La
presa di Lothlòrien
Pochi anni erano passati dall'ultima volta che la
Compagnia si era sciolta, ma qualcosa di oscuro e
tenebroso raccattava i cocci per rimetterli insieme e
tentare ancora una volta la sua ascesa al potere.
Due cavalli bianchi e neri correvano lungo l'Anduin, il
grande fiume era finalmente tornato il fiume di una volta
e i pesci d'acqua dolce vi nuotavano allegri. Gli zoccoli
scalpitavano allegri e scattanti sull'erba fresca.
Loras guardava il cielo azzurro lasciando che fosse il
suo pezzato destriero a seguire la strada insieme
all'altro animale sul quale, con sguardo attento e
vigile, cavalcava Legolas.
Era tanto che non si vedevano dei giorni così sereni, il
sole sembrava giocare con le nuvole che trasportate dal
fresco vento gli passavano davanti una alla volta.
Dall'altra parte del Grande Fiume si poteva vedere Bosco
Atro con i suoi grandi alberi e il lontananza Dol Guldur
si stagliava verso il cielo in tutta la sua altezza.
I biondi capelli dei due elfi si scompigliavano al vento
che soffiava da sud, stranamente freddo -Loras guarda
avanti o il tuo cavallo si stancherà prima del mio-
disse Legolas
-No, è un bravo animale e può battere il tuo in velocità
se vuole- sorrise seguendo il volo di un uccello fino a
quando non uscì dal suo campo visivo -Dimmi, tu che hai
combattuto contro Mordor, non hai una grande voglia di
vedere il cielo limpido e celeste che in quei giorni
oscuri potevi solo immaginare ? Noi a casa ti abbiamo
pensato tanto
e speravamo tanto che tu tornassi da
noi- disse.
L'altro elfo sorrise rilassato -Certo- disse -Certo che
si
ma ora la cosa che più mi preme è arrivare a
Lothlòrien, dama Galadriel sembrava volerci parlare con
urgenza-
-E sia- sospirò Loras prendendo la criniera del cavallo
tra le mani e avvicinandosi all'orecchio dell'animale -Se
a Lorien ci vogliono, a Lorien andremo- sussurrò
qualcosa al suo destriero che accelerò il passo.
Non passarono neanche un paio di ore che i due elfi, dopo
aver traversato il fiume Giaggiolo, poterono scorgere il
bosco di Lorien anche se distava ancora molto.
Ciò che videro, però, non furono le lontane chiome
degli alberi, bensì un denso fumo nero alzarsi da una
foresta in fiamme -Forse i miei occhi non sono più
quelli di una volta- disse Loras -Ma io vedo fumo e fuoco
al posto dell'antico regno degli elfi-
-Sarà meglio sbrigarsi. Spero di starmi sbagliando su ciò
che vedo- suggerì l'altro.
Non si sbagliavano, la leggendaria foresta di Lothlorien
stava bruciando.In poco tempo, dopo aver spronato i
proprio cavalli per galoppare più velocemente,
arrivarono finalmente abbastanza vicino per capire meglio
cosa stesse succedendo e si avvicinarono sempre più.
Sembrava che le fiamme fossero vive e che stessero
divorando gli alberi come ad un banchetto.
Molti elfi correvano impauriti fuori dalla boscaglia, ma
altri stavano vicini al margine degli alberi con gli
archi tesi verso le fiamme.
Dal fuoco rosso sbucarono molti esseri che nel calore e
nella confusione i due viaggiatori non potevano
riconoscere, ma il solo vedere le loro figure faceva
sentire l'anima pesante e riempiva il cuore di un'ombra
scura.
Nessuno dei due poteva credere a ciò che vedeva, il
bell'antico regno degli elfi si stava distruggendo, i
verdi alberi, l'erba, i fiori di elanor e niphredil e
tutto ciò che l'aveva sempre reso bello, si stavano
trasformando in un mucchio di cenere.
Le fiamme si alzavano come draghi rossi verso il cielo e
la foresta sembrava lamentarsi in preda ad un lungo e
atroce dolore che non accennava a smettere.
Loras venne colto dalla tristezza e si mise a piangere in
silenzio mentre nei chiari occhi di Legolas si rifletteva
l'orribile scena.
