I
TRE ESTREMI DEL FILO DEL DUBBIO
Gandalf passeggiava in lungo e in largo per tutta la sala
mentre gli altri parlavano animatamente seduti intorno al
tavolo rotondo o in piedi vicino al proprio interlocutore
-Come possiamo prendere delle decisioni se non sono
ancora tornati tutti?- chiese Elrond guardando lo
Stregone con uno sguardo contrariato
-Ragiona- gli disse quello fermandosi di fianco alla
sedia sulla quale si doveva sedere -Shion e Merry avranno
bisogno di noi, loro contano sul nostro aiuto e poi non
ti pare strano. Viaggiavano come normali viandanti, non
avevano nulla che Lo potrebbe interessare. Non aveva
motivo di rapirli. O almeno nessuno dei motivi che
conosciamo era valido. Dobbiamo aiutarli ovunque essi
siano-
-Non siamo sicuri che siano stati rapiti per Lui-
-Allora quale potrebbe essere la soluzione alternativa.
C'era del sangue sui bagagli ed era di orchetto. Sono
stati rapiti e dobbiamo salvarli, è probabile, se non
hanno nulla di prezioso, che siano venuti a conoscenza di
qualcosa che sarebbe stato meglio che non scoprissero-.
Frodo osservava Anhel che rimaneva in piedi sulla porta
di legno. Sembrava aver paura della gente che si trovava
nella sala. Era vero, quell'Elfo gli stava simpatico e
gli faceva tenerezza perchè anche se aveva più anni di
lui aveva uno sguardo angelico ed innocente. Somigliava
davvero a Galadriel e ad Haldir. I suoi occhi esprimevano
sempre una tristezza profonda, però c'era qualcosa.
Qualcosa di oscuro e profondo nel cuore dell'Hobbit che
gli suggeriva di odiarla "più che odio forse, è
gelosia. Non capisco. Ho appena conosciuto quest'Elfo,
perchè dovrei essere geloso?
E' strano. Questa gelosia non sembra venire dal mio
cuore, sembra un sentimento esterno. E' proprio una
gelosia potente, crudele e devastante e faccio fatica a
non seguirla. Solo il chiedermi perchè devo essere
geloso mi aiuta a non cedere" il filo dei suoi
pensieri venne spezzato dallo sguardo di Anhel. Si era
posato tranquillo su di lui che la guardava a sua volta.
Girò la testa e guardò da un'altra parte vergognandosi
di quel suo sguardo insistente -Qualcuno di noi partirà
per andare a cercarli- disse distrattamente
-Però non capisco- ammise Legolas -Ammettiamo che
l'ipotesi di Gandalf sia vera: cosa ci potrebbe essere di
importante nei territori vicini ad Angmar vicino
all'ormai inesistente reame di Arnor che potrebbe
compromettere i piani della nuova potenza di Mordor? Non
vi è nulla laggiù loro dovevano solo costeggiare quella
terra per poi raggiungere Fornost, che voi chiamate
Roccanorda, per tornare-
-Sono d'accordo- disse Aragorn -Abbiamo mandato la vostra
allieva e Merry laggiù proprio perchè ella è ancora
inesperta per affrontare i pericoli che in zone più
frequentate potrebbero annidarsi ovunque e invece sono
proprio loro che non tornano. Quella è uno dei territori
più tranquilli di tutta la Terra di Mezzo-.
Gandalf si sedette silenziosamente sulla sua sedia -Appunto,
forse fino ad ora è stata tropo tranquilla- assentì a
voce bassa -Ma parliamo piuttosto di ciò che avete visto
e sentito voi, così che chi dovrà partire per
recuperarli sappia qualcosa-.
Anhel osservava spesso Frodo, ma non sempre. Alte volte
si guardava intorno e osservava gli altri con interesse e
timore. Spesso Legolas si girava verso la porta, ma ogni
volta lei si nascondeva. Si alzò in piedi intenzionato a
parlare per primo, almeno per un po' non avrebbe dovuto
far caso al suo sguardo -Io e Sam siamo tornati vero la
Contea e siamo stati parecchio nelle locande di Brea che
sono punti di ritrovo e ristoro di molti viaggiatori
provenienti da molte parti della Terra di Mezzo e ho
pensato che quella fosse un'ottima postazione.
Passavano alcuni Uomini che facevano di tutto per non
farsi notare e altri che avevano una strana fiamma
spietata negli occhi. Sono venuto a sapere, o meglio, Sam
ha scoperto la storia di un capannone incendiato che
pareva davvero strana-
-Spesso c'è chi si lamenta dei curiosi- disse Sam
incrociando le braccia -Ma per una volta la mia curiosità
è stata utile. Ho parlato con un contadino che lavorava
da quelle parti che mi raccontò la storia dell'incendio
<<Alcuni Uomini>> mi disse <<Crudeli e
spietati, vi tenevano dentro imprigionati degli schiavi.
La maggior parte di loro erano Elfi, ma anche qualcuno
della loro stessa razza. E' stato uno di questi ultimi ad
incitare i prigionieri a ribellarsi. Hanno appiccato il
fuoco alla costruzione. I più forti hanno combattuto
lasciando scappare gli altri, ma pochi si sono salvati di
quelli che erano rimasti. Sarà successo due mesi
fa>>. Mi raccontò anche altre cose che però non
ritengo utili-
-Purtroppo esistono uomini crudeli- disse Galadriel
malinconica. Pareva non si fosse nemmeno interessata alla
presenza di Anhel a Gran Burrone -Ma è stato solo perchè
sono deboli e hanno avuto paura dopo la distruzione della
loro dimora e hanno deciso di mettersi dalla parte
dell'Ombra sperando di avere salva la vita-
-Li chiamano "I Traditori", quegli Uomini-
disse Aragorn
-Si, anche quel contadino li chiamò così. Disse anche
che uno di loro era di quelli che erano rimasti a
combattere. Probabilmente è morto anche lui. Nessuno, di
quelli figgiti, conosceva l'Uomo però disse che in paese
all'inizio si parlava molto di lui. Era il capo di questi
portatori di schiavi e coordinava tutti gli spostamenti.
