CAMBIAMENTI

Finalmente ci era riuscito. Dopo tanti sacrifici e duri allenamenti aveva raggiunto il tanto sospirato livello di super saiyan. L'esaltazione si impossessò immediatamente del suo spirito e nella sua mente si formò la certezza che adesso nemmeno Kakaroth sarebbe stato in grado di batterlo e, il preannunciato arrivo dei temibili cyborg, non faceva altro che far accrescere la sua smania di combattere. Oramai le angosce che lo avevano perseguitato in tutti quei mesi si erano dissolte e il suo cuore ora, si era nuovamente riempito di quell'orgoglio che credeva perduto.

Ultimamente la vita di Vegeta aveva acquistato una parvenza di serenità e il vivere allo stretto contatto con i terrestri non lo irritava più come all'inizio, anche perché era proprio grazie ad una di essi che aveva cominciato ad apprezzare, sebbene non lo avrebbe mai ammesso, quel tipo di vita.
Le giornate insieme a Bulma erano per lo più dedicate nella maggior parte dei casi ad interminabili battibecchi, ma il saiyan sapeva perfettamente che non avrebbe potuto fare a meno di lei e in un certo senso, i continui rimproveri della donna, lo spronavano ogni giorno ad allenarsi più duramente per farle vedere di che pasta era effettivamente fatto.

Improvvisamente colto da una incontenibile euforia il principe dei saiyan, scagliò con violenza una grossa sfera d'energia contro le pareti metalliche della stanza gravitazionale, convinto che sarebbero state in grado di restituirgli il colpo, ma con sua grande sorpresa la sfera luminosa si spense contro una di esse squarciando la fredda superficie con un rumore assordante.
Vegeta si affrettò a tornare al suo stato naturale, sicuro che presto si sarebbe fatto vivo qualcuno.
La sua attesa fu ben presto ricompensata e una trafelata quanto preoccupata Bulma, sbucò da una delle stanza adiacenti e cominciò a farsi strada tra la cortina di fumo che si stava lentamente espandendo per tutto il corridoio.
"Che è successo?" chiese la donna tossendo.
"Levati di mezzo!" esclamò Vegeta prendendola per un braccio e trascinandola lontano dalla stanza. Bulma non ebbe nemmeno la forza di obbiettare, poiché troppo intenta a coprirsi gli occhi lacrimanti.

Vegeta si fermò esattamente al centro del salotto, l'unica stanza del pianterreno che ancora non era stata raggiunta dal fumo nocivo dei meccanismi e, incrociando le braccia, rimase in attesa che la donna di fronte a lui chiedesse spiegazioni, inveendo sgarbatamente contro di lui.
Bulma non fece niente di tutto questo ma al contrario quando finì di asciugarsi le lacrime, cominciò ad osservare il saiyan con aria interrogativa.
L'uomo capì immediatamente cosa volesse dire quello sguardo indagatore e, prima che la mente sveglia della donna potesse dare forma alle sue intuizioni, il saiyan decise di svelarle il frutto dei suoi duri allenamenti.
"Ho una sorpresa per te!" annunciò il principe allontanandosi di qualche passo.
Respirando profondamente Vegeta chiuse gli occhi e cercò di concentrare tutta la sua energia all'interno del suo corpo, stando bene attento a mantenere uno stato di calma.
Improvvisamente le pareti della camera cominciarono a vibrare visibilmente e solo qualche attimo dopo il saiyan riaprì le palpebre lasciando esplodere tutta la sua potenza con un urlo liberatorio.
I suoi occhi neri e profondi scomparvero e furono immediatamente rimpiazzati da un altro paio di colore azzurro, i suoi capelli corvini ebbero un leggero spostamento d'aria e si decolorarono fino a raggiungere una tinta bionda, mentre durante tutto il processo di trasformazione la sua persona veniva inspiegabilmente avvolta da un'aura dorata.
"Ce l'hai fatta!" sussurrò Bulma portandosi una mano alla bocca, incredula di vedere adesso innanzi a lei il leggendario guerriero saiyan che la guardava soddisfatto dall'altra parte della stanza.
In pochi passi Vegeta raggiunse la sua compagna e con leggerezza la prese tra le braccia, felice di leggere nei suoi grandi occhi azzurri una profonda ammirazione.
Il fatto di poter condividere con lei un momento così importante lo riempiva d'orgoglio e il ricordo di come lei lo avesse sempre sorretto durante i suoi momenti di sconforto e frustrazione, fecero nascere in lui il desiderio di ripagarla a modo suo, della fiducia che aveva sempre riposto in lui, così, senza pensarci due volte, cominciò a salire le scale per raggiungere il piano di sopra.
Bulma dal canto suo non poté fare a meno di assecondarlo, godendo dello strano calore del suo corpo.

