fattale dal demone: Xel stava alle sue spalle e le
massaggiava la schiena... L'intenso profumo di mirra non
era ancora svanito del tutto dai suoi abiti.
Rabbrividì di nuovo, ma non era per il freddo e neppure
la paura. Era per qualcosa che le risultava impossibile
persino da pensare.
Qualcosa che le si agitava dentro da quasi un mese.
La sua mano lungo la schiena...
Non riusciva a liberarsi da quella sensazione di calore...
forse perché non voleva?
Ciocche corvine che le accarezzavano la spalla nuda...
Desiderava ricordare quelle sensazione, ripeterle, come
riviverle all'infinito.
La sua bocca che le sfiorava l'orecchio...
Si intimò di smetterla. Inutilmente.
La sua voce musicale che le sussurrava i programmi delle
sue giornate, efferati delitti, come fossero state
colazioni all'aria aperta...
Voleva ancora sentirlo appoggiato a se... Voleva Xelloss.
Un'immagine del moro mazoku che lì, a letto con lei,
faceva le veci del lenzuolo, la fece saltare a molla,
seduta, stringendosi le ginocchia al petto.
Respirò profondamente, cercando di calmare i battiti
impazziti del suo cuore.
Daccordo, doveva ammettere che era un bel ragazzo..
sempre che quello fosse il suo vero aspetto. Ed era
costretta anche a precisare che, essendo nota la sua
natura di ryuzoku, ben pochi uomini le dedicavano le
attenzioni che il demone le aveva prodigato in quei
giorni. Ad essere del tutto sinceri nessuno, a parte
Jiras, ma quella era un'alternativa essenzialmente comica.
Quindi se adesso si sentiva un tantino attratta da
Xelloss era solo perché aveva intercettato un suo
casuale 'risveglio dei sensi', giusto?
Sì, come no... a chi voleva darla a bere?
Era stata per decenni una vestale del Re dei Draghi di
Fuoco e in quanto tale tenuta alla verginità, eppure
questo obbligo non le era mai pesato. Non aveva mai
dovuto lottare per resistere a qualche suo simile, mentre
ora stava cocciutamente negando a se stessa perfino di
pensare a Xelloss.
Perché lui?! Era solo un maledetto mazoku... beh, di
certo non era la sua nascita a farla sentire tanto
turbata. Lei non aveva paura di un demone chicchessia!
No. Era lui, solo lui, qualunque fosse stata la sua razza.
Le si era avvicinato e... Ma era inutile tentare di
convincersi che fosse colpa di qualche suo trucco perché
Philia sapeva bene che quell'attrazione era nata molto
prima, già durante la lunga avventura avuta con Rina e
gli altri.
Prima amico, poi nemico, infine nuovamente alleato... Poi
i loro poteri si erano fusi.
Luce e oscurità avevano creato l'equilibrio perfetto. O
il Caos.
La sua mente era un caos.
Un caos di vocine che le dicevano di stare attenta. Erano
le coscienze di Rina, Amelia, Zelgadiss, Gourry, Jiras,
Gourabos, e anche Valgarv: che cosa avrebbero pensato di
lei se...?
Quella era codardia. Un'ultima, squallida barriera fra se
e i suoi sentimenti. Arrivata a quel punto non le
importava più nulla di Bene e Male, di giusto o
sbagliato. Desiderava Xelloss.
Non le interessava nemmeno più chiedersi il perché:
voleva solo sentire le sue mani sulle spalle, sul collo...
dappertutto. La sua bocca. La sua voce.
Con l'anima in tumulto affondò il viso fra le braccia,
perdendo lo sguardo nel buio.
Il buio che prendeva forma e si illuminava di due pupille
viola, verticali come quelle di un gatto. Philia rimase
senza fiato mentre Xelloss sgusciava fuori dalle tenebre,
entrando nel tenue cono di luce della piccola candela. La
sua ultima difesa che le giocava contro, facendo
rifulgere quegli occhi ametista.
Il demone si fermò un istante ai piedi del letto, poi ci
si arrampicò sopra, avanzando gattoni, tirando a se il
lenzuolo...
"Ma cosa..."
"Ti avevo detto che sarei tornato presto"
"Vattene! Sveglierai Valgarv!"
Xelloss sorrise, e il bambino non era più lì.
"Cosa...?! Valgarv! Dove lo hai mandato? Dimmelo!"
