Andata e Ritorno


I TRE ESTREMI DEL FILO DEL DUBBIO


Gandalf passeggiava in lungo e in largo per tutta la sala mentre gli altri parlavano animatamente seduti intorno al tavolo rotondo o in piedi vicino al proprio interlocutore -Come possiamo prendere delle decisioni se non sono ancora tornati tutti?- chiese Elrond guardando lo Stregone con uno sguardo contrariato
-Ragiona- gli disse quello fermandosi di fianco alla sedia sulla quale si doveva sedere -Shion e Merry avranno bisogno di noi, loro contano sul nostro aiuto e poi non ti pare strano. Viaggiavano come normali viandanti, non avevano nulla che Lo potrebbe interessare. Non aveva motivo di rapirli. O almeno nessuno dei motivi che conosciamo era valido. Dobbiamo aiutarli ovunque essi siano-
-Non siamo sicuri che siano stati rapiti per Lui-
-Allora quale potrebbe essere la soluzione alternativa. C'era del sangue sui bagagli ed era di orchetto. Sono stati rapiti e dobbiamo salvarli, è probabile, se non hanno nulla di prezioso, che siano venuti a conoscenza di qualcosa che sarebbe stato meglio che non scoprissero-.
Frodo osservava Anhel che rimaneva in piedi sulla porta di legno. Sembrava aver paura della gente che si trovava nella sala. Era vero, quell'Elfo gli stava simpatico e gli faceva tenerezza perchè anche se aveva più anni di lui aveva uno sguardo angelico ed innocente. Somigliava davvero a Galadriel e ad Haldir. I suoi occhi esprimevano sempre una tristezza profonda, però c'era qualcosa. Qualcosa di oscuro e profondo nel cuore dell'Hobbit che gli suggeriva di odiarla "più che odio forse, è gelosia. Non capisco. Ho appena conosciuto quest'Elfo, perchè dovrei essere geloso?
E' strano. Questa gelosia non sembra venire dal mio cuore, sembra un sentimento esterno. E' proprio una gelosia potente, crudele e devastante e faccio fatica a non seguirla. Solo il chiedermi perchè devo essere geloso mi aiuta a non cedere" il filo dei suoi pensieri venne spezzato dallo sguardo di Anhel. Si era posato tranquillo su di lui che la guardava a sua volta.
Girò la testa e guardò da un'altra parte vergognandosi di quel suo sguardo insistente -Qualcuno di noi partirà per andare a cercarli- disse distrattamente
-Però non capisco- ammise Legolas -Ammettiamo che l'ipotesi di Gandalf sia vera: cosa ci potrebbe essere di importante nei territori vicini ad Angmar vicino all'ormai inesistente reame di Arnor che potrebbe compromettere i piani della nuova potenza di Mordor? Non vi è nulla laggiù loro dovevano solo costeggiare quella terra per poi raggiungere Fornost, che voi chiamate Roccanorda, per tornare-
-Sono d'accordo- disse Aragorn -Abbiamo mandato la vostra allieva e Merry laggiù proprio perchè ella è ancora inesperta per affrontare i pericoli che in zone più frequentate potrebbero annidarsi ovunque e invece sono proprio loro che non tornano. Quella è uno dei territori più tranquilli di tutta la Terra di Mezzo-.
Gandalf si sedette silenziosamente sulla sua sedia -Appunto, forse fino ad ora è stata tropo tranquilla- assentì a voce bassa -Ma parliamo piuttosto di ciò che avete visto e sentito voi, così che chi dovrà partire per recuperarli sappia qualcosa-.
Anhel osservava spesso Frodo, ma non sempre. Alte volte si guardava intorno e osservava gli altri con interesse e timore. Spesso Legolas si girava verso la porta, ma ogni volta lei si nascondeva. Si alzò in piedi intenzionato a parlare per primo, almeno per un po' non avrebbe dovuto far caso al suo sguardo -Io e Sam siamo tornati vero la Contea e siamo stati parecchio nelle locande di Brea che sono punti di ritrovo e ristoro di molti viaggiatori provenienti da molte parti della Terra di Mezzo e ho pensato che quella fosse un'ottima postazione.
Passavano alcuni Uomini che facevano di tutto per non farsi notare e altri che avevano una strana fiamma spietata negli occhi. Sono venuto a sapere, o meglio, Sam ha scoperto la storia di un capannone incendiato che pareva davvero strana-
-Spesso c'è chi si lamenta dei curiosi- disse Sam incrociando le braccia -Ma per una volta la mia curiosità è stata utile. Ho parlato con un contadino che lavorava da quelle parti che mi raccontò la storia dell'incendio <<Alcuni Uomini>> mi disse <<Crudeli e spietati, vi tenevano dentro imprigionati degli schiavi. La maggior parte di loro erano Elfi, ma anche qualcuno della loro stessa razza. E' stato uno di questi ultimi ad incitare i prigionieri a ribellarsi. Hanno appiccato il fuoco alla costruzione. I più forti hanno combattuto lasciando scappare gli altri, ma pochi si sono salvati di quelli che erano rimasti. Sarà successo due mesi fa>>. Mi raccontò anche altre cose che però non ritengo utili-
-Purtroppo esistono uomini crudeli- disse Galadriel malinconica. Pareva non si fosse nemmeno interessata alla presenza di Anhel a Gran Burrone -Ma è stato solo perchè sono deboli e hanno avuto paura dopo la distruzione della loro dimora e hanno deciso di mettersi dalla parte dell'Ombra sperando di avere salva la vita-
-Li chiamano "I Traditori", quegli Uomini- disse Aragorn
-Si, anche quel contadino li chiamò così. Disse anche che uno di loro era di quelli che erano rimasti a combattere. Probabilmente è morto anche lui. Nessuno, di quelli figgiti, conosceva l'Uomo però disse che in paese all'inizio si parlava molto di lui. Era il capo di questi portatori di schiavi e coordinava tutti gli spostamenti. Poi però un giorno deve aver fatto qualcosa che a Mordor non è piaciuto e lui è finito prigioniero insieme agli Elfi. Non disse mai il suo vero nome e infatti a Brea lo conoscevano come lo "Schiavista", ma pare che quando era nelle prigioni si facesse chiamare Rètear. Sembra un nome Elfico-
-E' una parola Elfica- disse Elrond con lo sguardo stupito -Ma mi sorprende che uno che veniva chiamato Schiavista venga poi chiamato Rètear cioè Sorridente-.