Poi però un giorno deve aver fatto qualcosa che a Mordor
non è piaciuto e lui è finito prigioniero insieme agli
Elfi. Non disse mai il suo vero nome e infatti a Brea lo
conoscevano come lo "Schiavista", ma pare che
quando era nelle prigioni si facesse chiamare Rètear.
Sembra un nome Elfico-
-E' una parola Elfica- disse Elrond con lo sguardo
stupito -Ma mi sorprende che uno che veniva chiamato
Schiavista venga poi chiamato Rètear cioè Sorridente-.
Galadriel guardò verso la porta. Anhel era uscita da
dietro i battenti e rimaneva in piedi sulla soglia con
gli occhi che lacrimavano -Nir curnit Rètear. Mire
dierte cui- sussurrò avvicinandosi timorosamente al
tavolo
-Che cosa ha detto?- chiese Pipino tirando giù i piedi
dal tavolo
-<<Io conosco Rètear. Lui è un mio amico>>-
tradusse Legolas
-Dunque tu eri ancora a quel capannone quando ci fu
l'incendio?- le chiese Gandalf in elfico
-Si, io l'ho conosciuto, o meglio, lui ha conosciuto me
perchè diceva che somigliavo ad una persona che
conosceva. È stato lui ad insegnarmi a dire come mi
chiamo. Che cosa è successo a Rètear?-.
Galadriel guardò da un'altra parte -Sembra sia un
traditore- rispose con freddezza -Non puoi stare qui. Non
hai avuto il permesso di partecipare a questa riunione
quindi ti prego di andartene-
-Lascia stare Galadriel- disse Elrond -Forse è un bene
che lei abbia sentito, ci potrà dire qualcosa in più
sul conto di quest'uomo. Sta dalla parte di Sauron e
quindi è un nemico, se potremo sapere qualcosa su di lui
è meglio-
-No- lo interruppe Anhel -Lui non è un nemico. Rètear
non è cattivo. Lui è stato gentile con me, è una
persona all'animo buono e gentile. Non può aver fatto
del male a nessuno-
-Eppure era proprio lui che coordinava il trasporto degli
Elfi fatti schiavi. Dopo aver saputo questo riesci ancora
a dire che è una brava persona?- le chiese Galadriel. La
sua voce era fredda e sprezzante. Non riuscivano a capire
perchè si comportava così.
Anhel fece un debole inchino alla Dama e corse via.
Legolas, Aragorn e Frodo la guardarono addolorati, gli
altri invece rimasero fermi a chiedersi cosa si potevano
essere detti -Comunque, pare che sia morto salvando gli
altri- concluse Sam e quindi si chiuse nel silenzio dei
suoi pensieri.
-Bene- disse Elrond cercando di recuperare la calma per
la discussione -Pipino, tu eri stato mandato dalle parti
della Vecchia Orthanc-
-Si signore- Pipino rimase seduto e guardava il tavolo
con uno sguardo spento, ma allo stesso tempo impaurito -Io
sono andato da quella parte.
Non ho buone notizie.
Non sono riuscito ad arrivare fino alla costruzione che
col tempo gli Ent stavano sgretolando. Il fatto è che
anche quella terra non è più sotto il nostro controllo.
Non credo che Mordor l'abbia presa per mettere al vecchio
posto di Saruman qualcun'altro. Semmai per essere sicuri
che la potenza degli Ent fosse indebolita senza quella
che era diventata una casa per loro. Molti Ent si erano
ormai stabiliti laggiù. Credo che la maggior parte siano
stati abbattuti e gli altri fuggiti. Comunque sia non
sono rimasi li perchè da lontano si vede benissimo che
non c'è più una chiazza verde. È tutto deserto e
l'aria immobile non suggerisce nulla di buono. Sono
rimasto li parecchio tempo facendo anche dei giri per
vedere se vi potessero essere dei passaggi per entrare
nella valle e controllare da vicino, ma non vi era più
nulla che mi potesse far entrare. Sono state tappate le
gallerie delle montagne intorno e alzato un grande muro
di macigni la dove la roccia non ha chiuso naturalmente
l'entrata alla valle. Intorno era tutto stranamente
silenzioso. Non vi fu un alito di vento per tutto il
tempo che rimasi li e nulla si mosse. Sono sempre rimasto
in guardia anche se tutto sembrava tranquillo. Era così
calmo che gli enormi monti riproducevano quasi l'eco dei
miei passi. Però non penso ci si debba fidare. Quella
calma è troppo... calma, tutto così innaturalmente
tranquillo. Credo si debba usare questo ragionamento
anche su ciò che ci è capitato-
-Cosa intendi?- chiese Frodo accasciato sulla sedia e
oppresso dai mille pensieri e dubbi che gli
attanagliavano la mente
-Che se ci pensiamo bene gli anni dopo la Battaglia
dell'Anello sono stati fin troppo allegri e spensierati,
tutto era troppo perfetto, troppo allegro. Le cose si
erano messe a posto troppo facilmente-
-Facilmente?- scattò in piedi Frodo -Attraversare
Mordor, combattere contro le sue armate, distruggere un
Anello che pare indistruttibile lo chiami facile? Certo,
semplice per uno che se n'è stato tutto il tempo sul
cavallo di qualcun'altro sballottato da città a città.