La vita alla Capsule Corporation trascorreva senza particolari problemi. Ormai mancava solo un anno all'arrivo dei cyborg e la battaglia preannunciata così tragicamente dal ragazzo del futuro stava per diventare una concreta realtà.
Stranamente questo fatto non riusciva a preoccupare eccessivamente Bulma, troppo presa a considerare la sua già ambigua relazione con Vegeta. Ultimamente il saiyan aveva cominciato a manifestare una sorta di indolenza sia nei confronti della sua vita in generale sia nei confronti della sua compagna. Sempre più spesso lasciava molto presto la mattina la Capsule Corp. e andava ad allenarsi chissà dove, abbandonando la stanza gravitazionale che tanto gli era stata utile per raggiungere i suoi primari obbiettivi.
Bulma sentiva che presto sarebbe cambiato qualcosa. La situazione di inquietudine non la abbandonava quasi mai durante tutto l'arco della giornata e il suo intuito le diceva che presto nella sua vita, ci sarebbero stati dei cambiamenti, ma non sapeva dire se nel bene o nel male.
La risposta a tutti i suoi quesiti arrivò in una forma che nemmeno la mente più fantasiosa avrebbe saputo elaborare.

Vegeta tornò molto tardi anche quella sera e si preparò un bagno caldo per lasciare che l'acqua della vasca accogliesse le sue stanche membra.
Dopo un buon quarto d'ora il saiyan si decise ad uscire dalla vasca e, avvolgendosi un asciugamano alla vita raggiunse la camera da letto di Bulma.
Inaspettatamente esitò ad aprire la porta. Sapeva perfettamente che all'interno della stanza c'era già qualcuno che lo stava aspettando ma stranamente la cosa sembrò infastidirlo, piuttosto che attirarlo in quella direzione.
Ultimamente aveva raggiunto uno stato mentale che lo aveva portato ad allontanare il suo desiderio da quella ragazza. Probabilmente la sua riluttanza trovava origine dalla suo ritrovato orgoglio saiyan ed il fatto che lei fosse sempre lì a ricordargli che in passato aveva avuto bisogno di qualcuno per superare un momento difficile, lo infastidiva.
Lasciando la fredda maniglia della porta della donna, Vegeta si voltò nella direzione opposta e prese a dirigersi senza fretta verso la sua vecchia stanza da letto, la quale non era più stata utilizzata dalla notte che lo aveva unito a quella donna terrestre.
Le lenzuola bianche del letto rilucevano di una strana luce azzurrognola sotto l'illuminazione delle stelle, ma quella notte la spettacolarità del firmamento che lo aveva sempre affascinato, sembrava irritarlo più del dovuto e maledisse più volte gli abitanti dell'edificio per non aver dotato la grossa finestra rettangolare di tende.
Fu incredibilmente difficile per Vegeta trovare una posizione comoda nella quale riposare. Ultimamente era solito dormire supino, ma la sensazione che quel letto freddo e vuoto gli dava in quella posizione sembrava opprimerlo inspiegabilmente, se solo avesse avuto di fianco la famigliare figura di Bulma avvinghiata al suo torace, probabilmente adesso avrebbe avuto meno problemi nel prendere sonno, ma sapeva che avrebbe fatto meglio a dimenticare alla svelta quella piacevole sensazione, dato che da quella notte in poi aveva deciso di non dormire più in compagnia della donna.
Nel silenzio della stanza Vegeta si ritrovò a pensare a quello che gli era capitato in tutti quei mesi di permanenza sulla terra. Decisamente era cambiato, il clima della terra era stato in grado di calmare il suo carattere. Provò a fare il calcolo da quanto tempo non provava desiderio di violenza. La sua mente non arrivò a tanto, in quei mesi a parte l'ossessione di superare Kakaroth e lo sviluppo di nuove tecniche non aveva avuto pensieri del tutto negativi.
La cosa non poteva andare avanti ancora per molto, sebbene avrebbe dovuto sacrificare la compagnia della causa principale di quell'indesiderato cambiamento. Il suo desiderio di riscatto non poteva proprio adesso essere offuscato da nessun'altro inutile sentimento e fino a che fosse rimasto accanto a Bulma, la cosa sarebbe stata pressoché impossibile, per questo il suo orgoglio gli suggerì di porre fine a tutta quell'agitazione semplicemente frapponendo un muro tra il suo cuore e quello della donna.