Galadriel guardò verso la porta. Anhel era uscita da dietro i battenti e rimaneva in piedi sulla soglia con gli occhi che lacrimavano -Nir curnit Rètear. Mire dierte cui- sussurrò avvicinandosi timorosamente al tavolo
-Che cosa ha detto?- chiese Pipino tirando giù i piedi dal tavolo
-<<Io conosco Rètear. Lui è un mio amico>>- tradusse Legolas
-Dunque tu eri ancora a quel capannone quando ci fu l'incendio?- le chiese Gandalf in elfico
-Si, io l'ho conosciuto, o meglio, lui ha conosciuto me perchè diceva che somigliavo ad una persona che conosceva. È stato lui ad insegnarmi a dire come mi chiamo. Che cosa è successo a Rètear?-.
Galadriel guardò da un'altra parte -Sembra sia un traditore- rispose con freddezza -Non puoi stare qui. Non hai avuto il permesso di partecipare a questa riunione quindi ti prego di andartene-
-Lascia stare Galadriel- disse Elrond -Forse è un bene che lei abbia sentito, ci potrà dire qualcosa in più sul conto di quest'uomo. Sta dalla parte di Sauron e quindi è un nemico, se potremo sapere qualcosa su di lui è meglio-
-No- lo interruppe Anhel -Lui non è un nemico. Rètear non è cattivo. Lui è stato gentile con me, è una persona all'animo buono e gentile. Non può aver fatto del male a nessuno-
-Eppure era proprio lui che coordinava il trasporto degli Elfi fatti schiavi. Dopo aver saputo questo riesci ancora a dire che è una brava persona?- le chiese Galadriel. La sua voce era fredda e sprezzante. Non riuscivano a capire perchè si comportava così.
Anhel fece un debole inchino alla Dama e corse via. Legolas, Aragorn e Frodo la guardarono addolorati, gli altri invece rimasero fermi a chiedersi cosa si potevano essere detti -Comunque, pare che sia morto salvando gli altri- concluse Sam e quindi si chiuse nel silenzio dei suoi pensieri.
-Bene- disse Elrond cercando di recuperare la calma per la discussione -Pipino, tu eri stato mandato dalle parti della Vecchia Orthanc-
-Si signore- Pipino rimase seduto e guardava il tavolo con uno sguardo spento, ma allo stesso tempo impaurito -Io sono andato da quella parte.
Non ho buone notizie.
Non sono riuscito ad arrivare fino alla costruzione che col tempo gli Ent stavano sgretolando. Il fatto è che anche quella terra non è più sotto il nostro controllo. Non credo che Mordor l'abbia presa per mettere al vecchio posto di Saruman qualcun'altro. Semmai per essere sicuri che la potenza degli Ent fosse indebolita senza quella che era diventata una casa per loro. Molti Ent si erano ormai stabiliti laggiù. Credo che la maggior parte siano stati abbattuti e gli altri fuggiti. Comunque sia non sono rimasi li perchè da lontano si vede benissimo che non c'è più una chiazza verde. È tutto deserto e l'aria immobile non suggerisce nulla di buono. Sono rimasto li parecchio tempo facendo anche dei giri per vedere se vi potessero essere dei passaggi per entrare nella valle e controllare da vicino, ma non vi era più nulla che mi potesse far entrare. Sono state tappate le gallerie delle montagne intorno e alzato un grande muro di macigni la dove la roccia non ha chiuso naturalmente l'entrata alla valle. Intorno era tutto stranamente silenzioso. Non vi fu un alito di vento per tutto il tempo che rimasi li e nulla si mosse. Sono sempre rimasto in guardia anche se tutto sembrava tranquillo. Era così calmo che gli enormi monti riproducevano quasi l'eco dei miei passi. Però non penso ci si debba fidare. Quella calma è troppo... calma, tutto così innaturalmente tranquillo. Credo si debba usare questo ragionamento anche su ciò che ci è capitato-
-Cosa intendi?- chiese Frodo accasciato sulla sedia e oppresso dai mille pensieri e dubbi che gli attanagliavano la mente
-Che se ci pensiamo bene gli anni dopo la Battaglia dell'Anello sono stati fin troppo allegri e spensierati, tutto era troppo perfetto, troppo allegro. Le cose si erano messe a posto troppo facilmente-
-Facilmente?- scattò in piedi Frodo -Attraversare Mordor, combattere contro le sue armate, distruggere un Anello che pare indistruttibile lo chiami facile? Certo, semplice per uno che se n'è stato tutto il tempo sul cavallo di qualcun'altro sballottato da città a città. Ma io ho attraversato tutto il Sud e tutta Mordor!! Credi sia facile?-
-Frodo, non metto in dubbio che non sia stata un'impresa semplice, ma ti ricordo che sei stato tu a volerla compiere. Non eri costretto, la potevi lasciare ad altri però sei un buon amico e hai voluto portare tu quel fardello per non lasciare che noi, i tuoi amici, venissimo coinvolti. E… io non sono stato sballottato da una città all'altra senza far nulla- precisò con una punta di acidità in voce -Comunque non ho detto che quella Battaglia fu semplice, io intendo il dopo. Non so se potete capirmi. Alla fine è finito tutto troppo velocemente, la Sua ritirata è stata facile, si è ritirato ed è stato distrutto con un'incredibile velocità. In quei primi momenti di pace, mi sono chiesto "Ed era questa la grande potenza di Mordor che tutti temevamo?", si… me lo sono chiesto e in questi anni mi sono rimasti il dubbio e la certezza della risposta: no, non era la sua vera potenza quella che abbiamo visto. Così, quando dico che il ragionamento della valle bisogna farlo anche sulla situazione del resto della Terra di Mezzo intendo dire che la sensazione che mi ha accompagnato dalla Battaglia fino ad oggi è stata la stessa che provavo li. Una calma troppo palpabile, troppo vera, ma allo stesso tempo facilmente falsa- lo osservarono tutti e arrossì -So che è difficile da capire, ma io la vedo così- sospirò, come per dare un segnale che era tutto quello che aveva da dire.
