I
DISCORSI DELL'ANIMA
-Shion ared nuiiiiiii!!!- urlò Anhel saltando
dall'ultima trave del corridoio. Atterrò proprio addossò
alla donna -Shion, va tutto bene?- chiese Sam
-Prima andava meglio. Riccioli d'oro, mi faresti il santo
piacere di toglierti?!- sbraitò lei alzandosi e
lasciandola ricadere a terra in malo modo -Santa pazienza.
Possibile che con te io faccia sempre delle figuracce?
Dov'eri finita, eh? Che fine avevi fatto, mentre io e gli
altri rischiavamo la pelle?
Ma, mi stai ascoltando?-. Infatti Anhel non la guardava
nemmeno in faccia. Osservava insospettita l'uscita -Ma
lei è ferita!- esclamò Pipino accorgendosi che il
braccio dell'Elfo era rigato da numerosi rivoli di sangue.
Approfittando di quel momento di distrazione un orchetto
si lanciò contro l'hobbit trafiggendolo con la spada.
Pipino urlò di dolore e si accasciò a terra ai piedi di
Shion e Anhel. La prima rimase con gli occhi sbarrati.
Pieni di orrore. Per la prima volta vide un compagno, un
amico che moriva davanti a lei. Si rese conto per la
prima volta di quanto fosse amara la perdita di qualcuno.
Non si conoscevano da tanto, ma si era già affezionata a
quegli hobbit tanto amichevoli e simpatici. I sangue di
Pipino si allargò sul pavimento unendosi a quello che
gocciolava dal braccio dell'Elfo. Anhel sentì che le
veniva da vomitare. Gli occhi le si inumidirono. Perchè
il destino volevo quello. Perchè voleva che lei
soffrisse di continuo? Per quanto ancora doveva veder
morire qualcuno davanti ai suoi occhi? Perchè dovevano
tutti morire a causa sua? Bastava la sua vicinanza e
molti morivano.
Shion sentì il suo cuore riempirsi d'odio -Ora basta
maledetti schifosi!! Smettetela!!- impugnò la spada che
si ritrasformò immediatamente. Gimli prese in braccio
Pipino e Merry aiutò Sam ad alzarsi. Fuggirono fuori non
appena un leggero fendente della spada della donna ebbe
spazzato i nemici davanti all'uscita. Anhel rimaneva a
terra guardandoli fuggire con lo sguardo angosciato.
Alcuni orchetti corsero verso di loro e cercarono di
fermarli, ma la figura incappucciata li uccise
velocemente e li condusse fuori indicando loro un punto
dove fermarsi.
Perchè doveva sempre finire con il piangere? Non era più
una bambina, ma tutto quello che le stava accadendo le
colpiva la cuore come un coltello.
La maggior parte dei nemici furono uccisi da Shion che
sembrava come impazzita. Ne arrivarono altri che si
arrestarono all'imboccatura dei vari corridoi impauriti
dallo sguardo della donna. Aveva un aspetto spaventoso
<E' L'EFFETTO DELL'ANELLO. E' POTENTE, NON E' FACILE
SFUGGIRE> ma questa volta non fece caso alla voce. Notò
che il Cavaliere che credeva di aver fermato prima era
arrivato sulla soglia del corridoio "Questo
potere è più grande di voi... non potete servirvene.
Non è stato raccolto in quegli oggetti per voi... non è
per voi. Ridatecelo" la voce sibilante del Nazgûl
risuonò per l'ennesima volta quel giorno nelle menti
delle due. Shion sembrò tornare in se e abbassando la
spada tornata normale iniziò a sentirsi terrorizzata. Le
braccia e le gambe le tremavano e non riusciva a fermarle
"Shion" sentì la voce di Anhel nella sua testa
"Fuggi. Siamo in pericolo qui. Forse abbiamo
un'ultima carta da giocare, ma tu devi uscire e far
allontanare gli altri". Senza ribattere, né
chiedersi come mai riusciva a capire Anhel, Shion si
mosse a fatica e zoppicò fuori dalla sala. Non fece caso
all'individuo incappucciato e dopo aver visto dov'erano
gli altri li raggiunse a fatica.