"Non ti preoccupare. E' da amici, in un luogo sicuro...
Ti fa così paura stare da sola con me, Philia dei Draghi
di Fuoco?"
Paura... paura non era la parola giusta. Ma averlo così
vicino a se in quel momento annullava le sue difese.
"No" rispose, con voce tremante. 'No', ripeté
a se stessa. Distolse lo sguardo solo per essere
costretta a portare nuovamente gli occhi su quelle
pupille verticali.
Philia sentì la sua voce farfugliare qualcosa riguardo
all'ora tarda... Qualcosa di stupido a cui nessuno dei
due credeva.
Le labbra di Xelloss erano distese in un sorriso strano,
diverso dall'espressione infantile che solitamente
portava dipinta in volto come una maschera.
Un sorriso che diceva chiaramente che lui sapeva. Le
parole erano solo un inutile intoppo.
Senza rendersene conto, Philia stava estendendo la
propria essenza verso quella del demone, cercando di
nuovo il contatto con quella sensazione di oscurità
incombente che aveva già assaporato.
Voleva immergervisi, per comprendere.
Titubante, mosse le mani verso di lui, ma le fermò prima
di arrivargli al viso. Si aspettava una qualche reazione,
ma Xelloss non dava segno di volersi muovere. Allora gli
cinse il collo con le braccia e, stendendosi, lo trascinò
con se finché non furono sdraiati su un fianco, faccia a
faccia.
Ad occhi chiusi cercò la sua bocca, sfiorandola appena
con le labbra.
Gli fece scivolare le braccia lungo la schiena,
premendosi contro di lui e, mentre si muoveva piano, aprì
la camicia da notte e se la fece cadere dalle spalle,
fino a sfilarsela del tutta. La pelle le scottava.
Xelloss era completamente vestito, non si era tolto
nemmeno il mantello e Philia intrecciò le gambe a quelle
di lui, rabbrividendo leggermente al contatto con la seta
fresca dei suoi abiti. Gli prese una mano guantata e la
baciò, poi se la portò sul corpo, affondando il viso
nell'incavo della sua spalla.
La logica non trovava più posto in lei, in quel momento
agiva d'istinto.
Era come in preda a una vertigine perpetua, che la stava
trascinando sul limite tra disgusto e desiderio.
Ne voleva ancora.
Improvvisamente, Xelloss si allontanò da lei.
Philia allungò la mano per sfiorarlo ma lui la scansò
di nuovo, mettendosi a galleggiare sopra il letto.
"Mi stupisci"
La voce del demone suonava ironica, metallica, fredda.
"Non avrei mai immaginato che saresti caduta tanto
in basso"
La giovane drago non riusciva a capire che cosa le stesse
dicendo.
"Lasciarti andare così... con ME!"
Fino a pochi istanti prima erano sdraiati uno accanto
all'altra, talmente vicini da non sapere più dove
cominciasse un corpo e dove finisse l'altro, e ora cosa...
"Xelloss, ma tu..."
"Io stavo scherzando, Philia"
Scherzando?!
"Ti stavo prendendo in giro, credevo che lo avessi
capito... Da quand'è che i demoni sono attratti dai
draghi?"
Scherzando...
"Cepheed si starà rivoltando, laggiù nel dorato
Mare del Caos. Un drago... e non un drago qualsiasi! Una
sacerdotessa, l'ultima sopravvissuta di una delle quattro
tribù sacre, che si getta tra le braccia di un demone,
che all'estinzione dei ryuzoku ha contribuito con gioia!"
Xelloss svolazzava in una posizione molto rilassata, con
la schiena incurvata, le gambe incrociate e le braccia
dietro la testa. Con un guizzo si contorse all'indietro,
spostandosi davanti al suo viso, costringendola a
guardarlo negli occhi.
"Credevi sul serio di piacermi?"
Rina aveva un grosso
peso sullo stomaco.
Dormiva in una locanda, non molto lontana dalla città.
La sera precedente lei e Gourry sarebbero benissimo
potuti tornare da Philia ma, ad un certo punto (più o
meno verso l'ora di cena), si era presentata loro la
drammatica alternativa tra tre ore di viaggio a piedi e
un succulento pasto a base di maialino da latte con
contorno di verdure saltate, il tutto insaporito da una
delicata salsa aromatica... Inutile precisare che si
erano abbuffati a più non posso, dopodiché avevano
deciso di passare lì la notte, quasi troppo sazi perfino
per rotolare fino alle rispettive stanze.