Gandalf rimaneva seduto con una mano che accarezzava la folta barba bianca. Se Pipino avesse avuto ragione, chi c'era dietro tutta quella strana ed incomprensibile situazione? Chi aveva ripreso di nuovo il potere, o almeno chi aveva dato la forza a Sauron di riacquistarlo? Dubbi su dubbi si affollavano nella sua mente e se avesse potuto leggere quella degli altri si sarebbe accorto che non era l'unico, anzi. Lui era uno di quelli che ne aveva di meno! Elrond guardò Gimli che ricambiando lo sguardo capì che era il suo turno -Io- iniziò a dire molto piano -Non ho grandi filosofie da esporre e non ho notato nulla di veramente particolare. Che dire, Moria è tornata quella di qualche tempo fa. Vuota. Troppo poco tempo ci è stato concesso per ripopolarla come si deve e anche se siamo abili lavoratori ancora gran parte delle miniere sono come le abbiamo viste l'ultima volta che ci siamo passati, poche sono state completamente rimesse a nuovo. Ora che mi ci fate pensare però- disse alzano d'un tratto la voce mentre il suo volto si illuminava di dubbio -Anche nelle caverne c'era quella strana calma di cui parlavi tu, Pipino. Non è stato toccato nulla, ma ora non vi si può stare perchè gli Orchetti erano sempre in agguato e da quelle voragini che abbiamo chiuso (la maggior parte è ormai completamente otturata dalle pietre), anche se sembravano innocue arrivava qualcosa di maligno, come un aura, ma non proprio. Dava l'idea che qualcosa di oscuro ci fosse dietro a quelle pietre che chiudevano i passaggi. Questo è quello che mi hanno raccontato alcuni di quelli che sono andati via da Moria e vi posso assicurare che quando sono stato li era davvero così-
-Se andato a Moria?- chiese stupito Pipino
-Si. Ma quella volta avrei preferito non doverci andare. Credo che questo sia tutto da parte mia-.

Ciò che più preoccupava i presenti era che i "Grandi" della loro riunione avevano detto poco o niente rimanendo in silenzio ad ascoltare ciò che veniva detto. Elrond osservava ogni interlocutore con i suoi occhi scuri e penetranti, sembrava volesse cercare di leggere tra le righe di ciò che ciascuno diceva. Sembrava cercare un doppio senso in ciò che veniva raccontato. Come in una parete si cerca il passaggio segreto, lui cercava la verità, la soluzione a ciò che non sapevano o parevano non riuscire a scoprire.
Galadriel guardava assorta il centro del luminoso tavolo come se le risposte hai loro interrogativi fossero scritte sopra. Sembrava non ascoltare e pensare solo a ciò che le passava per la testa, ma si intuiva che invece era li. Presente e attenta a tutto quello che veniva detto, spiegato o anche solo accennato.
Gandalf. Cosa pensava Gandalf di tutta quella strana ed enigmatica vicenda? Pensava solo a Shion o anche a come risolvere quel rebus?
La verità era che lui iniziava a capire qualcosa di quel gomitolo di eventi. Probabilmente era riuscito ad afferrare l'estremità del filo, ora bisognava sgarbugliarlo e arrivare fin all'altro capo. Ma cosa si trovava dall'altra parte e cosa avrebbero trovato, scoperto o capito durante la loro camminata su tutto il filo? Quali cose spaventose e orrende? Quali liete e dolci? Chi sarebbe rimasto e chi sarebbe, dolorosamente, dovuto andare? Domande alle quali non gli era data risposta se non prendendo quel capo e partendo da li, andando avanti. Dunque, gli sembrava però che ci fosse un trucco in quel garbuglio, perchè, per come la vedeva lui, gli estremi di partenza erano due: Shion e quell'Elfo femmina portato da Legolas, l'estremo finale non lo si poteva prevedere. Nessuno l'aveva notato, ma c'era qualcosa in Anhel che gli faceva presupporre che potesse essere uno dei capi del filo e anche il più probabile. Certo la scomparsa improvvisa di Shion dalle parti di Angamar, una terra vuota, era molto sospetta, ma cosa poteva avere di così importante una donna vissuta dall'altra parte della Terra di Mezzo rispetto all'Oscurità? Semmai l'Elfo era il più probabile capo del filo. Vissuta a Lothlòrien, così vicina a Mordor, presa in schiavitù e quindi sotto le catene dell'Oscurità. Forse aveva qualcosa che Lui aveva percepito, ma che lui, Gandalf, non riusciva a vedere. Stando così le cose sarebbe partito dall'Elfo, ma non se la sentiva di rimanere con il dubbio di dove fosse finita Shion, e così? Cosa doveva fare?