Molte rocce più in basso erano stati poggiati a terra
Pipino e Sam. Intorno a loro stavano Merry, Gimli, Frodo,
Gandalf, Aragorn e Legolas. Appena la videro Aragorn
corse verso di lei e prendendola in braccio la portò
vicino agli altri -Shion- le sussurrò lo Stregone -Come
stai?-
-Male- rispose con un filo di voce senza fare del
sarcasmo come suo solito
-Dov'è Anhel?- chiese qualcuno della compagnia che stava
intorno a lei. Non riusciva a vederli bene. Ai loro volti
si sovrapponevano altre immagini. Vedeva ancora la grotta
e gli orchetti e il Cavaliere -E' ancora lassù- riuscì
a mormorare-.
Rimaneva immobile, distesa, con gli occhi aperti, ma si
vedeva chiaramente che non guardava ciò che stava
intorno a lei in quel momento -Che succede Shion, cosa
vedi?- chiese Aragorn preoccupato. La donna sentì di
nuovo il pensiero dell'Elfo nella sua testa "Perchè
mi hai fatto fuggire riccioli d'oro? Perchè?"
"Stavi troppo male. Non ti sei nemmeno accorta di
esserti inconsciamente messa l'anello al dito?
Questi oggetti hanno il potere di ingigantire i nostri
sentimenti dandoci la forza di reagire, ma non è una
forza positiva. Shion, trascurare se stessi è fin troppo
facile, ma ricorda che se non si ha cura di se non si può
essere in grado nemmeno di prendersi cura degli altri".
Smise di sentire la sua voce, ma percepì lo stato
d'animo di Anhel. L'Elfo era terrorizzata di stare da
sola davanti a così tanti nemici. Brandiva la spada che
aveva in mano puntandola verso gli orchetti. Alcuni li
colpiva, ma non li uccideva. Non riusciva ad ucciderli.
Benchè fossero suoi nemici pensava che non li conosceva
bene e forse avevano una famiglia anche loro. Se era così
i loro figli si sarebbero ritrovati a provare lo stesso
dolore che provava lei ogni volta che pensava alla sua
famiglia. Non poteva ucciderli però aveva paura di loro,
sapeva che lei li risparmiava, ma loro no. La cosa di cui
aveva più terrore era il Cavaliere. Non riusciva a
capire come fare per sconfiggerlo. Il fuoco non gli aveva
fatto nulla e questa cosa le faceva paura. Con uno scatto
la donna si mise a sedere e si sfilò a forza l'anello
ansimando -Che succede?- chiese lo Stregone -Perchè te
l'eri messo?-
-Non l'ho indossato di mia volontà, non sapevo nemmeno
di averlo- non voleva più sentire le sensazioni di
quell'Elfo. Erano tutte troppo orribili per lei, troppo
grandi. Non le aveva mai provate. Per lei era tutto un
gioco. Però... ora che ci pensava, in quel gioco lei
aveva rischiato di morire e Pipino stava disperatamente
lottando per sopravvivere. Se quello era davvero un gioco
allora perchè provava dolore davvero e rischiavano sul
serio di morire?
-E come te ne sei accorta?-
-Me l'hai detto Riccioli d'oro- balbettò guardando verso
l'alto. La pioggia continuava a cadere inesorabile -Lei
è ancora lassù- in quel momento ci fu un violento
scoppio e quelle parte di montagna franò. La Compagnia
rimase in silenzio, non volevano credere a ciò che
vedevano se Anhel era ancora la dentro.