Ma io ho attraversato tutto il Sud e tutta Mordor!! Credi
sia facile?-
-Frodo, non metto in dubbio che non sia stata un'impresa
semplice, ma ti ricordo che sei stato tu a volerla
compiere. Non eri costretto, la potevi lasciare ad altri
però sei un buon amico e hai voluto portare tu quel
fardello per non lasciare che noi, i tuoi amici,
venissimo coinvolti. E
io non sono stato
sballottato da una città all'altra senza far nulla-
precisò con una punta di acidità in voce -Comunque non
ho detto che quella Battaglia fu semplice, io intendo il
dopo. Non so se potete capirmi. Alla fine è finito tutto
troppo velocemente, la Sua ritirata è stata facile, si
è ritirato ed è stato distrutto con un'incredibile
velocità. In quei primi momenti di pace, mi sono chiesto
"Ed era questa la grande potenza di Mordor che tutti
temevamo?", si
me lo sono chiesto e in questi
anni mi sono rimasti il dubbio e la certezza della
risposta: no, non era la sua vera potenza quella che
abbiamo visto. Così, quando dico che il ragionamento
della valle bisogna farlo anche sulla situazione del
resto della Terra di Mezzo intendo dire che la sensazione
che mi ha accompagnato dalla Battaglia fino ad oggi è
stata la stessa che provavo li. Una calma troppo
palpabile, troppo vera, ma allo stesso tempo facilmente
falsa- lo osservarono tutti e arrossì -So che è
difficile da capire, ma io la vedo così- sospirò, come
per dare un segnale che era tutto quello che aveva da
dire.
Gandalf rimaneva seduto con una mano che accarezzava la
folta barba bianca. Se Pipino avesse avuto ragione, chi
c'era dietro tutta quella strana ed incomprensibile
situazione? Chi aveva ripreso di nuovo il potere, o
almeno chi aveva dato la forza a Sauron di riacquistarlo?
Dubbi su dubbi si affollavano nella sua mente e se avesse
potuto leggere quella degli altri si sarebbe accorto che
non era l'unico, anzi. Lui era uno di quelli che ne aveva
di meno! Elrond guardò Gimli che ricambiando lo sguardo
capì che era il suo turno -Io- iniziò a dire molto
piano -Non ho grandi filosofie da esporre e non ho notato
nulla di veramente particolare. Che dire, Moria è
tornata quella di qualche tempo fa. Vuota. Troppo poco
tempo ci è stato concesso per ripopolarla come si deve e
anche se siamo abili lavoratori ancora gran parte delle
miniere sono come le abbiamo viste l'ultima volta che ci
siamo passati, poche sono state completamente rimesse a
nuovo. Ora che mi ci fate pensare però- disse alzano
d'un tratto la voce mentre il suo volto si illuminava di
dubbio -Anche nelle caverne c'era quella strana calma di
cui parlavi tu, Pipino. Non è stato toccato nulla, ma
ora non vi si può stare perchè gli Orchetti erano
sempre in agguato e da quelle voragini che abbiamo chiuso
(la maggior parte è ormai completamente otturata dalle
pietre), anche se sembravano innocue arrivava qualcosa di
maligno, come un aura, ma non proprio. Dava l'idea che
qualcosa di oscuro ci fosse dietro a quelle pietre che
chiudevano i passaggi. Questo è quello che mi hanno
raccontato alcuni di quelli che sono andati via da Moria
e vi posso assicurare che quando sono stato li era
davvero così-
-Se andato a Moria?- chiese stupito Pipino
-Si. Ma quella volta avrei preferito non doverci andare.
Credo che questo sia tutto da parte mia-.
Ciò che più preoccupava i presenti era che i "Grandi"
della loro riunione avevano detto poco o niente rimanendo
in silenzio ad ascoltare ciò che veniva detto. Elrond
osservava ogni interlocutore con i suoi occhi scuri e
penetranti, sembrava volesse cercare di leggere tra le
righe di ciò che ciascuno diceva. Sembrava cercare un
doppio senso in ciò che veniva raccontato. Come in una
parete si cerca il passaggio segreto, lui cercava la
verità, la soluzione a ciò che non sapevano o parevano
non riuscire a scoprire.
Galadriel guardava assorta il centro del luminoso tavolo
come se le risposte hai loro interrogativi fossero
scritte sopra. Sembrava non ascoltare e pensare solo a ciò
che le passava per la testa, ma si intuiva che invece era
li. Presente e attenta a tutto quello che veniva detto,
spiegato o anche solo accennato.
Gandalf. Cosa pensava Gandalf di tutta quella strana ed
enigmatica vicenda? Pensava solo a Shion o anche a come
risolvere quel rebus?
La verità era che lui iniziava a capire qualcosa di quel
gomitolo di eventi. Probabilmente era riuscito ad
afferrare l'estremità del filo, ora bisognava
sgarbugliarlo e arrivare fin all'altro capo. Ma cosa si
trovava dall'altra parte e cosa avrebbero trovato,
scoperto o capito durante la loro camminata su tutto il
filo? Quali cose spaventose e orrende? Quali liete e
dolci? Chi sarebbe rimasto e chi sarebbe, dolorosamente,
dovuto andare? Domande alle quali non gli era data
risposta se non prendendo quel capo e partendo da li,
andando avanti. Dunque, gli sembrava però che ci fosse
un trucco in quel garbuglio, perchè, per come la vedeva
lui, gli estremi di partenza erano due: Shion e
quell'Elfo femmina portato da Legolas, l'estremo finale
non lo si poteva prevedere. Nessuno l'aveva notato, ma
c'era qualcosa in Anhel che gli faceva presupporre che
potesse essere uno dei capi del filo e anche il più
probabile. Certo la scomparsa improvvisa di Shion dalle
parti di Angamar, una terra vuota, era molto sospetta, ma
cosa poteva avere di così importante una donna vissuta
dall'altra parte della Terra di Mezzo rispetto
all'Oscurità? Semmai l'Elfo era il più probabile capo
del filo. Vissuta a Lothlòrien, così vicina a Mordor,
presa in schiavitù e quindi sotto le catene dell'Oscurità.
Forse aveva qualcosa che Lui aveva percepito, ma che lui,
Gandalf, non riusciva a vedere. Stando così le cose
sarebbe partito dall'Elfo, ma non se la sentiva di
rimanere con il dubbio di dove fosse finita Shion, e così?
Cosa doveva fare?