Dividere in due i compagni? No. Già erano poche le forze contro l'Oscurità (e ad essere sinceri erano anche insufficienti), alcuni non sarebbero stati d'accordo perchè non avrebbero mai lasciato Merry e la donna nei guai e se poi dovevano anche dividersi perdendo forze per un capo di filo sbagliato… ma come scoprire quale fosse quello giusto e quale no?
Si alzò in piedi di scatto. Irritato da tutti quei dubbi, da tutti quei "se", "ma", "allora", "e se invece" e "come?". Non era abituato a sapere così poche cose di una faccenda che lo riguardava. Riguardava?
RIGUARDAVA?

Silenzio. Non parlava nessuno e tutti pensavano per conto loro, ma alla fine tutti, nel momento in cui lo Stregone si era alzato, arrivarono allo stesso punto: riguardava.
Quella faccenda li riguardava davvero? C'era chi pensava di essere solo un piccolo Hobbit che aveva già fatto fin troppo per i popoli della Terra di Mezzo, chi pensava di essere solo un elfo, gli Elfi non sono fatti per la guerra, non hanno l'aspetto di guerrieri. Uomini. Ormai non avevano più Rohan, né il regno di Gondor, nulla che li legasse più a quella terra. Ai Nani rimaneva la Montagna Solitaria e quella bastava per tutti, era ai confini della terra di Mezzo, cosa doveva interessare a loro delle altre terre? Lui era uno Stregone potente, poteva tornarsene da dove era venuto, dal Mare, e lasciare che gli altri se la sbrigassero da soli.
Ma a quel punto quella guerra li riguardava davvero? Era di nuovo una Loro Guerra?
Chi sbuffò, chi si mosse sulla sedia e chi cambiò punto della stanza da osservare: che domande, certo che li riguardava. Quella era la loro terra!
Come potevano avere dubbi su una cosa fondamentale come quella. Certo che li riguardava e bisognava andare fino in fondo.
-Da Bosco Atro poche novità- disse d'improvviso Aragorn -Gli Elfi che sono stati salvati per ora sono li e ogni tanti ne arrivano alcuni nuovi che magari si erano persi. Celeborn sta tenendo bene la situazione e il popolo di Lorien ha fiducia in lui- tacque, mentre Legolas alzava lo sguardo sulla Dama.
-Galadriel- disse egli sorridendo. Pareva l'unico in grado di sorridere in quel momento -Lothlòrien non esiste più. Non ne è rimasto nulla, ma c'è ancora una speranza- la donna lo guardò con uno sguardo implorante -Anhel, non so come, ma ha conservato un albero ed era rimasto con lei un niphredil quindi vi è ancora speranza. Ma passando a lei. È strana: secondo alcuni di voi è un Elfo di cui non fidarsi, ma secondo altri, tra cui io, è un Elfo particolare, ma non negativo. È vero, quando l'ho soccorsa, prima di svenire, disse che Sauron stava arrivando e che lei doveva essere li. Dalla sua voce però traspariva angoscia, paura, ma era come se lei fosse costretta a seguirLo, ad aspettare l'Ombra. Ora non ricorda nulla. Forse è solo stata una frase in un momento di delirio… o forse no. Non so cosa pensare, se non che non è cattiva- concluse con quelle parole sussurrate.
-Ci sto pensando. Forse partiremo- disse Gandalf cogliendo tutti di sorpresa -Vi farò sapere al più presto. Ora cercate di sorridere un po', vi basti sapere che i miei occhi iniziano ad abituarsi al buio e inizio a vedere i contorni di qualcosa-.
Quella frase così enigmatica, ma insieme così chiara sembrò colpire gli animi di tutti i presenti e sollevarli.

Anhel era ai piedi di un albero ed inginocchiata sulle rive dello stagno sottostante. Osservava l'acqua suonando uno strumento. Dalla musica non sembrava triste, ma nemmeno allegra. Era solo una melodia che accompagnava le fronde dell'albero che si scuotevano al vento caldo che arrivava in quella valle. Aragorn, Legolas e Frodo, accompagnato dall'insostituibile amico Sam, si avvicinarono sedendosi alle radici dell'albero dietro di lei.
Il debole sole del tardo pomeriggio illuminava la radura, ma presto sarebbe sparito dietro le montagne. Sotto la pianta c'era una piacevole ombra. Il vento trasportava le note del piccolo flauto dell'Elfo che arrivavano fino alla cima dei monti circostanti e allietavano le orecchie dei quattro ascoltatori alle sue spalle. Per tutta la natura intorno quella musica sembrava una medicina dalle ferite e dalle malattie.
Aragorn e Legolas sentirono il loro cuore alleggerirsi da quella stanchezza, tristezza e rabbia che avevano accumulato durante la riunione, Sam ascoltava cercando delle parole adatte e Frodo sentì che lo strano sentimento di gelosia che provava per lei si faceva più debole. Quando la musica finì Anhel sembrò cercare qualcosa intorno a se -Cercate qualcosa?- chiese Sam.
L'Elfo sembrò spaventarsi alle sue parole e si girò verso di loro con uno sguardo meravigliato -Da quanto siete qui?- chiese
-Un po'- rispose Aragorn chiudendo gli occhi e lasciando che la brezza gli accarezzasse il volto
-Suoni bene, chi te l'ha insegnato?- chiese Frodo.
Anhel lo guardò in silenzio per un po' poi gli sorrise dolcemente. Quello strano sorriso gli faceva un effetto particolare. Si sentiva quasi in colpa di provare gelosia e rancore, immotivati, per lei -Nessuno- rispose -L'ho imparato da sola.
Questo flauto me l'ha dato Rètear il giorno dell'incendio e così questo è il nome che ho dato al mio strumento- Legolas, Aragorn e Frodo si guardarono pensando a come dirle che quell'Uomo era molto probabilmente morto
-Ascolta- iniziò a dire Aragorn. L'Elfo lo guardò e sorrise anche a lui. -Lo so- gli disse semplicemente -Se non fosse così sarebbe venuto da me-.