Franarono molte pietre e si ripararono sotto altre per
non essere presi. Poco dopo cadevano solo dei sassetti e
la pioggia si calmava senza però smettere. Sembrò che
un ultimo masso stesse cadendo, mentre invece si
accorsero che era Anhel. Atterrò su una pietra liscia e
piatta e rimase immobile. Credevano fosse morta. Legolas
fece per avvicinarsi quando con uno scatto l'Elfo fu di
nuovo in piedi puntando una spada verso una figura in
piedi qualche roccia più in su di loro -Mi vuoi dire chi
sei?!!- gli urlò. Legolas e Aragorn sfoderarono le loro
armi e si misero al suo fianco pronti a proteggerla. Ma
Anhel non si curò minimamente di loro e con due balzi
verso l'alto fu davanti al misterioso individuo -Giovane
Elfo è meglio che tu non tenga in mano quest'arma- disse
quello da sotto il cappuccio
-Silenzio!- la alzò verso di lui -Devi solo dirmi chi
sei? Sei dalla nostra parte?-
-Certo- fece quello ridendo
-E allora perchè ti nascondi?- chiese Anhel abbassando
l'arma e guardandolo con aria interrogativa. Si mosse e
sollevò il cappuccio rivelando dei bellissimi capelli
lunghi, biondi e il volto allegro e pacifico. Si voltò
verso i due guerrieri più in basso -Salute Aragorn
figlio di Aratorn e Legolas Verdefoglia Re di Bosco Atro-
fece loro un cenno -Finalmente vi ho raggiunto, correte
veloci- e rise allegro come se tutto quello che era
successo poco prima non contasse nulla.
I due riposero le spade e abbracciarono il nuovo arrivato
non appena questi scese -Se avessimo saputo che eri sulle
nostre racce avremmo rallentato- rise l'Uomo. Si avvicinò
a Gandalf e agli hobbit -Buona sera e ben trovati-
sorrise
-Glorfindel, ti ha mandato Elrond?- chiese Sam
-Elrond e Dama Galadriel, mastro Samvise. Ma le
spiegazioni a dopo, ora dovete venire con me-. Raccolsero
i fagotti di quella parte di Compagnia che non era finita
nelle gallerie e iniziarono a scendere le rocce verso la
valle.
Pochi minuti dopo Glorfindel notò che Legolas si era
fermato allarmato. Si guardarono un attimo e il Signore
Elfico annuì risalendo veloce la strada appena percorsa.
Ancora una volta le venne da vomitare, ma tossì
solamente sputando sangue "Dannazione, la prossima
volta starò più attenta a ciò che faccio" pensò
Anhel accasciata a terra. Finalmente riuscì ad alzare lo
sguardo, ma si accorse che dei suoi amici non c'era più
nessuno "No... non può essere!! Mi hanno...
dimenticato qui"
"Perchè vai con loro? Non si sono nemmeno
ricordati di te. Che amici sono questi?" il
Cavaliere Nero era molte rocce più in alto e poteva
vedere solo una macchia più nera delle altre rocce. Con
le ultime forze scivolò al limite della pietra e si
lasciò cadere su quella più in basso, strisciando poi
vicino alla parete di modo da nascondersi. Si levò
l'anello "Credi davvero che sia quello a
rivelarmi la tua posizione? Sciocca, tu hai la mia arma.
Non è la spada di un'orchetto è mia" Anhel
guardò la spada che teneva ancora in mano. Sospirò
"Mi tocca morire qui?". Il cavaliere sogghignò
contento della riuscita del suo incantesimo. Ora non
importava ucciderla o no, ma le aveva fatto credere che i
suoi amici l'avessero dimenticata per sbaglio. Aveva
ferito in profondità la sua vittima. Scese velocemente
tutte le roccie che li dividevano e si abbassò su di lei.
Ad Anhel tremavano le gambe e anche se voleva urlare la
voce le moriva in gola. Quello stava per afferrare la
spada. L'avrebbe sicuramente uccisa, ma una voce arrivò
da lontano -Lasciala stare servitore dell'Oscuro!!- il
Cavaliere Nero dovette allontanarsi e sparire. Una figura
bianca si avvicinò a lei accarezzandola -Non temere,
sono tornato a riprenderti-.