La maga continuava a sentire quella strana pesantezza...
che non avesse digerito? Eppure quando si era infilata
sotto le coperte aveva avuto la sensazione che, se avesse
avuto la forza di masticare, sarebbe riuscita a trovar
posto ancora per una fetta di meringata.
Si agitò debolmente nel sonno, ormai ridotto a un
dormiveglia. Non aveva alcuna voglia di svegliarsi ma
sembrava che non ci fossero alternative. Socchiuse gli
occhi, sonnolenta: sopra la sua pancia c'era qualcosa.
Del tutto sveglia, rotolò giù dal letto per poi
riavvicinarvisi con fare circospetto, brandendo il suo
pugnale.
Evocando una debole sfera luminosa, illuminò la sagoma
che era scivolata sul materasso: soffocò a stento un
grido di sorpresa, mentre la lama le sfuggiva dalle dita.
Si precipitò fuori dalla sua stanza per tornarci subito
dopo, trascinando Gourry di peso.
"Yawn... Rina, ma lo sai che ore sono? Che cosa
cavolo succede?"
Per tutta risposta la ragazza gli tappò la bocca con una
mano, poi lo afferrò per la testa costringendolo a
guardare sul letto, dove Valgarv dormiva come un
angioletto, rannicchiato sopra il lenzuolo. Prevedendo la
reazione sorpresa dello spadaccino, Rina lo buttò fuori
dalla camera e poi lo raggiunse, appoggiandosi contro la
porta chiusa.
Gourry era confuso "Non capisco... che ci fa LUI in
camera tua?!"
"Shhhh! Così lo svegli! Vieni, andiamo da te..."
Arrivata nell'alloggio dell'amico, la maga iniziò a
misurare il pavimento con lunghi passi nervosi, fino a
che Gourry le porse ancora la sua domanda.
"Non ne ho la più pallida idea! - sbottò lei- So
solo che mentre dormivo ho sentito un grosso peso sullo
stomaco... pensavo fosse il maialino di ieri, invece era
Valgarv!"
Lo spadaccino si grattò la testa "Per un bambino
così piccolo è pericoloso girare da solo di notte...
dovremo dire a Philia di chiudere meglio la porta di casa"
"Deficiente! Ma ti pare possibile che se la sia
fatta tutta a piedi?"
"E allora come?" Gourry se ne stava seduto sul
letto, a gambe incrociate, e osservava Rina andare su e
giù per la stanza, ragionando ad alta voce. Era un suo
comportamento tipico e il ragazzo c'era abituato, come
era abituato al fatto di perdere il filo di quei
monologhi dopo appena un paio di frasi. In fondo, la cosa
non lo interessava: era sicuro che lei sarebbe sempre
giunta alla giusta conclusione. Lui si limitava a
fingersi interessato, in modo da limitare al minimo il
numero delle potenziali ramanzine.
"Il come è ovvio, con il teletrasporto... La
domanda giusta sarebbe: chi è stato?" La ragazza
continuava a dar voce ai suoi pensieri "Solo draghi
e demoni hanno queste capacità, ma Val è ancora troppo
piccolo e inesperto per saper usare i suoi poteri...
Philia? E' possibile, ma perché avrebbe dovuto... -Rina
si fermò di scatto- Gourry, vai immediatamente a
prendere i vestiti in camera mia!"
Lo spadaccino era un po' confuso "Scusa... ma perché?"
"L'unico motivo che avrebbe avuto Philia per mandare
da noi Valgarv sarebbe stato quello di salvarlo da un
qualche pericolo. Perciò è lei ad essere nei guai. Vai
a prendere i miei vestiti!"
"Perché non ci vai tu?"
"Ma sei impazzito? Se vado di là e Val mi vede,
quello è capace di svegliare la locanda a suon di urli!
Per una volta che non demolisco l'edificio con una
fireball, vorrei andarmene con dignità."
Ubbidiente, Gourry le portò le sue cose, aspettò fuori
che si cambiasse e poi entrò per preparasi a sua volta.
Quando scese le scale pensando che, perlomeno, alzarsi
presto voleva dire fare colazione prima, trovò Rina
intenta a informare il locandiere della presenza del
bambino nella sua stanza.