L'Uomo le sorrise, non era una ragazzina, quell'esperienza di dolore l'aveva fatta crescere più di quello che doveva essere. Sam li guardava incuriosito, ma non capiva nulla -Potreste spiegare anche a me?- chiese umilmente.
Anhel si alzò ed andò a sedersi davanti a loro -Come ti chiami?- gli chiese
-Samvise Gamgee, Sam-
-Samvise? Che bel nome!!-
-Ha detto che hai un bel nome- tradusse Frodo sorridendo all'amico -Tu sei Anhel, vero?- le chiese in elfico
-Si e tu Frodo. I miei fratellini parlavano tanto di te. Dopo la tua partenza da Lorien molte speranze sono nate nei cuori del mio popolo e i bambini si sono divertiti ad inventare leggende su di te e sulla tua missione. Alla fine sei andato a dare ciò che dovevi a Minas Thirit?-
-Dare qualcosa a Minas Thirit?- chiese stranito lui e anche gli altri la guardarono interrogativamente -Non capisco-
-Così era stato raccontato ai giovani, ma so bene che non è la verità. Se sapessero cos'hai fatto davvero ti ringrazierebbero mille e mille volte ancora, lo farò io per te. Grazie-
-E tu come lo sai?- chiese Aragorn dubbioso
-Cosa?- fece Anhel distogliendo lo sguardo dall'Hobbit che rimaneva immobile, come gelato dalla parole dell'Elfo
-Quello che hai appena detto-.
Anhel rimase in silenzio per qualche minuto, poi si fece seria -Cosa?- chiese -Cos'ho detto?-
-Vuoi dire che non ti ricordi cos'hai detto fino a poco fa?- e lei fece segno di no con il capo- Aragorn si alzò -Fa nulla. Ora scusatemi , ma ho da fare- disse agli altri allontanandosi. Anche Sam si alzò, aveva notato che il suo Padrone era rimasto scosso dalle parole di poco prima -Anche noi dobbiamo andare, probabilmente Pipino avrà bisogno di aiuto. Anche se ha fatto finta di nulla è molto preoccupato per Merry e quindi sarà meglio se gli stiamo vicini- diede un colpo a Frodo sulla spalla che sembrò svegliarsi da uno stato di torpore.
Li guardò allontanarsi e poi si sedette appoggiando la schiena al tronco dell'albero. Di fianco a lei stava Legolas che non aveva ancora detto nulla.
Iniziava a sentirsi molto stanca e l'unico occhio dal quale poteva vedere iniziava a stancarsi. La vista si annebbiava lentamente -Sei silenzioso- sussurrò piano.
Dopo un po' di silenzio parlò anche lui -Si è vero. Mi sono rimaste in mente le note della tua musica e sto cercando di memorizzarle- dopo aver sentito un singhiozzo si voltò verso di lei dimenticandosi completamente della musica. Lo sguardo di Anhel era basso e nascosto tra le braccia che cingevano le ginocchia. Però poteva vedere le sue guance bagnate dalle lacrime -Non mi sopportano- sussurrò più piano di prima
-Di chi parli?-
-Non Samvise, ma Frodo. Lui mi odia, prova rancore verso di me anche se non ne ha motivo. Non ci siamo mai conosciuti, ma è così. Anch'io provo qualcosa per lui anche se non l'ho ma visto prima. Io sento di potermi fidare di lui, sento che lui è in qualche modo superiore a me e gli devo portare rispetto. Aragorn invece sospetta di me. Non è che mi odia, però non si fida. Mi fa male il cuore-
-Ma Anhel, non è vero. Nessuno ti odia-
-Si lo so- disse alzando lo sguardo a guardarlo in volto -Ma involontariamente loro non mi vogliono, non mi odiano, ma qualcosa dentro di loro li fa sospettare, li fa odiare ed è quello che più non voglio. Tu che cosa pensi di me?-.
L'Elfo rimase senza parole, non si aspettava quella domanda. Ci fu molto silenzio -Non ti odio. Sento anch'io qualcosa che mi dice che in te c'è qualcosa di strano, ma non credo ci sia da avere paura. Non ti odio perhcè leggo nei tuoi occhi che non faresti del male a nessuno e poi ti ho salvato- sorrise -Hai fame?- chiese quindi per cambiare discorso
-Un poco. Andiamo a prendere qualcosa- fece per alzarsi, ma Legolas le mise una mano sulla spalla costringendola a rimanere seduta
-No, tu rimani qui perché sei stanca. Io vado e poi torno- si alzò e si allontanò.
Rimase ferma a guardare la figura sfocata che si allontanava, poi un pensiero le attraversò la mente e si mise a frugarsi, poi scoprì di avere ancora ciò che cercava. Sospirò chiedendosi il perché di tanta agitazione. Si accucciò ai piedi dell'albero e socchiuse gli occhi.

Quando Legolas tornò allo stagno la vide addormentata sotto le fronde dell'albero. Il vento della sera iniziava a farsi fresco e prima o poi si sarebbe dovuta alzare, ma per ora non l'avrebbe svegliata. Si tolse il mantello che aveva e glielo mise addosso per farle da coperta.
La osservò in silenzio per un po' mente la Luna di alzava lentamente in cielo e alcune nuvole blu scure arrivavano da Nord.
La sua espressone rilassata gli ricordava tanto Galadriel, ma lo faceva anche sentire strano. I capelli sparpagliati sull'erba come i fili dorati di un indumento sfatto. Il viso con la guancia destra coperta da un cerotto. Gli faceva tenerezza. Ma anche pena, non solo vedeva male, ma aveva anche un occhio chiuso da una benda che le fasciava la fronte. Quanto doveva aver sofferto. Anche lui era stato molto triste ed era rimasto ferito, ma pensare che anche lei era nelle sue stese condizioni quei giorni lo rallegrava, avevano sofferto insieme.