Erano due giorni che erano arrivati in quel gruppo di
case costruite dagli Elfi vicino a Campo Giaggiolo. Tutti
i feriti si erano ripresi.
Feriti fisicamente, ma non quelli feriti nell'animo.
Shion passava le sue giornate senza parlare, con i piedi
a penzoloni da una roccia sulle rive del fiume. Non aveva
più parlato, né emesso alcun suono se non cantato con
la sola voce, ma senza parole. Non si dimostrava triste,
era spesso sorridente, ma i suoi occhi erano spenti,
privi della sua solita vivacità. Non ci si poteva
avvicinare perchè era come spaventata. Anhel era quasi
nelle sue stesse condizioni. Non parlava con nessuno
tranne che con una persona e solo quando erano soli.
Bastava anche solo prenderla per un braccio che scoppiava
a piangere. Al contrario di Shion, lei non sorrideva mai.
Le due non incrociavano mai gli sguardi, ma se si
ritrovavano vicine rimanevano semplicemente in silenzio.
Frodo era uno che si poteva più avvicinare a loro, ma
non parlarci. In qualche modo riusciva a percepire cosa
provavano, ma molto vagamente e non poteva capire cosa le
avesse turbate così tanto. -Credo di capire- disse una
sera Gandalf agli altri della compagnia -Hanno vissuto
qualcosa che le ha colpite e tutto ciò dev'essere
collegato agli anelli, forse tu, Frodo, puoi capirle
perchè hai posseduto l'Unico. Ma noi no.
Credo che l'unica cosa che possiamo fare è aspettare-
-Ma dobbiamo portar via gli anelli!!- esclamò Aragorn.
Gandalf si alzò e diede un calcio al terreno facendosi
male. In quel momento i presenti risero, somigliava a
Shion ora -Accidenti!! Non venite a dirmi cosa dobbiamo o
non dobbiamo fare!! Se c'è una cosa che non sopporto è
non capire nulla di ciò che accade!!
Sono nervoso, non so come aiutare quelle due, non so cosa
dobbiamo fare dei due anelli, non so se sono davvero
malvagi, non so che vuole Sauron e che vuole questo
misterioso Potente della leggenda, non so perchè c'erano
quelle nuove gallerie sotto le montagne, non so dove
portassero, non so che fare di nulla!!- sospirò
arrabbiato come non mai e accese nervosamente la pipa che
gli avevano messo a disposizione -Ora basta- sussurrò -Andate
tutti a riposare- e si chiuse nel suo silenzio fino alla
mattina dopo. Lo lasciarono solo impauriti e sconcertati.
Se non lo sapeva lui chi doveva sapere cosa fare?
Anhel se ne stava seduta vicino a Glorfindel. Lui era
l'unico con il quale parlava e che le poteva stare vicino.
Ma non era grazie a lui che avrebbero ricevuto
informazioni sui fatti accaduti e sulle cose che sapevano
o che le turbavano. Aveva provato una volta a chiederle
qualcosa, ma era rimasta per molto in silenzio prima di
incominciare a tremare di paura. Anhel passava la maggior
parte del giorno da sola, ma spesso di sera Glorfindel si
poteva avvicinare a lei. Per tutto il tempo che stava con
lei le parlava solo qualche volta perchè non voleva
farla sforzare. La consolava in silenzio, sperava che
questo l'aiutasse. Legolas la guardava spesso da lontano
con il cuore spezzato.
Una sera Anhel e Shion si ritrovarono per caso su di
un'altura. Anhel stava salendo, ma vedendo una figura
davanti a se aveva alzato lo sguardo. Shion stava in
piedi godendo della brezza fresca della sera, ma sentendo
dei rumori vicini dietro di lei si era girata a
controllare chi fosse osservando attentamente le tenebre.