La ragazza aveva ottenuto in prestito due cavalli ed era
impaziente di partire.
"Rina, ma... la colazione?" Brontolò il biondo
insieme al suo stomaco.
"Piantala di frignare! Dopo aver salvato Philia ce
la faremo offrire da lei... tripla. Come ricompensa."
Rincuorato, il ragazzo spronò la sua cavalcatura ed
entrambi galopparono veloci verso la città.
Un'ora dopo erano a destinazione.
Rina non fece nemmeno lo sforzo di salire le scale ma,
prendendo l'amico per la maglia, si sollevò fino alla
finestra, entrando in salotto.
Xelloss stava sorseggiando un calice di rosso.
Probabilmente Porto.
"Salve, volete favorire?" Il demone porgeva
loro il bicchiere con un sorriso, come se bere vino a
quell'ora di mattina fosse la cosa più naturale del
mondo. Poi, mentre si guadava in giro, il suo viso si
fece perplesso "Dove avete lasciato Valgarv?"
si informò.
Rina era raggelata "Sei... sei stato tu, allora?"
"A-aaah..." ammise il mazoku a cuor leggero.
"Dov'è Philia?" urlò la maga, aumentando
improvvisamente il tono di voce.
"E' proprio un brutto vizio il tuo, lo sai? Non
dovresti gridare tanto..."
"Rispondimi, Xelloss!"
"Tranquilla... è in camera sua"
"Che cosa le hai fatto?"
"Io? Assolutamente niente. Piuttosto dovresti
chiedermi che cosa ha fatto lei... Ad ogni modo, credo
sia meglio che tu glielo domandi direttamente" e
riportò la sua attenzione sul vino.
Rina lo trafisse con lo sguardo, poi si precipitò nella
stanza dell'amica.
Gourry era rimasto fermo, e osservava il demone in
silenzio.
Xelloss se ne accorse "Sì?"
"Che cosa è successo?" Il tono di voce dello
spadaccino era addolorato. Sapeva che Xelloss era un
mazoku, ma lui lo considerava ugualmente un vecchio amico.
Del quale non ci si deve del tutto fidare forse, ma
comunque un amico.
Il demone mise da parte il bicchiere "Una cosa un
po' imbarazzante... se vuoi un consiglio, evita di
entrare in quella stanza" Detto questo si alzò in
piedi e se ne andò via, uscendo dalla porta.
Gourry osservò per un istante il posto dove era stato
seduto, poi si affacciò alla finestra e lo vide
camminare per strada, molto lentamente, nella direzione
del sole che sorgeva.
Nel frattempo Rina stava cercando di far parlare Philia.
La ragazza-drago era avvolta nel lenzuolo e si
abbracciava le ginocchia, seduta in mezzo la letto. Gli
occhi, rossi per le lacrime che non riuscivano a
sgorgare, erano asciutti, lucidi e fissi, mentre lei si
dondolava leggermente avanti e indietro.
Rina le si era seduta accanto e aveva cercato di farsi
spiegare che cosa fosse successo, ma con le buone maniere
era riuscita solo a farle borbottare qualche frase di
autocompatimento rotta da secchi singhiozzi. Persa
velocemente la poca pazienza in suo possesso, la maga
sbottò "D'accordo, come preferisci! Se tu non vuoi
aprir bocca vorrà dire che andrò da Xelloss e lo
prenderò a calci nel sedere finché non mi racconterà
quello che ti ha fatto!"
"NOO!" Philia si era girata di scatto,
afferrando il polso dell'amica per impedirle di muoversi.
"No - ripetè piano, con voce roca- lui... lui non
mi ha fatto niente... sono io che..." si fermò di
nuovo, interrotta da un singhiozzo.
"Philia, dimmi cosa è successo" quello di Rina
era un ordine.
Stupida! Era stata così stupida... Per niente al mondo
le avrebbe raccontato come si erano svolti i fatti. Si
vergognava troppo. Ma la rossa insisteva.
Philia era terrorizzata dall'idea di essere umiliata da
un confronto diretto con Xelloss. Temeva che Rina per
accertarsi della verità li avrebbe messi faccia a
faccia, costringendola a raccontare. E ad ascoltare il
racconto dell'altro.
Alla maga quell'idea non passava nemmeno per l'anticamera
del cervello, ma la ragazza-drago non era abbastanza
lucida da rendersene conto.