Poco dopo che gli elfi avevano iniziato a combattere con
quegli abominevoli esseri, i due videro che una bianca
portantina si allontanava lentamente.
Spronarono i cavalli e la raggiunsero -Chi siete ?-
chiese uno degli elfi portatori
-Siamo stati chiamati qui dalla Dama e veniamo da Bosco
Atro-
-Scendo- disse una voce dolce e gentile dentro al mezzo e
la Dama, avvolta nei suoi panni bianchi, con i capelli
biondi raccolti un una lunga treccia, uscì per
avvicinarsi al cavallo di Loras -Non c'è tempo per dei
saluti come si deve: Legolas e Loras- disse con una
strana voce -Vi dirò dove andare. Voi correte, ora che
siete più leggeri, verso il bosco e lungo l'Antica Via
Silvana radunando quanti più elfi di Lorien possibili
vi prego di non lasciarli nelle mani degli Orchetti e
degli Uomini- detto questo al suo seguito salì con Loras
e diede delle istruzioni a Legolas.
Partirono i tre elfi al galoppo lasciandosi alle spalle
le urla terrorizzate degli elfi di Lothlorien e
Lothlorien stessa, in fiamme.
L'aria intorno alla terra della foresta era pesante e
stava pian piano scendendo una fitta nebbia.
Dietro di Loras dama Galadriel sentiva delle leggere
lacrime scenderle lungo le guance -Troppo breve è stato
questo periodo di pace
troppo bello è stato e a
quanto pare il Nemico non è sconfitto- sussurrò
gettando un ultimo sguardo alla sua terra che bruciava.
Veloci correvano i cavalli dei due elfi lungo il percorso
sinuoso dell'Anduin. E i cavalieri avevano ora un umore
diverso da prima.
La vista dell'antica casa dei loro avi in fiamme li aveva
riempiti di tristezza per la perdita, di preoccupazione
per gli elfi che vi abitavano e si tormentavano
chiedendosi perchè fosse successa una cosa così
terribile in quei tempi finalmente tranquilli.
Mentre correvano ci fu un momento in cui Loras superò
Legolas che prima stava davanti a lui, ma che aveva
rallentato.
L'elfo arrestò il cavallo e guardò sull'altra sponda
del fiume: un carro malmesso cercava di allontanarsi il
più velocemente possibile dall'incendio raggiungendo il
bosco, non guidavano elfi, ma due Orchetti che ridevano
sguaiatamente tra di loro, ma ciò che attrasse
l'attenzione di Legolas non fu il carro bensì il suo
contenuto.
Tanti piccoli elfi stavano con il volto triste sporco
dalle fiamme sul retro del mezzo -Che ti succede amico ?-
chiese l'altro accorgendosi che lui si era fermato.
Questi non gli rispose e continuò a guardare i visini
tristi e rassegnati di quegli elfi -Legolas- disse
Galadriel -Quelli sono alcuni figli di elfi di Lorien.
Gli Uomini e gli Orchetti catturano quelli che trovano
orfani tra le fiamme o persi per la strada e li rivendono
come schiavi nelle terre oltre le montagne nebbiose o
verso la terra delle tenebre.
Questo è ciò che sta riportando l'Oscuro Signore-
-Non è possibile ! Sauron è
-Non pronunciare il suo nome- lo interruppe la Dama -Ci
sono cose che ancora non sapete e ve le volevo dire, per
questo vi avevo chiamati.
Però siamo stati attaccati prima del vostro arrivo.
Presto, tra poco le tenebre caleranno e la luna oggi è
nuova.
Non vi sarà luce e noi dobbiamo dirigerci al più presto
possibile da Elrond a Gran Burrone-.
Ma Legolas ancora non si muoveva, rimaneva a guardarli e
notò che uno di loro stava con le braccia conserte
appoggiate sulle ginocchia e il mento appoggiate ad esse.
Era una giovane con i lunghi capelli raccolti in due
trecce disfatte.
Guardava la sua casa incenerita e lontana con gli occhi
spenti e tristi. Si vedeva che aveva pianto molto, ma ora
rimaneva seria e silenziosa abbandonata al suo destino di
schiava.
Anche lei si accorse di lui e lo guardò.