I loro sguardi si incrociarono dopo molto tempo.
"Shion?"
"Anhel...". Come il giorno della battaglia
nella grotta Shion sentì la voce dell'Elfo nella sua
testa e poteva capirla anche se parlava in elfico "Cos'è
successo?" chiese
"Era un incantesimo di autodistruzione che si
applica agli oggetti. Ma quella era la spada del
Cavaliere Nero e quindi qualcosa è andato storto. Quella
parte della grotta si è distrutta, ma la spada è
rimasta"
"Coma ti sei salvata?"
"Incantesimo di difesa"
"Non tutti gli Elfi praticano e conoscono
incantesimi. Come li sai?"
"Me li ha insegnati mia mamma. Lei li sapeva e li
usava per proteggere la nostra foresta da intrusi... cosa
ti è successo?"
"Ho visto... ho visto morire qualcuno. Non è la
prima volta, però non mi è mai capitato che una persona
che conoscessi morisse davanti ai miei occhi"
"Non è morto"
"Ma stava... ho avuto tantissima paura. Io ho
sentito quello che provavi tu e poi... nella grotta sono
stata invasa da un odio profondo. Non ho mai odiato
nessuno. Anche questo Sauron, forse perchè non sono
ancora stata coinvolta duramente, io non lo odio non
trovo il motivo... però... in quel momento, quando ho
visto Pipino a terra, ho odiato tutti quegli orchetti...
non ci voglio pensare. È terribile... terribile"
"Se non in questa storia, prima o poi avresti dovuto
affrontare quest'angoscia. È la realtà non puoi fuggire
da essa. È crudelmente vero. La gente a cui vuoi bene
prima o poi muore, ma tu non ci puoi fa nulla. Certo il
modo in cui hai sperimentato questo dolore è stato
improvviso e spiacevole, ma prima o poi la gente a cui
vuoi bene smette di vivere, davanti ai tuoi occhi o
altrove"
"Non mi sono mai affezionata a nessuno per questo.
Per paura di soffrire per la loro perdita. Non ho voluto
più nessuno al quale affezionarmi. L'amicizia, l'amore
sono tutti sentimenti che ti faranno soffrire. Non sono
sensazioni positive. Come la tristezza e la morte,
l'odio, anche loro ti fanno soffrire. Non c'è nulla che
ti renda davvero felice... nulla"
"Ti sbagli!! L'amicizia e l'amore sono importanti,
perchè sono dei sentimenti particolari e belli. È vero
ti fanno soffrire, ma... dimmi Shion, non ti ha mai detto
nessuno che le cose sofferte sono poi quelle che ci
daranno più soddisfazione?".
Non rispose, ma aveva capito le sue parole.
"Io non ce la faccio più... tutta questa storia è
un incubo. Spesso mi sforzo di svegliarmi, vorrei aprire
gli occhi e vedere il sole raggiante che entra nella mia
camera. I miei fratelli stesi che ancora dormono, ma non
è così. Sono qui da sola, della mia famiglia non so chi
è morto o no. So solo che chiunque sta con me rischia la
vita il più delle volte la perde per causa mia"
"Ma che dici!! Causa tua? Non è vero!"
"Si che lo è!! Io ho quest'anello, è me che
cercano!!
È per me che hanno distrutto la mia casa. Per me le città
prima della mia. Per me tutti quegli Elfi imprigionati.
Per me hanno ucciso tutta quella gente a Fornost. Per me
i tre Hobbit e il Nano hanno rischiato la morte. A causa
mia tutto questo"
"Ma lo sai che sei proprio uno stupido Elfo
egocentrico?
Piantala di darti tante arie!! Per me questo, per me
quello!!
Guarda che nessuno è stato costretto a seguirti (a parte
me) quindi hanno deciso di venire con te a loro rischio e
pericolo e loro lo sapevano. È stata una scelta
consapevole la loro e se moriranno lo faranno con onore!