Provò a negare che il demone fosse stato lì, poi,
contraddicendosi, ammise che era venuto ma assicurò che
non era accaduto nulla. Infine, accortasi di come le sue
scuse suonassero deboli e meschine, si bloccò.
Gli occhi indagatori di Rina erano fissi su di lei.
Che altro le poteva dire? Per difendere il suo orgoglio,
l'apparenza della sua dignità, aveva mentito, ottenendo
il risultato opposto.
Non c'era altro modo. Prese fiato: il racconto di quello
che era successo le uscì di bocca in un sussurro. Le
frasi erano spezzate e poco chiare, ma Philia aveva
l'impressione di essere costretta a mettere a nudo le
macchie della sua anima.
Quando lasciò la stanza dell'amica, Rina fremeva di
rabbia.
Le parole di Philia erano state confuse, ma inserite nel
quadro della situazione prendevano un significato ai suoi
occhi ben chiaro: Xelloss aveva sedotto (e forse non solo)
Philia, e poi l'aveva in qualche modo convinta che era
tutta colpa sua.
Tornò in salotto. Il mazoku non c'era più, ma notò
Gourry.
"Dov'è andato?" la sua voce era gelida di
furore.
Lo spadaccino le lanciò uno sguardo interrogativo. Fece
un gesto per indicare che era uscito "E' andato per
di là" le rispose. Rina corse alla finestra e si
lanciò di sotto, atterrando leggera grazie al Ray Wing.
"Forza, seguimi!" urlò a Gourry, poi cominciò
a correre nella direzione che il ragazzo le aveva
indicato.
Non ci volle loro molto per raggiungere il mazoku.
Appena lo scorse da lontano, la maga lo chiamò per nome
mentre scagliava contro di lui un Freeze Arrow, per
impedirgli di fuggire. Era talmente furiosa che il
pensiero che quel gesto fosse del tutto inutile non la
sfiorò nemmeno.
Xelloss si voltò ad aspettarla, fronteggiandola con viso
ridente. Questo fece aumentare l'ira di Rina.
Gli si parò davanti, guardandolo con occhi di fiamma.
"Adesso dimmi perché lo hai fatto" la sua voce
era ridotta a un sussurro ma il demone non ebbe problemi
a sentirla.
Sorrise a lei e a Gourry, che come sempre era
perennemente alle spalle della ragazza "Come vi ho
già detto, non sono stato io ha fare qualcosa a lei...
Philia non ti ha raccontato di come mi ha cercato e
trattenuto? Non ti ha spiegato che è stata lei ad
essersi offerta a me? E che io l'ho rifiutata?"
"CHIUDI IL BECCO! - ruggì la maga- Queste non sono
altro che le menzogne che le hai fatto credere, ma con
noi non attacca Xelloss!" Il mazoku la guardò con
aria sorpresa, ma lei non gli diede il tempo di ribattere
"Sappiamo cosa hai fatto! Sappiamo come ti sei
comportato nei suoi confronti!"
"Che cosa intendi?"
"Piantala di sfoggiare quel faccino innocente. Lo
sai! Prima i massaggi, le confidenze, poi le visite, quel
bacio... mentre ce li raccontava Philia aveva cercato di
sminuire questi fatti, ma perfino Gourry si è accorto
che la stavi corteggiando! -(lo spadaccino si evitò ogni
commento)- Tu conosci Philia, sapevi dove colpire... Tu
stavi cercando di sedurla fin dall'inizio!"
"Ma dai! E voi ci avete creduto davvero?"
Xelloss ridacchiava, incredulo "Era solo uno scherzo!"
^^
Rina si gettò su di lui, strattonandolo per il bavero.
"Solo uno scherzo!?! Maledetto... maledetto scarto
di natura! Hai ingannato Philia! L'hai distrutta!"
Con gesti misurati Xelloss si liberò dalla stretta della
maga e fece un passo indietro, aggiustando le pieghe
della mantellina.
"Rina..." i suoi occhi ora erano aperti, e
stranamente seri "...io sono un demone, questo lo
sai bene - serrò con forza la mascella- I demoni... NON
POSSONO amare"
Poi svanì come suo solito, ma i suoi vecchi compagni di
avventure fecero in tempo a vedere una singola, lucente
lacrima scivolare lungo il suo zigomo.