Che strano effetto gli faceva guardarla. Si sentiva sempre emozionato quando doveva parlare con lei e si sentiva in dovere di proteggerla sia a parole, come aveva fatto alla riunione, sia a fatti se fosse stato necessario in futuro.
Le sfiorò la guancia con una mano per accarezzarla, ma non osò ripetere il gesto per paura di svegliarla o forse per altro "Per paura di non poter più smettere di accarezzarla? Per questo?". Cercò di scacciare quel pensiero che gli sembrava strano, o impossibile, o sconosciuto.
Dopo una forte ventata fredda la ragazza si svegliò, mentre la mano di Legolas ancora indugiava sul suo capo. L'Elfo si affrettò a ritirarla -Che succede?- chiese stropicciandosi l'occhio, ma ricordandosi che non era per il sonno che aveva la vista appannata
-Nulla- rispose -Voleva solo vedere se avevi la febbre, perchè non ci ho messo molto a tornare che tu ti eri già addormentata. Non è che magari sei molto stanca?- chiese
-N-no, affatto- mentì arrossendo. Si chiese il perchè di quella reazione, si doveva vergognare di essere stanca? -Insomma, un poco si, sono stanca-
-Allora adesso vieni che inizia a far freddo, dentro c'è un piatto di zuppa che hanno fatto apposta per te. Anzi, l'ha cucinato Galadriel in persona-
-Sul serio?- chiese alzandosi
-Si, ma che rimanga fra noi. Tieni pure il mantello fino a quando non siamo dentro-
-Grazie- rispose e rientrarono.

Non erano molti quelli che parlavano. Tutti quelli che erano presenti alla riunione ed alcuni Elfi abitanti di Gran Burrone. Gandalf se ne stava seduto al suo posto tranquillamente osservando il suo piatto ancora pieno. Alzò lo sguardo verso il soffitto e dalla sua bocca uscì un anello di fumo bianco seguito da tani altri anelli ancora, a formare una lunga catena -In forma come al solito- disse sorridendo Frodo che era seduto sulla parte opposta della tavola rispetto allo Stregone. Questi però non lo guardò e rispose a bassa voce osservando invece la persona seduta dirimpetto a lui. Anhel non parlava. Osservava il suo piatto e mangiava la zuppa che le avevano dato.
Diede un'altra tirata alla pipa e lasciò di nuovo vagare il fumo verso il soffitto. Questa volta, secondo Frodo, somigliava molto ad un gomitolo, ma non ci avrebbe messo la mano sul fuoco perché se era un gomitolo era davvero strano, non aveva un capo finale e una iniziale, ma dalla massa uscivano tre capi. Pensò che lo Stregone avesse solo voglia di fare varie forme di fumo.
Finì la sua cena e poggiò il cucchiaio di fianco piatto -Dica- esordì poi guardando Gandalf -La ascolto-.
Lo Stregone sembrò arrossire e sorridere sotto i baffi -Da quanto sai che ti devo parlare?-
-Non lo sapevo- rispose -Solo ritengo che dopo quello che vi ha detto l'Uomo chiamato Aragorn lei abbia qualcosa da dirmi-
-E così sapevi anche che mi ha parlato-
-No, non ne ero sicura. Dopo che mi chiese cos'avevo detto rimase molto scosso e se ne andò via in maniera repentina. Mi pare che lei sia una persona importante quindi credo sia venuto da lei a parlare-.
Gandalf rise di gusto poggiando la pipa sul tavolo -Beh si, anche se non avessi mai avuto nulla da dirti ora, dopo le tue parole. Qualcosa l'avrei lo stesso- sorrise riprendendo la pipa -Comunque ho davvero delle cose da dirti. Primo mi presento, Gandalf il Bianco- sembrò fare un piccolo inchino col capo
-Mihtrandir. Lo sospettavo. Solo lui può fare dei giochetti di fumo come quelli- e guardò il soffitto
-Mh, secondo inizio ad avvertirti che sarò sincero: benché tu non abbia nulla che mi faccia pensare male di te, ciò che hai detto fa sospettare che tu non stia dalla nostra parte. O almeno non del tutto. Quando Legolas ti ha salvato a Lorien sei svenuta. Prima di svenire hai detto qualcosa circa l'arrivo imminente di Sauron e il tuo dovere di aspettarlo. Ricordi nulla?-
-No, signore. Nulla, e sinceramente ricordo poco di ciò che accadde dopo che Legolas si avvicinò a me per consolarmi-
-Mh- annuì -Poco fa dissi che tutti gli abitanti di Lorien, o almeno i ragazzi, erano stati tenuti all'oscuro circa la vera missione di Frodo. Era stato detto loro che egli doveva andare a consegnare qualcosa a Minas Thirit-
-E' vero. Ci è stato detto questo-
-Però poi hai affermato di sapere la verità e lo hai ringraziato anche a nome di chi non lo sapeva. Poi però Aragorn ti ha chiesto la conferma delle tue parole e per te è stato come se tu non l'avessi mai detto-.