Perchè non sono morti per un futile motivo, ma per
difendere noi, cioè difendere il destino della Terra di
Mezzo".
Si, a loro era toccato il compito di scegliere il Destino
della Terra di Mezzo. Non potevano abbattersi, il loro
compito era difficile. Le scelte non sono tutte rosa e
fiori. Combattere per gli altri era un grande onore e
un'enorme responsabilità. Non potevano fermarsi.
Il sole sorse ed era di colore arancione. Un altro
giorno, un altro giro nel cielo. Aragorn si svegliò con
una musica nelle orecchie. In un primo momento credeva
che fosse solo un'impressione appena alzato, ma poi capì
che era vero. Uscì dalla casa stiracchiandosi e rimase
sbigottito a guardare la riva del fiume. Shion stava
caricando su alcune barche i loro fagotti ben chiusi ed
imballati, insieme a cibo e coperte e tutto ciò che
poteva servire per un viaggio. Anhel si tenega con le
gambe ad un ramo e stava cucendo qualcosa a testa in giù
mentre cercava di imparare le parole della canzone che
cantava Shion. Era cantata nella Lingua Corrente quindi
non capiva il significato
Da dove vieni e dove vai
Da dove vieni con noi rimarrai
Dal Nord degli Ered Mithrim
Segui allora l'Anduin
Dall'Ovest che è grande sappiamo
Segui allora il sentiero più strano
Dall'Est del Bosco Atro
Segui allora il cammino dal Grande Fiume costeggiato
Dal Sud le città degli Uomini
Segui allora al contrario i rivi
Da dove vieni e dove vai
Da dove vieni con noi canterai
E poi rincominciava daccapo -Riccioli d'oro, mi vuoi dare
una mano o no?-. Anhel la osservò poi le fece la
linguaccia -Deir nur cetrial Shion!!-
-Che dici?! Traduci, traduci!! Voglio proprio sapere che
cosa mi hai detto, stupido folletto!!-
-Dice che non ti può capire- spiegò Aragorn -Perchè ti
ostini a parlarle se non sa parlare la nostra lingua?-
-Beh non si sa mai. Magari un giorno capirà quando le
dirò che è una sciocca nullafacente- si indispettì la
donna alzandosi e andando verso Aragorn. Si fermò
davanti a lui e lo squadrò da capo a piedi -Che c'è?
Perchè mi guardi a quel modo?-
-Perchè?! Ma scusa, non ti viene in mente che magari è
meglio se chiami gli altri così partiamo?!-. Aragorn
incrociò le braccia e le diede le spalle allontanandosi
-E come facevo a saperlo? Siete state zitte per giorni e
giorni, che ne so io che vi svegliate un mattino e vi
decidete a partire. Sciocca donna!!-
-Ripetilo reuccio da quattro soldi- si voltò per tornare
al suo lavoro -Che barba, solo perchè è un Re allora
crede di aver sempre ragione lui- Anhel cadde a terra -Che
succede?- chiese vedendola piegata sulla caviglia. Si
avvicinò -Che stupida... stai ferma che ti tolgo la
scheggia. Ferma però- le intimò. Visto che l'Elfo
continuava a guardarla con aria interrogativa sospirò e
le levò la scheggia di legno con uno scatto. Anhel
trattenne un urlo di dolore.
-Com'è impertinente la tua allieva!- esclamò Aragorn
entrando in una delle case e incontrando Gandalf
-Già- annuì egli poggiando sul tavolo la sua tazza di
the -Ma non posso dire che non avrei dovuto portarla.
Infondo è lei la chiave di tutto. Dimmi, gli altri sono
svegli?-
-Non lo so-
-Beh, fai un giro e se non lo sono svegliali, si parte
tra due ore-.