Xelloss era tornato nel palazzo della sua Beast Master.
Ora che era solo, le lacrime scendevano copiose dai suoi
occhi.
Le spalle sussultavano ad intervalli irregolari.
Tutto il suo corpo era scosso da un profondo tremito,
mentre una risata irrefrenabile lo costringeva a stare
sdraiato per terra tenendosi la pancia... L-Sama! Se per
vivere avesse avuto bisogno di respirare a quel punto
sarebbe gia morto, soffocato dalle risate.
"Xelloss, insomma! Un po' di contegno."
Asciugandosi le lacrime, il demone alzò il volto giusto
in tempo per osservare il trono di pietra di Xellass
Metallium materializzarsi dalle tenebre, occupato dalla
bionda e scosciata fumatrice.
Il mazoku si alzò a fatica e, tentando di reprimere la
propria ilarità, si profuse in un cerimonioso inchino.
"Allora Xelloss, hai speso bene il tempo libero che
ti avevo concesso?" Il viso beato del demone bastava
da solo a rispondere perfettamente alla domanda della sua
Master.
"Certamente, Xellass-sama! Sono andato a far visita
a dei vecchi amici... e ho dato loro qualcosa su cui
pensare" Un ghigno diabolico tagliava il suo volto
paffuto da orecchio a orecchio.
"Ne sono certa, Xel-chan. Ho notato con piacere che
la tua recitazione è sempre la migliore" Sbuffò il
fumo chiaro e profumato della sua lunga sigaretta.
Xelloss socchiuse un occhio "Avete osservato tutto?"
"Certo. La consideri forse un'invasione della tua
privacy?" Domandò lei, con voce suadente.
"Naturalmente no, mia signora, ma pensavo che foste
troppo impegnata per assistere al mio piccolo scherzo"
"Suvvia Xel-chan, non essere modesto. Tu sei un
artista dell'inganno e, come ogni signora di classe, io
apprezzo l'arte. Inoltre trovo che dubbi, frustrazioni e
depressioni di un drago dorato si accompagnino
divinamente all'ira di Rina Inverse. Davvero un piatto
gustoso." Xelloss chinò umilmente il capo a quella
lode.
La Beast Master inalò voluttuosamente e poi soffiò il
fumo formando sette perfetti cerchi concentrici. Una
volta dissolti, riprese.
"Bene, ora che le tue ferie sono terminate ho un
nuovo incarico per te- gli occhi ametista di Xelloss si
accesero per l'interesse- avrai anche appena finito di
mangiare, ma io so quanto sei ingordo..."
FINE
NOTE:
12= Chiedo scusa a Yulin per averle
rubato l'idea di Xelloss ferito (anche se in quel caso
non era da Philia che andava ^^)
APPUNTO
FINALE DELLO SCRIBACCHINO
"ognuno si tenga gli stereotipi suoi"
Inizio precisando che
non sostengo affatto la coppia Xelloss/Philia perché,
anche se è vero che Xel sta bene un po' con tutti,
personalmente lo preferisco con Zelgadiss *^_______^*
Per farla breve, tutto è cominciato dopo aver letto
alcune fic che volevano insieme il mazoku e la draghetta.
Sia che quelle storie mi piacessero sia che non fossero
di mio gradimento, la reazione era sempre la stessa:
"Xel con Philia? Non esiste! A meno che..." e
sulla scia di quell'eccezione un'idea ha cominciato a
sguazzare nello yogurt che occupa il mio cranio,
minacciando di non smetterla fino a che non l'avessi
sfrattata su carta. Avevo dunque scelta?
Ho scritto l'incipit la sera di Natale, al freddo e al
gelo come Gesù Bambino (più precisamente, sotto la neve).
Il finale è stato invece ispirato dalla laboriosa
digestione del conseguente tradizionale pranzo in
famiglia. Il resto della fic non è altro che una lunga
scusa per giustificare quelle ultime trenta, quaranta
righe.
Se qualcuno è rimasto offeso da quanto ho scritto chiedo
scusa, ma io mi diverto tanto... In fin dei conti, questa
storia vuole essere un omaggio a Xelloss Metallium,
l'unico personaggio che riesca ad essere crudele e
affascinante nonostante porti i capelli come la Carrà
^^;;;
Ish DeBsh
Il Cavaliere della Bisha
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