AMORE&ORGOGLIO
CAPITOLO 6


- E' in partenza il volo 1015 diretto a Tokyo. I signori passeggeri sono pregati di affrettarsi a raggiungere il gate 57 - annunciò la voce metallica dell'altoparlante.
- Lo sapevoooo, sono di nuovo in ritardo!!!!!! - esclamò a gran voce Michael, attirando l'attenzione di mezzo aeroporto. Era arrivato presto e aveva terminato il check in con largo anticipo, così aveva deciso di andare a prendere qualcosa al bar…e come al solito aveva finito per perdere un sacco di tempo tra le chiacchiere della cameriera e quelle delle altre clienti, americane e non, che gli si avvicinavano sfacciatamente. Nulla pareva essere cambiato.
Il ragazzo iniziò a correre a tutta velocità, neanche stesse tentando di stabilire il nuovo record mondiale dei cento metri piani, alla ricerca dell'uscita, che naturalmente si trovava dalla parte opposta dell'aeroporto. Un altro aereo era appena giunto proprio da Tokyo, e Michael non poté fare a meno di lanciare un'occhiata ai passeggeri. Dio, quanto gli era mancato il Giappone in quel periodo! E quanto gli erano mancati tutti i suoi amici! Per non parlare poi di lei…
Nonostante tutto, non aveva smesso di pensare a Suzu… Non riusciva proprio a comprendere quale fosse stata la causa della rottura tra loro…e dire che sembrava che tutto stesse andando per il meglio! Ma no, quello non era assolutamente il momento adatto per pensarci: doveva soltanto pensare a prendere quel maledetto aereo, e sperare che la ragazza fosse ancora nel suo paese.
Improvvisamente, si fermò.
No, non poteva essere vero. Non…non poteva essere… Certo, le assomigliava in una maniera impressionante, ma… Ma no…assolutamente no… Lei…lei non avrebbe mai avuto quello sguardo spento, quell'espressione rassegnata… Eppure…
Suzu. Non poteva trattarsi di nessun'altra. Era così…così diversa da come l'aveva vista l'ultima volta…o no? Non era forse quella la stessa aria triste che per lui era peggio di una pugnalata al cuore?
Doveva assolutamente fare qualcosa. Non poteva lasciarsi sfuggire quell'occasione. E al diavolo l'aereo.
Senza pensarci due volte, il ragazzo infilò la carta d'imbarco ormai spiegazzata della tasca del giubotto.
- Bye bye Japan… - mormorò a fior di labbra. Poi sollevò un braccio e si diresse verso di lei gridando:
- Suzu!!! Ehi, Suzu!!!!