Legolas stava cercando il suo fagotto in tutti gli angoli
della stanza quando un viso spuntò sulla finestra -Buongiorno
Legolas- disse Aragorn visibilmente di cattivo umore -Che
fai?-
-Buongiorno a te. Cerco le cose che mi ero portato dietro.
Tu piuttosto: non ti vedo di buon umore-
-Lasciamo perdere- sopirò appoggiandosi al davanzale
della finestra -Il tuo fagotto sta su una delle barche
che usiamo per partire. Shion ha già preparato tutto-
-Si è ripresa?!- chiese con stupore sedendosi sul letto
appena rifatto
-Purtroppo- si lamentò l'amico -Se deve aprir la bocca
solo per insultarmi allora è meglio che rimanga zitta.
Comunque sono qui per dirti che partiamo tra due ore-
fece una pausa e guardò in faccia l'Elfo. Fece per
allontanarsi come se non avesse altro da aggiungere -Rallegrati
Legolas- aggiunse infine -Anche Anhel si è ripresa.
Credo di averti tirato su il morale-. Il viso di Legolas
si illuminò e uscì subito dalla casa, ma si bloccò
subito nel vedere che Glorfindel parlava già con lei.
Abbassò lo sguardo, deluso.
Partirono salutando gli Elfi che li avevano ospitati,
ringraziandoli mille e mille volte e promettendo, un
giorno, di ricambiare il favore. Le barche che avevano
non erano come quelle che avevano usato nel loro primo
viaggio nella Guerra dell'Anello. Non erano le piccole,
ma robuste navi elfiche di Lothlòrien, ma alcune
altrettanto graziose e facilmente maneggevoli. Al povero
Aragorn era toccato ritrovarsi nella stessa barca della
pazza allieva di Gandalf e si sarebbero già buttati nel
fiume a vicenda se Merry, che stava con loro, non li
rimproverasse ogni due per tre. Era molto che il Re di
Gondor non sembrava così vivace.
Sam non avrebbe mai imparato ad apprezzare le barche.
Stava accasciato all'interno della barca tenendosi la
pancia e continuando a respirare profondamente per
calmarsi. Sulla barca con lui stavano Glorfindel e Anhel,
che era stata invitata quest'ultimo a salire con lui.
Frodo, Gandalf e Gimli stavano sull'imbarcazione che
apriva la strada alle altre. Legolas teneva d'occhio
Pipino e la maggior parte dell'attrezzatura che era stata
disposta sulla sua barca.
Sam se ne stava sdraiato a poppa, Glorfindel a prua
guardava attentamente davanti all'imbarcazione, mentre
Anhel stava inginocchiata con un braccio sul bordo della
barca e l'altro che penzolava fuori ad accarezzare
l'acqua. Erano partiti con un po' di ritardo quindi
cercarono di remare più che potevano per recuperare il
terreno perso. Verso sera però si lasciarono trasportare
dalla corrente. Il giorno dopo sarebbero arrivati dove il
fiume Giaggiolo si sarebbe tuffato nel Anduin.
Il cielo sfumava. Dall'arancione del sole morente al
giallo dell'infuocata corona che lo circondava. Il rosa
tenue che sfuma verso il viola che, prima lieve e poi
pesante, precede il grande sipario blu. Egli scende sulla
scena del mondo facendo sparire le altre sfumature. Il
blu e le pallide stelle infine rimasero sulle loro teste.
I quattro hobbit cantavano una tranquilla canzone, ma la
loro voce era così bassa che la musica si mescolava la
rumore dl fiume. Per un attimo tutti pensarono che fosse
proprio l'acqua a parlare. Anhel si accorse solo in quel
momento che gli hobbit e gli altri quattro della
Compagnia avevano ciascuno un punto del corpo fasciato.