Dividere in due i compagni? No. Già erano poche le forze
contro l'Oscurità (e ad essere sinceri erano anche
insufficienti), alcuni non sarebbero stati d'accordo
perchè non avrebbero mai lasciato Merry e la donna nei
guai e se poi dovevano anche dividersi perdendo forze per
un capo di filo sbagliato
ma come scoprire quale
fosse quello giusto e quale no?
Si alzò in piedi di scatto. Irritato da tutti quei
dubbi, da tutti quei "se", "ma",
"allora", "e se invece" e "come?".
Non era abituato a sapere così poche cose di una
faccenda che lo riguardava. Riguardava?
RIGUARDAVA?
Silenzio. Non parlava nessuno e tutti pensavano per conto
loro, ma alla fine tutti, nel momento in cui lo Stregone
si era alzato, arrivarono allo stesso punto: riguardava.
Quella faccenda li riguardava davvero? C'era chi pensava
di essere solo un piccolo Hobbit che aveva già fatto fin
troppo per i popoli della Terra di Mezzo, chi pensava di
essere solo un elfo, gli Elfi non sono fatti per la
guerra, non hanno l'aspetto di guerrieri. Uomini. Ormai
non avevano più Rohan, né il regno di Gondor, nulla che
li legasse più a quella terra. Ai Nani rimaneva la
Montagna Solitaria e quella bastava per tutti, era ai
confini della terra di Mezzo, cosa doveva interessare a
loro delle altre terre? Lui era uno Stregone potente,
poteva tornarsene da dove era venuto, dal Mare, e
lasciare che gli altri se la sbrigassero da soli.
Ma a quel punto quella guerra li riguardava davvero? Era
di nuovo una Loro Guerra?
Chi sbuffò, chi si mosse sulla sedia e chi cambiò punto
della stanza da osservare: che domande, certo che li
riguardava. Quella era la loro terra!
Come potevano avere dubbi su una cosa fondamentale come
quella. Certo che li riguardava e bisognava andare fino
in fondo.
-Da Bosco Atro poche novità- disse d'improvviso Aragorn
-Gli Elfi che sono stati salvati per ora sono li e ogni
tanti ne arrivano alcuni nuovi che magari si erano persi.
Celeborn sta tenendo bene la situazione e il popolo di
Lorien ha fiducia in lui- tacque, mentre Legolas alzava
lo sguardo sulla Dama.
-Galadriel- disse egli sorridendo. Pareva l'unico in
grado di sorridere in quel momento -Lothlòrien non
esiste più. Non ne è rimasto nulla, ma c'è ancora una
speranza- la donna lo guardò con uno sguardo implorante
-Anhel, non so come, ma ha conservato un albero ed era
rimasto con lei un niphredil quindi vi è ancora speranza.
Ma passando a lei. È strana: secondo alcuni di voi è un
Elfo di cui non fidarsi, ma secondo altri, tra cui io, è
un Elfo particolare, ma non negativo. È vero, quando
l'ho soccorsa, prima di svenire, disse che Sauron stava
arrivando e che lei doveva essere li. Dalla sua voce però
traspariva angoscia, paura, ma era come se lei fosse
costretta a seguirLo, ad aspettare l'Ombra. Ora non
ricorda nulla. Forse è solo stata una frase in un
momento di delirio
o forse no. Non so cosa pensare,
se non che non è cattiva- concluse con quelle parole
sussurrate.
-Ci sto pensando. Forse partiremo- disse Gandalf
cogliendo tutti di sorpresa -Vi farò sapere al più
presto. Ora cercate di sorridere un po', vi basti sapere
che i miei occhi iniziano ad abituarsi al buio e inizio a
vedere i contorni di qualcosa-.
Quella frase così enigmatica, ma insieme così chiara
sembrò colpire gli animi di tutti i presenti e
sollevarli.
Anhel era ai piedi di un albero ed inginocchiata sulle
rive dello stagno sottostante. Osservava l'acqua suonando
uno strumento. Dalla musica non sembrava triste, ma
nemmeno allegra. Era solo una melodia che accompagnava le
fronde dell'albero che si scuotevano al vento caldo che
arrivava in quella valle. Aragorn, Legolas e Frodo,
accompagnato dall'insostituibile amico Sam, si
avvicinarono sedendosi alle radici dell'albero dietro di
lei.
Il debole sole del tardo pomeriggio illuminava la radura,
ma presto sarebbe sparito dietro le montagne. Sotto la
pianta c'era una piacevole ombra. Il vento trasportava le
note del piccolo flauto dell'Elfo che arrivavano fino
alla cima dei monti circostanti e allietavano le orecchie
dei quattro ascoltatori alle sue spalle. Per tutta la
natura intorno quella musica sembrava una medicina dalle
ferite e dalle malattie.
Aragorn e Legolas sentirono il loro cuore alleggerirsi da
quella stanchezza, tristezza e rabbia che avevano
accumulato durante la riunione, Sam ascoltava cercando
delle parole adatte e Frodo sentì che lo strano
sentimento di gelosia che provava per lei si faceva più
debole. Quando la musica finì Anhel sembrò cercare
qualcosa intorno a se -Cercate qualcosa?- chiese Sam.
L'Elfo sembrò spaventarsi alle sue parole e si girò
verso di loro con uno sguardo meravigliato -Da quanto
siete qui?- chiese
-Un po'- rispose Aragorn chiudendo gli occhi e lasciando
che la brezza gli accarezzasse il volto
-Suoni bene, chi te l'ha insegnato?- chiese Frodo.
Anhel lo guardò in silenzio per un po' poi gli sorrise
dolcemente. Quello strano sorriso gli faceva un effetto
particolare. Si sentiva quasi in colpa di provare gelosia
e rancore, immotivati, per lei -Nessuno- rispose -L'ho
imparato da sola.
Questo flauto me l'ha dato Rètear il giorno
dell'incendio e così questo è il nome che ho dato al
mio strumento- Legolas, Aragorn e Frodo si guardarono
pensando a come dirle che quell'Uomo era molto
probabilmente morto
-Ascolta- iniziò a dire Aragorn. L'Elfo lo guardò e
sorrise anche a lui. -Lo so- gli disse semplicemente -Se
non fosse così sarebbe venuto da me-.