Di certo si trattava di un errore. Chi diavolo poteva conoscere il suo nome e chiamarla in mezzo a quella calca di gente, nell'aeroporto di una città che non era neanche la sua?
Ma si voltò. Un ragazzo biondo, dai luminosi occhi azzurri, con un sorriso felice dipinto sul volto, stava correndo verso di lei, salutandola con la mano.
Michael?! No, non poteva essere vero… Non poteva essere lui…
Ma soprattutto… Perché diavolo si sentiva così…così…felice?!
Dopo tutto quello che aveva fatto per cercare di dimenticarlo! Cosa diavolo era quella gioia…che la costringeva a rivolgergli un sorriso quasi radioso?
- Michael! - esclamò, quando il ragazzo l'ebbe raggiunta.
- Ciao Suzu!! Che ci fai qui?! - le sorrise lui, incerto se abbracciarla o meno.
- Sono qui per lavoro!
Lui la fissò, contento. Il sorriso che gli aveva rivolto non gli era certo sfuggito. Era stato come se, in un attimo, tutto fosse ritornato come prima, all'inizio della loro "storia", quando le cose erano praticamente perfette. Quell'immagine gli aveva restituito la fiducia, e questa volta Michael era deciso a ricominciare, e a non lasciarsela sfuggire mai più.
- Lavoro? Di cosa si tratta? Su, avanti, racconta! - esclamò lui, togliendole di mano i bagagli e guidandola verso l'uscita.
Lei lo ringraziò con un sorriso, poi rispose:
- Mi hanno proposto di girare un film.
Il ragazzo la fissò, sorpreso.
- Dici sul serio?! Ma è fantastico!!! - esclamò, col suo solito entusiasmo - Immagino che sarai al settimo cielo!!! L'ho sempre detto, io, che avresti avuto un grandissimo successo!!
- Su, adesso non esagerare! - ridacchiò Suzu, che improvvisamente si sentiva serena e felice come non le capitava ormai da un bel po' di tempo. Michael non era cambiato di una virgola, e questo la metteva a suo agio, anche se un piccolo tarlo, nella sua mente, cercava di convincerla a calmarsi, dato che probabilmente lui era ancora…beh…fidanzato…
- Non esagero per niente! Lo sai che sono sincero! Mio Dio, quasi non riesco a crederci!! Un film! Sei un genio, Suzu, sei splendida, sei divina!! - continuò il ragazzo, sempre più esaltato, mentre la trascinava verso il parcheggio dei taxi.
- Smettila di adularmi!! - protestò la ragazza, sorridendo - Piuttosto, tu che ci facevi qui in aeroporto?! Che coincidenza incredibile!
- Eh…? Ahem…ecco… - Michael per un istante entrò nel panico più totale - Vedi, un amico mi aveva chiesto di venirlo a prendere, ma in realtà ho appena scoperto che il suo volo è stato cancellato, quindi… - inventò lì per lì. Poi si affrettò a cambiare discorso: - Ma parliamo di te!!!! Che ne dici di venire a stare a casa mia? C'è spazio a non finire, e avresti la tua privacy, naturalmente! Così risparmieresti anche i soldi dell'albergo!
"E risparmieresti a me la fatica di cercarti continuamente…"
Quell'offerta era decisamente allettante. Suzu sorrise immediatamente, pensando che, malgrado tutto, nulla al mondo l'avrebbe resa più felice di vivere sotto lo stesso tetto di quel ragazzo incredibile, e al diavolo il suo maledetto orgoglio…ma poi, un pensiero la bloccò.
Vivendo in quella casa…sicuramente si sarebbe spesso trovata faccia a faccia con…con la sua ragazza…e questo…no, non lo avrebbe proprio sopportato! Già era stato abbastanza shockante rendersi conto così all'improvviso che i sentimenti tanto a lungo repressi non erano per niente scomparsi dal suo cuore… No, non sarebbe stata in grado di reggere una situazione del genere.
- Grazie dell'offerta, Michael… - sorrise tristemente - Ma non ce n'è bisogno, te l'assicuro: è la casa di produzione che paga le spese, e il mio albergo si trova vicinissimo al set… Tutto è organizzato nei minimi dettagli, e non mi va di scombinare i piani dei boss, capisci cosa intendo?
Il repentino cambiamento dell'espressione di lei non gli era sfuggito, ma il ragazzo comprese che non era quello il momento di indagare.
- Oh, capisco… - rispose, con aria delusa. Poco male. Tanto, di tempo ce n'era un bel po'!
Suzu sorrise della sua spontaneità e poi mormorò, incerta:
- Beh, però se ti va, potremmo vederci…
Michael si risvegliò all'improvviso.
- Ma certo!!!! Non credere che mi lascerei scappare un'occasione simile!! Sarò il tuo tormento per tutta la durata delle riprese!! - esclamò, sorridendo - E adesso, lascia almeno che io ti accompagni in hotel.
La ragazza si arrese.
- D'accordo, d'accordo, hai vinto tu.
Michael aiutò il tassista a sistemare le valigie nel bagagliaio. Poi si voltò verso di lei, che era rimasta in piedi a guardarli, e le rivolse un sorriso trionfante.