La notte non fu sofferta solo per Vegeta. Bulma nel buio della sua stanza rimase l'intera nottata ad aspettare colui che invece adesso si trovava a dormire sonni agitati nella camera poco distante. Quella avrebbe dovuto essere per entrambi una serata speciale, Bulma aveva aspettato l'intera giornata per rimanere un po' da sola con il suo compagno, soprattutto per dargli una delle più importanti notizie della sua vita.
L'attesa era divenuta un vero e proprio tormento, la solitudine di quella camera era diventata un peso opprimente, ma quando le prime luci del nuovo mattino fecero capolino attraverso le tende della grande finestra della sua stanza, la dura realtà le si parò di fronte ancora più pesantemente di prima, quando ancora tutto sembrava così irreale nell'oscurità della notte.
Con dei lenti movimenti, Bulma si alzò dal letto e cominciò a vestirsi svogliatamente, dando però di tanto in tanto delle occhiate furtive alla parte del letto dove Vegeta era solito dormire.
Nella sua mente tormentata non sapeva cosa pensare, le vennero in mente le più svariate ipotesi. Anche se quella non era la prima volta che le capitava di dormire da sola, il fatto che fosse di nuovo capitato proprio quella notte, le fece nascere un dubbio atroce e l'ansia di sapere dove si fosse cacciato Vegeta le batteva nel petto dolorosamente.
Una volta indossata la sua tuta da lavoro, si fece strada tra i corridoi ancora deserti della Capsule Corp. per raggiungere il bagno.
La luce artificiale della lampadina creava ancora ombre sul suo viso decisamente stanco e segnato da profonde occhiaie, testimonianza della nottata insonne.
Quello che Bulma vide nello specchio non le piacque per niente. Ormai non era più la semplice ragazzina che solo pochi anni prima vagava spensierata per il mondo alla ricerca delle sfere del drago, adesso era una donna e doveva prendere ogni giorno decisioni importanti per la propria vita.
Aprì il rubinetto dell'acqua e si sciacquò il viso nella speranza di acquistare un aspetto un po' meno spettrale e quando rialzò gli occhi dal lavandino, vide, riflessa nello specchio, la figura di Vegeta che si stava dirigendo al piano di sotto.
Il saiyan aveva immediatamente captato la debole aura della donna già sveglia ma aveva volontariamente deciso di ignorarla, andando dritto per la sua strada senza degnarla del minimo saluto. Solo quando si sentì raggiungere da leggeri passi nella cucina, non poté fare a meno di osservarla indugiare sulla porta con una mano sullo stipite ed una delle più ambigue espressioni che le avesse mai veduto dipinte sul volto.
"Bè non si saluta più la mattina?" chiese Bulma cercando di ironizzare sulla situazione.
Vegeta si limitò a scostare lo sguardo provando a concentrarsi sulla corposa colazione che si stava preparando.
La donna rimase immobile e in silenzio, alla ricerche delle parole giuste per intavolare una conversazione con lui, al fine di comprendere qualcosa riguardo il loro rapporto.
"Stanotte ti ho aspettato..." disse provando a trattenere le emozioni "…ma so che hai dormito nell'altra camera!"
Vegeta ancora sembrò non prestarle attenzione e alzò lo sguardo solo quando udì nuovamente la voce della donna.
"Allora… è finita, tra noi due!" disse Bulma, intuendo ormai la verità riguardo il suo comportamento ormai così scostante.
Vegeta non si sarebbe mai aspettato una affermazione così diretta, ma per far si che la donna non intuisse il suo sconcerto, provò a rispondere a tono a quella domanda, capendo che avrebbe fatto meglio a sbrigarsela alla svelta dato che gli era stata data una così improvvisa possibilità.
"Bè…" iniziò Vegeta cercando di non guardarla negli occhi "… mi sembra che sia giunto il momento! Ci siamo divertiti per un po' ma ormai credo che sia arrivata l'ora di finirla!"
Bulma non riuscì a credere inizialmente alla brutalità di quelle parole, anche Vegeta in un certo senso si stupì di come una tale dura affermazione avesse trovato la luce così facilmente, ma ancora di più si stupì di come la cosa aveva avuto la capacità di farlo sentire un completo verme, anche se aveva sempre creduto che niente e nessuno avrebbe mai potuto farlo sentire in quel modo.
"Bene…" mormorò Bulma voltandogli le spalle "Allora senza rancore!"
Vegeta riprese a prepararsi la colazione, risultando molto più distaccato di quello che in realtà non fosse. Non ci mise molto a realizzare che la donna non si era affatto allontanata ma continuava ad indugiare sulla porta.
Con curiosità alzò lo sguardo e la vide voltarsi di nuovo mordendosi il labbro inferiore.
"Vegeta…" disse provando a mantenere un certo autocontrollo.
"Cosa?" chiese lui provando a simulare un tono di voce seccato, cosa che non gli riuscì affatto difficile dato che da sempre utilizzava con lei tale atteggiamento.
"Credo che ci sia rimasta un'ultima cosa da dirti…" riprese Bulma deglutendo.
Il saiyan non riuscì ad intuire nulla di quello che la donna avesse intenzione di dire, ma si preparò a ricevere qualche insulto, piuttosto rincuorato dal fatto che finalmente quella donna manifestasse una reazione diversa da quella che aveva avuto poco fa, decisamente poco consona al suo usuale carattere.
"Sono incinta!" esclamò senza calore.
Vegeta non riuscì completamente a trattenere la sua reazione a tale rivelazione e sebbene leggermente, spalancò gli occhi per poi riprendere il suo solito sguardo freddo.
La donna lo guardava aspettando un suo commento e questo non tardò arrivare, nonostante Vegeta avrebbe preferito rimanere in silenzio, cercando di realizzare completamente quella scoperta.
"Non crederai che io cambi la mia idea semplicemente a causa di un marmocchio in arrivo?" chiese.
"No!" ripose Bulma con voce alta e chiara "Dicendoti questo non intendevo affatto quello che hai detto tu… pensavo solo che avessi il diritto di saperlo dato che io ho intenzione di crescere nostro figlio in questo edificio."
Vegeta annuì dirigendo nuovamente la sua attenzione sul cibo.
Bulma sospirò profondamente. Finalmente era riuscita a dargli quella notizia che ormai da più di ventiquattro ore le gravava sul petto e si sentì un po' più sollevata ad aver condiviso la notizia con qualcuno, anche se avrebbe preferito dire a Vegeta della nascita del loro figlio in un'altra situazione e con altro stato d'animo. Rimase ancora qualche attimo ad osservarlo e poi senza aggiungere nient'altro si voltò di nuovo per lasciare finalmente quella cucina silenziosa. Prima di andarsene del tutto però non poté fare a meno di lasciare che tutta la sua frustrazione si manifestasse con un'unica e semplice lacrima amara.