L'Uomo le sorrise, non era una ragazzina,
quell'esperienza di dolore l'aveva fatta crescere più di
quello che doveva essere. Sam li guardava incuriosito, ma
non capiva nulla -Potreste spiegare anche a me?- chiese
umilmente.
Anhel si alzò ed andò a sedersi davanti a loro -Come ti
chiami?- gli chiese
-Samvise Gamgee, Sam-
-Samvise? Che bel nome!!-
-Ha detto che hai un bel nome- tradusse Frodo sorridendo
all'amico -Tu sei Anhel, vero?- le chiese in elfico
-Si e tu Frodo. I miei fratellini parlavano tanto di te.
Dopo la tua partenza da Lorien molte speranze sono nate
nei cuori del mio popolo e i bambini si sono divertiti ad
inventare leggende su di te e sulla tua missione. Alla
fine sei andato a dare ciò che dovevi a Minas Thirit?-
-Dare qualcosa a Minas Thirit?- chiese stranito lui e
anche gli altri la guardarono interrogativamente -Non
capisco-
-Così era stato raccontato ai giovani, ma so bene che
non è la verità. Se sapessero cos'hai fatto davvero ti
ringrazierebbero mille e mille volte ancora, lo farò io
per te. Grazie-
-E tu come lo sai?- chiese Aragorn dubbioso
-Cosa?- fece Anhel distogliendo lo sguardo dall'Hobbit
che rimaneva immobile, come gelato dalla parole dell'Elfo
-Quello che hai appena detto-.
Anhel rimase in silenzio per qualche minuto, poi si fece
seria -Cosa?- chiese -Cos'ho detto?-
-Vuoi dire che non ti ricordi cos'hai detto fino a poco
fa?- e lei fece segno di no con il capo- Aragorn si alzò
-Fa nulla. Ora scusatemi , ma ho da fare- disse agli
altri allontanandosi. Anche Sam si alzò, aveva notato
che il suo Padrone era rimasto scosso dalle parole di
poco prima -Anche noi dobbiamo andare, probabilmente
Pipino avrà bisogno di aiuto. Anche se ha fatto finta di
nulla è molto preoccupato per Merry e quindi sarà
meglio se gli stiamo vicini- diede un colpo a Frodo sulla
spalla che sembrò svegliarsi da uno stato di torpore.
Li guardò allontanarsi e poi si sedette appoggiando la
schiena al tronco dell'albero. Di fianco a lei stava
Legolas che non aveva ancora detto nulla.
Iniziava a sentirsi molto stanca e l'unico occhio dal
quale poteva vedere iniziava a stancarsi. La vista si
annebbiava lentamente -Sei silenzioso- sussurrò piano.
Dopo un po' di silenzio parlò anche lui -Si è vero. Mi
sono rimaste in mente le note della tua musica e sto
cercando di memorizzarle- dopo aver sentito un singhiozzo
si voltò verso di lei dimenticandosi completamente della
musica. Lo sguardo di Anhel era basso e nascosto tra le
braccia che cingevano le ginocchia. Però poteva vedere
le sue guance bagnate dalle lacrime -Non mi sopportano-
sussurrò più piano di prima
-Di chi parli?-
-Non Samvise, ma Frodo. Lui mi odia, prova rancore verso
di me anche se non ne ha motivo. Non ci siamo mai
conosciuti, ma è così. Anch'io provo qualcosa per lui
anche se non l'ho ma visto prima. Io sento di potermi
fidare di lui, sento che lui è in qualche modo superiore
a me e gli devo portare rispetto. Aragorn invece sospetta
di me. Non è che mi odia, però non si fida. Mi fa male
il cuore-
-Ma Anhel, non è vero. Nessuno ti odia-
-Si lo so- disse alzando lo sguardo a guardarlo in volto
-Ma involontariamente loro non mi vogliono, non mi
odiano, ma qualcosa dentro di loro li fa sospettare, li
fa odiare ed è quello che più non voglio. Tu che cosa
pensi di me?-.
L'Elfo rimase senza parole, non si aspettava quella
domanda. Ci fu molto silenzio -Non ti odio. Sento anch'io
qualcosa che mi dice che in te c'è qualcosa di strano,
ma non credo ci sia da avere paura. Non ti odio perhcè
leggo nei tuoi occhi che non faresti del male a nessuno e
poi ti ho salvato- sorrise -Hai fame?- chiese quindi per
cambiare discorso
-Un poco. Andiamo a prendere qualcosa- fece per alzarsi,
ma Legolas le mise una mano sulla spalla costringendola a
rimanere seduta
-No, tu rimani qui perché sei stanca. Io vado e poi
torno- si alzò e si allontanò.
Rimase ferma a guardare la figura sfocata che si
allontanava, poi un pensiero le attraversò la mente e si
mise a frugarsi, poi scoprì di avere ancora ciò che
cercava. Sospirò chiedendosi il perché di tanta
agitazione. Si accucciò ai piedi dell'albero e socchiuse
gli occhi.
Quando Legolas tornò allo stagno la vide addormentata
sotto le fronde dell'albero. Il vento della sera iniziava
a farsi fresco e prima o poi si sarebbe dovuta alzare, ma
per ora non l'avrebbe svegliata. Si tolse il mantello che
aveva e glielo mise addosso per farle da coperta.
La osservò in silenzio per un po' mente la Luna di
alzava lentamente in cielo e alcune nuvole blu scure
arrivavano da Nord.
La sua espressone rilassata gli ricordava tanto
Galadriel, ma lo faceva anche sentire strano. I capelli
sparpagliati sull'erba come i fili dorati di un indumento
sfatto. Il viso con la guancia destra coperta da un
cerotto. Gli faceva tenerezza. Ma anche pena, non solo
vedeva male, ma aveva anche un occhio chiuso da una benda
che le fasciava la fronte. Quanto doveva aver sofferto.