Chi un braccio, chi gamba. Sam che ormai dormiva un sonno
agitato aveva la camicia sbottonata e si poteva
intravedere una benda che copriva la spalla. Lei non lo
sapeva ma quelle erano le ferite provocate da quella
freccia che a Fornost aveva rimbalzato in modo anomalo su
tutti loro, ferendoli. L'Elfo si appisolò tranquilla, ma
quando era ancora mezza sveglia le capitò di sentire un
discorso che poi non avrebbe mai saputo dire se era
fantasia o realtà. Sembrava che la barca di Legolas
avesse affiancato la loro ad un cenno del Sire Elfico che
rimaneva in piedi a scrutare la traiettoria delle barche.
Anche Legolas osservava davanti a se, ma con un piede
poggiato sul bordo e il mento nella mano del braccio che
poggiava sulla gamba. Glorfindel gli parlò senza
guardarlo -Io e te ancora non ci siamo salutati come di
dovere- gli disse
-E' vero. Ma abbiamo avuto da fare. Tu almeno! Noi altri
non abbiamo fatto molto. Venivi da gran Burrone, vero?-
-Si e no- rispose sorridendo -Dopo la vostra partenza
sono rimasto li. Poi però Galadriel voleva andare a
Bosco Atro per vedere gli elfi di Lothlòrien e poi l'ho
riaccompagnata fino ad aver valicato le Montagne. Ha
voluto proseguire da sola dicendomi che io dovevo venire
qui. Aveva ragione visto il pasticcio nel quale eravate-.
A quelle parole Legolas si sentì inferiore.
-Andare a Bosco Atro?!- esclamò visibilmente stupito e
guardando il suo interlocutore rimanendo a bocca aperta.
Ci fu un po' di silenzio, poi tornò a poggiare il mento
sulla mano -Non l'avranno fatta entrare- disse come se la
cosa fosse stata ovvia
-Infatti è stato così. Lei però ha insistito più
delle altre volte. Alla fine solo Haldir è entrato per
poi tornare e raccontare ciò che aveva visto alla Dama.
Tuo padre è testardo-
-Forse, ma sopratutto è orgoglioso. Galadriel potrà
entrare a Bosco Atro probabilmente solo quando avrò
preso totalmente in mano la mia carica-
-Infatti non credo di aver capito. Tu la faresti entrare,
ma Thrantuil ha fatto come se il Re fosse ancora lui-
-In pratica è ancora così, in teoria il Re sono io. Mio
padre mi disse che appena sarei tornato a Bosco Atro da
questo viaggio, mi avrebbe conferito tutti i poteri, ma
penso che starà ancora qualche anno di fianco a me
facendomi da consigliere. La cosa non mi dispiace, non
sono bravissimo come governante e poi... sono solo. Da
una parte però vorrei che mi lasciasse fare o poi
prenderei la dipendenza da lui-
-Potremo lasciarti sull'altra riva dell'Anduin domani,
andresti a casa e diventato re, faresti entrare Galadriel-
rise divertito Glorfindel
-Non fare dello spirito, ti prego. Non mi piace questo
fatto che corre tra Bosco Atro e Lothlòrien. Sopratutto
in questi ultimi tempi- le ultime parole erano un
sussurro
-Non ti preoccupare. Si sistemerà tutto. È una storia
vecchia ormai. È accaduto tutto tra tuo padre e
Galadriel e ora che tu sei il governante di quel regno ciò
finirà. Elrond definisce questa storia molto stupida, ma
tu la terminerai. Sai, abbiamo molta fiducia in te- rise
allegro.
Legolas sospirò e si stiracchiò -Fate male- disse -Molto
male- abbassò la voce
-No, non credo- mise una mano in tasca e ne tirò fuori
un pacchetto scuro -Galadriel mi ha raccomandato di darti
questo. Ne ho uno anche per Aragorn, ma credo che ora non
sia il momento giusto-. L'Uomo discuteva animatamente con
Shion che sembrava non dargli mai pace. L'Elfo prese il
pacchetto e subito dopo la barca di Glorfindel lo sorpassò
veloce.
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