Vegeta rimasto solo, smise di prestare attenzione alla colazione che in realtà aveva cominciato a nausearlo, lasciandosi ricadere pesantemente su una delle sedie attorno al tavolo. Con lo sguardo fisso al pavimento non riusciva a togliersi dalla mente la sconvolgente notizia che gli era appena giunta alle orecchie.
Era da alcuni giorni che Bulma si comportava in maniera piuttosto strana in sua presenza ma mai avrebbe creduto che tale comportamento celasse una così inaspettata verità. Nemmeno Vegeta seppe come accogliere tale notizia. Ormai aveva preso la sua decisione e si era ripromesso di abbandonare nuovamente ogni sentimento per cercare di tornare, almeno in parte, l'individuo che era un tempo; ma adesso dopo la notizia della nascita di suo figlio non fu più così sicuro di riuscire davvero a dimenticare tutto, se mai anche prima si reputasse in grado di farlo davvero. Con un gesto stizzito spostò il piatto contenente la sua colazione e si alzò dalla sedia. Per la prima volta in vita sua non seppe davvero come reprimere ogni sentimento; il suo orgoglio lo tormentava ricordandogli che non avrebbe dovuto permettere a niente e a nessuno di manipolare il suo carattere e un fatto del genere non avrebbe dovuto fare nessuna differenza. Con passi nervosi e veloci, si diresse verso la stanza gravitazionale con la speranza che un duro allenamento avrebbe avuto la capacità di distrarlo dal tormento in cui era piombato, convinto che la decisione che aveva appena preso fosse quella migliore.