Anche lui era stato molto triste ed era rimasto ferito,
ma pensare che anche lei era nelle sue stese condizioni
quei giorni lo rallegrava, avevano sofferto insieme.
Che strano effetto gli faceva guardarla. Si sentiva
sempre emozionato quando doveva parlare con lei e si
sentiva in dovere di proteggerla sia a parole, come aveva
fatto alla riunione, sia a fatti se fosse stato
necessario in futuro.
Le sfiorò la guancia con una mano per accarezzarla, ma
non osò ripetere il gesto per paura di svegliarla o
forse per altro "Per paura di non poter più
smettere di accarezzarla? Per questo?". Cercò di
scacciare quel pensiero che gli sembrava strano, o
impossibile, o sconosciuto.
Dopo una forte ventata fredda la ragazza si svegliò,
mentre la mano di Legolas ancora indugiava sul suo capo.
L'Elfo si affrettò a ritirarla -Che succede?- chiese
stropicciandosi l'occhio, ma ricordandosi che non era per
il sonno che aveva la vista appannata
-Nulla- rispose -Voleva solo vedere se avevi la febbre,
perchè non ci ho messo molto a tornare che tu ti eri già
addormentata. Non è che magari sei molto stanca?- chiese
-N-no, affatto- mentì arrossendo. Si chiese il perchè
di quella reazione, si doveva vergognare di essere
stanca? -Insomma, un poco si, sono stanca-
-Allora adesso vieni che inizia a far freddo, dentro c'è
un piatto di zuppa che hanno fatto apposta per te. Anzi,
l'ha cucinato Galadriel in persona-
-Sul serio?- chiese alzandosi
-Si, ma che rimanga fra noi. Tieni pure il mantello fino
a quando non siamo dentro-
-Grazie- rispose e rientrarono.
Non erano molti quelli che parlavano. Tutti quelli che
erano presenti alla riunione ed alcuni Elfi abitanti di
Gran Burrone. Gandalf se ne stava seduto al suo posto
tranquillamente osservando il suo piatto ancora pieno.
Alzò lo sguardo verso il soffitto e dalla sua bocca uscì
un anello di fumo bianco seguito da tani altri anelli
ancora, a formare una lunga catena -In forma come al
solito- disse sorridendo Frodo che era seduto sulla parte
opposta della tavola rispetto allo Stregone. Questi però
non lo guardò e rispose a bassa voce osservando invece
la persona seduta dirimpetto a lui. Anhel non parlava.
Osservava il suo piatto e mangiava la zuppa che le
avevano dato.
Diede un'altra tirata alla pipa e lasciò di nuovo vagare
il fumo verso il soffitto. Questa volta, secondo Frodo,
somigliava molto ad un gomitolo, ma non ci avrebbe messo
la mano sul fuoco perché se era un gomitolo era davvero
strano, non aveva un capo finale e una iniziale, ma dalla
massa uscivano tre capi. Pensò che lo Stregone avesse
solo voglia di fare varie forme di fumo.
Finì la sua cena e poggiò il cucchiaio di fianco piatto
-Dica- esordì poi guardando Gandalf -La ascolto-.
Lo Stregone sembrò arrossire e sorridere sotto i baffi -Da
quanto sai che ti devo parlare?-
-Non lo sapevo- rispose -Solo ritengo che dopo quello che
vi ha detto l'Uomo chiamato Aragorn lei abbia qualcosa da
dirmi-
-E così sapevi anche che mi ha parlato-
-No, non ne ero sicura. Dopo che mi chiese cos'avevo
detto rimase molto scosso e se ne andò via in maniera
repentina. Mi pare che lei sia una persona importante
quindi credo sia venuto da lei a parlare-.
Gandalf rise di gusto poggiando la pipa sul tavolo -Beh
si, anche se non avessi mai avuto nulla da dirti ora,
dopo le tue parole. Qualcosa l'avrei lo stesso- sorrise
riprendendo la pipa -Comunque ho davvero delle cose da
dirti. Primo mi presento, Gandalf il Bianco- sembrò fare
un piccolo inchino col capo
-Mihtrandir. Lo sospettavo. Solo lui può fare dei
giochetti di fumo come quelli- e guardò il soffitto
-Mh, secondo inizio ad avvertirti che sarò sincero:
benché tu non abbia nulla che mi faccia pensare male di
te, ciò che hai detto fa sospettare che tu non stia
dalla nostra parte. O almeno non del tutto. Quando
Legolas ti ha salvato a Lorien sei svenuta. Prima di
svenire hai detto qualcosa circa l'arrivo imminente di
Sauron e il tuo dovere di aspettarlo. Ricordi nulla?-
-No, signore. Nulla, e sinceramente ricordo poco di ciò
che accadde dopo che Legolas si avvicinò a me per
consolarmi-
-Mh- annuì -Poco fa dissi che tutti gli abitanti di
Lorien, o almeno i ragazzi, erano stati tenuti all'oscuro
circa la vera missione di Frodo. Era stato detto loro che
egli doveva andare a consegnare qualcosa a Minas Thirit-
-E' vero. Ci è stato detto questo-
-Però poi hai affermato di sapere la verità e lo hai
ringraziato anche a nome di chi non lo sapeva. Poi però
Aragorn ti ha chiesto la conferma delle tue parole e per
te è stato come se tu non l'avessi mai detto-.
Ci fu un silenzio durante il quale Anhel guardò lo
Stregone con lo sguardo sereno, ma non sorridente -Credo
sia così. Non ricordo di aver mai detto niente del
genere- scosse la testa e guardò addolorata il tavolo -Non
vorrei mai che voi pensiate male di me. Però non posso
farci nulla. Credo che anche io nella vostra situazione
farei la stessa cosa. Solo
no nulla-
-Dimmi, è qualcosa che puoi dirmi davanti agli altri?-
-SI, si. Non sono loro che mi bloccando dal parlare, ma
è una verità che voi potreste prendere per menzogna ed
è meglio non aggravare la mia situazione- fece per
alzarsi
-Forse però
è meglio essere sinceri se si è veramente innocenti-.