Si era chiusa la porta alle spalle con un sospiro.
Il viaggio era stato lungo ed estenuante e l'agitazione per l'inaspettato incontro con Michael aveva fatto il resto. Si sentiva completamente esausta.
Si gettò senza quasi più forze sull'enorme letto della sua camera. Accidenti!
Non avrebbe mai immaginato di incontrarlo subito! Prima di partire si era domandata quale sarebbe stata la sua reazione nel caso lo avesse incontrato, ma mai si era aspettata quello!
Fortunatamente il ragazzo l'aveva trattata come al solito e aveva fatto sciogliere il nodo in gola che si era ritrovata.
Non lo aveva affatto dimenticato. E quella era una realtà inconfutabile.
Aveva visto il suo sguardo, il suo sorriso e si era sentita sciogliere. Proprio come un tempo.
Eppure...nonostante tutto...sentiva di essere cambiata.
Per quanto la facesse soffrire il fatto di non essere riuscita a conquistarlo, era contenta di vedere che lui stava bene e la ricordava con affetto e amicizia.
Si alzò dal letto e si diresse verso il bagno. Voleva farsi una bella doccia. Forse l'avrebbe aiutata a rilassarsi e a far scivolare via quel velo di depressione che l'aveva colta dopo che Michael l'aveva lasciata in albergo.

Sotto il getto di acqua tiepida, la ragazza si rilassò.
Ripensò nuovamente al suo incontro con il ragazzo, sembrava essere stato marchiato a fuoco nella sua mente...
Dio quanto le era mancato!
Ma doveva convincersi che non poteva averlo...non doveva illudersi...
Avrebbe sofferto ancora di più!
Incredibilmente le tornarono alla mente i sentimenti che aveva provato per Yuu quando era ancora una ragazzina. Che differenza! Aveva creduto di amare Yuu...aveva sofferto quando aveva capito che non c'era modo di allontanarlo da Miki...ma mai avrebbe potuto immaginare che quella sofferenza sbiadisse al confronto di quella che aveva provato per Michael e che tutt'ora provava.
Adesso poteva capire i sentimenti di Miki e di Meiko. Poteva capire la loro disperazione. Anche lei la stava provando!
Anche lei era una ragazza innamorata ora...
- Oh signore... - sussurrò con le lacrime agli occhi - cosa posso fare?
Amava Michael. Ma doveva rinunciare a lui. Dimenticarlo non sembrava possibile. Avrebbe saputo essegli semplicemente amica? Avrebbe saputo sopportare di vederlo insieme alla sua ragazza?
No...probabilmente no!
Eppure non poteva farsi avanti...non voleva rovinare il suo rapporto con la fidanzata...aveva imparato la lezione.
Forse era quello che significava essere innamorati?
Amare l'altro più della propria felicità?
Era davvero così?

Era arrivato a casa ormai da un bel po' e l'unica cosa che era riuscito a fare era stato camminare avanti e indietro creando quasi un solco sul pavimento della sua stanza.
C'era qualcosa che non andava in tutta quella storia!
Suzu aveva qualcosa di strano. Quando l'aveva vista con quello sguardo triste, con gli occhi quasi opachi, dove non brillava più quello scintillio birichino che l'aveva attirato durante la loro vacanza al mare...si era sentito malissimo.
Doveva ancora scoprire il motivo della loro rottura ma quasta volta avrebbe avuto tutto il tempo di starle accanto e di farla confessare. Avrebbe scoperto cos'era che la faceva sentire così male...
Le sarebbe stato accanto, l'avrebbe aiutata, l'avrebbe protetta, l'avrebbe ...amata...
Dio! Non voleva perderla di nuovo!
Quando aveva dovuto andarsene di corsa dal Giappone a causa di sua madre si era sentito come se una parte del suo cuore gli fosse stata strappata...
Ora però se la sarebbe ripresa!
E l'unico modo che aveva per farlo era tornare a frequantarla assiduamente!
Si! Non c'era altra soluzione!
Si avvicinò al telefono e compose il numero dell'albergo dove l'aveva lasciata.
- Pronto? Si! Vorrei parlare con la signorina Suzu Sakuma per favore!
Questa volta avrebbe lottato con tutte le sue forze...




CONTINUA...