Bulma sedeva su un freddo ed enorme tavolo posto al centro del laboratorio principale della Capsule Corp. Fra breve suo padre e gli altri tecnici la avrebbero raggiunta per iniziare una nuova giornata di lavoro e la ragazza sperò vivamente che non tardassero ad arrivare, perché quella improvvisa solitudine la costringeva a rimuginare su tutto ciò che in pochi minuti aveva dato una nuova, imprevedibile svolta alla sua vita.
Il suo sguardo indugiò per alcuni attimi sulle grandi finestre del laboratorio e la vista di un meraviglioso cielo azzurro le diede un senso di calma apparente, mentre una mano le scivolò delicatamente sul ventre come se potesse già essere in grado di avvertire la vita che lentamente si stava formando dentro di lei.
Fra breve il suo corpo avrebbe subito una piacevole trasformazione. Se una cosa del genere le fosse successa alcuni anni prima probabilmente avrebbe avuto di che lamentarsi, considerando il suo carattere estremamente vanitoso, ma ora stranamente la cosa non sembrava preoccuparla minimamente. Avrebbe accettato qualsiasi cambiamento pur di dare alla luce il nuovo meraviglioso individuo che già sentiva così profondamente suo.
Bulma ricordò di come aveva accolto esultante l'arrivo di suo figlio e di come lo aveva immediatamente accettato come un vero e proprio dono. Era stata così presa dalla notizia che sulle prime non aveva pensato a quale avesse potuto essere la reazione di Vegeta.
Qualsiasi essa fosse stata inizialmente, la donna era sicura che prima o poi il saiyan avrebbe accettato la cosa, dopotutto sapeva che nonostante ogni apparenza, dentro di lui c'era qualcosa di buono ed era per quel motivo che Bulma aveva pensato a quale potesse essere il modo migliore di comunicargli la notizia. Ora però purtroppo, tutte le sue fantasticherie erano state liquidate in poche semplici parole dette con freddezza, e la reazione che lui aveva avuto, di sicuro non rientrava in nessuna della aspettative che si era augurata.
Bulma sospirò all'improvvisa realizzazione di come solo pochi minuti prima avesse improvvisamente perso una parte importante della sua vita e proprio nel momento in cui aveva probabilmente più bisogno di un sostegno. L'unico conforto che ora le rimaneva, era quello di sapere che fra pochi mesi avrebbe potuto stringere tra le braccia colui che per ora era ancora poco più che un'idea, il frutto di quello che lei aveva sempre inteso come puro e semplice amore. Il frutto della sua relazione con Vegeta, della quale non si era mai pentita e che purtroppo oramai si era conclusa. Sapere che la prossima nascita del bambino non era stata la causa principale di quella rottura la fece sperare in un certo senso che prima o poi, Vegeta avrebbe potuto lasciare nuovamente da parte il suo orgoglio per cominciare a provare qualcosa per quell'individuo che dopotutto, avrebbe posseduto nelle vene il suo stesso sangue e, pensando questo, Bulma comprese finalmente che effettivamente non avrebbe mai perduto definitivamente Vegeta, perché era sicura che ogni volta che avrebbe guardato negli occhi del piccolo, avrebbe potuto scorgere in lui qualcosa del saiyan di cui era ancora profondamente innamorata. Vegeta sarebbe sempre rimasto accanto a lei in minima parte, prendendo le sembianze di suo figlio, il loro figlio.

Fine