Ecco, aveva peggiorato la situazione ancora di più.
Un'altra lacrima uscì dai suoi occhi -E' dal giorno
dell'incendio che non piango. Credo che sia un po' di
tristezza accumulata- si strofinò gli occhi con il dorso
della mano -Il fatto è che questa situazione nella quale
tutti, volenti o nolenti, sospettino di me mi fa soffrire
molto. Sono stata sola per tanti mesi e lo sarò ormai
per tutta la vita se la mia famiglia non si è salvata.
Sapere che anche qui, dove sono finalmente tra persone
che potrei considerare amiche. Qui che potrebbe essere un
luogo amichevole e tranquillo. Tutti sospettano di me, e
purtroppo non posso avere l'affetto che mi manca da tanto.
Siete mai stati da soli? In luoghi che non conoscete,
senza una casa dove tornare e senza nessuno di amico
nelle vicinanze, senza nessuno che conoscete?-.
Tutti si guardarono negli occhi. I presenti che avevano
fatto parte della compagnia si accorsero improvvisamente
che anche loro, dopo aver passato pericoli enormi, non
avevano mai provato quella sensazione. Forse Gandalf ci
era andato più vicino, ma pensandoci bene aveva sempre
una casa, Un luogo amico dove tornare. E infatti alla
fine era andato a Lothlòrien. Da amici -Scommetto di no.
Vedete, io non volevo dirvelo perchè sembra che lo
voglia dire per farvi compassione e quindi, se fossi
colpevole, non sembrarlo. Non voglio essere sleale con
chimi ha salvato, curato e, magari anche se di
malavoglia, trattato bene- si alzò in piedi per
andarsene -Non mi ricordo nulla di ciò che posso aver
detto, è la verità-
-Bene. Grazie per la tua collaborazione- disse Gandalf
raggiante, poi si rivolse agli altri -Domani alcuni di
noi partiranno e andranno a cercare Shion e Merry. È
deciso-
-Chi andrà?- chiese Pipino
-Con me, verrai tu di sicuro-
-E sia, ci sarei venuto anche se non volevi-
-Credo che ricomporremo la Compagnia e saremo in otto,
anche se privati di Merry. Quindi verranno Frodo, Sam,
Pipino, Gimli, Aragorn e Legolas-.
Sam contò sulle dita poi si rivolse alo Stregone
timidamente -Credo ci sia uno sbaglio-
-Cioè?-
-Da quanto avete detto voi dovremmo essere in otto, ma le
persone che avete citato più voi sono sette. Chi è
l'ottavo componente?-
-Devo ancora deciderlo. Ora andate pire a riposarvi. SI
parte tra due giorni-.
Molti si alzarono da tavola, ma Anhel rimase seduta, da
sola nella sala. Si sentiva molto triste. Le persone che
aveva conosciuto, che l'avevano trattata bene anche se
sospettavano di lei dovevano andarsene. Sarebbe rimasta
da sola in un luogo che non conosceva. Quando sarebbe
potuta andare a Bosco Atro a vedere se qualcuno della sua
famiglia era rimasto vivo?
<DEVI ANDARE CON LORO>.
Alzò lo sguardo dal tavolo sorpresa. Si guardò intorno.
Non vedeva bene, era tutto sfocato -Chi c'è?- chiese con
la voce fioca
<DEVI ANDARE CON LORO>
Si alzò in piedi lasciando le mani sul tavolo per
reggersi in piedi -Chi sei? Potresti farti vedere, i miei
occhi sono malati. Non ti vedo
- disse girando lo
sguardo per tutta la sala
<VAI CON LORO. SAI BENE CHE DEVI ANDARE CON LORO. IO
DEVO SEGUIRLI, MA SONO CON TE E QUINDI SEI TU CHE DEVI
ANDARCI. NON RIMANERE INDIETRO. SEGUILI!!>
-Ma chi è? Se va a parlare con Mithrandir di sicuro
penserà se farvi andare con loro-
<DEVI ANDARE CON LORO. LO SENTI ANCHE DENTRO IL TUO
CUORE. LO LASCI ANDARE DA SOLO? LASCI CHE TI SEPARINO DA
LUI? DEVI ANDARE CON LORO>
Anhel camminò fuori della sala non sapendo bene dove
andare e finì contro la parete di un corridoio
<DEVI ANDARE CON LORO!!!!>.
Quella strana voce le metteva timore anche se non aveva
nulla di crudele. Semmai lasciava trasparire
preoccupazione e fretta.
Non si sentiva comunque tranquilla. Iniziò a vagare per
i corridoi -Cercherò di spiegarvi meglio ciò che penso-.
La voce di Gandalf arrivò alle sue orecchie e seguendola
entrò in una stanza -Mettiamo tutta questa situazione su
un piano metaforico-
-Anhel, come mai sei qui?- chiese Frodo
-Io non riesco più a vedere bene e quindi mi sono persa-
le sembrava di sentire un po' di acidità e di fastidio
nelle parole dell'hobbit e si nascose per metà dietro la
porta intenzionata ad andarsene appena si presentava
l'occasione
-Legolas, tu sai dov'è la sua camera. Accompagnala-
Anhel pensò che era il momento giusto per andarsene
-No, grazie vado da sola-
-Ti ci porto io o non arriverai più- disse l'Elfo
-Non ti preoccupare. Me la caverò. Appena incontro
qualcuno chiedo aiuto, non voglio disturbarvi-
<DEVI RIMANERE CON LORO> di nuovo quella voce
<VOGLIO CHE STAI CON LORO E ASCOLTI, MI SERVE>
-No. Non si può fare. Devi ascoltarmi o ne va di tutti i
miei piani- ribatté Gandalf trattenendo il compagno -Non
possiamo perdere tempo. Anhel vieni qui starai con noi
finché non finiremo questa discussione- l'Elfo si fece
avanti, ma non sapeva dove andare perchè non vedeva la
stanza. Qualcuno le afferrò il polso e la fece sedere di
fianco a se -Dopo ti porto in camera, se vuoi puoi
iniziare a dormire-. Era Legolas.