Ci fu un silenzio durante il quale Anhel guardò lo Stregone con lo sguardo sereno, ma non sorridente -Credo sia così. Non ricordo di aver mai detto niente del genere- scosse la testa e guardò addolorata il tavolo -Non vorrei mai che voi pensiate male di me. Però non posso farci nulla. Credo che anche io nella vostra situazione farei la stessa cosa. Solo… no nulla-
-Dimmi, è qualcosa che puoi dirmi davanti agli altri?-
-SI, si. Non sono loro che mi bloccando dal parlare, ma è una verità che voi potreste prendere per menzogna ed è meglio non aggravare la mia situazione- fece per alzarsi

-Forse però è meglio essere sinceri se si è veramente innocenti-. Ecco, aveva peggiorato la situazione ancora di più. Un'altra lacrima uscì dai suoi occhi -E' dal giorno dell'incendio che non piango. Credo che sia un po' di tristezza accumulata- si strofinò gli occhi con il dorso della mano -Il fatto è che questa situazione nella quale tutti, volenti o nolenti, sospettino di me mi fa soffrire molto. Sono stata sola per tanti mesi e lo sarò ormai per tutta la vita se la mia famiglia non si è salvata. Sapere che anche qui, dove sono finalmente tra persone che potrei considerare amiche. Qui che potrebbe essere un luogo amichevole e tranquillo. Tutti sospettano di me, e purtroppo non posso avere l'affetto che mi manca da tanto. Siete mai stati da soli? In luoghi che non conoscete, senza una casa dove tornare e senza nessuno di amico nelle vicinanze, senza nessuno che conoscete?-.
Tutti si guardarono negli occhi. I presenti che avevano fatto parte della compagnia si accorsero improvvisamente che anche loro, dopo aver passato pericoli enormi, non avevano mai provato quella sensazione. Forse Gandalf ci era andato più vicino, ma pensandoci bene aveva sempre una casa, Un luogo amico dove tornare. E infatti alla fine era andato a Lothlòrien. Da amici -Scommetto di no. Vedete, io non volevo dirvelo perchè sembra che lo voglia dire per farvi compassione e quindi, se fossi colpevole, non sembrarlo. Non voglio essere sleale con chimi ha salvato, curato e, magari anche se di malavoglia, trattato bene- si alzò in piedi per andarsene -Non mi ricordo nulla di ciò che posso aver detto, è la verità-
-Bene. Grazie per la tua collaborazione- disse Gandalf raggiante, poi si rivolse agli altri -Domani alcuni di noi partiranno e andranno a cercare Shion e Merry. È deciso-
-Chi andrà?- chiese Pipino
-Con me, verrai tu di sicuro-
-E sia, ci sarei venuto anche se non volevi-
-Credo che ricomporremo la Compagnia e saremo in otto, anche se privati di Merry. Quindi verranno Frodo, Sam, Pipino, Gimli, Aragorn e Legolas-.
Sam contò sulle dita poi si rivolse alo Stregone timidamente -Credo ci sia uno sbaglio-
-Cioè?-
-Da quanto avete detto voi dovremmo essere in otto, ma le persone che avete citato più voi sono sette. Chi è l'ottavo componente?-
-Devo ancora deciderlo. Ora andate pire a riposarvi. SI parte tra due giorni-.
Molti si alzarono da tavola, ma Anhel rimase seduta, da sola nella sala. Si sentiva molto triste. Le persone che aveva conosciuto, che l'avevano trattata bene anche se sospettavano di lei dovevano andarsene. Sarebbe rimasta da sola in un luogo che non conosceva. Quando sarebbe potuta andare a Bosco Atro a vedere se qualcuno della sua famiglia era rimasto vivo?
<DEVI ANDARE CON LORO>.
Alzò lo sguardo dal tavolo sorpresa. Si guardò intorno. Non vedeva bene, era tutto sfocato -Chi c'è?- chiese con la voce fioca
<DEVI ANDARE CON LORO>
Si alzò in piedi lasciando le mani sul tavolo per reggersi in piedi -Chi sei? Potresti farti vedere, i miei occhi sono malati. Non ti vedo…- disse girando lo sguardo per tutta la sala
<VAI CON LORO. SAI BENE CHE DEVI ANDARE CON LORO. IO DEVO SEGUIRLI, MA SONO CON TE E QUINDI SEI TU CHE DEVI ANDARCI. NON RIMANERE INDIETRO. SEGUILI!!>
-Ma chi è? Se va a parlare con Mithrandir di sicuro penserà se farvi andare con loro-
<DEVI ANDARE CON LORO. LO SENTI ANCHE DENTRO IL TUO CUORE. LO LASCI ANDARE DA SOLO? LASCI CHE TI SEPARINO DA LUI? DEVI ANDARE CON LORO>
Anhel camminò fuori della sala non sapendo bene dove andare e finì contro la parete di un corridoio
<DEVI ANDARE CON LORO!!!!>.
Quella strana voce le metteva timore anche se non aveva nulla di crudele. Semmai lasciava trasparire preoccupazione e fretta.
Non si sentiva comunque tranquilla. Iniziò a vagare per i corridoi -Cercherò di spiegarvi meglio ciò che penso-. La voce di Gandalf arrivò alle sue orecchie e seguendola entrò in una stanza -Mettiamo tutta questa situazione su un piano metaforico-
-Anhel, come mai sei qui?- chiese Frodo
-Io non riesco più a vedere bene e quindi mi sono persa- le sembrava di sentire un po' di acidità e di fastidio nelle parole dell'hobbit e si nascose per metà dietro la porta intenzionata ad andarsene appena si presentava l'occasione
-Legolas, tu sai dov'è la sua camera. Accompagnala- Anhel pensò che era il momento giusto per andarsene
-No, grazie vado da sola-
-Ti ci porto io o non arriverai più- disse l'Elfo
-Non ti preoccupare. Me la caverò. Appena incontro qualcuno chiedo aiuto, non voglio disturbarvi-
<DEVI RIMANERE CON LORO> di nuovo quella voce <VOGLIO CHE STAI CON LORO E ASCOLTI, MI SERVE>
-No. Non si può fare. Devi ascoltarmi o ne va di tutti i miei piani- ribatté Gandalf trattenendo il compagno -Non possiamo perdere tempo. Anhel vieni qui starai con noi finché non finiremo questa discussione- l'Elfo si fece avanti, ma non sapeva dove andare perchè non vedeva la stanza. Qualcuno le afferrò il polso e la fece sedere di fianco a se -Dopo ti porto in camera, se vuoi puoi iniziare a dormire-. Era Legolas.