Rimasero a guardarsi, con la notte che calava stranamente
veloce, per un po'. A Legolas parve di percepire tutta la
paura e l'angoscia di quell'elfo ragazza e le sorrise
sperando di poterla consolare. Poi, prima che il carro
sparisse dentro alla foresta notò che l'elfo portava
alla caviglia un bracciale con qualcosa di luminoso che
brillò di una strana luce rossa prima che sparisse il
tutto dietro ad una curva.
In fondo al cuore sperava che tornasse indietro, ma si
arrese tristemente a quel destino, anche se non era il
suo che era stato distrutto.
-Non è possibile salvarli ?- chiese riprendendo a
galoppare davanti a Loras
-Se dovessimo salvarli tutti le tenebre del Nemico
avrebbero il tempo di espandersi come non hanno mai fatto-
rispose Galadriel -Anche io, come te Legolas, vorrei
recuperarli, ma non posso
io per prima, che sono
loro sovrana, vorrei salvarli dalle grinfie degli Uomini
e degli Orchetti-
-Ma gli Uomini non sono mai stati nostri nemici- disse
Loras
-Ho già detto che ci sono molte cose che non sapete, ma
verrete informati appena sarà arrivato il momento.
Ci aspettano da Elrond- spiegò ancora la Dama "Non
ti turbare Legolas" disse lei mentalmente all'elfo
che rimaneva in silenzio davanti a loro "Il Nemico
ha un nuovo piano e sta ancora a noi ostacolarlo".
Dopo aver avuto per molto tempo a destra l'Anduin e a
sinistra le Montagne Nebbiose, iniziarono a seguire un
sentiero che passava in mezzo a quest'ultime.
Era pieno di rocce spaccate e quindi i cavalli dovettero
rallentare per evitare di scivolare.
Un gruppo di Orchetti apparve ad un tratto davanti a loro.
Legolas sfoderò la spada e quelli emisero un urlo alto
ed acuto -Ne arrivano altri da dietro- disse Loras
girando il cavallo verso quelli appena arrivati -Sono
troppi
ma che cosa cercano ?-
-So io cosa- disse Galadriel scendendo dall'animale -Ma
non troveranno nulla... uccidete quelli che vi trovare
davanti e correte lontani da qui-
-E voi ?- chiese
-Me la so cavare bene caro Loras, non credere che stare
nella misteriosa, ma pacifica Lorien voglia dire esser
deboli e non saper combattere-.
I due elfi fecero come la Dama aveva detto e si
allontanarono stendendo alcuni Orchetti che si opponevano
-Strano che non ci attacchino in tanti- osservò Loras
-Credo che per noi non abbiano interesse.
La loro preda è dama Galadriel, noi non contiamo molto-
disse Legolas -Ma ora vieni, saprà cavarsela,
allontaniamoci o le saremo solo d'impiccio- e corsero più
lontani verso ovest.
Finalmente circondata Galadriel guardò i suoi nemici
negli occhi scuri e loro la guardarono al loro volta
negli occhi azzurri come il mare -Yrch.
Il vostro signore è quindi ancora tra di noi
ma
cosa potrà fare con la sua forza divisa a metà e con
degli stupidi servitori come voi ?- mormorò delle parole
in elfico e la terra incominciò a tremare.
Le rocce che si trovavano più in alto sui pendii delle
montagne si staccarono e rotolarono veloci verso gli
Orchetti. La maggior parte, presa alla sprovvista, non
fece in tempo a levarsi da sotto che vennero travolti e i
rimanenti fuggirono spaventati.
La Dama intanto era scomparsa.
Legolas e Loras aspettavano, mentre il sole spariva
dietro le montagne che ancora dovevano valicare, in sella
ai cavalli pronti per ripartire non appena la Dama fosse
tornata.
Apparve infine che saltellava tra le rocce per
raggiungerli -Ripartiamo- disse salendo dietro a Loras
-Va tutto bene ?- chiese questi
-Certo, le Montagne Nebbiose, da quando Sauron fu
sconfitto, sono amichevoli e hanno risposto al mo aiuto
anche se non ci speravo.
Il ritorno di Sauron poteva averle rese ancora ostili-
-Quindi è questo il problema... l'Oscuro Signore è di
nuovo tra noi ?-
Ripresero a galoppare nel vespero che andava
trasformandosi in notte e già alcune pallide stelle
brillavano in cielo.
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