-Dunque, mettiamo che la nostra situazione sia come una
strada da percorrere. Però l'inizio è per ora la cosa
più difficile. Ci sono due strade da prendere e una
potrebbe essere sbagliata portandoci lontani dal nostro
obbiettivo. Il punto è che non so quale strada prendere.
Le due possibilità sono: Shion, che mi pare un mistero
davvero strano. Lei e Merry non avevano nulla,
assolutamente nulla, di sospetto. Quindi il motivo per
cui sono stati presi potrebbe essere: o che si sono persi
o che hanno scoperto qualcosa che non dovevano e sono
stati catturati. A questo punto seguendoli potremmo
finalmente scoprire qualcosa sul nemico. Ma potrebbe
essere semplicemente che hanno avuto una lotta senza
motivo con degli Orchetti, che si sa, non sono gentili
con nessuno. E quindi seguirli sarebbe solo una perdita
di tempo. La seconda è Anhel- Gandalf ripetè le sue
ultime parole anche in elfico e l'Elfo guardò dalla
parte dello Stregone sorpresa -E' strana. Dice cose che
sono sospette, ma sembra non rendersene nemmeno conto. E
ciò che dice di sicuro non è di poco conto. Poi mi pare
di aver capito che un albero di Lorien è sopravvissuto
solo perchè lei il giorno dell'incendio ci è salita
sopra. Ed è stata con gli Orchetti, ha conosciuto il
principale Uomo che coordinava prima il trasporto degli
Elfi e poi la rivolta. Mi sono sorti tanti dubbi e
domande su di te. Credo che tu sia una possibile pista,
ma non sono sicuro- sospirò -Ecco che non so come fare.
Voi cosa pensate?-.
Nessuno rispose -Va bene, domani vi saprò dire, ma
Elrond e Galadriel mi hanno consigliato di partire. Vedrò
che fare-.
Il mattino dopo il sole era già alto nel cielo e Anhel
si alzò dal letto guardando fuori dal balcone. Ora che
era riposata si sentiva meglio.
Guardò il giardino intorno al balcone, ma non vide
nessuno. Quel giorno si sentiva davvero bene. Si mise una
corta tunica bianca e alla vita si allacciò una cintura
di cuoio nella quale mise Rètear e uscì dalla stanza.
Per il corridoio incontrò alcuni Elfi che le sorrisero e
lei sorrideva loro a sua volta. Si avvicinò ad uno di
loro -Sto cercando Gandalf, dov'è?- chiese.
Durante la notte aveva pensato molto. Ciò che aveva
detto su di lei Gandalf era vero. Negli ultimi tempi le
erano successe tante cose e tutte molto misteriose.
Probabilmente era vero che diceva qualcosa di strano come
dicevano gli altri, anche se lei non si ricordava nulla.
E poi quella voce che le aveva detto di seguire la
Compagnia l'aveva colpita. Soprattutto perché su una
cosa aveva ragione, anche se non riusciva ancora a
rendersene bene conto.
-Non lo sai? Sono partiti nel cuore della notte verso
Fornost vicino al vecchio regno di Angmar. Non ti avevano
detto nulla?-. Anhel si sentì spiazzata. Erano partiti
senza di lei, eppure si era appena decisa a chiedere a
Gandalf di farla andare con loro -Quindi sono partiti da
tanto?- chiese
-Non tantissimo, ma erano a cavallo quindi erano veloci.
Se hai bisogno di qualcosa puoi parlare con Elrond o con
Galadriel-
-No
grazie-.
Si allontanò e tornò in camera. Li avrebbe seguiti.
Solo non aveva un cavallo. Arrivata nella stanza prese
della fasce che trovò vicino al letto. Si tolse quella
che aveva sull'occhio, lo disinfettò un'altra volta e
mise una benda nuova. Visto che non aveva stivali o altre
calzature si fasciò i piedi. Si legò i capelli in una
lunga treccia e scavalcò la ringhiera del balcone.
Girando, senza farsi vedere, per il giardino trovò le
scuderie dove tenevano i cavalli. Doveva prenderne uno
per raggiungerli. A piedi non ci sarebbe mai riuscita, a
meno che non sapesse volare. Guardando i vari animali le
parve di riconoscere in uno di loro lo stesso che le
aveva fatto compagnia il giorno in cui si era svegliata
la prima volta in quel posto.
Il suo pelo era nero. Più nero della notte più scura e
sembrava quasi perfetto per fare da destriero ad un
cattivo di una di quelle storie che ti raccontano quando
sei piccolo. Lo spazzolò un poco cercando di calmarlo
perchè sembrava spaventato. Gli occhi di quell'animale
sembravano aver visto cose orribile nella sua vita, ma al
vederla si erano addolciti diventando molto tristi -Dobbiamo
correre molto forte e quindi dovrai faticare, ma prometto
di trattarti bene. Ti va di venire con me?- lo guardò ed
egli non si mosse.
Gli tolse la sella e le briglie poi gli salì in groppa e
dettogli qualcos'altro il cavallo saltò il recinto
correndo verso l'uscita di Gran Burrone.
Erond e Galadriel stavano discutendo in giardino quando
videro il cavallo allontanarsi e alcuni elfi venire verso
di loro -Che cosa succede? Chi è che era a cavallo?-
-Era quell'Elfo di Lorien- rispose uno di loro
-E chi le ha permesso di salire su quel cavallo?-
sembrava agitatissimo
-Ci è salita da sola. È entrata nelle scuderie e
nessuno l'ha vista-.
Elrond assunse un espressione preoccupatissima -Spero non
le capiti nulla. Probabilmente ha provato a salire e
l'animale è impazzito. Seguitela!-
-Perché dovrebbe impazzire?- chiese Galadriel
-E' un cavallo che abbiamo recuperato tempo fa. Era di un
Nazgûl-.
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