-Dunque, mettiamo che la nostra situazione sia come una strada da percorrere. Però l'inizio è per ora la cosa più difficile. Ci sono due strade da prendere e una potrebbe essere sbagliata portandoci lontani dal nostro obbiettivo. Il punto è che non so quale strada prendere. Le due possibilità sono: Shion, che mi pare un mistero davvero strano. Lei e Merry non avevano nulla, assolutamente nulla, di sospetto. Quindi il motivo per cui sono stati presi potrebbe essere: o che si sono persi o che hanno scoperto qualcosa che non dovevano e sono stati catturati. A questo punto seguendoli potremmo finalmente scoprire qualcosa sul nemico. Ma potrebbe essere semplicemente che hanno avuto una lotta senza motivo con degli Orchetti, che si sa, non sono gentili con nessuno. E quindi seguirli sarebbe solo una perdita di tempo. La seconda è Anhel- Gandalf ripetè le sue ultime parole anche in elfico e l'Elfo guardò dalla parte dello Stregone sorpresa -E' strana. Dice cose che sono sospette, ma sembra non rendersene nemmeno conto. E ciò che dice di sicuro non è di poco conto. Poi mi pare di aver capito che un albero di Lorien è sopravvissuto solo perchè lei il giorno dell'incendio ci è salita sopra. Ed è stata con gli Orchetti, ha conosciuto il principale Uomo che coordinava prima il trasporto degli Elfi e poi la rivolta. Mi sono sorti tanti dubbi e domande su di te. Credo che tu sia una possibile pista, ma non sono sicuro- sospirò -Ecco che non so come fare. Voi cosa pensate?-.
Nessuno rispose -Va bene, domani vi saprò dire, ma Elrond e Galadriel mi hanno consigliato di partire. Vedrò che fare-.

Il mattino dopo il sole era già alto nel cielo e Anhel si alzò dal letto guardando fuori dal balcone. Ora che era riposata si sentiva meglio.
Guardò il giardino intorno al balcone, ma non vide nessuno. Quel giorno si sentiva davvero bene. Si mise una corta tunica bianca e alla vita si allacciò una cintura di cuoio nella quale mise Rètear e uscì dalla stanza.
Per il corridoio incontrò alcuni Elfi che le sorrisero e lei sorrideva loro a sua volta. Si avvicinò ad uno di loro -Sto cercando Gandalf, dov'è?- chiese.
Durante la notte aveva pensato molto. Ciò che aveva detto su di lei Gandalf era vero. Negli ultimi tempi le erano successe tante cose e tutte molto misteriose. Probabilmente era vero che diceva qualcosa di strano come dicevano gli altri, anche se lei non si ricordava nulla. E poi quella voce che le aveva detto di seguire la Compagnia l'aveva colpita. Soprattutto perché su una cosa aveva ragione, anche se non riusciva ancora a rendersene bene conto.
-Non lo sai? Sono partiti nel cuore della notte verso Fornost vicino al vecchio regno di Angmar. Non ti avevano detto nulla?-. Anhel si sentì spiazzata. Erano partiti senza di lei, eppure si era appena decisa a chiedere a Gandalf di farla andare con loro -Quindi sono partiti da tanto?- chiese
-Non tantissimo, ma erano a cavallo quindi erano veloci. Se hai bisogno di qualcosa puoi parlare con Elrond o con Galadriel-
-No… grazie-.
Si allontanò e tornò in camera. Li avrebbe seguiti. Solo non aveva un cavallo. Arrivata nella stanza prese della fasce che trovò vicino al letto. Si tolse quella che aveva sull'occhio, lo disinfettò un'altra volta e mise una benda nuova. Visto che non aveva stivali o altre calzature si fasciò i piedi. Si legò i capelli in una lunga treccia e scavalcò la ringhiera del balcone. Girando, senza farsi vedere, per il giardino trovò le scuderie dove tenevano i cavalli. Doveva prenderne uno per raggiungerli. A piedi non ci sarebbe mai riuscita, a meno che non sapesse volare. Guardando i vari animali le parve di riconoscere in uno di loro lo stesso che le aveva fatto compagnia il giorno in cui si era svegliata la prima volta in quel posto.
Il suo pelo era nero. Più nero della notte più scura e sembrava quasi perfetto per fare da destriero ad un cattivo di una di quelle storie che ti raccontano quando sei piccolo. Lo spazzolò un poco cercando di calmarlo perchè sembrava spaventato. Gli occhi di quell'animale sembravano aver visto cose orribile nella sua vita, ma al vederla si erano addolciti diventando molto tristi -Dobbiamo correre molto forte e quindi dovrai faticare, ma prometto di trattarti bene. Ti va di venire con me?- lo guardò ed egli non si mosse.
Gli tolse la sella e le briglie poi gli salì in groppa e dettogli qualcos'altro il cavallo saltò il recinto correndo verso l'uscita di Gran Burrone.
Erond e Galadriel stavano discutendo in giardino quando videro il cavallo allontanarsi e alcuni elfi venire verso di loro -Che cosa succede? Chi è che era a cavallo?-
-Era quell'Elfo di Lorien- rispose uno di loro
-E chi le ha permesso di salire su quel cavallo?- sembrava agitatissimo
-Ci è salita da sola. È entrata nelle scuderie e nessuno l'ha vista-.
Elrond assunse un espressione preoccupatissima -Spero non le capiti nulla. Probabilmente ha provato a salire e l'animale è impazzito. Seguitela!-
-Perché dovrebbe impazzire?- chiese Galadriel
-E' un cavallo che abbiamo recuperato tempo fa. Era di un Nazgûl-.


Continua...